Francesco Piccolo, E se c`ero, dormivo (Milano, Feltrinelli

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Francesco Piccolo, E se c`ero, dormivo (Milano, Feltrinelli
Francesco Piccolo, E se c’ero, dormivo (Milano, Feltrinelli,
1998, pp.9-19)
Testo : prima stesura con apparato evolutivo delle tre stesure
successive
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T1a
T
1b
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Io e il mio motorino quella volta abbiamo partecipato
attivamente al Movimento Studentesco.
1-2 Riquadrate; con tra parentesi quadre l’app.: questa è una frase
migliorabile sicuramente. Deve essere un attacco più deciso
2 attivamente al] (alle azioni) del Movimento] Collettivo
2 Studentesco.] STUDENTESCO. /Lui se ne stava parcheggiato in mezzo a
tanti altri in una mattina di sole invernale, e aveva una catena rossa a una
ruota, e questo rassicurava entrambi sulle cattive intenzioni di terzi estranei.
Era un Garelli 50 di colore blu, era quasi nuovo e fino ad allora non l’avevo
mai prestato a nessuno. In interlinea l’app. sul prestare? prima intuizione
dell’inserzione di T1c r.2 dedicata appunto al “prestare il motorino”
1-2 Due versioni dell’incipit, la prima a stampa: Una volta io e il mio
motorino abbiamo dato un contributo importante al Collettivo studentesco la
seconda (da cui T) a penna in marg. con vari punti interrogativi e l’app.
o/o: Una mattina Dario Contini, leader del Collettivo studentesco, ha
attraversato la città sul mio motorino,
2 Studentesco.] T1b] STUDENTESCO. /ERA UN GARELLI 50 DI COLORE BLU,
ERA praticamente NUOVO E FINO AD ALLORA NON L’ AVEVO MAI PRESTATO A
NESSUNO – e non erano pochi quelli che mi avevano chiesto di fare un giro;
ma rispondevo sempre che non potevo perché stava ancora in rodaggio, e in
rodaggio non si può prestare perché se poi uno accelera troppo si può
ingolfare e restare così per sempre; io non accelero, mi dicevano, ma non ci
credevo e giuravo che lo avrei prestato quando sarebbe finito il rodaggio; ma
questo rodaggio non lo facevo finire mai. Quanto dovesse durare, e quali
limiti di velocità indicasse il libretto delle istruzioni, non lo sapevo, ma si
andava sempre a occhio, sembrava ci fosse un sapere popolare, comune per
motorini e macchine, – impreciso e variabile, un periodo costante ma non
quantificabile, sfuggente – che poi sembra sparito perché ora, ma anche
questa è una notizia incerta, un sapere comune e impreciso, la macchina e i
motorini escono dalla fabbrica già rodati, perché ci sono degli appositi
macchinari che fanno compiere il chilometraggio completo per il rodaggio.
Non si sa se è vero, né si sapeva bene prima se e quanto bisognava rodare un
motore nuovo, fatto sta che ora bisogna cercare altre scuse per non dare in
prestito il motorino o la macchina appena acquistati, perché la scusa del
rodaggio non è più valida. Il Garelli 50 blu SE NE STAVA PARCHEGGIATO IN
MEZZO A TANTI ALTRI IN UNA MATTINA DI SOLE INVERNALE, con UNA
CATENA ROSSA A UNA RUOTA, che RASSICURAVA ENTRAMBI SULLE CATTIVE
INTENZIONI DI quel che a scuola, per una regola (filosofica?) si chiamava il
TERZo ESTRANEo. (da cui T rr.29-65)
1-2 T1c] Una volta DARIO… STUDENTESCO, aveva ATTRAVERSATO…
2 Studentesco.] T1c] STUDENTESCO./ Ci pensavo circa due anni più tardi, un
giorno che andai a giocare la partita contro la prima in classifica, invece di
