volantino cosa beve bologna
Transcript
volantino cosa beve bologna
Dipartimento di Sanità Pubblica Unità Operativa Igiene degli Alimenti e Nutrizione RISULTATI DI OLTRE 13.500 CONTROLLI EFFETTUATI DAL SERVIZIO IGIENE ALIMENTI E NUTRIZIONE dell’AZIENDA USL di BOLOGNA SULL’ACQUEDOTTO BOLOGNA NEGLI ULTIMI 18 ANNI ( 1991-2007) L’acquedotto di Bologna con i suoi 400.000 abitanti serviti costituisce uno dei punti critici su cui si incentrano in modo elettivo i controlli igienico sanitari del Dipartimento di Sanità Pubblica dell’Azienda USL Città di Bologna. Tenuto conto di quanto stabilito dalle Leggi l' U.O. Igiene Alimenti e Nutrizione , con la collaborazione della Sezione Provinciale dell’A.R.P.A. (Agenzia Regionale per l’Ambiente), controlla i caratteri fisici, chimici e biologici delle acque fornite al consumo secondo precisi programmi annuali che consentono: • di verificare se tali acque hanno i requisiti di Legge, • di individuare precocemente eventuali variazioni dei requisiti in modo da provvedere sollecitamente alla loro correzione • di dare garanzia ai consumatori sulla salubrità dell’acqua fornita e sulla sua buona qualità. Nel periodo 1991- 2007 sono state sottoposte a controllo le fonti di approvvigionamento idrico presenti sul territorio costituite da 27 pozzi di alimentazione delle centrali Fossolo, Tiro a Segno, Borgo Panigale ed Aldini nonché 24 punti periferici significativi della rete di distribuzione per complessivi 13.500 campioni dei quali 6.500 per l’analisi microbiologica e 7.000 per quella chimico-fisica . I campioni di acqua sottoposti ad analisi microbiologica hanno evidenziato un numero modestissimo di irregolarità pari allo 0,8% dei campioni per l’intero periodo considerato (Figura 1) Va, comunque, precisato che tutte le irregolarità registrate erano limitate a poche unità microbiche che non hanno in nessun caso reso necessario provvedimenti restrittivi nell’uso dell’acqua. In tutti i casi un successivo controllo ha evidenziato il rapido ripristino dei limiti di Legge. Ne consegue che le acque distribuite per il consumo umano sono da ritenersi salubri dal punto di vista microbiologico e, pertanto, non costituiscono un possibile veicolo di malattie infettive. Dip. Sanità Pubblica Bologna - U.O. Igiene Alimenti e Nutrizione acquedotto 1991-2007 Figura 1: Campioni per analisi batteriologica 547 516 542 532 500 401 400 331 335 329 328 327 334 333 327 339 327 324 327 300 200 1994 1995 1996 1997 1998 0 4 1 2 4 0 1 2 2007 1993 1 2006 0 2005 0 2004 0 2003 4 2002 2 2001 9 2000 5 1999 16 1992 100 1991 Numero campioni 600 Controllo 0 Anno TOT.CAMPIONI NON REGOLARI Per quanto concerne i parametri chimico-fisici i campioni non regolamentari sono risultati pari allo 0,7 %. Si tratta di irregolarità dovute essenzialmente ad eccesso di ferro, in tutti i casi un successivo controllo ha evidenziato il rapido ripristino dei limiti di Legge (Figura 2). Dip. Sanità Pubblica Bologna - U.O. Igiene Alimenti e Nutrizione Controllo acquedotto 1991-2007 Figura 2: Campioni per analisi chimica 600 550 523 541 533 Numero campioni 500 405 388 387 384 400 335 335 330 359 353 357 335 323 327 300 200 1993 1994 1995 1996 1997 1998 1 1 1 1 5 2 4 0 2007 1992 3 2006 2 2005 0 2004 7 2003 1 2002 3 2001 2 2000 2 1999 12 1991 100 0 Anno TOT.CAMPIONI NON REGOLARI Regolarmente entro i limiti si sono mantenute altre “sostanze indesiderabili” come ammoniaca, nitriti , nitrati e costantemente assenti sono risultate “sostanze tossiche” come antiparassitari e metalli pesanti ( piombo, cadmio..). Nel 1991 in 6 campioni è stato evidenziato il superamento dei limiti degli organoalogenati. Il contributo agli organoalogenati presenti nelle sedi periferiche (punti rete) è risultato dovuto in parte all’inquinamento di alcune fonti di alimentazione ed in parte ai trialometani di neoformazione derivanti dai processi di potabilizzazione. Al fine di ridurre tali sostanze definite dalla norma di riferimento “indesiderabili” sono stati adottati una serie di provvedimenti: esclusione dei pozzi più inquinati, trattamento con carboni attivi dell’acqua della Centrale Fossolo e, successivamente, della centrale Tiro a Segno, inoltre trattamento di disinfezione con biossido di cloro. Nel corso del periodo