ECO/287 – CESE 1167/2011 IT/EN

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ECO/287 – CESE 1167/2011 IT/EN
Comitato economico e sociale europeo
ECO/287
Politica regionale e
crescita intelligente
Bruxelles, 14 luglio 2011
PARERE
del Comitato economico e sociale europeo
sul tema
Il contributo della politica regionale alla crescita intelligente nell'ambito di
Europa 2020
COM(2010) 553 definitivo
_____________
Relatore: CEDRONE
_____________
ECO/287 – CESE 1167/2011 IT/EN-Pet/Lac/cl/en/cl/cp/en
Rue Belliard/Belliardstraat 99 — 1040 Bruxelles/Brussel — BELGIQUE/BELGIË
Tel. +32 25469011 — Fax +32 25134893 — Internet: http://www.eesc.europa.eu
IT
-1La Commissione europea, in data 22 ottobre 2010, ha deciso, conformemente al
disposto dell'articolo 304 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea, di
consultare il Comitato economico e sociale europeo sul tema:
Il contributo della politica regionale alla crescita intelligente nell'ambito di
Europa 2020
COM(2010) 553 definitivo.
La sezione specializzata Unione economica e monetaria, coesione economica e sociale,
incaricata di preparare i lavori del Comitato in materia, ha formulato il proprio parere in
data 24 giugno 2011.
Alla sua 473a sessione plenaria, dei giorni 13 e 14 luglio 2011 (seduta del 14 luglio), il
Comitato economico e sociale europeo ha adottato il seguente parere con 114 voti
favorevoli, 6 voti contrari e 9 astensioni.
*
*
*
1.
Conclusioni
1.1
Il Comitato economico e sociale europeo (CESE) conviene sul fatto che l'UE abbia
bisogno di una crescita intelligente nel quadro della strategia Europa 2020, per
affrontare le sfide presenti e quelle future. Una parte importante dell'UE, oltre ai
problemi derivanti dalla crescita lenta e dalla mancanza di R&S e innovazione, si
trova ad affrontare anche altre difficoltà che riguardano i seguenti aspetti: tasso
di disoccupazione elevato, specialmente tra i giovani, problemi sociali, povertà e
integrazione, giovani che terminano gli studi senza acquisire le competenze
necessarie per entrare nel mondo del lavoro, sfide demografiche e restrizioni di
bilancio.
1.2
La politica di coesione nasce con l'intendimento di difendere il modello europeo di
società dove agli elementi della libera concorrenza e dell'economia sociale di
mercato si accompagnano obiettivi solidaristici e di promozione di specifiche
priorità di sviluppo economico, sociale e territoriale, come previsto dall'articolo
174 del Trattato sul funzionamento dell'Unione europea.
1.3
Il CESE è d'accordo nel ritenere fondamentale il ruolo svolto dalla politica
regionale nell'attuazione della strategia Europa 2020, dato che la realizzazione dei
suoi obiettivi dipenderà in larga misura dalle decisioni adottate a livello regionale
e locale, come affermato dal commissario UE Johannes HAHN1.
1
Affermazione fatta dal commissario quando a gennaio ha lanciato la comunicazione Il contributo della politica regionale alla
crescita sostenibile nel contesto della strategia Europa 2020, che dovrebbe intendersi anche come "crescita intelligente".
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-2-
1.4
Il CESE ritiene che uno degli obiettivi più importanti della politica di coesione
economica, sociale e territoriale, questo è il riferimento "corretto" che la
Commissione deve fare quando parla della crescita intelligente nell'ambito della
strategia Europa 2020 2 , debba restare quello di promuovere uno sviluppo
armonioso dell'insieme dell'Unione, riducendo in particolare le disparità tra i livelli
di sviluppo delle diverse regioni, in modo da consentirne la piena integrazione
nell'UE.
