Infezione da HBV in soggetti immigrati
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Infezione da HBV in soggetti immigrati
H IPPO Civitas Hippocratica C RO S TU DI C I S TA TIC A - S A L RA VI ER NO - CEN T Nicola Coppola1, Mariantonietta Pisaturo1, Luciano Gualdiero2, Loredana Alessio1, Nunzio Caprio1, 3, Margherita Macera1, Vincenzo Messina4, Gaetano Pergola3, Caterina Sagnelli1, Laurenza Paradiso1, 4, Paolo Marino5, Michele Izzo6, Giuseppe Pasquale1, Evangelista Sagnelli1, 4 Parole Chiave: Infezione da HBV, immigrazione, clandestinità. Key Words: HBV infection, immigration; clandestinity. 1 DIPARTIMENTO DI MEDICINA PUBBLICA, CLINICA E PREVENTIVA II UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI NAPOLI 2 CENTRO PER LA TUTELA DELLA SALUTE DEGLI IMMIGRATI, OSPEDALE ASCALESI - NAPOLI 3 CENTRO SUORE MISSIONARIE DELLA CARITA’ - NAPOLI 4 UNITA’ OPERATIVA COMPLESSA DI MALATTIE INFETTIVE E TROPICALI A.O. “SANT’ANNA E SAN SEBASTIANO” - CASERTA 5 CENTRO MEDICO, CENTRO DI ACCOGLIENZA “LA TENDA DI ABRAMO” - CASERTA 6 UNITA’ OPERATIVA COMPLESSA COMUNICAZIONE E MARKETING A.O. “SANT’ANNA E SAN SEBASTIANO” - CASERTA Infezione da HBV in soggetti immigrati: risultati preliminari di uno studio prospettico multicentrico Ricevuto in Redazione il 7 maggio 2012 RIASSUNTO Obiettivi: valutare la prevalenza della infezione da HBV in una popolazione di stranieri irregolari o clandestini in due aree geografiche campane ad alta prevalenza di immigrazione: l’area napoletana e quella casertana. Metodi: studio prospettico multicentrico in 3 centri di I livello (2 a Napoli ed 1 a Caserta) da anni operanti sul territorio, con esperienza consolidata nella gestione clinica, psicologica e medico-legale di immigrati clandestini e irregolari. Per ogni soggetto arruolato è stato effettuato test per HBsAg e compilata una scheda per la raccolta delle caratteristiche epidemiologiche. Risultati: in tre mesi sono stati arruolati 260 soggetti (età mediana 35 anni, 75% maschi, 48% originari dall’Africa sub sahariana). Venti soggetti (7,7%) sono risultati HBsAg positivi, nessuno precedentemente noto; i 20 soggetti HBsAg positivi rispetto ai 240 HBsAg negativi sono risultati più giovani (mediana e range: 33, 20-55 anni vs. 55, 18-74), più frequentemente maschi (95% vs. 72.9%, p<0.05) e provenienti dall’Africa Occidentale (95% vs. 45%). Dei 12 soggetti HBsAg positivi finora stadiati presso un centro di II livello, 8 sono risultati portatori inattivi di HBV e 4 con epatite cronica (2 HBeAg positiva e 2 HBeAg negativa) Conclusioni: la prevalenza di HBsAg positività è risultata elevata nella popolazione studiata, specie quella maschile e proveniente dall’Africa sub-sahariana SUMMARY Aims: to evaluate the prevalence of HBV infection in a cohort of irregular immigrants in Naples and Caserta. Methods: Multicenter, prospective study including 3 local centres (2 in Naples and 1 in Caserta) with experience Civitas Hippocratica 2012 - Anno XXXIII - N. 3 in the clinical management of irregular immigrant was performed. For each enrolled subject, HBsAg was performer and a demographic and epidemiological data were collected. Results: in three months of study 260 subjects were enrolled (median age 35 years, 75% of males, 48% of subSaharian subjects). Twenty subjects (7.7%) were HBsAg positive; these 20 HBsAg positive subjects were younger than 240 HBsAg negative subjects (median age and range: 33 years, 20-55 vs. 55, 18-74), more frequently males (95% vs. 72.9%, p<0.05) and sub-Saharian (95% vs. 45%, p<0.001). Of the 12 HBsAg positive patients evaluated by Liver Centres, 8 were inactive carriers and 4 had a chronic hepatitis (2 HBeAg positive and 2 HBeAg negative) Conclusions: the prevalence of HBV infection in a cohort of irregular immigrants was high, especially in subSaharian males. INTRODUZIONE L’infezione da HBV è un importante problema di sanità pubblica; si