la via delle grance

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la via delle grance
la via delle grance
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DA SIENA A MONTERONI D’ARBIA
DA MONTERONI D’ARBIA AD ASCIANO
DA ASCIANO ALLA FATTORIA DI BELSEDERE
DALLA FATTORIA DI BELSEDERE
A SANT’ANNA IN CAMPRENA
5 DA SANT’ANNA IN CAMPRENA
A SAN QUIRICO D’ORCIA
6 DA SAN QUIRICO D’ORCIA A CASTELLUCCIO
L'antichissimo Spedale, istituito dai canonici
del Duomo per accogliere i pellegrini
che percorrevano la Via Francigena e per
assistere i poveri e i bambini abbandonati, risulta
già citato in un documento del 1090.
Le attività assistenziali e la vita quotidiana dello
Spedale sono mirabilmente descritte nel ciclo
di affreschi del cosiddetto "Pellegrinaio",
ambiente destinato all’accoglienza dei pellegrini,
eseguiti tra il 1441 e il 1444 da Domenico
di Bartolo, Lorenzo Vecchietta, Priamo
della Quercia e Pietro di Giovanni d'Ambrosio,
su commissione del Rettore dello Spedale
Giovanni Buzzichelli. Lo Spedale di Santa Maria
della Scala, grazie alle cospicue elemosine e
1 DA SIENA A MONTERONI D’ARBIA
Siena - Grancia di Cuna - Monteroni d’Arbia
lunghezza: Partenza da Siena: km. 20.00
tempo di percorrenza: h.6.00
dislivello: di poco conto
partenza da Malamerenda: km. 12.00
tempo di percorrenza: h. 3.30
dislivello: di poco conto
caratteristiche: questa prima tappa si svolge tutta
su strade bianche e di campo.
La partenza ideale di questo lungo viaggio, che ci
porterà a conoscere le antiche fattorie fortificate del
S. Maria della Scala (le “grance”) dislocate su tutto il
territorio provinciale ed a provare la sensazione e
l’emozione di camminare su tratti dell’antica Via
Francigena, sarebbe da Siena, dalla Piazza del Duomo
dove è situato il vecchio Spedale del S.Maria.
E’ sempre più difficile, però, uscire a piedi dalle
nostre città (tangenziali, strade molto trafficate, proprietà private, ecc) e quindi si può partire anche da
Malamerenda, piccolo borgo situato a pochi chilometri da Siena, raggiungibile facilmente in auto o auto-
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bus urbano. Partendo dal Santa Maria della Scala si
deve raggiungere Porta Romana e, appena usciti dalla
Porta, si prende a sinistra la Strada di Certosa che,
percorrendo un bel crinale con vedute su Siena e la
Val d’Arbia fino all’Amiata, arriva alla Fattoria di
Renaccio. Da qui purtroppo si deve seguire, a destra,
la strada asfaltata fino alla SS2 Cassia, che prenderemo a sinistra fino al podere di Malamerenda.
Qui si devia a destra, si prende la strada a sterro che
porta a Radi e la si segue per due chilometri circa,
fino al podere Belvedere, dove si devia a sinistra, si
prende il sentiero delle Crete n. 502 e lo si segue
SIENA
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BELSEDERE
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LA VIA DELLE GRANCE
MONTERONI D'ARBIA
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ai lasciti dei pellegrini, acquistò rapidamente un peso economico
di tale rilievo da consentire un'organizzazione autonoma, indipendente
dal potere religioso e regolata da un innovativo statuto degli inizi
del Trecento. Inoltre, l'enorme patrimonio agricolo dello Spedale, terreni
e poderi i cui raccolti venivano immagazzinati nelle "Grance" (fattorie
e magazzini fortificati), sparse su tutto il territorio della Provincia,
costituì anche per la città una fonte di sussistenza in tempi di carestie
e di epidemie.
Oggi l'antico Spedale di Santa Maria della Scala, funzionante come
Ospedale fini agli anni ’90 del secolo scorso, è un grande e suggestivo
complesso museale.