correre all’ospedale come avrei dovuto – e per questo Claudia mi aveva
praticamente lasciato, anche se non sapevo se davvero stavamo insieme; ci
pensavo quel giorno, quando mi dissero di Dario, e pensavo che l’unico
legame con lui era stato quello. E a quello avrei pensato molti anni dopo
quando avrei deciso di scrivere un romanzo su Dario, e mi sarebbe tornato in
mente prima quel giorno dell’ospedale, della partita e di Claudia, e poi che
quel giorno avevo pensato a quell’altro giorno, quando ero stato così
stupidamente orgoglioso che Dario Contini avesse percorso le strade della
città, di fretta, sul mio motorino, sia pure senza guidarlo. (da cui T rr.3-15)
/ERA UN Boxer 50… BLU, era PRATICAMENTE … CHIESTO DI farci UN GIRO…
COSÌ ingolfato PER SEMPRE… DOVESSE effettivamente DURARE… SAPEVO MA
c’era una convenzione tra tutti noi che ci faceva ANDAre A OCCHIO, valeva
PER MOTORINI E MACCHINE, ed era IMPRECISa… COSTANTE eppure NON
QUANTIFICABILE, SFUGGENTE alla
fine del quale si diceva che da ora si può
finalmente cominciare a tirarlo al massimo, perché è rodato; questo rodaggio
adesso poi SEMBRA SPARITO PERCHÉ si dice – e ANCHE QUESTA È UNA
NOTIZIA saldamente INCERTA E IMPRECISa – che pare che Le MACCHIN e E I
MOTORINI ESCaNO DALLe FABBRIChe GIÀ RODATI, si dice che CI SONO DEGLI
APPOSITI macchinari CHE… ACQUISTATI. Ma allora, quando dicevi con aria
seria e dispiaciuta che era in rodaggio, ti rispondevano con aria seria e
comprensiva che vabbè, allora non faceva niente, perché anche loro ci erano
passati o ci sarebbero passati, prima o poi, oppure ti rispondevano che loro
proprio perché ci erano passati non lo avrebbero tirato al massimo, ma
mentre lo dicevano sapevano che neanche loro a loro volta si sarebbero
fidati./ IL Boxer BLU… RASSICURAVA me e lui SULLE CATTIVE INTENZIONI
DEL TERZO ESTRANEO.
Dalle rr.1-2 di T1a e varianti successive, le righe 1-15 e 29-65 di T
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Quella mattina era verso le nove, al massimo nove e mezza,
non più tardi, e stavo tentando con non pochi sforzi di infilare la
mano sotto la gonna di Caterina. Era una gonna di jeans con una
cucitura arancione che la attraversava in mezzo. Ma non era
questo il problema. Una gonna di jeans ha una maggiore forza di
opposizione di qualsiasi altra gonna, che non ne ha quasi
nessuna, ma non c’è tutta questa differenza: è superabile, ma
non era questo il problema. Erano le gambe di Caterina il
problema. Erano gambe corte e troppo gonfie, a ripensarci, e
soprattutto erano serrate con forza, con ostinazione che mi stava
facendo sudare sotto il maglione di pura lana abbondante che
avevo, lo sentivo il sudore formarsi lentamente, e forse, anzi di
3 Quella… mezza] Erano le nove e mezza, al massimo le dieci
4 con …di] con molti sforzi – a pensarci ora, troppi – di
5 Caterina] Cristina idem per tutte le occorrenze di Caterina
6 mezzo] MEZZO. Cristina portava sempre jeans strettissimi o gonne di jeans,
e in ogni caso era roba con cuciture rigide e pesanti. Avevo ormai mani
arrossate, piagate dalle forzature sui jeans stretti e le cuciture rigide.
9-10 superabile, ma non] superabile, ecco. Non
11 e troppo gonfie] e avevano cosce gonfie
12 ostinazione] una ostinazione
14 lo sentivo il] sentivo questo
4 con… di] T1b ] CON…TROPPI – e da almeno un’ora DI
6 mezzo] T1b ] MEZZO. CRISTINA…FORZATURE contro il tessuto spesso e
dallo sfregare continuamente la cucitura arancione.
