PREVALENZA DI EPATITE B IN UNA POPOLAZIONE DI

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PREVALENZA DI EPATITE B IN UNA POPOLAZIONE DI
PREVALENZA DI EPATITE B IN UNA POPOLAZIONE DI IMMIGRATI A ROMA
Nosotti L., Franco G., D’Arca T., Toma L., Morrone A.
Introduzione
L’epatite virale B rimane ancora oggi una patologia associata ad elevate morbilità e mortalità, con
una diffusione globale: il virus dell’epatite B (HBV) infetta cronicamente oltre 400 milioni di
persone, ed in alcune aree geografiche raggiunge e supera una prevalenza dell’8%.
In Italia la prevalenza dell’epatite B tra la popolazione autoctona è scesa all’1% circa grazie al
miglioramento delle condizioni socio-economiche e all’introduzione della vaccinazione obbligatoria
antiepatite B dal 1991.
Tuttavia la continua migrazione di individui da Paesi ad alta ed intermedia endemia ha determinato
l’arrivo nel nostro paese di un numero crescente di portatori cronici di HBV.
Per quanto non esistano ancora dati epidemiologici precisi, da alcuni studi multicentrici risulterebbe
una prevalenza molto più alta di infezione da HBV negli stranieri, soprattutto se provenienti da
Paesi dell’Est Europa.
Materiali e metodi
La prevalenza dell’infezione da HBV in una popolazione di 1871 pazienti immigrati visitati tra
settembre 2006 e febbraio 2007 presso gli ambulatori del nostro Istituto è risultata del 5,1% (maschi
62,7% età mediana 43 anni, provenienza geografica per il 74,2% dall’Europa dell’Est).
In ogni paziente HBsAg-positivo sono stati raccolti dati demografici, clinici e di laboratorio per
identificare i diversi pattern virologici in modo da ottimizzare la gestione e l’eventuale trattamento
dei pazienti.
Risultati
Le categorie diagnostiche sono risultate le seguenti: portatori inattivi 50,1%, epatite cronica B
39,5% (di cui il 79,3% costituito da forme HBeAg-negative) e cirrosi HBV-correlata 10,4%.
I portatori inattivi erano più giovani in media rispetto ai portatori attivi e ai cirrotici (rispettivamente
37 anni versus 43 e 49 rispettivamente).
Le co-infezioni con HCV e HDV avevano una prevalenza più bassa nei portatori inattivi e nei
pazienti con epatite cronica B (2,4% e 8,5%; 1,7% e 7,4% rispettivamente) rispetto ai pazienti con
cirrosi (14% e 9,7%).
Conclusioni
L’epatite virale B è un problema importante di sanità pubblica in Italia, soprattutto in alcuni gruppi
di popolazione particolarmente a rischio come gli immigrati, che rappresentano dei veri e propri
serbatoi di infezione.
Si tratta di persone che costituiscono anche fasce di popolazione a rischio di emarginazione, e che
sono “difficili da raggiungere” e “difficili da trattare” per vari motivi, tra i quali un ridotto accesso
ai servizi sanitari, una minore aderenza alla terapia e la frequente presenza di comorbilità (coinfezioni, abuso alcolico, ecc.).
Per un buon controllo e prevenzione dell’infezione da HBV è necessario pertanto implementare tra
gli immigrati i programmi di screening e di vaccinazione, associando a tali offerte l’educazione
sanitaria dei pazienti.
La diagnosi precoce in queste popolazioni è molto importante sia per prevenire complicanze gravi
come cirrosi ed epatocarcinoma per la salute dei pazienti, sia per ridurre il diffondersi dell’infezione
alla popolazione generale.
È necessario inoltre aumentare l’integrazione degli immigrati in ambito sanitario, migliorando
l’accesso ai servizi sanitari e alla terapia anche con l’aiuto di mediatori culturali.
Infine il paziente immigrato presenta spesso caratteristiche demografiche, cliniche e virologiche
diverse da quelle dei pazienti italiani e tali specificità potrebbero configurare la necessità di una
armonizzazione degli attuali protocolli diagnostici e terapeutici consigliati dalle linee guida
nazionali e internazionali.
Bibliografia
Morrone A., Il fenomeno migratorio in Italia. Ann Ital Med Int 2001; 16(S1): 160S-166S
Santantonio T., Fasano M., Epatite B e immigrazione. Curr Opin Hepatology 2008, Vol. 3(2): 31-34