La videoripresa nella formazione esperienziale

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La videoripresa nella formazione esperienziale
La videoripresa nella formazione esperienziale
redazione di formazione-esperienziale.it
Premessa
L'utilizzo del videotape nelle attività di gruppo compare negli USA verso la fine degli
anni '50. Queste tecniche erano sostenute dalla constatazione che non ci si vede mai
quali siamo realmente e quali appariamo al prossimo e che l'immagine di sé, in sé e
per gli altri non è mai la stessa. Ci si vede come ci vedono gli altri ed anche il gruppo
può osservare e considerare un individuo così come si fa normalmente con qualcuno
che si vede sullo schermo, mentre ciò non si farebbe nella realtà. L'impatto del video
permette di riprendere ed aprire situazioni che apparivano chiuse e di accedere subito
all'essenziale. Proprio questa efficacia può far crollare rapidamente le difese dell'io
rivelando così un individuo dentro e davanti al gruppo.
Gli obiettivi della videoripresa
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Permette di incontrare la propria immagine osservandola con "occhio esterno".
Favorisce un ulteriore momento di confronto con le percezioni che la propria
immagine suscita negli altri partecipanti.
Fa rivisitare le sensazioni vissute nel qui e ora dell'esperienza alla luce delle
sensazioni prodotte dalla visione al video.
Riduce il gap che c'è tra sentire e capire attraverso la concettualizzazione del
"vissuto" relativo all'esperienza.
Induce nel partecipante una certa autonomia critica nei confronti delle ipotesi
interpretative fornite dal trainer: il risultato è una minor dipendenza psicologica da
chi ci osserva dall'esterno in un ruolo up, abituando all'auto-osservazione critica.
Sottolinea la differenza tra intenzioni e risultati delle proprie azioni, riportando il
tutto ai comportamenti agiti.
Sviluppa l’auto-osservazione utilizzando l’etero-osservazione, come gli altri ci
vedono (risultato) e ciò che volevamo mettere in comune (intenzioni).
Serve al trainer per verificare la conduzione di un'attività (confronto obiettivirisultati, sequenze e tempi, efficacia delle esercitazioni ecc).
Il set
È il contesto rappresentato dallo spazio, dalle persone e dagli oggetti che fanno parte
delle situazioni da riprendere. Lo spazio e gli oggetti diventano una dimensione
comunicativa assieme allo spazio personale e a quello di relazione. La ripresa è spesso
vissuta come occhio che valuta e può indurre sia disagio che compiacimento ad essere
ripresi (fuga o offerta della propria immagine). Oltre alla possibilità di sentirsi invasi o
inquisiti, l'evocazione più comunemente registrata non è quella dello strumento di
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lavoro ma della "televisione" che renderà pubblico un comportamento che nel vissuto
individuale è percepito come privato (di nuovo rifiuto o narcisismo).
Il filmato
Come la parola verbale o scritta, anche l'immagine è simbolo (significante), ed evoca
una rappresentazione mentale (significato) poiché è in un rapporto convenzionale con
l'oggetto reale.
Come nella teoria dell'informazione viene definito uno schema di trasmissione della
comunicazione da un emittente ad un ricevente, così in un circuito comunicativo
stabilito da un testo (qualunque ne sia la natura) vengono riconosciuti dei ruoli tipo:
l'autore materiale del testo, il soggetto recettore (lo spettatore), il soggetto
dell'enunciato, ecc. Questi soggetti mettono in scena un interscambio comunicativo
simbolico in cui anche lo spettatore può diventare attivo attraverso le sue proiezioni.
La telecamera attraverso le sue capacità descrittive propone messaggi con un
linguaggio (struttura delle regole, il piano grammaticale/sintattico) il cui elemento
base è l'inquadratura, di cui vengono definiti spazio e durata.
L’operatore
Deve stare attento alle differenze percettive e pratiche tra l'osservazione attraverso il
campo visivo degli occhi e osservazione attraverso il mirino della telecamera.
Il suo occhio non deve avere alcun elemento di giudizio ma di analisi e di scelta di
frammenti di situazione la cui sequenza sintattica rappresenterà il testo che ha deciso
di narrare.
Deve essere sempre in ascolto e immerso nella situazione per rendere credibile la
scelta delle inquadrature che devono essere coerenti con le dinamiche che si svolgono.
