Sogno di una notte di mezza estate
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Sogno di una notte di mezza estate
Sogno di una notte di mezza estate Johann Heinrich Fussli Titania e Bottom, Bottom 1786-1789 London, Tate Gallery i Classici in vacanza Suggerimenti di lettura a cura della Biblioteca Classense Bibliografia aggiornata al 20/07/07 Moby Dick / Hermann Melville ; [con un saggio di Harold Bloom ; a cura di Pina Sergi!. - Milano : BUR classici moderni, 2004. - XXIX, 706 p. ; 18 cm. DEWEY 813.3 MELVILLE 007 Inv. 416927 Chiamatemi Ismaele. Qualche anno fa – non importa ch’io vi dica quanti – avendo poco o punto denaro in tasca e niente che particolarmente m’interessasse a terra, pensai di mettermi a navigare per un po’, e di vedere così la parte acquea del mondo. Faccio in questo modo, io, per cacciar la malinconia e regolare la circolazione. Ogniqualvolta mi accorgo di mettere il muso; ogniqualvolta giunge sull’anima mia un umido e piovoso novembre; ogniqualvolta mi sorprendo fermo, senza volerlo, dinanzi alle agenzie di pompe funebri o pronto a far da coda a ogni funerale che incontro; e specialmente ogniqualvolta l’umor nero mi invade a tal punto che soltanto un saldo principio morale può trattenermi dall’andare per le vie col deliberato e metodico proposito di togliere il cappello di testa alla gente – allora reputo sia giunto per me il momento di prendere al più presto il mare… Via dalla pazza folla / Thomas Hardy ; introduzione di Attilio Bertolucci ; traduzione di Piero Jahier e Maj-Lis Rissler Stoneman. - 8. ed. - [Milano] : Garzanti, 2002. - XV, 443 p. : 1 ritr. ; 18 cm. DEWEY 823.8 HARDY 003 Inv. 376954 Quando il fittavolo Oak sorrideva, gli angoli della bocca gli si allargavano fino a trovarsi a esigua distanza dagli orecchi; gli occhi gli si riducevano a due fessure; e apparivano loro interno certe grinze divergenti che si stendevano sulla sua fisionomia come i raggi di un rudimentale abbozzo di sole nascente. Di nome si chiamava Gabriele, e nei giorni feriali era un giovanotto di giudizio, di movimenti sciolti, abiti decenti e generalmente buona condotta. La domenica era uomo di idee nebulose, piuttosto portato a differire le cose, e imbarazzato dai suoi abiti festivi e dal suo ombrello… Cime tempestose / Emily Bronte ; traduzione di Margherita Giacobino. - Milano : Frassinelli, [1995]. - 431 p. ; 20 cm. DEWEY 823.8 BRONTE EMILY 001 Inv. 334385 1801. Sono appena ritornato da una visita al mio padrone di casa, il solo e unico vicino dal quale sarò infastidito. Che bella zona è questa! In tutta l’Inghilterra, non credo che avrei potuto trovare un altro posto così totalmente distaccato dal trambusto della vita sociale. Un perfetto paradiso per misantropi; e il signor Heathcliff e io siamo la coppia giusta per spartirci questa desolazione. Che tipo interessante! Certo non immaginava quale simpatia mi ha suscitato in cuore quando, avvicinandomi a cavallo, ho visto i suoi occhi neri ritrarsi così sospettosamente sotto le sopracciglia, e quando le sue dita, mentre annunciavo il mio nome, si sono sprofondate risolutamente sotto il panciotto. “Signor Heathcliff!” dissi. Per tutta risposta, un cenno con la testa… 2 Bel-Ami / Guy de Maupassant ; introduzione di Mario Picchi ; traduzione di Giorgio Caproni. - 12. ed. - Milano : Garzanti, 1990. - XXIII, 318 p. : ill. ; 18 cm DEWEY 843.8 MAUPASSANT 007 Inv. 299976 Avuto dalla cassiera il resto alla sua moneta da cinque franchi, Georges Duroy uscì di trattoria. Sfoggiando il suo bel portamento, naturale in parte e in parte posa d’ex sottufficiale, spinse in fuori il petto, s’arricciò i baffi con gesto militaresco divenutogli abituale, e lanciò