1.5
Il CESE valuta positivamente ed apprezza l'intento della Commissione di voler
promuovere "l'innovazione in tutte le regioni, senza dispersione di risorse e
garantendo al contempo la complementarietà tra il sostegno UE, nazionale e
regionale all'innovazione e alla R&S", ma ritiene che sarebbe utile finanziare la
ricerca con tutti gli altri fondi e non solo con la politica di coesione.
1.6
La comunicazione della Commissione sul contributo della politica regionale alla
crescita intelligente dovrebbe essere considerata come un'integrazione
all'iniziativa pilota L'Unione dell'innovazione e come un invito ad accelerare gli
investimenti nell'innovazione, senza attendere il prossimo periodo di
programmazione finanziaria, durante il quale Europa 2020 rappresenterà
sicuramente una priorità centrale per i fondi di coesione3.
1.7
Il CESE esprime preoccupazione per il fatto che la politica di coesione venga
scorporata e distolta dai suoi obiettivi originali di finanziare gli squilibri regionali,
attraverso le politiche di settore, confermati anche dal Trattato di Lisbona. Bisogna
assicurare che questo approccio tenga conto delle sfide, delle esigenze e delle
potenzialità - ossia della situazione di partenza - di ogni regione e Stato membro
interessato, evitando che possa arrecare danno alla coesione, non solo dal punto di
vista economico, sociale e territoriale, ma prima di tutto politico e culturale.
1.8
Il CESE valuta di primaria importanza la politica di promozione della ricerca e
dell'innovazione proposta dalla Commissione, temi che, tuttavia, vanno affrontati
con grande attenzione alle specificità territoriali. L'innovazione di un processo
produttivo può essere il risultato di un'attività di ricerca svolta in un ambito
territoriale e da soggetti diversi da quelli in cui trova applicazione e, dunque,
l'attenzione deve essere data anche ai temi della trasferibilità e replicabilità dei
processi innovativi e della loro diffusione a livello territoriale. È comunque positivo
il tentativo di creare una sinergia tra la politica di coesione e le altre politiche
dell'UE, e migliorare l'utilizzo del FESR.
1.9
Il CESE ritiene, come indicato nella comunicazione, che il perseguimento
dell'obiettivo della crescita intelligente debba avere una sua articolazione
2
3
COM(2010) 553 definitivo.
Ibid.
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-3territoriale, supportata da esigenze specifiche di settore, di distretto, di
metadistretto o di macroregione, collegata con istituti di ricerca e università già
esistenti e/o da potenziare e con imprese locali e reti di comunicazione che ne
possano consentire il radicamento e lo sviluppo sul territorio, favorendo la
specializzazione e la governance regionale.
1.10
Il CESE ritiene, inoltre, che la politica di coesione e la strategia 2020 debbano
essere oggetto di un apposito Consiglio europeo; non si può far passare la politica
di coesione da una politica strategica dell'UE ad una "parente povera", né si può
pensare che essa, da sola, possa fare da volano alla 2020.
1.11
Il lancio di questa proposta da parte della Commissione non deve essere
l'occasione per distribuire un po' di fondi, a pioggia, anche nelle regioni ricche,
con la promessa di un fine "alto", quanto piuttosto quello di approfittare della
proposta per ricercare una convergenza comune tra regioni, per affermare un
concetto europeo, tramite indicatori comuni, di una coesione di eccellenza!
1.12
Così come occorre assolutamente garantire che tutti gli Stati membri possano
partecipare ai diversi programmi dell'UE e favorire la creazione di sinergie tra i
diversi programmi comunitari, attraverso la semplificazione delle procedure e la
rottura dei muri eretti tra le diverse DG, cioè tra la Commissione nel suo insieme,
gli Stati membri e le regioni, con la consapevolezza che le amministrazioni sono al
servizio dei cittadini, delle imprese, delle comunità alle quali va semplificata la
vita, non il contrario.
