A quasi un anno dall`introduzione dell`embargo russo per i beni

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A quasi un anno dall`introduzione dell`embargo russo per i beni
APPROFONDIMENTO: LE SANZIONI RUSSE AI PRODOTTI AGROALIMENTARI
A quasi un anno dall’introduzione dell’embargo russo per i beni agroalimentari, prodotti in
America, Europa ed altri Paesi, questo approfondimento cerca di riassumere le principali
implicazioni economiche riscontrate a livello europeo e veneto.
L’EMBARGO RUSSO
Da marzo 2014, in seguito all’annessione della penisola della Crimea alla Russia e al
controverso ruolo di Mosca a supporto dei movimenti separatisti ucraini in occasione
dell’abbattimento del volo civile malese in territorio ucraino, la Comunità Internazionale,
specialmente Stati Uniti ed Unione Europea, ha deciso per l’adozione e la graduale
estensione di sanzioni di natura economica e diplomatica contro la Russia. 1
Come contromisura alle sanzioni occidentali, la Federazione Russa ha emanato, il 6
agosto 2014, il divieto per l’importazione di prodotti agricoli e generi alimentari
provenienti da Unione Europea, Stati Uniti, Norvegia, Canada ed Australia. La lista 2 di
prodotti vietati include:
- frutta e verdura: fatta eccezione per frutta e verdura già preparata;
- prodotti caseari: latte, prodotti caseari (specialmente formaggio, polvere di latte
scremato e di latte intero, burro, siero di latte, prodotti freschi, latte condensato);
- carni: carni bovine, suine e pollame (sia fresco che surgelato), così come carne
salata, in salamoia, essiccata e affumicata, salsicce e prodotti similari;
- pesci: pesce vivo, crostacei, molluschi e altri invertebrati marini.
Sono esclusi dal campo di applicazione delle misure in questione: alcolici, bevande, pasta
e prodotti da forno, prodotti per l’infanzia e merci acquistate all’estero per consumo
privato. L’allegato di tale Decisione 3 specifica l’elenco esatto, con i codici doganali, dei
prodotti vietati, cui è opportuno fare riferimento qualora vi siano delle incertezze.
Successivamente, è stata ripristinata 4 la possibilità di importare in Russia i seguenti
prodotti:
- avannotti di salmone atlantico (salmo salar) e di trota (salmo trutta);
- latte senza lattosio e latticini senza lattosio;
- patate da semina, cipolle da semina, mais ibrido da semina, piselli da semina;
1
EU sanctions against Russia over Ukraine crisis, disponibile al link:
http://europa.eu/newsroom/highlights/special-coverage/eu_sanctions/index_en.htm
2
Decisione del Governo Russo del 7 agosto 2014 n. 778, disponibile in lingua russa al link:
http://pravo.gov.ru/proxy/ips/?docbody=&prevDoc=102357513&backlink=1&&nd=102356935
e in lingua inglese (non ufficiale) al link: http://www.worldpass.camcom.it/files/1407794150_russiaembargo-en-08-2014.pdf
3
Traduzione, non ufficiale, in lingua inglese disponibile al link: http://ec.europa.eu/agriculture/russianimport-ban/pdf/list-of-banned-products-20-08-2014_en.pdf e in lingua italiana al link:
http://www.confindustria.venezia.it/development/2k14/venezia/istituzionale.nsf/attach/E419DE97EEB5547F
C1257D5D0033A639/$File/slides%20forte.pdf?OpenElement
4
Decreto n. 830 del 20 agosto 2014, disponibile in lingua russa al link:
http://government.ru/media/files/41d4fd237c91ea4213b0.pdf
-
additivi biologicamente attivi; dei complessi di vitamine e minerali; dei concentrati
di proteine (di origine animale e vegetale) e loro miscele; fibre alimentari; additivi
alimentari (anche complessi).
