Istituto MEME: Viaggio nel colore - Dalla percezione all`espressione
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Istituto MEME: Viaggio nel colore - Dalla percezione all`espressione
Istituto MEME associato a Université Européenne Jean Monnet A.I.S.B.L. Bruxelles VIAGGIO NEL COLORE: DALLA PERCEZIONE ALL’ESPRESSIONE CREATIVA Scuola di Specializzazione: Arti Terapie Relatore: Dott.ssa Roberta Frison Contesto di Project Work: Scuola dell’infanzia del Comune di Bologna Tesista specializzando: Dott.ssa Paola Masi Anno di corso: Primo Modena, 07- 09-2008 Anno accademico 2007-2008 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Indice dei contenuti 1. Introduzione 3 2. Presupposti teorici 2.1 Il colore: la visione di J. Itten 4 2.2 Percezione 7 3. Arte terapia 10 3.1 Tipi di approcci 11 3.2 Setting, materiali e ruolo dell’arte terapeuta 12 3.3 L’arte terapia con i bambini 14 4. Il disegno e il colore nel bambino 16 4.1 Sinestesia 18 4.2 Emozione 19 4.3 Creatività 20 5. Laboratorio sul colore 5.1 Contesto 24 5.2 Setting, metodologia e materiali 24 5.3 Attività 27 6. Conclusioni 36 7. Bibliografia 37 2 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 1 Introduzione Occupandomi da molto tempo di bambini con disturbi del linguaggio e della comunicazione ho avuto la possibilità di verificare come sia centrale il ruolo della prevenzione e come, in molte situazioni, sia determinante creare una rete integrata di interventi (famiglia, specialisti dei servizi sanitari, scuola). Il presente Project Work propone un dialogo tra il mondo della scuola e l’arte terapia prevedendo un percorso di esperienza creativa per un gruppo di bambini di una scuola dell’infanzia del Comune di Bologna. Si tratta di un’ipotesi di lavoro affascinante e coinvolgente con bambini che già possiedono risorse creative ma non sempre espresse completamente. L’arte terapia, integrando il lavoro della scuola, può svolgere un importante ruolo nel far emergere le potenzialità dei bambini. Questo percorso può assumere anche una connotazione di prevenzione di varie forme di disagio non necessariamente di carattere patologico. Questo laboratorio, utilizzando il linguaggio del colore, intende proporre un’esperienza percettivo-sensoriale ed espressivo-creativa. Pur non essendo previsto da questo Project Work, penso che alcuni bambini con difficoltà emozionali e di adattamento e/o con disturbi del linguaggio e della comunicazione potrebbero trarre notevole beneficio da interventi integrati tra arte terapia e scuola dell’infanzia. 3 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 2 Presupposti teorici 2.1 Il colore: la visione di J. Itten Il colore è un fenomeno indagato in molte discipline e da più punti di vista, da quello fisico-chimico a quello storico-artistico e psicologico-percettivo. Nel 1676 il fisico inglese Isaac Newton utilizzando un prisma triangolare di vetro riuscì a scomporre la luce bianca del sole nei diversi colori dello spettro e a ricomporla, per addizione cromatica, utilizzando una lente convergente. In natura non esistono i colori, ma la luce composta di diverse lunghezze d’onda; ogni colore ha la sua lunghezza d’onda: la più corta è quella del violetto, la più lunga è quella del rosso. Quando la luce colpisce un oggetto, alcune lunghezze d’onda vengono assorbite mentre altre vengono riflesse e il fenomeno colore dipende proprio da questa interazione delle radiazioni luminose con le molecole costituenti il corpo interessato: ad es. se un corpo riflette la lunghezza d’onda del verde e assorbe tutte le altre, il corpo appare verde; se tutte le radiazioni sono assorbite, il corpo appare nero. Un secolo dopo Newton si scoprì che le lunghezze d’onda fondamentali dello spettro sono tre: quelle del rosso, del verde e del blu. Queste tre luci primarie se vengono sovrapposte si sommano per sintesi additiva e formano la luce bianca mentre se vengono mescolate danno gli altri quattro colori elencati da Newton, tutti percepibili dal nostro occhio. I colori usati dai pittori sono a base di pigmenti o sostanze colorate che ubbidiscono alle leggi della sottrazione. I colori primari sono il blu, il giallo e il rosso dai quali si ottengono, combinandoli tra loro a due a due, i tre colori secondari: arancio, verde e viola. I colori terziari risultano dalla combinazione di un primario con un secondario. 4 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 J. Itten nella sua teoria dei colori prende in esame i vari aspetti dei colori e approfondisce il principio secondo il quale l’occhio e la mente umana sono in grado di percepire i colori solo sulla base di confronti o di contrasti tra di essi. Accostando colori primari o secondari al massimo grado di saturazione (o di intensità) si ottiene il contrasto di colori puri, il più semplice dei sette contrasti individuati da Itten. In questo contrasto la massima espressione si ottiene accostando i tre colori primari giallo, rosso e blu; l’effetto che si ottiene, sempre molto energetico e deciso, perde forza man mano che le tinte impiegate si allontanano dai tre colori primari. Tra i due estremi del secondo contrasto identificato da Itten, il contrasto bianco-nero, chiaro-scuro, luce-buio, si sviluppa l’intera gamma dei grigi. Il grigio si può ottenere da una miscela di bianco e nero; di giallo, rosso, blu e bianco; o con una miscela di qualsiasi coppia di complementari. Il grigio neutro può venire trasformato simultaneamente da qualsiasi colore nel suo esatto complementare. Il grigio assume carattere e vita a contatto con gli altri colori, ma in cambio li attenua e li indebolisce. Sulla base di alcune osservazioni che sembrano dimostrare che il colore verde-blu sia in grado di rallentare la circolazione del sangue mentre il rossoarancio di attivarla, Itten ha individuato un altro tipo di contrasto: il contrasto caldo-freddo. Il rosso-arancio o rosso Saturno è il colore più caldo mentre il verdeblu o ossido di manganese è il più freddo. I complementari sono una coppia estremamente singolare in quanto il loro comportamento dipende dal loro utilizzo: se mescolati si annullano nel grigio, se giustapposti raggiungono il loro massimo grado di luminosità. In questo contrasto tra complementari giustapponendo il giallo con il viola si ottiene un forte contrasto chiaroscurale; la giustapposizione rosso-arancio e blu-verde permette di ottenere il massimo contrasto di freddo e caldo; infine la giustapposizione di rosso-verde possiede lo stesso grado di luminosità. 