qui il programma - Corriere del Mezzogiorno

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qui il programma - Corriere del Mezzogiorno
Domenica30 ottobre / ore 18,30
La rabbia giovane (Badlands) di Terrence Malick. Con
Warren Oates, Sissy Spacek, Martin Sheen. USA,1973 95'
L'opera prima di uno dei più importanti registi e sceneggiatori
americani viventi, che ha impresso all'arte cinematografica una
ritrovata poesia visiva, meritandosi piogge di candidature all'Oscar,
nonostante la scarna filmografia di cui si compone la sua opera
filmica. Con The Tree of Life (2011), con Brad Pitt e Sean Penn
protagonisti di un dramma familiare usato come chiave di lettura per
raccontare la cosmogenesi del nostro pianeta, ha vinto la Palma d'Oro
all'ultimo festival di Cannes. La rabbia giovane è un film indipendente
che narra di una giovane coppia degli anni Cinquanta, incapace di distinguere fra bene e male nella realtà
squallida e selvagga degli States. Uno straordinario "affresco" della parte degradata e bigotta della provincia
americana, in cui la condizione "semi-onirica" del protagonista, si interseca col tacito e corrosivo nichilismo
della vicenda.
Domenica 6 novembre / ore 18,30
I figli della violenza (Los olvidados) di Luis Buñuel. Con
Alfonso Mejia, Estela Inda, Miguel Incalan, Roberto Cobo.
Messico 1950, 90'
Il più famoso e forse il miglior film del periodo messicano di Buñuel. Il
surrealismo del regista sospende ogni remora moralistica nel raccontare la
vita miserabile di uno slum messicano. Al centro della storia ci sono due
ragazzi, Pedro, che sta camminando sul confine tra criminalità e
responsabilità, e Jaibo, che ha già tutte le caratteristiche del giovane
delinquente. Tradimento, omicidio, brutalità in un film ricco di immagini
insolite e di simbolismi. Buñuel costruisce uno dei suoi film più potenti,
premiato a Cannes come "miglior regia". Celebre la sequenza del sogno,
dove la madre di Pedro "galleggia" verso di lui brandendo un pezzo di carne
cruda.
Domenica 13 novembre / ore 18,30
Ken Park di Larry Clark. Con Tiffany Limos, James Ransone, Stephen Jasso, Amanda
Plummer. USA, Olanda, Francia 2002. 96'
Fotografo provocatorio, esposto nei musei più importanti del mondo con foto che
documentano la realtà cruda di se stesso e dei suoi amici fuorilegge, tra pistole,
sesso e droga, Larry Clark racconta di Ken Park, un adolescente suicida in un
sobborgo di Los Angeles e dei suoi amici: Shawn che la mattina marina la scuola
per avere incontri sessuali con la madre della propria fidanzata; Peaches che è
succube di un padre che la crede illibata; Claude che subisce le pulsioni
incestuose di un padre ubriacone; Tate che vive con due nonni ridicoli e pratica un
onanismo estremo. Un film per palati forti, nel quale l'occhio implacabile di Larry
Clark, mostra le vite vuote di questi ragazzi, varcando senza pudori e con
immagini pornografiche il lato oscuro del sogno americano: una legione di ragazzi
che non crede più a nulla.
1 Domenica 20 novembre / ore 18,30
Partner di Bernardo Bertolucci. Con Stefania Sandrelli, Tina Aumont,
Sergio Tofano, Ninetto Davoli, Pierre Clémenti. Italia 1968, 105'
Un film sull'identità e la schizofrenia: Giacobbe, insegnante d'arte drammatica, si
trova un altro “io” che compie in sua vece le azioni criminose o rivoluzionarie.
Ispirato al romanzo di Dostoevskij, Il sosia (1846), il film è un antinaturalistico
passaggio dalla vita alla sua rappresentazione, non privo di echi
dell'espressionismo. Film di contestazione e sulla contestazione, girato in pieno '68,
già sembra consapevole dell'impotenza rivoluzionaria e del fallimento di ogni utopia.
Scene di Francesco Tullio Altan (che si firma Jean Robert Marquis).
Domenica 27 novembre / ore 18,30
Assassini nati (Natural Born Killers) di Oliver Stone. Con Woody Harrelson, Juliette Lewis,
Tom Sizemore, Rodney Dangerfield, Everett Quinton. USA 1994. 120'
Tratto da un soggetto di Quentin Tarantino, il film narra di un ragazzo e una ragazza che seminano il
panico e la morte. Sono killer senza scrupoli e senza ragione, che imprigionati dopo il 54° omicidio,
diventano divi della televisione. Il regista sceglie l'iperrealismo come cifra stilistica, mischiando fumetti e
formati di pellicola diversi in maniera suggestiva. Necessita di una grande maturità da parte dello spettatore,
soprattutto perché nello spettacolo caleidoscopico, che scorre come sulle montagne russe, grazie ad un
montaggio virtuosistico, non c'è il tempo di prendere le distanze dai protagonisti. La colonna sonora venne
definita come una delle "50 più forti della storia del cinema" da Q Magazine ed è quanto mai varia,
spaziando dalle atmosfere di Peter Gabriel al rock di Patti Smith, a Puccini, fino alla voce demoniaca di
Diamanda Galas.