su quanti erano ancora a tavola una rapida occhiata avvolgente, una di quelle occhiate da bel giovanottone, gittate a tondo come il ghiaccio in mare. Le donne avevan sollevato il capo per guardarlo, tre ragazze di fabbrica, una maestra di pianoforte di mezza età, spettinata, trasandata, sempre col solito cappellino eternamente polveroso e il solito abito sbilenco, e due borghesucce con relativi mariti, abituali clienti della gargotta a prezzo fisso. Sul marciapiede sostò un attimo, immobile, chiedendosi come si sarebbe regolato… Don Chisciotte della Mancia / Miguel De Cervantes ; con le illustrazioni di Gustave Dore ; introduzione di Jorge Luis Borges ; a cura di Roberto Paoli ; traduzione e note di Alfredo Giannini. - Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 2003. - XC, 1327 p. : ill. ; 18 cm. DEWEY 863.3 CERVANTES 002 In. 375957 In un borgo della Mancia, che non voglio ricordarmi come si chiama, viveva non è gran tempo un nobiluomo di quelli che hanno e lancia nella rastrelliera e un vecchio scudo, un magro ronzino e un levriere da caccia. Un piatto di qualcosa, più vacca che castrato, brindelli di carne in insalata, il più delle sere, frittata in zoccoli e zampetti il sabato, lenticchie il venerdì, un po’ di piccioncino per soprappiù la domenica, esaurivano i tre quarti dei suoi averi. Al resto davano fine la zimarra di castorino, i calzoni di velluto per le feste con le corrispondenti controscarpe pur di velluto. Nei giorni fra settimana poi gli piaceva vestire d’orbace del più fino. Aveva in casa una governante che passava la quarantina e una nipote che non arrivava ai venti, più un garzone campiere e pel mercato, che tanto sapeva sellare il ronzino quanto maneggiare il potatoio… La lettera scarlatta / Nathaniel Hawthorne ; traduzione di Carmen Covito. - °Milano! : Sperling paperback, 2003. - 334 p. ; 18 cm. DEWEY 813.3 HAWTHORNE 010 Inv. 370323 Un crocchio di uomini barbuti, in abiti color tristezza e cappelli a pan di zucchero grigio, intervallati da donne con la cuffia e da donne senza cuffia, stava radunato davanti a un edificio di legno la cui porta era pesantemente foderata di quercia massiccia e rinforzata con borchie di ferro. I fondatori di una nuova colonia, qualunque fosse l’utopia di umane virtù e felicità che intendevano perseguire in origine, hanno invariabilmente riconosciuto come la più urgente delle loro necessità pratiche adibire a cimitero un lotto della loro terra vergine e sceglierne un altro per costruire una prigione… 3 L'isola del tesoro / Robert Louis Stevenson ; prefazione di Domenico Scarpa ; traduzione e cura di Lilla Maione ; Il mio primo libro: L' isola del tesoro, di Robert Louis Stevenson. - Milano : Feltrinelli, 2001. - 284 p. ; 20 cm. DEWEY 823. 8 STEVENSON 010 Inv. 346370 Poiché il conte Trelawney, il dottor Livesey, e gli altri gentiluomini di qui, mi hanno chiesto di fare un resoconto scritto di tutti i particolari relativi all’Isola del Tesoro, dal principio alla fine, senza omettere nulla tranne le coordinate dell’isola, e questo solo perché una parte del tesoro è ancora là, prendo la penna nell’anno di grazia 17.., e rivado al tempo in cui mio padre gestiva la locanda “Ammiraglio Benbow”, e il vecchio marinaio abbronzato e sfregiato da un colpo di sciabola, venne a prendere alloggio sotto il nostro tetto. Lo ricordo come fosse ieri, quando giunse arrancando all’ingresso della locanda, con la sua cassa da marinaio che gli veniva dietro in una carriola; un omaccione alto, tarchiato, bruciato dal sole… Delitto e castigo / Fëdor Dostoevskij ; introduzione di Clara Strada Janovic ; traduzione e note di Silvio Polledro. - Milano : BUR, 2000. - XXII, 584 p. ; 