FIR2006-11(3) - Centro della Famiglia
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FIR2006-11(3) - Centro della Famiglia
La comunicazione dell’adolescente con i propri familiari Mariselda Tessarolo(1), Livia Gaddi(2) e Silvia Nardi(3) Nel periodo dell’adolescenza cambiano le relazioni con il mondo adulto: il giovane cerca una maggiore parità nei rapporti con gli adulti, in famiglia e fuori di essa. Nell’indagine presentata in questo studio sono state prese in considerazione la comunicazione entro la famiglia, le relazioni che si creano in essa, il grado d’intimità, il tipo di relazione e il grado di soddisfazione per la medesima. Le relazioni comunicative di tipo familiare si attuano attraverso il linguaggio verbale e quello non verbale; in questa indagine, effettuata con questionario, è stato dato spazio all’aspetto verbale della comunicazione che avviene tra l’adolescente e ognuno dei membri della famiglia, padre, madre, fratello o sorella. La ricerca ha coinvolto 120 ragazzi della scuola media e il risultato più rilevante è che, in generale, gli adolescenti percepiscono le madri come più comprensive e meno giudicanti dei padri e dei fratelli, tanto che la relazione madre-adolescente assume il carattere di una conferma sociale e rappresenta un avanzamento rispetto al bisogno di sostegno ed approvazione propria dell’adolescente. Parole chiave: adolescenza, comunicazione familiare, madre, padre. Teenager communication with family members. During adolescence children change their relationships with adults: they seek greater parity in relating with adults, inside and outside the family. In the research inquiry presented in this paper, communication within the family, ensuing relationships, level of intimacy, relational type, and level of derived satisfaction have been considered and tested. Although family communication uses both verbal and non-verbal language, the data of the research, which were collected via a questionnaire, concern mainly the verbal level of the communication between teenager and each family member, i.e. father, mother, brother or sister. The participants in the investigation were 120 middle school students. The most important outcome is that, in general, teenagers feel their mothers are more understanding and less judging than their fathers and/or siblings. Thus, the mother-teenager relationship almost assumes the role of social affirmation and is a step toward the adolescent’s need for support and approval. Key words: adolescence, family communication, siblings, mother, father. L’adolescenza è un’età di transizione verso dell’età adulta, è un periodo di crisi, visto come cambiamento e difficoltà, anche dal punto di vista delle opportunità di crescita (Bascaldini, 1993; Buratti e Formenti, 1988). Questo periodo è una tappa della vita molto complessa, presenta molte difficoltà, è influenzata da caratteristiche personali individuali e conte(1) (2) (3) Ordinario di Sociologia, Dipartimento di Psicologia Generale, Via Venezia, 8—35100 Padova, E-mail: [email protected] Docente di Sociologia della comunicazione, Facoltà di psicologia, Università di Padova. E-mail: [email protected] Psicologa. Volume 11, Numero 3, 2006, pag. 259 stuali, da fattori storici, generazionali, economici, culturali e infine sociali. Si assiste ad un allungamento di tale fase di stabilizzazione che è stata suddivisa in tre fasce: (a) La pre-adolescenza è caratterizzata da stravolgimenti fisici, psicologici e sociali che “investono” l’individuo, è la fase di maggior turbolenza e di minor definizione, che mette le basi per uno sviluppo successivo. Partendo dai veloci cambiamenti di ordine fisico e ormonale, l’adolescente si vede sfuggire di mano la certezze infantili, ma per crescere è necessario capire e accettare il distacco dal periodo infantile. (b) L’adolescenza vera e propria, è quel periodo in cui si cercano di gestire e di provare le nuove abilità, di capire e di sentire propria la nuova identità, di differenziarsi dagli adulti, per arrivare ad un personale percorso di sviluppo individuale. (c) La tarda-adolescenza è la fase in cui vengono sperimentate le nuove acquisizioni delle caratteristiche adulte e stabili, ma non è ancora stata raggiunta la piena responsabilizzazione adulta (Polmonari, 1997; Rossi, 1981; Sdino, 1984). Il periodo adolescenziale è caratterizzato da una ricerca interiore tesa a capire quale svolta sta prendendo la propria vita, qual è il proprio posto nel mondo e come gestire la complessità delle nuove relazioni intime (Blos, 1988). L’adolescente attraverso diversi cambiamenti e il superamento di conflitti interiori traccia un percorso di sviluppo individuale teso alla formazione di un’individualità stabile. I cambiamenti che affronta sono molti, da quelli fisici e ormonali, alla maturazione intellettiva e affettiva. Per quanto riguarda quest’ultima si assiste ad un’apertura verso il mondo esterno, alla conquista dell’indipendenza emotiva e all’esperienza di sentirsi amati. Cambiano anche le relazioni con il mondo adulto, attraverso la ricerca di una maggiore parità, dei primi rapporti sessuali e in genere di rapporti con gli adulti, anche al di fuori della propria famiglia. L’adolescenza è anche caratterizzata da repentini cambiamenti d’umore, da ribellione e da una scarsa tolleranza alle possibili frustrazioni (Mizzau, 2002). Nell’indagine che segue sono state prese in considerazione: la comunicazione che si svolge in la famiglia, le relazioni che si creano al suo interno, il grado d’intimità e il livello di soddisfazione che ne consegue. Le relazioni comunicative di tipo familiare si attuano attraverso il linguaggio verbale e quello non verbale; questa indagine privilegia l’aspetto verbale della comunicazione. Per poter valutare il rapporto dell’adolescente con ogni singolo membro della famiglia, padre, madre, fratello o sorella, è stato costruito un questionario ad hoc, che comprende domande per ogni componente del nucleo familiare. Lo scambio comunicativo è stato anche indagato nelle sue diverse forme, siano esse modalità legate alle tecnologie avanzate (telefono cellulare) o a vecchie tecnologie. Sono state considerate diverse tematiche al fine di accertare come si orienta la comunicazione nel nucleo familiare, se si limita ad argomenti generici, quali sport o attualità, oppure si allarga anche ad aspetti della sfera personale: gli amici, i sogni e le ambizioni. Si è cercato, inoltre, di rilevare anche il livello di soddisfazione e di comprensione che i genitori provano nei confronti dei figli per avere un orientamento sulla percezione dello stato di benessere emotivo dell’adolescente (Cusinato, 1988; Scabini, 1995; Tessarolo, 1998). Ognuna delle tredici domande, la cui comprensione è stata verificata attraverso pre-test effettuato su dieci soggetti prima della somministrazione definitiva, è formulata con un linguaggio semplice e accessibile. Il questionario le cui domande prevedevano una risposta a intervallo è stato somministrato a ogni singolo membro della famiglia. Il campione non probabilistico è formato da 120 soggetti, equamente divisi per sesso ed età alunni della scuola media “Giuseppe Ungaretti” del Comune di Caerano San Marco in provincia di Treviso. La ricerca Le ipotesi sono derivate dall’analisi della letteratura sull’argomento (Tabella 1) e sono Volume 11, Numero 3, 2006, pag. 260 orientate a verificare: (a) il differente comportamento dei figli maschi e delle figlie all’interno delle relazioni familiari; (b) il differente comportamento comunicativo in seno alla famiglia in riferimento all’età dei figli adolescenti. Per quanto riguarda il rapporto con i genitori e con i fratelli/sorelle si è ipotizzato che la madre dovrebbe essere l’elemento centrale del rapporto comunicativo di tipo familiare (consigli, affetto, ecc.) (Tabella 1). Tabella 1 – Contatti familiari (1) Domande: Madre Padre Fratello Sorella MEDIA 4.30 3.88 3,63 3.72 DS SOGGETTI .849 119 1.01 115 1,279 64 1.39 50 MEDIA 2: La mia comunicazione si riduce al DS solo saluto con mia/o ... SOGGETTI 2.14 2.22 2.25 2.38 1.44 119 1.44 115 1.44 65 1.56 50 1: C’è dialogo tra te e tua/o … (1) Statistiche Le medie sono comprese in un intervallo che va da un minimo di 1 (mai) a un massimo di 5 (sempre) La Tabella 1 evidenzia i contatti familiari in relazione ai diversi rapporti familiari e la qualità della comunicazione. Da una prima lettura dei dati, si può notare che la madre è la persona con la quale gli adolescenti del nostro campione dialogano maggiormente (M = 4.30), il