TENIAMO VIVA LA PAROLA A Settimana di Pasqua

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TENIAMO VIVA LA PAROLA A Settimana di Pasqua
LUNEDÌ DI PASQUA
TENIAMO VIVA LA PAROLA
A Settimana di Pasqua
-----------------------------------------------------------------------------------------DAL VANGELO SECONDO GIOVANNI (Gv 20, 1-9): Il primo giorno della
settimana, Maria di Magdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora
buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro.
Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù
amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non
sappiamo dove l’hanno posto!».
Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro.
Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro
e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò.
Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e
osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato
là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte.
Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e
vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè
egli doveva risorgere dai morti.
Il sepolcro vuoto
“Maria di Magdala si recò al sepolcro”
Il sepolcro è un dato oggettivo fondamentale nell’evento della Risurrezione.
Dai Vangeli sappiamo che è nuovo, scavato nella roccia, di proprietà di Giuseppe di
Arimatea. Gesù vi è deposto avvolto in teli e nel sudario. L’ ingresso viene chiuso con
una gran pietra. I sommi sacerdoti sigillano la pietra e mettono le guardie.
“Quel mattino Maria di Magdala vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro”
Il sepolcro è aperto non per lasciare uscire Gesù; non è necessario: il suo corpo glorioso
passa attraverso le mura: è aperto per dare a noi la possibilità di entrarvi perché dentro
ci sono alcune prove sulla verità della Risurrezione.
E’ la potenza di Dio che toglie la pietra: la morte ora non ha più l'ultima parola.
“Il sepolcro vuoto”
Giovanni Paolo II dice: «La tomba vuota è una testimone silenziosa. Per quasi duemila
anni ha reso testimonianza alla vittoria della vita sulla morte».
Impegno : L’Angelo dice alle donne: «Venite a vedere la tomba dove è stato deposto».
Ora lo dice a noi affinché la tomba parli alla nostra fede.
DOMENICA DI PASQUA
MARTEDÌ DI PASQUA
O notte gloriosa
L’ inizio è difficile: “Corrono smarriti”
“Il Sabato Santo”
È giorno di silenzio: le campane non suonano, non si celebra, tutto tace e si attende.
“La veglia pasquale”
È chiamata “madre di tutte le veglie”; è la più grande dell’anno liturgico.
Rievoca la storia della salvezza, le opere di Dio per il suo popolo, la notte in cui “passa”
a salvarlo dalla schiavitù d’Egitto. Celebra la Pasqua in cui Cristo risorge. Fa rivivere il
nostro “passaggio” in Dio attraverso il Battesimo, la Confermazione e l’Eucaristia. Ci
invita ad essere testimoni del Risorto e a “vegliare” in attesa della sua venuta definitiva.
“O notte beata … o notte gloriosa”
Così dice il canto pasquale: “Sola tu meriti di conoscere il tempo e l’ora in cui Cristo
risorge dagli inferi … e ricongiunge la terra al cielo e l'uomo al suo creatore”.
“La Risurrezione di Cristo”
Il mattino di Pasqua è vissuto di corsa: Maria di Magdala corre dai discepoli, Pietro e
l’altro discepolo corrono al sepolcro. I verbi sono tutti di movimento: andare, recarsi,
correre, giungere, entrare.
“I discepoli e le donne sono smarriti, sono presi dall’inquietudine”
Il sepolcro è vuoto: sulla croce a Gesù è stata tolta la vita, ora non c’è più nemmeno il
suo corpo. Ci sono alcuni segni verificabili ma sono inspiegabili. Cosa sta accadendo?
“Non sanno cosa pensare e cosa fare”
Sono confusi e smarriti: il vuoto c’è nel sepolcro ma più ancora in loro. La Risurrezione è
un evento nuovo e impensabile. Loro non riescono nemmeno ad immaginarlo.
“La fede nel Risorto ha un inizio difficile”
Non è una conquista umana ma è un dono da accogliere con impegno: è una grazia.
Non è un ritorno alla sua vita di prima: corruttibile; è il passaggio ad una vita nuova;
coinvolge tutta l’ umanità, la storia e l’universo … restituisce l’innocenza ai peccatori e la
gioia agli afflitti; dissipa l’odio … promuove la concordia e la pace (Veglia pasquale).
“Pietro e l’altro discepolo … corrono insieme”
Impegno: Questa è la notte che salva i credenti in Cristo dal peccato, li consacra
all’amore del Padre e li unisce alla comunione dei santi. (Veglia pasquale)
Impegno: C’è un solo modo per “vedere” il Risorto: fare l’ esperienza dell’amore,
insieme ai fratelli e a Pietro, che ha il compito di confermarci nella fede.
Insieme: il cammino della fede è faticoso, va fatto nella comunità e con l’aiuto dei
fratelli. Giovanni, l’amato, corre più veloce: il cuore mette ali ai piedi e alla mente.
MERCOLEDÌ DI PASQUA
VENERDÌ DI PASQUA
Il grido: “Hanno portato via il Signore”
Vide … Videro
“Maria di Magdala … corse allora”
Maria di Magdala vede la pietra ribaltata; pensa: «Hanno portato via il corpo di Gesù»;
pensa ai ladri: «Non l’hanno voluto da vivo, ora non lo vogliono nemmeno da morto».