19 cm. DEWEY 891.733 DOSTOEVSKIJ 012 Inv. 370053 All’inizio di un luglio straordinariamente caldo, verso sera, un giovane scese per strada dallo stanzino che aveva preso in affitto in vicolo S., e lentamente, come indeciso, si diresse verso il ponte K. Sulle scale riuscì a evitare l’incontro con la padrona di casa. Il suo stanzino era situato proprio sotto il tetto di un’alta casa a cinque piani, e ricordava più un armadio che un alloggio vero e proprio. La padrona dell’appartamento, invece, dalla quale egli aveva preso in affitto quello stambugio, vitto e servizi compresi, viveva al piano inferiore, in un appartamento separato, e ogni volta che egli scendeva in strada gli toccava immancabilmente di passare accanto alla cucina della padrona, che quasi sempre teneva la porta spalancata sulle scale. E ogni volta, passandole accanto, il giovane provava una sensazione dolorosa e vile, della quale si vergognava e che lo portava a storcere il viso in una smorfia. Doveva dei soldi alla padrona, e temeva d’incontrarla… Jane Eyre / Charlotte Bronte ; introduzione di Oriana Palusci ; traduzione di Giuliana Pozzo Galeazzi. - Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 1993. - XLIII, 519 p. ; 18 cm. DEWEY 823.8 BRONTE CHARL 001 bis Inv. 375900 Impossibile uscire a passeggio quel giorno. Avevamo, camminato per un’ora nell’albereta ormai spoglia, durante la mattinata; ma all’ora di colazione (la signora Reed faceva colazione presto, quando non aveva ospiti) il vento freddo aveva ammassato una nuvolaglia così fosca, seguita da una pioggia tanto penetrante, che non era più il caso di pensare a un po’ di esercizio all’aperto, quel pomeriggio. Ma io ne ero contenta; non mi piacevano le lunghe passeggiate, specie nei pomeriggi d’inverno; detestavo ritornare a casa nella luce grigia del crepuscolo, con mani e piedi intirizziti e il cuore triste per i rimproveri di Bestie, la bambinaia, e umiliata dalla consapevolezza della mia inferiorità fisica rispetto a Eliza, John e Georgiana Reed… 4 La Certosa di Parma / Stendhal ; introduzione e note di Antoine Adam ; traduzione di Maria Ortiz ; in appendice Il giudizio di Sainte-Beuve su Stendhal. - Milano! : Biblioteca universale Rizzoli, 2002. - 725 p. : 1 ritr. ; 19 cm. DEWEY 843.7 STENDHAL 002 Inv. 370823 Il 15 maggio 1796, il generale Bonaparte fece la sue entrata in Milano alla testa del giovane esercito che aveva allora allora passato il ponte di Lodi, e fatto conoscere al mondo che, dopo tanti secoli, Cesare ed Alessandro avevano un successore. I miracoli di prodezza e di genialità di cui l’Italia fu testimone risvegliarono in qualche mese un popolo addormentato; ancora otto giorni prima dell’arrivo dei Francesi, i Milanesi non vedevano in essi altro che un’accozzaglia di briganti, abituati a fuggir sempre innanzi alle forze della Sua Imperiale e Reale Maestà: questo almeno ripeteva loro tre volte la settimana un giornaletto non più grande di un palmo, stampato su pessima carta… Viaggi di Gulliver : in vari paesi lontani del mondo / Jonathan Swift ; introduzione di Maria Luisa Astaldi ; traduzione di Ugo Dettore ; con le illustrazioni di Grandville. - Milano : Biblioteca universale Rizzoli, 2001. - 528 p. : ill. ; 19 cm. DEWEY 823.5 SWIFT 002 Inv. 351353 Mio padre aveva una piccola proprietà nel Nottinghamshire; io ero il terzo dei suoi cinque figli. Mi mandò, quattordicenne, al Collegio Emanuel, di Cambridge, e là io rimasi tre anni applicandomi assiduamente agli studi. Ma le spese del mio mantenimento (sebbene godessi di un trattamento ben magro) eran troppo gravose per la sua modesta fortuna; ed io fui costretto a fare il mio noviziato dal signor James Bates, eminente