Manuale di autodifesa dall`insano consumismo

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Manuale di autodifesa dall`insano consumismo
Manuale di autodifesa dall'insano consumismo - maternita' precaria
30/09/13 11:52
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Manuale di autodifesa dall'insano consumismo
Fasciaotoio sì, fasciatoio no. Come fare ad acquistare un trio, è costosissimo? Avrà
tutine a sufficienza il mio bimbo? Tanti sono i dubbi che vi assilleranno! E tante saranno le
tentazioni, in questo periodo di maggiore sensibilità. Ed è la vostra emotività che le grandi
e piccole marche cercheranno di colpire: dai corsi pre-parto (con i campioncini di
prodotti) alle riviste sulla maternità-gravidanza (con la pubblicità o i consigli degli
"esperti"), in diverse occasioni sarete tentate di acquistare quello o questo prodotto
spesso dannoso, questo o quell'accessorio, spesso inutile. E allora come difendersi dal
marcio consumismo che ci circonda? Semplice! attraverso una sana conoscenza! Fatevi
allora guidare dai buoni consigli....
Piccola premessa:
Come neo-mamma ho tanto da dire e consigliare ma anche tanto da imparare, quindi ciò
che scriverò in questa pagina sarà solo frutto dell'esperienza vissuta in prima persona.
Ma considerate che ho davanti a me tanta strada da fare: considerate pertanto questo
lavoro come un "working in progress".
Potete leggere su questo sito:
Come ottimizzare-le-spese-mediche-in-gravidanza... alcuni trucchetti
La miglior nanna per il bebé
Letture consigliate:
"In tempi di crisi" è oramai diventato fondamentale per noi mamme precarie ottimizzare tutte le spese con accorgimenti, e nel
modo più semplice e sano, nel rispetto della natura, ma anche dei tempi e spazi del nostro bambino. Lo spiega bene Giorgia
Cozza, nel suo libro Bebè a costo zero
zero. Io l'avevo comprato edito da Il leone Verde (e lo ricomprerei volentieri in questa
edizione anche se costa di più rispetto alla nuovissima edizione "Mondadori" - prezzo 11 euro circa - e lo farei per motivi
puramente etici - mi riferisco al Lodo Mondadori). Ed apro e chiudo parentesi!
Sul libro scritto da Giorgia Cozza: è un'utilissima guida al consumo critico e responsabile "per accogliere al meglio il vostro
bambino".
L'intervista a Giorgia Cozza da Linkiesta.it
Mamma, non spendere una fortuna. Intervista a Giorgia Cozza di "Bebè a costo zero"
Federica Ionta - 8 febbraio 2013
Da sei a tredicimila euro per una candelina. Tanto costa, secondo l’Osservatorio Federconsumatori, mantenere un neonato
nel primo anno di vita. Una spesa già significativa senza considerare la parte medica relativa a gravidanza e parto e che, nel
totale, si rivela proibitiva per tantissime coppie che vorrebbero avere un figlio. Ma un bambino ha davvero bisogno di tante
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Manuale di autodifesa dall'insano consumismo - maternita' precaria
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totale, si rivela proibitiva per tantissime coppie che vorrebbero avere un figlio. Ma un bambino ha davvero bisogno di tante
cose?
Ne ho parlato con Giorgia Cozza, autrice di Bebè a costo zero, Come crescere felice il nostro bambino senza spendere
una fortuna. Perché “un neonato viene al mondo con pochi fondamentali bisogni e la risposta a questi bisogni, nella maggior
parte dei casi, non ha il cartellino del prezzo”.
Allora partiamo al contrario. Quali sono, se ci sono, le spese davvero indispensabili per un bambino appena nato?
“Se
Se parliamo di accessori e prodotti, indispensabile è il seggiolino auto
auto. Il fatto che sia necessario non significa però
che debba per forza essere acquistato: se c’è quello del cuginetto o del figlio dell’amica, purché non siano pezzi
d’epoca, ben venga
venga. E se non c’è la possibilità di riciclare da mamma a mamma non è detto che debba essere l’ultimo
modello, supergriffato e pluriaccessoriato. Altri prodotti che si possano definire indispensabili...non ne trovo”.
Gran parte di quello che compriamo, quindi, sarebbe in realtà non necessario, un bisogno indotto dal marketing
e dalla pubblicità…
“Ci sono vari accessori che per alcune famiglie si sono rivelati utili mentre per altre completamente superflui, quindi non
possiamo fare una lista di cose indispensabili e non. Il punto fondamentale è che ogni accessorio può essere recuperato
senza spendere, grazie al circolo virtuoso del riciclo: i neonati non fanno in tempo a logorare culle e vestitini e allungare la
vita degli oggetti fa bene alle tasche, ma anche al Pianeta”.