tratta, infatti di una infezione diffusa in tutto il mondo e la sua forma cronica presenta un rischio considerevole di progressione di malattia e di sviluppare complicanze (1, 3) gravi, tra cui la cirrosi epatica e l’epatocarcinoma . Si stima che circa 350 milioni di persone vivono nel mondo con l’infezione cronica da HBV con prevalenza che arriva all’812% in aree geografiche definite ad alta endemia, come l’Asia, l’Africa sub-sahariana, Australia, Nuova Zelanda, (4, 5) alcune aree del Sud America e l’Est europeo . In Italia nelle ultime due decadi si è registrata una riduzione della prevalenza dell’infezione cronica da HBV tra la popolazione autoctona, che oggi si attesta intorno all’1% circa, grazie al miglioramento delle condizioni socio-economiche, alle campagne di sensibilizzazione contro le infezioni a trasmissione parenterale iniziate con l’inizio dell’epidemia 77 S TA H IPPO C RO S TU DI C I VI NO - CEN T 78 ER da HIV e all’introduzione della vaccinazione obbligatoria (6, 10) anti-epatite B dal 1991 . Nuovi fenomeni geo-politici globali hanno però modificato negli ultimi anni l’epidemiologia dell’infezione da HBV nel mondo e in Italia. Tra questi certamente i flussi migratori rappresentano il fenomeno più rilevante. Infatti, la continua migrazione di individui da Paesi ad alta ed intermedia endemia ha un impatto epidemiologico e sanitario-assistenziale nei (11, 16) paesi a bassa endemia di infezione da HBV . Questi trend contribuiscono a cambiare il panorama della prevalenza della malattia, rendendo la conoscenza globale del problema una priorità per la salute pubblica di tutto il mondo, nonché contribuiscono a modificare l’approccio diagnostico-terapeutico dell’infezione. Ad esempio, negli Stati Uniti è oggi raccomandato lo screening universale per HBV di tutti soggetti provenienti dall’Asia o da altre zone ad alta (16, 17) endemia . I dati epidemiologici relativi al nostro paese sono scarsi e frammentari, ma sembrano suggerire una alta prevalenza di infezione cronica da HBV nei soggetti immigrati. Ad esempio, la prevalenza dell’infezione da HBV in una popolazione di 1.871 pazienti immigrati nella zona di Roma valutati nel 2006-2007 in ambulatorio è risultata del 5,1%, di cui il 50,1% costituita da portatori inattivi, il 39,5% con epatite cronica B (14) e il 10,4% con cirrosi . Il possibile impatto della migrazione sulle caratteristiche epidemiologiche dell’infezione da HBV in Italia sembra essere suggerito anche dai dati relativi alle caratteristiche virologiche dell’epatite acuta da HBV. In un (18) recente studio si è evidenziato che le epatiti acute da HBV, osservate nell’area metropolitana di Napoli e Caserta dal 2000 al 2008, sono state dovute fino al 2004 prevalentemente al genotipo D, genotipo di gran lunga prevalente nel bacino del mediterraneo; dopo tale periodo, invece, si è registrato un costante incremento della prevalenza di genotipi non-D, probabilmente legati alla introduzione di nuovi genotipi virali con i flussi migratori. Le popolazioni immigrate, quindi, provenendo prevalentemente da aree ad alta endemia per infezione da HBV modificano l’epidemiologia e le caratteristiche virologiche di tale infezione nelle aree ove trovano ospitalità. Tuttavia si tratta di popolazioni che sfuggono alla rete del Sistema Sanitario Nazionale, soprattutto quando si tratta di soggetti clandestini o irregolari. Infatti, la paura dell’essere identificato e denunciato alle autorità giudiziarie allontana tale popolazione dalle strutture sanitarie. Pertanto gli immigrati irregolari o clandestini rappresentano una fascia di popolazione a rischio di emarginazione, “difficile da raggiungere” e “difficile da trattare”, e l’emersione dell’infezione da HBV sommersa in tale popolazione è molto importante per la gestione della salute della popolazione immigrata e di quella autoctona, con un rapporto costo-benefico