chirurgo di Londra, col quale rimasi quattro anni… La ragazza dagli occhi d'oro / Honoré de Balzac ; introduzione di Lanfranco Binni ; traduzione di Attilio Bertolucci. - Milano : Garzanti, 2004. - LX, 67 p. : 1 ritr. ; 18 cm. DEWEY 843.7 BALZAC 006 Inv. 385313 Uno degli spettacoli più spaventosi che esistano sulla faccia della terra è senza dubbio l’aspetto dei parigini, gente smunta, gialla, terrea, orribile. Che cos’è Parigi se non un vasto campo scosso senza tregua da una tempesta di interessi, sotto cui turbina una messe di uomini che la morte falcia più che in qualsiasi altro luogo della terra e che rinasce sempre più fitta? I loro visi tesi e contratti sprigionano da tutti i pori lo spirito, i desideri, i veleni che riempiono i loro cervelli; non son visi quelli, ma maschere: maschere di debolezza, di forza, di miseria, di gioia e di ipocrisia, estenuate e segnate dal marchio indelebile di un’ansiosa avidità. Che voglion dunque essi: oro o piacere!… 5 Il Maestro e Margherita : Cristo, Pilato, Giuda, Satana, Mosca anni Trenta / Michail Afanas'evic Bulgakov ; introduzione di Giovanni Buttafava ; traduzione di Emanuela Guercetti. - 20 ed. - Milano : Garzanti, 2004. - XXIII, 427 p. ; 18 cm. DEWEY 891.734 BULGAKOV 002 Inv. 418236 Un giorno di primavera, nell’ora di un tramonto straordinariamente caldo, a Mosca, agli stagni Patriarsie, apparvero due signori. Il primo, che indossava un completo estivo sul grigio, era di bassa statura, grasso, calvo, teneva in mano un dignitoso cappello, e sul viso ben rasato erano collocati degli occhiali di dimensioni spropositate con la montatura di corno nero. Il secondo – un giovanotto dalle spalle larghe e dai capelli rossicci e arruffati, con un berretto a scacchi appoggiato sulla nuca – portava una camicia da cow-boy, dei pantaloni bianchi spiegazzati e sandali neri… I Buddenbrook / Thomas Mann ; con un saggio di Marcel Reich-Ranicki ; introduzioni di Luca Crescenzi e Heinrich Detering ; traduzioni di Silvia Bortoli e Margherita Carbonaro. - Milano : A. Mondadori, 2007. - XCV, 1398 p. : ill. ; 18 cm. ((In custodia. DEWEY 833.912 MANN 005.1 Inv. 430248 “Che cos’è?... Che cos’è?...“ “Eh, diavolo, c’est la question, ma très chère demoiselle!” La moglie del console Buddenbrook, seduta accanto alla suocera sul divano dalle linee squadrate laccato di bianco e adorno di una testa di leone dorata, con i cuscini ricoperti di tessuto giallo chiaro, lanciò un’occhiata al marito nella poltrona vicino a lei e andò in aiuto della figlioletta che il nonno teneva sulle ginocchia, accanto alla finestra. “Tony!” disse, “credo che Dio…” E la piccola Antonie, una bambina di otto anni dalla complessione delicata, con un abitino di seta leggerissima e cangiante, la graziosa testa bionda un po’ discosta dal viso del nonno, riflettendo intensamente fissò il centro della stanza con i suoi occhi grigioazzurri e, senza vedere nulla, ripeté una volta ancora: “Che cos’è?”… Tenera è la notte / Francis Scott Fitzgerald ; a cura di Fernanda Pivano. - Torino : Einaudi, stampa 1994. - XVII, 383 p. ; 20 cm. DEWEY 813.52 FITZGERALD 001 Inv. 435031 Sulla bella costa della riviera francese, a mezza strada tra Marsiglia e il confine italiano, sorge un albergo rosa, grande e orgoglioso. Palme deferenti ne rinfrescano la facciata rosata, e davanti a esso si stende una breve spiaggia abbagliante. Recentemente è diventato un ritrovo estivo di gente importante e alla moda; dieci anni fa, quando in aprile la clientela inglese andava verso il Nord era quasi deserto. Ora molte villette vi si raggruppano intorno; ma quando questa storia incomincia, soltanto i tetti di una dozzina di vecchie ville marcivano come