Con la rinascita dell`Unione Sportiva Pavullese continua la storia del
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Con la rinascita dell`Unione Sportiva Pavullese continua la storia del
Con la rinascita dell’Unione Sportiva Pavullese continua la storia del Trofeo “Romeo Venturelli” Nell’intenzione di continuare ad onorare la memoria del campione scomparso nell’aprile 2011, anche quest’anno la tappa appenninica della Settimana Ciclistica Internazionale Coppi e Bartali , costituirà il 2° Trofeo Romeo Venturelli, che abbiamo voluto organizzare ad ogni costo, nonostante le difficoltà economiche del nostro Paese, che si ripercuotono inevitabilmente anche su manifestazioni come questa. In proposito vogliamo innanzitutto ringraziare gli sponsor, la cui sensibilità e determinazione hanno reso possibile anche l’edizione di quest’anno. Con Coppi, Bartali e Venturelli, si è chiuso un pezzo di storia italiana, ma anche un frammento della nostra piccola storia frignanese: a tutti noi, figli di questa terra, resta l’orgoglio di ricordare come, sulle nostre strade, Fausto Coppi iniziò a costruire, sin dal maggio del 1940, una carriera che lo impose come uno dei più grandi campioni dello sport mondiale di tutti i tempi; come Gino Bartali vi si contrappose fieramente in epici duelli che spaccarono letteralmente in due il tifo e l’amore degli italiani e come Romeo Venturelli accese i sogni dei suoi conterranei, portando il nome del Frignano alle luci della ribalta. Fausto Coppi, alla fine degli anni cinquanta, era alla ricerca di giovani da avviare al professionismo: nel Frignano rifulgeva la stella di Romeo Venturelli, il forte dilettante di Sassostorno di Lama Mocogno, che correva con la maglia della “Pavullese”: Coppi venne tra noi per incontrarlo, iniziando così un rapporto familiare con la nostra terra che lo vide spesso sulle nostre strade in allenamento con Venturelli ed i gregari della Bianchi. Il Campionissimo e Venturelli dovevano correre insieme, nel 1960, nella squadra della “San Pellegrino”, diretti sull’ammiraglia proprio da Gino Bartali. La sorte, purtroppo, aveva invece in serbo un diverso, doloroso epilogo: il 2 Gennaio 1960 Fausto Coppi fu stroncato prematuramente dalla malaria, contratta durante una kermesse in Africa, nel dicembre precedente. Romeo Venturelli, privo della guida paterna e sapiente del suo grande sostenitore, dopo un inizio folgorante di attività anche tra i professionisti, che lo vide battere campioni del calibro di Anquetil, Rivière, Gaul e Baldini, fino ad indossare la maglia rosa al Giro d’Italia del 1960, vincendo la tappa a cronometro di Sorrento, bruciò malinconicamente le sue enormi potenzialità, tradito dalle bizze del suo carattere irrequieto e dall’incapacità a rispettare gli impegni e il rigore richiesti dalla vita di un atleta. Ciononostante Pavullo e il Frignano in generale non hanno mai smesso di amare il loro Meo, facendone raccontare la storia dalla penna straordinaria di Marco Pastonesi nel libro “Meo volava”, edito da Iaccheri nel 2010 e riportandolo a casa, ormai anziano e malato, per chiudere i suoi giorni. La realizzazione del libro ha permesso, da una parte, di riaggregare coloro, compreso Romeo ancora vivente, che quella storia avevano vissuto, dall’altra, di fare conoscere la stessa storia alle nuove generazioni degli amanti del ciclismo, che, quando Romeo vinceva, non erano ancora nati e che forse neppure avevano mai sentito parlare di lui. Quest’opera di ricostruzione del filo della memoria ha portato altresì, quest’anno, ad un altro importante risultato: la rinascita della vecchia società Unione Sportiva Pavullese, intitolata appositamente a Romeo Venturelli, realizzatasi attraverso la fusione di due delle tre società ciclistiche esistenti a Pavullo, in attesa e nella speranza che possa confluire anche la terza. Tra i suoi compiti istituzionali la nuova società si è data anche quello di organizzare ogni anno il Trofeo Romeo Venturelli, nell’ambito della Settimana Ciclistica Internazionale Coppi e Bartali, corsa a tappe importante e prestigiosa del calendario ciclistico nazionale, sempre più aperta a squadre provenienti da ogni parte del pianeta e sempre più vocata a far emergere i nuovi talenti del ciclismo. Cinque anni fa, sul traguardo di Pavullo della “Coppi e Bartali”, l’australiano Cadel Evans rilanciava la sua grande carriera che lo ha successivamente portato a vestire la maglia iridata di campione del mondo e quella gialla di vincitore del Tour de France del 2011, ma in questa gara si sono imposti campioni come Argentin, Fignon, Saronni, Bartoli, Bettini, Casagrande, Pellizzotti, Cunego e si sono messe in mostra promesse come Nibali ed Ulissi. Il percorso di quest’anno, col finale tutto nelle terre di Romeo, con l’inedito e selettivo Passo di Cento Croci e l’arrivo alle Piane di Mocogno salendo dal versante di Monte Molino, promette di rinnovare la sfida e lo spettacolo di sempre, tra i migliori già affermati e quelli che stanno per venire alla ribalta. La tappa frignanese della “Coppi e Bartali”, con i grandi del ciclismo nuovamente impegnati, assume quindi il significato di una bella storia che continua e che vorremmo far continuare. Giuliano Badiali Presidente Unione Sportiva Pavullese “Romeo Venturelli” Settimana Internazionale Coppi e Bartali Zola Predosa - Piane di Lama Mocogno • 22 marzo 2013 • 3a tappa 5