segreteria

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2011
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(6) Damiano Tommasi e
Alberto Nuvolari premiano
Sergio Pellissier; (7) Francesco Guidolin riceve il
premio speciale di miglior
allenatore da Sergio Campana; (8) Umberto Zanetti
(Cassa di Risparmio del
Veneto) premia Nicola Ferrari; (9) Alberto Marchesan
premiato da Antonio Allegra (Panini); (10) Manuel
Fischnaller e Gianfranco Serioli; su www.aicwebtv.com
il servizio completo sulla
manifestazione.
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(11) Andrea Bovo e Antonio Allegra; (12) Sergio Viotti premiato dal Diretto del Giornale di Vicenza Ario Gervasutti; (13) Marcello Nicci con l’arbitro Piero Giacomelli; (14)
Filippo Cristante con Fabio Viviani; (15) Antonio Di Natale premiato da Tommasi; (16) Penelope Roboldi riceve il premio di miglior calciatrice da Katia Serra; (17) Andrea
Tecchio, Elia Pavesi e Roberto Vecchiato.
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calcio e legge
di Stefano Sartori
Attenzione alle sanzioni
Regolamento Agenti
e doveri dei calcia
Il C.U. 73/4 aprile 2011 della Commissione Disciplinare Nazionale
(CDN) evidenzia un problema che,
se sottovalutato, può comportare
sanzioni estremamente gravose per i
calciatori disattenti.
Nella fattispecie, il Procuratore Federale ha deferito alcuni agenti,
calciatori, dirigenti e società per rispondere di una serie di violazioni
del Codice di Giustizia Sportiva e del
Regolamento Agenti.
Premesso che la Commissione ha disposto il proscioglimento della maggior parte degli agenti deferiti in base
alla recente sentenza del TAR Lazio
dell’11 novembre 2010, è di estremo
interesse valutare le motivazioni che
hanno portato all’irrogazione di severe sanzioni economiche per i calciatori.
Evidenziamo innanzitutto l’articolo
del Regolamento Agenti che i calciatori sono assolutamente tenuti a
rispettare:
ART. 21 - Diritti ed obblighi dei
calciatori (già art. 13)
1. Un calciatore ove intenda avvalersi dei servizi di un Agente, deve
rivolgersi esclusivamente a soggetto titolare di Licenza, conferendo l’incarico previsto dall’art.
15, fatte salve le previsioni di cui
all’art. 5.
2. È dovere del calciatore verificare
che un agente sia fornito di regolare Licenza prima di conferirgli il
relativo mandato.
3. Il calciatore è tenuto al rispetto
in buona fede del contratto stipulato con l’Agente e fornisce
allo stesso le direttive per il buon
adempimento dell’incarico nel ri-
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spetto delle regole sportive e del
presente regolamento.
4. Fino a sei mesi prima della scadenza del suo contratto di prestazione sportiva, il calciatore
non può dare incarico ad alcun
Agente di ricercare altra società
senza il consenso scritto della società di appartenenza.
5. Ove un calciatore si sia avvalso
dell’opera di un Agente, al fine o
nella conclusione di un contratto
di prestazione sportiva, deve assicurarsi che il nome dell’Agente sia
indicato sul contratto. Nel caso in
cui sia stato concluso un contratto senza l’assistenza di un Agente,
deve esserne fatta espressa menzione nel contratto.
6.Il calciatore che concluda un
contratto con una società senza
l’assistenza di un Agente regolarmente nominato è tenuto comunque, qualora non abbia esercitato
il diritto di revoca con le modalità di cui al precedente art. 18, a
corrispondere all’Agente il compenso contrattualmente stabilito
all’atto dell’incarico, ovvero quello previsto dall’art.17 comma 6.
Passiamo ora ai deferimenti operati
dal Procuratore federale ed alle conseguenti sanzioni applicate:
Mancato inserimento del nominativo dell’agente nel contratto
economico
Per non essersi assicurato che il nominativo del proprio agente fosse
inserito sul contratto stipulato con
due società di calcio, con conseguente violazione dell’art. 1 comma 1.
C.G.S. (principi di lealtà, correttezza e probità), e dell’art. 13, comma
4, (doveri dei calciatori) del Regolamento Agenti vigente all’epoca dei
fatti, confermato dall’art. 21, comma
5, del nuovo Regolamento Agenti,
il calciatore è stato condannato ad
un’ammenda di € 4.000.
