Artrite reumatoide della mano Sindrome del tunnel carpale

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Artrite reumatoide della mano Sindrome del tunnel carpale
Schede informative
per il paziente
Artrite reumatoide della mano
Sindrome del tunnel carpale
L’Artrite reumatoide è una malattia autoimmune,
che significa che il sistema immunitario scatena una
risposta di difesa contro il proprio organismo.
Le ragioni profonde per le quali arriva questo errato
segnale che attiva il processo infiammatorio non
sono ancora certe e sono ancora in fase di studio,
anche se si ritiene che possano essere più di una.
Ciò che si conosce ormai molto bene sono invece le
conseguente di queste errate attività autoimmunitaria, che sono costituite principalmente dall’innescarsi
di sostanze che, da una parte costituiscono una difesa, dall’altra sono fortemente pro-infiammatorie.
In questa cascata sono coinvolti prima i linfociti T,
poi le sostanze infiammatorie vere e proprie come le
interleuchine e il Tumor Necrosis Factor (TNF).
Il bersaglio di queste sostanze sono proprio i tessuti
articolari, prima la Sinovia, il “lubrificante” dell’articolazione, poi l’osso stesso che va incontro ad erosione e deformazione.
La malattia tende ad essere piuttosto veloce nei
primi tre anni per poi stabilizzarsi successivamente.
Normalmente è una patologia-cronica ad effetto pulsante: fasi di riacutizzazione si alternano con fasi di
alterazione dei sintomi.
Manifestazioni e sintomi
L’Artrite reumatoide può colpire praticamente tutte
le articolazioni ma le mani sono un bersaglio molto
comune. L’attività è simmetrica per cui segni e dolore sono analoghi nella mano destra e sinistra.
I sintomi più tipici sono il dolore, la rigidità mattutina, la perdita di funzionalità, il gonfiore e in alcuni
casi una deformità articolare tipica dell’artrite reumatoide (non dell’artrosi). Un segno peculiare è
appunto la rigidità dopo un periodo di riposo; occorrono anche molte ore di attività quotidiana per recuperare l’attività dei movimenti della mano e delle dita.
Artrite reumatoide
della mano
La terapia dell’Artrite reumatoide è quindi una terapia combinata, molto personalizzata ma oggi si può
dire sicuramente anche molto efficace.
Diagnosi
Consigli
La diagnosi non è semplicissima; esistono alcuni
esami del sangue specifici che possono confermare i
sospetti dati da RX e dalla sintomatologia ma sono
esami che possono dare sia falsi positivi che falsi
negativi. La diagnosi di Artrite reumatoide sarà
comunque posta quando saranno individuati e riconosciuti alcuni criteri diagnostici essenziali.
• È importante seguire attentamente le prescrizioni
mediche, non bisogna interrompere le terapie anche
se la malattia migliora, se non lo consiglia il medico.
• Non bisogna temere se già in fase iniziale la terapia
è piuttosto aggressiva. Oggi si tende ad iniziare in
questo modo senza aspettare che il quadro .peggiori.
• È utilissimo farsi seguire anche da un fisioterapista che possa dare utili suggerimenti, sia per gli
esercizi, sia per le terapie fisiche di supporto, sia per
l’uso di strumenti quotidiani, come le posate.
Esistono infatti molte proposte di oggetti studiati
appositamente per persone con Artrite reumatoide
delle mani, che possono facilitare le loro attività
giornaliere.
Terapia
Il paziente di Artrite reumatoide oggi può guardare
alla sua malattia con molta più serenità di una
volta. Rimane una malattia complessa, cronica, dolorosa e talvolta anche invalidante, in grado di ridurre
la funzionalità delle mani.
Tuttavia oggi sono disponibili farmaci innovativi in
grado di controllarla o, come si dice, modificarne il
decorso, in senso favorevole.
Questi farmaci nuovi sono i DMARD (Disease
Modifyng Anti-Rheumatic Drugs) , farmaci che per la
prima volta agiscono direttamente sulle sostanze
che generano l’infiammazione come le interleuchine o
il Tumor Necrosis Factor (TNF).
La possibilità di agire a questo livello ha cambiato
radicalmente l’evoluzione e ha migliorato di molto le
aspettative sulla qualità della vita. Esistono e sono
impiegati farmaci attivi sul sistema immunitario,
chiamati immunomodulatori che ottengono risultati
altrettanto importanti. Sono gli stessi farmaci che
si usano per prevenire il rigetto dopo trapianto.
Sono comunque da utilizzare anche terapie che agiscono solo sul sintomo dolore, come gli antinfiammatori, gli antidolorifici, il cortisone, i sali d’oro.
