Marzo - Associazione Vecchia Alassio
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Marzo - Associazione Vecchia Alassio
ANNO XLIII - N. 3 € 1,38 Sabato 15 Marzo 2003 Spedizione in a.p. - 45% - art. 2 comma 20/b - legge 662/96 - Filiale di SAVONA Eccovi Alassio che innamora il sole. (A. Graf) Mensile di attualità, vita cittadina e tradizione dell'Associazione «VECCHIA ALASSIO». Membro effettivo della Consulta Ligure. Apertura sede: Lunedì, Mercoledì, Venerdì, Sabato dalle 18 alle 19. Socio aderente € 16,50 - Socio Sostenitore € 19,50 - Socio estero € 21,00 ABBONAMENTI - INSERZIONI: Conto Corrente Postale N. 10530186 - A.V.A. Via XX Settembre, 7 - 17021 ALASSIO - Tel. e Fax 0182 64.39.37 - E-mail: [email protected] Quattro secoli sono trascorsi ma Alassio lo ricorda ancora Il giorno 25 marzo ricorre il quarto centenario della nascita del P. Francesco Maria Giancardi cappuccino; primo storico di Alassio. La figura di questo eminente figlio della nostra terra verrà riproposta alla pubblica attenzione nella prima quindicina del mese di ottobre, per iniziativa della Parrocchia Collegiata di Presunto ritratto del Padre Francesco Maria Giancardi. S. Ambrogio, dell’Amministrazione Comunale, dell’Associazione Vecchia Alassio, dell’Istituto Professionale di Stato. A questo corale tributo non resterà insensibile la Provincia dei Frati Cappuccini di Genova nell’onorare questo antico suo frate che per le sue esimie doti detiene un posto importante tra gli illustri suoi figli. Venne alla luce nel giorno dell’Incarnazione del Signore, annunciata dall’Angelo a Maria, il 25 marzo del 1603.Ultimo figlio di Prospero Giancardi e di Masina Tocasio. Battezzato in quello stesso giorno col nome di Antonio Maria. Padrini Angelo Moirano e Mariettina Brea. La casata dei Giancardi era oriunda francese e nobilitata con proprio stemma col motto: Soli Deo honor et gloria. I Giancardi in Alassio erano divenuti facoltosi per i continui traffici commerciali con l’isola di Sardegna. Un suo fratello maggiore di età si era fatto prete e fu per molti anni curato dalla nostra Parrocchia. Antonio tratto dall’ ideale francescano si fece cappuccino. Un suo zio materno, il P. Gabriele Tocasio era stato frate cappuccino, «religioso di santa vita e buon predicatore». In quell’epoca i Frati Cappuccini vivevano un’intensa vita di religioso fervore e di attivissima espansione. Antonio Maria aveva compiuto 21 anni quando entra nel convento genovese di san Barnaba per compiervi il 25 APRILE Festa della libertà e della pace Programma di massima L’A.N.P.I. - Sezione di Alassio e Laigueglia - organizza, di concerto con le Amministrazioni comunali dei due Comuni come per gli anni decorsi, una nutrita serie di manifestazioni. Il programma culturale rivolto alle scuole medie alassine, pubbliche e private, prevede l’impegno degli studenti su temi storici, su composizioni poetiche, su produzioni in tecniche artistiche diverse, come concordate con le direzioni degli Istituti scolastici ed i relativi corpi docenti. Verranno assegnati premi congrui (confidando nei contributi richiesti come per il passato e sempre ottenuti) agli studenti vincitori del concorso. Nell’ambito delle manifestazioni celebrative della ricorrenza del 25 Aprile, si informa che il giorno 21 marzo c.a. alle ore 21 presso la Biblioteca Civica (continua a pagina 2) TAVOLA ROTONDA ALL’A.V.A. Lunedì 10 febbraio u.s. alle ore 21,00 presso la Sala Congressi Biblioteca Civica «Renzo Deaglio», si è svolto un interessante ed importante conferenza sul «Commercio equo e solidale». Molte le persone convenute a sentire ed a dibattere l’argomento trattato. Dopo i saluti della Preside della Scuola Media Statale «M.M. Ollandini» Prof.ssa Loredana Nattero, ha coordinato l’incontro il Sig. Alberto Puppo, giornalista di «La Repubblica-Il Lavoro». Il Sen. Nuccio Iovene Membro della Commissione Diritti Umani del Senato e Alberto Zoratti Responsabile in Italia dell’Associazione «Rete Lilliput» di ritorno dal Social Forum di Porto Alegre, hanno spiegato il significato profondo della mozione votata al Senato della Repubblica da (continua a pagina 2) BEPPE GRILLO AD ALASSIO «Antonio, pensaci tu! Fai qualcosa!» Beppe Grillo, il solito fiume in piena, duetta con Antonio Ricci, seduto tra il pubblico. E via a sottoporgli casi di malcostume quotidiano. alla fine ne esce soltanto con l’etichetta di «simpaticone». C’è di peggio, e molto. In primis il solito Berlusconi, ridotto ad un «ologramma»: «parlare di lui è come dare un L’immagine di Alassio attraverso lo sport del calcio Il 19 febbraio u.s., presso la sede A.V.A., si è tenuto un dibattito sul tema della rinascita del calcio alassino, promosso, attraverso l’A.V.A. stessa, dai soci Dante Schivo e Sergio Zenari. Carlo Cavedini a tutti i presenti, è intervenuto Sergio Zenari con un accurato invito all’Amministrazione Comunale, agli operatori turistici, commercianti e cittadini, (continua a pagina 2) Palalassio Lorenzo Ravizza, 24/2/03. Successone di pubblico per Beppe Grillo. La serata ha segnato il tutto esaurito. Grillo non ha risparmiato nessuno nella sua performance satirica: oltre ai personaggi della scena internazionale e nazionale, il comico ha colpito gli amministratori del presente e del passato prossimo (Melgrati e Avogadro). In prima fila Antonio Ricci e famiglia di cui Grillo era ospite per la vecchia amicizia. (FOTO SILVIO FASANO) Bandiera italiana e tedesca per ricordare la Resistenza Domenica 27 aprile si svolgerà sulla collina panoramica di San Bernardo di Casanova Lerrone una giornata dedicata all’inaugurazione del sentiero lungo il quale il comandante partigiano Felice Cascione scrisse, 60 anni fa, le parole dell’inno nazionale della Resistenza, «Fischia il vento». Per l’occasione sarà anche inaugurata la stele bianca donata dal grande scultore tedesco Rainer Kriester dedicata ai valori per i quali gli italiani combatterono in nazifascismo. Il 27 aprile si alzeranno così a San Bernardo la bandiera italiana e quella tede- Commercio equo e solidale sca. L’iniziativa, «aperta a tutte le forze politiche che si riconoscono nella costituzione italiana», è organizzata dall’associazione culturale albenganese «Fischia il vento» che per ricordare Cascione ha già prodotto libri, due video-documentari, inserti speciali su pubblicazioni nazionali. r.s. Pubblichiamo questa notizia pervenutaci in chiusura di giornale, riservandoci di fornire ulteriori informazioni sul prossimo numero de «L’Alassino». SOCIETÀ AGRICOLA MUTUO SOCCORSO-SOLVA Domenica 30 marzo 2003 Festa dell’Annunziata ore 10 Santa Messa - ore 15,15 Processione Segue la tradizionale festa delle «BISCETTE» (continua a pagina 2) Non prima, però, di bacchettare i politici locali, che, a onor del vero se la sono ancora «cavata» rispetto a tanti casi ben più colpiti dagli strali del comico genovese. Lo stesso Sindaco, ceffone a un bimbo su un vasino» ma tant’è la tentazione è troppo forte e via sulle performance estere, corredate da (continua a pagina 2) Progetto campo alternativo in località Loreto. Presenti il Sindaco Arch. Marco Melgrati e l’Assessore Rag. Fabrizio Calò per il Comune di Alassio, il Comm. Pasquale Balzola, Presidente Associazione Commercianti e Pubblici Esercizi. Dopo i saluti del Presidente per dare vita ad un’unica società sportiva Alassina di Calcio, che vanta un glorioso passato, e dare una nuova immagine alla Città di Alassio e di conseguenza un ritorno turistico; RINNOVO ABBONAMENTI 2003 Per motivi tecnici il modulo di C.C.P. viene anche inserito ne «L’Alassino» di quanti hanno già versato la quota Soci Aderenti (Euro 16,50). Ci scusiamo con loro e li ringraziamo per la loro fedeltà. Per gli Alassini passa apposito incaricato. (continua a pagina 2) ASSOCIAZIONE VECCHIA ALASSIO Floreat Alaxium Il giorno lunedì 28 aprile 2003 presso la Sede Sociale di Via XX Settembre 7, Alassio è convocata L’ASSEMBLEA ORDINARIA DEI SOCI alle ore 20.30 in prima convocazione e alle ore 21.00 in seconda convocazione con il seguente SOCIETÀ OPERAIA DI MUTUO SOCCORSO ALASSIO Domenica 6 aprile 2003 Assemblea Generale Ordinaria Pranzo Sociale, alle ore 12.45, ORDINE DEL GIORNO presso l’Albergo Ristorante AIDA 1) Relazione del presidente; 2) Varie ed eventuali. Via Flavio Gioia, 25 – Alassio Per i Soci è un dovere morale partecipare all’Assemblea Sono invitati tutti i Soci e simpatizzanti. Il Presidente A.V.A. (Carlo Cavedini) Prenotazioni presso CARLO CARBONE e/o Ristorante AIDA e/o SEDE A.V.A 2 «L'ALASSINO» ALASSIO LO RICORDA ANCORA noviziato religioso, l’accoglie il P. Bonaventura da Casale, allora Superiore provinciale. Da questo preciso momento fra Francesco Maria da Alassio percorre un cammino segnato da importantissime tappe. Nel 1639 la sua ascesa al sacerdozio. L’incarico di dedicarsi alla predicazione in Liguria, in altre regioni, nell’isola di Sardegna. Creato guardiano (superiore) del convento di Savona e nel convento di Alassio. Per fattivo suo intervento si appiana finalmente l’annosa questione della posizione dei Cappuccini nella città di Loano. Ma un’altra attività doveva assorbire il tempo a disposizione del nostro frate impegnato nel suo ruolo di scrittore e pubblicista. Impegnandovi le sue doti intellettuali col proposito di far conoscere i maggiori santuari mariani della Liguria. Da quello a lui particolarmente caro della Madonna di Misericordia in Savona di cui divenne l’araldo, della Guardia di Genova, di Montellegro di Rapallo, della Madonna della Vigne in Genova, di SS. Maria Pia del Finale. Ad Alassio sua patria, dedicava le Imprese d’Alassio, Città Sacra (Alassio) della Madre di Dio, Giardino Sacro per la Madonna del Suffragio, Gioiello Sacro delle Reliquie trasportate di Sardegna in Alassio. A queste sue opere si aggiungono alcuni opuscoli a scopo divozionale. Un’ampia messe di erudizione sacra e profana di una