la via delle grance
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la via delle grance
la via delle grance 1 2 3 4 DA SIENA A MONTERONI D’ARBIA DA MONTERONI D’ARBIA AD ASCIANO DA ASCIANO ALLA FATTORIA DI BELSEDERE DALLA FATTORIA DI BELSEDERE A SANT’ANNA IN CAMPRENA 5 DA SANT’ANNA IN CAMPRENA A SAN QUIRICO D’ORCIA 6 DA SAN QUIRICO D’ORCIA A CASTELLUCCIO L'antichissimo Spedale, istituito dai canonici del Duomo per accogliere i pellegrini che percorrevano la Via Francigena e per assistere i poveri e i bambini abbandonati, risulta già citato in un documento del 1090. Le attività assistenziali e la vita quotidiana dello Spedale sono mirabilmente descritte nel ciclo di affreschi del cosiddetto "Pellegrinaio", ambiente destinato all’accoglienza dei pellegrini, eseguiti tra il 1441 e il 1444 da Domenico di Bartolo, Lorenzo Vecchietta, Priamo della Quercia e Pietro di Giovanni d'Ambrosio, su commissione del Rettore dello Spedale Giovanni Buzzichelli. Lo Spedale di Santa Maria della Scala, grazie alle cospicue elemosine e 1 DA SIENA A MONTERONI D’ARBIA Siena - Grancia di Cuna - Monteroni d’Arbia lunghezza: Partenza da Siena: km. 20.00 tempo di percorrenza: h.6.00 dislivello: di poco conto partenza da Malamerenda: km. 12.00 tempo di percorrenza: h. 3.30 dislivello: di poco conto caratteristiche: questa prima tappa si svolge tutta su strade bianche e di campo. La partenza ideale di questo lungo viaggio, che ci porterà a conoscere le antiche fattorie fortificate del S. Maria della Scala (le “grance”) dislocate su tutto il territorio provinciale ed a provare la sensazione e l’emozione di camminare su tratti dell’antica Via Francigena, sarebbe da Siena, dalla Piazza del Duomo dove è situato il vecchio Spedale del S.Maria. E’ sempre più difficile, però, uscire a piedi dalle nostre città (tangenziali, strade molto trafficate, proprietà private, ecc) e quindi si può partire anche da Malamerenda, piccolo borgo situato a pochi chilometri da Siena, raggiungibile facilmente in auto o auto- a rb i a fi um e f i um e o mb r o n e bus urbano. Partendo dal Santa Maria della Scala si deve raggiungere Porta Romana e, appena usciti dalla Porta, si prende a sinistra la Strada di Certosa che, percorrendo un bel crinale con vedute su Siena e la Val d’Arbia fino all’Amiata, arriva alla Fattoria di Renaccio. Da qui purtroppo si deve seguire, a destra, la strada asfaltata fino alla SS2 Cassia, che prenderemo a sinistra fino al podere di Malamerenda. Qui si devia a destra, si prende la strada a sterro che porta a Radi e la si segue per due chilometri circa, fino al podere Belvedere, dove si devia a sinistra, si prende il sentiero delle Crete n. 502 e lo si segue SIENA cuna serre di rapolano ASCIANO e as so BELSEDERE fium LA VIA DELLE GRANCE MONTERONI D'ARBIA f ium e o m b r o n e ai lasciti dei pellegrini, acquistò rapidamente un peso economico di tale rilievo da consentire un'organizzazione autonoma, indipendente dal potere religioso e regolata da un innovativo statuto degli inizi del Trecento. Inoltre, l'enorme patrimonio agricolo dello Spedale, terreni e poderi i cui raccolti venivano immagazzinati nelle "Grance" (fattorie e magazzini fortificati), sparse su tutto il territorio della Provincia, costituì anche per la città una fonte di sussistenza in tempi di carestie e di epidemie. Oggi l'antico Spedale di Santa Maria della Scala, funzionante come Ospedale fini agli anni ’90 del secolo scorso, è un grande e suggestivo complesso museale. Lo stemma del Santa Maria, una scala sormontata da una croce, segnerà tutte le Grance che si incontrano su questo interessantissimo itinerario, articolato in più tappe. L’itinerario è segnalato in gran parte sulle carte escursionistiche delle Crete Senesi (1 e 2) e della Valdorcia. montisi S. ANNA S. QUIRICO D'ORCIA PIENZA spedaletto BAGNO