Depressione post-partum di Lina Maria Gueli

Transcript

Depressione post-partum di Lina Maria Gueli
Depressione post- partum
La depressione post-partum è una diminuzione del tono dell’umore (o stato d’animo), caratterizzata dal
prevalere di sentimenti di tristezza, dolore e pessimismo nel periodo che segue il parto.
Dopo la nascita di un bambino può capitare che la donna non si senta così felice come si aspettava; può
sentirsi triste senza motivo, irritabile, incline al pianto, “inadeguata” nei confronti dei nuovi ed impegnativi
compiti che l’attendono.
www.depressionepostpartum.it
Nella maggior parte dei casi questo stato d'animo, del tutto fisiologico e passeggero, nel giro di pochi giorni,
può scomparire e la donna può godere appieno della vicinanza del suo piccolo.
Si parla in questi casi di sintomi leggeri di depressione.
Questa forma è stata definita dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott “baby blues”, con
riferimento allo stato di malinconia (“blues”) che caratterizza il fenomeno.
Il “baby blues”, è uno stato depressivo temporaneo e senza nessuna conseguenza, comune al 70%-80% delle
donne.
Più seria è la “depressione post-partum”, colpisce circa il 10% delle donne e i sintomi possono perdurare
per un anno.
La donna che soffre di depressione post partum vive una costante sensazione di inadeguatezza rispetto al
nuovo ruolo. Può sentirsi delusa perché la maternità si è rivelata un esperienza diversa da ciò che si
aspettava e può avere del risentimento nei confronti del neonato perché questi le assorbe tutte le energie.
Come tutte le forme depressive, la depressione post partum non ha un'unica causa, ma dipende da una serie
di fattori interagenti:





Ormonali,
Fisici (incide non poco la stanchezza dovuta ad insufficienti ore di sonno),
Sociali (la depressione post parto si verifica più frequentemente fra le donne che non possono
beneficiare di un supporto pratico ed emotivo),
Emotive (sensazione di inadeguatezza e scarsa autostima, percezione di uno scarso sostegno da parte
del partner, recenti eventi stresanti)
Cognitive.
STRATEGIE








Parlare del proprio stato d'animo e delle proprie difficoltà con altre mamme per non sentirsi sole;
Non concentrarsi ossessivamente sul bambino e trovare tempo per sé;
Dedicare tempo al partner e parlare di quanto sia cambiata la nostra vita;
Cercare supporto nella gestione della casa e del bambino;
Cercare di riposare, approfittando dei momenti in cui il piccolo dorme;
Fare attività fisica ed esercizi di rilassamento;
Preferire l’uso di frutta, cereali e verdura e limitando l'uso di caffeina, alcol e zuccheri.
Tenere un diario. Scrivere dei sentimenti ed emozioni può essere un modo per "scaricarsi".
La nascita di un bambino è un evento che rivoluziona la vita della coppia.