articolata costruzione letteraria che rispecchia il tempo, l’indole, il gusto di quel preciso secolo, il Seicento. Fu egli veramente un poligrafo il quale fece veramente gemere i torchi. E questa sua produzione libraria comparve adombrata sotto il nome di Don Giuliano d’Alassio Prete Secolare. Corrispondente al nome del suo fratello, essendo lui religioso vincolato col voto di povertà. (segue dalla prima pagina) E sotto tal nome appare tra «Li scrittori della Liguria» di Raffaele Soprani e di Michele Giustiniani, stese in quel secolo. Nei campi della cultura, da autentico umanista, fu cultore dell’arte. Intrinseco del genovese pittore Giovanni Andrea De Ferrari (15981657) committente la sua famiglia, dipingeva la Madonna del Carmelo per la chiesa dell’Ospedale della Carità e quella della Cappella della Madonna del Suffragio in Parrocchia, dove il pittore lo ritraeva nella figura di San Francesco d’Assisi. P. Francesco Maria moriva nel convento di Savona il 1 dicembre 1670 all’età di 67 anni. Ricorrendo nel 1970 il terzo centenario della sua dipartita, Alassio sua città natia ne esaltava la figura nel giorno primo di dicembre con pubbliche celebrazioni. In quegli stessi anni da parte del Comune veniva intitolata al suo nome la più lunga via cittadina che dal cavalcavia giunge ai confini con Albenga. Nel 1978, l’Associazione Vecchia Alassio provvedeva alla ristampa anastatica dell’opera Imprese D’Alassio, stampato in Mondovì nel 1653, mettendo a disposizione degli studiosi la più antica storia di Alassio. Nel 1963, con Decreto del Presidente della Repubblica n. 1677 del 1°/10, l’approvazione di un Istituto Professionale Alberghiero di Stato. Con l’erezione della stabile sede di Via Neghelli, con deliberazione del Consiglio d’Istituto n. 136 del 31/01/1984, viene approvato all’unanimità di intitolare la nuova sede col nome di Francesco Maria Giancardi. Queste notizie biografiche servano a rinverdirne la memoria e preparare gli animi degli odierni Alassini a degnamente celebrare la chiara memoria di questo illustre concittadino. Antonio Carossino FESTA DEL 25 APRILE (segue dalla prima pagina) Renzo Deaglio verrà presentato il libro «Un Poliziotto Perbene» dello scrittore Luigi Monardo Faccini, con la partecipazione dell’Autore. In data da destinarsi (ma prima del 25 Aprile) presso la Biblioteca Civica R. Deaglio ad Alassio verrà presentato il libro del dott. Pier Paolo Rivello, Procuratore Militare della Repubblica a Torino, dal titolo «Quale giustizia per le vittime dei crimini nazisti». La sera del 24 Aprile alle ore 20.30, grande corteo con fiaccolata per le vie cittadine (Palazzo Comunale, viale Gibb, via Dante, via Cavour, Passeggiata Grollero, via Torino, via Dante, Comune) ed orazione ufficiale del rev. Don Luigi Ciotti. Parteciperanno anche Associazioni e rappresentanze dei Comuni vicini. Il 25 Aprile alle ore 9 a Laigue- glia, manifestazione in Piazza del Monumento ai Caduti. Quindi ad Alassio, ore 10.30, S. Messa e premiazione degli studenti vincitori del Concorso nei giardini di fronte al Palazzo comunale. Al pomeriggio nei Giardini dei Cavalieri di Vittorio Veneto, come per gli anni passati, tradizionale programma del Circolo Arci Brixton, con spettacoli teatrali, attrazioni, musica. Trattandosi di iniziative volte non soltanto a ricordare il grande evento storico della riconquistata libertà, ma anche a dimostrare la volontà del Popolo a pretendere la Pace e dire NO alla guerra, l’A.N.P.I. confida nella corale partecipazione di tutti i Cittadini e di tutte le Associazioni. Il C.D. ANPI Alassio-Laigueglia TAVOLA ROTONDA A.V.A. (segue dalla prima pagina) il mondo del calcio ribadisce Zenari, è un forte richiamo turistico; occorre riportare la squadra di Alassio al livello che le compete. Il programma deve comprendere inoltre il rifacimento dello stadio, con annessi servizi, ed un campo alternativo per gli allenamenti. Il Comandante Schivo prende la parola per ricordare il tifo per le squadre che si sono succedute nel passato, di cui anch’egli ha fatto parte come giocatore, citando anche un suo libro pubblicato nel 1996, dal titolo «Cuvea de Balun», dove si racconta la storia del calcio alassino dal 1920 al 1957, pieno di ricordi e fotografie; sprona quindi l’amministrazione comunale, i Presidenti le varie società sportive a farsi carico di questa iniziativa. Lo sport del calcio è anche una salvaguardia per i giovani, nel conservare integro, oltre il corpo, lo spirito. L’Assessore Calò dichiara di avere già fissato, allo scopo, un incontro con i rappresentanti le varie società sportive, per definire i pro- grammi futuri e istituire un’unica Società alassina, con l’invito al sig. Sergio Zenari di prestare la sua consulenza, e che questo è l’orientamento dell’amministrazione Comunale. Per quanto riguarda le infrastrutture e gli impianti sportivi per il calcio, è intervenuto il Sindaco Arch. Marco Melgrati per confermare che è in atto il progetto per il rifacimento dello Stadio, con relative tribune e spogliatoi, sottostante parcheggio auto di due piani interrati. Nel frattempo, cioè ancora prima dell’inizio dei lavori, verrà creato un campo sportivo in regione Loreto, in terra battuta, che rimarrà campo ufficiale per le squadre minori e per gli allenamenti, inoltre verrà utilizzato come parcheggio auto nel periodo estivo. Il comm. Pasquale Balzola plaude all’iniziativa, che porterebbe benefici economici alla Città tutta, e chiude la serata con un brindisi gentilmente offerto. A.V.A. COMMERCIO EQUO E SOLIDALE tutte le parti politiche, il 24 ottobre 2002. Fra i vari argomenti è emerso che il cacao ed il caffè prodotto dai paesi in via di sviluppo è calato di prezzo riducendo in modo considerevole il guadagno di chi lo produce con gravi conseguenze sulla vita sociale dei contadini, inoltre quattro multinazionali hanno il monopolio del 40% del commercio di questi prodotti. Nella mozione viene contestato che negli ultimi anni il «Commercio equo e solidale» si è rivelato uno dei modi più efficaci per promuovere lo sviluppo, la Carta europea dei criteri recita: «Il commercio equo e solidale è un approccio alternativo al commercio convenzionale; esso promuove giustizia sociale ed economica, sviluppo sostenibile, rispetto per le persone e l’ambiente, attraverso il commercio, l’educazione e l’azione politica. Il suo scopo è riequilibrare i rapporti con i Paesi economicamente meno sviluppati, migliorando l’accesso al mercato e le condizioni di vita dei produttori svantaggiati, attraverso una più equa distribuzione dei Sabato 15 Marzo 2003 (segue dalla prima pagina) guadagni. Il commercio equo e solidale è una relazione paritaria fra tutti i soggetti coinvolti nella catena di commercializzazione: produttori, lavoratori, Botteghe del Mondo, importatori e consumatori. Promuove migliori condizioni di vita nei Paesi economicamente meno sviluppati rimuovendo gli svantaggi sofferti dai produttori per facilitare l’accesso al mercato, organizza rapporti commerciali e di lavoro senza fini di lucro e nel rispetto e valorizzazione delle persone; promuove i diritti umani, sostiene l’autosviluppo economico e sociale». Molti ancora sono gli argomenti e le valutazioni scritte su questa Carta, fra l’altro impegna il Governo: a favorire la diffusione del commercio equo e solidale, come possibile strumento di sviluppo; a favorire la presenza nelle scuole di programmi di educazione allo sviluppo e alla solidarietà internazionale, contrasto alla povertà e lotta alla fame, per una maggiore conoscenza delle risorse naturali e per un loro uso consapevole. c.c. BEPPE GRILLO (segue dalla prima pagina) supporto fotografico, del nostro capo di Governo. Da Berlusconi agli americani il passo è breve. A Bush e all’America Grillo risparmia poco. Attacca la politica estera, ma anche la giustizia, i servizi segreti… e la cartografia. Sul maxischermo infatti compare una cartina dell’Europa centrale dove a sud est della Germania si trovava nientemeno che la Svizzera. Idee confuse? Forse ma nel dubbio, un consiglio agli americani Grillo l’ha dato. Se proprio dovete bombardare queste sono le coordinate esatte: e fornisce latitudine e longitudine di Arcore. Si parla di terrorismo, di biogenetica e di ricerca; di santi e di chi quasi santificato, proprio santo non è. Si parla di imprenditori, di quelli veri, quelli di una volta che mai avrebbero tollerato di licenziare un dipendente e quelli che invece… tanto c’è la cassa integrazione, la mobilità… e chi paga? Si parla di ambiente, di leggi, di modus vivendi. E di giornali. Non poteva mancare un pensiero anche al giornalismo, scritto e televisivo. Si salvano in pochi. «Guarda Antonio, guarda! – e ancora si rivolge a Ricci - Questo è “Quattroruote” cosa leggi?: “La birra fa bene alla guida” ma siamo pazzi? Porc… Vai, vacci tu, mandali dentro tutti come hai fatto con quelli della Tucker o come hai fatto con Wanna Marchi… bè però devo dire la verità con lei sei stato un po’ troppo duro. Quando facevi zapping e te la trovavi davanti era un bel momento. Ti fermavi stavi qualche istante… ora al suo posto c’è Berlusconi…» Due ore irrefrenabili le sue. Si agita, impreca, sbraccia e si sposta felino in mezzo al pubblico, legge il futuro su qualche testa glabra, seguito dall’occhio di una telecamera che proietta tutto su un maxischermo. Ad applaudirlo un palazzetto esaurito da giorni: duemila paganti effettivi e pochi, pochissimi pass accuratamente selezionati e centellinati. Fortunati? Privilegiati? no, in servizio. Alassio, 25 febbraio 2003 UNA SERATA ALLA S.O.M.S. DA NON DIMENTICARE Nello storico salone della SOMS si è ripreso il ciclo delle conferenze, iniziato con tanto entusiasmo e partecipazione due anni fa. Di «turno» un altro Alassino d.o.c., Socio onorario e apprezzato specialista, il dott. Giampaolo Mela che ci ha deliziato con una curiosa e anche per questo interessante e ingegnosa conferenza sulla vista (o visione), vista dalla vista (che bel bisticcio di parole…) dagli insetti e da altri vari «animali». Eh già… infatti, a parte la diversa banda di radiazione (per noi da 4000 a circa 7500 amstrong), ogni occhio è una diversa specie di telecamera che registra, immagazzina, organizza e invia gli stimoli ricevuti al cervello. Ma non sempre negli insetti c’è una struttura complessa come la nostra, per cui, ad esempio, il lombrico capta facilmente gli stimoli come la capasanta; nella rana è enorme la capacità di rilevare ogni movimento esterno, mentre i ragni sono più sensibili alla captazione delle vibrazioni per afferrare e imprigionare le prede. Madre Natura!