Weekly Focus del 21 novembre 2016

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Weekly Focus del 21 novembre 2016
21 novembre 2016
a cura del Settore Ricerca
e Informativa Finanziaria
L’apertura di settimana sui mercati è relativamente tranquilla con indici azionari asiatici generalmente in
rialzo (Nikkei e Shanghai +0,8%) e indici europei poco variati. Il flusso di notizie nel fine settimana è stato
particolarmente povero, con le primarie del centro-destra francese e la conferma della ricandidatura della
Merkel gli unici elementi degni di nota.
Ad una decina di giorni dalle elezioni USA, sui mercati si delinea una prima lista di vincitori e perdenti
(soggetta senza dubbio a diverse revisioni nelle prossime settimane). In breve: l’azionario ha ben
performato, ma con alcune aree di debolezza, mentre l’obbligazionario vede perdite diffuse su tutti i
settori.
Performance asset class al 18 novembre
(Fonte: Bloomberg)
Variazioni in %
da 8 nov.
da 31/12/15
Azionario globale
S&P500
2,2%
Nikkei
4,6%
MSCI paesi emergenti
-6,1%
Euro Stoxx
0,1%
FTSEMIB
-2,7%
Obbligazionario Area Euro*
Governativi
-1,7%
Governativi Italia
-2,4%
Corporate
-1,0%
High Yield
-0,9%
7,0%
-5,6%
6,7%
-5,9%
-23,6%
2,3%
-1,3%
4,1%
6,9%
* Ritorno totale degli indici settoriali Bank of America - Merril Lynch
1. Azionario USA e dollaro escono chiaramente vincenti sulle aspettative che il nuovo corso di politica
economica generi crescita e, più in generale, un ambiente più favorevole al settore corporate.
L’azionario Giappone figura in cima alla lista in base alla nozione che il forte deprezzamento dello
Yen (-10% dai minimi di metà agosto) rinvigorisca l’export.
2. Tutto ciò che è paesi emergenti (azioni, bonds, valute) soffre; qui la supposizione è che le politiche
commerciali della nuova amministrazione USA segneranno dei passi indietro sul fronte della
globalizzazione e dell’apertura al libero commercio che hanno innescato il secolare re-rating degli
assets emergenti.
3. All’interno dell’azionario europeo la variabile “Trump” incrocia i suoi effetti sulla performance con
il tema del referendum italiano e della performance del settore bancario. La performance del
FTSEMIB nei confronti dell’Euro Stoxx (dall’8 novembre) è spiegata molto semplicemente dal -10%
delle banche italiane verso una performance attorno allo zero per le banche dell’Area Euro.
4. Per quanto riguarda il mondo delle obbligazioni, il processo di risalita dei rendimenti USA e
Tedeschi ha determinato un re-pricing di tutto il comparto, con perdite sui corporate, high yield e,
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come detto, sugli emergenti. Da notare però che le perdite su corporate/high yield sono state
inferiori a quelle sui governativi (cioè funzione della risalita generale dei rendimenti più che di un
allargamento degli spread).
A meno di sviluppi inattesi, la prossima settimana non dovrebbe essere altro che una tappa di
avvicinamento agli eventi chiave del mese di dicembre (referendum italiano il 4, meeting BCE l’8, meeting
Federal Reserve il 14).
 Nell’area euro saranno rilasciati una serie di indicatori di fiducia (indici PMI, IFO tedesco) relativi al
mese di novembre. Dopo che il terzo trimestre ha confermato un ambiente di crescita decente
(0,3% trimestrale per l’intera area, con sorprese positive dai paesi periferici), questi numeri sono
utili per capire se questo sarà confermato anche nel quarto trimestre.
 Nel Regno Unito è in programma (mercoledì 23) l’Autumn Statement, dove verranno dettagliati gli
obiettivi di finanza pubblica. I motivi di interesse sono sia domestici che globali. Il predecessore
dell’attuale Cancelliere Hammond aveva introdotto prima della Brexit un piano di austerità
ambizioso che prevede un bilancio in pareggio per il 2020. D’altra parte il paese ha una delle
peggiori posizioni fiscali tra i paesi avanzati, con un rapporto deficit/Pil medio di circa il 7% nel
periodo 2008-2015. Dopo il referendum l’economia UK ha mostrato una notevole resilienza sinora,
ma le aspettative continuano ad essere per un rallentamento marcato nei prossimi anni. Inoltre il
vento è cambiato, con la lenta ma inesorabile accettazione della necessità di una politica fiscale più
accomodante a livello globale. Dopo la mossa della Commissione Europea (allentamento delle
politiche fiscali nei paesi dell’area che hanno spazio) ed in attesa delle mosse degli USA, è probabile
che anche il Regno Unito introdurrà un impianto più accomodante e flessibile.
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