5 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Il contrasto di simultaneità si basa sul tipico fenomeno che si manifesta durante il processo di percezione cromatica: il colore osservato dal nostro occhio induce simultaneamente la produzione del colore complementare. Questo colore contrario è frutto del processo percettivo e non esiste nella realtà esterna. Gli ultimi due contrasti individuati da Itten sono il contrasto di qualità e il contrasto di quantità. Nel primo analizza il grado di purezza (o di saturazione) dei colori, nel secondo il reciproco rapporto quantitativo. Le teorie dei colori, possono concorrere alla creazione di una buona arte, ma non definirla. Alla fine la lotta dell’artista moderno per dare una forma ai colori è una ricerca individuale; secondo Bridger Riley è proprio questo che rende il colore un mezzo di espressione artistica tanto forte: “… proprio perché non esiste un principio-guida, ne una solida base concettuale su cui si possa fondare una tradizione della pittura a colori, questo significa che ogni sensibilità artistica individuale ha la possibilità di scoprire un mezzo di espressione originale.” [Philip Ball] 6 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 2.2 Percezione Il processo percettivo è un fenomeno complesso che permette all’essere umano di entrare in contatto con la realtà circostante e di comunicare con essa utilizzando l’esperienza fornita dai cinque sensi. Il processo percettivo svolge quindi una vera e propria azione di selezione delle informazioni acquisite dagli organi sensoriali. La percezione permette la presa di coscienza di una sensazione e dà significato alle informazioni trasmesse dai nostri sensi. I processi primari di elaborazione cognitiva agiscono indipendentemente dalla nostra volontà e dalle nostre conoscenze e si attuano sia a livello dei sistemi sensoriali (impegnati nella ricezione delle varie forme di energia luminosa, sonora, tattile, ecc. del mondo fisico) che durante la conversione dell’energia fisica in segnale nervoso. Sulla base dell’apprendimento e delle nostre conoscenze invece si formano i processi secondari di elaborazione che, proprio in virtù delle nostre conoscenze preesistenti, ci permettono di riconoscere e attribuire significato anche a stimoli incompleti. La percezione è quindi il frutto di un’elaborazione mentale e al tempo stesso è uno strumento dei processi cognitivi: i suoni, i colori, i gusti raccolti dai nostri recettori generano delle percezioni che giungono a livello cerebrale. Il nostro cervello riconosce, effettua confronti (sulla base dei dati immagazzinati nella memoria) e rielabora. La mente organizza questo materiale sensoriale e stabilisce la natura e la localizzazione spaziale dell’oggetto. Il pensiero, e non solo quello relativo all’arte e alle altre esperienze figurali ha una natura essenzialmente percettiva e rappresenta lo strumento che utilizziamo per la strutturazione degli eventi e dal quale originano le nostre idee e quindi il linguaggio (Arnheim). 7 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Il processo percettivo si compone delle varie operazioni conoscitive (di esplorazione attiva, selezione, cogliere l’essenziale, inserimento in un contesto, astrazione, semplificazione, confronto, ecc.), che effettuiamo sul mondo esterno e che rappresentano le modalità con cui la mente umana opera sul materiale raccolto dai nostri sensi. La percezione visiva in particolare non rappresenta una semplice registrazione passiva del materiale presentato ai nostri occhi, ma è un impegno attivo della nostra mente orientato all’estrazione delle informazioni valide; percepire visivamente è anche pensare visivamente quindi anche conoscere (Arnheim). Fry sostiene che la visione creativa è quella più completa perché in essa, venendo a mancare la funzione pratica degli oggetti, si ha un arricchimento in termini di qualità formali. La percezione visiva è quindi un’attività creativa da cui ha origine la produzione artistica. Le nuove tecniche di neuro-immagine di esplorazione delle funzioni cerebrali hanno permesso di iniziare ad esplorare le relazioni possibili tra scienza e arte: è possibile raccogliere informazioni su come il cervello risponde alla percezione dell’arte (in termini di soddisfazione emotiva agli stimoli empatici, espressione della creatività artistica). In particolare sono state individuate le zone cerebrali coinvolte nella percezione delle forme e dei colori. Queste nuove tecnologie hanno permesso il riconoscimento del ruolo dei cosiddetti neuroni a specchio (mirror neurons) nell’attivazione dell’attenzione e nella stabilizzazione delle relazioni empatiche che hanno un forte impatto cognitivo nell’apprezzamento dell’arte. Tali neuroni della zona pre-premotoria non solo sono in grado di reagire allo stimolo ma hanno la capacità di acquisire immediatamente il significato di quello stimolo, in modo da favorire il processo di apprendimento per diretta imitazione. L’azione dei neuroni a specchio permette l’unione, all’interno di un unico schema rappresentativo, di percezione e esecuzione: il cervello sulle basi dell’apprendimento, acquisisce le informazioni sensoriali per 8 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 collocarle nel quadro mnemonico e cognitivo dell’individuo in modo da produrre le sensazioni essenziali alla rappresentazione della realtà esterna. 9 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 3 Arte terapia In arte terapia, il processo creativo, ossia tutto ciò che avviene nel corso della produzione artistica (gestione dello spazio, del tempo, la scelta dei materiali, le emozioni nonché la relazione con l’arte terapeuta), assume un ruolo di potente strumento di espressione del proprio spazio interno (vissuti, ricordi, emozioni inconsce). L’essenza dell’arte terapia consiste nella creazione di immagini. Processo e prodotto assumono un ruolo centrale: l’immagine creata non solo è percepita come un prodotto finito, ma fa anche parte di un processo che si svolge con l’instaurarsi della relazione con l’arte terapeuta. Il primo atto creativo è percepire (Arnheim). In questa ottica, imparare ad attivare la percezione consente di organizzare la realtà e aiuta a capire l’altro. Poiché la conoscenza è principalmente visiva e sensoriale, attraverso l’espressione artistica possiamo esprimere il nostro sentire. I materiali offrono uno strumento reale con il quale creare un ponte tra mondo interno e realtà esterna. Il processo creativo quindi permette di dare forma a ciò che fino a quel momento era inesprimibile. Anche l’esperienza estetica, ossia guardare l’immagine dal di fuori, è importante. È attraverso la “connotazione” estetica dell’immagine che si viene a creare il “dialogo” tra chi osserva e chi ha creato. 