… In genere gli insetti hanno buona vista, pur essendo più sensibili al movimento; certi, però, non distinguono i colori. Che brutto per loro, vivere ad Alassio e vedere tutto il nostro smagliante cromatismo naturale… in bianco e nero! L’ape ha facoltà straordinariamente sorprendenti nel distinguere le vibrazioni della luce come orientamento; proprio come se avesse una bussola. Molti insetti hanno occhi difficilissimi da studiare. I pesci, come i rettili, hanno vista variegata; quelli di superficie hanno una visione ben calibrata, quelli dei fondali hanno facoltà di emettere luce propria per «vedere». Gli uccelli hanno un olfatto rudimentale, ma acutissima la vista; i mammiferi (roditori) non godono di buona vista, ma hanno il senso dell’olfatto acutissimo. Il coniglio vede bene, pur con una retina semplice; gli ungulati non distinguono bene i colori, per cui abbiamo scoperto che il toro delle corride è attratto dal movimento del panno e non dal suo color rosso! Il cane vede in bianco e nero (poverino… anche lui!) e con una specie di accentuata e congenita miopia; il gatto, invece, gusta intensamente la vivacità dei colori. Poi c’è differenza fra animali diurni e notturni col massimo raggiunto dal «radar» del pipistrello. Insomma, gira e rigira, il dott. Mela è andato persino a scovare (e mi ha guardato negli occhi come a dirmi che la Divina Commedia la conosce bene anche lui) del papa dantesco Giovanni XXI (Pietro Ispano, medico a Parigi, prof. a Siena e poi Papa per 8 mesi) una ricetta di uno strano collirio, una specie di panacea con misura di varia limatura messa in orina di fanciullo, prima, e poi di vergine e ancora di vino vermiglio e intrighi vari. Ecco, in sintesi l’argomento. Per la «cornice», tutta di pregevole fattura e con un tocco di particolare eleganza: prima il saluto cordiale, aperto, accattivante del Presidente, Geom. Enzo Barbera, ai presenti, alle autorità, al Parroco, poi quello dell’Assessore dott. Loretta Zavaroni, sempre sensibile e «dolcissima» in questo genere di manifestazioni. Una serata, cari amici, da non dimenticare! t.s. IN BREVE, AI NOSTRI AMMINISTRATORI SEGNALIAMO CHE… RUBRICA MENSILE A CURA DELL'A.V.A. Da aprile 2002 è iniziato un cantiere con impalcatura che invade buona parte della caratteristica Piazzetta «Recantu di Pescaui», da dicembre u.s. non vengono eseguiti lavori. Il gruppo di Alassini e non solo, che normalmente si riuniscono nella suddetta piazzetta, chiedono che i lavori vengano finiti al più presto e l’ingombrante impalcatura tolta. B.M.S.: INIZIANO I TEST Ne avevamo parlato a gennaio, ne ha parlato lo stesso Beppe Grillo nel suo spettacolo di fine febbraio. Sarà sperimentato ad Alassio il B.M.S. Beach Management System, ovvero il sistema di consolidamento del litorale già noto in diversi paesi Europei e che sta muovendo i primi passi sulle coste italiane. ressate dai prelievi, condizioni meteo permettendo, per alcuni giorni si procederà ai test, tutto per procedere poi in una seconda fase della stesura del primo tratto sperimentale del Beach Management System. Per quanto attiene la Liguria, Alassio sarebbe il primo test utile a verificarne gli effetti. L’attrezzatura per il carotaggio. «Non per arrivare con la spiaggia in Corsica - spiega il Sindaco di Alassio, Marco Melgrati - ma per salvaguardare la nostra spiaggia, bene prezioso, da reali pericoli di erosione». Così, in questi giorni, nel tratto di spiaggia compreso tra il Pontile Bestoso e l’Hotel Milano, sono iniziati i test idro-geologici sulla spiaggia di Alassio: carotaggi e campionamenti di sedimenti sabbiosi. «Abbiamo voluto saggiare la resistenza meccanica della sabbia a più livelli - spiegano alla Impresub, l’azienda incaricata della sperimentazione - e abbiamo attuato prove idrauliche per verificare la permeabilità della sabbia». Transennate così le zone inte- «Per questo motivo - spiega il Consigliere Comunale incaricato al Demanio, Rocco Invernizzi - la Regione Liguria si è subito dimostrata attenta alla nostra iniziativa, decidendo di affiancarci con un significativo contributo». «Quello che vorrei sottolineare - aggiunge Invernizzi - è che questa prima sperimentazione non avrà costo alcuno per l’utenza e che, in ogni caso, non comporterà variazioni all’aspetto della nostra splendida spiaggia». «Non solo: il B.M.S. - spiega ancora l’Assessore all’Ambiente del Comune di Alassio, Fabrizio Calò - è privo di impatto ambientale; ed è questa la ragione principale che ci ha fatto preferire questa soluzione rispetto ad altre sicuramente più invasive». Un pensiero gentile per Alassio Franjo Weiss, pittore tedesco di Diessen, di grazia raffinata e di pregevoli cromatismi ha voluto quest’anno creare un calendario dotato di magnifici acquerelli e filigrane a inchiostro di china che ritraggono magnificamente il nostro paese nei suoi smaglianti colori. L’autore ha già ritratto cento paesi nell’ambito del Mediterraneo. Suo il motto simpatico: «I quadri non sono mobili fissi, sono vestiti ed io ho bisogno di averne molti, per cambiarli spesso». Tra le immagini più salienti: il panorama con la Cappelletta e l’isola, dal molo verso levante o ponente, le colline di Alassio, le passeggiate a mare, l’inverno con i gabbiani e con sullo sfondo Capo Mele. Un plauso sincero e un ringraziamento cordiale da parte dell’A.V.A. Franjo Weiss. Sabato 15 Marzo 2003 INTITOLAZIONE DELLA GALLERIA DI ALLACCIAMENTO CON ALASSIO Al Sig. Sindaco di Alassio Al Sig. Sindaco di Villanova e p. c. Redazione dell’Alassino I sottoscritti propongono all’attenzione della S.V. l’opportunità di promuovere gli atti necessari per l’intitolazione della galleria di allacciamento con Alassio al concittadino Prof. Antonio Don Isoleri (1871-1918). L’istanza trae motivazione dalla lungimirante pubblicazione di Don Isoleri: «Alassio nelle Origini e la galleria di allacciamento con Bossoleto» edita con lo pseudonimo Federico Lip nel 1911 – Tipografia della Gioventù Genova 1911, pagine 174. Isoleri sosteneva con convinzione l’utilità dell’opera: «Una galleria, attraverso il Tirasso pel Colletto di Marta con riallacciamento a Bossoleto, Villanova, Ortovero, sarebbe la migliore promessa all’avvenire di Alassio… ci vuole uno sforzo, un ideale capace di compendiare codesto avvenire. Senza un tale rimedio, è vano sperare di mettere un argine alla fatale decadenza. Anche le vallate circostanti risentirebbero dello straordinario beneficio, realizzando in pari tempo il sogno di tante aspirazioni latenti. Intanto Alassio entrerebbe direttamente a far parte di Val Lerone e di Val d’Aroscia, usufruendo di tutti gli speciali vantaggi che esse possono fornire. E nell’insieme, Alassio, Laigueglia, i villaggi limitrofi, Val Lerrone e Val d’Aroscia s’avvierebbero per vie progressive ad uno sviluppo economico straordinario. Le valli accennate recano in dote immense energie agricole, le quali, per difetto organico, non hanno fin qui dato i risultati che se ne possono aspettare. La Valle del Lerrone, sacra all’olivo, produce olii finissimi: Marmoreo, Ligo, Casanova, Bassanico ne fanno fede. La vite vi alligna e fornisce vini assai squisiti ed abbondanti. Villanova fa un esteso commercio di fiori e frutta; la violetta e il pesco vi trionfano. Vi sono delle difficoltà da superare, lo vedo anch’io. Le spese della galleria e della costruendo linea non sono lievi; altra non lieve spesa è quella del mantenimento del tram elettrico e relativo personale… Le difficoltà si possono facilmente superare. Chi mantiene le linee ferroviarie, le macchine e il personale? Quelli che hanno fatto le gallerie. Chi ha fatto le galle- rie? Il commercio, lo scambio interno ed esterno… Effettuata la galleria, Alassio avrà uno straordinario accrescimento di popolazione e di dimore. Ed ecco che un maggior contingente d’acqua, con “presa” non lontana, vicina e comoda, risponderà ai nuovi bisogni. Persone competenti hanno detto che il Tirasso è abbondantemente acquifero nella spina dorsale inferiore. Ed i bacini idrografici del Lerrone e dell’Aroscia non servono a nulla?». (pp 159,163) Isoleri, con l’aiuto dell’alassino Prof. Angelo Negroni, cercò di realizzare nel 1914, il progetto del tracciato della galleria. Purtroppo la morte del Negroni (8/10/14), la prima guerra mondiale e la morte di Isoleri nell’epidemia «spagnola» del 1918 posero fine al tentativo. Alleghiamo l’inedito rapporto del sopralluogo del 23 marzo del 1914, tratto dagli appunti di Don Isoleri. Confidando nel Vostro benevolo interessamento porgiamo distinti saluti. 