7 Una gonna] Sapevo bene che una gonna
7-8 una maggiore… gonna] una forza di opposizione non uguale e contraria
ma leggermente maggiore di una gonna qualsiasi
9-10 ma non c’è… ma non] e quindi sapevo che mi sarebbe costata un po’
più di fatica, ma era sopportabile. Non
10 Erano] /Erano
11-2 ripensarci, e soprattutto] ripensarci ora, ma allora andava bene così;
soprattutto
13 sudare] sudare molto
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Dalle rr.3-25 di T1a e varianti successive, le righe 66-130 di T
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sicuro nello sforzo stava sudando anche Caterina, e le parti
interne delle ginocchia erano arrossate dallo sfregare delle calze
una contro l’altra - lo vedevo quando riuscivo a insinuare una
mano, anzi la punta delle dita in mezzo e girandola con forza le
gambe si aprivano pochissimo e io speravo, ma lei ci metteva a
quel punto tutta la forza e richiudeva, metteva le due mani in
mezzo alle cosce anche lei, come un passaggio a livello tra me e
15 nello] per lo
15-6 e le parti…arrossate] e se avessi messo la mano all’interno delle calze
avrei toccato cosce scivolose per il sudore, ma questo proprio non sarei
riuscito a farlo, vedevo le parti interne delle GINOCCHIA ARROSSATE
18-22 anzi…arrivo] e facendo perno col polso allargavo quel tanto le gambe
e stavo sempre attento a guardarci in mezzo e allora vedevo le ginocchia
rosse e poi buio e soltanto buio sotto la gonna, la mano era imprigionata tra
le cosce con il palmo verso il basso o verso l’alto e non sentivo nulla al tatto,
e allora facendo perno con le dita cercavo pian piano di girarla ma senza
perdere terreno, A QUEL PUNTO però LEI CI METTEVA TUTTA LA FORZA E
RICHIUDEVA facendo sbattere i menischi contro con rumore impressionante;
la mia mano rimaneva chiusa lì dentro come in un cassetto, ma non volevo
tirarla fuori altrimenti avrei dovuto ricominciare da capo, allora Cristina
METTEVA LE MANI IN MEZZO ALLE COSCE serrate ANCHE LEI, COME UN
PASSAGGIO A LIVELLO chiuso TRA ME e l’obiettivo
15 sforzo] sforzo e la tensione anche Caterina] pure lei,
15-6 e le parti… arrossate] T1b] E… AVREI finito per TOCCAre COSCE
SCIVOLOSE, bagnate ma soltanto di SUDORE, MA tanto QUESTO NON SAREI
comunque RIUSCITO A FARLO, avrei avuto bisogno di arrivare su fino alla
pancia, mettere la mano dentro e scendere fino a sotto verso le cosce,
allargando le calze il più possibile e tenendo il braccio storto, con una
concentrazione come quando cerchi qualcosa in fondo al cassetto e puoi
farlo sentendo solo al tatto – ma non riuscivo a metterle le mani in mezzo
alle cosce da sopra le calze, figuriamoci sotto. VEDEVO attraverso il tessuto
trasparente anche se spesso del nylon LE PARTI INTERNE… ARROSSATE
18 mano] MANO per qualche centimetro verso l’interno approfittando di un
quarto di secondo di pausa tra una resistenza uguale e contraria e l’altra
quindi prosegue con rr.18-22
18-22 anzi… arrivo] T1b] E FACENDO PERNO COL POLSO (datemi una <leva e
un punto di appoggio> e vi solleverò il mondo) ALLARGAVO LE GAMBE di
QUEL TANTO E STAVO… VEDEVO queste GINOCCHIA ROSSE E più in fondo il
BUIO E… LA MANO ERA ormai IMPRIGIONATA TRA LE COSCE che stringevano
ma dovevo resistere, avevo conquistato una posizione e non dovevo
abbandonarla, stringeva e faceva male, avevo forzato facendo perno sul
polso e ora avevo LA MANO CON IL PALMO rivolto VERSO … L’ALTO, ma
insomma così non potevo sentire NULLA AL TATTO… CON LE DITA stavolta
CERCAVO almeno DI GIRARLA, però SENZA… CI METTEVA ancora più FORZA,
tutta quella che aveva E RICHIUDEVA più forte FACENDO … CON UN RUMORE
che a me sembrava IMPRESSIONANTE, e che mi avviliva, perché dovevo
ricominciare da capo. LA MIA MANO intanto era CHIUSA … CASSETTO, MA
non si poteva gridare che mi faceva male altrimenti mi avrebbe detto “e
levale” – e anzi bisognava di nuovo provare ad avanzare, e se conquistavo
un centimetro, ALLORA CRISTINA METTEVA in un attimo LE sue
MANI…L’OBIETTIVO, e non si rilassava, dovevo continuare a forzare e dopo
tanti sforzi arrivare al massimo allo sbarramento delle mani
15 anche Caterina] T1c] PURE LEI, eravamo come vasi comunicanti
18-22 T1c] resistenza] opposizione più forte] con più energia e levale] e
perché non la levi?