ninfee in mezzo ai pini ammassati tra l’Hotel des Etrangers di Gausse e Cannes, cinque miglia più in là… 6 La coscienza di Zeno / Italo Svevo ; introduzione di Gabriella Contini ; prefazione di Eduardo Saccone. - 14. ed. - [Milano] : Garzanti, 2003. - XLI, 425 p. ; 18 cm. DEWEY 853.912 SVEVO 001 bis Inv. 368724 Io sono il dottore di cui in questa novella si parla talvolta con parole poco lusinghiere. Chi di psico-analisi s’intende, sa dove piazzare l’antipatia che il paziente mi dedica. Di psico-analisi non parlerò perché qui entro se ne parla già a sufficienza. Debbo scusarmi di aver indotto il mio paziente a scrivere la sua autobiografia; gli studiosi di psico-analisi arricceranno il naso a tanta novità. Ma egli era vecchio ed io sperai che in tale rievocazione il suo passato si rinverdisse, che l’autobiografia fosse un buon preludio alla psico-analisi. Oggi ancora la mia idea mi pare buona perché mi ha dato dei risultati insperati, che sarebbero stati maggiori se il malato sul più bello non si fosse sottratto alla cura truffandomi del frutto della mia lunga paziente analisi di queste memorie. Le pubblico per vendetta e spero gli dispiaccia… Le bostoniane / Henry James ; introduzione di Guido Fink ; traduzione integrale di Marcella Bonsanti. - Roma : Biblioteca economica Newton, 2005. - 399 p. ; 22 cm. DEWEY 813.4 JAMES 022 Inv. 435041 “Olive scenderà tra una decina di minuti; m’ha incaricata di dirvelo. Una decina: è proprio tipico di Olive. Non saranno cinque né quindici minuti, e nemmeno dieci precisi, ma nove o undici. Non mi ha però incaricata di dirvi ch’era contenta di conoscervi, perché ancora non sa se lo è o non lo è, e per nulla al mondo vorrebbe esporsi al rischio di dire una frottola. E’ molto sincera, la nostra Olive Chancellor, piena di rettitudine. Nessuno dice frottole, a Boston; la gente di qui, non riesco davvero a capirla. Io, comunque, sono contentissima di conoscervi”. Queste parole furono pronunciate con grande loquacità da una donna belloccia, paffuta, sorridente, al suo ingresso in un salotto stretto e lungo, dove un ospite, che aspettava da alcuni momenti, era assorto nella lettura d’un libro… L'ultimo dei Mohicani / James Fenimore Cooper ; traduzione di Fernanda Pivano; con un saggio di D. H. Lawrence ; nota introduttiva di Daniela Guglielmino. - Torino : Einaudi, stampa 1992. - XXI, 384 p. ; 20 cm. DEWEY 813.2 COOPER 002 Inv. 435044 Era una caratteristica delle guerre coloniali del Nordamerica che si dovessero incontrare le fatiche e i pericoli della foresta vergine prima delle forze nemiche. Un’ampia e apparentemente impervia barriera di foreste divideva i possedimenti delle province francesi e inglesi nemiche. Gli arditi colonizzatori, e gli europei esercitati che combattevano al loro fianco, spesso passavano mesi a lottare contro le rapide dei torrenti o a valicare gli scoscesi passi dei monti in cerca di un’opportunità di mostrare il loro coraggio in un conflitto più marziale. Ma emulando la pazienza e l’abnegazione degli esperti guerrieri indigeni, impararono a superare ogni difficoltà… 7 Le affinità elettive / Wolfgang Goethe ; con un saggio di Thomas Mann ; traduzione e nota introduttiva di Massimo Mila. - Torino : Einaudi, ©1996. - XXV, 330 p. ; 20 cm. DEWEY 833.6 GOETHE 008 Inv. 435013 Edoardo – chiameremo con questo nome un ricco barone nel fiore dell’età virile – aveva trascorso la più bella ora d’un pomeriggio d’aprile nel suo frutteto, per innestare su tronchi giovani certe marze che aveva da poco ricevuto. La sua bisogna era appunto terminata; egli aveva riposto gli arnesi nel loro astuccio e contemplava con soddisfazione il proprio lavoro, quando si avanzò il