VIGNONI (tratto molto panoramico) fino ad incrociare il sentiero 500, proveniente dalla vicina Isola d’Arbia. Si prende la stradetta a sinistra e si devia a destra subito dopo prendendo a scendere in direzione di Ponte a Tressa. Alle prime case si devia a destra e si risale ad un bel punto panoramico dove si trova una pianta solitaria di un querciolo che, essendo visibile da ogni parte, ci fa da punto di riferimento per tutto questo itinerario. A questo punto è anche visibile la possente costruzione della Grancia di Cuna, verso cui siamo diretti e dove si arriverà in breve tempo. Dalla Grancia si prende il primo bivio a sinistra in castelluccio del S.Maria della Scala per macinare i cereali che erano immagazzinati a Cuna. Nel 1786 passò la proprietà al marchese Scipione Nerli e al cavalier Pietro Cosatti. Il mulino veniva alimentato da una grande gora, visibile sul retro della struttura ed oggi inserita in un parco verde. Il complesso è stato recuperato sia esternamente che internamente e vi è stato inserito un piccolo museo storico. SIENA iena le di s nzia e g ta n bucciano san pietro a paterno tor ren podere malamerenda f i u me t et res sa fattoria renaccio LA VIA DELLE GRANCE 1 a la certosa di maggiano fium ea r bi LA VIA DELLE GRANCE IL MULINO DI MONTERONI D’ARBIA Massiccia costruzione in cotto senese, fu fatto erigere dall’Ospedale arbia LA GRANCIA DI CUNA Questa grande ISOLA D'ARBIA PONTE podere belvedere LE MORE grancia di cuna MU RL O MONTERONI D'ARBIA costruzione, risalente al secolo XII, venne donata, insieme ad una trentina di poderi nei dintorni, all’Ospedale del S. Maria della Scala. Tutti i prodotti alimentari delle campagne circostanti venivano qui immagazzinati, selezionati e poi trasportati a Siena. Per molti anni, quindi, questa grande struttura ha impegnato il lavoro di molte persone ed è stata di capitale importanza per la crescita dell’Ospedale senese. direzione del Podere S. Claudio. Qui il sentiero n.500 prosegue in leggera salita verso il Podere Belvedere, situato in bella posizione panoramica, aggira il Poggio della Tassinaia e si immette poco dopo nella strada proveniente da Radi. Prendendo a sinistra (sentiero n. 500a) in poco tempo si arriva a Monteroni d’Arbia, principale centro abitato di tutta la valle. Noi però abbrevieremo l’itinerario prendendo a sinistra (dal Podere S. Claudio) e per strada bianca pianeggiante si sorpassa la ferrovia e si prende a destra in direzione del paese. Si traversa la circonvallazione ed in breve si arriva alla gora ed al vecchio Mulino, oggi sede di un piccolo museo storico. 2 DA MONTERONI D’ARBIA AD ASCIANO Monteroni d’Arbia - Abbadia a Rofeno - Asciano lunghezza: km. 16.00 tempo di percorrenza: h. 5.30 dislivello: insignificante caratteristiche: l’itinerario è abbastanza lungo ma non presenta difficoltà di rilievo. Comunque si deve fare attenzione poiché, in ceri punti, si insinua in mezzo ai calanchi delle crete; si sconsiglia in periodi molto piovosi. L’itinerario è segnalato sulla cartina delle Crete Senesi, edita da Multigraphic di Firenze. Dal centro abitato di Monteroni d’Arbia si prende la strada asfaltata per Asciano e la si segue per circa due chilometri seguendo il sentiero n. 503 delle Crete senesi. Si devia a destra, si sale alla bella Villa S. Alberto, si scende al podere S.S. Marie e si ritorna alla strada asfaltata che seguiremo per altri cinquecento metri per deviare a sinistra per una stradina di campo. A questo punto l’itinerario entra in un territorio aspro e solitario ma di grande interesse ambientale e paesaggistico. Dopo circa cinque chilometri ed un’ora e trenta di cammino (evitando, sulla sinistra, i sentieri 522 prima e 524 dopo) si arriva al podere Lucolino, sulla strada che porta alla Pievina. Qui si prende a destra in direzione di Abbadia a Rofeno, oggi