Ferretti - Solustri, Difesa Francese, C.I.S. 2014

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Ferretti - Solustri, Difesa Francese, C.I.S. 2014
LE PARTITE DEI SOCI
La fase dell’apertura è delicata perché può indirizzare già dalle prime mosse l’esito
della contesa, ma non bisogna ridurla ad un mero e semplice esercizio mnemonico. La
conoscenza della teoria delle aperture (cioè del come e del perché si giocano) è basilare,
ma deve essere accompagnata da una buona dose di elasticità mentale, quella dote che
permette di trovare continuazioni non (troppo) codificate ma valide o quantomeno di
difficile confutazione sulla scacchiera. E’ un atteggiamento flessibile e creativo con il
quale bisognerebbe sempre affrontare la fase dell’apertura (tanto, se siamo
predestinati a prendere mazzate, almeno ci divertiamo a vedere la faccia del nostro
avversario!). La partita che vi propino è un utile esempio di trattamento flessibile
dell’apertura, seguita da abilità e pazienza nello sfruttare le debolezze dello
schieramento avversario che tale condotta ha provocato. Solo ad una prima e
superficiale vista il gioco del Bianco può sembrare “arido”: un’analisi più approfondita
mostra invece come ogni sua mossa tenda dapprima a provocare debolezze strutturali
e poi a sfruttarle, con invidiabile e continua logica.
Carlo FERRETTI – Sauro SOLUSTRI, Campionato Italiano a Squadre, Chieri 2014.
Apertura: Difesa Francese, variante McCutcheon (C12).
1. d4 d5; 2. e4
Prima piccola sorpresa! Il gambetto Blackmar-Diemer!
2. … e6
Contrordine! Niente Partita di Donna, né tantomeno gambetto, bensì Difesa Francese!
3. Cc3
Ah beh, sì… la variante Winawer (forse)!
3. … Cf6
E invece no! Sarà la variante Classica! (o no?)
4. Ag5
Uffa! Niente variante Classica. Sarà forse la McCutcheon? Vista l’aria che tira, non mi
sbilancerei…
4. … Ab4; 5. exd5
Seconda sorpresa, e nemmeno tanto piccola. Qui la mossa di gran lunga più giocata è
6. e5, che conferisce alla partita la tipica connotazione chiusa della difesa Francese. Il
B ha però in mente una linea di gioco che eviti lunghe manovre per vie interne e, nel
contempo, ponga al N qualche problemino un po’ inconsueto…
5. … exd5; 6. Df3 0-0
… che il N non valuta correttamente. Qui le due alternative che paiono giocabili sono:
a) 6. … Cbd7, evitando l’impedonatura e mettendo in conto la ritirata dell’Ab4 in e7 a
difesa del futuro 0-0;
b) 6. ... Axc3+, cercando di provocare lui l’impedonatura al B! In caso di 7. Dxc3, allora
7. … 0-0, e nessuno dei due contendenti è riuscito ad indebolire la struttura
pedonale avversaria.
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7. Axf6 Axc3; 8. bxc3 Dxf6
Su 8. … Te8+ (che sembra comunque la migliore) non credo che il B si sarebbe lasciato
allettare da 9. Ae5 seguito da qualcosa di simile a 9. … f6; 10. Dg3 fxe5; 11. dxe5 dove,
per un misero pedone doppiato in più, cede l’iniziativa e permette un comodo ed
aggressivo sviluppo al N, ma avrebbe continuato con la “calma” 9. Ae2 per rientrare in
seguiti simili a quelli avutisi in partita.
9. Dxf6 gxf6 [diagramma]
Mossa al B dopo 9. … gxf6
Abbiamo raggiunto una posizione “lunare”: se si eccettua l’0-0 nero, tutti gli altri pezzi
superstiti sono ancora nelle loro case di partenza. L’unico segno che su questa
scacchiera c’è (stata) vita sono le rispettive impedonature. Il loro peso specifico è però
molto diverso: quella del B è per così dire fisiologica, la si incontra in molte varianti,
sia della Francese che della partita di Donna. Quella del N, invece, è costituita da due
pedoni completamente isolati, quindi più grave. Su questa differenza il B investirà con
tutte le sue restanti mosse, rendendo le sue manovre delicate e trasparenti come
cristalli di Boemia. Oltretutto, il suo obiettivo è chiaro, mentre il N deve sforzarsi di
creare pressioni che compensino il suo svantaggio statico, cosa non certo facile data,
anche, la prematura scomparsa delle DD.