10 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 3.1 Tipi di approcci: Margaret Naumburg ed Edith Kramer sono considerate come le fondatrici dell’arte terapia. Margaret Naumburg si ricollega alla cornice teorica del pensiero freudiano e considera il prodotto artistico del paziente come uno strumento per entrare in contatto con i suoi contenuti inconsci. L’espressione artistica del paziente è dunque vista e utilizzata esclusivamente come strumento ai fini della terapia. Edith Kramer creò un altro orientamento. Secondo la Kramer l’obiettivo della terapia non è tanto quello di fornire interpretazioni sul significato inconscio delle produzioni artistiche, quanto piuttosto quello di mettere in grado il paziente di utilizzare il suo potenziale creativo. È quindi con la Kramer che si inizia a parlare di arte terapia. Al centro dell’attenzione non vi è più il “prodotto artistico” da interpretare, ma un processo creativo (fatto di simboli e metafore) in cui si esprimono, oltre che il coinvolgimento del soggetto (in attività di impegno sensoriale) anche le emozioni. 11 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 3.2 Setting, materiali e ruolo dell’arte terapeuta In arte terapia è fondamentale definire il setting. Esso comprende non solo la relazione e la comunicazione che si instaurano tra il bambino e l’ arte terapeuta, ma anche gli elementi strutturali e materiali che contribuiscono ad accrescere la sensazione di sicurezza e protezione. Winnicott ne parla come di uno spazio in cui si incontrano due esistenze provenienti da luoghi opposti che nella loro sovrapposizione creano uno “spazio potenziale” in cui il bambino può sperimentare. Secondo Winnicott la funzione dell’ambiente deve comprendere: “il contenere, il manipolare, il presentare l’oggetto”. In arte terapia inoltre c’è lo spazio della creazione dell’ immagine: la cornice interiore, all’interno di quella esterna rappresentata dal setting. Questo spazio esterno non è solo materiale, ma anche simbolico e, grazie ai confini che lo costituiscono, dà la possibilità di esplorare relazioni con materiali e vissuti emotivi. I rituali di inizio e fine hanno la funzione di delimitare il tempo contribuendo a creare contenimento. I materiali hanno un’importanza fondamentale e possono essere usati in moltissimi modi. Ogni strumento ha caratteristiche particolari che devono essere tenute presenti nel momento in cui viene proposto uno strumento piuttosto di un altro (plasmare la creta stimola il corpo e rilassa i movimenti; ma può anche agire in modo contrario). Senza elencare ogni tipo di materiale utilizzabile, bisogna tenere presente che è necessario che l’arte terapeuta abbia sperimentato su sé la qualità di ogni strumento e che ne offra il più possibile ai bambini tenendo conto delle caratteristiche e problematiche di ciascuno. I materiali, come lo spazio dell’arte terapia vengono esplorati nella maniera più libera possibile; ma anche l’utilizzo che viene fatto degli strumenti è una forma di comunicazione di fondamentale importanza. Se i materiali controllabili 12 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 garantiscono sicurezza e dominio sul lavoro, soltanto esplorando l’evenienza dell’errore o dell’imprevisto si può raggiungere una nuova “possibilità trasformativa”. I materiali hanno anche una connotazione altamente simbolica all’interno della cornice protetta ed empatica del setting, essi vengono ad assumere la funzione di oggetti transizionali (Winnicott) e consentono una più facile e immediata espressione dei propri vissuti emotivi oltre che del proprio sé; inoltre essi stabiliscono un ponte comunicativo tra il bambino e l’arte terapeuta consentendo l’espressione anche di esperienze e vissuti che i bambini non riescono o non possono verbalizzare. L’arte terapeuta deve essere in grado di entrare nel mondo del bambino; in parte lo fa condividendo empaticamente l’esperienza di costruzione dell’immagine. La funzione dell’arte terapeuta è principalmente quella di risvegliare il processo creativo agendo anche attraverso il setting. Avrà cura di dare attenzione e ascolto cogliendo ciò che nel prodotto del bambino è comunicativo e significativo per l’elaborazione della propria esperienza creativa. Aiuterà il bambino a vedere, discriminare, pensare e accrescere l’autostima difendendo il setting ogni volta che emergono elementi di giudizio. La valutazione delle caratteristiche estetiche espressive deve essere usata dall’ arte terapeuta con lo scopo di rilevare lo stile di ciascuno e stimolare quindi nuove e possibili esplorazioni del linguaggio espressivo. Durante la seduta di arte terapia occorre fornire consegne chiare e precise regole da rispettare ed è importante osservare ogni movimento a partire dalla scelta del materiale. Le possibili tecniche utilizzabili, gli elementi di osservazione di quello che succede, i parametri di analisi delle immagini (modo di riempire lo spazio, rapporto figure sfondo, colori usati) acquisiscono il loro potenziale trasformativo solo all’interno del dialogo tra bambino e arte terapeuta. 13 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 È necessario osservare, sospendendo il giudizio, quanto il bambino può “recepire” di ogni intervento dell’arte terapeuta ed è importante capire a quale tipo di materiale e produzione il bambino si mostra più sensibile e coinvolto stabilendo un empatico canale comunicativo. Ogni arte terapeuta elabora un proprio stile adatto alle registrazioni quotidiane delle situazioni in cui si trova a lavorare (fotografie, disegni, compilazione di liste, “diari”, osservazioni scritte). All’interno del contesto creato anche attraverso il setting rimane centrale “l’idea” che è possibile osservare e descrivere il processo, ma non si può controllarlo. 3.3 L’arte terapia con i bambini L’intervento di arte terapia rivolto ai bambini prevede un approfondimento conoscitivo da parte dell’arte terapeuta circa gli stadi di sviluppo psico-affettivo e cognitivo in età evolutiva. Sono naturalmente importanti informazioni sul singolo bambino, laddove siano state rilevate problematiche in una o più aree dello sviluppo; in questi casi è indicato mantenere i contatti con l’equipe o con lo specialista che ha in carico il bambino. I bambini con differenti bisogni e disagi traggono grande beneficio dall’arte terapia. In genere in molti di loro si rilevano difficoltà ad esprimere verbalmente le proprie emozioni; per questo il processo artistico può diventare uno strumento comunicativo meno problematico e più spontaneo. Le esperienze iniziali sono orientate all’esplorazione dell’ambiente e dell’ampia gamma di materiali, vengono pertanto proposte esperienze che coinvolgono più canali sensoriali (sperimentazioni tattili con materiali e tecniche diverse). 