seminario classi quinte sulla filosofia del novecento

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seminario classi quinte sulla filosofia del novecento
I s t i t u t o Istruzione S uperiore E. S. Piccolomini – Siena
I N T R OD U Z I ON E
A L N O V E C E N TO
SEMINARI DI FILOSOFIA
aprile-maggio 2013
A cur a d i N ico la C a s cin o
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In t ro d u zi o n e
La filosofia nasce nell’esigenza umana di una ricerca di senso nell’apparente
insensatezza di un vivere costretto alla possibilità della morte nella necessità
de l m o v i m e nto per il reperimento de l nutr ime nto e di un r ipa r o da lle min a c c e
n atu r ali. La filos ofia infatti compare nell’ambiente delle città greche tra il V I I
e il V I s ecolo a.C., in modo connaturato al cons olidars i della civiltà e della vita
po l i t i c a . L a ricerca filosofica, che pr oble ma tiz z a la r ic e r c a de lla sic ur e z z a e
de l l a f e l i c i t à, produce le proprie r isposte c on la de f iniz ione di un or iz z onte d i
senso, un’indicazione per questa interpretazione si trova nella preposizione
gr e c a p e ri – i n t o r n o – (cfr. co n pe ras : limite) nei titoli con i quali s o n o
tr aman d ate molte delle opere dei filos ofi dell’antichità. Cos ì, il pens ier o
fil o so f i c o g reco procede nella sua r ic e r c a di se nso tr a tte ggia ndo il pr of ilo d e lle
co s e f in o alla forma dell’Es s ere – la Vita come forma della negazione del n o n
senso della morte, nella proposizione di Parmenide di Elea:
« L’ e s s e r e è , i l
nu l l a n o n è »1 .
C o m e è n o t o, su questa afferm az ione si f onda la c e le br e distinz ione de lle d u e
vi e d e l l a r i cerca che il poema pa r me nide o indic a me dia nte il divie to de l n o n
essere : la v ia – m e t h o d o s – della verità – ale the ia – e la via dell’opinio n e –
do x a –. La dis tinzione mos tra due piani di realtà s eparati: la realtà del
movimento del Divenire e la realtà immobile dell’Essere, che nel pensiero di
1
PA R M EN I D E D I ELEA , Sulla Natura, DK 28 B 6.
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P l a t o n e e n t r a n o t r a l o r o i n r a p p o r t o2 . Come per la navigazione la terra e le s telle
s o n o i p u n ti fis s i di riferimento per l’orientamento in mare, cos ì il pens ier o
f ilo s o f ico greco tematizza un referente per la mis ura di ciò che s i mu o v e,
d iv ien e, n as ce e muore. L’orizzonte di s ens o prende la forma di un ordin e –
kosmos – n e l q u a l e t u t t o c i ò c h e n a s c e e m u o r e d i v i e n e n e l l a m i s u r a d i c i ò c h e è
immortale e immobile: la natura mutevole percepita dai sensi è regolata da leggi
fo n d a t e su p rincípi im m utabili conosc ibili a ttr a ve r so il pe nsie r o. Da l punto d i
vi st a c o sm ologico il cielo rappre se nta il luogo me ta f or ic o di que sti r if e r ime n ti
fissi v e r so i quali si rivolge la ric e r c a de l se nso: « in qua nto noi sia mo pia n te
no n t e r r e st r i m a celesti »3 .
La nascita del soggetto moderno
In se g u i t o alla form ulazione delle ipote si ma te ma tic he di Nic c olò Cope r ni c o e
le osservazioni sperimentali di Galileo Galilei, questa cosmologia, consolidata
come verità del modello tolemaico-aristotelico dalla tradizione dell’ortodossia
catto lica, entra in cris i durante il X V I s ecolo. Le os s ervazioni galileian e,
mentre verificano la non fissità della fisica celeste ipotizzata dai calcoli
copernicani, dimostrano anche che bastano riferimenti quantitativi per misurare
e dominare il movimento: « Il libro della natura è scritto in caratteri
2
S i rimanda al celebre parricidio con il quale P latone vìola il divieto parmenideo, introducendo
la distinzione tra il Non-Essere come Nulla e il non-essere come Diverso, PLATONE, Sofista,
241 D 3
3
P L ATO N E , Tim eo , 90 A.