23 Marzo – Primo sopralluogo sul «Colletto» di Moglio – Partenza ore 7 da Villanova; ore 8.21 da Bossoleto con Amedeo Navone. Giornata bella, mattinata freddina. Bei panorami, selciati antichi ben conservati. Si incontrano contadini e contadine di Moglio che vengono oltre colle a lavorare. «Avete veduto nessuno al Colletto?» «Nessuno!» - rispondono. E così via finché una donna con una ragazzetta, somino e capra: «Già aspettano al Colletto!» «Ci aspettano?» «Si!» «Chi c’è? Un signore?» «Un signore vecchiotto ed uno giovane!» «Bene; grazie!» - «Svelto Amedeo corriamo!» Saliamo alla punta d’un poggio, e vediamo una macchina che si muove: è il Signor Angelo Negroni. Fò il saluto agitando il mio cappello. Si gira una curva, ed eccoci venire incontro il Signor Augusto, figlio di Angelo, giovane di 16 anni, con la rivoltella legale sul fianco sinistro. Finalmente siamo faccia faccia col Prof. Negroni il quale ha anticipato la sua ascesa: egli ci aspetta, e non noi che volevamo precederlo, son le 9 e 3/4. Noi ammiriamo, fatte le presentazioni, la sveltezza e la puntualità degli ospiti. Ci scusiamo, un ritardo? Perché? Abbiamo perduto un po’ di tempo per fare le provviste e dare gli ordini. Si parla del luogo e della possibilità dell’impresa. Egli, Negroni, è contento e ben intenzionato. Le sue parole coincidono con le nostre: l’impresa è splendida, l’idea ottima. Ma bisogna studiarla bene con le carte; bisogna scrivere all’Istituto Geografico di Firenze, e spendere… Accetto la spesa delle carte. Ora bisogna vedere a basso, fare una vista al punto dove il colle avvalla, e vi scorre il ruscello. Andiamo il Professore dice: «Oh! Bello… Va bene così!» Scivola un po’: «Oh! La là!»... È il suo intercalare. «Andiamo bene! Si andiamo bene; non credevo fosse così!…» V’è roccia buona all’intersezione degli avvallamenti: Va bene! E poi si risale dall’altra parte. Augusto ed Amedeo vanno avanti; noi restiamo addietro. Si discorre di letteratura e di gusti d’arte. Negroni odia il verismo! Egli ha letto con amore i libri di Ignazio Cantù; non confondere con Cesare. È un autodidatta; fin da piccino ha avuto amore alle carte geografiche; io l’ho avuto per la caccia al vischio. Augusto e Amedeo vanno avanti con lo schioppo e di soffermano per sparare, ma non sparano. Negroni, prima di scendere nel ruscello, aveva colto una viola montana con un filo d’erba, per regalarmela. Io l’accettai; ma dopo averla recata un pezzo in mano tra le dita, onde non strozzarle, la consegnai ad Amedeo, che la riponesse nel taccuino fra due pagine bianche. Così noi prima di partire ne abbiamo regalato quattro mazzi delle nostrane. Tornando, io colgo un rametto di pino con gli amenti novelli, ed un rametto di ginepro con le bacche verdi odorose. Son per me, per la nuova poesia della vita. E con Negroni si discorre d’accordo intorno alla «speranza», che è poesia della vita: «Senza la speranza tutto è morte; senza la poesia della vita niente è più bello!» concludo io. Alle 12 siamo a Bossoleto. Ma dapprima, sotto i pini, vediamo un uomo dalla barba bianca: «Chi è?» domanda Negroni. «È colui che primo suggerì la galleria». «Ma, guardi, non ha barba!» «L’ha, creda, e bianca! Egli anco- ra intuì la sua venuta!» «Come?» «Un mese fa, ha detto ad Amedeo che presto doveva venire uno per la galleria: e questi è stato lei!» «Davvero?» «Proprio così!» Negroni trova tutto bello: il panorama di Caso, Bossoleto, ecc.. Alle 12 e 1/2 siamo a pranzo con la maestra di Bossoleto, Giovanni il Conciliatore e infine Giuseppino Vava, che fa poi il brindisi in francese. Ma sull’impresa non si parla. La consegna è di tacerne. Vi si allude tuttavia con vaghe parole. Giunge infine Norandino, il portalettere di Villanova. E poi si esce per parlare da soli. Si visita l’Amarello, e si discute sulla possibilità della linea… «Quanto ci vorrà di tempo?» «Un anno!» Torniamo a casa, dove si combina di scrivere all’Istituto Geografico di Firenze Via Sapienza 8. Si domandano 20 carte Quadrante II III. Prezzo £ 0,40 ciascuna. Totale spesa £ 9,09. Negroni compila la dichiarazione nostra per l’Istituto, che sottoscriviamo; e poi la lettera con busta. Alle cinque si scioglie la seduta. Negroni ci consegna la carta di Giuseppino di Moglio, e a me da la lettera da spedire a Firenze. Augusto con uno Zolfanello mostra come si fa ad imbiancare le violette; dice che le bianche diventerebbero viole «foncè». Si parte. Sia fa una visita al laboratorio del meccanico, di cui vien ammirato l’ingegno e la bontà. Infine ci avviamo: sono le 5,10 (17,10). Li accompagniamo per venti minuti, e poi fra cortesi saluti ci lasciamo: la gita è finita! Con Amedeo torniamo indietro per fare i commenti. Ci accordiamo su tutto. Speriamo dunque che la galleria si compia presto. Ma per ora silenzio! IL PLAUSO DELLO STORICO A. CAROSSINO Un cordiale plauso agli egregi signori Carlo Bartolomeo Usanna e Luciano Siffredi per il positivo intervento presso i Sindaci di Alassio e di Villanova, onde le stesse Autorità promuovano gli atti necessari per la doverosa intitolazione della nuova galleria di allacciamento Alassio-Villanova alla memoria del Rev. Prof. Don Antonio Isoleri. (Villanova 1871-1918). Il sottoscritto sin dall’inizio della galleria si credette in dovere di cooperare per parte sua ed in nome della nostra Città per questo doveroso, postumo riconoscimento. Scrivendo un articolo che doveva comparire su Anthia dell’Associazione Amici di Peagna nel 2000. In seguito, non uscendo il foglio Anthia per motivi redazionali, promuoveva un trafiletto su «La Stampa» del 21/11/2000 a firma r.sr. col titolo: Aurelia bis dedicata a Lanteri, anziché Isoleri. Le notizie su don Antonio Isoleri sono confuse con 3 «L'ALASSINO» quelle di don Antonio Isoleri, emigrato a Filadelfia, zio del nostro. E su Verde e Azzurro, periodico della Comunità Montana Ingauna n. 2 Ottobre 2002. «Aurelia bis pronte per l’estate ’03», col sottotitolo «Un’opera che avvicina la costa all’entroterra». Ampio articolo a firma s.c. con l’aggiunta del trafiletto. La «profezia» di Antonio Isoleri. Nel quale viene fatto il mio nome. Nell’intento di fare conoscere vieppiù la figura e l’opera di don Antonio Isoleri, autore di Alassio nelle Origine e Galleria di Allacciamento con Bossoleto; sotto lo pseudònimo di Federico Lip. Genova 1911, tornerò a parlarne su L’Alassino. Ringrazio il Sig. Luciano Siffredi per avermi spedito copia e Don Giorgio Brancaleoni, Cancelliere della Curia Vescovile per i dati relativi a Don Antonio Isoleri. Alassio, 25 febbraio 2003 Antonio Carossino Carlo Bartolomeo Usanna Siffredi Luciano Rev. Prof. A. Isoleri CRONACA DI ANDATE: MESE DI MARZO 2003 AD OGNUNO IL SUO Vi scrivo dalla nebbiolina primaverile del lago di Como, dal mio nido di Andate, cioè, e vi scrivo con una profonda invidia per voi cittadini di Alassio, nel cui giornale vengono benevolmente ospitate le mie cronache. Infatti ho saputo che il vostro Sindaco Architetto continua nella sua incessante e proficua opera di difesa del patrimonio naturale delle vostre verdi colline, impedendo ad ogni costo che si ergano nuove costruzioni, che si modifichi l’esistente, insomma che si costruisca e scavi alcunché. Invece il mio Sindaco di Andate, che è Ingegnere Edile, e quindi ha una visione particolare del mondo (deve costruire o far costruire, a tutti i costi) non è riuscito ad impedire che la nostra preziosa collina di Andate abbia subito, o stia subendo una certa, visibile modificazione. Mi dicono i turisti (o gli abitanti di Andate) che vanno a passeggio per la collina, che un po’ dappertutto, piano piano, una botta qua e una là, si sta scavando, soprattutto per costruire nuovi garages (l’epidemia garagifera di Andate) privati, pubblici, pubblico-privati, ma anche tante altre piccole e meno piccole «bellezze edilizie» (cercare di ri- salire a piedi per l’ex mulattiera di Molva per avere un flash). Ora, io voglio bene al sindaco Ingegnere di Andate e tutti lo sanno; so che fa il possibile e l’impossibile per difendere la stupenda natura del luogo; ma forse non ce la fa proprio perché è «fuori ruolo» e cioè è come un portiere di calcio che l’allenatore vuole far giocare ala sinistra. E allora mi chiedo, ogni tanto, che cosa succederebbe se ad Andate avessimo eletto in quel ruolo (sindaco) un amante dell’ambiente, un «verde» (no, non come partito, come mentalità), un ecologo, un biologo amante della vita-bios, e non del cemento a pronta presa, o un poeta, o un marinaio, o un sociologo, o uno psicologo, o un ginecologo. Chissà Andate come sarebbe diventata e come diventerebbe! Perciò sono qui a dire a voi, cittadini di Alassio, di tenervi buono il Vostro Sindaco Architetto, perché, se per caso vi mandassimo in un programma – scambio, il nostro Sindaco Ingegnere, capireste la fortuna che avete ora, amereste di più l’Architetto, e non lo lascereste prendere per i fondelli dal primo comico che arriva ad Andate, come è avvenuto nell’ultimo show di Grillo. Ma tant’è. Grillo ha anche detto, nella medesima occasione, che l’Alassino vende otto copie; quando noi tutti sappiamo che, da solo, supera il numero di tutti gli altri giornali venduti ad Alassio, messi insieme. E allora diamo all’ironia l’importanza che si merita e capiamo che talvolta significa il contrario di quello che afferma. Nient’altro. Anzi, no: mi dicono da varie parti che ho avuto ragione nel numero scorso del giornale, quando ho parlato di crisi, ad Andate, del turismo e del commercio, soprattutto. Si vede che qualcosa la vedo e la capisco ancora. E ve la annuncio (non denuncio) su queste colonne. Poi se volete continuare a non fare niente e a sperare nel Cielo, a me non ne potrebbe importare di meno. Io sono un impiegato statale, lavoro nelle Poste, a timbrare le lettere, e sono così bravo che mi chiamano «Dottore in lettere», e a me il turismo non mi porta una lira in tasca. Anche se sono così sciocco che spesso sembra che io sia l’unico di Andate che lo difende e si preoccupa se va in crisi. Il resto sono affari vostri. Luca Caravella LA FILATELIA NELLE SCUOLE La sezione «Collezionisti delle Baie del Sole» del Museo di Scienze Naturali Don Bosco di Alassio, dopo annose richieste alle Poste Italiane è riuscita ad ottenere uno sportello Filatelico aperto tutti i giorni con un servizio particolare su tutti i materiali Filatelici delle Poste Italiane. L’importanza maggiore, oltre che quella turistica, è quella didattica; infatti anche questo anno scolastico ha dato il suo gettito di iscritti nella sezione Juniores. Il 14 gennaio, giorno dell’inaugurazione, i ragazzi di Alassio hanno iniziato il servizio dello sportello filatelico annullando agli appassionati filatelici e ai ragazzi delle elementari di Pietra Ligure accompagnati dalla maestra Alessandra Chiaretta la cartolina della manifestazione e la corrispondenza filatelica. Ringraziamo le Poste Italiane per aver esaudito una nostra importante richiesta che asservirà alle esigenze turistiche italiane e straniere. La sezione Collezionisti le Baie del Sole invita tutti gli appassionati giovani e pensionati a contattarci per far crescere nei ragazzi delle scuole la passione sana ed istruttiva della Filatelia. Contattateci telefonando al 0182-643391 e 644797. Vi ringraziamo infinitamente per il Vs. interessamento e collaborazione. Il responsabile del Museo Enzo Briozzo CTA ACLI e Agenzia ALPTUR Viaggi, di Albenga organizzano Pellegrinaggio a Medjugorje Da giovedì 24 aprile a martedì 29 aprile 2003 24 Aprile - Partenza al mattino, da Alassio/Albenga/Loano. Percorrendo l’autostrada con dovute soste si raggiunge il ristorante per il pranzo; proseguimento per Zara dove ceneremo e pernotteremo presso Hotel tre stelle. 