Lo stemma del Santa Maria, una scala sormontata da una croce, segnerà
tutte le Grance che si incontrano su questo interessantissimo itinerario,
articolato in più tappe. L’itinerario è segnalato in gran parte
sulle carte escursionistiche delle Crete Senesi (1 e 2) e della Valdorcia.
montisi
S. ANNA
S. QUIRICO D'ORCIA
PIENZA
spedaletto
BAGNO VIGNONI
(tratto molto panoramico) fino ad incrociare il sentiero 500, proveniente dalla vicina Isola d’Arbia.
Si prende la stradetta a sinistra e si devia a destra
subito dopo prendendo a scendere in direzione di
Ponte a Tressa. Alle prime case si devia a destra e si
risale ad un bel punto panoramico dove si trova una
pianta solitaria di un querciolo che, essendo visibile
da ogni parte, ci fa da punto di riferimento per tutto
questo itinerario. A questo punto è anche visibile la
possente costruzione della Grancia di Cuna, verso cui
siamo diretti e dove si arriverà in breve tempo.
Dalla Grancia si prende il primo bivio a sinistra in
castelluccio
del S.Maria della Scala per macinare i cereali che erano immagazzinati a Cuna. Nel 1786 passò la proprietà
al marchese Scipione Nerli e al cavalier Pietro Cosatti. Il mulino veniva alimentato da una grande gora,
visibile sul retro della struttura ed oggi inserita in un parco verde. Il complesso è stato recuperato
sia esternamente che internamente e vi è stato inserito un piccolo museo storico.
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LA VIA DELLE GRANCE 1
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LA VIA DELLE GRANCE
IL MULINO DI MONTERONI D’ARBIA Massiccia costruzione in cotto senese, fu fatto erigere dall’Ospedale
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LA GRANCIA DI CUNA Questa grande
ISOLA D'ARBIA
PONTE
podere belvedere
LE MORE
grancia di cuna
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MONTERONI
D'ARBIA
costruzione, risalente al secolo XII,
venne donata, insieme ad
una trentina di poderi nei dintorni,
all’Ospedale del S. Maria della Scala.
Tutti i prodotti alimentari
delle campagne circostanti venivano
qui immagazzinati, selezionati
e poi trasportati a Siena.
Per molti anni, quindi, questa
grande struttura ha impegnato
il lavoro di molte persone
ed è stata di capitale importanza
per la crescita dell’Ospedale senese.
direzione del Podere S. Claudio. Qui il sentiero n.500
prosegue in leggera salita verso il Podere Belvedere,
situato in bella posizione panoramica, aggira il Poggio
della Tassinaia e si immette poco dopo nella strada
proveniente da Radi.
Prendendo a sinistra (sentiero n. 500a) in poco tempo
si arriva a Monteroni d’Arbia, principale centro abitato di tutta la valle.
Noi però abbrevieremo l’itinerario prendendo a sinistra (dal Podere S. Claudio) e per strada bianca pianeggiante si sorpassa la ferrovia e si prende a destra
in direzione del paese. Si traversa la circonvallazione
ed in breve si arriva alla gora ed al vecchio Mulino,
oggi sede di un piccolo museo storico.
2 DA MONTERONI D’ARBIA AD ASCIANO
Monteroni d’Arbia - Abbadia a Rofeno - Asciano
lunghezza: km. 16.00
tempo di percorrenza: h. 5.30
dislivello: insignificante
caratteristiche: l’itinerario è abbastanza lungo ma
non presenta difficoltà di rilievo. Comunque si deve
fare attenzione poiché, in ceri punti, si insinua in
mezzo ai calanchi delle crete; si sconsiglia in periodi
molto piovosi. L’itinerario è segnalato sulla cartina
delle Crete Senesi, edita da Multigraphic di Firenze.
Dal centro abitato di Monteroni d’Arbia si prende la
strada asfaltata per Asciano e la si segue per circa
due chilometri seguendo il sentiero n. 503 delle
Crete senesi.
Si devia a destra, si sale alla bella Villa S. Alberto,
si scende al podere S.S. Marie e si ritorna alla strada asfaltata che seguiremo per altri cinquecento
metri per deviare a sinistra per una stradina di
campo.
A questo punto l’itinerario entra in un territorio
aspro e solitario ma di grande interesse ambientale
e paesaggistico.
Dopo circa cinque chilometri ed un’ora e trenta di
cammino (evitando, sulla sinistra, i sentieri 522 prima e 524 dopo) si arriva al podere Lucolino, sulla
strada che porta alla Pievina.