14 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Anche la pittura con segni pesanti e leggeri, colori felici e tristi permette non solo la descrizione di percezioni e sensazioni ma anche l’esplorazione di sé. La conoscenza delle specifiche qualità di ogni materiale, qualità tattili, grado di espansione e contenimento, possibilità di movimento, permette all’arte terapeuta di offrire al bambino ciò di cui, in quel momento, ha più bisogno; i materiali divengono così strumenti non verbali per elaborare molte delle difficoltà che essi tentano di esprimere. Il lavoro artistico amplia le capacità di comunicazione e possono essere espresse e comprese anche emozioni più forti. All’interno della relazione di fiducia che si crea con l’arte terapeuta il bambino può esprimere, comunicare e anche capire le sue difficoltà. Con l’aiuto dell’arte terapeuta il bambino può imparare ad accettare i propri prodotti artistici siano essi belli o brutti. Nonostante la ricchezza di colori e forme esterne ci sono bambini che hanno una produzione molto povera. In questi casi l’effetto del gruppo è fondamentale: il bambino avrà occasione di usare strumenti che l’altro utilizza, accoglierà interventi dell’altro cominciando a negoziare le proprie relazioni facilitato dall’intervento dell’arte terapeuta che elabora le aree di conflitto del gruppo. Ed è grazie alla relazione di fiducia che si stabilisce con l’arte terapeuta che i bambini, nel tollerare le differenze, cominciano a comprendere-rsi e possono aiutarsi reciprocamente. 15 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 4 Il disegno e il colore nel bambino I bambini utilizzano attività produttrici di immagini per dare senso al mondo circostante; queste attività generano l’emozione di veder apparire qualcosa dove prima non c’era nulla, specialmente se questo qualcosa stimola i sensi col colore forte o con una massa di forme [Arnheim] L’attività grafico-pittorica dà ai bambini il potere di fare e disfare, di conoscere l’oggetto e se stessi più intimamente e questo li appassiona molto. Nel disegno il bambino soddisfa bisogni affettivi, emotivi e ludici in tal senso esso è espressione, comunicazione e gioco. Disegnare e dipingere sono l’espressione di ciò che si conosce, e si prova a capire. È un dialogo con se stessi che si connota affettivamente come avviene in qualsiasi attribuzione di significato. I temi che i bambini rappresentano riflettono esperienze, gioie, paure, lotte, vittorie e sconfitte. Questi disegni aiutano a comprendere il mondo interno che i bambini sperimentano, e rivelano il loro tentativo di dargli ordine attraverso il mezzo espressivo. Vi sono quindi due aspetti importanti da considerare nel disegno infantile: quello evolutivo e quello psico-pedagogico. La crescita emotiva, affettiva e psichica è espressa dallo sviluppo del tratto grafico-espressivo (aspetto evolutivo). Attraverso il disegno, strumento educativo e psicologico è possibile analizzare alcune caratteristiche specifiche della personalità (aspetto psico-pedagogico). Per Arnheim, l’arte visiva del bambino e dell’adulto è un’attività cognitiva del pensiero visivo e del problem-solving all’interno di un mezzo espressivo. La rappresentazione pittorica inizia con le forme globali, il cerchio e la linea, che raffigurano l’oggetto in modo molto generale. 16 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Una volta che i bambini hanno padroneggiato la creazione di forme basilari e questo processo non richiede ulteriori sforzi, iniziano a divertirsi nell’uso di colori diversi per abbellire le loro produzioni. I colori adesso sono usati per il mero piacere che procurano al bambino e viene prestata ben poca attenzione alla loro funzione realistica. Gradualmente però compaiono alcune restrizioni nell’uso del colore. L’emozione sembra essere veicolata prevalentemente e con maggiore efficacia dalla forma dei tratti del volto. Più in generale, è il tema del disegno che dà il significato affettivo e il colore ne amplifica il messaggio. La possibilità di usare i colori attrae moltissimo i bambini. In genere nei disegni di eventi felici e gioiosi prevalgono colori luminosi. Il colore diventa quindi uno dei criteri attraverso cui i bambini indicano l’aspetto di un disegno. Una spontanea maturazione del rapporto che il bambino ha con il colore gli permette di preservare l’originalità del suo mondo cromatico. Anche per ragioni di sviluppo il bambino è meno preciso nel discriminare e non riesce ad attuare tutte le distinzioni che fa l’adulto; è frequente infatti che i bambini di cinque anni usino pochi e ben noti colori. Immaginazione e affettività, e non realtà, sono i motivi ispiratori nell’uso del colore, il bambino punta agli effetti forti e spesso non collega nel disegno l’oggetto al suo colore reale. Pur imparando molto presto a distinguere i colori, è solo dopo molto tempo che i bambini riescono a dar loro un nome. A questo proposito la psicologia dello sviluppo afferma che nel processo di maturazione della percezione dei colori sono presenti tre diverse curve funzionali. La connessione tra parole e colori è la funzione che si sviluppa più tardi. È stato osservato che ai nostri giorni ciò avviene in una fase molto più precoce di quanto non avvenisse in passato. 17 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 4.1 Sinestesia “non dobbiamo ingannarci e pensare che riceviamo la pittura solo attraverso l’occhio. No, la riceviamo, a nostra insaputa, attraverso tutti e cinque i nostri sensi e come potrebbe essere altrimenti?” [Kandiskij] La sinestesia è un’associazione spontanea di diverse immagini sensoriali prodotte dalla stimolazione anche di un solo senso. Questo flusso di immagini che interagiscono al nostro interno, indipendentemente dallo stato di salute e da differenze etniche, evoca un codice comunicativo inconscio di suoni, odori, sapori ecc. Le tracce dell’attività sinestesica si trovano nel nostro vissuto intersensoriale all’interno dell’utero. All’interno del grembo materno inizia l’esperienza psicofisica del bambino, mentre con la nascita inizia la relazione con il mondo, con la percezione di un sé distinto, attivo verso l’esterno in grado di scambiare significati in sinestesia. L’attività sinestesica è alla base del linguaggio espressivo immaginifico del bambino. Essa non è un processo che si interrompe alla nascita o che può essere sostituito dalla specializzazione dei sensi, ma rappresenta una facoltà sofisticata, un linguaggio interiore che ci permette di ri-agire agli stimoli sensoriali che il corpo riceve. L’atto del vedere e del sentire con tutti i sensi nella sinestesia crea la condizione per generare schemi utili per interpretare l’esperienza. Percepiamo la realtà attraverso i cinque sensi che inviano le impressioni al cervello che le interpreta come immagini visive, di sapori, odori, suoni, vibrazioni. Gli organi sensoriali non vedrebbero né sentirebbero nulla senza il cervello che li 18 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 registra, che li interpreta e li ordina sinestesicamente nella memoria, in modo che, rievocandoli involontariamente, essi possano essere riassociati a future impressioni. Attingiamo inconsciamente a questo serbatoio di immagini per qualificare l’esperienza presente. Il cervello, poiché riceve contemporaneamente tanti stimoli deve scegliere e concentrarsi su un numero limitato degli stessi, lasciando gli altri sullo sfondo. 