A causa delle forti pressioni causate dalle sanzioni russe al settore agroalimentare
europeo, la Commissione Europea si è subito attivata per approvare dei regolamenti
finalizzati all’erogazione di fondi a supporto dei prodotti europei danneggiati
dall’embargo 5 .
Il settore agricolo, però, non è stato l’unico ad essere colpito.
Il Governo russo, infatti, nello stesso mese, ha adottato una nuova normativa restrittiva
in materia di appalti pubblici, inerente al divieto di acquisto di tessuti, calzature e capi
di abbigliamento di produzione straniera da parte di Istituzioni pubbliche e di enti
soggetti a controllo pubblico. 6
Successivamente, ha introdotto un blocco semestrale (vigente dal primo ottobre 2014 al
primo aprile 2015) all’esportazione di pelli semilavorate verso Paesi stranieri 7 .
Il Rosselkhoznadzor, agenzia Federale russa per il controllo veterinario e fito-sanitario, ha
poi stabilito una sospensione temporanea delle importazioni in Russia dai Paesi UE di
sottoprodotti della carne (frattaglie e grassi di bovini e suini, farine animali), a partire
da ottobre 2014. La motivazione ufficiale, in questo caso, non riguarda l’embargo, ma è
legata a questioni di carattere fitosanitario. In particolare, a seguito di recenti rilevazioni,
sono emerse 17 infrazioni sanitarie in alcuni sottoprodotti di carne provenienti da alcuni
paesi dell’UE (in particolare: Austria, Germania, Danimarca, Italia e Polonia).
ALCUNI DATI SULLE ESPORTAZIONI EUROPEE COLPITE DALL’EMBARGO
Secondo alcuni dati della Commissione Europea 8 , dopo gli Stati Uniti, la Russia è la
seconda destinazione più importante per le esportazioni di prodotti agroalimentari e, nel
2013, rappresentava un valore totale di circa 11.8 miliardi di euro (il 10% di tutte le
esportazioni europee agroalimentari). Sempre nel 2013, i prodotti agroalimentari, inclusi
nel divieto russo, rappresentavano un valore totale di 5.1 miliardi di euro (il 43% delle
esportazioni agroalimentari dell’UE verso la Russia). In una prospettiva più generale,
l’embargo russo ha colpito il 4.2% del totale delle esportazioni europee agroalimentari.
Allo stesso tempo, questa percentuale può essere più considerevole a seconda del settore
interessato, come si può vedere dalla tabella in basso a destra.
5
Ad esempio: Regolamento UE 932/2014 relativo a specifiche voci doganali del settore ortofrutticolo che
prevede lo stanziamento di 125 milioni di euro con misure che vanno dal ritiro dal mercato per la
distribuzione gratuita al risarcimento per la mancata o anticipata raccolta; Regolamento UE 950/2014
relativo a specifiche voci doganali di formaggi che prevede aiuti per l’ammasso privato di formaggi fino ad un
quantitativo complessivo pari a 155.000 tonnellate.
6
Nello specifico, il Decreto governativo n. 791 dell’11 agosto 2014 “sull’imposizione del divieto di introdurre
prodotti dell’industria leggera di produzione straniera da parte di soggetti pubblici per l’effettuazione di
acquisti volti alla soddisfazione di necessità federali”, ha proibito esclusivamente agli enti pubblici russi, a
partire dal primo settembre 2014, di acquistare prodotti tessili, abbigliamento, calzature, valigie e pelli
prodotte fuori dall’Unione Doganale tra Russia, Bielorussia e Kazakhstan.
7
Decreto governativo n. 826 del 19 agosto 2014 “Sull’introduzione del divieto di esportare semilavorati di
pelle dal territorio della Federazione Russa”
8
Information note on the Russian ban on agri-food products from the EU, del 3 settembre 2014, disponibile
al link: http://ec.europa.eu/agriculture/russian-import-ban/pdf/info-note-03-09_en.pdf
Fonte: Parlamento Europeo Think Tank
Fonte: DG Agriculture and Rural Development, Unit B.2
I Paesi Europei maggiormente colpiti da tali sanzioni sono gli Stati Baltici (in primis la
Lituania), la Finlandia, la Polonia, la Germania e i Paesi Bassi.