favorevole. Obiettivo di questo studio è stato quello di migliorare la conoscenza sulla prevalenza dell’infezione da HBV in una popolazione “sommersa”, come quella degli stranieri irregolari o clandestini, in due aree geografiche campane ad alta prevalenza di immigrazione: l’area napoletana e quella casertana. Tali soggetti infatti sono ad alto rischio di infezione TIC A - S A L RA Civitas Hippocratica cronica da HBV, data la provenienza da aree ad alta endemia per infezione da HBV e l’alta prevalenza di comportamenti a rischio di infezione parenterale, ma sfuggono ai controlli sanitari. Ci si è proposti poi di identificare i fattori demografici e comportamentali associati alla positività di HBsAg nella popolazione di immigrati irregolari o clandestina studiata. In tale lavoro si presentano i dati preliminari del suddetto studio METODOLOGIA E’ stato condotto uno studio prospettico multicentrico a cui hanno partecipato centri già presenti e attivi nell’aree geografiche oggetto dello studio, nello specifico l’area napoletana e casertana. Queste due aree metropolitane accolgono, infatti, una vasta popolazione di immigrati irregolari o clandestini provenienti dall’Africa, dal Continente Indiano (India, Bangladesh, Thailandia), dalla Cina, dalle Filippine, dall’Europa Orientale e dall’America latina. Nello specifico per immigrato irregolare si intende lo straniero che ha perduto i requisiti necessari per la permanenza sul territorio nazionale (ad es. permesso di soggiorno scaduto e non rinnovato), di cui era però in possesso all’ingresso in Italia, e per immigrato clandestino lo straniero entrato in Italia senza regolare visto di ingresso. I pazienti sono stati arruolati presso tre centri di I livello già operanti sul territorio, due a Napoli ed uno a Caserta: - Centro per la Tutela della Salute degli Immigrati, Napoli - Centro Suore Missionarie della carità, Napoli - Centro Medico, Centro di Accoglienza “La Tenda di Abramo”, Caserta. Questi centri sono operanti da anni sul territorio, con esperienza consolidata nella gestione clinica, psicologica e medico-legale di fasce deboli, quali gli immigrati clandestini o irregolari, gli homeless, gli alcolisti etc.; sono organizzati con ambulatori medici attivi ogni settimana a cui l’utenza accede senza prenotazione e naturalmente gratuitamente. Gli ambulatori dei centri partecipanti allo studio sono attrezzati di tutti i presidi medico-chirurgici per effettuare prelievo ematico, di un frigorifero adatto alla conservazione dei campioni in attesa del trasporto nel laboratorio di riferimento dello studio per effettuare i test siero-virologici. In tali ambulatori è presente personale medico ed infermieristico specializzato che conosce la lingua inglese e francese. Lo studio è iniziato in data 02/01/2012 e terminerà in data 31/12/2012; in questo lavoro si presentano i dati relativi ai primi 3 mesi di attività. Sono stati arruolati tutti i soggetti che ogni centro partecipante aveva osservato durante il periodo di studio che rispondevano ai seguenti criteri di inclusione: - soggetti immigrati irregolari o clandestini o rifugiati con età > 18 anni presenti in Italia da almeno 3 mesi, osservati per la prima volta o già conosciuti dal centro stesso, che avevano firmato il consenso informato. Per ogni soggetto arruolato è stata compilata una scheda in anonimato tesa a raccogliere i dati demografici ed epidemiologici del paziente, utili ad identificare i fattori Civitas Hippocratica 2012 - Anno XXXIII - N. 3 H IPPO C RO S TU DI C I S TA TIC A - S A L RA VI ER NO - CEN T correlati alla eventuale positività di HBsAg nella popolazione studiata. Nello specifico sono stati analizzati i seguenti fattori: età, sesso, provenienza geografica, data di immigrazione, religione, familiarità per infezione da HBV o di altra infezione a trasmissione parenterale, co-abitazione con altre persone, pregressi