4
matematici » 4 . O c c o r r e a l l o r a r i p r o b l e m a t i z z a r e l a q u e s t i o n e d e l p u n t o d i
r if er imen to come fondamento di un nuovo orizzonte di s ens o dis pos to come u n
or d i n e q u a n titativo dalla nascita d e lla sc ie nz a mode r na .
A p p a r e l ’ I o n e l s i g n i f i c a t o d e l cogito cartes iano: l’Io che pens a l’Io pens an te.
L’ o r d in e alto/bas s o dell’antica metafora viene roves ciato in s oggetto/oggetto ,
con l’Io che in quanto s u b - j e c t u s – sotto-stante – assume la funzione di
fondamento. Alla distinzione verticale si aggiunge la contrapposizione
or i z z o n t a l e interno/esterno dei due pia ni di r e a ltà de lla re s c og ita n s e d e l l a re s
extensa, ch e l’Io tiene ins ieme in riferimento all’Idea di D io – referente f is s o
ul t i m o d e l l ’ Io che pensa la trascende nz a .
L’ i n i z i o d e l la crisi
N e l Tra t t a t o sulla natura um ana di David Hume: « Ci sono a lc uni f iloso f i i
qu a l i c r e d o n o che noi siam o in ogni ista nte intima me nte c osc ie nti di c iò c h e
chiamiamo il nostro io: che noi sentiamo la sua esistenza e la continuità della
s u a es is ten za; e che s iamo certi, con un' evidenza che s upera ogni dimos trazio n e,
della sua perfetta identità e semplicità. Per parte mia, quando più
p r o f o n d amente mi addentro in ciò che chiamo me s tes s o, s empre m' imbatto in
un a p a r t i c o lare percezione: di caldo o di f r e ddo, di luc e o di osc ur ità , di a m o r e
o d i o d io , d i dolore o di piacere. N on ries co mai a s orprendere me s tes s o s en za
un a p e r c e z ione e a cogliervi a ltr o c he la pe r c e z ione ». I l pr inc ipio d i
4
G . G A L I L E I , D i a l o g o s o p r a i d u e m a s s i m i s i s t e m i d e l m o n d o t o l e m a i c o e c o p e r n i c a n o, http://
e-text.it /
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identificazione subisce uno spostamento dall’ambito del pensare all’ambito del
sentire, la certezza cartesiana di un Io che pensa se stesso come l’Io che
evidentemente sta pensando precipita nell’incertezza di un Io informato della
pr o p r i a i d e ntità di Io dai diversi modi di se ntir e se ste sso.
L’ I o c h e si id e n tif ic a c o n il s entire si trova problematicamente costret t o a
cambiare continuamente identità. Per sua stessa natura, infatti, il sentire si
re g o l a su l modello di ciò che P la tone c hia ma va il ge ne r e de ll’ illimita to o an c h e
la diade del più e del meno 5 , per cui ad es . un piacere s i mis ura s empre con u n
di sp i a c e r e e viceversa.
In a l t r i t e r m ini, questo Io perde la f unz ione di punto di r if e r ime nto f isso.
Questa questione resta aperrta nella filosofia di Kant, in riferimento alla
di sc u ssi o n e sui m odi di identif ic a z ione de l sogge tto6 , m a i n t u t t a l a s u a
pr o b l e m a t i c ità emerge nella critic a c ontr o lo Spir ito Assoluto di He ge l d e lla
fin e d e l X I X secolo.
5
P L ATO N E , Filebo , 24 A.