4.2 Emozione Lo sviluppo sociale ed emotivo di un bambino è un processo complesso che dipende dall’interazione del temperamento individuale con l’ambiente sociale. Nell’ambito di uno studio psicologico, lo Strange Situation test, è stato dimostrato che già all’età di un anno alcuni bambini possono reagire alle proprie emozioni reprimendole. Naturalmente un bambino di un anno ha assolutamente bisogno di aiuto per gestire il suo disagio da un punto di vista evolutivo e neurobiologico. Le connessioni neuronali deputate alla regolazione degli stimoli emotivi sono ancora in una fase di maturazione. La presenza di un genitore in grado di amplificare gli stati emotivi positivi e di contenere e calmare il disagio è determinante nella formazione di tali connessioni. La mancanza di un’adeguata capacità di regolazione delle emozioni si traduce in un perenne stato di sottosovrastimolazione psico-biochimica. Verso i tre – quattro anni i bambini sono di solito in grado di comprendere il significato di termini che indicano le emozioni più comuni, quali contento, triste, e arrabbiato. A questa età essi iniziano anche a condividere le proprie cose e a 19 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 giocare in un gruppo con altri coetanei e mostrano anche segnali della loro capacità di provare empatia. Negli adulti ma in particolar modo nei bambini, le emozioni sono espresse e comunicate, oltre che con il linguaggio parlato, anche e soprattutto attraverso una serie di segnali non verbali che riguardano la faccia, la qualità e l’intonazione della voce, i gesti e altri movimenti del corpo. L’attività grafica, oltre ad essere uno degli strumenti che il bambino possiede per analizzare, descrivere e narrare gli esseri viventi e le cose, è anche un mezzo di espressione delle emozioni. Disegnando liberamente il bambino esprime stati d’animo e sensazioni, e anche sentimenti più profondi. Il disegno e il gioco sono al tempo stesso, uno strumento fondamentale per la sua evoluzione e un segno, una spia del suo sviluppo. Il disegno come mezzo di rappresentazione dello stato emotivo e della personalità costituisce per molti specialisti un materiale di non difficile interpretazione nel quale è possibile individuare la tematica del bambino, i conflitti e le emozioni. 4.3 Creatività “Disegnare dipingere o costruire, costituiscono processi nei quali il bambino fonde elementi diversi del suo ambiente (…). Nel processo di selezione, interpretazione e di rielaborazione di questi elementi, egli ci da ben più di un quadro; ci da una parte di se stesso: ci rivela come pensa, come sente e come vede. L’espressione creativa del bambino durante gli stadi del suo sviluppo emotivo e mentale può essere compresa apprezzata solo se viene compresa anche la generale interdipendenza causale fra creazione e sviluppo”. [V. Lowenfeld] 20 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 La creatività è un istinto che tutti possediamo, un istinto col quale siamo nati. Studi psicologici rilevano che la creatività, è uno degli impulsi di base senza il quale l’uomo non può vivere. Winnicott ne parla come di una componente essenziale dell’intera esistenza umana. Lo sviluppo generale del bambino è collegato con il suo sviluppo creativo. Nei disegni, la creatività dei bambini si esprime con le modalità spontanee e originali con cui producono il lavoro. Non è necessario essere particolarmente abili e competenti per essere creativi, ma è necessario un certo di grado “libertà” emotiva. I bambini che sono stati inibiti o quelli che facilmente adottano lo stile di altri mostrano mancanza di fiducia nella propria originalità. Nessun bambino deve essere considerato “incapace di creare “. In alcuni casi la potenziale creatività può essere nascosta sotto la superficie, è compito dell’adulto aiutare il bambino a liberarsi dai limiti impostigli dal conformismo e dal proprio senso di insicurezza. Il rapporto con l’ambiente rappresenta uno degli elementi fondamentali per un’esperienza artistica creativa. In questo senso, disegnare, dipingere o costruire rappresentano processi costanti di assimilazione, mediante i quali si acquisisce, attraverso i sensi un vasto insieme di conoscenze. A scuola, ma non solo, maggiori sono le esperienze e le occasioni che sviluppano la sensibilità e la consapevolezza dei sensi, tanto maggiore diventa la possibilità di apprendere. Otto aspetti fondamentali della creatività sono emersi da studi sulle arti e sulle scienze. 21 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Un fattore identificato nel processo creativo è la sensibilità, sensibilità verso i problemi, verso gli atteggiamenti ed i sentimenti di altre persone, e verso le esperienze della vita. Si tratta della capacità di usare gli occhi non solo per vedere, ma anche per osservare, gli orecchi non solo per udire, ma anche per ascoltare, la mani per toccare ma anche sentire. Un altro elemento importante è la flessibilità, ossia la capacità di adattarsi velocemente a nuove situazioni e di cambiare rapidamente il proprio pensiero. (la vernice può cadere o il pennello scivolare: ci si deve adattare, anzi si deve trarre vantaggio dall’inaspettato). Un altro fattore è la scioltezza che consiste nella capacità di produrre un gran numero di idee e soluzioni in breve tempo. L’originalità rappresenta forse l’attributo più noto, si esprime nella capacità di pensare a nuove ed originali risposte. Nell’ambito dell’arte terapia si pone inizialmente l’accento sulla risposta personale del singolo bambino. La capacità di ridefinire o riorganizzare è un altro elemento del processo creativo: essere quindi capaci di riadattare le idee, di cambiare l’uso degli oggetti (si utilizza ciò che si ha, ma per scopi diversi come ad es. creare burattini usando scatole o involucri di carta). Altri fattori identificati sono la capacità di astrarre, di analizzare le parti di un problema o vederne specifici rapporti (capacità di sintetizzare). La capacità di organizzare, cioè di riunire insieme le varie parti in maniera significativa. Molti di questi fattori si raggruppano sotto l’etichetta di pensiero divergente che è l’opposto del pensiero convergente. Mentre nel pensiero convergente ciò che conta è solo la risposta corretta o il metodo più accettabile per raggiungere la soluzione, nel pensiero divergente non vi sono risposte esatte: qualunque numero di soluzioni o di risultati sia nella pittura che nel disegno sono validi. 22 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 In arte terapia il senso di libertà emotiva che ottiene il bambino nel compiere un’attività creativa è in stretta relazione con l’intensità con cui partecipa e si identifica con il suo lavoro. Il bambino deve potersi identificare con la propria personale esperienza prima di essere motivato a produrre creativamente, o meglio, il bisogno di espressione deriverà solo da un’esperienza vissuta intensamente e con piacere. Ogni “tecnica” o materiale proposto nel laboratorio coi bambini deve, grazie alla ricettività dell’arte terapeuta, adattarsi al loro particolare bisogno di espressione; il modo in cui i materiali “si comportano” in diverse circostanze e condizioni diverrà allora una parte affascinante dell’espressione. 