1.13
Il CESE ritiene che la Commissione abbia ragione a proporre un approccio ampio
nei confronti dell'innovazione, che non si limiti alle questioni tecniche o
tecnologiche. Tuttavia, esso preferirebbe che la Commissione prestasse maggiore
attenzione alle possibilità pratiche per i diversi soggetti di avvalersi dei programmi
in materia di innovazione. Per esempio, le PMI potrebbero trarre beneficio da
programmi di innovazione, ma solo poche di esse dispongono di ricercatori. Molte
PMI, pur essendo effettivamente innovative, non sfruttano le possibilità a loro
disposizione per ottenere sostegno dai programmi UE, anche se ne trarrebbero
grandi vantaggi. Occorre migliorare l'accesso ai capitali di rischio e, a tale
proposito, si dovrebbe rafforzare il programma Jeremie, il cui utilizzo non dovrebbe
però essere reso obbligatorio. Gli Stati membri dovrebbero poi essere lasciati liberi
di decidere se utilizzare sovvenzioni, prestiti o una combinazione di entrambi, e di
scegliere il campo tematico di applicazione. È inoltre necessario avviare un
processo di semplificazione in questo ambito.
1.14
Uno strumento in questa direzione può essere costituito da nuove forme di
"partenariato efficace" - PIATTAFORMA DEL CONSENSO - per accompagnare la
strategia dell'innovazione, con la partecipazione e il concorso di tutti gli
interessati, pubblici e privati, ivi comprese le banche, con regole semplici, chiare
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-4ed efficaci, che accompagnano tutto
responsabilità ed eventuali sanzioni.
1.15
l'iter
dei
progetti,
fissando
tempi,
Il CESE ritiene, inoltre, che vada rovesciato l'approccio attuale della
Commissione, più preoccupata degli aspetti formali dei programmi che non dei
contenuti e, più in particolare, dei risultati raggiunti, obiettivo prioritario a cui
invece bisognerebbe mirare.
1.15.1 Servirebbe invece un sostegno parallelo e concertato, in base alle analisi
territoriali, ai due poli opposti che sono il recupero del divario e l'innovazione.
1.16
Il CESE deplora le notevoli disuguaglianze esistenti non solo tra le regioni dell'UE,
ma anche all'interno dei diversi Stati membri. Dette disuguaglianze si
manifestano anche nel settore della R&S e dell'innovazione e mettono in rilievo la
necessità di rafforzare la politica di coesione economica, sociale e territoriale
entro il 2020.
1.17
Nel contempo, il CESE fa notare che gli Stati membri dell'UE devono affrontare
altresì una crescente concorrenza, a livello mondiale, da parte di nuovi paesi
industrializzati che fanno registrare un forte sviluppo nella R&S e nell'innovazione
e che, in particolare in settori che rientrano nell'alta tecnologia, si sono già portati
in posizione di vantaggio.
1.18
Il CESE si rallegra pertanto che la Commissione europea, con l'iniziativa L'Unione
dell'innovazione nel quadro della strategia Europa 2020 e con la sua
comunicazione sulla crescita intelligente, metta in risalto determinati problemi e
chiami in causa la politica regionale. Se è vero, infatti, che sono le misure
decentrate a favorire in gran parte il rinnovamento, esso non è possibile senza
aiuti, e questi ultimi, come le politiche, devono essere uguali in tutta l'UE.
1.19
Il CESE condivide la posizione secondo la quale occorre trarre vantaggio dalle
differenze esistenti tra le regioni, e ciò comporta l'introduzione di forme
completamente nuove di cooperazione con tutte le forze disponibili ai livelli
nazionale, regionale e locale.