Consumare in modo “critico”, cioè avendo coscienza e rispetto del Pianeta, non sempre è considerata una scelta pratica.
Penso ai pannolini di stoffa. Ci sono soluzioni comode e “responsabili” allo stesso tempo?
“Non sono completamente d’accordo. Ad esempio l’idea dei pannolini di stoffa può intimorire un po’ ma molti genitori
hanno scoperto che si tratta di una soluzione meno impegnativa di quanto si possa pensare. In passato i pannolini
lavabili comportavano una gran mole di lavoro, ora sono l’equivalente di un usa e getta in quanto a comodità (li metti e li togli
velocemente), quando sono sporchi li lasci in un contenitore (con coperchio) e quando fai il bucato li butti in lavatrice. Inoltre,
usare i pannolini di stoffa non significa necessariamente eliminare del tutto gli usa e getta. Alcune famiglie si sono trovate
molto bene utilizzando sempre e solo i lavabili, ma altre hanno sperimentato soluzioni intermedie alternando i tipi di pannolini a
seconda dell’organizzazione e delle esigenze familiari: qualcuno usa i lavabili di giorno e gli usa e getta di notte, qualcuno fa il
contrario. Io dico che vale la pena pensarci, avendo chiaro che nessuna strada è a senso unico, provare si può anche
solo per constatare che si tratta di una soluzione che non fa per noi. O magari sì, e allora è un bene averlo
scoperto
scoperto”.
Qualcuno direbbe che è una scelta radical chic…
“Le
Le nostre nonne erano molto radical chic, allora
allora. Scherzi a parte, penso che riflettere su cosa e come acquistiamo
e sulle conseguenze delle nostre scelte per il resto del Pianeta sia un atteggiamento da persone responsabili. Il fatto che il
consumo critico sia controcorrente in una società consumista come la nostra è innegabile, ma questo non lo rende una
scelta meno autentica o meno valida. Anzi”.
Oltre al bebè, anche la mamma è bombardata da messaggi pubblicitari su presunti bisogni, dalle pancere preparto alle vitamine post. Come orientarsi tra le proposte evitando spese inutili?
“Informandosi. Valutando. E poi scegliendo. Il marketing fa il suo mestiere e lo sa fare bene, facendo leva
sull’inesperienza dei futuri genitori e sul desiderio sacrosanto di non far mancare nulla ai propri piccini. L’informazione
può essere la chiave di volta per distinguere i veri bisogni da quelli creati ad arte dalla pubblicità”.
Secondo una ricerca inglese i bambini passano meno di un’ora al giorno all’aperto, meno dei carcerati. C’è un
legame tra il consumismo e la quantità e qualità di tempo che i genitori passano con i figli?
"L’organizzazione del mondo del lavoro, specialmente nel nostro Paese, non è pensata per i genitori. Molte mamme e molti
papà hanno veramente poco, pochissimo tempo da trascorrere con i propri bambini. Cercare di compensare quello che non
si può dare in termini di tempo e di presenza con dei doni, che vogliono simboleggiare il nostro amore e il fatto che pensiamo
a loro anche quando siamo lontani, è una reazione comune, forse inconsapevole, sicuramente comprensibile. Ma in fondo tutti
sappiamo che nessun giocattolo per quanto all’avanguardia può competere con due ore di gioco o un giro in bicicletta con
mamma e papà".
Forse uno degli aspetti ancora autentici della gravidanza e della maternità è che si tratta di un momento “sociale”. Accogliere
una nuova vita è un evento che coinvolge amici, parenti. Ma il consumismo sta arrivando anche qui: cosa ne pensi della moda
americana del baby shower, che si sta diffondendo da noi?
“Credo possa essere una bella idea se viene interpretata come un’occasione per ritrovarsi in famiglia con le amiche più
care, per stare insieme e condividere la gioia per il bimbo in arrivo e ricevere quei bei biglietti di auguri che ti commuovono
ancora quando li rileggi dopo dieci anni. Magari anche per organizzare una rete di sostegno per il ‘dopo’, ovvero i primi tempi
dopo la nascita quando un po’ di aiuto pratico ed emotivo è sicuramente prezioso. Se invece viene interpretata come
l’ennesima iniziativa consumistica per regalare decine di gadget che in buona parte ingombreranno la casa (e poi la discarica)
senza rendere alcun servizio alla famiglia, beh allora...”.
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