Presentazione di PowerPoint - "PARTHENOPE"
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Presentazione di PowerPoint - "PARTHENOPE"
Lezione 10 Ambiente, Mercato e Settore prof.ssa Clara Bassano Corso di Economia e Gestione delle Imprese A.A. 2005-2006 Impresa, ambiente e mercato Nei sistemi aperti interscambio con: l’ambiente ossia il contesto generale all’interno del quale l’impresa è chiamata a svolgere le sue funzioni Impresa, ambiente e mercato Questo contesto è definito da una serie di condizioni politiche, legislative, sociali, culturali ed economiche, che determinano il sistema di vincoliopportunità entro cui dovrà trovare sviluppo l’attività aziendale • Ambiente o contesto generale: – Politico-istituzionale • forma di governo, ordinamento legislativo, … – Culturale-tecnologico • tradizioni, costumi, arte, tecnologia, … – Demografico-sociale • struttura della popolazione, relazioni fra individui e gruppi … – Economico • sistema generale dell’economia, meccanismo di regolazione della vita economica, modalità di organizzazione accentrata o decentrata dei mezzi di produzione, economia di mercato, economia di piano, … • Ambiente o contesto specifico: – Ambiente transazionale • gerarchie e mercati; scelte di make or buy; Williamson – Ambiente competitivo • scelte del mercato da soddisfare, segmenti, nicchie • collegamenti con soggetti fornitori di risorse input o acquirenti dei propri output: • mercato del lavoro • mercato della produzione (materie prime, semilavorati, impianti, …) • mercato finanziario • mercato di vendita Mercati di produzione Mercato del lavoro Ambiente transazionale Mercato finanziario IMPRESA Clienti serviti Ambiente competitivo Imprese concorrenti Sistema economico Sistema tecnologico Sistema socio-demografico Sistema politico-istituzionale Una possibile definizione di Mercato Il complesso degli atti di scambio che si manifestano o che potrebbero manifestarsi in rapporto ad un determinato prodotto e in un certo ambito territoriale Modi di classificazione delle forme di mercato • A.1. grado di concentrazione della domanda: • Monopsonio • Oligopsonio • Domanda polverizzata • A.2. grado di elasticità della domanda • A.3. grado di differenziazione della domanda (segmentazione) Modi di classificazione delle forme di mercato • • • B.1. grado di concentrazione dell’offerta (estremi, teorici): monopolio (naturale, legale), oligopolio concorrenza perfetta: – atomizzazione dell’offerta – omogeneità dei prodotti e dei venditori – trasparenza del mercato – libertà d’ingresso nel mercato Modi di classificazione delle forme di mercato • • • • • • B.2. grado di differenziazione dei prodotti: Che i prodotti offerti sul mercato siano omogenei è un caso particolare: in prevalenza non lo sono (caratteri distintivi: prodotto fisico, tecnico, estetico o semplicemente psicologico – immagine di marca). Dunque dal concetto di mercato si passa a tanti sub-mercati, entro certi limiti distinguibili. La posizione differenziata è tuttavia relativa, perché: I vantaggi della differenziazione possono essere bilanciati da altri strumenti concorrenziali (es. prezzo) I requisiti distintivi del prodotto possono essere annullati per imitazione da parte dei concorrenti Modi di classificazione delle forme di mercato • B.2. grado di differenziazione dei prodotti: • Forme prevalenti di mercato: • concorrenza monopolistica – (in uno stesso mercato sono compresenti elementi concorrenziali e di monopolio) • oligopolio differenziato – (se in quel mercato sono presenti pochi imprenditori) Modi di classificazione delle forme di mercato • • • • B.3. barriere alla concorrenza: barriere all’entrata • i) economie ottenibili nelle funzioni di gestione • ii) disponibilità di brevetti o know how • iii) scarsezza di fattori produttivi essenziali • iv) differenziazione dei prodotti barriere all’uscita barriere interne o di mobilità Barriere all’entrata • 1. economie ottenibili nella gestione: di dimensione (scala): • abbassamento dei costi unitari di produzione e di vendita al raggiungimento di determinati volumi di operazioni; sono ottenibili non solo in fase di trasformazione tecnica dei beni, ma anche nell’approvvigionamento di materie e servizi e di commercializzazione delle produzioni finali Barriere all’entrata • 1. economie ottenibili nella gestione: di organizzazione: • • economie di scopo (di scope – raggio d’azione), o di interrelazione: minori costi associati allo svolgimento in comune di due attività rispetto ai costi necessari per svolgere separatamente le attività (es. impresa commerciale complessa che produce e veicola i prodotti nel suo canale) economie di relazioni (network) Barriere all’entrata • 1. economie ottenibili nella gestione: di specializzazione: • effetto di apprendimento: con il ripetersi delle operazioni, via via si sfruttano meglio le risorse aziendali (impianti, manodopera, rete vendita, ecc.) e si trae vantaggio da tale specializzazione Barriere all’uscita vincolando le imprese a permanere nel mercato, finiscono per irrigidire ed alterare i comportamenti concorrenziali esempi: • vincoli sociali (tutela dell’occupazione, ostacoli all’estinzione, fallimento o liquidazione); • vincoli economici (difficoltà di disinvestimento) Possono essere interpretate come barriere all’entrata, dissuadendo i nuovi entranti ad inserirsi in un contesto con tali rigidità Barriere interne o di mobilità Lo spostamento nell’ambito dello stesso settore è influenzato dalle possibilità di superare le barriere interne esistenti (di tipo competitivo: integrazioni orizzontali, variazioni di posizionamento, …) - differenziazione dei prodotti - Equilibrio tra domanda e offerta • mercato del venditore (D>O) l’offerta ha maggior peso negoziale • mercato del compratore (D<O) la domanda ha maggior peso negoziale • Mercato: – È l’insieme degli acquirenti e dei venditori di un determinato prodotto/servizio • Settore (o industry): – È l’insieme dei produttori di un certo prodotto/servizio (settore merceologico e settore economico) • Filiera di produzione: – È la catena verticale degli operatori che partecipano alla produzione di un certo prodotto/servizio Il paradigma “Struttura – Condotta – Risultati” – I risultati dell’azione d’impresa dipendono dal comportamento imprenditoriale che è vincolato dalla “struttura del settore” nel quale l’impresa opera – Le maggiori critiche a tale impostazione (effetto di numerose analisi empiriche) fanno riferimento alle capacità delle imprese, attraverso percorsi strategici vincenti, di modificare la struttura del settore (Condotta – Struttura – Performance) La teoria dei “costi di transazione” – Da cosa dipendono i confini dell’organizzazione? Perché un’impresa decide di attrezzarsi per compiere certe attività e per altre preferisce rivolgersi al mercato? – Il concetto di organizzazione è assai più vasto di quello di burocrazia, potendosi estendere oltre i confini classici di questa (rapporti gerarchici), verso forme ibride o intermedie (reti), o verso forme di mercato – L’impresa non è vista più solo come funzione della produzione, identificata dai confini fisici della sua organizzazione gerarchica La teoria dei “costi di transazione” – L’estensione delle fasi produttive in verticale secondo la visione classica è un problema di proprietà del ciclo produttivo – La massima estensione copre l’intero ciclo, dalla fase estrattiva delle materie prime al collocamento del prodotto finale sul mercato di consumo – Poi si sviluppano processi di deverticalizzazione, specializzazione produttiva, affidamento all’esterno di lavorazioni e forniture, – con conseguente risparmio di quote rilevanti di costo del lavoro La teoria dei “costi di transazione” – Nel modello classico il problema dell’impresa industriale era cosa e quanto produrre – Nel modello transazionale l’impresa ha una duplice alternativa: produrre al suo interno o comprare sul mercato (make or buy) La teoria dei “costi di transazione” – Unità elementare di analisi non è più il bene prodotto, bensì la transazione, ovvero l’insieme delle varie forme contrattuali che l’impresa può stipulare, con fornitori esterni di prodotti piuttosto che con la forza lavoro, in forma stabile oppure precaria – Non è più la tecnologia fattore primario nella fissazione del confine dell’impresa (divisibilità degli impianti produttivi tra più imprese) – Dalla proprietà al controllo dei mezzi di produzione La teoria dei “costi di transazione” Distingue due tipi di costi: – I costi di produzione, relativi ai processi di trasformazione fisica (i soli considerati dall’economia classica) – I costi di transazione, necessari per stipulare e gestire un contratto (cercare la controparte, condurre la trattativa, stipulare il contratto, far rispettare il contratto, costi legali nel caso di vertenze, costi normali di controllo sull’esecuzione della prestazione) La valutazione di convenienza tra produrre all’interno e comprare dall’esterno dovrà dunque tener conto di entrambe le categorie Evoluzione dell’ambiente e “fattori di competitività”: – Efficienza funzionale (interna) e del sistema interaziendale (esterna) – Capacità di innovazione – Creazione di “meccanismi di difesa” del vantaggio competitivo dall’imitazione – Risorse (tangibili e intangibili), competenze e capacità – Elasticità e flessibilità