25 Aprile - Colazione, partenza per Medjugorje dove arriveremo per il pranzo. Nel pomeriggio si parteciperà alle devozioni Mariane. Cene e pernottamento. 26 Aprile - Pensione completa a Medjugorje. Visita ai monti delle apparizioni e ai luoghi dove apparve la Beata Vergine. 27 Aprile - Pensione completa con visita al santuario del paese di Padre Iozo. Nel pomeriggio andremo alla comunità di suor Elvira dove avremo un momento di incontro confronto con i giovani della comunità. Santa Messa. Serata libera. 28 Aprile - Mattina libera, pranzo e partenza per Zara. Cena e pernottamento. 29 Aprile - Colazione, proseguimento per il rientro verso casa con sosta per il pranzo. € 399,00 Minimo 30 partecipanti Iscrizioni entro il 30 Marzo 2003 versando acconto del 50% Diacono Ferrari GianCarlo CTA 329/2266059 – 320/2182514 e Agenzia Alpitur 0182/50620. Un gruppo di alunni. Un Premio che è una promessa Un giovanissimo nostro concittadino, Paolo Piras (classe 1991!) ha meritato nella IIª Edizione del Concorso poetico per ragazzi «Odissea poetica nel nuovo millennio» (concorso indetto dal giornale Eco - Sv) il 3° premio (8 febbraio 2003) con la lirica che pubblichiamo con i nostri più fervidi auguri e le più ampie felicitazioni. Uccelli Oh uccelli padroni instancabili dell’aria, voi che solcate il cielo siete maestosi e sempre fieri. Uccelli deboli o forti? Non c’è differenza tra il falco e il pettirosso, l’airone o il condor; siete tutti padroni del cielo. Paolo Piras 4 «L'ALASSINO» Lettere del pubblico SANT’ANNA AI MONTI Lettera di concittadini inviata a vari enti pubblici e alla stampa nazionale Abbiamo avuto occasione di ripercorrere recentemente la «via Julia Augusta» la più celebre fra le passeggiate Alassine, pubblicizzata da tutti gli Enti che si occupano di turismo nel nostro comprensorio, e di fermarci ad ammirare la splendida architettura di S. Anna ai Monti. Come a tutti Loro è noto, questa chiesa fu sede della prima parrocchia nel territorio, e fu fondata, pare, nel 940 dai monaci che risiedevano all’Isola Gallinara. Un tesoro non possono che giudicare le Amministrazioni tutte, ed anche i cittadini alassini, in funzione del palese stato di totale abbandono di questo prezioso «monumento nazionale». Poiché i sottoscritti sono entrambi soci della Sezione di Albenga del Club Alpino Italiano, offriamo per noi ed alcuni volonterosi colleghi, se autorizzati e sostenuti dalla disponibilità di mezzi di trasporto comunali, di avviare alla discarica pubblica il pat- Sabato 15 Marzo 2003 riceviamo e pubblichiamo (le lettere anonime non vengono pubblicate) DON MARIO ANDREOLETTI Carissimo professore, che strano dopo tanti anni e nonostante la mia età non sia più quella della giovane studente liceale del Don Bosco, che scaldava le sedie nella classe ove tenevi le tue concitate lezioni di storia e filosofia, faccio fatica a darti del «tu». Mi sembra, quasi, una mancanza di rispetto ad una «sacra istituzione», come se la mia pur sincera e amichevole amicizia di donna ormai adulta, andasse a turbare l’immagine della persona che ho sempre avuto fin dall’adolescenza. Un tesoro racchiuso in uno scrigno. Una lucerna celata sotto il moggio. Severo e impassibile. Stimato e temuto. Spesso incompreso. Schivo, di poche parole. Deciso ed energico. A volte duro, ma giusto; leale e incorruttibile. Convinto sempre di ciò in cui credi e fai, senza bisogno dell’approvazione degli altri, con impegno, costanza e dedizione fino a che le forze ti reggono. Tutto questo lo hai sempre fatto senza grandi clamori, con l’aiuto discreto di chi ti capiva e amava. Quasi di nascosto, per non infastidire «gli altri», per non sentirti dire «bravo» da quelli che stanno solo a guardare, per non essere quasi infastidito. Oggi, però, è venuto il tempo di togliere definitivamente il velo che finora ti ha coperto ai nostri occhi. Ora Basta! E se qualcuno non l’avesse ancora fatto, bene, è il tempo di renderti merito di quello che hai fatto per i più bisognosi, nel quotidiano impegno di «volontariato» in aiuto di quei giovani, speranza dell’umanità, in cui hai sempre creduto e ai quali Don Bosco stesso ha dedicato la sua intera vita. Preghiamo Dio che ci conceda il privilegio di incontrarti ancora per tanti anni lungo la strada, a passeggio, tutti i giorni, di vedere quel tuo sorriso stanco e sincero, di sentire quella tua carezza pronta e leale. Grazie, Don Mario. L’Assessore all’Associazionismo e Volontariato Zavaroni Dr. Loretta I BEI PANORAMI ALASSINI Il degrado della storica chiesa. non comune, dunque. Eppure, lo stato di conservazione è assolutamente deplorevole, sia per quanto attiene la difesa dell’affresco che si trova sotto il piccolo porticato (sconciato, fra l’altro, da dementi, ripetitivi grafomani), sia per lo sconcio totale dei locali interni, ripieni di immondizia di ogni genere, fra la quale spiccano due insultanti e vistosi cartelli gialli: «chiesa di S. Anna ai Monti – Secolo X – monumento nazionale!!!» Va detto che la pubblicità negativa che genera questa situazione è piuttosto consistente, dato che i turisti, molti dei quali stranieri, In merito alle lettere inviate alla redazione, con richiesta di pubblicazione, si precisa che devono essere firmate con nome e cognome (leggibile) ed il firmatario deve poter essere identificato. È facoltà dello stesso richiedere l’anonimato in caso di pubblicazione. LE RICHIESTE DEI PENSIONATI TURISTI E… NON SOLO Nell’inverno del 2002 alcuni rappresentanti dei vari pensionati, che soggiornano nel comune di Alassio, accompagnati dal coordinatore Sig. Rovida, hanno avuto un incontro con l’Assessore Comunale Dr.ssa Zavaroni. In quella occasione si erano presentate alcune richieste tra le quali: 1) Possibilità di un medico di famiglia per gli ospiti che soggiornano; 2) Riapertura del locale Bar da utilizzare in caso di maltempo 3) Installazione di servizi Igienici Pubblici lungo la spiaggia 4) Maggiore attenzione per la spiaggia libera A metà mese di febbraio 2003 il capo delegazione Rovida Cesare si è presentato in comune incontrando la Dr.ssa Zavaroni Assessore la quale ha assicurato l’interessamento e l’attenzione quanto prima di: 1) Il medico di famiglia per ospiti che sono presenti in Alassio per un certo tempo ed in possesso di un documento rilasciato dal medico curante; 2) Sono allo studio la realizzazione di «Vespasiani» servizi igienici pubblici; 3) Possibilità di ambulatorio per prestazioni varie ai pensionati bisognosi; 4) A seguito di quanto evidenziato dall’Assessore Dr.ssa Zavaroni il signor Rovida a nome dei vari pensionati, ringrazia per l’impegno profuso ed augura ogni bene e buon lavoro per rendere più confortevole il soggiorno ai pensionati presenti nel periodo invernale nel Comune di Alassio. Rovida Cesare ed altre firme (gli itinerari del buon ricordo) tume interno e di ricollocare i due famosi cartelli gialli al loro posto. Ci piacerebbe che fossero anche attuati dal Comune due provvedimenti: la chiusura delle porte di accesso con adeguati mezzi e la protezione di quel che rimane dell’affresco del porticato, in attesa di auspicabile restauro. Ringraziamo e porgiamo cordiali saluti Tra le numerose bellezze aperte allo sguardo del visitatore in marcia verso la collina si segnala, per originalità di impianto estetico e tecniche di costruzione, il manufatto cementizio (peraltro manutenzione attenta ed esemplare; infatti di lì a breve li attendono: sassi ben connessi, tronchi e radici artisticamente posti di traverso, cancelli e ringhiere, pilastri e artistici portoncini tra Enzo Fabbri - Enzo Prearo L’A.V.A. condivide le preoccupazioni dei nostri amici e si augura che al più presto venga risolta la questione Momenti di «relax» per i nostri graditi ospiti. CRONACA DI ANDATE FEBBRAIO 2003 Egregi Signori, pur possedendo auto fuoristrada, apprezzo e condivido quanto scritto da Luca Caravella, nel n° 2 del Vs. mensile, in merito al raduno dei fuoristrada svoltosi sulla spiaggia del lago di Andate il 26 febbraio u.s. Pur comprendendo, e rispettando, gli appassionati e partecipanti di tali manifestazioni, trovo assurdo permettere lo svolgimento sulla sabbia della preziosa e delicata spiaggia. Consiglierei, pertanto, agli organizzatori del 4WD Promotion di svolgere raduni ed esibizioni in luoghi appropriati ed adatti ai loro veicoli. (Non vorrei mai che, un domani, si organizzasse anche un raduno dei «Bisonti della strada» TIR nel budello di Andate). Si può sapere cosa ne pensano i residenti, e non, del lago di Andate? Ringrazio e cordialmente saluto. in attesa di completa realizzazione), che si erge solenne in tutta la