6
Il riferimento è alla distinzione kantiana tra m o d u s l o g i c u s e m o d u s a e s t h e t i c u s, che alla luce
della lyotardiana analitica del sublime mette in cris i l’unità del s oggetto. P er un inquadramento
generale del problema, cfr. L. BUONAIUTO, “Il dissidio trascendentale: la capitolazione del
soggetto”, Noema, Rivista on line di filosofia, http://riviste.unimi.it/index.php/noema/article/
view/2863
6
Sc i ssi o n e e r iunificazione di sogg e tto e ordine de ll’ Esse re
Il c r i t i c i sm o trascendentale di K a nt, c he r iduc e a f e nome nic a la r e a ltà e ste r n a
tematizzata da Cartesio, mentre identifica la conoscenza umana con l’esperienza
de l l ’ I o n e l ristretto orizzonte della r e la z ione sogge tto/ogge tto, di f a tto pr o d u c e
un a sc i ssi o ne con l’ordine parm enide o de ll’ Esse r e : l’ or dine de lla c ompiut e z z a
de l se n so a s sum e i tratti dell’inco nosc ibilità de lla c osa - in- sé .
Il su p e r a m e n to della separatezza c he la f ilosof ia di Ka nt sta bilisc e tr a l’ I o e le
cose così come sono in se stesse – tra il significato dei fenomeni e quello delle
co s e n ella loro intima natura – s arà l’os s es s ione principale di tutto l’idealis mo
ted es co d el X IX s ecolo, che culmina con la teores i hegeliana: l’ordine di s en s o
coincide con la sfera del soggetto assoluto.
L’ i n s e n s a t e zza del movimento com e p rin c ipio d e l D iv e nire
C o n l a t e m atizzazione dell’illimita to e me rge la diff ic oltà or igina r ia da c u i
mu o v e la r icerca filos ofica. In polemica contro la pretes a hegeliana di u n
superamento definitivo di questo problema mediante l’istituzione dell’Io
Assoluto, Soren Kierkegaard rileva l’irrisolta contraddittorietà del Divenire
ne l l a n a t u r a stessa del criterio sul qua le que sto si f onda c ome or dine d e l
movimento: la contrapposizione originaria di Essere e Non Esssere, che il
sentimento dell’Angoscia svela con la necessità della possibilità della morte
de l l ’ I o .
7
A lla s tes s a cons tatazione s ull’origine del D ivenire giunge A rthur S chopenh au er
attraverso un’impostazione del problema tipicamente kantiana. Il Divenire, che
la d ialettica hegeliana aveva pres unto di dominare nell’ordine della razionalità,
appare come orizzonte di senso in quanto mondo fenomenico mentre nasconde il
conflitto continuo intrinseco al Vivere – la Vita che continua indifferente al
na sc e r e e a l m orire dei viventi –. Come in Kie r ke ga a r d l’ Angosc ia , c o s ì il
sentimento della Noia in Schopenhauer mostra all’Io questa verità
fo n d a m e n t a le.
A n g o s cia e N oia s ono s ens azioni alle quali s ono connaturate la s mis uratezza,
l’ in d eter minatezza, l’illimitatezza, come anche il Tedio in G iacomo Leopard i, lo
S p a e s a m e n t o i n M a r t i n H e i d e g g e r, l a N a u s e a i n J e a n - P a u l S a r t r e , i l M a l e d i
Viv er e in Eugenio M ontale, ecc.. Il ricors o a ques ti modi del s entire riman d a,
ne l l a c u l t u r a europea della fine d e l XI X e dur a nte il XX se c olo, a lla pe r sist e n te
pr o b l e m a t i c ità del N ulla.