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il punto d’arrivo, e io dicevo frasi sconnesse e sentivo il viso
rosso per l’eccitazione e lo sforzo, ma un gesto definitivamente
violento non riuscivo a farlo, non mi veniva. Volevo persuaderla
più che forzare. Quei quattro giorni dell’occupazione del liceo li
avevo passati per la gran parte a seguire il percorso solito: ci
eravamo baciati tornando dal bar all’angolo, senza smettere di
22-5 e io…. forzare] intanto non ripeto quali FRASI SCONNESSE mi venivano
fuori intanto che forzavo, mi dichiaravo, mi eccitavo, cercavo di persuaderla
e sentivo le guance arrossate e gocce di sudore colare sulle tempie, e parlavo
perché VOLEVO PERSUADERLA PIÙ CHE FORZARE, e dicevo cose che poi a
ripensarci nel letto di notte avrei avuto la pelle d’oca e la necessità di
mettere la testa sotto le coperte per vergogna verso me stesso
25-6 Quei… seguire il] /Quella settimana e più di OCCUPAZIONE DEL LICEO
l’avevo passata a fare il
27-8 senza… camminare] e l’avevamo fatto con così finta casualità che
avevamo continuato a CAMMINARE
22-5 e io… forzare] T1b] – e non voglio ripetere QUALI FRASI SCONNESSE MI
VENIVA di dire INTANTO CHE … ECCITAVO, la minacciavo, poi CERCAVO …
SUDORE cominciavano a COLARE ormai, le sentivo SULLE TEMPIE, lente, però
continuavo a parlare, non smettevo mai, PERCHÉ VOLEVO convincerla PIÙ
CHE FORZARE, ma intanto che cercavo di convincerla, forzavo E DICEVO …
NECESSITÀ DI infilare LA TESTA… ME STESSO
25-6 Quei… seguire il] T1b] Era ormai più di una SETTIMANA che avevamo
occupato il LICEO, e io L’AVEVO PASSATA A cercare di FARE IL
26-7 ci… baciati] l’avevo baciata
27-8 senza… camminare] T1b] E L’AVEVo FATTO quando ero proprio sicuro,
eppure non era stato naturale, avevo dovuto dirmi ora girati e baciala, ora,
entro dieci secondi baciala perché sennò sei un vigliacco, o la baci ora o non
la bacerai mai più, e ogni volta rimandavo, fino a quando lo feci CON FINTA
CASUALITÀ – ci avevo pensato già più di cento volte quella mattina, parlavo
e ascoltavo ma non dicevo niente e non capivo niente perché intanto pensavo
ininterrottamente ora la bacio ora la bacio ora la bacio – mentre
camminavamo abbracciati e mi ero abbassato verso di lei come per un gesto
d’affetto e solo per caso avevo incontrato le sue labbra – e non era mica
vero, mentre mi abbassavo dicevo se non lo fai ora, se non lo fai ora, e mi
dicevo ora punta verso la bocca, se non si gira continuo, altrimenti le do un
bacio sulla guancia, ma se ho capito bene non si girerà, mi avvicinavo e non
si girava, e ci baciammo; però poiché L’AVEVAMO FATTO CON FINTA
CASUALITÀ – forse lei pensava se punta verso la bocca, non mi giro, non mi
devo girare – AVEVAMO CONTINUATO A CAMMINARE
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Dalle rr.25-30 di T1a e varianti successive, le righe 131-172 di T
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camminare e con gli occhi chiusi avevamo deviato andando a
sbattere contro il paraurti di una Fiat 127 parcheggiata di
traverso. Avevamo riso imbarazzati. Poi per ogni bacio c’era
voluta fatica, perché una volta poteva arrivare la professoressa,
un’altra i compagni di classe, un’altra ancora volevo baciarla
troppe volte - e spesso la mia lingua sbatteva contro denti serrati