23 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 5 Laboratorio sul colore 5.1 Contesto Questo Project Work è un’ipotesi di collaborazione tra scuola e arte terapia per avviare bambini di 5-6 anni a un percorso sulle possibilità percettivoespressive-creative offerte dal linguaggio del colore. Sono bambini dell’ultimo anno della scuola materna che verranno seguiti in gruppo (6-7 bambini/e) per un periodo di tre mesi con cadenza settimanale. Gli obiettivi generali sono quelli di cercare di favorire un dialogo tra arte terapia e scuola e di attivare nei bambini, all’interno di un contesto ecologico, un processo creativo nel linguaggio del colore in grado di: - proporre uno spazio emotivamente accogliente ed empatico in cui sperimentare l’attenzione e dell’ascolto; - valorizzare le risorse del bambino; - favorire l’arricchimento delle capacità percettive-espressive-creative attraverso l’esperienza del colore in un contesto di gruppo; - aumentare la tolleranza alla frustrazione attraverso la gratificazione e la stima di sé. 5.2 Setting, metodologia e materiali Non essendo rivolto a bambini con particolari doti artistiche, l’esperienza può permettere a ognuno di essi di diventare protagonista. Gli incontri seguiranno la seguente scansione temporale: accoglienza, attività in uno dei “temi scelti” ed elaborazione, sistemazione dei materiali utilizzati, restituzione, saluto. Alcuni di questi momenti assumeranno anche la connotazione di rituali. 24 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 È prevista una osservazione delle caratteristiche estetiche ed espressive di ciascun bambino attraverso alcuni disegni spontanei per iniziare a conoscere lo stile di ognuno. Nella fase iniziale per sperimentare alcuni temi ritenuti significativi nel linguaggio del colore verrà dato spazio all’esplorazione del materiale (predisposto per l’attività del giorno) e dell’ambiente, verranno pertanto utilizzate esperienze che coinvolgono i canali non verbali (sperimentazioni tattili, esperienze visive come quelle con la luce). Si vuole innanzitutto far si che i bambini possano ulteriormente sensibilizzarsi ad una più completa forma di percezione. Verranno messi a disposizione: - materiali da pittura (pigmenti, tempere, pennelli con punte diverse, colori a dita); - materiali da disegno (matite colorate, pennarelli (grossi, fini), fogli bianchi e colorati; - materiale da costruzione (forbici, colla, nastro adesivo); - strumenti musicali e musiche (ritengo inoltre necessari alcuni suggerimenti per la scelta delle musiche più idonee); - supporti per il lavoro (torce, proiettore con diapositive specifiche, lavagna luminosa, filtri colorati lucidi e opachi, cannucce, materiale di recupero). Poiché il processo creativo si svolge nell’ambito della comunicazione non verbale sarà molto importante osservare, nel corso dei vari incontri,a quali materiali ciascun bambino si mostra più sensibile, ma anche i gesti, le emozioni, il linguaggio non verbale. Per cercare di comprendere ciò che i bambini vogliono comunicare attraverso le loro attività espressive, ritengo fondamentale annotare in ogni incontro impressioni, ipotesi, risonanze raccogliendo così osservazioni anche sull’intero percorso. 25 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 I bambini verranno accolti in un ambiente già predisposto in cui possano essere via via ritrovati elementi di connotazione e identificazione quali: una cartellina per ognuno dei bambini del gruppo, un calendario per la memoria dei presenti e assenti e per dare il senso di continuità al percorso, un segno/simbolo individuale e, naturalmente, il materiale previsto dal setting. Il setting può dare così vita a simboli, funzioni, rituali e a una vasta gamma di sfumature che possiamo chiamare di riconoscimento. Questo nell’ottica che ogni bambino venga preso in considerazione nella sua individualità dagli oggetti che trova nell’ambiente e dalle tracce che lascia. Essi stessi a loro volta possono riconoscere e prendere in considerazione elementi “segreti” dell’ambiente che li circonda. Giocare con le loro ombre colorate che si formano sulle pareti, può rimandare questo senso di riconoscimento anche perché quelle pareti diventano qualcosa di diverso da qualsiasi altra: riconoscono quei bambini. Partendo dalla comprensione di ogni bambino sarà importante instaurare una comunicazione empatica attraverso il processo creativo “dell’esperienza del colore”. I bambini potranno utilizzare liberamente i materiali nell’ ottica di far si che il loro fare scaturisca dalla voglia di sperimentare e dall’atto intuitivo e creativo all’interno del gruppo; sarà pertanto preziosa la spontaneità, curiosità e iniziativa di ciascuno; l’importante è chiedersi cosa si può creare, insieme, nei giochi con la luce e il colore, come si può arricchire, trasformare l’esperienza perché acquisisca nuovi significati. Nel piacere di esplorare, attraverso i canali visivo, corporei e percettivi, nel contatto empatico con l’ambiente, con il materiale e il colore, i bambini potranno sperimentare sensazioni corporee, emozioni, ma anche immaginare, rievocare, ricercare collegamenti nel divenire più consapevoli sia della realtà esterna che di quella interna. 26 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 5.3 Attività Naturalmente, le attività descritte sotto non sono da intendersi in modo gerarchicamente rigido, ma vanno pensate come flessibili e adattabili alle risposte che i bambini daranno nell’evoluzione di tale percorso; la suddivisione delle attività in “temi di interesse” è pertanto funzionale solo alla descrizione. “C’è qualcosa di infinito nella pittura – non so spiegarlo bene, ma da tanta gioia perché permette di esprimere i propri sentimenti. Ci sono armonie nascoste o contrasti di colore che, senza volerlo, si uniscono assieme per creare qualcosa” [Vincent Van Gogh] Tema di interesse: Luce e colore Attività: Naturalmente l’essere accolti in uno spazio diverso all’ interno di un contesto noto può suscitare curiosità, aspettative, domande commenti tra i bimbi e tra questi e l’operatore e l’insegnante. In questo clima di partecipazione e interesse “viene presentata e comunicata l’esperienza”. - Nella stanza diversi fogli colorati, trasparenti e opachi sono a disposizione di tutti. Si gioca a guardarvi attraverso, a sovrapporli, a farvi passare attraverso la luce solare. - Il buio pone i bambini in una situazione estremamente coinvolgente cui è necessario avvicinarsi con particolare