proprietà privata. Dopo poco si rientra nella strada asfaltata proveniente da Monteroni che prenderemo a sinistra in direzione di Asciano e che dobbiamo seguire, purtroppo, per circa quattro chilometri, fino al capoluogo delle Crete. iena te b ren tor rb ia podere sante marie MONTERONI D'ARBIA villa s. alberto 3 DA ASCIANO ALLA FATTORIA DI BELSEDERE Asciano - Serre di Rapolano - Poggio Pinci fermata di Trequanda - Fattoria di Belsedere lunghezza: km. 18.00 tempo di percorrenza: h. 5.30 dislivelli: m. 200 caratteristiche: l’itinerario è piuttosto lungo ma, per godere di più lo spettacolo di queste zone, lo si può anche dividere facendo tappa a Serre di Rapolano. Tutto l’itinerario è segnalato sulla carta escursionistica delle Crete Senesi, edita da Multigraphic di Firenze. Il nostro itinerario ha inizio in prossimità di una cappella che si trova nella parte bassa del paese di abbadia a rofeno ASCIANO rofeno eo fium m n b ro e LA VIA DELLE GRANCE 2 lucolino a me fiu LA VIA DELLE GRANCE PIEVINA Asciano, sulla sinistra, poco dopo il bivio per Monteoliveto per chi proviene da Siena. Il sentiero che seguiremo è il n.505 delle Crete Senesi (2d del Trenonatura) che in breve sale ad un punto panoramico in prossimità del piccolo borgo di Casella e poco dopo al Podere Pieve dei Preti. Continua con un sali-scendi su un bel crinale in mezzo al caratteristico paesaggio delle Crete, tra calanchi e biancane, fino al Colle di Poggiogrèppoli. Da qui il panorama diventa ancora più ampio, si scende alla strada per Rapolano, si gira a destra e, subito dopo, a sinistra per una strada di campo che ci porta dritti ad un sottopasso della ferrovia e da qui in breve tempo si arriva alle Serre di Rapolano. Dopo una visita alla Grancia, dal centro di Serre si scende in Via S. Rocco e si prende la Via delle Ca- ve. Con un ampio giro intorno alla zona delle cave di travertino si scende alla strada asfaltata proveniente dalla Lauretana. All’incrocio si prende a destra e, dopo appena cinquanta metri, a sinistra, per una stradina di campo. Qui troviamo la direttrice n.4 della sentieristica provinciale e il n. 2b dei sentieri del Trenonatura; si prende a sinistra. Si traversano dei campi per un paio di chilometri fino ad incrociare la strada asfaltata, la “Lauretana”, proveniente da Asciano che prenderemo a sinistra per due-trecento metri e subito a destra verso la bella fattoria di Poggio Pinci. Esempio classico delle fattorie di fine-ottocento con la bella casa padronale munita di ampio giardino, la cappellina esterna, gli annessi per il ricovero degli animali e gli attrezzi per il lavoro dei campi, l’oliviera. Dopo Poggio Pinci si costeggia una necropoli etrusca (i reperti sono visibili nel museo etrusco di Asciano) e le belle terme di Montalceto dove i senesi anticamente venivano a “passare le acque” utilizzando la linea ferroviaria sottostante, oggi usata solo a scopo turistico dal Trenonatura. Proseguiamo il nostro viaggio traversando un territorio fantastico la cui luce, i colori ed i profumi difficilmente riusciremo a dimenticare. Si prosegue sempre sulla evidente strada bianca RA PO LA TE RM serre di rapolano podere pieve dei preti SERRE DI RAPOLANO La frazione Serre ASCIANO SIE NA fattoria di poggio pinci NECROPOLI DI POGGIO PINCI aia vecchia TERME DI MONTALCETO CASTELLO DI GALLICO sso te a en orr t PODERE PECORILE FERROVIA TRENONATURA NI AN OV S0 GI 'AS D BELSEDERE TREQUANDA stazione di trequanda S. LA VIA DELLE GRANCE 3 E fiume om b NO poggiogreppoli e ron di Rapolano è nota per le cave di travertino e conserva un suggestivo cuore medievale nel quale spiccano il gotico Palazzo di Giustizia e la pieve di San Lorenzo. Da vedere anche i resti del castello e dell’antica grancia che oggi ospita un centro di documentazione ed un museo dedicato alla storia e all'attività delle antiche grance. LA VIA DELLE GRANCE seguendo il sentiero n.509 (direttrice prov. 4 ) fino alla strada asfaltata, subito sotto il podere Pecorile, che porta a Trequanda. Si prende a sinistra e si scende, dopo un breve falsopiano, alla fermata di Trequanda. Questa piccolissima stazione, oggi completamente abbandonata, non molti anni orsono era punto di riferimento per tutti i paesi circostanti. Si prosegue ancora per circa un chilometro sulla strada asfaltata, in leggera salita, fino al bivio per la Fattoria di Belsedere dove si conclude la nostra tappa. 