28 e con… a] e con gli occhi chiusi avevamo perso l’orientamento andando
a
29-30 di traverso… Poi] a spina di pesce, e quella volta era stato uno dei
miei menischi a subire un trauma. Dopo
31 la professoressa] un professore
32 classe] scuola
33 spesso] allora
29-30 di traverso… Poi] T1b] A SPINA DI PESCE con una ruota sopra il
marciapiede, E QUELLA VOLTA ERA STATO UNO DEI MIEI MENISCHI A SUBIRE
UN TRAUMA: ma avevo riso e fatto finta di niente, e l’avevo baciata subito,
per tentare di farle dimenticare (per sempre) la goffaggine di quella prima
volta, io seduto sul cofano della 127 e lei addosso, intanto che con una mano
mi toccavo il ginocchio che mi faceva molto male e pensavo: che stupido,
che figura, ci vorrebbe del ghiaccio – ma non potevo farci nulla, né del resto
avrei potuto baciarla con gli occhi aperti, guardando avanti, perché c’era
questo fatto che chi baciava con gli occhi aperti non era innamorato. E anche
se non eri innamorato dovevi baciare a occhi chiusi, perché dovevi almeno
far credere di esserlo. Se poi volevi smetterla, bastava cominciare a baciare a
occhi aperti./ Erano stati baci brevi, perché aveva vergogna. DOPO
32 volevo baciarla] mi aveva già baciato
33 spesso] T1b] ALLORA basta, e così
29-30 di traverso… Poi] T1c] A SPINA… BACIARE A OCCHI APERTI. E anche
se io non ero innamorato, non volevo smetterla./ ERANO STATI BACI… DOPO
r.33 spesso] T1c ] COSÌ
Dalle rr. 30-53 di T1a e varianti successive, le righe 173-217 di T
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con capriccio. Poi le misi la mano su una tettina piccolissima,
che si intuiva soltanto al di sopra del maglione, e soltanto dopo
molti tentativi riuscii a infilare la mano sotto la maglia e a
toccarle il seno nudo, e durante quei molti tentativi mi bloccava
i polsi e mi baciava con voluttà come per distrarmi, così come
ora, mentre tentavo di arrivare a toccarle l’inguine - sopra le
34 piccolissima] piccola piccola
35 soltanto] appena
36 tentativi…e a] tentativi e passaggi, e cioè sotto il maglione, sotto la
camicia infine riuscii a infilare la mano e a (in agg. int. tra par. tonde
l’app.: su come infilare la mano sotto il reggiseno prima intuizione del
nucleo sviluppato in T1c e T2, rr.34-37
38 come… così] per distrarmi. Così
39 arrivare a toccarle] raggiungere
34-7 Poi… tentativi] T1b] Dopo un po’, seguendo un percorso già tracciato
da generazioni, puntai al seno: aveva UNA TETTINA PICCOLA PICCOLA, CHE a
stento SI INTUIVA SOPRA il MAGLIONE di pura lana, E SOLTANTO DOPO MOLTI
TENTATIVI E PASSAGGI obbligatori – SOTTO IL MAGLIONE, poi SOTTO LA
CAMICIA – RIUSCII alla fine A INFILARE LA MANO SOTTO IL REGGISENO E A
TOCCARLE IL SENO NUDO, con due fasi ancora, quella senza slacciare il
reggiseno e alla fine quella con il reggiseno slacciato e piena libertà di
azione finalmente; DURANTE tutti QUEI TENTATIVI
37 bloccava] bloccava ogni volta
38-9 come…mentre] mentre prima faceva tante storie per baciarmi: poi capii
che cercava di riportarmi sempre al passaggio precedente, pur di non farmi
fare il passo successivo. E anche ora, mentre A marg. tra par. tonde l’app.
più linguaggio matematico qui (a partire da T2 l’autore utilizza luoghi
comuni del linguaggio scolastico per descrivere l’“assedio” a Cristina; v.