Da rilevare che la pena base di € 8.000
è stata ridotta progressivamente
applicando il “patteggiamento”
previsto dagli artt. 23, comma 1,
CGS, (secondo il quale i soggetti
deferiti possono accordarsi con la
Procura Federale prima che termini
la fase dibattimentale di primo grado,
per chiedere all’Organo Giudicante
l’applicazione di una sanzione
ridotta) e 24, comma 1, CGS (in caso
di ammissione di responsabilità e di
collaborazione fattiva da parte dei
soggetti sottoposti al procedimento
disciplinare per la scoperta o
l’accertamento
di
violazioni
regolamentari, gli Organi giudicanti
possono ridurre, su proposta
della Procura federale, le sanzioni
previste dalla normativa federale
ovvero commutarle in prescrizioni
alternative o determinarle in via
equitativa).
Contratto stipulato con l’ausilio
di agente sospeso
Per essersi avvalso dell’opera di un
agente di calciatori sospeso, e ciò in
occasione della stipula del contratto
con un club, con conseguente violazione degli artt. 1, comma 1, (principi
di lealtà, correttezza e probità) e 10,
comma 1, (Doveri e diritti in materia
di tesseramenti, trasferimenti e cessioni) C.G.S., e dell’art. 13, comma 1,
del Regolamento Agenti (doveri dei
calciatori) vigente all’epoca dei fatti,
confermato dall’art. 21, comma 1, del
nuovo Regolamento Agenti, il calciatore è stato condannato ad un’ammenda pari ad € 40.000!
calcio e legge
Il 28 novembre e
il 12 dicembre scorsi
atori
Btp Day:
lettera ai capitani
Da rilevare che anche in questo caso
la pena base di 3 mesi di squalifica è
stata ridotta a seguito di “patteggiamento” ex artt. 23, comma 1, e 24,
comma 1, CGS.
Contratto stipulato con l’ausilio
di agente non iscritto all’albo
Per essersi avvalso dell’opera di intermediazione di un soggetto non
iscritto all’Albo degli Agenti in occasione della stipula di un contratto,
con violazione degli artt. 1, comma 1,
(principi di lealtà, correttezza e probità) e 10, comma 1, (Doveri e diritti
in materia di tesseramenti, trasferimenti e cessioni) del C.G.S., nonché
degli artt. 5, comma 1, e 13 comma
1, (doveri dei calciatori), del Regolamento Agenti vigente all’epoca dei
fatti, confermati dagli artt. 5, comma
1, e 21, comma 1, del nuovo Regolamento Agenti, un calciatore è stato
condannato ad un’ammenda pari ad
€ 40.000!
Da rilevare che anche in questo caso
la pena base di 3 mesi di squalifica è
stata ridotta a seguito di “patteggiamento” ex artt. 23, comma 1, e 24,
comma 1, CGS.
Ora, l’esito di questi deferimenti e
le pesanti sanzioni irrogate ai calciatori costituiscono un chiaro ammonimento a usare la massima cautela
nel rapporto, che deve sempre essere improntato alla massima fiducia,
con i propri agenti. E, in particolare
nell’imminenza di una sottoscrizione
di contratto con un club, andrebbero
sempre verificate le seguenti condizioni oggettive: a) l’agente deve essere iscritto all’albo e quindi titolare di
regolare licenza; b) non deve essere
sospeso dall’albo; c) il suo nominativo
va sempre inserito nel contratto stipulato con il club.
Il Presidente Aic Damiano Tommasi ha inviato una lettera a tutti i capitani delle società
professionistiche per coinvolgere gli associati ad aderire al Btp Day, la giornata dedicata
all’acquisto dei titoli di stato a sostegno del debito pubblico italiano.
“L’iniziativa” – ha sottolineato Tommasi nella lettera – “va segnalata perché, in un
momento estremamente difficile per l’economia globale, ma soprattutto italiana, l’investimento in titoli di Stato da parte dei cittadini può essere un contributo importante per dimostrare la fiducia che gli italiani hanno nel proprio Paese e per aiutare
a migliorare l’aspettativa complessiva che i mercati hanno nei confronti dell’Italia”.
“Tutti tifiamo per il paese e soprattutto crediamo nella sua forza” – prosegue – “per
questo aderiamo al Bpt Day: noi come Aic acquisteremo titoli di stato e ci auguriamo
che i calciatori facciano altrettanto”. “Pertanto” – conclude Tommasi – “anche per
dare un segno di attenzione e sensibilità per gli effetti di una congiuntura economica
che sta determinando drammatiche conseguenze sociali e considerando che l’acquisto dei titoli statali senza le commissioni normalmente dovute arrecherà un indubbio
sollievo economico al nostro Paese”.
In 18 righe…
di Damiano Tommasi
Il BTP Day
Forse è stata o è solo un’illusione quella di poter incidere sul futuro economico del
Paese acquistando noi italiani parte del nostro debito. Qualcuno ha detto che “comprare Btp oggi è come lanciare un salvagente di piombo ad uno che sta affogando!”;
un altro ha detto: “meglio se il debito pubblico ce l’abbiamo in tasca noi e non un altro
Paese. Se Monti ci chiedesse uno sforzo economico forse lo sopporteremo di più
avendo in portafoglio titoli con rendimento molto alto”. Un altro ancora ha detto che
“questa è speculazione e non investimento”. Infine “è una manovra delle banche che,
pressate dall’Europa, non vedono l’ora di liberarsi dei titoli italiani”.