E' importante che il partner condivida con la neomamma i sentimenti, le emozioni, le
preoccupazioni e i dubbi che seguono questo cambiamento e che collabori nella cura del bambino.
La presenza di un compagno attento e disponibile con cui parlare è un valido supporto per uscire
dallo stato depressivo.
La donna ha spesso bisogno di essere rassicurata riguardo le sue competenze e non sentirsi l'unica
responsabile del bambino.
La famiglia si ingrandisce, i ruoli devono essere rinegoziati, rimessi in discussione.
Anche i parenti possono essere un valido sostegno nella cura del bambino in modo da essere per la
madre un' utile rete di riferimento.
Il legame tra madre e bambino, soprattutto in questo primo periodo va agevolato e rinforzato.
Un allontanamento potrebbe avere conseguenze dannose sullo sviluppo emotivo del bimbo, e sul
legame di attaccamento e sul futuro rapporto madre-bambino.
La madre depressa deve essere assistita, sostenuta nella relazione con il bambino.
Solo in casi di estrema gravità può essere necessario un ricovero che può comportare un
allontanamento temporaneo, e anche in tal caso il legame con il bambino deve essere incoraggiato.
I dati della letteratura scientifica attestano che la miglior cura è la prevenzione.
La partita si gioca, dunque, sull’identificazione di precisi fattori di rischio che se riconosciuti per tempo
consentono di intervenire in anticipo sullo sviluppo della depressione.
Avere un bambino significa perdere una parte di se stessi, dire addio alla propria infanzia ed assumere una
serie di comportamenti legati al nuovo ruolo. La sofferenza connessa con questo cambiamento richiede
attenzione, al pari del risentimento e del senso di perdita che sono alla base del disagio, tutte emozioni che in
teoria una madre non dovrebbe mai provare.
Alcune donne sopportano bene i dolori del parto, ma la maggior parte di loro li ritiene sconvolgenti,
insopportabili ed imprevedibili. Nella nostra società continuano a persistere numerosi tabù intorno alla donna
che si trova in ”stato interessante” ed uno di questi è il silenzio sulla sofferenza di cui non si parla mai ad una
donna gravida e questo accade per una serie di ottime ragioni come, ad esempio, il fatto che la percezione del
dolore è soggettiva e varia quindi da una persona all'altra. Il risultato di questa consuetudine è che molte
donne vengono colte di sorpresa dall'intensità dei dolori del parto ed il solo ricordo di ciò può portare alla
depressione. La cosa sconvolgente è che anche le donne che hanno partorito tra mille tormenti sono schiave
del tabù che impone di non spaventare le partorienti.
Durante la gravidanza la donna viene considerata particolarmente delicata, soggetta a sbalzi d'umore e a
voglie alimentari irrefrenabili. La persistenza di questi stereotipi permettono la nascita delle emozioni più
varie senza però riconoscerne il diritto di essere prese sul serio. Un esempio di questo sono i sogni fatti
durante la gravidanza particolarmente vividi e spesso allarmanti che sottolineano la difficoltà di affrontare
l'intero processo. Sarebbe molto utile affrontare queste paure con uno psicoterapeuta, soprattutto
l'ambivalenza del desiderio di essere madre.
Spinge a credere di dover necessariamente desiderare un figlio con tutto il cuore e senza nessuna
incertezza. Diventare madri non significa solo essere felici per l'arrivo di un bambino, implica un profondo
cambiamento interiore la cui tensione psicologica viene considerata uno dei fattori predisponenti alla
depressione post partum. La maternità comporta la perdita di una parte del proprio sé (la libertà e la
gioventù) per lasciare lo spazio alla nascita di un altro sé (genitore responsabile). Questo processo può
essere vissuto come un vero e proprio shock anche per la consapevolezza di un legame profondo con il
proprio bambino che non è immediata ma si presenta alcuni mesi dopo la nascita.
Uno dei misteri dell'essere genitori riguarda il fatto che ben presto la vita ci appare impossibile senza la
presenza di quella creatura che fino a poco tempo fa non c'era. Avere un figlio è un avvenimento che ci fa
accettare più facilmente i cambiamenti della nostra personalità
Le madri subiscono la mancanza di una precisa identità sociale. Quello della mamma è un lavoro
scarsamente considerato, che si svolge principalmente dietro le quinte. Le madri sono vittime di pressanti
miti sociali, il primo fra questi è quello che afferma che l'impegno che hanno nei confronti dei figli viene
prima di qualsiasi altra cosa.
Il concetto che vede la mamma come un essere devoto e privo di qualsiasi egoismo è quello più pericoloso.
Questo mito della madre altruista e disinteressata non aiuta la donna depressa che ha una serie di esigenze
personali che devono essere soddisfatte. Quando si è depressi infatti, è necessario mettersi al primo posto
e può voler dire mostrarsi egoiste rispetto a certi aspetti relativi alla cura della prole che sono diventati
opprimenti come per esempio, continuare l'allattamento oltre gli otto mesi di vita del neonato o alzarsi più
volte di notte per consolarlo.
Molto efficace per la cura della depressione:
Si cerca di modificare i pensieri che possono sostenere la depressione. Ad esempio le persone che ne
soffrono tendono ad avere un ipercriticismo verso se stessi, tendono ad accusarsi oltre ogni evidenza,
tendono a notare maggiormente gli eventi negativi nelle situazioni quotidiane. Si aiuta a sviluppare una
modalità di pensiero più equilibrata.
Si aiutano a sviluppare capacità miglior per affrontare le difficoltà quotidiane.
Così, ad esempio, si può insegnare alla persona depressa modalità comunicative più efficaci o strategie per
risolvere i problemi nei quali si trova coinvolto, quindi, invita la persona a riprendere gradualmente le attività
che sono state abbandonate, magari cominciando da quelle più piacevoli, a sviluppare comportamenti più
funzionali per risolvere i propri problemi, a pensare in modo più equilibrato e razionale.
Bibliografia
-
Lalli N., 2008, "La depressione post partum" in Psicologia Contemporanea n. 210, (nov-dic), pag.
12-17
-
Marshall F., 2001, "Mamma in blu. Riconoscere, prevenire e superare la depressione post partum",
Milano, TEA
-
Murray L., Cooper P.J. (a cura di), 1999, "Depressione del post partum e sviluppo del bambino",
Roma, CIC Edizioni Internazionali.
-
Pancheri P. (a cura di), 1982, "La depressione. Psicopatologia e Psicosomatica", Roma, Il Pensiero
Scientifico Editore
-
Angelo Vitale – Giuseppe Salamanca Sabrina Egman - Valentina Rocco
Lina Maria Gueli Ostetrica (Policlinico Universitario di Catania)