attenzione rispettando pertanto le esigenze di ciascuno senza imporre forzature. In questo incontro i bambini avranno a disposizione le carte trasparenti colorate già utilizzate (potranno così riallacciarsi a questa nostra “esperienza”), ma anche torce elettriche che 27 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 sono liberi di usare come più a loro piace. La stanza è ancora illuminata, ma gradualmente verrà oscurato l’ambiente, (questo rispecchia ciò che avviene ogni giorno nell’esperienza quotidiana dei bambini con l’avvicinarsi della sera), nell’introdurre questo cambiamento si può quindi usare come “temasfondo” il contrasto giorno/notte eventualmente introdotto da una breve storia; i bambini saranno accompagnati in questa esperienza graduando con attenzione i tempi. Si può sperimentare, in un momento successivo, l’esperienza del buio/calma, luce / movimento associati alla musica. - successivamente usando le torce si possono notare con i bambini i cambiamenti percepiti nell’ambiente rivolgendosi in particolare a quegli elementi che solitamente vengono ignorati e possono invece riservare scoperte, per spingersi un po’ oltre rispetto a ciò che si pensa di conoscere. I bambini continueranno liberamente la loro esperienza di esplorazione dell’ambiente sfruttando le caratteristiche degli strumenti a disposizione. È importante osservare le reazioni, l’interesse, ma anche la partecipazione emotiva del singolo e del gruppo prendendo nota dei commenti e delle osservazioni suscitate dall’ oscuramento provocato nella stanza. Alla fine riparlando coi bambini dell’esperienza si cercherà di ricordare evocare sensazioni, percezioni, emozioni… Come siamo riusciti a vedere nella stanza tanto “buia”? È stato possibile distinguere i colori? In che modo siamo stati aiutati per muoverci? - (con proiettori e diapositive con filtri colorati, lavagna luminosa, fogli trasparenti colorati). All’inizio un solo proiettore acceso potrà essere posto al centro della stanza, i bambini potranno muoversi liberamente all’interno del fascio di luce. Sentirsi raggiungere dal raggio colorato dà un interesse nuovo, per le parti del corpo via via colorate. Si accende poi anche l’altro proiettore, ed entrambi vengono mossi, spostati così la luce si muove per la 28 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 stanza, corre sui muri, deforma le immagini proiettate, il desiderio di raggiungere il colore da impulso al movimento libero in un gioco di espressione corporea. - Seduti in cerchio si riuniscono percezioni ed emozioni, si respira profondamente ascoltando il ritmo accentuato del proprio respiro accopagnandolo con accensione intermittente delle torce, si riempie così lo spazio di pulsioni luminose ritmiche come stelle per poi trasformarle nella continuità del movimento in stelle cadenti, o anche in altri possibili ritmi e movimenti a piacere. Si comincia poi a muoversi e a camminare, secondo il proprio ritmo, chi desidera può affiancarsi ad un altro bambino e assumere il suo. - Con fogli trasparenti di vari colori proiettati con la lavagna luminosa sulla parete apparirà un enorme superficie colorata in cui i bambini possono immergersi e vedere se stessi e gli altri (trasformati dal colore) diventare rossi,… gialli. I bambini possono inventare movimenti o anche “danze personali" per ogni colore, che potranno essere variati con la comparsa di un altro colore. Si posso abbinare ai vari colori anche dei suoni (prodotti con la voce o altre parti del corpo). Ritengo indicato accompagnare alcune di queste proposte con musiche adatte da introdurre al momento opportuno. 29 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Tema di interesse: I sensi e il colore. “È importante consentire delle esperienze in cui si afferrano consapevolmente i processi associativi evocati dalle sinestesie che portano alla sicurezza di espressione…” [Guerra Lisi] Alcune esperienze di attenzione sensoriale possono essere sperimentate direttamente all’esterno (per esempio nel giardino della scuola). Le insegnanti sono coinvolte in prima persona insieme ai bambini della sezione suddivisi in gruppi. Attività: L’attività può essere svolta dividendo i bambini in gruppi di attenzione sensoriale: il gruppo del suono registra e disegna cromaticamente i suoni del giardino; il gruppo degli odori disegna con i colori i vari odori e profumi (legno, erba, foglie); il gruppo dei colori registra i colori dai rossi ai verdi; un altro gruppo rileva con il colore la sensazione di contatto con erba, corteccia, terra, ecc. A rotazione i gruppi sperimenteranno i sensi degli altri gruppi. Tutte le varie osservazioni, sensazioni, emozioni verranno rievocate e raccolte nell’elaborazione finale di tutto il gruppo. - Ogni bambino è invitato ad annusare, ad occhi chiusi, varie tipologie di frutti; ad ogni odore o profumo attribuisce poi un colore; - Utilizzando filtri colorati i bambini possono scoprire come cambi l’appetibilità dei cibi nel momento in cui il colore cambia. 30 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Tema di interesse: Percezione. Attività: - Si possono applicare alla finestra fogli di plastica trasparente colorati (blu e rosso o anche altri abbinamenti), i bambini possono quindi guardare dalla finestra il paesaggio trasformato; i fogli di plastica possono poi venire sovrapposti in modo da creare mescolanze di colore, oppure i fogli colorati di diverso colore si possono anche solo parzialmente sovrapporre così da mostrare che il colore violetto nasce solo nei punti in cui i fogli sono uno sopra l’altro. - In questa attività di percezione si vuole “far scoprire” ai bambini che la percezione di una forma colorata avviene se lo sfondo non è dello stesso colore della forma; su cartoncino rosso si potranno raccogliere tutte le forme che i bambini hanno creato utilizzando un cartoncini dello stesso colore (rosso). Le stesse forme poste invece su cartoncini di colore differente (es. verde) si possono distinguere bene in quanto il loro colore contrasta con quello dello sfondo. - Ma la percezione di uno stesso colore cambia anche se questo è messo su uno sfondo bianco o nero. Si sceglie un colore e si “scopre” che su sfondo nero sembra più brillante che su sfondo bianco, si da ai bambini la possibilità di confrontare le loro percezioni anche in riferimento ad altri colori. 