anche T, apparato rr. 91-3
39 sopra] soltanto sopra
34-7 Poi… tentativi] T1c] DOPO… QUELLA SENZA poter SLACCIARE IL
REGGISENO perché eravamo ancora nei giorni della furtività, cioè io le
toccavo il seno ma lei non lo a<cc>ettava ufficialmente E ALLA FINE…
TENTATIVI
38-9 come… mentre] T1c] MENTRE… PUR DI NON FARMI FARE l’operazione
successiva invece di andare avanti per raggiungere il risultato >della
equazione<, mi faceva fare la verifica, e io la verifica non la volevo fare,
volevo fare i passaggi successivi e arrivare al risultato. E ANCHE ORA,
MENTRE
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mutandine e le calze - lei si alzava la maglia e accompagnava la
mia mano sulla tettina già denudata dal reggiseno. Si prodigava
a farmi piacere molto l’azione precedente, ma io ero ormai
troppo concentrato sull’azione successiva per apprezzare e
godere ormai di quella libertà di azione, e le massaggiavo un po’
i capezzoli, con distrazione, ma con l’altra mano, e poi con tutte
e due, tentavo di forzare quella chiusura di gambe ostinatissima,
facendo pressione facendo finta di non fare troppa pressione, e
dicendo molte stupidaggini dimenticate sul perché era giusto che
aprisse le gambe, solo un poco, dieci secondi, cinque soltanto - e
lei «no, ti prego, no».
42 a… l’azione] per farmi appassionare all’azione
43 troppo] manca
43-6 per apprezzare… due] e non APPREZZAvo né GODEvo più di
MASSAGGIArle I CAPEZZOLI, e lo facevo CON DISTRAZIONE, e sfregavo per
farle provare un po’ di piacere perché così si abbandonava e io prima CON
L’ALTRA MANO, poi con entrambe
46 forzare] forzare ancora una volta
46 chiusura… ostinatissima] chiusura ostinatissima, quelle ginocchia che
parevano incollate
47 finta] però finta
48 molte… dimenticate] altre stupidaggini
49-50 soltanto … no”.] SOLTANTO, li conto veloci così
unoduetrequattrocinque e tu chiudi e io levo la mano, te lo giuro su quello
che vuoi./ E LEI: “NO, TI PREGO, NO”.
40 calze] calze, è chiaro, agli altri due passaggi ci avrei pensato in seguito
41 sopra] sulla già… reggiseno] già nuda, senza reggiseno (ma quando
l’aveva slacciato?)
41-3 reggiseno. Si… successiva] T1b rr.42-3] REGGISENO; tentava
disperatamente di FARMI APPASSIONARE ALL’AZIONE PRECEDENTE, MA IO
ERO ORMAI CONCENTRATO su quella SUCCESSIVA
46 ostinatissima] T1b] OSTINATISSIMA…INCOLLATE, quei menischi ormai
frantumati
47 facendo] facevo
48 molte… dimenticate] T1b 48] ancora ALTRE STUPIDAGGINI
49-50 poco… no”] T1b] POCO, non c’era niente di male, non lo avrei fatto
mai più e non le avrei chiesto mai più niente (avevo detto ogni volta così,
eppure non mi vergognavo di ripeterlo), un poco poco, DIECI SECONDI dieci,
CINQUE SOLTANTO e CONTi VELOCe, COSÌ UNODUETREQUATTROCINQUE, al
cinque TU … VUOI, deve morire mia madre in questo momento. /E LEI…NO”
49-50 poco… no”] T1c] POCO…SOLTANTO E CONTo VELOCE, COSÌ:
UNODUETREQUATTROCINQUE, anzi conti tu va bene, AL CINQUE CHIUDI…
NO”
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Eravamo nell’ultimo corridoio del liceo, semibuio, con porte
aperte su aule vuote. Lei era seduta sul tavolo del corridoio dove
di solito stava il bidello, ed io in piedi.
Fu così che ci trovò Claudia. Per come la conoscevo, mi
aspettavo che ridesse. Non rise, invece, e fece come se Caterina
non ci fosse.
«Ti devo chiedere un piacere, e non mi puoi dire di no. È
arrivata la notizia che stanno per liberare D.F., e D. sta ancora
dormendo a casa. Bisogna andarlo a prendere. Ci serve il tuo
motorino».