Qui si prende a destra in direzione di Abbadia a Rofeno, oggi proprietà privata.
Dopo poco si rientra nella strada asfaltata proveniente da Monteroni che prenderemo a sinistra in
direzione di Asciano e che dobbiamo seguire, purtroppo, per circa quattro chilometri, fino al capoluogo delle Crete.
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MONTERONI D'ARBIA
villa s. alberto
3 DA ASCIANO ALLA FATTORIA DI BELSEDERE
Asciano - Serre di Rapolano - Poggio Pinci fermata di Trequanda - Fattoria di Belsedere
lunghezza: km. 18.00
tempo di percorrenza: h. 5.30
dislivelli: m. 200
caratteristiche: l’itinerario è piuttosto lungo ma,
per godere di più lo spettacolo di queste zone, lo si
può anche dividere facendo tappa a Serre di Rapolano.
Tutto l’itinerario è segnalato sulla carta escursionistica
delle Crete Senesi, edita da Multigraphic di Firenze.
Il nostro itinerario ha inizio in prossimità di una
cappella che si trova nella parte bassa del paese di
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ASCIANO
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LA VIA DELLE GRANCE 2
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LA VIA DELLE GRANCE
PIEVINA
Asciano, sulla sinistra, poco dopo il bivio per Monteoliveto per chi proviene da Siena. Il sentiero che
seguiremo è il n.505 delle Crete Senesi (2d del Trenonatura) che in breve sale ad un punto panoramico in prossimità del piccolo borgo di Casella e poco
dopo al Podere Pieve dei Preti.
Continua con un sali-scendi su un bel crinale in
mezzo al caratteristico paesaggio delle Crete, tra
calanchi e biancane, fino al Colle di Poggiogrèppoli.
Da qui il panorama diventa ancora più ampio, si
scende alla strada per Rapolano, si gira a destra e,
subito dopo, a sinistra per una strada di campo che
ci porta dritti ad un sottopasso della ferrovia e da
qui in breve tempo si arriva alle Serre di Rapolano.
Dopo una visita alla Grancia, dal centro di Serre si
scende in Via S. Rocco e si prende la Via delle Ca-
ve. Con un ampio giro intorno alla zona delle cave
di travertino si scende alla strada asfaltata proveniente dalla Lauretana. All’incrocio si prende a destra e, dopo appena cinquanta metri, a sinistra, per
una stradina di campo.
Qui troviamo la direttrice n.4 della sentieristica
provinciale e il n. 2b dei sentieri del Trenonatura; si
prende a sinistra. Si traversano dei campi per un
paio di chilometri fino ad incrociare la strada asfaltata, la “Lauretana”, proveniente da Asciano che
prenderemo a sinistra per due-trecento metri e subito a destra verso la bella fattoria di Poggio Pinci.
Esempio classico delle fattorie di fine-ottocento
con la bella casa padronale munita di ampio giardino, la cappellina esterna, gli annessi per il ricovero
degli animali e gli attrezzi per il lavoro dei campi,
l’oliviera. Dopo Poggio Pinci si costeggia una necropoli etrusca (i reperti sono visibili nel museo etrusco di Asciano) e le belle terme di Montalceto dove
i senesi anticamente venivano a “passare le acque” utilizzando la linea ferroviaria sottostante, oggi usata solo a scopo turistico dal Trenonatura.
Proseguiamo il nostro viaggio traversando un territorio fantastico la cui luce, i colori ed i profumi difficilmente riusciremo a dimenticare.
Si prosegue sempre sulla evidente strada bianca
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serre di rapolano
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SERRE DI RAPOLANO La frazione Serre
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di Rapolano è nota per le cave
di travertino e conserva
un suggestivo cuore medievale
nel quale spiccano il gotico
Palazzo di Giustizia e la pieve di
San Lorenzo.
Da vedere anche i resti del castello
e dell’antica grancia che oggi
ospita un centro di documentazione
ed un museo dedicato
alla storia e all'attività delle antiche
grance.
LA VIA DELLE GRANCE
seguendo il sentiero n.509 (direttrice prov. 4 ) fino
alla strada asfaltata, subito sotto il podere Pecorile,
che porta a Trequanda.