famigliare con il quale si ha un rapporto comunicativo più ridotto sembra, invece, essere la sorella (M = 2.38), e in ordine decrescente il fratello, il padre e la madre. É da rilevare che dall’applicazione del t test per campioni indipendenti, emerge che rispetto alla domanda “C’è dialogo tra te e tuo padre?” risulta che gli adolescenti maschi raggiungono una media più elevata nel dialogo con i padri. Nella Tabella 2 sono riportate le frequenze relative agli argomenti di conversazione trattati all’interno della famiglia da ogni singolo membro. L’argomento di cui parlano di più i ragazzi in famiglia è quello inerente alla scuola e in successione agli hobby, agli amici, all’attualità, ai sogni e infine alla loro vita affettiva. Su quest’ultimo argomento gli adolescenti dimostrano di avere difficoltà di confronto, tuttavia è la madre ad ottenere i valori più alti, seguita dal padre che si pone al secondo posto, quindi dalle sorelle e dai fratelli. La madre è il soggetto con cui si conversa più volentieri; quella che ottiene il punteggio più elevato in tutte le variabili considerate. Differenze statistiche vengono rilevate anche nella domanda “Parlo dei miei hobbies con….” in questo caso sono gli adolescenti maschi che parlano più frequentemente dei loro hobbies con i fratelli maschi (p = .008). Rispetto alla domanda “Parlo dei miei amici con…” la comunicazione è più intensa tra le madri e le figlie (p=0.042). Anche rispetto alla domanda “Parlo dei miei sogni con …” è sempre la madre che comunica di più con le figlie rispetto alle sorelle tra di loro (p = .015), mentre in quella “Parliamo della mia vita affettiva io e …” sono le sorelle ad avere un rapporto comunicativo privilegiato (p = .001). Nel prendere in considerazione le modalità comunicative (Tabella 3) sono stati valutati due aspetti, uno riguardante le nuove tecnologie come il telefono cellulare e uno tradizionale come la stesura di lettere. Entrambe le modalità risultano essere poco usate per le comunicazioni degli adolescenti con i loro familiari. Dal confronto tra le due modalità, si riscontrano medie più alte per quanto riguarda l’uso del telefono cellulare, soprattutto tra fratelli. Le lettere invece sembrano non essere molto usate come modalità comunicativa all’interno della famiglia. Volume 11, Numero 3, 2006, pag. 261 Tabella 2 Argomenti trattati nella comunicazione in famiglia Domande: statistiche 3: Parlo dei miei hobby con mio/a... Madre Padre MEDIA 3.59 3.34 2.73 3.19 DS 1.14 1.31 1.42 1.37 SOGGETTI 120 116 63 52 MEDIA 3.26 3.02 2.34 2.72 1.194 1.384 1.39 116 65 50 4: Parlo d’attualità (notizie sentite in tv /Iette), DS 1.141 con mia/o... SOGGETTI 120 5: Parlo della scuola con mia/o...: 6: Parlo dei miei amici con mia/o... Fratello Sorella MEDIA 4.27 3.65 2.74 3.08 DS .90 1.14 1.44 1.55 SOGGETTI 120 116 65 50 MEDIA 3.51 2.94 2.66 3.12 DS 1.22 1.31 1.27 1.48 SOGGETTI 120 116 65 50 MEDIA 3,23 2,86 2,22 2,82 1.31 1.31 1.31 1.44 120 116 65 50 2.84 2.42 1.95 2.48 1.39 1.34 1.19 1.49 120 116 65 50 7: Parlo dei miei sogni (speranze future), con DS mia/o... SOGGETTI MEDIA 8: Parliamo delle mia vita affettiva io e mia/o... DS SOGGETTI Tabella 3. Modalità di comunicazione Domande: statistiche 9: Mi capita di scrivere lettere a mia/o... 10: Comunico tramite sms con mia/o... Madre Padre Fratello Sorella MEDIA 1.45 1.41 1.34 1.42 DS .818 .845 .78 .93 SOGGETTI 120 116 65 50 MEDIA 1.67 1.57 1.77 1.96 DS 1.06 .97 1.26 1.40 SOGGETTI 119 115 64 49 Volume 11, Numero 3, 2006, pag. 262 La Tabella 4 mette in evidenza le frequenze che riguardano il famigliare a cui i ragazzi fanno riferimento quando hanno bisogno di un consiglio e il grado di soddisfazione dei medesimi in relazione alla qualità del rapporto che instaurano in famiglia con ognuno dei componenti del nucleo stesso. Tabella 4 - Soddisfazione del rapporto Domande: statistiche Madre Padre Fratello Sorella 3.83 1.13 3.28 1.30 2.28 1.28 2.96 1.58 120 116 65 50 MEDIA 3.99 3.66 3.08 3.30 DS 1.07 1.34 1.42 1.42 SOGGETTI 120 116 64 50 MEDIA 13: Mi soddisfa il tempo che passo A DS parlare con mia/o: SOGGETTI 3.84 3.55 2.91 3.30 1.14 1.20 1.28 1.47 120 116 65 50 MEDIA 11: Quando ho bisogno di un consi- DS glio mi rivolgo a mia/o: SOGGETTI 12: Mi sento compreso da mia/o: La persona a cui