considerato le due componenti sono andate gradatamente e in uguale misura riducendosi rientrando ampiamente al di sotto dei limiti di Legge e ,in molti casi, sono risultati assenti. Favorevole è risultato anche il controllo dei possibili prodotti secondari della potabilizzazione con biossido di cloro ( cloriti). Stante la presenza di condotte in cemento amianto in alcuni tratti dell’acquedotto Il Dipartimento l’Azienda U.S.L. di Bologna ha effettuato, a partire dal 1998 , una campagna per la ricerca di fibre d’amianto nell’acqua dell’acquedotto cittadino. Dal dicembre 1998 al settembre 2007 sono stati eseguiti 240 campioni presso le centrali e nei punti periferici della rete a valle di tratti di tubature in cemento amianto. Il controllo analitico è stato eseguito dal laboratorio della sezione provinciale ARPA di Reggio Emilia. Il conteggio delle fibre di amianto ha dato esito negativo (zero fibre di amianto) in tutti i campioni prelevati, ad eccezione di 19 essi (8%) per i quali sono stai rilevati valori ampiamente inferiori ( da 1.000 a 10.000 volte ) agli unici limiti di riferimento esistenti a livello internazionale ( 7 milioni di fibre /litro previste dalla normativa statunitense ). Dal canto suo l'Organizzazione Mondiale della Sanità non ha ritenuto necessario stabilire dei limiti al contenuto di fibre di amianto nelle acque potabili in quanto ritenuto non pericoloso per la salute dei consumatori. AZIENDA U.S.L. CITTA' DI BOLOGNA – U.O. ALIMENTI E NUTRIZIONE - DIPARTIMENTO DI SANITA' PUBBLICA CONTROLLO DELL'ACQUEDOTTO - DATI ANALITICI 1991-2007 TABELLA 1 - DUREZZA DELL'ACQUA ( ° F ) valori medi per quartiere valori medi NAVILE SAVENA S.STEFANO SARAGOZZA S.VITALE S.DONATO PORTO BORGO RENO TUTTA LA RETE 1991 37,5 34,2 30,4 29,8 37,2 37,3 36,6 35,7 1992 37,9 33,5 29,2 29,8 38,1 36,6 38,9 36,6 1993 35,3 35,3 28,9 28,7 38,4 36,9 38,1 35,4 1994 35,2 34,2 27,6 27,8 37,4 35,6 37,7 34,7 1995 34,5 30,7 25,7 29 36,4 35,6 35,2 32,8 1996 35,3 35 29,2 29,8 35,4 36,2 33,7 34,4 1997 34,1 34,5 28,7 29,2 34,9 35 36,6 36,2 1998 35,9 32,8 29,6 27,3 36,8 36,6 37,5 35,5 1999 35,7 32 27,6 27,3 35,9 34,3 29,7 32,9 2000 36,6 34,4 28,3 27,8 37,2 37,3 36,1 34,6 2001 34,7 32,6 26,6 28,7 36,6 34,8 33,2 28,9 34,3 34,5 34 33 31,8 33,1 32,9 33,3 31,6 33,5 31,3 2002 39 36,9 27,7 28 40,4 36,8 32,1 30,1 2003 37,9 36,3 30,2 30,5 40,1 36,7 36,1 33,2 32,5 33,2 34,6 2004 34,8 35,1 31 29,3 40,6 38,5 31,7 35 27,9 33,4 2005 38,1 35,2 31,9 30,2 40,3 35,7 37,6 36,5 32,6 34,9 2006 36 35,7 28,7 30,7 38,8 34,1 34,3 37 34,3 33,7 2007 38,3 36,6 29,9 30,9 40 37,8 37,3 37,9 34,3 35,1 Per quanto concerne la durezza totale dell’acqua i valori riscontrati si collocano entro valori medio – alti comunque compresi fra i 15 ed i 50 gradi francesi raccomandati dalla normativa vigente ( tabella 1). I valori di durezza riscontrati nelle acque in distribuzione a Bologna non costituiscono un rischio per la salute , al contrario la più recente letteratura medico-scientifica attribuisce alle acque dure un effetto protettivo sull’apparato cardiovascolare e le assolve dall’accusa di contribuire alla calcolosi renale. Pertanto dovrebbero essere “addolcite” non le acque destinate all’alimentazione, ma solo quelle che affluiscono agli impianti e agli elettrodomestici che vengono danneggiati dalle incrostazioni. In conclusione tutti gli elementi conoscitivi attualmente disponibili evidenziano che le acque distribuite dall’acquedotto di Bologna per il consumo umano rientrano ampiamente entro i limiti microbiologici e chimico-fisici previsti dalle norme nazionali ed internazionali attualmente vigenti a tutela della salute di cittadini di tutte le età. d.ssa Emilia Guberti Direttore U.O. C. Igiene Alimenti e Nutrizione Dipartimento di Sanità Pubblica Area Centro - Az. USL di Bologna U.O. IGIENE ALIMENTI E NUTRIZIONE Via Gramsci 12 - Bologna tel. 051.6079828 N. verde n. verde 800 048525 e-mail mangiare [email protected] Si riporta di seguito da fonte HERA – ente gestore dell’acquedotto di Bologna - una tabella che mette a confronto l’acqua erogata dall’acquedotto ed acque minerali del commercio. Confronto qualitativo tra l'acqua Hera e le acque minerali naturali in commercio Acque minerali Limiti di Hera Hera Hera Forlì - Hera