interventi chirurgici, tatuaggi, pearcing, tossicodipendenza, trasfusione di emoderivati, tipo di attività sessuale (omo ed eterosessualità, uso di barriere protettive, numero di partner), prostituzione. In occasione della compilazione della scheda, è stata spiegata la modalità di trasmissione delle malattie infettive e sono state indicate norme comportamentali per limitarne la diffusione (counselling pre-test). Dopo aver ottenuto il consenso informato è stato praticato il prelievo ematico da cui previa centrifugazione è stato raccolto e conservato a -20°C un campione di siero. Ogni 7 giorni su tali campioni è stata effettuata ricerca di HBsAg, mediante AxSYM HBsAg (V.2) M/S ABBOTT GMBH & CO. GERMANY presso il laboratorio di Malattie Infettive del Dipartimento di Medicina Pubblica Clinica e Preventiva della Seconda Università degli Studi di Napoli. A distanza di circa 15 giorni circa dal prelievo è stato fatto effettuato un counseling post-test ed è stata consegnata la risposta del test all’immigrato. Ai pazienti risultati positivi è stata spiegata l’importanza di screenare i conviventi per l’eventualità di una trasmissione sessuale e familiare dell’infezione da HBV e agli immigrati ritenuti bisognosi di un approfondimento diagnostico è stata spiegata la modalità per ottenere la Tessera Sanitaria specifica per gli immigrati Temporaneamente presenti in Italia (STP) con la quale si può accedere alle cure sanitarie previste. Qualora l’immigrato, per difficoltà linguistica o per indigenza, non era nelle condizioni di raggiungere gli uffici deputati al rilascio della STP si provvedeva ad accompagnarlo. Gli immigrati screenati e risultati positivi per l’infezione da HBV sono stati inviati a due centri di riferimento di malattie infettive presenti nell’area oggetto dello studio per stadiare la malattia e per adottare misure terapeutiche qualora necessario. Precisamente i soggetti osservati ai due centri napoletani sono stati inviati all’Unità Operativa di Malattie Tropicali ed Esotiche da Importazione e del Viaggiatore, AOU-SUN; quelli osservati in uno dei due centri di Caserta sono stati inviati presso strutture sanitarie dell’A.O. Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta. Civitas Hippocratica Tab. 1 Caratteristiche demografiche dei 260 soggetti arruolati La Tabella 2 mostra le caratteristiche demografiche ed epidemiologiche dei 20 soggetti risultati HBsAg positivi in confronto ai 240 risultati negativi. Si trattava di soggetti più giovani e provenienti prevalentemente dall’Africa Occidentale. RISULTATI Le attività di ricerca sono iniziate a gennaio 2012 ed in soli 3 mesi di attività sono stati reclutati e screenati 260 soggetti osservati presso uno dei centri partecipanti allo studio fino al 31/3/2012. Nella Tabella 1 sono riportate le caratteristiche demografiche e sierologiche dei soggetti arruolati nello studio. Era una popolazione giovane, prevalentemente maschile e prevalentemente originaria dall’Africa sub sahariana. Venti soggetti (7,7%) sono risultati HBsAg positivi, nessuno precedentemente noto. Civitas Hippocratica 2012 - Anno XXXIII - N. 3 Tab. 2 Caratteristiche demografiche ed epidemiologiche nei soggetti HBsAg negativi e positivi 79 S TA H IPPO C RO S TU DI C I VI T Da precisare che in questi 12 soggetti è stata effettuata una sola valutazione clinica e pertanto tutti i soggetti sono stati avviati ad un follow-up clinico, virologico e biochimico nel tempo presso gli ambulatori dedicati delle due AO suindicate che permetterà la reale stadiazione della patologia epatica. In ogni caso la maggior parte dei soggetti valutati (otto soggetti) presentano caratteristiche biochimiche, sierologiche e virologiche tipiche di una infezione asintomatica da HBV, ma quattro soggetti presentano caratteristiche cliniche di epatite cronica, rispettivamente in 2 HBeAg positiva e in 2 HBeAg negativa; tra questi