L’ o r iz z o n te di s ens o com e nar r az ione, l’er m eneutica del s os petto e il defin itivo
superamento dell’Io come soggetto
Il p e n si e r o diventa filosofico me dia nte la r e ite r a ta pr oble ma tiz z a z ione de i s u o i
fo n d a m e n t i , dei suoi riferimenti, de i suoi or iz z onti: que sto il se nso de lla r ic e r c a
fil o so f i c a c he fonda orizzonti e s ta bilisc e r if e r ime nti; in que sto se nso, dop o il
lav o r o d i F r iederich N ietzs che, K arl M arx e S igmund F reud, il S apere filos o f ico
si avvia verso la disgregazione della sua unità sistematica, quando, forse per la
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pr i m a v o l t a in due m illenni di s tor ia , sta va r e plic a ndo c on He ge l gli a n tic h i
fa st i d e l p l atonism o e dell’aristote lismo. L’ Or iz z onte di Se nso tr a c c ia to n e i
secoli viene scomposto per lasciare spazio all’apertura di altri orizzonti
disponibili al senso. Michel Foucault descrive questo processo come il
p as s ag g io dall’O rdine alla S toria: « La filos ofia durante il diciannoves imo
s eco lo s i s ituerà nella dis tanza dalla s toria alla S toria, dagli eventi all' O rig in e,
da l l ' e v o l u z i o ne alla prima lacerazione de lla sorge nte , da ll'oblio a l Ritor no. U n a
f ilo s o f ia s vincolata dallo s pazio dell' ordine, ma votata al Tempo, al s u o
s c o r r e r e , a i s u o i r i t o r n i p e r c h é p r e s a n e l m o d o d ' e s s e r e d e l l a S t o r i a »7 . Vien e in
chiaro che l’Orizonte di Senso che contorna l’umanità europea non è altro che
un p r o d o t t o storico um ano, le sue pr e r oga tive di va lidità , unive r sa lità e
incontrovertibilità, diventano perciò oggetto di quella che Paul Ricouer
de f i n i sc e ermeneutica del sospetto 8 , r acco g lien d o s o tto u n ’ u n ica d ef in izio n e
pe r c o r si d i studio e pensiero tr a lor o molto dive r si: la r ic e r c a ge ne a lo g ic a
ni e t z sc h i a n a, la prassi rivoluzionar ia ma r xia na , la psic oa na lisi f r e udia na .
C o s ì, la M orale, la Religione, la S truttura P olitica e S ociale, la M etafis ica,
appaiono all’inizio del XX secolo come l’irrigidimento di complessi processi di
f o r mazio n e e cons olidamento nel tempo. Irrigidimenti che, quando non riduco n o
a s corie norme e principi, s i fanno garanti della cons ervazione delle gerarchie
che dominano gli equilibri di potere: per un verso l’errore e per l’altro la
vi o l e n z a . L’orizzonte che la ricer c a f ilosof ic a è a nda ta tr a c c ia ndo intor n o a l
p r o b lema d ell’ins ens atezza del vivere s i è via via s vuotato del s uo s en s o
7
M . F O U C A U LT, “ L’ e t à d e l l a S t o r i a ” , L e p a ro l e e l e c o s e, Rizzoli.
8
Cfr. P. RICOEUR, Dell’interpretazione, il Saggiatore.
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or i g i n a r i o n ella tradizione secola r e de l suo signif ic a to, la tr a diz ione : judaic o cristiana, platonico-cristiana, platonico-borghese.
A m e t à d e l X IX seco lo , n el p ien o inizio dell’epoca della tecnica, durante ann i d i
s ig n if icativ i mutamenti economici e s ociali, nel 1849, il biologo Charles D ar w in
pu b b l i c a l a prima edizione di Sulle origini de lle spe c ie , che mette radicalmente
in crisi la millenaria validità della narrazione biblica. L’Europa è costretta a
interrompere la sua Storia per dare seguito al suo racconto e intanto raccoglie il
senso del cambiamento nella contrapposizione di un profondo sentimento di
smarrimento con una rinnovata fiducia nel progresso della razionalità tecnicoscientifica.