sua maestosità ai margini della prima rampa della Mulattiera per Solva: seconda curva della «siberia». Gli escursionisti, prima di intraprendere il cammino verso la frasche e sterpi. Proseguendo il campestre sentiero saranno inoltre rallegrati, a sorpresa, da cani privi di museruola pronti a far loro ottima accoglienza. Lode sempre agli Amministratori cittadini (notoriamente sol- meta prefissata, hanno di che sostare estasiati tra bei muri di calcestruzzo e gradevoli acciottolati, come si può vedere dalle foto accluse al testo. Proseguendo in salita verso Solva i gitanti potranno giulivamente destreggiarsi lungo un sentiero reso agevole da una leciti ad intervenire per il bene della Comunità: chiusura carruggi, manufatti sulla spiaggia, ingombri, ecc.) e un caldo invito, per una visita nella zona, a tutti gli escursionisti nostrani e Forestieri. Ne vale la pena! Andrea Bruscoli MALEDETTA PRIMAVERA Tutti gli anni scivolo nella stessa contraddizione; proprio io che amo il risveglio della campagna, il richiamo della nostra spiaggia, debbo associare il maledetto ricordo delle ultime ore vissute con mio Padre e la speranza del miracolo che nutrivo nella primavera. Mio Padre era gravemente ammalato, ma, l’idea di poter festeggiare a casa la festa del Papà, affrontava il dolore molto serenamente, mentre – come tutti gli anni – ci si commuoveva o si rideva dei fatti della vita passata. Da piccola, non riuscivo a di- stinguere la «A» dalle altre lettere; così il mio paziente «Zeppinotto» mi disegnò una bellissima testa d’asino. Io, ferita garbatamente nell’orgoglio, risolvetti il problema all’istante. Un po’ più grandina, incominciò a parlarmi di «anima» di «onestà» di «coscienza» che, nella mia ancora acerba esperienza, credevo fossero persone da incontrare per la strada! Mi diceva «accontentati sempre e solo di quello che hai». «Sii sempre fiera di quella che sei». «Poi, tante telefonate di auguri ai nostri amici Papà». Fernanda L’Osservatore LA MARGHERITA E LA ROSA Il nome è individuale, è proprio il tuo, anche se simile a tanti altri… pensa ad un campo, una collina o un prato verde, pieno di margherite; ogni fiore è distinto anche se in questo campo si confonde e si annulla. La margherita è il fiore della primavera, fiore dell’allegria e della gioventù; chi non ha sognato sfogliando i suoi petali e la domanda: m’ama, non m’ama? Ecco perché penso che la margherita sia il fiore che è simbolo dell’onomastico; perché è adatto per la festa di ogni nome. Apri allora la bottiglia di spumante e invita tutti i tuoi amici a festeggiare con te il tuo onomastico; canta, balla, sorridi, sei un fiore del prato esposto al Sole della vita. Ma il giorno del compleanno è ben diverso; non essere egoista a pensare che sia la tua festa, perché è l’anniversario della tua nascita: che merito ne hai tu? È vero, è un giorno di grande festa ma lo è per i tuoi genitori che in quel giorno ti hanno messo al mondo; è il giorno in cui la vita è stata da loro trasmessa a te, come loro la ricevettero da altri, su su fino a Dio, Principio di tutto. E allora pensa al dono da fare: una rosa per tua mamma, una rosa, il fiore profumato che le ricorda con le spine del gambo le sofferenze del parto, e con la corolla la delicata gestazione di nove mesi in cui ti ha profuso amore e gioia; quante volte durante la gravidanza si è accarezzata il ventre in cui tu riposavi e crescevi da lei protetto e amato… e a tuo padre per aver supportato la tua nascita e tua mamma incinta, dona un grande bacio in fronte e digli semplicemente «grazie»: è sufficiente. Ecco come intendo la festa del tuo onomastico che è solo il «tuo» giorno, ma il compleanno è la festa del quarto Comandamento divino, che dice «onora il padre e la madre», festa dimenticata spesso… troppo spesso nel suo profondo significato. Silvio Viglietti Sabato 15 Marzo 2003 5 «L'ALASSINO» San Valentino e Giuliano Gemma Quest’anno la tradizionale festa di San Valentino celebrata sul Muretto di Alassio il 14 febbraio con la premiazione della più bella lettera d’amore ha visto la presenza di Giuliano Gemma. Il notissimo attore è stato invitato dal Patron del Muretto, Mario Berrino, nella sua nuova, e già riconosciuta valida dalla critica, attività di scultore. Infatti Gemma ha vinto il concorso lanciato da Berrino nella scorsa estate, per realizzare, in maniera originale, una testa in bronzo di Adelasia, figlia dell’imperatore Ottone I, e mitica fondatrice di Alassio insieme con il suo sposo Aleramo. Gemma ha realizzato un’opera di rara intensità e di notevole valore artistico, creando una figura femminile che esprime contemporaneamente passione e severità, sentimento e nobiltà. Dopo l’inaugurazione del busto di Adelasia, destinato ad ornare il Muretto, si è proceduto alla seconda parte della manifestazione, quella tradizionale, e cioè la premiazione della più bella lettera d’amore. Questo concorso che è senza dubbio il primo in Italia (tutte le manifestazioni simili sono venute in seguito nel tempo, e sono comunque imitazioni della Festa alassina) è un’altra idea del vulcanico pittore Mario Berrino ed è svolto sotto l’egida del Comune di Alassio (e il Sindaco Melgrati, in occasione della premiazione, ha tenuto a rivendicare la primogenitura della manifestazione e il fatto che Alassio abbia per prima brevettato il titolo di «Città dell’amore».). La giuria del concorso stesso, presieduta dal prof. Andrea Gallea, il quale ha anche egregiamente presentato la manifestazione ed ha letto con sentimento ed efficacia le opere vincitrici, dopo aver esaminato e discusso le centinaia di lettere pervenute sia alla Buca del Muretto, sia alla Galleria Berrino, ha deliberato all’unanimità: Di segnalare le opere dei seguenti autori, perché degne di elogio per il rilevante livello formale e contenutistico: Lorena Rossi (Parma), Maria Giuseppina Marinelli (Savona), Giampiero Rinaudo (Alassio), Mara Giovine (Albenga) Luca Berto (Loano), Paola Bevilacqua (Treviglio), Bruno Basile (Luino), Sonia Grappeggia (Pavia). La giuria ha deliberato inoltre di segnalare Francesca Paoletti (Alassio) come la più giovane poetessa del concorso (anni dieci). La giuria ha deciso infine di assegnare sei premi ai seguenti autori: Sesto classificato: Gian Pietro Tilli (Savona); quinto classificato: Dario Cavallo (Garlenda); quarto classificato: Raoul Mariani (Milano); terzo classificato: Giancarlo Belloni (Codogno); seconda classificata: Paola Belgrano (Imperia); prima classificata: Lucia Ferrero (Albenga). La manifestazione è stata animata dal complesso musicale che è un poco il simbolo del Muretto e di Alassio, il notissimo Trio Romantos (Rosanna, Marina, Simonetta), accompagnate alla chitarra dal M° Dino Ferrari. Un puntuale e sontuoso rinfresco offerto al numeroso pubblico e perfettamente gestito da alcuni membri dell’ Associazione Italiana Barman e Sommelier ha chiuso degnamente il pomeriggio. L.C. 1 CLASSIFICATA a L’amore semplice Rubrichetta mensile Un ricordo per... Piccolo uomo che vivi nella tua piccola casa umile in ogni gesto e immenso nel colmarmi d’amore; Così incomprensivo inappropriato quasi tutte le volte che discorri pensando d’essere imponente in vuoti paroloni; Racchiudi in un sorriso molte gioie e ore d’ilarità trascorse insieme come doni di Natale; Hai un cuore spaventosamente fragile ma un animo tenero candido nell’innocenza di quel bambino immaturo che punta i piedi ai soprusi; Conosci quell’Onestà e quella Giustizia e non hai segreti sai qual è la verità e la racconti con lo sguardo consapevole a volte di ferite; e soprattutto non riesci mai a dirmi di no un vizio concesso davvero a pochi in questa esistenza di egoismi; A volte fuggirei da te lontano perché mentre volo oltre tu resti a terra sperando di trattenermi poi capisci e mi liberi; ANNO 1954 Spiaggia bagni «Elena» In piedi da sinistra: Quartara Luciano, Gagliolo Giancarlo, Lavagna Angelo, Testa Marino, Secondo Ginetto, Elio Ferraro, Capriati Pino, Elena Emilio, Andreis Roberto, Gennaro Pietro. Seduti: Chirivi Antonio, il nipote del giornalaio, Oliva Nando, Valentino (fratello di Elio). e riesco a scorgere laggiù sempre la tua mano in quel saluto d’arrivederci di chi aspetta con pazienza il ritorno del suo amante; e nel momento di quell’incontro che sembra sempre il primo lo spirito è uno come il corpo e fingendo l’incredulità afferri come per errore il dono di un po’ d’eternità. Lucia Ferrero – Albenga 2a CLASSIFICATA Nel nostro domani Quando non avremo più l’età per l’amore noi ci ameremo. Quando gli altri seduti sui gradini delle loro case guarderanno il tramonto del sole noi vivremo intensamente. Ruberemo al tempo che passa i momenti magici del nostro amore. E questo amore sara unico, totale, completo perché sofferto e ambito. Quando i nostri capelli saranno bianchi e sui nostri visi i solchi degli anni avranno lasciato i loro segni noi ci ameremo. E non sarà la fine ma l’inizio della nostra favola. Paola Belgrano Alassio, 14/2/03. Festa di San Valentino al Muretto: l’attore Giuliano Gemma, il sindaco Marco Melgrati e Mario Berrino premiano la vincitrice del concorso riservato alle più belle poesie d’amore: è la giovane universitaria di Albenga Lucia Ferrero. Sulla destra si nota il busto della principessa Adelasia scolpito da Giuliano Gemma. L’opera è il nuovo ospite del Muretto insieme alla statua degli innamorati. La manifestazione, presentata dal prof. Andrea Gallea, è stata animata dalla bella esibizione del trio «Romantos» e rallegrata infine da un rinfresco servito dai sommeliers della AIBES. (FOTO SILVIO FASANO) San Valentino 2003 al Muretto Premio Galleria Berrino Lettera d’amore San Valentino 2003 Prima di incontrarti il mio labbro non conosceva il bacio. Il mio cuore non conosceva i palpiti dell’amore. Il mio corpo non conosceva i fremiti della passione, la mente, non conosceva l’assillo