un soggetto giovane di 28 anni presenta un quadro biochimico ed ecografico di cirrosi 8 epatica HBeAg positiva ad alta viremia (10 IU/ml). CONCLUSIONI I risultati preliminari di questo studio prospettico multicentrico hanno evidenziato una più alta prevalenza di infezione da HBV nella popolazione immigrata oggetto dello studio rispetto alla prevalenza di tale infezione nella popolazione autoctona; infatti secondo i dati dell’epidemiologia nazionale, in Italia tale infezione si attesta intorno all’1% circa, grazie al miglioramento delle condizioni socio-economiche, alle campagne di sensibilizzazione contro le infezioni a trasmissione parenterale iniziate con l’inizio dell’epidemia da HIV e all’introduzione della vaccinazione obbligatoria anti-epatite B dal 1991; nella popolazione studiata, invece, è stata riscontrata una prevalenza di circa l’8%. 80 NO - CEN Tab. 3 Caratteristiche demografiche, biochimiche, sierologiche e virologiche dei 12 pazienti HBsAg positivi con valutazione completata al centro di II Livello ER Come previsto dal programma di ricerca, tutti i 20 soggetti risultati HBsAg positivi sono stati valutati dal centro di II livello (Unità Operativa di Malattie Tropicali ed Esotiche da Importazione e del Viaggiatore, AOU-SUN per quelli identificati a Napoli, e A.O. Sant’Anna e San Sebastiano di Caserta per quelli identificati a Caserta) per la stadiazione della patologia epatica, e 12 hanno completato la stadiazione con caratteristiche demografiche, cliniche, biochimiche, cliniche e siero-virologiche rappresentate nella Tabella 3. TIC A - S A L RA Civitas Hippocratica Tale risultato, sicuramente atteso considerando che la popolazione studiata proveniva prevalentemente dall’Africa sub-sahariana, regione geografica dove la prevalenza dell’infezione da HBV è superiore all’8%, è di forte impatto sociosanitario: queste sono infatti popolazioni che ormai sempre più spesso giungeranno in Italia dove rimarranno per periodi non sempre ben determinati ed in situazioni non sempre ben definite. Pertanto, poter instaurare un sistema di sorveglianza sanitaria gratuito e facilitato per tali popolazioni permetterebbe di individuare soggetti con infezione virale che potrebbero essere monitorati clinicamente e trattati con terapie specifiche se necessario e permetterebbe di ridurre l’eventuale rischio di nuove infezioni negli autoctoni che non sono stati vaccinati per HBV perché non rientravano nella fascia di età per la quale la vaccinazione è obbligatoria. Bisogna, poi, considerare che le stesse popolazioni screenate per HBV sono ad alto rischio anche per altre infezioni a trasmissione parenterale, in particolare sono a rischio di infezione da virus dell’epatite C (HCV) e da virus dell’immunodeficienza umana (HIV); pertanto sarebbe utile allargare lo screening sottoponendo la stessa popolazione alla ricerca di anti-HCV e antiHIV con ulteriori importanti ripercussioni socio-sanitarie. Dunque, anche se la popolazione immigrata clandestina ed irregolare normalmente sfugge alla rete del Sistema Sanitario Nazionale per la paura dell’essere identificata e denunciata alle autorità giudiziarie, i risultati ottenuti finora con il modello di studio proposto sembrano essere più che soddisfacenti; pertanto in futuro sarebbe auspicabile migliorare la qualità dei dati ottenuti organizzando un sistema di sorveglianza nazionale diretto verso tali popolazioni sommerse: ciò permetterà una migliore gestione della salute della popolazione immigrata e di quella autoctona, con un rapporto costo-benefico favorevole. BIBLIOGRAFIA 1. YIM, HJ., LOK AS.: Natural history of chronic hepatitis B virus infection: what we knew in 1981 and what we know in 2005. Hepatology, 2006; 43: 173-181. 2. MCMAHON BJ.: Natural history of chronic hepatitis B. Clin Liver Dis. 2010; Aug;14(3): 381-96. Review. 3. 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