1.20
Il CESE ritiene che dedicare maggiore attenzione ai luoghi di lavoro innovativi sia
un approccio coerente con la politica per la crescita intelligente e lo sviluppo di
strategie di specializzazione intelligente4. Il Comitato, nel suo parere Luoghi di
lavoro innovativi quali fonti di produttività e di lavoro di qualità (SC/034),
sottolinea che il concetto di "luogo di lavoro innovativo" costituisce una delle
4
Alcuni rapporti pubblicati recentemente in Danimarca indicano un miglioramento dell'efficienza degli ospedali, in termini di
aumento del numero delle operazioni e del grado di soddisfazione del personale nei confronti del proprio lavoro, malgrado la
riduzione dei bilanci e del personale ospedaliero. Sono cambiati i metodi di lavoro, in alcuni casi ai medici è stato vietato di
svolgere una seconda attività ed ai pazienti viene garantita una maggiore assistenza. Emerge altresì un miglioramento del livello
di soddisfazione dei pazienti (la conclusione che se ne trae è quindi la seguente: non bisogna semplicemente ridurre i bilanci
bensì cambiare i metodi e l'organizzazione del lavoro).
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-5questioni centrali della strategia Europa 2020, e invita la Commissione a lanciare,
nel quadro dell'iniziativa faro L'Unione dell'innovazione, un progetto pilota in
materia di luoghi di lavoro innovativi.
1.21
Il CESE esprime soddisfazione per il fatto che la Commissione stia lavorando per
l'anno prossimo a un programma di ricerca di più ampio respiro per il settore
pubblico e l'innovazione sociale. Condivide l'idea di introdurre un quadro di
valutazione dell'innovazione nel settore pubblico e di adottare contestualmente
dei progetti pilota in materia di innovazione sociale europea destinati a sostenere
gli innovatori sociali e delle proposte di innovazione sociale, nell'ambito di
programmi da realizzare nel quadro del Fondo sociale europeo. Conviene inoltre
sulla necessità di coinvolgere le organizzazioni della società civile. Queste
iniziative possono essere considerate come un percorso verso la crescita
intelligente.
1.22
Il CESE è favorevole all'idea di sviluppare delle strategie di specializzazione
intelligente che dovranno essere definite dalle regioni e dai territori stessi, sulla
base delle loro esigenze specifiche e tenendo conto del loro livello di sviluppo. In
alcune regioni la crescita intelligente consiste tuttora nello sviluppo di
infrastrutture essenziali, come le telecomunicazioni, l'energia o il trattamento
delle acque.
1.23
La politica regionale e in particolare i fondi regionali dell'UE sono indispensabili
per assicurare una crescita intelligente e certamente per incoraggiare e aiutare i
governi nazionali e regionali a sviluppare strategie di specializzazione intelligente
che aiutino le regioni a individuare i loro vantaggi più significativi.
1.24
Come afferma la Commissione nella sua comunicazione, concentrando le risorse
su un numero limitato di attività si potrà garantire un utilizzo più efficiente ed
efficace dei finanziamenti e si potranno aumentare i livelli di investimenti privati,
purché gli ambiti prioritari per le attività e gli investimenti siano definiti dagli enti
locali pertinenti, di concerto con i loro partner economici e della società civile.
1.25
In conclusione, gli obiettivi della 2020 e quelli della coesione sono concordi. La
politica di coesione, attraverso la sua singolare struttura di governance
multilivello, è in grado di fornire incentivi e aiuti concreti per assicurare la
titolarità degli obiettivi di Europa 2020 a livello di macroregione, a livello
interregionale, regionale e locale. Però il quadro istituzionale della loro attuazione
manca degli elementi finanziari e giuridici comuni che potrebbero trasformarsi,
interagendo, in fattori di aumento dell'efficacia.
1.25.1 Sarebbe perciò opportuno introdurre una cooperazione rafforzata per favorire il
raggiungimento degli obiettivi suddetti.
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2.
Proposte
2.1
Definizioni: esistono diverse definizioni di innovazione. Nell'iniziativa L'Unione
dell'innovazione, il concetto di "innovazione" implica un cambiamento in grado di
accelerare e migliorare il nostro modo di concepire, sviluppare, produrre e
utilizzare nuovi prodotti, processi industriali e servizi. Si tratta di cambiamenti in
grado di creare più posti di lavoro, migliorare la vita dei cittadini e costruire
società migliori e più verdi. Il CESE condivide questa definizione innanzitutto
perché abbraccia numerosi ambiti politici.