del desiderio, l’armonia di un abbraccio. Adesso vedo la tua immagine in ogni fiore, sento la tua voce in ogni alito di vento nel cielo azzurro vedo i tuoi occhi, nel sole sento il calore del tuo corpo. Solo chi è innamorato può provare queste sensazioni, ed io ti amo. Giancarlo Belloni A… un’«alba» rosa Dove ci siamo incontrati, anima mia? Forse sono nato con l’eco del tuo nome nel cuore. Forse, tesoro, portavo da tempi immemorabili la tua immagine dentro di me. Forse mi hai già parlato in qualche sogno mattutino. Sappi, Alba mia, già possedevo l’incrollabile certezza del tuo nome; del tuo viso e della tua voce d’angelo… e nulla di te, da quel primo giorno, ricordi?, mi ha più sorpreso, poiché Tu sei l’atteso preludio della mia vita. E più non so, Tesoro. Se fosti Tu a rispondere alla mia invocazione o io al tuo misterioso richiamo, tanto i nostri cuori batterono assieme la prima volta la magica parola: t’amo! Se ti guardo, so quello che pensi. Se taci, so quello che dici. Certo da anni, ti cercavo disperatamente. Certo dovevo trovarmi a quel crocicchio mentre tu passavi. Certo la mia ora era anche la tua. 3a CLASSIFICATA Il monumento agli innamorati sul Muretto - autore E. Pellini E sai, Caschetto mio d’oro, cento ostacoli avremmo superato e mille barriere pur di giungere assieme a quel punto e in quell’istante. Nei piani degli incantesimi d’amore era scritto che io incontrassi te E tu trovassi me. Per questo benedico il nostro destino, perché tu sei venuta a me e ho trovato te! «A volte Dio uccide gli amanti perchè non vuole essere superato in amore» Nel leggere questo innamorato pazzo pensiero di Alda Merisi, «LO» supplico di spicciarsi, perché, gioia mia, anima mia, amore mio, sono moribondo di TE! Raoul Mariani Rosa! Di sangue d’amor fatta vermiglia porta a Lei il mio ben pria che cadendo ai pié, il terreno infiori, sì che perpetui il suo nascere e morir! Giannino 6 «L'ALASSINO» Ricordo di Gianni Agnelli Sabato 15 Marzo 2003 FRAMMENTI DI STORIA NOSTRANA (a cura di Tommaso Schivo) CAP. 14 - MA IN MARE… ERA UN’ALTRA MUSICA! Una foto «storica» della metà degli anni ’80. L’avvocato Gianni Agnelli ha appena ricevuto dal presidente dello «Juventus Club Alassio» Meluccio Nattero (compianto nostro collaboratore e poeta) il primo stendardo del sodalizio, lo ha girato lateralmente per leggere la firma dell’autore e disse «Però». La firma è quella di Mario Berrino del quale l’Avvocato aveva conosciuto la pittura quando, decenni prima, frequentava Alassio ospite dei Marchesi Ferrero suoi parenti. Del piccolo stendardo ne sono state poi stampate centinaia di copie, in quanto richiestissimo da tifosi e non. Al Congresso di Talassoterapia si è parlato anche della sabbia di Alassio Ad Agadir (Marocco) si è svolto dal 24 al 26 gennaio u.s. il primo Congresso Mondiale di Talassoterapia, organizzato al fine di mettere a punto una normativa internazionale e di creare una federazione mondiale di talassoterapia. Ampia è stata la partecipazione di studiosi dell’argomento, provenienti dai seguenti Paesi: Marocco, Francia, Italia, Spagna, Grecia, Germania, Russia, Ucraina, Ungheria, Estonia, Romania, Bulgaria, Turchia, Cipro, Tunisia, Algeria, Egitto, Sud Africa e Taiwan. Mi è gradito segnalare che, nel corso del programma scientifico, è stata presentata la relazione «Comparative study in a few italians sands» di C. Miravalle, G.F. Strani, S. Manesero e M. Agostini, ove è stata presa in considerazione anche la spiaggia dell’arenile di Alassio, sottolineandone le caratteristiche fisiche, granulometriche e chimiche che sono da considerarsi ideali per il trattamento psammatoterapico (cioè la cura con le sabbiature). La massima parte del materiale scientifico relativo alla sabbia della nostra città è stata messa a disposizione dal rag. Enzo Briozzo, responsabile del Museo di Scienze Naturali Don Bosco, al quale rivolgo – anche a nome dei co-autori della relazione – il mio più sincero ringraziamento. G.F. Strani Composizione della sabbia di Alassio Silice Calcio Manganese Cloro Potassio Titanio Magnesio Sodio Solfato Fosforo Oro Si O2 Ca O Mn O Cl K2O Ti O2 Mg O Na2 O S O3 P2 O2 Au 78,0% 10,0% 4,3% 1,6% 1,4% 1,3% 1,2% 1,1% 0,5% 0,5% 0,1% Abbiamo detto che le strade liguri furono sempre un dramma. E lo sono anche oggi con decine di migliaia di «bagnanti» e la difficoltà indescrivibile di arrivate in città e di reperire un «buco» qualsiasi per posteggiare e per poter scendere di macchina. I vigili urbani non transigono e, forse, fanno bene anche se, talvolta, il loro eccesso stona e nuoce sensibilmente al turismo. Oggi, è vero, la gente in genere è più maleducata di un tempo e una legge drastica ci vuole, ma questo succedeva anche prima, quando le «regole» erano maggiormente rispettate. In mare, anche in passato non recente… fu un’altra musica! Là lo spazio c’era e le leggi erano rigorose. Porterò solo qualche esempio, tratto dagli «Arrivi di mare», documenti manoscritti che risalgono al periodo 1831-36 e citerò integralmente, con tutti gli errori (tanti!) di ortografia dovuti certamente all’Ufficiale di Sanità che non aveva molta dimestichezza con la lingua. Ecco il primo. Porta il numero d’ordine 1012 ed è del 16 luglio 1832: «È comparso il Padrone Brusco Diego di Alassio con la sua tartana Nostra Signore della Guardia di ton. 29 equipaggiata di Sei persone e 27 passeggeri proveniente dalla Tonnara di Sardegna, il quale, fatte le opportune interrogazioni, ha deposto quanto segue: Vengo carrico di sallagione destinato per Alassio, siamo sei persone di equipaggio e 27 passeggeri, due dei quali sono ammalati con febre…(segue uno sgorbio illeggibile)… di Sardegna, come costa (=consta) dalla fede del chirurgo Gaetano Basso; radunato l’Ufficio di Sanità e fatta l’inspezione dei sud. (=suddetti) Ammalati risulta dalla deposizione dei medesimi il primo cioè Gerolamo Demonte essere affetto da legiera disente- ria, L’altro cioè Francesco Alciatore da Febre quotidiana periodica non accompagnata da Sintomi perniciosi; fatte inoltre ulteriori interrogazioni depone lo stesso Capitano di non essere comprovo col presente certificato sottoscritto dal Medico Carlo (forse voleva dire…di Carloforte) che dichiara innoltre non esservi alcun sospetto di malattia contagiosa come certificato da stato Visitato da nessun Corsaro ne presa alcuna cosa in mare; attesa la relazione del medico il Sig. Presidente ha ordinata l’amisione a libera pratica»… Un altro documento analogo è del 27 luglio successivo e recita: «È comparso il P. (=Padrone) Garassino Basilio Sardo (si tenga presente che “sardo” significa sempre “del Regno Sardo dei Savoia”) di Alassio con la sua filuca nominata N.S. del Rosario proveniente da Carlo Forte (sic)… carrico di: merce diversa, eq. di 8 persone in tutto… il q. ha deposto come siege (=segue): Vengo dalla Sardegna siamo carrichi di grano, fave, formaggio, legumi, non abbiamo commerciato ne preso; siamo tutti sani meno io che da circa 15 giorni fui attaccato da una febre intermittente come Carloforte e contrasegnato dal Vice Console di Marina residente in detta città in fede di che lo stesso Padrone fu ammesso a libera pratica dall’Uffizio a tal ogetto radunato in pieno numero». Mi fermo con gli esempi; sono a migliaia e sempre scrupolosi. Ad Alassio per chiedere libera pratica ancora nell’800 giungevano in rada oltre cento bastimenti ogni mese e per ciascuno si doveva sottoscrivere un documento con tutti i crismi della severità. Ogni anno molte nostre navi partivano per le tonnare. Molti tonnarotti alassini (in particolare di Moglio) erano annualmente chiamati, tanto erano bravi ed esperti… più per la salagione e la conservazione del pesce che per la pesca e la cattura dello stesso. Ricordo a coloro che volessero più ampie notizie su questa attività cospicua di diverse generazioni «nostre» il magnifico libro del Circ. Ricreat. Mogliese «Cara vecchia Moglio» uscito alle stampe nel 1993. Insomma, in mare non si scherzava… Persino i Savoia che con l’annessione della Liguria ebbero in sorte il mare dopo il Congresso di Vienna (1815), operarono a fondo per equipaggiare le…prime navi ufficiali da guerra e reclutarono a tal uopo molti marinai delle due Riviere, uomini espertissimi in mare e a bordo, uomini di coraggio tradizionale che fecero loro vagheggiare l’idea di una flotta di grande efficienza. E lo fecero con cura. Già sette anni dopo Vienna (nel 1822) il piccolo Regno sardo aveva tre fregate (la Maria Teresa e il Commercio di Genova ciascuno con 60 cannoni e la Maria Cristina con 44, una corvetta, il Tritone, con 22 cannoni e il brigantino Nereide con 14; possedeva inoltre due galeoni (Liguria e Beatrice) e il brigantino Zeffiro acquistato dall’Inghilterra. Proprio quelle navi «sarde», navigando sistematicamente lungo le coste africane del Mediterraneo, misero fine alla falcidia operata da troppo tempo lungo le nostre coste dai Saraceni e dai «pirati barbareschi». Anche a questo proposito voglio citare alcuni libri che potrebbero interessare a chi volesse approfondire l’argomento. Si tratta di: «Pirati barbareschi, schiavi e galeotti» di Giulio Giacchero (Sagep, Genova 1970), «Corsari turchi e barbareschi in Liguria», (di Assoc. Amici di Pedagna, 1986) «Cose da Turchi» di A. Bruzzone, 1983 e infine di B. Luppi I Saraceni in Provenza e in Liguria» (1973). E si parla di queste cose anche nel mio libro: «Alassio e la marineria velica dell’800» (1997). «MANI, MUSICA E STELLE NEL CENACOLO RESTAURATO» Conferenza del professor Renzo Mantero organizzata dal Rotary Club Alassio col patrocinio dell’Assessorato alla Cultura Il professor Renzo Mantero è nato a Lerici, docente all’Università di Pavia, autore di molte pubblicazioni, è conosciutissimo anche in campo internazionale per la sua fama di chirurgo della mano che ha esercitato per molti anni presso l’ospedale San