Vere o meno tutte le affermazioni sono convinto che il segnale era giusto darlo. Comprare Btp per lanciare un messaggio. Fiducia? Serenità? Senso di appartenenza? Per abbassare lo spread? Per far abbassare gli interessi sul nostro debito pubblico? Crediamo
nell’Italia, crediamo che prestare soldi all’Italia oggi sia segno di ottimismo e di senso
civico allargato. Comprare Btp per diventare soci del nostro Paese. Il calcio è una fetta
importante dell’economia italiana e come sottolineato dall’imprenditoria italiana “questo Paese ci ha dato tanto negli anni ed ora è giusto che noi facciamo qualcosa in un
momento di difficoltà”. Se proprio vogliamo dirla tutta all’appello è mancata proprio
la Confindustria del pallone… ma sappiamo che in queste settimane la Lega di A era
tutta concentrata sulle NOIF e quel comma 3 dell’art. 22 da modificare.
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fifpro
di Stefano Sartori
A Tel Aviv
lo scorso novembre
Congresso Fifpro
2011 in Israele
Si è svolto a Tel Aviv (Israele) nei giorni 1/3 novembre 2011 il Congresso
generale della FIFPro, la federazione
mondiale dei sindacati dei calciatori. Ai
lavori, organizzati con grande attenzione dal sindacato israeliano IPFA, hanno
partecipato i delegati di ben 54 nazioni
e sono stati affrontati una serie di argomenti di estremo interesse in ambito
internazionale e non solo.
Presentiamo a seguire un breve riassunto dei punti più significativi.
FIFPro Europe
Nel corso della prima giornata si sono
svolte le assemblee delle divisioni continentali. La FIFPro Division Europe,
che contava sulla presenza dei 25 paesi
membri, ha posto all’attenzione le seguenti problematiche:
a)Regolamento Agenti: la temuta liberalizzazione proposta dalla FIFA circa
due anni fa è ancora sospesa in quanto
osteggiata da molte delle componenti interessate. Come è noto, il nuovo
testo è finalizzato alla deregulation e
alla liberalizzazione dell’attività degli
agenti o meglio, secondo la nuova definizione FIFA, degli intermediari. Peraltro, appare di difficile applicazione
anche l’opposta richiesta di aggravare
maggiormente controlli e sanzioni.
b)Libro Nero sul calcio: una commissione FIFPro ha redatto un “Libro Nero”
che contiene tutte le denuncie relative a fatti di violenza e corruzione a
danno di calciatori che affliggono la
gran parte dei paesi dell’Est Europa e
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dei Balcani. La situazione è drammatica e va affrontata con l’intervento
diretto della FIFA e dell’UEFA.
c)Dialogo Sociale: si sta arrivando lentamente alla fase finale ed alla definizione di un Contratto base europeo
contenente i requisiti minimi applicabili, ma le difficoltà restano notevoli.
Ad esempio, la definizione relativa alla
definizione dei “diritti d’immagine”
si presta a diverse interpretazioni e
necessita di cautele ed ulteriori approfondimenti che precedano la formalizzazioni e del testo finale. Inoltre,
la EPFL (la federazione delle leghe europee) insiste nel chiedere l’introduzione di istituti quali la limitazione al
diritto di sciopero e il contenimento
obbligatorio delle rose di calciatori.
La buona notizia da segnalare è che
l’UEFA è d’accordo nel lottare con
FIFPro per garantire il pagamento del
100% dello stipendio dei calciatori.
d)Fair Play finanziario: appare di difficile
introduzione, dato che in più del 50%
dei paesi esistono i doppi contratti
(ufficiale e non ufficiale).
Assemblea Generale
Inserimento nuovi membri
Sono stati ufficialmente ammessi i sindacati di Costarica, Marocco e Serbia,
mentre le associazioni di Croazia, R.
Ceca, Montenegro e Paraguay sono
state ammesse come candidati membri.