54 Claudia] in agg. int. l’app. C’era anche B.<eniamino>?
51 Eravamo] prima non cass. Non volevo forzare, ma intanto sentivo la
pressione degli amici che mi chiedevano a che punto ero arrivato, e mi
sfottevano che dopo dieci giorni non le avevo ancora messo le mani in
mezzo alle cosce, e sopra e non sotto. Ma che ci potevo fare. I passaggi che
bisognava fare li stavo facendo, stavo perdendo un po’ di tempo a quel punto
e poi dovevo metterle la mano sopra la mutandina, poi sotto, e poi, ma
chissà se ce l’avrei fatta, un dito dentro Riquadrato, il passo sarà trasp. in T4
alle rr. corrispondenti a T, 132-140
51 semibuio,] semibuio – e sotto la gonna di Cristina era ancora più buio –
porte] tutte le porte
52 su] sulle tavolo del] banco nel
53 ed io… piedi] io la attaccavo in piedi
57 puoi… È] devi dire di no. Siamo nei casini. È
58 D.F. e D.] Di Costanzo e Dario
60 motorino”.] MOTORINO” /Stava parlando proprio del mio Garelli 50 blu
nuovo regalatomi al mio quattordicesimo compleanno da papà e mamma,
visto sotto casa con un fiocco rosso e che mai nessuno fino ad allora aveva
avuto la fortuna di accendere e guidare nemmeno per un giro nel parco./ Ma
Di Costanzo stava per essere liberato, a Claudia non avevo ancora detto un
solo no – e il primo lo avrei detto dopo tanti anni ancora – e Cristina mi
sembrava esausta, con i menischi spappolati e quasi arrendevole .
51 Eravamo] T1b] Io NON VOLEVO nemmeno FORZARE, MA SENTIVO addosso
LA PRESSIONE DEGLI AMICI CHE MI sfottevano perché erano quasi DIECI
GIORNI e io ANCORA NON LE AVEVO MESSO… COSCE, SOPRA E NON SOTTO,
oltretutto. MA CHE CI POTEVO FARE. I PASSAGGI…FACENDO, su questo PUNTO
STAVO PERDENDO UN PO’ DI TEMPO, è vero, considerato che DOVEVO ancora
METTERLE Le MANi sotto le calze e poi sotto Le MUTANDINe e E POI, MA
CHISSÀ a questo punto quando CE L’ AVREI mai FATTA, infilarle UN DITO
DENTRO.
51 Eravamo] Stavamo 54 Per… conoscevo, mi] Mi
57-8 Ti… che stanno] Ti sto cercando da un’ora. Dobbiamo chiederti un
favore, e non devi dire di no”/ Dobbiamo chi?/ “Abbiamo saputo che stanno
59 dormendo a casa] a casa a dormire
60 motorino”] T1b] STAVA… MIO nuovissimo GARELLI 50 BLU a presa diretta
avuto in regalo AL MIO … COMPLEANNO dai miei genitori che me l’avevano
fatto trovare in garage CON UN FIOCCO … NEL PARCO, perché era in rodaggio
e si poteva ingolfare. MA DI COSTANZO… LIBERATO, e in un momento così
importante Dario Contini capo riconosciuto del collettivo studentesco del
liceo XXXXXXX avrebbe attraversato la città sul mio motorino, poi A
CLAUDIA … ANCORA mai DETTO una sola volta NO, E CRISTINA …
SPAPPOLATI e lo sapevo che stava per cedere, però non dovevo perdere
tempo.
51 Eravamo] T1c] IO …FORZARE troppo, perché mi sentivo stanco, perché
sudavo, perché quando diceva “ti prego” mi commuovevo, MA SENTIVO…
POTEVO FARE, il coraggio uno non se lo può dare, I PASSAGGI … UN DITO
DENTRO. Era questo il risultato giusto. Ma ci voleva il tempo che ci voleva.
54 Per… mi] Mi
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Avevo la chiave della catena in tasca, ma mi girai di spalle
per prenderla, perché avevo una erezione troppo visibile e forse
anche il jeans un po’ macchiato di quello sperma acquoso che
viene fuori quando si è troppo eccitati. Poi allungai il braccio
per darle la chiave e dissi: «sta vicino al canestro. Ma portamelo
subito». «Grazie» mi disse. Mi diede un bacio sulla guancia.