10. Ad3 Te8+
Già qui il N è posto davanti ad un trilemma, almeno: scegliere fra la mossa del testo,
10. … Ag4 e 10. … c5. E’ pur vero che queste mosse andranno probabilmente fatte
tutte, e il loro ordine non sembra molto importante.
11. Ce2
Più precisa di 11. Rd2, perché si riserva la possibilità di f2-f3 riparando il R in f2.
11. … c5
Quasi obbligando il B a triplicare i propri pp. Il N è ben cosciente di dover giocare
attivo. Per esempio, 11. … Ag4, cercando di cambiare il Ce2 che diverrà il principale
attaccante di f6 e d5, non soddisfa per il probabile seguito 12. f3 Ah5; 13. Tb1 b6; 14.
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Rd2 Ag6; 15. Cf4 c6 e ora: a) 16. h4 Axd3 17. cxd3, oppure b) 16. Aa6 Tad8; 17. h5 Af5;
18. g4 Ae6; 19. h6!, in entrambi i casi con posizioni “scomode” da giocare.
12. dxc5 Cd7 [diagramma]
Mossa al B dopo 12. … Cd7
Sembra che il N abbia reso al B pan per focaccia: i tre p sulla colonna c non sono certo
un bel vedere…
13. 0-0!
… ma mai fidarsi delle apparenze! Il B schioda il Ce2 che d’ora in poi galopperà felice
verso d5 e f6, i punti deboli del N. L’0-0 è più preciso di 13. Rd2 che, in alcune varianti,
lascerebbe la possibilità al N di piazzare il suo C in e4 con scacco, guadagnando tempi
per l’iniziativa.
13. … Cxc5; 14. Cf4 Ae6
E’ una posizione in cui bisogna giocare “precisi precisi”, cioè cercare di trovare mosse
che parino le minacce dell’avversario e ne creino di proprie. La mossa del testo pare
“naturale”, ma ha il grave difetto di essere solamente difensiva. Ben altra consistenza
avrebbe avuto 14. … Te5, inibendo la casa h5 al C bianco, difendendo d5 e togliendosi
dalla casa e8, bianca (il motivo sarà evidente fra due mosse). Dopo 14. … Te5 il B
avrebbe dovuto forse proseguire cambiando almeno momentaneamente obiettivo, con
15. Tfb1 a6; 16. a4, ma la posizione del N sembra ben sostenibile.
15. Ch5 Cd7
Quando si prende una china pericolosa è difficile lasciarla. Il N si preoccupa solo della
difesa, e così tralascia il contrattacco. 15. … Tec8, rendendo questa volta sì pan per
focaccia, metteva a nudo la debolezza speculare del B: l’impedonatura sulla colonna c.
Una probabile continuazione avrebbe potuto essere: 16. Cxf6+ Rg7;17. Ch5+ Rh6; 18.
Cf4 Cd3; 19. cxd3 Txc3; 20. Tfe1 Tc6 e la posizione del N sembra tenere.
16. Ab5
Mettendo a frutto l’imbottigliamento delle figure nere. Inchiodando il C sulla Te8, ora
il B guadagna due pp, ma la strada verso la vittoria è ancora lunga, vista l’infelice
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struttura pedonale. Il B dovrà quindi cercare di sfruttare la maggior versatilità del suo
C superstite rispetto all’A nero alquanto “cattivo”.
16. … Te7; 17. Axd7 Axd7; 18. Cxf6+ Rg7; 19. Cxd5 Te2 [diagramma]
Mossa al B dopo 19. … Te2.
Non avendo ormai più nulla da perdere, il N muta atteggiamento e comincia a giocare
aggressivo, tuffandosi in seconda traversa. Era da prendere in considerazione 19. …
Te5, non facendosi intrappolare la T in e2 e continuando a minacciare l’entrata in
seconda traversa al momento più opportuno.