In q u e st a t emperie N ietzsche, Ma r x e Fr e ud tr a c c ia no i lor o dive r si pe r c o r s i
ermeneutici condividendo la necessità di rompere con la tradizione al fine di
pr e d i sp o r r e condizioni nuovam ente utiliz z a bili pe r la r ic e r c a . La me ta f or a d e l
pa r r i c i d i o c o nfigura, ancora una volta due mille nni dopo il Sofista di P latone, la
svolta storica, da cui, la rilevanza assunta dall’interpretazione degli antichi miti
gr e c i d i E d ipo e Prom eteo per l’ a nnunc io nie tz sc hia no de lla mor te di Dio , la
critica marxiana della religione come sovrastruttura ideologica, la riduzione
fr e u d i a n a d ella storia delle religioni a mitologia de ll’ inc onsc io.
Qu e s ta
ne c e ssi t à d i rottura diventa def initiva ne l r a ppor to c on il Se nso de l cogito
cartesiano, che stabiliva la soggettività sul principio dell’identificazione di Io e
coscienza. Dopo le ricerche nietzschiane, marxiane e freudiane, anche la
coscienza infatti appare come un prodotto storico, che nasce come strumento di
comunicazione funzionale alla dialettica padroni/servi; la sua struttura contiene
la violenza del conflitto per il dominio e l’errore, mentre l’attività psichica si
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de f i n i sc e m e diante la stabilizzazione di e quilibr i pr e c a r i – una molte plic it à d i
Io – n e l l a c ontrapposizione di impulsi e pulsioni dive r sa me nte r isulta nti da u n a
pl u r a l i t à d i stimoli disponibile al c ontr ollo solo in pa r te .
C ad u ti il r acconto cartes iano dell’Io e la narrazione biblica, la fine del X I X
secolo celebra l’ultimo atto del dramma platonico-cristiano. Come nel mito di
Dioniso, la millenaria tradizione metafisica smembrata nella sua unità
sostanziale dissemina con i suoi resti una terra rigenerata.
Accenni alla disseminazione nei movimenti artistici del XX secolo
Questa fitta rete problematica, che stretta intorno alla cultura europea produce
la più profonda crisi della sua storia, finisce per tessere in parte rilevante anche
i d e st i n i d e ll’arte tra X IX e X X se c olo. A pa r tir e da lla pole mic a c ontro il
concetto di Bello derivante dall’estetica di impostazione neo-classica di origine
winckelmanniana, infatti, la problematizzazione della tradizione cattolicor azio n alis ta-borghes e diventa una prerogativa anche dell’es perienza artis tica.
D u r an te il N ovecento, per s ua parte, la filos ofia pros egue le s ue ricerch e in
modo autonomo9 , tuttavia, nonos tante s tudi s pecifici s ul tema s iano ancora
ten tativ i p iuttos to is olati, le reciprocità di arte e filos ofia nel cors o del s eco lo
9
P er quanto riguarda l’es tetica nel X X s ecolo, bas ti qui accennare a: i lavori del cos iddetto
s e c o n d o H e i d e g g e r s u l l ’ a r t e c o m e m e s s a i n o p e r a d e l l a v e r i t à , cfr. s oprattutto M . H EID EG G ER,
Sentieri interrotti, I l M u l i n o , p p . 3 - 6 5 ; g l i s t u d i d i B e n j a m i n s u l s e n s o n e l l ’ a r t e d e l l e s o c i e t à d i
massa, cfr. W. BENJAMIN, L’ o p er a d ’ a r te n ell’ ep o ca d ella s u a r ip ro d u cib ilità tecn ica, Ein au d i;
le ricerche di Adorno sulle arti contemporanee come momento della dialettica negativa, cfr. T.
W. A D O R N O , Teo r ia es tetica , Einaudi.
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si fanno così stringenti che addirittura è possibile in alcuni casi ipotizzare
un ’ i n t e r p r e t a zione nel senso di u na r ic e r c a f ilosof ic a c he tr ova ne lla c r e a tiv ità
d ei lin g u ag gi artis tici l’unica via ancora praticabile per i s uoi percors i di s en s o .