Secondo lo studio effettuato dalla DG AGRI della Commissione Europea 9 , però,
nonostante il divieto russo, dopo nove mesi di embargo, le esportazioni europee nel
9
EU responses to the Russian import ban on agricultural products, disponibile al link:
http://ec.europa.eu/agriculture/russian-import-ban/index_en.htm
settore agroalimentare verso i Paesi terzi (Russia compresa) sono aumentate del 5% nel
periodo compreso tra agosto 2014 e aprile 2015, rispetto allo stesso periodo considerato
l’anno precedente. Nello specifico, nel mese di aprile 2015, le esportazioni europee verso
gli Stati terzi sono aumentare del 10% rispetto al mese di aprile 2014. Tale risultato è
dovuto ad un aumento di esportazioni verso altri Paesi (soprattutto verso gli Stati Uniti e
la Cina) e, parzialmente, a causa di un indebolimento dell’euro rispetto ad altre monete.
Fonte: DG Agriculture and Rural Development, Unit B.2
Negli ultimi mesi, molti imprenditori hanno iniziato a chiedersi se sia possibile esportare
in Russia, attraverso la vendita a Pesi terzi non soggetti ad embargo (come, ad esempio,
la Turchia). La normativa russa, però, non lo permette poiché il principio è quello
dell’origine del prodotto. I controlli doganali, quindi, non riguardano i Paesi di
appartenenza del prodotto, ma la sua origine. Questo principio vale anche per Bielorussia
e Kazakhstan, Stati con cui la Russia ha siglato un’Unione doganale (ossia un regime di
libera circolazione delle merci all’interno dei tre Stati) e che, recentemente, sono stati
accusati di non aver rispettato il divieto unilaterale russo e, anzi, di averlo sovvertito
attraverso la ri-esportazione di tali prodotti verso la Russia 10 . Come conseguenza, Russia
e Bielorussia hanno parzialmente reintegrato i controlli doganali, utilizzando delle
motivazioni igienico-sanitarie quale pretesto per bloccare le importazioni dei rispettivi
prodotti. Secondo alcuni dati della Jamestown Foundation 11 , ad esempio, in agosto 2014,
la Bielorussia esportava verso la Russia più di 15 mila tonnellate di maiale, manzo e
salumi di un valore pari a 71 milioni di dollari; a settembre, dello stesso anno, le
esportazioni sono cresciute del 7%. Tuttavia, il 24 novembre, la Russia ha introdotto una
sospensione temporanea delle esportazioni a nove unità di produzione bielorusse e, due
giorni dopo, ad altri otto produttori, dichiarando che erano stati riscontrati alcuni batteri
nelle carni esportate, informazioni però non confermate dai controllori bielorussi.
Con l’obiettivo di verificare se la Russia rispetterà gli accordi di Minsk 2, siglati lo scorso
febbraio, il 22 giugno 2015, in Lussemburgo, il Consiglio dei Ministri degli Esteri ha
prorogato le sanzioni economiche verso la Russia per altri sei mesi, fino al 31 gennaio
2016. Di risposta, il Cremlino ha dichiarato il prolungamento di un anno dell’embargo sui
prodotti agroalimentari.