Espulso invece l’Ecuador nella persona
dell’ex presidente, per la cui sostituzione
la FIFPro cercherà comunque di collaborare con il nuovo delegato ecuadoriano.
difesa dei diritti della categoria. Questo
impegno richiede una sempre maggiore
professionalizzazione della struttura, lo
sviluppo crescente della comunicazione
esterna, la creazione di eventi di rilevanza internazionale, il consolidamento
del FIFPro/FIFA World XI. In quest’ottica, importante è la costituzione di due
nuove commissioni: a) la prima riguarda
la c.d. “Responsabilità Sociale”, ovvero
l’utilizzo etico delle risorse economiche
da parte della FIFPro; b) la seconda è denominata “MDAS”, acronimo di Member
Development & Accountability System,
ed ha il delicato compito di indirizzare e
valutare il corretto utilizzo delle risorse
economiche da parte dei singoli sindacati, con particolare finalizzazione rivolta al
post- carriera, alla beneficenza, alle relazioni con i calciatori, alle iniziative per la
formazione, all’incremento del numero
degli associati ed alla gestione finanziaria.
Infine, per quanto riguarda la situazione
relativa ai diritti d’immagine ed al loro
sfruttamento commerciale, si deve segnalare che si sta verificando un incremento esponenziale dei giochi connessi
ai social network, che rappresentano
quindi il futuro di questo settore a scapito dei giochi multimediali classici.
Il futuro della Fifpro
Le sfide che attendono l’organizzazione
mondiale dei calciatori sono molte e difficili, ma con 54 associazioni affiliate che
rappresentano oltre 50.000 calciatori, la
FIFPro è nelle condizioni di continuare
la propria lotta più che quarantennale a
Calcio Femminile
La FIFPro, come del resto la FIFA, sta
valutando con sempre maggiore attenzione lo sviluppo recente ed impetuoso
del calcio femminile. Pertanto, è stato
deciso di creare una sorta di “community” virtuale sulla falsariga di facebo-
fifpro
ok che consenta alla Women Football
Committee di coordinare e mettere in
reciproco contatto tutte le calciatrici
e/o responsabili nazionali interessate
ad uno scambio di opinioni ma anche di
progetti ed iniziative.
Violenza contro i calciatori e l’attività sindacale in Colombia
Violenze ed intimidazioni contro i calciatori sono vere ed autentiche piaghe da
estirpare, diffuse in particolare nell’est
europeo e nei Balcani ma, purtroppo,
discorso a parte merita la situazione della Colombia, dove i colleghi dell’ACOLFUTPRO (Asociacion Colombiana de
Futbolistas Profesionales), l’associazione
calciatori colombiana già presieduta dal
difensore dell’Inter Ivan Ramiro Cordoba, sono stati più volte minacciati di morte da criminali evidentemente agli ordini
di dirigenti di club presumibilmente legati al narcotraffico. Ai due responsabili
operativi del sindacato, l’avv. Carlos Puche ed il Segretario Luis Garcia Suarez,
va tutta la solidarietà della FIFPro e delle
singole associazioni calciatori.
Cura dei campi di gioco
Il delegato FIFA Stuart Larman e Paul
Osei-Owusu della Loughborough University hanno presentato la situazione
relativa all’implementazione dei campi
artificiali. Come è noto, la FIFA (un po’
come la nostra LND) sembra estremamente favorevole alla proliferazione dei
campi in erba artificiale ma la FIFPro,
forte di ripetuti sondaggi secondo cui
la stragrande maggioranza dei calciatori associati ai vari sindacati nazionali è
contraria, propende innanzitutto per la
cura dei campi naturali e per l’adozione
dei campi sintetici solo in casi particolari
legati prevalentemente a difficoltà climatiche e/o di manutenzione.
Ora, il fattore positivo che è emerso
dall’esposizione di Larman e Osei-Owusu è dato dal fatto che, anche in considerazione dell’apporto delle ricerche
statistiche fornite dalla FIFPro, è stata
creata una commissione mista della
FIFA che ha il compito di monitorare la
situazione e la cura delle superfici in cui
si gioca, naturali o artificiali che siano.
Ciò comporta che la FIFA sembra quindi avere interrotto la tendenza a sostituire progressivamente i campi naturali
per abbracciare una visione strategica
più ragionevole e condivisibile: massima
cura delle superfici naturali e ricorso al
sintetico di ultima generazione solo se i
campi naturali siamo impossibili da curare per ragioni climatiche od ambientali.
10 anni di DRC
Omar Ongaro della FIFA ha valutato
positivamente i 10 anni di operatività
della DRC, la camera di risoluzione delle controversie a composizione mista
che ha sede presso la FIFA e presso la
quale l’AIC è validamente rappresentata
dall’avv. Michele Colucci. L’esame delle
sentenze dimostra che meno del 20%
delle decisioni è stato appellato al CAS
e, di queste, solo una ridotta percentuale è stata riformata. I suggerimenti ed
osservazioni che, secondo Ongaro, si
possono trarre dal primo decennio di
vita della DRC sono, in sintesi e suddivisi per argomenti: a) Training Compensation: il caso Bernard insegna che
alcune parti del Regolamento FIFA per
lo Status ed i Trasferimenti possono e
devono essere rivedute, e che i minori vanno ulteriormente protetti anche
aumentando gli importi dell’indennità di
formazione; b) Art. 17 Reg. FIFA: la risoluzione del contratto al termine del c.d.