2.1.1 Al tempo stesso tale definizione presuppone il coinvolgimento di molte direzioni
generali della Commissione europea nell'innovazione e nella coesione sociale,
economica e territoriale, nonché il contributo di tutti i fondi dell'UE a questo
sviluppo.
2.2
Mettere insieme le risorse: il CESE è dell'avviso che, per raggiungere
l'obiettivo dell'innovazione regionale come strumento "per liberare il potenziale di
crescita dell'UE", si debba far ricorso anche ad altre risorse comunitarie, come, ad
esempio, la PAC - almeno per quanto riguarda gli investimenti volti all'innovazione
e alla crescita intelligente nel settore agricolo - e il Fondo sociale europeo. Inoltre
gli strumenti finanziari comunitari vanno coordinati e messi in sinergia con quelli
nazionali e regionali; tutti gli Stati membri devono poter fruire pienamente delle
opportunità offerte dagli strumenti finanziari dell'UE, ed è necessario avviare un
processo di semplificazione in questo ambito.
2.3
Scegliere le priorità: il CESE ritiene che sarebbe opportuno specificare le
tipologie dell'innovazione, salvaguardando quelle regionali; fare delle scelte sui
programmi, sui settori interessati (ad es. sviluppo sostenibile, energia, ambiente,
trasporti, …) e sulle regioni da coinvolgere, tenendo conto delle loro sfide, esigenze
e potenzialità (ovvero della loro situazione di partenza), nonché della loro
vocazione imprenditoriale, delle condizioni della ricerca e della loro capacità di
rinnovare gli impianti o cambiare produzione. Bisogna favorire il collegamento tra
macroregioni e abbandonare la politica dei "mille fiori". Le priorità vanno scelte in
concertazione tra autorità pubbliche, private e la società civile organizzata, ai vari
livelli.
2.4
Conoscere, comunicare e informare: è fondamentale la diffusione e la
condivisione delle esperienze positive tra i settori e i territori interessati, perciò
occorre una opportuna strategia di comunicazione e di informazione da prevedere
direttamente nei programmi della Commissione.
2.5
Formare: quello della formazione è un altro strumento fondamentale da
utilizzare per raggiungere gli obiettivi che la Commissione si prefigge con questa
comunicazione. Sarebbe molto utile, in particolare per i giovani, favorire la
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-7diffusione della cultura dell'innovazione. Inoltre il CESE ritiene che, se venisse
perseguito, favorirebbe l'utilizzo dei fondi, ridurrebbe i residui passivi ed
eviterebbe gli sprechi; ciò al fine di raggiungere forme di eccellenza nell'utilizzo
dei fondi, aiutando la governabilità del territorio.
2.6
Consolidare il partenariato: secondo il CESE bisognerebbe privilegiare i
programmi e i progetti elaborati direttamente dalle associazioni delle PMI o dai
centri di ricerca già esistenti, insieme ai rappresentanti dei lavoratori e della
società civile interessata e con il coinvolgimento degli enti locali. Il partenariato,
praticato come metodo a tutti i livelli, costituisce un valore aggiunto di grande
rilevanza, perciò andrebbe data priorità ai progetti elaborati con tale procedura.
Sarebbe anche di grande aiuto alla governabilità territoriale.
2.7
Valutare i risultati: deve essere un imperativo, che va sostenuto senza
tentennamenti da parte della Commissione. Ciò va fatto con parametri e sistemi
comuni di valutazione dei risultati, sia per l'innovazione che per la ricerca, un
obiettivo prioritario della Commissione e dell'UE. Prevedere, per le regioni o le
aree che non li raggiungono o non spendono i fondi, delle forme sostitutive degli
interventi da parte degli Stati nazionali e/o della Commissione, che dovrebbe
guidare questo processo.
2.8
Favorire la collaborazione pubblico-privato, anche attraverso un sistema di
finanziamento misto per i programmi particolarmente rilevanti o di particolare
interesse, sia per la ricerca che per l'innovazione.