Al pensiero che D. sarebbe salito sul mio motorino, che il
mio Garelli 50 blu lo avrebbe portato da casa al liceo in un
momento così importante, mi sentii eccitatissimo. Forzai con
entrambe le mani le ginocchia di Caterina e prima che le
richiudesse il palmo della mia mano avvinghiava con forza tutta
61 Avevo… mi] La chiave della catena era in tasca. Mi
62-4 troppo… allungai] incontrollata e forse i jeans un po’ macchiati di quel
quasi sperma acquoso che mi veniva fuori ogni volta che stavo con Cristina./
Allungai
65-6 sta… subito] Stai attenta e portamelo subito
66 mi disse. Mi] disse. E mi
67-9 Al… eccitatissimo.] Un po’ quel bacio di Claudia, molto il pensiero
che DARIO SAREBBE montato SUL MIO MOTORINO DA CASA fino a scuola IN
UN MOMENTO COSÌ IMPORTANTE – la liberazione di Di Costanzo – MI SENTII
ancora più eccitato.
69-71 Forzai… richiudesse] Pressai le mani sui menischi e tirai con tutta la
forza che avevo, e prima che lei potesse richiuderle,
62-4 troppo… allungai] T1b stavo con] strusciavo contro
65-6 sta… subito] T1b] STAI ATTENTA, perché è in rodaggio, E PORTAMELO
SUBITO
66 bacio] bacio forte
67-9 Al… eccitatissimo.] T1b] Un BACIO sulla guancia da CLAUDIA mentre
avevo un’erezione, questo non era mai successo; se mettiamo poi la
preoccupazione per il MOTORINO e l’orgoglio che io e lui stavamo servendo
la causa mi fecero sentire ECCITATO, forte e deciso:
69-71 Forzai… richiudesse] T1b] passai LE MANI SUI MENISCHI di Cristina E
TIRAI… AVEVO, senza pudore e strozzando l’urlo che saliva istintivo dalle
corde vocali, E PRIMA CHE LEI sorpresa riuscisse a RICHIUDERe le gambe
T2
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T1b
T1c
T2
la parte che c’era in mezzo alle gambe. Non sentii niente altro
che il nylon delle calze, forse perché il tempo fu breve, ma
sapevo che avevo raggiunto una posizione che non avrei più
perso. Poteva bastare. «Vado fuori a vedere cosa succede. Devo
riprendermi il motorino». E scappai via.
72-5 gambe… bastare] gambe di Cristina – ed era nient’altro che il nylon
delle calze, sempre le calze, forse un po’ più spesso per quella specie di
rinforzo che c’è proprio in corrispondenza dell’inguine, ma sentii comunque
solo il nylon delle calze, per un tempo brevissimo e con Cristina che mi dava
pugni dietro la schiena, con la faccia affondata nel suo maglione – e poi
strappai via la mano di colpo, tanto sapevo di aver raggiunto una posizione
che non avrei più perso, sapevo che dopo quella prima volta avrebbe
allargato le gambe a patto che non avessi tentato di toglierle le calze, e
chissà se per andare avanti avrei dovuto aspettare l’estate, quando le calze le
avrebbe tolte, ma ce l’avevo fatta, potevo raccontarlo agli amici, e poteva
bastare./
72-5 gambe… bastare] T1b] GAMBE DI CRISTINA – che poi ERA … DELLE
CALZE, ma un nylon PIÙ SPESSO… TANTO SAPEVO DI AVER RAGGIUNTO UNA
POSIZIONE CHE NON AVREI PIÙ PERSO, e lei da ora in poi non avrebbe fatto
più resistenza, perché non doveva succedere la prima volta, ma poi… e anzi,
AVREBBE ALLARGATO LE GAMBE e mi avrebbe invitato a tenere la mano
salda su quel rinforzo di nylon, me l’avrebbe guidata, pur di non farmi
cercare la molla delle calze per infilarvi la mano sotto, cosa alla quale avrei
già pensato dalla volta successiva, ma CHISSÀ SE stavolta PER ANDARE…
ASPETTARE la primavera, QUANDO avrebbe tolto le calze. Ma ora poco
importava, CE L’AVEVO FATTA, E POTEVA BASTARE.
75-6 succede. Devo… motorino] succede al motorino
76 scappai] andai
72-5 gambe… bastare] T1c] GAMBE …TANTO SAPEVO che condizione
necessaria e sufficiente era raggiungere UNA POSIZIONE CHE …
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