periodo protetto (caso De Sanctis docet) non deve essere interpretata quale
espediente per consentire un “guadagno” ingiusto per il club e vanno quindi
individuati criteri effettivamente oggettivi che non snaturino gli effetti dell’istituto; c) Transfer Period: vanno considerate le necessità dei calciatori svincolati
che quindi devono essere autorizzati a
ritesserarsi prevedendo delle eccezioni
ad hoc che verranno introdotte a breve
nel Reg. FIFA; d) CAS: è opportuna la
creazione di una chambre, e cioè di un
collegio, dedicata esclusivamente al calcio con proprie liste distinte di arbitri e
presidenti. Inoltre, è opportuno limitare
la produzione de novo di documentazione che, nella sostanza, ha effetti spesso
pregiudizievoli per le parti.
L’intervento di Omar Ongaro è stato
integrato dal quello dell’ex presidente
della FIFPro Philippe Piat, per il quale la
DRC lavora sostanzialmente bene ma
che ha accentuato le critiche da rivolgere
al CAS: malgrado i precisi indirizzi rivolti dalla Commissione Europea alla FIFA,
i lodi sono spesso basati sull’utilizzo di
criteri estremamente discutibili (vedasi i
casi Kakuta e De Sanctis) e pertanto la
FIFPro continuerà a chiedere che il suo
regolamento si conformi a quello della
DRC, di cui è organo di secondo gra-
do, e quindi con collegi composti da un
presidente scelto dagli arbitri e questi
ultimi scelti dalle parti accedendo a liste
distinte (clubs e calciatori).
Inoltre, si deve creare una sezione del
CAS che si occupi solo di calcio.
L’AIC nella FIFPro e nelle Commissioni tecniche
Dal 2010 l’avv. Grosso è Presidente della
FIFPro nonché membro del Trust FIFPro
(organismo di controllo della holding
commerciale) e del Comitato Strategico
UEFA, una struttura che comprende rappresentanti dell’UEFA, delle federazioni
nazionali, della FIFPro, delle leghe delle
società e dei club europei.
L’AIC è inoltre presente in alcune importanti commissioni di lavoro: Stefano Sartori è membro del Regulations Committee,
una commissione che si occupa di normativa internazionale, statutaria e regolamentare, e di uno dei Social Dialogue Working
Groups, i gruppi di lavoro a composizione
mista con sede presso gli uffici della Commissione Europea a Bruxelles che hanno il
compito di dirigere e programmare l’implementazione di un contratto collettivo
applicabile nei paesi membri dell’UE che
attualmente ne sono privi.
Gianfranco Serioli è membro del Financial
Committee, che controlla il bilancio della
FIFPro istituzione e della holding commerciale ed esprime le proprie valutazioni
su tutte le attività che comportano un impegno economico da parte della FIFPro.
Infine, Nicola Bosio si occupa dell’organizzazione della selezione italiana
che partecipa al FIFPro Tournament ed
Alessia Chemello partecipa alle riunioni
della FIFPro Online Academy, la commissione che sta studiando la possibilità
di implementare a livello europeo dei
corsi di formazione post carriera per
calciatori ed ex calciatori.
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calcio e legge
di Stefano Sartori
Le principali innovazioni
Accordo Collettivo
tra Aic e Lega S
Riportiamo a margine il commento sulle principali innovazioni rispetto al testo dell’accordo collettivo scaduto il 30
giugno 2010
Art. 2
Forma del contratto individuale - Patti limitativi della libertà
professionale
Art. 2.1.: il contratto va sottoscritto
non più in 6 esemplari ma in soli 3: 1 di
competenza della Società, 1 del Calciatore e 1 da depositare presso la Lega a
cura della Società.
Art. 2.3.: calciatore e società hanno la
facoltà di concordare il recesso anticipato dal contratto purché siano rispettate le seguenti condizioni:
- il diritto sia reciprocamente concesso, cioè previsto a favore di entrambe
le parti;
- la durata del contratto sia superiore a
due stagioni sportive;
-il diritto a risolvere sia esercitabile
unicamente in relazione all’ultima stagione del contratto;
-sia previsto per entrambe le parti,
quale condizione per esercitare il
diritto, il versamento di un importo
lordo da quantificare al momento della sottoscrizione del contratto;
- al momento della sottoscrizione del
contratto il calciatore abbia compiuto
28 anni;
- la parte che vorrà esercitare il diritto dovrà darne comunicazione scritta
a mezzo raccomandata a.r., entro e
non oltre il termine perentorio del 30
aprile della penultima stagione sportiva prevista dal contratto.