Si prende a sinistra e si scende, dopo un breve falsopiano, alla fermata di Trequanda. Questa piccolissima stazione, oggi completamente abbandonata,
non molti anni orsono era punto di riferimento per
tutti i paesi circostanti.
Si prosegue ancora per circa un chilometro sulla
strada asfaltata, in leggera salita, fino al bivio per
la Fattoria di Belsedere dove si conclude la nostra
tappa.
4 DALLA FATTORIA DI BELSEDERE A S. ANNA IN CAMPRENA
Fattoria di Belsedere - Montisi - Castelmuzio S. Anna in Camprena
lunghezza: km. 13
tempo di percorrenza: h. 4.00
dislivello: m. 330°-260°
caratteristiche: l’itinerario prosegue in mezzo
alle crete, molto panoramico, a volte in ambiente
selvaggio e ci dà l’opportunità di conoscere due
piccoli e caratteristici paesi antichi.
Tutto l’itinerario è segnalato sulla cartina
delle Crete Senesi 2 – edita da Multigraphic.
Dalla Fattoria di Belsedere si prende il sentiero n.
516 e si scende, passando davanti alla Cappella di
S.Antonio, per strada di campo, ad un fosso che si
traversa su un ponticello sulla sinistra, sentiero n.
517, e ci dirigiamo, in leggera salita, verso il podere Cetinali, visibile poco sopra e da qui al podere
Latti. Il nostro itinerario devia sulla destra ma noi
proseguiamo diritti sul sentiero n. 517a, che è più
panoramico e più tranquillo. Il sentiero continua a
salire ed il panorama sulle Crete si fa sempre più
ampio.
Arrivati a Montelifrè si devia a destra per la strada
asfaltata e la si segue fino a Montisi (1500 m. circa).
Dopo una doverosa visita al centro storico del paese
ed alla Grancia del S. Maria della Scala si prosegue
prendendo la strada asfaltata in direzione di Castelmuzio.
Subito dopo il bivio per Sinalunga, si prende a destra una stradina interpoderale che scende al Borro
Rigo, si percorre tra calanchi e boscaglia (fare attenzione) per circa cinquecento metri e si devia a sinistra salendo prima al podere il Modenese e poi ad
un bel punto panoramico dove si incrocia una strada
sterrata che prenderemo a sinistra.
Dopo poco la strada diventa pianeggiante, traversa
un’oliveta e passa accanto alla piccola Pieve di S.Stefano a Cennano. Da qui in breve tempo si arriva a
SANT’ANNA IN CAMPRENA Il monastero olivetano fu fondato nel 1324-34
da Bernardo Tolomei e riedificato tra la fine del ‘400 e il ‘500
in forme rinascimentali. Nel 1502-1503 furono commissionati al Sodomia
gli importanti affreschi che decorano il Refettorio. Oggi il complesso
ospita anche una foresteria.
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S. GIOVANNI D'ASS0
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podere cetinali
LA VIA DELLE GRANCE 4
BELSEDERE
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SANT'ANNA IN CAMPRENA
CASTELMUZIO Nel 1213 compare,
per la prima volta, in documenti
dell'Archivio di Stato di Siena,
il nome di Castel Mozzo,
per indicare un insediamento
avente già caratteristiche
di castello fortificato
che conserva la struttura tipica
anche nei secoli successivi.
Costruito in una collina tufacea
ha pianta rotonda ed è cinto
da mura e da bastioni,
che rendono difficile l'accesso
alla casa-torre, posta sulla piazza.
PIENZA
Castelmuzio. Merita una visita il piccolo borgo che,
data la posizione, offre splendide vedute.
Si scende poi per la Via di Trove, sentiero n. 566, si
traversa la strada per Pienza e si prende una stradina di campo, sempre in discesa, si passa in mezzo
ad un’oliveta e si arriva al ponte sul torrente Trove
dove ritroviamo la strada asfaltata per Pienza che
prenderemo a sinistra. Già da qualche tempo abbiamo di fronte a noi, in alto, la veduta della bella Abbazia di S. Anna in Camprena, la nostra meta.
Si segue l’asfalto per circa seicento metri, fino ad
un’area di sosta, sulla destra, dove ha inizio un sentierino nel bosco che in poco tempo ci porterà a
S.Anna.
