J P Sartre contemplazione della maternità di Maria

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J P Sartre contemplazione della maternità di Maria
Contemplazione della maternità di Maria
La Vergine è pallida e guarda il bimbo con meraviglia ansiosa. Perché il Cristo è suo
figlio, la carne della sua carne e il frutto delle sue viscere … E sul momento la tentazione
è così forte che dimentica che è Dio. Lo stringe tra le braccia e gli dice: "Piccolo mio!". Ma
in altri momenti resta interdetta e pensosa: Dio è là, ed è presa da timore religioso per
questo Dio che non parla, per questo bambino che incute timore …
Ma io penso che vi sono anche altri momenti rapidi e fuggevoli in cui lei
sente al tempo stesso che il Cristo è suo figlio, il suo piccolo, e che è Dio.
Lo guarda e pensa: "Questo Dio è il mio bambino. Questa carne divina è la
mia carne. Egli è fatto di me, ha i miei occhi, e questa forma della bocca è
la forma della mia, mi assomiglia: Egli è Dio e mi assomiglia".
E nessuna donna ha avuto il suo Dio per sé sola, un Dio piccolino che si
può prendere tra le braccia e coprire di baci, un Dio tutto caldo che
sorride e che respira, un Dio che si può toccare e che ride …
(Jean Paul Sartre, dal racconto Bariona)
JEAN-PAUL SARTRE - Bariona o il figlio del tuono
Racconto di Natale per cristiani e non credenti
“Bariona” è un originalissimo racconto scritto da Sartre nel Natale del 1944
per i suoi compagni di prigionia nel campo Treviri. Sartre ebbe modo allora
di conversare a lungo con i preti detenuti, discutendo in fraterna sincerità di
fede e teologia. E’ forse alla luce di questa nuova esperienza che Sartre
scrisse un testo teatrale sul mistero del Natale. Lo compose in sei settimane,
scelse gli attori, assistette a tutte le prove, creò la messa in scena ed i
costumi e lui stesso vi partecipò come attore nella parte del Re Magio
Baldassarre. Il racconto ruota intorno alla figura di Bariona (dal curioso
soprannome di “figlio del tuono”), capo di un villaggio vicino a Betlemme.
La storia è ambientata nell’epoca in cui la Giudea era oppressa dai Romani
e vessata da continue richieste di tributi. Alla visione di Gesù Bambino
Bariona abbandona ogni diffidenza verso il Messia e si impegna nella
realizzazione del progetto di liberazione del suo popolo.
Il racconto si offre al lettore come l’immagine di un’esperienza religiosa e
raggiunge il suo apice nella descrizione, poetica e pittorica nello stesso
tempo, del rapporto di intimità che lega la Madonna al Bambino.
Questo testo era dettato anche dall’esigenza di creare aggregazione e
solidarietà tra prigionieri credenti e non credenti e, nella chiara allusione
alla Francia occupata dai Tedeschi, per sollecitare la resistenza dei suoi
compagni di prigionia contro gli invasori. Progetto, questo, assolutamente nuovo e singolare per Sartre, notoriamente
riconosciuto come l’esponente di un esistenzialismo ateo; lui stesso non ha esitato a dichiarare di aver avuto sempre un
rapporto difficile ed impossibile con Dio. Oggi la lettura di quest’opera offre l’occasione di ripensare l’ateismo di
Sartre e la sua filosofia dell’esistenza.
Jean-Paul Sartre (1905-1980) è forse l’esponente più rappresentativo dell’esistenzialismo ed uno degli intellettuali
francesi contemporanei più noti nel mondo. Versatile e poliedrico, la sua attività ha attraversato vasti campi del sapere:
dalla filosofia alla letteratura, dal teatro al cinema, dal giornalismo alla politica. Tra le sue maggiori opere ricordiamo,
per la filosofia, L’essere e il nulla e la Critica della ragione dialettica e, per la narrativa, La nausea. Nel 1964 fu insignito del
premio Nobel per la letteratura, che rifiutò.