Art. 3 - Deposito
3.1.: il termine per il deposito del contratto da parte della società passa da 5
a 10 giorni dalla sottoscrizione e la Lega
è tenuta a trasmettere tutti i contratti
alla FIGC per la relativa approvazione.
3.2.: se la società non deposita il contratto entro 10 giorni, può provvedervi
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direttamente il calciatore entro il termine di 20 giorni dal ricevimento della
comunicazione del mancato deposito
effettuata dalla società. In mancanza di
tale comunicazione, il calciatore potrà
provvedere direttamente al deposito
non oltre il termine di 90 giorni dalla
sottoscrizione.
Art. 4 - Retribuzione
4.1. e seguenti: la parte variabile della retribuzione nonché la corresponsione dei
premi collettivi viene legata anche a risultati non sportivi individuali del calciatore
(es., rispetto di requisiti comportamentali, utilizzo divisa sociale, ecc.).
4.1.: la parte variabile della retribuzione,
legata cioè al conseguimento di risultati sportivi individuali o di squadra, non
poteva essere superiore al 50% (cinquantapercento) della parte fissa. Con il
nuovo accordo, per ogni stagione sportiva, non può invece essere superiore:
-al 100% della parte fissa annua, se
questa sia concordata fino ad €
100.000;
- senza alcuna limitazione nel caso in cui
la parte fissa annua sia superiore ad €
100.000 o nel caso di stipula del primo
contratto da professionista.
4.2.: se si tipula un contratto pluriennale la retribuzione deve essere indicata
obbligatoriamente per ciascuna stagione sportiva e per ciascuna categoria
professionistica.
4.4.: il deposito dei premi collettivi deve
avvenire entro 20 giorni dalla chiusura del
periodo dei trasferimenti di gennaio.
Art. 5
Pagamento della retribuzione
5.2..: il pagamento della parte fissa dello
stipendio mensile va effettuato non più
entro il primo giorno ma entro il giorno
20 del mese successivo.
5.2.: la parte variabile della retribuzione
maturata entro la fine del girone d’andata, salvo specifico accordo, deve essere corrisposta unitamente alla prima
mensilità successiva alla fine del girone
medesimo; la parte variabile maturata
dopo la fine del girone d’andata deve essere corrisposta unitamente alla mensilità di giugno.
5.3.: il pagamento dello stipendio mensile
al calciatore deve essere effettuato esclusivamente tramite bonifico presso l’istituto bancario indicato dal calciatore all’atto
della sottoscrizione del contratto o comunicato successivamente alla società.
5.4.: in caso di morosità di oltre un
mese nel pagamento della retribuzione,
la rivalutazione monetaria e gli interessi
legali ai quali ha diritto il calciatore si
devono calcolare non più sull’importo
lordo ma su quello netto.
Art. 8
Limiti allo svolgimento di altre
attività
8.1.: il calciatore non può esercitare alcuna attività professionale e/o imprenditoriale senza il preventivo consenso scritto
della società, mentre nel vecchio testo
era previsto che il calciatore non dovesse chiedere alcuna autorizzazione e non
potesse svolgere le sole attività incompatibili con quella agonistico - sportiva.
8.2.: l’autorizzazione allo svolgimento di
altra nuova attività lavorativa o imprenditoriale può essere negata se l’attività
è incompatibile con l’esercizio dell’attività professionale agonistico-sportiva.
L’eventuale diniego della società dovrà
essere motivato e comunicato al calciatore entro 45 giorni dal ricevimento della richiesta di autorizzazione.
Trascorso tale termine senza alcuna
calcio e legge
Aumentati
I minimi retributivi
Serie B
comunicazione, l’autorizzazione si intenderà concessa. Infine, si deve considerare che la nuova disposizione non si
applicherà alle attività che sono già in
corso al momento dell’entrata in vigore
dell’Accordo.
8.3.: se la società rifiuta di concedere
l’autorizzazione, il calciatore ha il diritto
di rivolgersi al Collegio Arbitrale (CA)
che, con rito accelerato, esprimerà la
propria valutazione sulla compatibilità
dell’attività extra-sportiva.
Art. 11
Inadempimenti del Calciatore e
clausole penali.
11.1. e seguenti: al contrario di quanto
previsto negli accordi scaduti, entro 20
giorni dalla conoscenza del fatto che
si intende contestare, la società ha la
facoltà di irrogare autonomamente la
multa a condizione che l’importo non
superi il 5% dello stipendio mensile
lordo. Il provvedimento è impugnabile
al CA entro 15 giorni dal ricevimento
della sanzione.
11.3.: nel caso in cui la società si rivolga
invece al CA, l’importo massimo della
multa non può superare il 25% di 1/12
del compenso annuo lordo (in precedenza era il 30%) mentre, in caso di cumulo di più infrazioni commesse nello
stesso mese, l’importo scende dal 60%
al 50 %.