si rivolgono preferibilmente in caso di necessità, risulta essere la madre seguita dal padre, dalla sorella e dal fratello. Per quanto concerne il livello di soddisfazione relativo al rapporto, si evidenzia un punteggio abbastanza alto all’interno della scala d’intervallo, dove emerge che la persona con la quale si ha un rapporto privilegiato è la madre (media pari a 3,84), seguita comunque da una soddisfazione positiva anche nei confronti degli altri membri della famiglia. Riguardo alla domanda che tende a valutare se il giovane si sente compreso in famiglia, la madre raggiunge una media di 3.99, seguita dal padre (M = 3.66), dalla sorella (M = 3.30) e dal fratello (M = 3.08). Si rileva inoltre una interessante differenza statistica nella domanda “Quando ho bisogno di un consiglio mi rivolgo a....” sono le femmine che si rivolgono di più alle proprie sorelle (p = .05). Nel Grafico 1 sono riportati i valori relativi alle medie inerenti al confronto tra sesso e variabili per i maschi e per le femmine, corrispondenti alle variabili significative ai fini della verifica delle ipotesi. Come si può notare il picco più alto è raggiunto per i maschi nella variabile n° 1, in corrispondenza del padre; mentre le femmine raggiungono un punteggio massimo nella variabile n° 6 nei riguardi del padre. V1: “C’è dialogo tra te e tuo...” (p = .01) per il padre con i maschi con media più alta V3: “Parlo dei miei hobby con mia/o:” (p = .01) per il fratello con i maschi con media più alta V6: “Parlo dei miei amici con mia/o...” (p = .04) per la madre con le femmine con media più alta V7: “Parlo dei miei sogni (speranze future) con mia/o...” (p = .04) per la madre con le femmine con media più alta (p = .02) per la sorella con le femmine con media più alta V8: “Parliamo della mia vita affettiva io e mia/o… “ (p = .001) per la sorella con le femmine con media più alta V11: “Quando ho bisogno di un consiglio mi rivolgo a mia/o… “ (p = .05) per la sorella con le femmine con media più alta. Volume 11, Numero 3, 2006, pag. 263 Grafico 1. Rapporti familiari dipendenti dal sesso Nel Grafico 2 è riportata la differenza tra le classi di età relativamente al confronto con le figure familiari. Grafico 2. Rapporti familiari in relazione all’età Volume 11, Numero 3, 2006, pag. 264 Nel grafico, con le medie con il test per campioni indipendenti, sono riportati i confronti delle medie all’interno della variabile considerata, la variabile “Mi soddisfa il tempo che passo a parlare con…” viene messa a confronto la figura della madre con quella degli altri componenti del nucleo familiare, nel grafico troviamo la madre confrontata con il padre, dove la madre ottiene la media più elevata; in seconda posizione, la madre appaiata con il fratello e infine la madre appaiata con la sorella, anche qui in entrambi i casi è la madre che ha dei valori più alti. Commento Dai risultati emerge che la comunicazione in famiglia incoraggia lo sviluppo di abilità sociali e la formazione di un’identità positiva negli adolescenti. Entrambi i genitori hanno un ruolo importante nel confronti del benessere del figlio, il quale cerca risorse attraverso il rapporto con il padre e con la madre. Anche i fratelli hanno rappresentano punti di riferimento, soprattutto per gli aspetti di comunicazione confidenziale che caratterizza gli adolescenti: talvolta tra fratelli si crea più complicità che tra figli e genitori. Nella fase adolescenziale, caratterizzata dalla mutevolezza delle relazioni, quelle con i genitori e con i fratelli, assumono nuove caratteristiche. In particolar modo nella prima fase dell’adolescenza e nella media adolescenza, propriamente detta, i fratelli vengono percepiti come particolarmente vicini; condividono la quotidianità come se fossero amici e confidenti, rappresentando l’uno per l’altro una risorsa importante dal punto di vista emotivo. In questa fase, la relazione fraterna si caratterizza anche grazie alla condivisione della sfera delle amicizie, oltre che dallo scambio di supporto emotivo interpersonale. I fratelli e le sorelle sarebbero agenti di socializzazione che si collocano a metà strada tra la famiglia nel suo complesso e il gruppo dei pari. Dall’indagine sono emerse in alcune situazioni, differenze nel rapporto che si crea