4 DALLA FATTORIA DI BELSEDERE A S. ANNA IN CAMPRENA Fattoria di Belsedere - Montisi - Castelmuzio S. Anna in Camprena lunghezza: km. 13 tempo di percorrenza: h. 4.00 dislivello: m. 330°-260° caratteristiche: l’itinerario prosegue in mezzo alle crete, molto panoramico, a volte in ambiente selvaggio e ci dà l’opportunità di conoscere due piccoli e caratteristici paesi antichi. Tutto l’itinerario è segnalato sulla cartina delle Crete Senesi 2 – edita da Multigraphic. Dalla Fattoria di Belsedere si prende il sentiero n. 516 e si scende, passando davanti alla Cappella di S.Antonio, per strada di campo, ad un fosso che si traversa su un ponticello sulla sinistra, sentiero n. 517, e ci dirigiamo, in leggera salita, verso il podere Cetinali, visibile poco sopra e da qui al podere Latti. Il nostro itinerario devia sulla destra ma noi proseguiamo diritti sul sentiero n. 517a, che è più panoramico e più tranquillo. Il sentiero continua a salire ed il panorama sulle Crete si fa sempre più ampio. Arrivati a Montelifrè si devia a destra per la strada asfaltata e la si segue fino a Montisi (1500 m. circa). Dopo una doverosa visita al centro storico del paese ed alla Grancia del S. Maria della Scala si prosegue prendendo la strada asfaltata in direzione di Castelmuzio. Subito dopo il bivio per Sinalunga, si prende a destra una stradina interpoderale che scende al Borro Rigo, si percorre tra calanchi e boscaglia (fare attenzione) per circa cinquecento metri e si devia a sinistra salendo prima al podere il Modenese e poi ad un bel punto panoramico dove si incrocia una strada sterrata che prenderemo a sinistra. Dopo poco la strada diventa pianeggiante, traversa un’oliveta e passa accanto alla piccola Pieve di S.Stefano a Cennano. Da qui in breve tempo si arriva a SANT’ANNA IN CAMPRENA Il monastero olivetano fu fondato nel 1324-34 da Bernardo Tolomei e riedificato tra la fine del ‘400 e il ‘500 in forme rinascimentali. Nel 1502-1503 furono commissionati al Sodomia gli importanti affreschi che decorano il Refettorio. Oggi il complesso ospita anche una foresteria. montelifrè montisi pieve di cennano e t e castelmuzio r S. GIOVANNI D'ASS0 s e n e s i podere cetinali LA VIA DELLE GRANCE 4 BELSEDERE c SANT'ANNA IN CAMPRENA CASTELMUZIO Nel 1213 compare, per la prima volta, in documenti dell'Archivio di Stato di Siena, il nome di Castel Mozzo, per indicare un insediamento avente già caratteristiche di castello fortificato che conserva la struttura tipica anche nei secoli successivi. Costruito in una collina tufacea ha pianta rotonda ed è cinto da mura e da bastioni, che rendono difficile l'accesso alla casa-torre, posta sulla piazza. PIENZA Castelmuzio. Merita una visita il piccolo borgo che, data la posizione, offre splendide vedute. Si scende poi per la Via di Trove, sentiero n. 566, si traversa la strada per Pienza e si prende una stradina di campo, sempre in discesa, si passa in mezzo ad un’oliveta e si arriva al ponte sul torrente Trove dove ritroviamo la strada asfaltata per Pienza che prenderemo a sinistra. Già da qualche tempo abbiamo di fronte a noi, in alto, la veduta della bella Abbazia di S. Anna in Camprena, la nostra meta. Si segue l’asfalto per circa seicento metri, fino ad un’area di sosta, sulla destra, dove