11.4., lett. i): la riduzione dei compensi
in caso di squalifica irrogata dagli organi
nazionali ed internazionali della giustizia
sportiva, il cui importo massimo rimane
commisurato al 50% della retribuzione
dovuta per il periodo (sola parte fissa),
non potrà essere applicata qualora il
calciatore dimostri che la squalifica è
stata comminata a seguito di comportamenti tenuti nell’esclusivo interesse
sportivo della squadra (ad esempio, nel
caso di fallo da ultimo uomo).
11.4., lett. i): in tutti i casi non derivanti
I minimi retributivi sono stati incrementati e prevedono:
a)per i giovani di serie in addestramento tecnico (art. 33.2. NOIF),
un importo pari ad € 13.000 lordi
annui al posto di 11.307;
b)per i professionisti, a partire dalla stagione sportiva che ha inizio
nell’anno in cui il calciatore compie anagraficamente il 24° anno di
età: € 27.000 lordi annui al posto
di € 24.838.
Per quanto riguarda i calciatori giovani di serie che abbiano compiuto i
16 anni di età ai quali la società intenda offrire un contratto o che
conseguono il diritto al primo contratto per aver disputato almeno 12
gare di campionato o coppa (ex art.
33.3. NOIF), sono stati determinati
dei corrispettivi minimi annui dal seguente importo:
a)€ 15.000 annui lordi per il periodo
che va dal compimento del 16° anno
di età fino al termine della stagione
sportiva in cui compie 19 anni;
da squalifica subita dal calciatore, la riduzione della retribuzione potrà riguardare anche la parte variabile ma sarà
comunque sempre limitata al 50% delle
retribuzione dovuta per il periodo.
11.4., lett. iii): la riduzione dei compensi
derivante da squalifica per doping, illecito sportivo o scommesse, in alternativa alla risoluzione del Contratto, può
essere pari all’intera retribuzione, fissa
e variabile, dovuta per il periodo di durata della squalifica.
11.6.: ottenuta la risoluzione del contratto nei confronti di calciatore tesserato a seguito di cessione temporanea
del contratto o di compartecipazione,
alla risoluzione consegue il diritto della
società cedente di pretendere il ripristino, entro 15 giorni decorrenti data di
risoluzione, dell’originario rapporto con
il calciatore.
Art. 20 - Indennità di fine carriera
– Fondo di Solidarietà
Al Fondo di Solidarietà, in via di costituzione, sarà versato un contributo a
carico del calciatore pari allo 0,50% da
calcolarsi sulla retribuzione annua lorda
fatto salvo il rispetto delle disposizioni
in materia fiscale e previdenziale.
Art. 13 – Morosità
13.4.: decorso il termine di 20 giorni senza che la società abbia sanato
la mora, il calciatore, per ottenere la
risoluzione del Contratto, deve ricorrere al Collegio Arbitrale entro e non
oltre il trentesimo giorno successivo.
Nel solo caso in cui la morosità persista anche oltre tale termine, può ricorrere al Collegio entro e non oltre il
giorno 20 giugno della stagione sportiva in corso al momento della richiesta
di risoluzione.
Infine, per il periodo che decorre
dalla stagione sportiva che ha inizio
nell’anno in cui il calciatore compie
anagraficamente il 20° anno di età
fino al termine della stagione sportiva che ha inizio nell’anno in cui il
calciatore compie anagraficamente il
23° anno di età:
a)€ 20.000 lordi annui.
Art. 23 - Durata
23.2.: l’accordo avrà efficacia fino al 30
giugno 2014
Art. 24
Norme transitorie e finali
24.2.: in caso di promozione o retrocessione, il rapporto di lavoro verrà regolamentato dal diverso accordo collettivo
della categoria di appartenenza.
24.4.: Il Regolamento del Collegio Arbitrale sarà definito secondo i seguenti
principi: a) l’arbitrato sarà irrituale; b) vi
sarà sede unica del CA a Milano, presso
la sede della LNP-B; c) LNP-B e A.I.C. individueranno di comune accordo i componenti la Segreteria del Collegio e un’unica lista di tre arbitri, all’interno della
quale – in mancanza di diverso accordo
tra gli arbitri di parte – sarà sorteggiato
a cura della Segreteria del CA l’arbitro
che fungerà da Presidente del Collegio;
d) ciascuna delle parti nominerà il proprio arbitro, scegliendolo tra magistrati
o avvocati anche non più in attività.
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l’incontro
Come stai?