Imola Hera (min-max) legge Bologna Ferrara Cesena Faenza Modena Hera Ravenna Hera Rimini Ph 5,8-8,1 6,5-9,5 7,5 7,6 7,5 7,7 7,4 7,9 7,3 Durezza (°F) 3-93 15-50* 30,8 22,2 23,1 30,2 37,0 21,4 29,4 Residuo fisso a 180° (mg/l) 38-988 1.500 403 315 378 431 576 342 532 Sodio (mg/l) 1-62 200 18,3 21,5 49,7 28,4 39,3 55,6 41,8 Fluoruri (mg/l) 0-0,56 1,5 < 0,10 0,10 0,15 0,11 < 0,10 0,13 0,13 Nitrati (mg/l) 0-7,12 50 8,7 11,0 4,2 11,6 20,6 4,9 11,8 Cloruri (mg/l) 0-92 250 30,9 34,7 22,5 36,2 78,5 32,2 47,8 * valori consigliati Confronto effettuato con i dati relativi a 28 acque minerali naturali in commercio pubblicati dalla rivista Altroconsumo (n. 184 di luglio/agosto 2005). Per Ph e Cloruri sono stati utilizzati i dati indicati nelle etichette di nove acque minerali di larga commercializzazione. I dati relativi all'acqua Hera sono valori medi ponderati di 5.795 analisi effettuate secondo le frequenze e nei punti di prelievo lungo la rete di distribuzione come previsto dal piano di controllo e sorveglianza del ciclo idrico integrato. I limiti di legge sono quelli previsti per le acque destinate al consumo umano dal decreto legislativo 31/2001. Il valore pH esprime la misura del grado di acidità di una soluzione acquosa. È una grandezza che stabilisce se una sostanza è acida, neutra o basica, a seconda della concentrazione di ioni idrogeno presenti. È misurata su una scala da 0 a 14, in cui 7 indica che la sostanza è neutra. Valori di pH inferiori a 7 indicano che una sostanza è acida e gradi di pH superiori a 7 indicano che è basica. La durezza indica la quantità di sali di calcio e magnesio presenti nell'acqua. Viene espressa in gradi francesi (°F), dove un grado rappresenta 10 mg di carbonato di calcio per litro di acqua. La durezza può influenzare il gusto dell'acqua ma non dà problemi di salute. In commercio esistono acque minerali anche più dure dell'acqua Hera. Il residuo fisso si ottiene dopo aver fatto evaporare un litro d'acqua a una temperatura di 180° C. È il contenuto di sali minerali (sodio, potassio, calcio, magnesio, ecc.) disciolti nell'acqua e viene indicato in mg/l. Più è alto il valore del residuo fisso, maggiore è la concentrazione di sali minerali. Sotto i 500 mg/l l'acqua è classificata come oligominerale. In quasi tutti i casi l'acqua Hera è classificabile come un'acqua oligominerale. Il sodio indica la quantità di sale comune presente nell'acqua. Anche in questo caso, l'acqua Hera è comparabile alle acque in commercio. I valori di sodio contenuti nell'acqua sono in genere irrilevanti: ad esempio bere un litro d'acqua del rubinetto equivale a mangiare poco più di mezzo cracker. I fluoruri indicano la quantità di fluoro presente nell'acqua. L'acqua Hera è comparabile con le acque minerali in commercio. I nitrati sono considerati sostanze nocive. Sono quelle sostanze che giungono nelle falde acquifere attraverso i terreni a causa della concimazione (con sostanze chimiche ma anche con fertilizzanti naturali) sistematica e intensiva dei suoli coltivati e dalle attività industriali. I cloruri sono sali importanti per l'organismo umano, se presenti in concentrazioni eccessive possono modificare il sapore dell'acqua, e se associati a valori di pH acido, favoriscono la corrosione dei metalli nelle reti di acquedotto. Quanto costa l'acqua Il consumo di acqua minerale è in forte crescita nel mondo e l'Italia si trova al primo posto per consumo procapite con 183,6 litri di acqua consumati in un anno*. Oltre ai maggiori impatti ambientali dovuti al fatto che il trasporto dell'acqua in bottiglia su lunghe distanze comporta forti consumi di combustibili fossili, il consumo di acqua minerale comporta una spesa consistente. Considerando un consumo medio di 1.000 litri all'anno per una famiglia di tre persone e il prezzo medio di 25 centesimi per litro di alcune acque minerali naturali in commercio, la spesa per l'acqua minerale è di circa 250 euro all'anno. La spesa per la stessa quantità di acqua proveniente dall'acquedotto sarebbe invece di solo 1 euro all'anno . * Dati 2004 fonte: Beverage Marketing Corporation, citata in John G Rodwan Jr., "Bottled water 2004: U.S. and international statistics and developments", "Bottled water report", april/may 2005.