Domenica 4 dicembre / ore 18,30
L'odio (La haine) di Mathieu Kassovitz. Con Abdel
Ahmed Ghili, Saïd Taghmaoui, Hubert Koundé, Vincent
Cassel, Karim Balkhandra. Francia 1995. 95'
In un quartiere periferico parigino, scoppia il vento della rivolta dopo
il pestaggio del sedicenne Abel da parte della polizia. I giovani della
banlieu scendono in strada e si battono tutta la notte con gli agenti.
Tra loro ci sono tre amici: l'ebreo Vinz, il maghrebino Said e il nero
Hubert, un trio di sfigati, disoccupati, arrabbiati e senza futuro. Vinz,
ha trovato una pistola, persa da uno sbirro durante gli scontri, e
decide di usarla. Diretto da Matthieu Kassovitz in uno sfavillante
bianco e nero, L'odio è un film durissimo che ha totalizzato milioni di
spettatori in Francia, ottenendo anche il premio per la miglior regia a Cannes nel 1994.
Domenica 11 dicembre / ore 18,30
Il pane e le rose (Bread and Roses) di Ken Loach. Con Elpidia Carrillo, Adrien Brody,
Pilar Padilla, Jack McGee. USA, Gran Bretagna 2000. 112'
Un film sul lavoro precario e sullo sfruttamento giovanile. Maya emigra clandestinamente negli Stati Uniti.
Raggiunta Los Angeles, comincia a lavorare presso un bar notturno e poi in un'impresa di pulizia. Quando si
rende conto dello sfruttamento cui sono sottoposti lei e i suoi compagni di lavoro, decide di lottare. Ken
Loach costruisce un film duro, che non celebra il sogno americano, ma la delusione di chi in quel sogno
credeva. I temi affrontati sono quelli delle ingiustizie sociali, dello sfruttamento degli immigrati, dei
sindacalisti sempre più lontani dalla realtà dei lavoratori che dovrebbero rappresentare. Quando il film giunse
in Italia, non c'era ancora la Legge 30, ma oggi anche nella nostra nazione si verificano casi simili a quelli
descritti nel film. Questa circostanza rende attuale Bread and Roses di Ken Loach, e il motto del film:
“Sapere, far sapere, saper fare e fare...”
2 Domenica 18 dicembre / ore 18,30
America 1929: sterminateli senza pietà (Boxcar
Bertha) di Martin Scorsese. Con Barbara Hershey,
David Carradine, Barry Primus. USA 1972. 90'
Liberamente tratto dall’autobiografia di Boxcar Bertha Thompson, il
secondo film di Martin Scorsese anticipa alcuni dei motivi principali
tra quelli che il regista italo-americano ha affrontato nella sua vasta
produzione filmica. Qui narra di Bertha Thompson, che, dopo aver
perso il padre a causa di un incidente sul lavoro, intraprende un
viaggio lungo le strade ferrate degli Stati Uniti utilizzando quei
Boxcar delle ferrovie – i vagoni merci aperti – da cui prenderà il suo soprannome. Il tutto si svolge
nell'ambito della grande depressione del 1929 che, non per la prima volta ma con un'intensità mai raggiunta
prima, mise allo scoperto quei limiti della società americana che costituiranno spesso la base delle riflessioni
di Scorsese, soprattutto nella sua produzione più recente (The departed e Gangs of New York). Nel corso
del suo viaggio la protagonista incontra un sindacalista socialista, Big Billy Shelley, che sperimenta il furore
omicida di un’America ideologicamente intollerante verso le rivendicazioni delle classi lavoratrici.
Domenica 25 dicembre / ore 18,30
Amores perros di Alejandro Gonzalez Inarritu. Con Goya
Toledo, Emilio Echevarria, Gael García Bernal, Alvaro
Guerrero, Vanessa Bauche. Messico 2000. 147'
Presentato nella Settimana della Critica a Cannes dove ha mietuto
consensi così come ai Festival di Bogotà, Chicago, Tokio, Los Angeles e
Edimburgo, giunto alla nomination agli Oscar come miglior film straniero,
l'opera prima di Gonzalez Inarritu "rappresenta tutto il peggio" di una
megalopoli come Città del Messico che ha 21 milioni di abitanti. Il ritmo e
l'intensità sul piano visivo sono sintetizzati da una regia che immerge lo
spettatore immediatamente nell'azione. Combattimenti tra cani, nella
miseria di luoghi abitati da personaggi altrettanto miseri e detestabili. Il
fascino del film deriva da un fondo di dolcezza che accompagna la
descrizione di tanta violenza e da una struttura "tarantiniana" che
attraverso il montaggio combina tra loro stralci di avvenimenti che
formano un appassionante e sorprendente racconto.
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