20. Ce3
Questa e la prossima mossa del B avrebbero potuto essere giocate anche in senso
inverso.
20. … Tc8; 21. Tfd1 Ab5
Permette l’entrata in gioco della Ta1 con guadagno di tempo. Non andava 21. … Aa4
per 22. Td4! Axc2; 23. Rf1, restituendo i due pp (doppiati) per la qualità e facendo un
bel passo avanti verso … Nizza (questa è per gli ellenisti!). Più o meno lo stesso esito
avrebbe avuto 22. … Ae6; 23. Rf1 Txe3; 24. fxe3 Txc3; 25. Td2 Txe3; 26. a4 ed il B, con
tecnica e pazienza, dovrebbe far valere il vantaggio della qualità.
22. Tab1 Tc5; 23. Tb4
Allo pseudo-attivismo del N il B risponde mobilitando al meglio i pezzi pesanti. Penso
che già a questo punto per la propria T il B ha individuato come buen retiro la casa e4
minacciando, dopo la spinta in c4, lo scacco di scoperta di C e guadagnando – che
novità! – la qualità.
23. … a5; 24. Tg4+
Procurandosi il tempo necessario per la spinta in c4.
24. … Rf6; 25. c4
Il cruccio del N è la Te2, troppo ottimisticamente mandata all’attacco quasi da sola.
Ora non c’è il tempo per 25. … h5, che viene controbattuta da 26. Te4 Aa6 (o Ac6, non
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fa differenza); 27 Td6+ Rg7; 28. Cf5+ con vantaggio decisivo). Siccome 25. … Txe3
equivale a resa praticamente incondizionata, il N cerca di conservare i pezzi il più a
lungo possibile.
25. … Aa6; 26. a4!
Senza tema di fissare i propri pedoni sulle case bianche, cioè dello stesso colore dell’A
avversario, il B toglie al N le ultime velleità di spinta liberatrice sul lato di D.
26. … Re6
Ultima imprecisione. Ora era giocabile 26. … h5, anche se dopo 27. Tgd4 il B riesce a
trovare il controgioco sufficiente a far breccia nelle ultime resistenze del N.
27. Te4+ Rf6
O 27. … Te5; 28. Txe5+ Rxe5; 29. Rf1.
28. Cg4+ Rf5; 29. Txe2 Rxg4 [diagramma]
Il B ha vinto la partita: bisogna solo decidere come. La strada intrapresa dal B è la più
sicura se non certo la più corta, ed è così che si deve giocare, soprattutto nelle
competizioni a squadre. Se però voi non risentite di 4/5 ore di impegno costante alla
scacchiera, se quando giocavate a pallone (o basket) eravate soprannominato Odeon
(con il sottotitolo “tutto quanto fa spettacolo”, da una mitica trasmissione TV fine Anni
’70), se insomma vi siete imbottiti di Roipnol o coltivate esotiche piantine sul balcone,
allora trovatemi la mossa da Maracanà….
Mossa al B dopo 29. … Rxg4.
Con 30. Td5!! il B avrebbe apposto il sigillo d’oro alla sua partita. Si minaccia la Tc5 e
il grazioso matto di TT e pp. Al N rimane il cambio, ma poi succede questo: 30. …
Txd5; 31. cxd5 Axe2; 32. d6 b5; 33. d7 e, sfruttando l’infelice posizione di tutto quello
di colore nero che è rimasto sulla scacchiera, il pd va a meta!
30. Te4+ Rf5; 31. Tdd4 b6; 32. Th4
Ora il peso della qualità si fa sentire eccome!
32. … Ab7; 33. Th5+ Re6; 34. Txc5 bxc5; 35. Td8 Ac6; 36. c3 Re7
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36. … Axa4 era solo illusoria per 37. Ta8 Ab3; 38. Txa5 Rd7; 39. Ta6+ e dopo una lenta
agonia il N deve spirare.
37. Tb8 Rd7; 38. Tb5
Elegante e magnanimo finissage.
38. … abbandona. 1 – 0.
Era la prima partita della prima giornata del C.I.S. 2014: senza dubbio un buon
viatico!
Mario Andreoni
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