giardiniere e si compiacque per la zelante collaborazione del padrone. - Non ha visto mia moglie? – chiese Edoardo, mentre si disponeva ad andar oltre. - Lassù nei nuovi fabbricati, - rispose il giardiniere. Quest’oggi si termina la capanna di musco che ella ha fatto costruire presso la roccia, di fronte al castello… Novantatré / Victor Hugo ; a cura di Francesco Saba Sardi. - Milano : A. Mondadori, 1995. - LV, 369 p. ; 18 cm DEWEY 843.8 HUGO 006 Inv. 341791 Negli ultimi giorni di maggio del 1793, uno dei battaglioni parigini portati in Bretagna da Santerre rastrellava il temibile bosco della Saudraie nell’Astillé. Gli uomini non erano più di trecento: l’aspra guerra decimava il battaglione. Era l’epoca in cui, dopo l’Argonne, Jemappes e Valmy, del primo battaglione di Parigi, composta da seicento volontari, ne rimanevano ventisette, del secondo trentatré e del terzo cinquantasette. Tempo di epiche lotte… Anna Karenina / Lev Tolstoj ; traduzione di Leone Ginzburg ; prefazione di Natalia Ginzburg. - Torino : Einaudi, 1993!. - XV, 887 p. ; 20 cm. DEWEY 891.733 TOLSTOJ 005 Inv. 344391 Tutte le famiglie felici si assomigliano fra loro, ogni famiglia infelice è infelice a suo modo. Tutto era sossopra in casa degli Oblònskije. La moglie era venuta a sapere che il marito aveva avuto un legame con una governante francese ch’era stata in casa loro, e aveva dichiarato al marito che non poteva vivere con lui nella stessa casa. Questa situazione durava già da tre giorni ed era sentita tormentosamente e dagli stessi coniugi, e da tutti i membri della famiglia, e dai familiari. Tutti i membri della famiglia e i familiari sentivano che la loro coabitazione non aveva senso e che le persone incontratesi per caso in una locanda erano più unite fra loro che non essi, membri della famiglia e familiari degli Oblònskije… 8 Le memorie di Barry Lyndon / William Makepeace Thackeray ; a cura di Tommaso Giartosio. - Roma : Fazi, 1996. - 435 p. ; 20 cm. DEWEY 823.8 THACKERAY 004 Inv. 305520 Dai tempi di Adamo in poi, non s’è mai fatto danno a questo mondo senza che ci fosse sotto una donna. E da quando ha avuto origine la nostra famiglia (dev’essere stato molto vicino ai tempi di Adamo – tanto antica, nobile e illustre è la stirpe dei Barry, come tutti sanno), le donne hanno svolto un ruolo cruciale nei destini della nostra stirpe. Immagino che ci non ci sia gentiluomo in Europa che non abbia sentito parlare della casata dei Barry di Barryogue, del regno d’Irlanda: in tutto Gwillim o D’Hozier non si trova nome più famoso del nostro. Benché io, da uomo di mondo, abbia imparato a disprezzare di cuore le pretese di nobiltà di certi impostori che non hanno più sangue blu del lacchè che mi lucida gli stivali… L’educazione sentimentale / Gustave Flaubert. - Milano : A. Mondadori, 2000. - XXXIV, 1893 p. ; 18 cm. (( In custodia. DEWEY 843.8 FLAUBERT 004.2 Inv. 339926 Il 15 settembre 1840, verso le sei del mattino, il Ville-de-Montereau, pronto a salpare, sbuffava grosse spire di fumo davanti al quai Saint-Bernard. Arrivava gente trafelata; barili, cime, cesti di biancheria intralciavano il passaggio; i marinai non davano retta a nessuno; tutti si spingevano; i bagagli venivano issati tra le due ruote e il baccano si stemperava nel fruscio del vapore che, fuoriuscendo dalle lamiere, avvolgeva ogni cosa in una nube biancastra, mentre a prua la campana rintoccava senza interruzione. Finalmente la nave partì; e le due sponde, con i loro magazzini, cantieri e officine, si misero a scorrere come due larghi nastri che si srotolano. Un giovane di diciott’anni, con i capelli lunghi e un album sotto il braccio, se ne stava immobile accanto al timone… 9