I n q u es t’ o ttica, l’accenno s eguente al racconto dell’arte contemporanea in
re l a z i o n e a i problemi sopra indicati.
D e c a d e n t i s m o e Sim bolism o, n ella mu s ica d i R ich ar d Wag n er e n elle p o etich e d i
C h a r l e s B a u delaire, Paul Verlaine , Ste pha ne Ma lla r mè , Ar thur Rimba ud, Pa u l
Va l e r y, c h e s i p r o d u c o n o i n u n a p r i m a t e m a t i z z a z i o n e d e l l ’ o r i z z o n t e d i s e n s o a l
d i là d ella realtà razionale dello S pirito A s s oluto hegeliano e del pos itivis mo
s c i e n t i f i c o . L’Espressionismo , che riprende le ques tioni relative alla cos cienza
come conflitto di forze contrapposte, il grido dell’anima alienata – U r s c h re l –,
n ella letter atura di M ax S cheler, A ugus t S tramm, G eorg Trakl, F ranz K af k a,
Lo u is C eline, Luigi P irandello, Carlo Emilio G adda, nel teatro di F r an k
Wedekind e August Stindberg, nelle arti figurative con Vincent Van Gogh e
Edvard Munch, i Fauves d i H en r i M atis s e e D i e B r ü c k e d i E r n s t K i r c h n e r, D e r
Blaue Reiter di Vas ilij K andis kij e F ranz M arc, nella mus ica atonale di A r n o ld
S c h o e n b e rg . I l D a d a i s m o e i l F u t u r i s m o , l e c u i p r o v o c a z i o n i r i m a n d a n o
ap er tamen te alla rottura con la narrazione della s oggettività razional-borgh es e.
Il Cu b i sm o e la s compos izione della realtà s oggettiva, nei quadri di P ab lo
P i c a s s o e G e o rg e s B r a q u e . I l Su rre alismo di Louis Br e ton e l’ a pologia d e lla
pu l si o n a l i t à dell’autom atism o ps ic hic o puro, n ella p ittu r a d i J o an M ir ò , R en è
M ag r itte, M ax Erns t, S alvador D alì, nel teatro dell’A s s urdo di A ntonin A rtau d ,
ne l l a l e t t e r a tura di C harles B ataille .
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Il r a c c o n t o d ell’arte distingue qu e ste e spe r ie nz e sulla ba se de ll’ e sige nz a di u n a
loro collocazione storica, facilitata per altro dalla pratica ricorrente della
s tes u r a d ei M anifes ti ai quali gli artis ti aderivano per dichiarare
in anticip o ,
s p e s s o c o m e p r o v o c a z i o n e , i l o r o i n t e n t i . Tu t t a v i a , i l m o d o d i o p e r a r e d e i
singoli interpreti, soprattutto nel Novecento, appare invece come la ricerca
creativa trasversale di un linguaggio capace di installare piani altri di
c o m u n i c a z i o n e , n e l l ’ u rg e n z a d e f i n i t i v a
di una crisi che sembra ormai
irreversibile. Per fare questo è necessario che tutti gli schemi predefiniti delle
convenzioni tradizionali si dissolvano per sempre nell’evento creativo.
Parafrasando un celebre aforisma di Nietzsche, occorre che la vita dell’artista
sia la sua opera. Esempi di questa identificazione si trovano nelle biografie di
molti protagonisti del racconto dell’arte contemporanea, di cui, forse, quella di
Marcel Duchamp resta come emblema.