2.9
Spingere gli Stati membri affinché insieme alla Commissione e all'UE agiscano
con più determinazione; non devono abdicare al loro ruolo per le ragioni più volte
richiamate; bisogna privilegiare i progetti interregionali, che hanno una logica e
un ambito europeo, mentre la Commissione deve tornare a svolgere un ruolo
guida anche nella fase di elaborazione, di esecuzione e, in particolare, di
valutazione dei risultati.
2.10
Favorire l'accompagnamento e la consulenza: il CESE ritiene che le PMI e in
particolare le microimprese, che non dispongono di ricercatori e di esperti interni,
abbiano bisogno, per ovviare a tale carenza, di accedere facilmente a servizi di
accompagnamento e di consulenza efficienti e adatti. Raccomanda una politica a
favore delle organizzazioni di rappresentanza per sostenere le loro azioni di
accompagnamento e di consulenza, in particolare attraverso contratti di obiettivi
regionali e il finanziamento di posti di consulenti per l'innovazione all'interno di
tali organizzazioni.
2.11
Rendere più chiara la comunicazione; secondo il CESE la comunicazione va
semplificata e resa più chiara rispetto agli obiettivi che si prefigge. Occorrerebbe
rovesciare l'approccio, sollecitando le proposte dal basso, nella convinzione che
deve essere la "moneta" a seguire le idee e non il contrario.
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2.12
Semplificare - Quello della semplificazione a tutti i livelli è un obiettivo
preliminare. Perseguire sempre e comunque una strategia della semplificazione
per ridurre i tempi e i costi creando un formulario unico e seguendo il principio
"una sola volta"; velocizzare inoltre i pagamenti e facilitare i finanziamenti
anticipati alle imprese, in particolare alle PMI; infine armonizzare le regole
finanziarie ed eseguire un'unica verifica contabile valida per tutte le istanze.
3.
Revisione del bilancio UE, coesione e crescita intelligente
3.1
La Commissione, nella comunicazione sulla revisione del bilancio, dedica un lungo
capitolo alla politica di coesione e molto meno, ad esempio, alla PAC, che
rappresenta ancora il 43 % della spesa comunitaria. La parte dedicata alla
coesione viene chiamata "crescita inclusiva": suggestiva nel titolo ma che va
applicata praticamente.
3.2
Già i titoli sono esaustivi: a) Politica di coesione e strategia Europa 2020; b)
Maggiore concentrazione e coerenza; c) Un quadro strategico comune; d)
Contratto di partenariato in materia di sviluppo e di investimento; e) Una migliore
qualità della spesa. Fatto salvo quest'ultimo, importante obiettivo, gli altri
dovrebbero essere già stati realizzati.
3.3
Il CESE valuta positivamente lo sforzo e le
creare sinergie tra la politica di coesione e
Stati nazionali, ivi comprese alcune priorità
necessario ricorrere a tutte le risorse per
intelligente".
3.4
La revisione del bilancio dovrebbe costituire un'occasione per mettere in sintonia
la politica di coesione, la PAC e la strategia 2020, tenendo conto del patto di
stabilità in via di revisione, al fine di riconsiderare e riqualificare il bilancio
europeo e quelli degli Stati dell'eurozona (ad esempio, l'istruzione e la ricerca non
dovrebbero essere considerate una spesa corrente).
3.5
Aiutare le PMI è un problema prioritario per la riuscita della proposta. Ciò va
fatto
semplificando
e
facilitando
il
finanziamento,
anche
mediante
un'assicurazione sui rischi per la concessione del credito, in sintonia con i principi
affermati nel riesame dello Small Business Act (SBA), o di finanziamenti diretti
per l'innovazione con una politica di sostegno e di accompagnamento. Ciò può
essere facilitato anche con il consolidamento e l'utilizzo delle associazioni delle
PMI e delle microimprese. Gli Stati membri dovrebbero poi essere lasciati liberi di
decidere, al livello appropriato, se utilizzare sovvenzioni, prestiti o una
combinazione di entrambi.
proposte della Commissione rivolte a
il resto delle politiche dell'UE e degli
indicate nell'Europa 2020, ma ritiene
realizzare gli obiettivi della "crescita
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4.