ha inizio un sentierino nel bosco che in poco tempo ci porterà a S.Anna. LA VIA DELLE GRANCE PIEVE DI CORSIGNANO Intitolata ai Ss. Vito e Modesto, documentata già nel 714 per essere contesa tra i vescovati di Siena e Arezzo, la chiesa battesimale del Castello di Corsignano è una costruzione romanica del secolo XI-XI , in blocchi di tufo, restaurata nel 1925. r e t e TORRENIERI s e n e s i FATTORIA DI COSONA LA VIA DELLE GRANCE 5 SANT'ANNA IN CAMPRENA c pienza pieve di vitaleta podere costilati S. QUIRICO D'ORCIA podere cernecchio podere poggio bacoca 5 DA SANT’ANNA IN CAMPRENA A SAN QUIRICO D’ORCIA S. Anna in Camprena - Pienza - Vitaleta S. Quirico d’Orcia lunghezza: km. 15,5 (8,00) percorrenza: h. 4.30 (2.30) dislivelli: minimi caratteristiche: si consiglia di evitare il lungo trasferimento a Pienza per la strada asfaltata e di utilizzare il “postalino della Valdorcia”, piccolo bus a gestione privata che, a richiesta, copre percorsi non serviti dai mezzi pubblici in tutta l’area. (Sig. Ilario tel. 335 5428668). I dati chilometrici e di percorrenza indicati tra parentesi si riferiscono al sentiero da Pienza a S.Quirico d’Orcia. L’itinerario è la direttrice n. 6 dei sentieri della provincia di Siena. Da S. Anna in Camprena a Pienza, purtroppo, non vi è alternativa alla strada asfaltata (6 km. circa). L’utilizzo del “postalino della Valdorcia” abbrevierà l’itinerario consentendo di effettuare una visita a Pienza, non dimenticando di effettuare la bella passeggiata sul lato della città che si affaccia sulla Valdorcia, prima di intraprendere l’itinerario. Dalla Porta che guarda i giardini (Porta al Ciglio) si prende la stradetta che scende alla Pieve di Corsignano: l’itinerario ha inizio dalle antiche fonti che si trovano in prossimità dalla Pieve. Si scende ancora verso il Podere S. Tito e si risale poi al Podere Costilati. La strada traversa una zona cretosa ed è sconsigliabile in giornate molto piovose. Poco dopo il podere si trova una deviazione che in brevissimo tempo ci porta alla piccola splendida pieve di Vitaleta, divenuta il simbolo di tutta la Valdorcia. Ritornati sui nostri passi si scende ancora senza abbandonare la strada bianca. Dopo aver traversato il Fosso Rigo, si lascia la strada e si sale per una poderale verso il Podere Cernecchio e da qui in breve si raggiunge la SS.2 Cassia. La si traversa e si sale al centro di S.Quirico d’Orcia. 6 DA SAN QUIRICO D’ORCIA A CASTELLUCCIO S.Quirico d’Orcia - Bagno Vignoni - Spedaletto Lucciola Bella - Castelluccio lunghezza: km.19.0 tempo di percorrenza: h. 6.00 dislivello: insignificante caratteristiche: itinerario non difficile ma molto lungo. Molto remunerativo in quanto panoramicissimo ed interessante per le emergenze storiche che si incontrano. Può essere diviso in due tappe. Parte dell’itinerario non è segnalata, si consiglia quindi di consultare la cartina della Val d’Orcia ed attenersi scrupolosamente alle indicazioni del testo. bagno vignoni CASTELLUCCIO DI PIENZA podere lucciola bella RISERVA NATURALE LUCCIOLA BELLA spedaletto podere s. bernardino strada della bonifica fiume orcia PODERE BIANCO podere le checche PODERE NERO fiume orcia LA VIA DELLE GRANCE 6 ZA EN PI vignoni SS 2 cassia LA VIA DELLE GRANCE NO IA NC E IA RM CH TE S. QUIRICO D'ORCIA SPEDALETTO Nel medioevo l'importanza della Val d'Orcia fu legata principalmente a quella della Via Francigena che l'attraversava longitudinalmente per tutta la sua lunghezza. Oltre alla grande diffusione di centri urbani e castelli furono numerosi anche gli 'Spedali' sorti lungo l'importante arteria o nelle sue immediate vicinanze. Premesso questo, è chiaro già dal nome che il castello di Spedaletto non era altro che un edificio fortificato, costruito nel XII° secolo dal religioso Ugolino da Rocchione, luogo di accoglienza per i viandanti e