Accenni alla disseminazione nel pensiero filosofico del XX secolo
P o ich é s u lla s corta delle acqu is izioni nietzs chiane, marxiane e freudian e,
l’orizzonte di senso dell’Essere coincide con l’orizzonte della tradizione
metaf is ica, la ricerca filos ofica contemporanea tematizza l’Es s ere come u n
or i z z o n t e c h e deve necessariam ente sottr a r si pe r la sc ia r e a gli e nti la possib ilità
di apparire nella loro esistenza storicamente determinata, quindi assume
l’interpretazione come metodo: nella fenomenologia di Edmund Husserl;
ne l l ’ o n t o l o g ia di Martin H eideger ; ne lle f ilosof ie de ll’ e siste nz a di Je a n- Pa u l
S ar tr e e K arl J as pers ; nell’ermeneutica ontologica di H ans G eorg G adamer,
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L u i g i P a r e y s o n , P a u l R i c o e u r, R i c h a r d R o r t y, G i a n n i Va t t i m o , E m a n u e l e
Severino; nello strutturalismo francese di Michel Foucault e il posts tr u ttu r alis mo di G illes D eleuze, J acques D errida,
J ean-F rançois Lyotar d ,
Emmanuel Lévinas.
L a l o g i c a e l a r i c e rc a d e i f o n d a m e n t i d e l l a m a t e m a t i c a
Alla fine del XIX secolo, la scienza tenta ancora di stabilire un punto fisso di
rif e r i m e n t o m ediante la fondazio ne logic a
de lla ma te ma tic a , da lla te or ia d e g li
insiemi di Georg Cantor, alla sistemazione assiomatica di Gottlob Frege, alla
teoria dei tipi di Bertrand Russel, fino al Tr a c ta tu s lo g ic o - p h ilo s o p h ic us d i
Ludwig Wittgenstein e la nascita della filosofia analitica del linguaggio:; ma
du r a n t e i l XX secolo la crisi della c ompiute z z a de l se nso c ome or iz z onte si a p r e
anche per il progresso scientifico con le dimostrazioni del principio di
indeterminazione di Werner Heisenberg e dei teoremi di incompletezza di Kurt
Gödel.
L a fr a m m entaz ione dell’O r iz z onte di Sens o e la dis s em inaz ione della r icerca
filosofica nella specializzazione disciplinare
L’ O r izzo n te di S ens o che la tradizione aveva cons egnato al pens iero filos o f ico
de l l a f i n e del X IX secolo si sc ompone ne lla spe c ia liz z a z ione di sa per i e
discipline molteplici: Psicoanalisi, Psicologia, Antropologia, Etnologia,
S e m i o t i c a , Fi l o s o f i a politica, Soc iologia , e c c .
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Dalla modernità alla post-modernità
La d ef in izione di età moderna, da M ax Weber a H ans Blumenberg, è quella d i u n
epoca che riconosce se stessa come valore al quale sono subordinati tutti gli
altri valori, ovvero, l’epoca del sapersi e del volersi moderni, m o d a del nuovo e
de l l a n o v i t à ,
Dall’invenzione della stampa e le scoperte geografiche del XV secolo alla crisi
de l l a t r a d i zione occidentale della f ine de l XI X se c olo, l’ e tà mode r na s i
caratterizza per la crescente mobilità nella circolazione delle merci, delle
pe r so n e e d elle idee, e per la p r ogr e ssiva se c ola r iz z a z ione de lla stor ia co me
pr o g r e sso .
Alla fine degli anni settanta dello scorso secolo, il dibattito sulla fine della
modernità contrassegna con il termine post-modernità il periodo che si apre. Nel
vo l u m e i n t i tolato L a c o n d i z i o n e p o s t m o d e r n a10 , Lyotard fa corris pondere ques ta
ap er tu r a co n i fallimenti delle metanarrazioni illuminis ta, idealis ta e marx is ta.
N e l l e c o n c l u s i o n i p a r z i a l i d e l d i a l o g o t r a Ly o t a r d e Va t t i m o11 , la categoria del
racconto sostituisce la categoria del
p ro g re s s o , c o n s e g u e n t e m e n t e , l a
de f i n i z i o n e della novità come fine cambia in una definizione di novità come
nu o v o i n i zi o.
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J. F. LYOTARD, La condizione postmoderna, Feltrinelli.
11
In G. VATTIMO, La fine della modernità, Garzanti.
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