Guarire dallo stress e dalla depressione? Meditate gente, meditate

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Guarire dallo stress e dalla depressione? Meditate gente, meditate
Guarire dallo stress e dalla depressione? Meditate gente, meditate!
Come superare il disagio psicologico attraverso la pratica della consapevolezza
Lo stress e la depressione sono disturbi molto diffusi nella nostra società. I ritmi di
vita incalzanti, le pressioni sociali, l’incertezza del futuro sono spesso alla base di una
sensazione di “non farcela” che si può tradurre in ansia, affaticamento, disturbi fisici
di varia natura, in una parola: “stress”. La depressione è qualcosa di ancor più
pesante, profondo, una vera e propria malattia mentale che colpisce il 10-25% nelle
donne e del 5-12% negli uomini e viene considerata a livello mondiale come una
delle maggiori cause di disabilità. Ma cosa accade nella nostra mente quando ci si
sente braccati dallo stress o ci si sente talmente giù che nulla sembra essere d’aiuto?
Generalmente quello che la maggior parte delle persone fa è di cercare una
soluzione, si inizia a rimuginare sul perché si stia soffrendo in quel modo e quale
possa essere una soluzione. Per quanto ragionevole sia questo modo di comportarsi
è proprio questo spesso a far sprofondare ancor più nelle sabbie mobili del disagio.
Cercando di sbarazzarci del malessere tramite le consuete modalità di risoluzione
dei problemi, e quindi cercando di aggiustare ciò che riteniamo ci sia di sbagliato in
noi o nella situazione che stiamo vivendo, non facciamo altro che sprofondare
sempre più. Che fare quindi? Oltre alla psicoterapia e alle cure farmacologiche,
trattamenti fondamentali per la depressione, negli ultimi trent’anni si sono diffusi
sempre più alcuni approcci terapeutici basati sulla meditazione. Ci si potrà chiedere
che c’entra la meditazione con lo stress o la depressione, qui cercheremo di
chiarirlo. Come prima cosa è bene affrontare i possibili pregiudizi: la meditazione
non è qualcosa di esoterico e gli approcci basati su queste pratiche non sono cose
strane o “new age”, tanto meno bisogna diventare buddhisti per fare meditazione. Il
primo ad aver avuto l’intuizione di utilizzare le pratiche meditative in campo medico
fu Jon Kabat-Zinn che trent’anni fa mise a punto il trattamento per la riduzione
dello stress basato sulla mindfulness presso il Medical Center dell’Università del
Massachussets (MIndfulness-Based Stress Reduction, MBSR) per poter dare una
risposta ai numerosi pazienti che soffrivano di malattie croniche invalidanti e che
non potevano essere curate dalla medicina tradizionale. Da allora, presso la Clinica
per la riduzione dello stress di cui Kabat-Zinn è direttore, sono stati trattati con
evidenti benefici migliaia di pazienti con svariate patologie tra cui dolore cronico,
ipertensione, psoriasi, fibromialgia, cancro e sono state pubblicate centinaia di
ricerche scientifiche che dimostrano l’efficacia di questi approcci non solo per le
patologie fisiche ma anche per numerosi disturbi psicologici tra cui la depressione, i
disturbi d’ansia, i disturbi alimentari e molti altri.
Vediamo quindi cosa significa mindfulness. La traduzione potrebbe essere “piena
consapevolezza” anche se tale traduzione non rende appieno il significato di questo
termine. Quando parliamo di mindfulness ci riferiamo a un modo particolare di
prestare attenzione a ciò che ci accade: intenzionalmente, nel momento presente e
senza giudizio. Non si tratta di rilassarsi ma è qualcosa di più ampio: imparare a stare
in relazione con se stessi e con la propria esperienza, qualsiasi essa sia, in un modo
diverso da quello abituale, con maggiore consapevolezza e accettazione. Ciò che
siamo abituati a fare invece è di vivere una buona parte della giornata come se
avessimo inserito una sorta di pilota automatico. Lo possiamo notare in svariate
attività quotidiane: mangiamo, guidiamo, leggiamo, ci occupiamo delle faccende
domestiche pensando ad altro, senza prestare attenzione al momento presente ma
piuttosto pensando al passato o al futuro. Il risultato di questo modo di fare può
innescare dei circoli viziosi di pensiero che possono condizionare anche
pesantemente il nostro umore. Quando riusciamo, invece, a vivere il momento
presente con maggiore consapevolezza siamo in grado di trasformare la qualità della
nostra vita e delle nostre relazioni, con il risultato di ridurre la sofferenza e lo stress.
Un obiettivo importante dei training di mindfulness è quello di aiutare i partecipanti a
sviluppare la capacità di osservare in maniera non giudicante i propri pensieri,
emozioni e sensazioni fisiche e di coltivare una capacità di distanziamento da essi.
Questi programmi hanno carattere esclusivamente esperenziale, l’acquisizione delle
abilità succitate avviene attraverso la sperimentazione in gruppo, e la pratica a casa,
di esercizi meditativi. Le pratiche di consapevolezza proposte sono utili per
comprendere la natura dei propri pensieri e osservare e modificare la relazione che
abbiamo con essi, spesso alla base della sofferenza psicologica. Coltivare la
consapevolezza accresce la flessibilità mentale e può impedire che le normali
emozioni negative, che tutti sperimentiamo, si trasformino in circoli viziosi e
conducano al malessere.
“Che la terra sotto i nostri piedi sia paradiso o inferno, dipende unicamente dal
nostro modo di vedere e camminare” Thich Nhat Hahn (2001).
Dott.ssa Alessia Minniti
Psicologa-psicoterapeuta
[email protected], www.psychoarea.it