Pesca sportiva - Pro Loco Platania

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Pesca sportiva - Pro Loco Platania
Pesca sportiva
Numerosi sono i torrenti dove praticare la pesca sportiva, Tra le specie dominanti la bellissima
Trota Fario autoctona e la Trota Iridea (Immissione). Sono anche presenti granchi di fiume ,
Anguille e specie tipiche dei torrenti montani.
* Per effettuare la pesca nei torrenti bisogna munirsi di regolare licenza i pesca "Tipo B
acque interne" relativa alla REGIONE CALABRIA e rispettare le norme vigenti sui periodi e
taglie delle specie presenti.
* E' possibile anche recarsi velocemente anche in località llimitrofe o in Sila per praticare la
Pesca di Lago (Arvo, Ampollino, Cecita, Passante), Pesca di Fiume o Pesca a Mare ( costa a
22 km da Platania).
Informazioni sulle specie ittiche autoctone e di immissione
TROTA FARIO (Salmo Trutta )
La trota fario è un salmonide indigeno delle nostre acque montane.
Tra tutti i salmonidi è il più apprezzato e pescato dai pescatori, quello forse anche più adattabile
tant'è vero che lo si può trovare da oltre 2000 ms.l.m ad altezza zero del mare.
Il suo corpo è slanciato ed elegante compresso ai lati, la testa, robusta ma non molto grande, è
munita di un'ampia bocca più sviluppata nel maschio che non nella femmina.
Negli esemplari adulti la mascella inferiore è più lunga che quella superiore formando nei
maschi il così detto "becco". Le pinne si presentano abbastanza sviluppate, gli occhi neri
bordati di giallo. La livrea della fario varia secondo l'habitat, dall’alimentazione e dalla luce che
favorisce una più o meno elevata quantità di macchie rosse e nere. Normalmente nei torrenti di
montagna, la sua tinta di fondo è generalmente verde scuro con fianchi giallo-dorato, in pianura
tende sul grigio.
La fario, di indole piuttosto timida e sospettosa tende a difendere molto energicamente il posto
di caccia, rifugge dalla luce forte e per questo è sempre alla ricerca di zone riparate dal sole.
Si alimenta soprattutto di vermi, insetti, crostacei e, in età adulta, anche di pesciolini. Ad inizio
stagione, quando la portata d’acqua dei torrenti è ancora scarsa e con le temperature rigide, la
ricerca della fario è del tutto sconsigliata. Infatti, il freddo inibisce le trote riducendo
notevolmente il loro appetito. Per tutto l’inverno, dunque, la fario resta intanata tra i sassi e le
radici, poi con l’inizio della stagione primaverile, riprende l’attività.
Nel periodo dell’apertura, se la voglia di riprendere in mano la canna da pesca dopo mesi di
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inattività, è cosi impellente, il posto migliore per tentare qualche cattura è sicuramente il fondo
valle dato che la temperatura dell’acqua è maggiore. Tutti pensano che il momento migliore per
andare a pescare sia la mattina presto ; questo è valido in estate, ma durante le prime
settimane dall’apertura dei fiumi è un grave errore perché la trota a causa della bassa
temperatura dell’acqua, tende ad uscire dalla tana quando il sole incomincia a scaldare l’acqua.
Quindi non fatevi prendere dalla foga di andare a pescare prestissimo la mattina rovinando
probabilmente un ottimo posto, aspettate che il sole sia alto in cielo.
Da aprile a maggio, quando la massa d’acqua dei torrenti è più corposa, la Fario inizia ad
abbandonare la tana, questo è il momento giusto per fare belle catture dato che il pesce uscito
dall’inverno e dal periodo della riproduzione vuole recuperare il peso perduto cibandosi
voracemente. L’esca migliore è il pesciolino, essendo voluminoso e quindi appetibile alla trota
innescato in modo che giri in corrente e recuperato a strappi vicino ai sassi e alle radici, anche
un grosso verme può dare ottimi risultati.
In questo periodo avviene una condizione meteorologica assai favorevole alle catture : il
temporale.
Allora l’acqua s'intorbidisce e le fario escono tutte a caccia, non badano troppo al sottile, si
muovono in fretta aggredendo ogni boccone commestibile. Con l’inizio dell’estate, calano i livelli
dei corsi d’acqua e la temperatura si fa alta. La fario la troviamo soprattutto la mattina presto o
la sera, si allontana dal rifugio anche per parecchi metri, corre velocemente in tutte le direzioni,
attacca l’esca e cerca di portarla via.
Questo è il periodo migliore per tentare anche nei ruscelli d’alta montagna la ricerca delle
ruspanti (consiglio di liberarle perché non c’è nessuno che semina le trote in montagna). Anche
in estate, le condizioni migliori per la pesca della fario sono quelle che seguono un temporale
quando l’improvvisa piena smuove il fondo e intorbidisce l’acqua. In autunno, le trote riprendono
a mangiare freneticamente sentendo ormai vicino l’inverno e il periodo della "frega"
(riproduzione), si ripete un po’ ciò che succede in primavera, con l’unica variante che si nutrono
ancora all’alba e al tramonto.
TROTA IRIDEA (Salmo Trutta Gairdnerii)
Originaria del Nord America, è stata introdotta nelle nostre acque verso la fine del secolo scorso
divenendo subito oggetto d'allevamento intensivo grazie alla crescita veloce.
Sul principio l’immissione in acque libere dette ovunque risultati deludenti, per l’incapacità
dell’iridea di riprodursi nelle nostre acque, ma, a differenza della fario, la più facile possibilità di
allevarla artificialmente dette poi il via ad una vera e propria industria di troticoltura, sia per
ripopolare i corsi d’acqua, sia per ncriementare un mercato ittico in continua espansione.
Simile nell’aspetto alla fario, l’iridea ha però il corpo più slanciato, muso più tozzo e testa più
piccola.
La livrea è sovente caratterizzata da una colorazione rosata lungo tutta la linea laterale e da un
elevato numero di macchie nere distribuite lungo i fianchi. Il dorso è generalmente
grigio-bluastro o blu-verdastro con i fianchi argentei, il ventre è bianco. L’iridea è più resistente
della fario, tollera acque con temperature più elevate e con valori d'ossigeno minori. Può
raggiungere gli otto chilogrammi di peso e la sua alimentazione può dirsi onnivora.
Più vorace della fario, l’iridea ha le stesse abitudini alimentari : larve, insetti, vermi, crostacei,
pesciolini e soprattutto predilige come esca le uova di salmone.
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D'indole meno pigra e diffidente della fario, spesso si avvicina anche agli stivali dei pescatori.
Le zone in cui le iridee sono più frequenti sono le acque schiumose, ai margini delle correnti più
forti, dietro i sassi ; rispetto alla fario, si dimostra più mobile e predilige le correnti piuttosto
uniformi e non troppo violente dove può anche condurre vita di gruppo. Per pescarla con
successo la cosa più importante è la rotazione dell’esca, innescate due camole del miele
oppure, dove è consentito, l’accoppiata camola-uova di salmone, in modo che girino
perfettamente, cercatela in fondo alle buche, ai limiti delle mollaie.
Incominciate con una passata naturale, se non sentite nessuna "toccata" allora provate a
recuperare l’esca contro corrente a strappi facendola passare ai lati dei sassi, se in quella zona
c’è una trota in caccia vedrete che non si farà attendere. Ottimi risultati si possono avere anche
dal pesciolino, lasciate perdere il verme
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