L'operatore in quanto trainer può diventare figura su cui proiettare il timore di essere
giudicati (nel caso di operatore esterno questo pericolo è meno presente poiché
l'operatore viene vissuto come esterno tecnico, come attributo della telecamera).
Lo spettatore
Lo spettatore può sviluppare un atteggiamento ambivalente di esternazione emotiva
in rapporto ai materiali rappresentati o di partecipazione, di rapporto interattivo, di
coinvolgimento con il testo con maggior o minor controllo sulle informazioni che gli
vengono somministrate attraverso lo scorrere delle immagini.
Nella visione di filmati l'osservazione di se stessi può far scattare un meccanismo di
coinvolgimento legato al fatto di essere oggetto di attenzioni (commenti).
Lo spettatore, in mancanza di un rapporto corporeo se non quello visivo, sviluppa un
particolare stato percettivo proiettando una struttura sensoriale simbolica (protesi
simbolica) in sostituzione della corporeità fisica. Questa corporeità simbolica, se da un
lato supplisce all'impotenza sensoriale di non essere "presente" nell'azione a
contenuto emotivo rappresentata, produce una sorta di dipendenza che riduce
comunque lo spazio di autonomia critica dello spettatore nei confronti del testo e di chi
lo enuncia. In ogni caso la ripresa suscita l'aspettativa del rivedersi.
Occorre porre attenzione se per gli spettatori è la prima volta che si rivedono: di solito
il primo impatto con la propria immagine genera rifiuto o compiacimento (aspetto,
gesti ecc).
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Durante l'osservazione dei filmati, non per vedere altri ma se stessi, si paragonano i
comportamenti con i modelli introiettati per aver visto attori/personaggi in TV.
Tecniche di ripresa per formatori
Ecco alcuni accorgimenti per il trainer che decida di riprendere autonomamente i
processi durante le attività formative esperienziali.
Punti di attenzione generali
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La ripresa ha l’obiettivo di raccontare una storia: sintetizzare attraverso le
immagini un evento nel suo svolgersi (inizio, svolgimento, conclusione).
Ridurre l’attenzione all’essenziale, eliminando il superfluo.
Evitare le ripetizioni.
Le riprese devono essere fatte in modo da essere, sin dall’inizio (ancor prima del
montaggio), “pulite”: già in fase di ripresa pensare in ottica di montaggio.
Siamo noi che decidiamo cosa e come far vedere e raccontare.
Decidere cosa non far vedere.
Decidere quando far vedere.
Decidere il ritmo delle riprese nel loro complesso per mantenerlo costante nel
tempo.
Lo scopo della ripresa di un’attività esperienziale non è ovviamente la bellezza
estetica fine a se stessa ma è anche vero che chi osserva la ripresa effettuata
riesce a seguire meglio la storia se la ripresa è stata eseguita in modo
tecnicamente corretto.
Occorre guardare con un occhio ciò che sta succedendo (in modo da poter
progettare cosa inquadrare) e con l’altro gestire tecnicamente la telecamera.
Mentre si riprendere ascoltare/osservare contemporaneamente altrimenti si corre il
rischio di rivedere i filmati nel debriefing come se fosse la prima volta.
Stabilire dei codici di codifica delle riprese effettuate da scrivere sulle cassette.
Attenzione alla percezione di invasività della telecamera da parte dei partecipanti,
tenersi alla giusta distanza e comunque se qualcuno guarda fissa la telecamera
meglio rifare la ripresa.
Riprendere tutti i partecipanti, anche i “silenziosi”, da far poi rivedere nel
debriefing/follow up.
Si può prevedere la ripresa da parte di un partecipante a scopo didattico per lo
sviluppo di specifiche capacità individuali (per esempio la capacità di osservazione,
l’ascolto).
La rielaborazione dell’accaduto attraverso i filmati riduce la dipendenza dal
formatore e sviluppa la capacità di osservazione dei partecipanti.
La ripresa del debriefing serve soprattutto al formatore che se la può rivedere
prima del follow up allo scopo di proporre chiavi di lettura più mirate.
Tenere conto che riprendendo con la telecamera si creano forti aspettative nei
partecipanti: magari vorrebbero rivedere alcuni loro pezzi che poi nel montaggio
mancano.
Riprendere non solo ciò che vediamo noi ma anche ciò che vedono le persone
riprese.