LA VIA DELLE GRANCE
PIEVE DI CORSIGNANO Intitolata ai Ss. Vito e Modesto, documentata già nel 714
per essere contesa tra i vescovati di Siena e Arezzo,
la chiesa battesimale del Castello di Corsignano è una costruzione romanica
del secolo XI-XI , in blocchi di tufo, restaurata nel 1925.
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FATTORIA DI COSONA
LA VIA DELLE GRANCE 5
SANT'ANNA IN CAMPRENA
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S. QUIRICO D'ORCIA
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5 DA SANT’ANNA IN CAMPRENA A SAN QUIRICO D’ORCIA
S. Anna in Camprena - Pienza - Vitaleta S. Quirico d’Orcia
lunghezza: km. 15,5 (8,00)
percorrenza: h. 4.30 (2.30)
dislivelli: minimi
caratteristiche: si consiglia di evitare il lungo
trasferimento a Pienza per la strada asfaltata e di
utilizzare il “postalino della Valdorcia”, piccolo bus
a gestione privata che, a richiesta, copre percorsi
non serviti dai mezzi pubblici in tutta l’area.
(Sig. Ilario tel. 335 5428668). I dati chilometrici e di
percorrenza indicati tra parentesi si riferiscono
al sentiero da Pienza a S.Quirico d’Orcia. L’itinerario
è la direttrice n. 6 dei sentieri della provincia di Siena.
Da S. Anna in Camprena a Pienza, purtroppo, non vi è
alternativa alla strada asfaltata (6 km. circa).
L’utilizzo del “postalino della Valdorcia” abbrevierà
l’itinerario consentendo di effettuare una visita a Pienza, non dimenticando di effettuare la bella passeggiata sul lato della città che si affaccia sulla Valdorcia, prima di intraprendere l’itinerario.
Dalla Porta che guarda i giardini (Porta al Ciglio) si
prende la stradetta che scende alla Pieve di Corsignano: l’itinerario ha inizio dalle antiche fonti che si trovano in prossimità dalla Pieve. Si scende ancora verso
il Podere S. Tito e si risale poi al Podere Costilati.
La strada traversa una zona cretosa ed è sconsigliabile
in giornate molto piovose. Poco dopo il podere si trova
una deviazione che in brevissimo tempo ci porta alla
piccola splendida pieve di Vitaleta, divenuta il simbolo
di tutta la Valdorcia. Ritornati sui nostri passi si scende
ancora senza abbandonare la strada bianca.
Dopo aver traversato il Fosso Rigo, si lascia la strada e
si sale per una poderale verso il Podere Cernecchio e
da qui in breve si raggiunge la SS.2 Cassia. La si traversa e si sale al centro di S.Quirico d’Orcia.
6 DA SAN QUIRICO D’ORCIA A CASTELLUCCIO
S.Quirico d’Orcia - Bagno Vignoni - Spedaletto Lucciola Bella - Castelluccio
lunghezza: km.19.0
tempo di percorrenza: h. 6.00
dislivello: insignificante
caratteristiche: itinerario non difficile ma molto
lungo. Molto remunerativo in quanto
panoramicissimo ed interessante per le emergenze
storiche che si incontrano. Può essere diviso
in due tappe. Parte dell’itinerario non è segnalata,
si consiglia quindi di consultare la cartina
della Val d’Orcia ed attenersi scrupolosamente
alle indicazioni del testo.
bagno vignoni
CASTELLUCCIO DI PIENZA
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RISERVA NATURALE LUCCIOLA BELLA
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strada della bonifica
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S. QUIRICO D'ORCIA
SPEDALETTO Nel medioevo l'importanza della Val d'Orcia fu legata principalmente a quella della
Via Francigena che l'attraversava longitudinalmente per tutta la sua lunghezza. Oltre alla grande diffusione
di centri urbani e castelli furono numerosi anche gli 'Spedali' sorti lungo l'importante arteria
o nelle sue immediate vicinanze. Premesso questo, è chiaro già dal nome che il castello di Spedaletto
non era altro che un edificio fortificato, costruito nel XII° secolo dal religioso Ugolino da Rocchione, luogo
di accoglienza per i viandanti e pellegrini “romei”. Fin dal 1236 il complesso fu amministrato dallo Spedale
di S.Maria della Scala di Siena ed era chiamato 'Spedale del ponte dell'Orcia', infatti alle sue spalle
la via Francigena attraversava il fiume Orcia grazie ad un antico ponte, le cui rovine sono ancora oggi
visibili in mezzo alle acque. Questa posizione rendeva il 'castello' strategicamente ancor più importante e,
anche a causa della sua ricchezza ottenuta attraverso varie donazioni, la sua presenza iniziò
a dare fastidio ai feudatari vicini. Il complesso è in ottimo stato di conservazione, recentemente oggetto
di ulteriori lavori di restauro, e da tempo è proprietà privata adibita a fattoria.