31 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Tema di interesse: Colore e pigmento “ i tre colori puri e invisibili – il blu, il giallo, il rosso, - sono i primari fondamentali. (…). Tra due qualsiasi di questi primari fondamentali si può stabilire un ponte tramite la mescolanza: l’ arancione si può stabilire tra il giallo e il rosso (…. ) Il verde ha la stessa funzione nei confronti del blu e del giallo, il porpora nei confronti del rosso e del blu. [Rudolf Arnheim] Attività - … se dico blu a cosa pensate… (mare!, cielo!), se dico rosso … … … , giallo … … ..” . - In questa attività è importante consentire un primo approccio di tipo esplorativo del pigmento così che ciascun bambino può manifestare esigenze conoscitive e curiosità. Si possono preparare insieme ai bambini i tre colori primari diluendo con l’acqua i pigmenti in tre contenitori separati. In questa attività è importante consentire un primo approccio di tipo esplorativo del pigmento così che ciascun bambino possa manifestare esigenze conoscitive e curiosità. Si possono preparare insieme ai bambini i tre colori primari diluendo con l’acqua i pigmenti in tre contenitori separati. I bambini possono giocare liberamente con il pigmento, esplorandone direttamente le caratteristiche anche a livello sensoriale. - Poi (ma in un incontro successivo) riproponendo i tre colori primari in contenitori separati i bambini sono liberi di sperimentare mescolanze desiderate. Successivamente ogni bambino avrà a disposizione più piatti vuoti e potrà usare di volta in volta solo due dei tre colori precedentemente diluiti insieme. I colori secondari ottenuti (e ulteriori mescolanze successive) possono essere quindi riportate sul foglio. 32 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Tema di interesse: Colore e segno “Attualmente... non seguo alcun sistema di pennellata. Picchio sulla tela a colpi regolari, che lascio tali e quali”. Degli impasti, degli spazi sulla tela coperti qua e la, delle zone lasciate del tutto incomplete, delle riprese, delle violenze; il risultato che ne esce è, almeno penso, abbastanza inquietante e provocante: tale da indisporre persone che hanno idee preconcette sulla tecnica” [ Vincent Van Gogh] Attività: - Si riprende l’esperienza di “manipolazione” del colore utilizzando vari oggetti (timbri di forme diverse di cui alcuni ottenuti con materiale riciclato, pennelli con punte varie) si producono impronte sul foglio, ogni oggetto lascia una traccia specifica, originale, permanente e leggibile. Come in ogni incontro si propone di osservare i materiali e poi di sceglierne alcuni. Ogni bambino ha il suo foglio e un piatto che contiene il colore. Al termine del lavoro si osservano le produzioni di ognuno, si “rileggono”, si sceglie il titolo. - Il gruppo di bambini ha a disposizione un grande foglio su cui ogni bambino gocciolerà la sua macchia colorata. Poi ognuno soffierà sulla sua macchia. Le soffiature cominceranno ad indirizzarsi verso il centro e vari punti del foglio, alcune cercheranno la sovrapposizione con quelle vicine, mentre altre la eviteranno. Può essere indicata una musica di sottofondo. 33 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 - Pittura libera o a tema. Ciascun bambino sceglie i colori che vuole utilizzare e li diluisce, può usare i pennelli o, se lo desidera, anche le dita; i fogli verranno disposti per terra su tavoli o al muro a seconda della scelta del bambino. Viene lasciato ampio margine alla sperimentazione; i bambini sono liberi sia rispetto al movimento che rispetto alla gestualità sul foglio. Si osserveranno i bambini durante l’ esecuzione annotando i momenti più significativi. Al termine del lavoro il gruppo potrà riunirsi per osservarli e parlarne. Tema di interesse: il bianco e il nero “ il bianco e il nero sono polari da ogni punto di vista, a fra loro si sviluppa la gamma dei grigi e dei colori… C’ è un solo nero e un solo bianco assoluto, ma in compenso esiste una straordinaria quantità di gradi chiaroscurali del grigio” [ J. Itten] Attività: cogliere i contrasti, le contrapposizioni polari e le armonie tra colori contribuisce a sviluppare una percezione più consapevole dei colori - sono a disposizione nella stanza i seguenti materiali: tempera nei colori bianco e nero, pennelli con punte varie, fogli bianchi e neri. Si presentano i fogli e i colori. Ogni bambino ha a disposizione i fogli doppi (formati da un foglio bianco e uno nero) che sono uniti fra loro. I bambini possono sperimentare. Non vi sono regole precise. L’attività si sviluppa lasciando a loro la ricerca creativa e la possibilità di fare prove per sperimentare la resa cromatica dei due colori. Naturalmente i due colori possono essere anche mescolati e scambiati. I commenti, le osservazioni espresse da ognuno possono essere ripresi quando alla fine si parla dell’esperienza e del lavoro di ciascuno; vengono fatti collegamenti con le precedenti esperienze esempio quelle con la luce e il buio, il “giorno e la notte”. 34 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 Tema di interesse: La luminosità dei colori (chiarire e scurire) Un bambino appena nato, che sta sviluppando la sua capacità di “ vedere”, inizia con distinguere la luminosità dall’oscurità; successivamente impara a distinguere il movimento; poi ancora, la figura e la forma. Il riconoscimento del colore costituisce l’ultima fase dello sviluppo. La distinzione del contrasto è, quindi, la prima e più primitiva forma visiva” [Luscher] Attività: Questa attività viene ripresa in più incontri. È prevista anche una sintesi dell’esperienza con il supporto dei lavori realizzati dai bambini. Si osservano le sfumature ottenute per realizzare le scale cromatiche che evidenziano la successione dei gradi chiaro – scurali individuati per ciascuna tinta. - Ogni bambino può disporre di tempera bianca e nera in due diversi contenitori; deve scegliere se lavorare sul bianco e scurirlo a poco a poco con il nero o viceversa. Vengono così individuate gradazioni di grigio. Il bambino può realizzare queste scale sul foglio; Attività: bianco e colore - Bianco e colore. Si può ripetere la stessa operazione scegliendo e utilizzando allo stesso modo altre tinte. Attività: - Nero e colore. Si utilizza nello stesso modo anche il nero. Alla fine dell’esperienza si può osservare insieme ai bambini le diverse sfumature ottenute e si possono creare delle scale cromatiche che esprimano la successione dei gradi chiaro – scuro per ciascun colore. Queste possono essere anche “suonate” con strumenti o parti del corpo. 35 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 6 Conclusioni Molti aspetti del possibile percorso integrato tra arte-terapia e scuola sono ancora da scoprire e costruire. È stimolante rimettersi in gioco e penso che vi saranno anche insegnanti della scuola dell’infanzia disposte a farlo. Sono sicura che i bambini con la loro curiosità e capacità di stupire offriranno preziosi suggerimenti per cogliere ulteriori sfumature nel linguaggio del colore. 36 ISTITUTO MEME S.R.L MODENA – ASSOCIATO UNIVERSITÈ EUROPÈENNE JEAN MONNET A.I.S.B.L BRUXELLES PAOLA MASI - SST IN ARTI TERAPIE – PRIMO ANNO A.A 2007/2008 7 Bibliografia (1) Donald W. Winnicott, 2006, “Gioco e realtà”, Amando Editore, Roma. (2) Caterina R., 2005, “Che cosa sono le arti terapie”, Ed. Carrocci, Roma. 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