Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 1

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Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 1
Pubblicato in Vita del Popolo del 05/03/15
PASQUA DI RISURREZIONE
Dal Vangelo secondo Giovanni (20, 1-9)
Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora
buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno
portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma
l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là,
ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il
sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non
avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Alleluia il Signore è risorto! Ecco la buona notizia che la festa di Pasqua ci consegna. Ecco la novità di
Gesù Cristo che ci è annunciata ogni domenica, primo giorno della settimana: il Signore non è più nel
sepolcro, è risorto, vive per sempre! Quali sono i segni della Risurrezione?
Nel vangelo di Giovanni si parla della pietra tolta dal sepolcro, dei teli posati per terra e del sudario in
un luogo a parte: il corpo del Signore non c’è! Non sappiamo dove lo hanno posto dice Maria di
Magdala ai due discepoli. Con lei altre donne sono forse andate al sepolcro al mattino, presto, quando
era ancora buio col desiderio di restare ancora vicine al corpo di Gesù.
Il Vangelo della festa di Pasqua ci consegna una certezza: Gesù, dopo la sua passione e morte, è risorto
e continua ad essere presente nella storia degli uomini. E’ stato difficile per Maria di Magdala e per i
discepoli credere a questo, nonostante Gesù, mentre era ancora in vita, avesse più volte parlato della sua
morte e resurrezione. Anche per noi oggi non sempre è facile credere a questa verità di fede. Di fronte
alla morte di una persona cara, di un giovane, di un bambino, difronte alle morti, a volte violente, di
tanti uomini e donne, fatichiamo a credere alla vita eterna, alla Risurrezione. Siamo abitati forse da un
bisogno di comprendere, di sapere, di capire, oppure siamo indifferenti.
La Parola di Dio di questa domenica ci ricorda che la nostra fede è fragile, che non crediamo tutto
subito, ma che camminiamo passo dopo passo nella fede, come Maria di Magdala e i due discepoli.
Come loro anche noi possiamo riconoscere il Signore risorto presente nella nostra vita.
La figura della Maddalena, all’inizio di questo vangelo pasquale, ci mostra l’itinerario della fede: è lei
che si alza presto, che spreca il suo sonno (così come poco tempo prima aveva sprecato il nardo prezioso
sui piedi di Gesù!) e va al sepolcro; è sempre lei che corre ad annunciare la scomparsa del corpo di Gesù
ai discepoli, ed è a lei che il Risorto si rivelerà presso il sepolcro. E’ l’amore per il Signore che la fa
correre, è questo amore che non la fa essere indifferente di fronte a quello che vede e che la spinge a
cercare Gesù.
E’ lo stesso amore che permette al discepolo che Gesù amava, di arrivare per primo al sepolcro ma di
lasciare a Pietro di entrare. E’ il discepolo che Gesù amava che passa per primo dal vedere al credere. E
perché non Pietro? Un legame profondo lega il discepolo a Gesù, ed è in forza di questa relazione
profonda di amore che arriva per primo a credere. La fede si fonda su questo legame profondo con Dio:
cerchiamo il Signore perché Lui per primo ci ha raggiunti, abbiamo fatto esperienza del suo amore per
noi, un amore che è gratuito. Lo cerchiamo perché ad un certo momento Lui è diventato importante per
noi, abbiamo conosciuto la sua misericordia e il suo perdono.
La figura della Maddalena e del discepolo che Gesù amava, ci ricordano che la fede ha bisogno di un
cuore di carne, un cuore capace di lasciarsi amare da Dio e di amare. Un cuore vivo, che sappia guardare
alle persone e alle situazioni, anche quelle più difficili e che si lasci interpellare da queste. Un cuore non
chiuso in se stesso, ma aperto agli altri, alla condivisione con tutti; un cuore che ama, capace di cercare
insieme ai fratelli e sorelle, di ogni cultura e fede, il volto del Risorto nella vita quotidiana.
Sorella Giuliana
Discepole del Vangelo