Dopo aver visitato il bel centro storico di S.Quirico
(Collegiata ed Horti Leonini), si prende la strada per
la Ripa d’Orcia, prima asfaltata poi bianca e la si segue per un paio di chilometri fino ad un bivio, a dritto si va alla Ripa a sinistra a Vignoni.
Se il tempo lo consentisse sarebbe interessante poter
arrivare al Castello di Ripa d’Orcia, situato su un diru-
po a strapiombo sul fiume omonimo (h. 1.15 andata
e ritorno dal bivio).
Noi prenderemo a sinistra verso il piccolo borgo di
Vignoni, con vedute splendide su tutta la Valdorcia.
Da qui si scende, sempre per strada bianca, alle sottostanti terme di Bagno Vignoni. Da qui in avanti
l’itinerario non è segnalato, ma seguendo le indica-
ni sotto riportate è facilmente individuabile.
Dall’abitato di Bagno Vignoni prendiamo in direzione
della SS2 Cassia che incrociamo in prossimità del
ponte sul fiume Orcia, dove prenderemo a sinistra in
direzione di S.Quirico d’Orcia-Siena.
Dopo alcune decine di metri prendiamo, a destra, la
Strada della Bonifica che seguiremo per un breve
tratto per scendere poi sul greto del fiume, dove una
traccia di strada, usata dai mezzi di lavoro per il recupero della ghiaia, ci condurrà nei pressi della Grancia
di Spedaletto.
Naturalmente in periodi molto piovosi non sarà possibile seguire questo sentiero, ma si potrà evitarlo
camminando per qualche chilometro lungo la Strada
della Bonifica.
Da Spedaletto, per circa cinque chilometri, non ci sono alternative alla Strada della Bonifica, purtroppo
asfaltata. L’itinerario prosegue poco prima della deviazione per il Podere Pianporcino, per una stradina a
sinistra, a salire, che entra nella Riserva Naturale di
Lucciola Bella e la traversa in diagonale per intero.
Dopo aver fatto quota, presso il Podere S.Bernardino
(m. 540), il panorama si allarga incredibilmente su
tutta la Val d’Orcia, Castiglioni e Rocca d’Orcia,
l’Amiata, Radicofani e il Monte Cetona. Da qui, volendo, deviando a sinistra si può salire al Podere Lucciola Bella con un breve tratto andata-ritorno.
Si prosegue quindi a diritto e si comincia a scendere
per una stradina contornata di cipressi, caratteristica
del paesaggio senese.
Si traversa la strada asfaltata e si sale al Podere
S.Antonio e da qui si sale ancora a trovare la strada
proveniente dalla Foce che prenderemo a sinistra in
direzione di Castelluccio.
CASTELLUCCIO Da La Foce, volgendo sulla destra per la strada non asfaltata si arriva al Castelluccio detto
in tempi remoti Castelluccio dei Bifolchi dal nome del suo primo proprietario.
Se ne hanno notizie fin dal 1320 allorchè appartenne alla comunità di Monticchiello a sua volta dipendente
dalla Repubblica di Siena che, nel secolo XIV, lo fortificò munendolo di due torri angolari rotonde
ancora intatte con feritoie archibugiere e vi insediò una piccola guarnigione. Nel 1390 una parte del Castello
venne donata all'Ospedale di Santa Maria della Scala, cui appartenne fino al 1787, che lo utilizzò
come fattoria fortificata, ne fece uno dei più importanti centri di amministrazione fondiaria (Grancia).
All'inizio del secolo XV vi predicò san Bernardino, cui è dedicata la cappella settecentesca.