Fabio Firmani,
“emigrante” in Cina
Dopo il campionato giocato in Cina, adesso è in Italia. A ricaricare le batterie da una parte, per decidere che fare
dall’altra. Dice che lì in Cina lo aspettano, che potrebbe insomma tornarci, che con quella squadra, lo Shaanxi Chanba
di Xian (“dieci milioni di persone e lo si vede poche volte l’azzurro del cielo come qui a Roma”), ha avuto modo di tornare a sentirsi forte e pure utile, lui italiano a “esportare” professionalità, soprattutto sul modo di stare in campo e
sul come fare le cose.
Fabio Firmani è dunque andato “di là”, provando cosa poi voglia dire andare a giocare in un mondo strano e diverso.
Dice che si sente arricchito e che di sicuro il tutto gli servirà specie per il dopo, quando insomma avrà davvero a che
fare con “la vita vera”. Avanti.
“La prima volta che sono andato via
dall’Italia è stata dopo il secondo infortunio al ginocchio. Ero alla Lazio, avevo
bisogno di giocare, di fare delle partite,
insomma di recuperare e saltò fuori
quell’opportunità di Dubai. Allora ci
andai, tra l’altro non so perché negli almanacchi scrivono che ne ho fatta solo
una di partita; non è così, di partite ne
ho giocate 12 (con un gol), in tutto ci
sono stato quattro mesi. Prima che arrivasse questa proposta dalla Cina, ne
avevo avuto altre, anche abbastanza ricche, da paesi europei. Ma non mi avevano mai interessato, mi attirava di più
qualcosa di “strano e diverso” e adesso
che l’ho fatta sono proprio contento
di questa esperienza, soprattutto sul
piano della mia crescita come persona
e pure sul piano professionale. Credo
che nel futuro che abbiamo davanti sarà
fondamentale sapersi muovere, andare
a conoscere posti e culture differenti e
dopo le esperienze che ho fatto, penso
che se un giorno allenerò, come vorrei
fare, il tutto mi aiuterà per sapermela
cavare, per provare veramente a
capire le varie mentalità, in questo
calcio sempre più misto a cui sempre più dovremo abituarci. La realtà sta infatti cambiando e a chiunque ne abbia la possibilità, consiglio
di andare, di aprire gli occhi, potendo portare all’estero un prodotto
italiano quale è la professionalità di
questo nostro calcio, in particolare
sul piano tecnico/tattico, là dove io
sono convinto che noi si sia davvero preparati e all’avanguardia. Parlo
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di giocatori ma anche allenatori, sì, allenatori italiani che sappiano insomma
insegnare come stare in campo”.
“Come detto è un’esperienza che consiglio, certo però che non è così semplice, diciamo che è “differente”. Non è
per tutti insomma dato che di sacrifici
se ne devono fare e non da poco. In Italia siamo più “ovattati”, ci sono cose che
potrebbero non piacere, i loro regolamenti sono più ferrei di quel che siamo
abituati qui, non ci sono i nostri “lussi”.
Ci vuole spirito di sacrificio e di adattamento, sei tu che devi cercare di capire
come lo vivono loro il calcio, non è l’incontrario. Devi dunque capire quello di
cui gli altri hanno bisogno, non sei tu
che devi chiedere o avere. Sì, penso di
essere stato per loro un modello, ecco,
specie per i più giovani che tuttora mi
scrivono email su email. Con quelli più
anziani c’era invece un po’ più
di cautela, certo
che mi guardavano, stavano attenti a
quel che facevo e come lo facevo, me
ne accorgevo, ma senza chiedermi mai
nulla direttamente. A fine campionato
credo insomma d’aver lasciato il segno
di un professionista venuto a lavorare,
facendolo per bene”.
“Il campionato per tre quarti per noi è
stato buono, l’obiettivo era quello del
quarto posto, peccato per gli ultimi due
mesi dove non abbiamo fatto bene; siamo arrivati così a metà classifica, tra
l’altro ne hanno cambiati tre di allenatori. Grandi impianti e soprattutto c’è
parecchia gente che va allo stadio. Soldi
e strutture non sono insomma dei problemi per loro, quel che non c’è invece è lo spogliatoio come lo intendiamo
noi, proprio come luogo di socializzazione. Dovunque vai infatti, tanto per
dirne una, la doccia non la si fa lì dove
ci si allena ma ognuno nella sua camera d’albergo. In pratica loro vivono una
stagione tutta in ritiro, in albergo, loro
sono contenti e felici, ma per come
siamo abituati noi, impossibile da fare.
Così ho preferito andare in affitto, organizzandomi per arrivare in tempo per
le convocazioni, con un autista che mi
aiutava, anche per le cose di tutti i giorni. Certo che la comunicazione è un bel
problema, qualche giovane lì della
squadra parlava in inglese, così parlavo con loro e quando c’era bisogno allora interveniva il traduttore.
Il loro è un calcio tecnico, hanno
parecchia abilità a livello individuale
e anche sul piano fisico hanno tutti