LA SITUAZIONE IN VENETO
Dagli anni 2000, il Veneto aveva iniziato a registrare un aumento delle esportazioni verso
la Russia. Purtroppo però, nel 2014, stando ai dati raccolti dalla Sezione Sistema
Statistico della Regione Veneto 12 , il fatturato veneto verso la Russia è diminuito di circa
180 milioni di euro (-9.9% rispetto all’anno precedente). Sempre secondo lo studio, a
subire gli effetti della crisi geopolitica, non ne ha risentito solo il settore agroalimentare,
che ha registrato una riduzione del 19.1% (circa 17.4 milioni di euro), ma anche altri
settori quali la moda (-26.6%, corrispondente a circa 100 milioni di euro), la meccanica
(-8.8%, pari a 49 milioni di euro), l’arredamento (-13.8%) e il comparto delle forniture
ottiche (-21.7%). Diversamente, sono aumentate le esportazioni di prodotti farmaceutici
(+24 milioni di euro rispetto all’anno precedente), di prodotti chimici (+14.9%) e delle
apparecchiature elettriche (+4.3%).
10
At a glance: EU-Russia trade, Parlamento Europeo Think Tank, maggio 2015, disponibile al link:
http://www.europarl.europa.eu/RegData/etudes/ATAG/2015/557023/EPRS_ATA(2015)557023_EN.pdf
11
New Trade War Erupts between Russia and Belarus, Jamestown Foundation, Eurasia Daily Monitor, vol. 11
issue 2015, 3 dicembre 2014, disponibile al link:
http://www.jamestown.org/single/?tx_ttnews%5Btt_news%5D=43146&no_cache=1#.VcIqp_Ptmkp
12
La crisi russa: l’impatto sull’economia del Veneto, Sezione Sistema Statistiche Regionale, Regione Veneto,
mese giugno, anno 2015, disponibile al link:
http://statistica.regione.veneto.it/pubblicazioni_statistiche_flash.jsp
Fonte: Elaborazioni Regione Veneto – Sezione Sistema Statistico Regionale su dati Istat
Stando ai dati raccolti per il primo trimestre 2015, la situazione non sembra migliorare:
le esportazioni verso la Russia sono diminuite del 32.6% (pari a circa 127 milioni di euro)
rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente. I settori principalmente colpiti sono:
l’agroalimentare (-11 milioni di euro, corrispondente ad un dimezzamento del loro
valore), la meccanica (-32 milioni di euro), la moda (-34.5 milioni di euro) e
l’arredamento (-12.3 milioni di euro). L’unico settore che rimane stabile è quello dei
mezzi di trasporto.
Lo studio regionale ha poi analizzato nello specifico il comparto agroalimentare
direttamente colpito dall’embargo. Secondo i dati raccolti, nel 2013, le esportazioni
venete dell’intero settore ammontavano a circa 91 milioni di euro, mentre quelle dei
prodotti, successivamente oggetto di sanzioni, corrispondevano a 35 milioni di euro (di
cui 16 milioni relativi alla categoria di prodotti Belli, Buoni e Benfatti – BB&B). L’anno
successivo, queste esportazioni si sono dimezzate, mentre quelle dirette verso il resto del
mondo hanno continuato a crescere. Allo stesso tempo, è emerso che le esportazioni
verso la Russia, dei prodotti colpiti dall’embargo, avevano iniziato a contrarsi già all’inizio
del 2014, quando le sanzioni russe non erano ancora state approvate.
LINKS:
Lista non ufficiale prodotti sotto embargo
Documenti DG AGRI
Studio ICE “Misure restrittive Federazione Russa e sanzioni Unione Europea”
Briefing - Parlamento Europeo “The Russian Embargo: Impact on the Economic
and Employment Situation in the EU”
Studio Regione Veneto - Sezione Sistema Statistico “La crisi Russa: l’impatto
sull’economia del Veneto”
Articolo del Sole24ore “Export in Russia, come sopravvivere alle sanzioni”
Pubblicazione Jamestown Foundation “New Trade War erupts between Russia
and Belarus”
Studio Commissione Europea “Short Term Outlook for EU arable crops, dairy
and meat markets in 2015 and 2016”
Eseguito da:
Eleonora Colonna
UNIONCAMERE DEL VENETO
Delegazione di Buxelles
Av. de Tervueren 67 - B - 1040 Bruxelles
Tel. +32 2 5510490
Fax +32 2 5510499
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