all’interno della famiglia, tra il figlio maschio e la figlia: il figlio per certi aspetti tende a relazionarsi più al padre, soprattutto per affrontare alcuni problemi che possono essere di carattere più pratico, con i padri condivide attività pratiche e riguardo a queste, chiede consigli. La figura della madre è legata all’aspetto sentimentale ed emotivo della relazione, con lei ci si confida di più, soprattutto le femmine, si parla di amici, di sogni per il futuro; molti ragazzi vedono nella madre colei che li controlla con interesse amorevole, che li supporta e li comprende. Anche con i fratelli, per chi li ha, si crea uno scambio comunicativo, relativo ad argomenti che riguardano la quotidianità, ma anche la sfera affettiva. Le femmine hanno un rapporto più intenso con le sorelle, mentre i maschi parlano di “hobby” o di “altro” più volentieri con il fratello (Cacciaguerra, 1989; Rokeach, 1979). La figura della madre è dominante: gli adolescenti creano con lei un rapporto confidenziale, si appoggiano a lei quando devono fare una scelta o per avere un consiglio. In generale gli adolescenti percepiscono le madri come più comprensive e meno giudicanti, la relazione madre-adolescente assume il carattere di una conferma sociale e rappresenta un avanzamento rispetto al bisogno di sostegno e approvazione che è propria dell’adolescente. L’importanza della figura materna emersa dalla presente indagine, è confermata anche da un recente rapporto, l’HBSC, sullo stato di salute e gli stili di vita dei giovani veneti in età scolare, (Bertinato, Mirandola, Ramazzo e Santinello, 2003). Una parte di questo rapporto dedicata alle risorse dei giovani ha analizzato i rapporti tra genitori e figli e ha evidenziato che la maggior parte dei ragazzi trova “facile” o “molto facile” confidarsi con i genitori e considera la madre la persona con la quale si può parlare delle proprie difficoltà e dei propri problemi. La madre si pone come figura significativa, come l’interlocutore preferito dai figli, indipendentemente dal loro sesso. Questo risultato è molto importante perché mostra la grande potenzialità della famiglia che si propone come promotrice di benessere, proprio nell’età adolescenziale in cui sembra difficoltoso mantenere una relazione stabile. In riferimento alla soddisfazione generale rispetto Volume 11, Numero 3, 2006, pag. 265 alla relazione comunicativa familiare, non è stato ottenuto un risultato completamente positivo, in quanto i soggetti vivono la relazione in modo altalenante, non sono sempre soddisfatti del loro rapporto comunicativo in famiglia. Tuttavia si può concludere che è stato rilevato uno sbilanciamento nelle relazioni familiari a favore della madre che appare come l’agente di socializzazione più importante della famiglia e sembra svolgere un ruolo prioritario nella formazione dell’identità sociale dei figli nonché della loro identità personale. Riferimenti bibliografici Bascaldini, L. (1993). Vita da adolescenti. Milano: FrancoAngeli. Bertinato, L., Mirandola, M., Ramazzo, L., Santinello, M., (2003) (a cura di). Secondo rapporto sullo stato di salute e gli stili di vita dei giovani veneti in età scolare. In: http:// www.regioneveneto.it Blos, P. (1988). L’adolescenza come fase di transizione: Aspetti e problemi del suo sviluppo, Roma: Armando. Buratti, G., Formenti, L. (1988). La famiglia e il suo modello, tecniche d’intervento sui sistemi familiari. Milano: Franco Angeli. Cacciaguerra, F. ( 1989). Assimilazione dei valori in famiglia. Trieste: LINT. Cusinato, M. (1988). Psicologia delle relazioni familiari. Bologna: Il Mulino. Mizzau, M. (2002). E tu allora? Il conflitto nella comunicazione quotidiana. Bologna: Il Mulino. Polmonari, A. (1997). Psicologia dell’adolescenza. Bologna: Il Mulino. Rokeach, M. (1979). Understading human values. New York: Free Press. Scabini, E. (1995). Psicologia sociale della famiglia. Torino: Bollati Boringhieri. Sdino, C. (1984). L’adolescenza come relazione. Roma: Bulzoni. Tessarolo, M. (1998), Adolescenti e socializzazione. In F. Gobbo F., E. Guidolin (a cura di), Formazione permanente e trasformazioni sociali (pp.451-466). Padova: Imprimitur. www.regione.veneto.it www.irrsae.veneto.it www.funzioniobiettivo.it Volume 11, Numero 3, 2006, pag. 266