pellegrini “romei”. Fin dal 1236 il complesso fu amministrato dallo Spedale di S.Maria della Scala di Siena ed era chiamato 'Spedale del ponte dell'Orcia', infatti alle sue spalle la via Francigena attraversava il fiume Orcia grazie ad un antico ponte, le cui rovine sono ancora oggi visibili in mezzo alle acque. Questa posizione rendeva il 'castello' strategicamente ancor più importante e, anche a causa della sua ricchezza ottenuta attraverso varie donazioni, la sua presenza iniziò a dare fastidio ai feudatari vicini. Il complesso è in ottimo stato di conservazione, recentemente oggetto di ulteriori lavori di restauro, e da tempo è proprietà privata adibita a fattoria. Dopo aver visitato il bel centro storico di S.Quirico (Collegiata ed Horti Leonini), si prende la strada per la Ripa d’Orcia, prima asfaltata poi bianca e la si segue per un paio di chilometri fino ad un bivio, a dritto si va alla Ripa a sinistra a Vignoni. Se il tempo lo consentisse sarebbe interessante poter arrivare al Castello di Ripa d’Orcia, situato su un diru- po a strapiombo sul fiume omonimo (h. 1.15 andata e ritorno dal bivio). Noi prenderemo a sinistra verso il piccolo borgo di Vignoni, con vedute splendide su tutta la Valdorcia. Da qui si scende, sempre per strada bianca, alle sottostanti terme di Bagno Vignoni. Da qui in avanti l’itinerario non è segnalato, ma seguendo le indica- ni sotto riportate è facilmente individuabile. Dall’abitato di Bagno Vignoni prendiamo in direzione della SS2 Cassia che incrociamo in prossimità del ponte sul fiume Orcia, dove prenderemo a sinistra in direzione di S.Quirico d’Orcia-Siena. Dopo alcune decine di metri prendiamo, a destra, la Strada della Bonifica che seguiremo per un breve tratto per scendere poi sul greto del fiume, dove una traccia di strada, usata dai mezzi di lavoro per il recupero della ghiaia, ci condurrà nei pressi della Grancia di Spedaletto. Naturalmente in periodi molto piovosi non sarà possibile seguire questo sentiero, ma si potrà evitarlo camminando per qualche chilometro lungo la Strada della Bonifica. Da Spedaletto, per circa cinque chilometri, non ci sono alternative alla Strada della Bonifica, purtroppo asfaltata. L’itinerario prosegue poco prima della deviazione per il Podere Pianporcino, per una stradina a sinistra, a salire, che entra nella Riserva Naturale di Lucciola Bella e la traversa in diagonale per intero. Dopo aver fatto quota, presso il Podere S.Bernardino (m. 540), il panorama si allarga incredibilmente su tutta la Val d’Orcia, Castiglioni e Rocca d’Orcia, l’Amiata, Radicofani e il Monte Cetona. Da qui, volendo, deviando a sinistra si può salire al Podere Lucciola Bella con un breve tratto andata-ritorno. Si prosegue quindi a diritto e si comincia a scendere per una stradina contornata di cipressi, caratteristica del paesaggio senese. Si traversa la strada asfaltata e si sale al Podere S.Antonio e da qui si sale ancora a trovare la strada proveniente dalla Foce che prenderemo a sinistra in direzione di Castelluccio. CASTELLUCCIO Da La Foce, volgendo sulla destra per la strada non asfaltata si arriva al Castelluccio detto in tempi remoti Castelluccio dei Bifolchi dal nome del suo primo proprietario. Se ne hanno notizie fin dal 1320 allorchè appartenne alla comunità di Monticchiello a sua volta dipendente dalla Repubblica di Siena che, nel secolo XIV, lo fortificò munendolo di due torri angolari rotonde ancora intatte con feritoie archibugiere e vi insediò una piccola guarnigione. Nel 1390 una parte del Castello venne donata all'Ospedale di Santa Maria della Scala, cui appartenne fino al 1787, che lo utilizzò come fattoria fortificata, ne fece uno dei più importanti centri di amministrazione fondiaria (Grancia). All'inizio del secolo XV vi predicò san Bernardino, cui è dedicata la cappella settecentesca.