Arrivare qualche minuto prima sul set per capire dove si è (luce, suoni):
concentrarsi qualche minuto nel ruolo di “tecnico della ripresa” per poi tornare ad
essere dopo, durante la ripresa, formatore.
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Riprendere in posizioni comode (pensare ai tempi lunghi).
La telecamera deve essere all’altezza degli occhi dei partecipanti.
In alcune circostanze la ripresa di un gruppo può prevedere sullo sfondo anche
quella del gruppo che sta lavorando vicino.
Tipi di inquadrature: caratteristiche ed accorgimenti
Inquadrature statiche:
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Attenzione a non muoversi sulle inquadrature fisse.
Lasciare aria all’inquadratura.
Non soffocare/schiacciare le persone in basso ( non è grave tagliare un po’ la testa
della persona, lo è di più lasciare troppo spazio sopra).
Scena ampia statica: serve solo ad inquadrare l’evento, non interessa tanto cosa
sta succedendo (10 sec circa di ripresa per poi magari utilizzarne 3).
Taglio americano: inquadratura di una persona dalle ginocchia in su.
Un’inquadratura molto centrata sul viso può essere invadente: ha senso se l’evento
ripreso è significativo ed importante.
Il profilo di una persona che parla va ripreso o con la persona a cui si rivolge
oppure con un po’ di spazio davanti (per poi magari successivamente passare ad
inquadrare la persona a cui la prima si stava rivolgendo).
Immagine di quinta: spalle, testa o comunque parte di una persona a cui la prima
inquadrata si sta rivolgendo. Utile per contestualizzare l’inquadratura di chi sta
parlando.
Eliminare presenze superflue in campo.
Regola dei terzi: l’occhio umano tende a focalizzare meglio un’immagine che non
sia centrale.
Se il gruppo che si sta riprendendo sta molto fermo meglio cambiare posizione
d’inquadratura ogni tanto.
Stare sulle inquadrature statiche senza farsi prendere dall’ansia di riprendere
qualcosa d’altro.
Abbassarsi per non riprendere dall’alto “in picchiata”.
Attenzione ai contrasti dietro le figure.
Inquadrature in movimento:
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I movimenti devono essere lenti e precisi.
La velocità dei movimenti deve essere costante.
Non ondeggiare: sapere dove e come muoversi. Al limite meglio riprendere,
stoppare, cambiare posizione e riprendere di nuovo.
Panoramica: può essere fatta da sinistra a destra o viceversa. Va fatta più
lentamente rispetto al movimento naturale degli occhi. Prima dell’inizio ha bisogno
di un’inquadratura statica. Può concludersi con un’inquadratura ampia statica che
rappresenta l’inizio dell’evento.
Se sta per succedere qualcosa non andare incontro all’evento ma aspettare che
l’evento entri nel campo.
Spostarsi da dietro in avanti più che il contrario.
Zoom:
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In avanti: dall’ambiente al particolare.
Indietro: dal particolare all’ambiente.
Nelle macchine professionali messa a fuoco e diaframma (quantità di luce da far
entrare) sono manuali.
Con lo zoom in avanti si perde il fuoco: meglio iniziare con il particolare, passare
all’ambiente, tornare di nuovo al particolare.
Taglio: riprendere l’ambiente, mettere in pausa, zoommare, ricominciare la ripresa
(questo evita il problema della messa a fuoco).
Gli zoom o le inquadruture fisse sul non verbale devono sostare per almeno 6/7
sec per dar tempo dopo di “leggere”.
Se non viene individuata l’inquadratura giusta si tende ad usare molto lo zoom.
Attenzione lo zoom brucia le batterie.
Montaggio
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Ci sono 2 tipi di montaggio: quello prevalentemente video e quello con l’audio. Il
montaggio con il solo video è spesso quello che viene richiesto come sintesi
dell’esperienza dal cliente.
Un filmato montato può servire come strumento promozionale per il tipo di attività,
come sintesi dell’esperienza per il cliente, come strumento per attività di coaching
personalizzato, per estrapolare alcuni temi specifici (es. la leadership).
Si può associare al video l’audio di registrazione in alcune esperienze (es. rafting).
Dosare i movimenti: stancano l’osservatore.
Usare i fissi.
Mai panoramiche e zoom ripetuti con lo stesso movimento.
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