Osservazioni
4.1
Il CESE ritiene positive le azioni che dovrebbe svolgere la Commissione per
favorire il raggiungimento degli obiettivi, in particolare per quanto riguarda
l'analisi e l'informazione sui risultati raggiunti e la fornitura del capitale di rischio
e le garanzie alle PMI impegnate nell'innovazione, mettendo a disposizione
finanziamenti adatti alla realtà delle PMI e delle microimprese.
4.2
Le cinque aree di specializzazione intelligente identificate nella comunicazione
della Commissione appaiono alquanto generiche, appartengono a settori ed aree
di riferimento molto diversi tra di loro, non sono calibrate sulle specificità dei
territori regionali, non contemplano possibili sinergie derivanti da politiche di
incentivazione dell'innovazione previste in altre aree di intervento comunitario
(concorrenza, agricoltura, mercato interno, ambiente ed energia, istruzione, ecc.)
o in altri programmi comunitari; tra l'altro, ad esempio, non si fa alcun accenno
all'economia sociale. Così come non è previsto il coinvolgimento delle parti sociali
o di altri attori della società civile organizzata nella definizione e nella messa in
opera delle politiche inerenti alla specializzazione intelligente.
4.3
Nessun riferimento però è fatto all'esigenza di coordinare l'iniziativa comunitaria
per l'innovazione con le politiche di innovazione dei paesi membri le quali
dispongono, evidentemente, di più risorse ed hanno già identificato ed avviato
programmi di ricerca ed interventi nei settori nei quali potenziare le attività di
R&S. Come poche analisi vengono fatte sui motivi che hanno impedito o non
hanno consentito l'utilizzo dei fondi, la questione più grave di tutte le altre. E
dire che la CE di analisi ne fa tante!
4.4
La Commissione, tuttavia, si interessa in ampia misura alle regioni che
beneficiano delle migliori condizioni, per esempio quando scrive che certe regioni
partecipano alla concorrenza a livello mondiale, mentre altre lottano ancora per
raggiungere questo livello. Ciò non significa tuttavia che certe regioni siano
totalmente in ritardo. Per colmare questo divario, occorre organizzare la politica
regionale in modo che il suo obiettivo principale sia sempre di più lo sviluppo delle
regioni più deboli, che è, del resto, precisamente il fine della politica di coesione
nel suo insieme.
4.5
Il CESE comunque esprime preoccupazione per il fatto che il divario tra le regioni
più ricche e quelle più povere dell'UE si allarga costantemente e che i paesi più
deboli economicamente sono anche quelli meno avanzati in materia di ricerca,
sviluppo e innovazione. Osserva tuttavia che, come dimostra il nuovo quadro di
valutazione, è nella R&S che si trova il più grande potenziale di crescita dei paesi
e delle regioni meno avanzati.
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- 10 4.6
È opportuno, a questo proposito, che la Commissione europea cooperi con i
diversi Stati membri per diffondere la politica dell'R&S e dell'innovazione, in modo
da evitare che le regioni ricche degli Stati membri monopolizzino le risorse, con
l'ulteriore distorsione della ripartizione che ciò comporterebbe a livello nazionale.
4.7
La comunicazione prepara il terreno per un miglior utilizzo dei diversi strumenti
tecnici della ricerca al fine di sostenere l'innovazione. Si tratta di prestiti a tasso
agevolato, di garanzie sui crediti e di capitali di rischio. Anche il gruppo BEI
rientra tra le istituzioni che dovrebbero ricevere risorse supplementari destinate
in modo particolare a beneficiare le PMI.
Bruxelles, 14 luglio 2011
Il Presidente
del Comitato economico e sociale europeo
Staffan NILSSON
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