Recuperare l`acqua piovana in studio con l`impianto di accumulo e

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Recuperare l`acqua piovana in studio con l`impianto di accumulo e
Gestione dello Studio 11
Dental Tribune Italian Edition - Marzo 2017
Recuperare l’acqua piovana in studio
con l’impianto di accumulo e riutilizzo
verso percolazione delle acque in
manto di sabbia o ghiaia piantumato a macrofite acquatiche (canapa acquatica, Iris pseudacorus,
lythrum salicaria).
La cisterna di accumulo può essere posizionata sia fuori sia dentro
terra. Le differenze tra i due posizionamenti sono enormi. Per la
prima bisogna tenere presente di
avere un serbatoio resistente agli
UV, una superficie esterna ampia e
non essere a latitudini che gelano
in inverno. La scelta interrata, pur
se più onerosa, è quella che garantisce la miglior salubrità dell’acqua stessa. Questo perché in terra
non vi è alterazione organolettica
o fermentativa dall’irraggiamento
UV, la temperatura è stabile durante tutto l’anno e non produce
consumo di suolo.
Penultima parte è l’impianto di
distribuzione; questo deve essere
differenziato e realizzato separatamente rispetto alle altre condutture idriche. È composto da tubature di mandata e da una pompa
elettrica (volendo alimentata con
fotovoltaico) che spinge l’acqua
nei tubi fino agli utilizzatori.
Importante nell’efficienza totale
dell’impianto di recupero sono gli
utilizzatori finali che dovranno
essere a basso consumo d’acqua
come i rubinetti dotati di rompigetto e di riduttore di pressione, le
lavastoviglie e le lavatrici con ciclo
di lavaggio a basso utilizzo d’acqua, le cassette di scarico a doppio
pulsante e i WC a flusso ridotto.
Massimo Tiberio, architetto
38°
2 0 A N N I D I I N C ON T R I C U LT U R A L I
Eccellenza clinica ed evidenza scientifica:
il punto di vista di due esperti di fama internazionale
Firenze 26 5 2017
H 9 00 - 17 30
Prof. KEVIN O’BRIEN
Prof. LARRY W. WHITE
Autore di uno dei più popolari blog ortodontici:
www.kevinobrienorthoblog.com
Editor del Journal of Clinical Orthodontics
per 17 anni
È possibile praticare l’Ortodonzia basata
sull’evidenza scientiica?
Idee “spudoratamente” rubate o Perle
Cliniche dei miei 57 anni in Odontoiatria
Cosa sappiamo del trattamento
ortodontico precoce?
In assenza di evidenza scientiica,
è il venditore a dettare le regole?
Prof. DAMASO CAPRIOGLIO
In ricordo di Alessandro Pozzi
EVENTO GRATUITO – ISCRIZIONE OBBLIGATORIA
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PP17/04-IT
L’impianto di recupero delle acque
meteoriche evita lo spreco della
risorsa più preziosa e gratuita che
abbiamo: l’acqua. Se nelle abitazioni circa il 50% dei consumi dell’acqua è dovuto ai cicli di lavaggio
(lavastoviglie e lavatrice), alle vaschette del WC (30%) e all’irrigazione delle aree verdi, per quanto
riguarda gli studi medici il valore
è molto più alto. Questa quantità
può essere fornita attraverso il recupero delle acque piovane.
Per la progettazione dell’impianto, si deve effettuare un’indagine
sui bilanci idrici medi del luogo,
per verificare da un lato il reale
rapporto costi/benefici dell’impianto, dall’altro per calcolarne il
corretto dimensionamento (rapporto tra le acque raccoglibili e i
fabbisogni dell’acque di consumo).
Il sistema di recupero delle acque
meteoriche è strutturato in diversi sottosistemi: captazione; filtraggio; stoccaggio; rete distributiva; e
utilizzatori. Uno degli aspetti più
importanti sono i materiali, che
non devono essere tossici e creare
rischi di contaminazione chimica
o batteriologica inficiando così il
riutilizzo dell’acqua.
Di solito, per praticità e per costi,
è preferito il polietilene, ma materiali quali acciaio o cemento sono
corretti. È buona regola scegliere
tra i materiali normati dalla vigente legislazione per la conservazione delle acque domestiche per il
consumo umano.
L’acqua piovana viene raccolta
dalle superfici di captazione (tetti,
lastricati solari, balconi, giardini, ecc.) attraverso le grondaie e i
pluviali; a monte di questi si deve
applicare un filtro per evitare che
detriti e fogliame li intasino. In
commercio esistono diverse tipologie di filtro (coassiali, centrifughi, manuali), ma l’ideale è il filtro
autopulente perché, con la sua efficienza tra il 70 e il 95%, garantisce la miglior resa di setaccio ed
evita la manutenzione ordinaria
dello stesso.
A questo punto l’acqua, prima di
essere stoccata in cisterna, deve
essere depurata per evitare la presenza di inquinanti o batteri che
alterano la qualità dell’acqua ivi
raccolta. Esistono molti metodi
di iltraggio: il iltro a dislivello di
funzionamento, a maglia rotativa,
a lamine triangolari con controlavaggio, sistema di dissabbiatura-disoleatura, multi-stadio (con
prima iltrazione 90 micron, successiva a 25 micron e trattamento a
carbone attivo per rimuovere odori
e colori assunti nel percorso).
Quello con resa migliore e ideale
per localizzazioni in contesti fortemente urbanizzati o in vicinanza di zone industriali e/o strade di
gran traffico è la fitodepurazione.
Questo sistema di filtrazione vegetale è una tecnica naturale attra-