La Sindrome del Tunnel Carpale è una neuropatia frequente, dovuta alla compressione del nervo mediano del
polso nel suo passaggio attraverso il tunnel carpale.
Il tunnel carpale è un canale del polso formato dalle
ossa carpali sulle quali è teso il legamento traverso
del carpo, un nastro fibroso che costituisce il tetto
del tunnel stesso, che collega le ossa del carpo
della mano.
In questo "tunnel" passano strutture nervose tra cui
il nervo mediano ma anche vascolari e tendinee.
Cause
È stata dimostrata un' associazione con i lavori ripetitivi, sia in presenza (rischio più elevato) che in
assenza di applicazione di forza elevata È stato
dimostrato che prolungati e/o ripetitivi movimenti di
flessione-estensione del polso (in minor misura anche
la flessione delle dita), provocano un aumento della
pressione all'interno del tunnel carpale e che il ripetuto allungamento dei nervi e dei tendini che scorrono
dentro il tunnel possono dar luogo ad una infiammazione che riduce le dimensioni del tunnel determinando la compressione del nervo mediano. Anche malattie sistemiche possono essere associate alla
Sindrome del Tunnel carpale (es. diabete mellito,
artrite reumatoide), come pure situazioni fisiologiche
(gravidanza, uso di contraccettivi orali, menopausa),
traumi (pregresse fratture del polso con deformità
articolari), artriti e artrosi deformanti.
Sindrome del tunnel
carpale
all'avambraccio, sintomi definiti "irritativi". Se la
patologia si aggrava compaiono perdita di sensibilità
alle dita, perdita di forza della mano. I sintomi tendono ad aggravarsi di notte probabilmente perché di
notte il polso può rimanere a lungo iperflesso o iperesteso determinando così, come spiegato sopra,
una maggiore pressione all'interno del tunnel carpale,
con compressione del nervo mediano; la posizione
sdraiata può ridistribuire i liquidi corporei con un
aumento di questi agli arti superiori e quindi anche
all'interno del tunnel carpale con conseguente
aumento della pressione; il riposo stesso della mano
non permetterebbe il drenaggio dei liquidi all'interno
del tunnel carpale.
Diagnosi
In presenza di formicolio (parestesie) e/o dolore,
spesso irradiato all'avambraccio, prevalentemente
notturno o mattutino, la diagnosi di Sindrome del
Tunnel Carpale è ritenuta la più probabile.
Tuttavia è importante effettuare l'esame obiettivo
neurologico e l'esame EMG/ENG
(elettromiografico/elettroneurografico).
L'esame obiettivo neurologico valuta la forza, i riflessi osteotendinei, la sensibilità e può avvalersi di
tests clinici.
Sintomi
Nelle fasi iniziali della patologia la Sindrome del
Tunnel Carpale si manifesta con formicolii, sensazione di intorpidimento o gonfiore alla mano, prevalenti
alle prime tre dita della mano e in parte al quarto
dito, soprattutto al mattino e/o durante la notte;
successivamente compare dolore irradiato anche
http://www.tunnel-carpale.com/sindrome_tunnel_carpale.htm
Terapia
La terapia della Sindrome del Tunnel Carpale può
essere conservativa o chirurgica. Il trattamento conservativo è da tentare se non ci sono deficit della
forza o della sensibilità o severe anomalie all'esame
EMG/ENG.
• Conservativa. Talvolta è sufficiente cambiare
modalità di svolgimento dell'attività lavorativa per
avere un miglioramento. Ci si può avvalere anche di:
ultrasuoni, ionoforesi, laser, che possono migliorare i
sintomi , ma non agiscono sulla causa della sindrome. I farmaci antinfiammatori non steroidei hanno
scarsa efficacia. I farmaci steroidei hanno efficacia
limitata nel tempo. Le stecche per il polso (splint)
sono efficaci, ma poco tollerate; solitamente sono
usate solo di notte e pertanto non incidono sulla
causa della sindrome.
• Chirurgica. L'intervento prevede il taglio del legamento traverso del carpo (tetto del tunnel carpale),
talvolta associato a una neurolisi. Può essere effettuato con tecnica tradizionale o endoscopica, in
anestesia locale o brachiale, mediamente con convalescenza di circa venti giorni, un po' più breve se
effettuato in via endoscopica.
Consigli
Nel caso in cui ci si avvalga di una terapia conservativa è opportuno farsi controllare l’evoluzione della
malattia. È bene infatti non arrivare alla chirurgia in
condizioni troppo compromesse.
Esistono anche tutori di nuova tipologia (Policarpal)
meno fastidiosi della stecche e che si possono portare tutto il giorno.