“Andò da Simon Pietro e dall'altro discepolo”
Pietro e Giovanni sono i due punti di riferimento della chiesa che sta nascendo
“Disse loro: «Hanno portato via il Signore!»”
La fede nella Risurrezione inizia con la visione attenta e illuminata di ciò che accade, si
fonda sul vedere progressivo della realtà
“Maria di Magdala” è il simbolo della chiesa primitiva che intraprende con fatica il
cammino di fede: è la prima a scoprire la pietra ribaltata, vede il sepolcro aperto ma non
entra. Vede (in greco blepei) e scappa via confusa: è nel “buio" interiore.
“Pietro” entra nel mistero della tomba, osserva attentamente i teli e il sudario. Vede (in
greco "zeorei"), coglie i particolari: verifica, riflette.
Il grido è carico di amore e di dolore: Maria sa che Gesù è il grande bene, è l’unico
bene. Ricorda gli anni passati con Lui; risente la sua voce; rivive i suoi miracoli; capisce
che Gesù è morto perché ha voluto bene a tutti. Percepisce che qualcosa di essenziale
sta per essere tolto a tutti.
Di corsa "irrompe" nella comunità dei discepoli come per svegliarli a una responsabilità.
È come se dicesse: : «Vi stanno portando via il Signore. Non ve ne accorgete?»
Anche Benedetto XVI grida: «La dittatura del relativismo ci sta soffocando la fede»
“I discepoli vedono i segni della Risurrezione”: la loro fede si fonda su questa visione.
Anche la nostra fede ha bisogno di esperienze significative: di liturgie ben celebrate, di
testimoni coraggiosi, di preghiera e di esempi buoni.
Impegno: Signore, questo grido di Maria di Magdala risuoni ancora nella tua chiesa per
avvertirci che avanza una mentalità mondana che spegne la fede.
Impegno: La chiesa primitiva vede la tua tomba vuota, si sente smarrita, prega,
riflette, illuminata dal Signore si apre alla fede nella Risurrezione
“L’altro discepolo, l’amato” vede (in greco "orao"), guarda con il cuore, contempla, va
oltre le apparenze, crede. Il suo è il vedere spirituale di chi si sente amato e ama.
L’amore suscita la fede. La fede non è cieca ma ben aperta sulla realtà.
GIOVEDÌ DI PASQUA
Il mistero: “Non sappiamo”
Nessuno è testimone oculare dell’avvenimento della Risurrezione. Nessun Evangelista lo
descrive. Nessuno può dire come sia avvenuto fisicamente.
Tuttavia la Risurrezione di Cristo è un avvenimento storico: è realmente avvenuto nella
storia, ha segni e testimonianze storicamente attestate.
Nello stesso tempo è anche un mistero di Fede che va oltre la storia. La sua realtà più
vera è il passaggio alla vita gloriosa; noi siamo ancora circoscritti nel tempo e nello
spazio; non ci è possibile farne l’esperienza; dobbiamo credere.
Maria di Magdala disse loro: « … Non sappiamo dove l'hanno posto! ».
Per lei il sepolcro vuoto è un segno di trafugamento del cadavere. Senza la fede Maria
non riesce a leggere la storia come storia di salvezza, in cui opera la potenza di Dio.
Maria di Magdala grida: "Non sappiamo".
Di fronte al mistero di Dio siamo proprio impotenti; di fronte alle cose che vengono
dall'alto il nostro sapere è tanto fragile. Possiamo comprendere solo con la Fede, che è
dono di Dio.
Impegno: Signore, aiutaci a rendere percepibili le tracce della tua vita, perché il mondo
creda che la tua risurrezione è un evento unico ed irripetibile.
SABATO DI PASQUA
Dentro il sepolcro
Il sepolcro è vuoto. Il Signore non c’è. Ci sono i teli e il sudario.
I teli sono posati là: non sono né abbandonati né buttati, sono stesi là dove c’era il
corpo di Gesù, come lenzuola sul letto. Il sudario è avvolto in un luogo a parte. C’è
ordine: il sepolcro sembra non una camera mortuaria ma un talamo nuziale preparato
dallo sposo per chiunque entra. C’è non il dominio della morte, ma la comunione piena
con il Signore della vita. Si intuisce che il corpo non è stato trafugato.
Quando Lazzaro venne risuscitato, uscì dalla tomba ancora avvolto dalle bende e dal
sudario: segno di una morte vinta momentaneamente. Gesù invece se ne libera da solo,
subito e definitivamente: segno di una morte che non ha più alcun potere su di lui.
Il sepolcro vuoto, i teli ben posati, il sudario ben avvolto sono segni eloquenti, ma per
capirli occorre la comprensione delle Sacre Scritture.
Nessuno ha visto il Signore risorgere, nessuno avrebbe potuto reggere a un evento così
soprannaturale; ma Lui ci ha lasciato le prove per confermarci che è Risorto.
Impegno: Anche noi, come gli apostoli, dobbiamo conoscere e comprendere le
Scritture per irrobustire la nostra fede in Gesù è risorto