Paolo di Savona, dove ha istituito un apposito reparto specialistico e ha operato musicisti e sportivi per i quali la perfetta efficienza delle mani è indispensabile Ora opera presso la clinica San Michele di Albenga. Presentato dal gen. Carlo Cipollone, segretario del Rotary alassino, ha tenuto questa interessantissima conferenza nell’auditorium della Biblioteca civica il 4 febbraio scorso. L’Ultima cena è uno degli episodi evangelici più rappresentati pittoricamente - dice il prof. Mantero - dai mosaici bizantini (eseguiti pochi secoli dopo la nascita del Cristianesimo), al Medio Evo, soprattutto al Rinascimento. Leonardo da Vinci ricevette l’incarico di affrescare un lato del refettorio del Convento delle Grazie in Milano da Ludovico il Moro e vi dedicò tutto l’impegno possibile, nonché le sue conoscenze artistiche e scientifiche. Sulla parete opposta un altro pittore contemporaneo, Donato da Montorfano, eseguì una crocifissione, opera validissima, ma oscurata dal ca- polavoro leonardesco. In seguito Leonardo vi inserì due piccole figure. Il periodo (fine del ’400) è denso di importanti avvenimenti, primo fra tutti la scoperta dell’America, che non a caso viene po- dopo 21 anni di lavoro la restauratrice Pinin Brambilla ne ha terminato l’ultimo, recuperando, con i più sofisticati mezzi e tecniche attuali quanto rimane di Leonardo; è poco, ma sufficiente a di- «Mani che parlano» e il professor Mantero, luminare in questo campo, ne ha spiegato il significato, in particolare per quelle del Cristo e di Giuda: «Le mani non stanno mai ferme, neanche nel sonno, sono più i movimenti involontari che quelli volontari e rispecchiano lo stato d’animo della persona; Leonardo lo sapeva e dipinge la mano sinistra del Cristo rilassata, indice di rassegnazione, ma la destra è contratta (come quelle di Giuda) per il nervosismo causato dal tradimento. Tutto nel dipinto è studiato nei minimi particolari (come fece letterariamente il Manzoni nei Promessi sposi), ad esempio i castoni, cioè i fermagli con pietra che Il Cenacolo dipinto da Leonardo nel Refettorio di S. Maria delle Grazie a Milano. allacciano i mantelli, gli È evidente il gioco delle mani. arazzi alle pareti, il vasellame da tavola, i bicsta come confine fra Medio Evo ed mostrare la grandezza del genio e chieri col loro contenuto, il pane; età moderna. Il Cenacolo fu dipina leggervi certi particolari prima solo in qualche caso indulge alla to non ad affresco, che impone coperti da ridipinture. Il Cenacolo superstizione (o all’ironia) come tempi obbligati e non consente rirappresenta il momento in cui nella saliera rovesciata». Oltre ai pensamenti, ma a tempera, tecniGesù annuncia il tradimento da canoni pittorici altre discipline afca assai più libera, però causa (se parte di Giuda. Tutta la composifiorano, come la musica: Leonarusata su muro) di rapido degrado, zione risponde a severissimi cado era anche musicista; ci sono che cominciò dopo pochi anni, noni anatomici, comportamentaimponendo interventi di restauro li, emozionali, sorprendenti per ricorrenti, anche nefasti. Nel 1999 l’epoca. Soprattutto le mani: (continua a pagina 7) Sabato 15 Marzo 2003 7 «L'ALASSINO» AL 2° FESTIVAL DELLA CANZONE DIALETTALE Pinocchiu Un successo della canzone alassina 16 Siamo lieti di comunicare che al 2° Festival «San Giorgio» della canzone dialettale ligure svoltosi nel «Teatro Don Pelle - San Giorgio di Albenga», in data 7 e 8 febbraio u.s., il «Trio Romantos» di Dino Ferrari, arricchito da una brillante violoncellista, con la canzone «Tango Zeneise» di Ferrari e il duo Pinocchiu all’indumàn u s’appremüra cu-u libbru e cuntentu da nu dì zü, versu a scöra lestu e de premüra ma in luntanansa u sènte «PI-PI-PI»… Stu sòn luntàn, ch’u insciste e ch’u perdüra u l’è ün arcanu d’andò a desruvì «A scöra?… U ghe sarà autra uccaxiùn…» D’abbrivu u gira a bòra du timùn. di Enrico Rapetti e ottima la regia di Riccardo Bilotti. Non facile e impegnato è stato il lavoro della Giuria, presieduta dal Prof. Franco Gallea della Consulta Ligure. La nostra Redazione si congratula coi due Complessi premiati. A.V.A. 17 U porte pe ‘sti esci a spròn battüu seguèndu u sòn in quella diressiùn; cumme u l’arriva in ciassa… e te salüu che scossa, che mirabile vixiùn! Ün ommu, in palandrona de vellüu u annunsiova a rapprezèntassiùn faita da’n teatrìn de maiunetti e u invitova a entrò grandi e matetti. 18 L’entrata a l’è però de mezza mutta! U t’embastisce allura ün argumèntu ch’u po’ nomma vegnì a ‘na faccia rutta: «Me vèndu u berettìn e u vestimèntu…» ‘Na spece de strassé u se ghe fa sutta: «Vèndime u libbru e ti sarai cuntentu…» «T’oulì, piai…» e u ha i öggi lüxènti tramènte, a cà, Geppettu u sbatte i dènti. Complimenti Alessandra Da sinistra: Dino Ferrari, Mariana Carli, Rosanna Maineri, Marina Ferrari, Simonetta Mauti. E u Grillu, ch’u parlova cumme nui: «E me ne vaggu, ma ti veggherai che primma o pöi pe tì saran durui, se ti nu scangi, te ne pentirai… Feste nel Salone Parrocchiale I Confratelli… e tanti amici in più! La Confraternita di S. Caterina, è ormai da alcuni anni attivamente presente alle manifestazioni religiose della nostra città e delle città limitrofe. Lo spirito di fraternità ed amicizia che col passare del tempo si è venuto a creare fra i confratelli ci fratelli ed alcuni esperti collaboratori che hanno messo a disposizione non solo le loro capacità culinarie ma anche la loro simpatia ed entusiasmo. La gioia e l’armonia presenti fra i partecipanti sono state le prove tangibili di come con piccoli gesti «I Ribattabastiui» di Pezzuolo e Raita, con la composizione «Sturnelladda leccaressa» di Pezzuolo, dei cinque premi posti in palio, hanno conquistato: il «Secondo» e il «Premio simpatia». Il primo premio è stato assegnato alla «Compagnia della Casaccia» di Savona con una cantilena di anonimo dal titolo «Gira la corda». Fra le tante composizioni inviate alla tenzone una competente Giuria ne ha scelto ventiquattro che sono state presentate a un numerosissimo pubblico nelle due serate che hanno avuto per ospiti d’onore il cantautore belga Michel Mayan e la celebre Wilma Goich. Brillante è stata la conduzione dello spettacolo I Ribattabastiui Pessö e Raita. Che carriera… Cardinale! Un momento della festa. ha suggerito di vivere insieme un momento di festa e condivisione tra noi, le nostre famiglie e numerosi amici. Sabato 09/02/03 è stata organizzata nel salone parrocchiale, ultimamente rinnovato una piacevole cena realizzata da alcuni con- si possano realizzare piacevoli momenti che si arricchiscono e ci donano serenità. Speriamo quindi visto il positivo risultato di ritrovarci nuovamente insieme e… magari con qualche amico in più. Vive da 22 anni (un’età eccezionale e veneranda) in casa del nostro Socio e amico Carlo Carbone e, nonostante sia stato costretto a rimanere in gabbia per tutto questo tempo, ha sempre goduto ottima ospitalità e buona salute, ostentando imperterrito i suoi smaglianti colori e la lucentissima porpora… Carlo merita un plauso certamente e il Cardinale l’onore di una fotografia con pubblicazione. t.s. Paolo Torre Priore CENACOLO RESTAURATO Alessandra Miai ha vinto il 2° premio al 34 esimo concorso nazionale di pianoforte «Grand Prix Claude Kahn» a Cannes il 25 gennaio 2003. La giuria le ha fatto i complimenti per la sua abilità interpretative e per la raffinatezza del suono. Ha complimentato anche il suo Maestro, Alessandro Collina, per la preparazione dell’allieva. Alassio, 21/2/03. Il francese Casper taglia vittorioso il traguardo della semitappa del Giro della Liguria Alassio-Alassio. (FOTO SILVIO FASANO) pervenute alcune sue composizioni, usava il pentagramma (allora erano più comuni il tetragramma o l’esagramma), era amico di Franchino Gaffurio, Maestro di cappella del Duomo e compositore, gli fece un famoso ritratto oggi alla pinacoteca Ambrosiana. Il prof. Mantero ha isolato le impronte delle mani del Cenacolo nella loro posizione e le ha inserite in un pentagramma, ha poi sottoposto la «composizione» a due musicisti di diversa estrazione: ambedue vi hanno riconosciuto un brano (segue da pagina 6) musicale. Anche matematica e astronomia-astrologia entrano nel Cenacolo: Luca Pacioli, celebre matematico, altro amico di Leonardo, è autore fra l’altro del trattato «De divina proportione» del quale Leonardo tenne conto nel Cenacolo, e nel quale il Pacioli lo cita. Come si vede, le competenze culturali del professor Mantero vanno ben oltre quella della sua professione, come nei più grandi personaggi del Rinascimento. Carlo Bertolino 8 «L'ALASSINO» Rimme da noscia tèra Pinocchiu Pinocchiu 19 22 Messe dite… E l’eru in tu caruggiu, tempu fa, quande da ùn me sùn sentiu ciamò: «Hoi! Ma t’èi ti addabòn… u l’è za’n po’ che nu te veggu… E dimme, cumm’a và?..» «Cumme ti vöi ch’a vagghe… a ‘sta mainera… S’arribatammu… E tì, cose ti dì?…» Maiciù e l’avesse ditu, coru tì, che quellu u t’ha ingranau a scicutera: Sabato 15 Marzo 2003 Entrau Pinocchiu drentu a-u teatrìn u gh’era za a cummedia innandiò. Rusaura, Pulcinella e Arlecchìn veghendulu cumènsan a ciamò «Vegnu, sùn lì…» u fa stu malandrìn sautandu lasciù pe fose brassò. Ma u pübblicu, privau da-a so emussciùn u fa ‘n casìn da stadiu de balùn. A l’è vera! Pinocchiu u s’è sarvau ma u gh’è l’arrostu ancura da allestì, cuscì u so postu u vegnirà piau da Arlecchìn che, nomma a stu sentì, u cazze in tèra longu e destrigau: «A nu l’è giusta, allura u tucca a mì…» u crìa Pinocchiu. E st’attu d’ardimèntu u-i sorva tutti dui da ‘stu turmèntu. 20 «Poca pensciùn, debiti da pagò, manegge, marutie, zénni putrui, a muié in cà carega de durui, parenti grammi, fîi da maridò, 23 A recita, in te quellu battifundu a nu va-a avanti e allura da-u tendùn u sciorte föra ün ommu furibundu cui öggi russi pezzu de ‘n tissùn. Mangiafögu!… L’ommu ciù grammu a-u mundu ch’u cöie a-u voru a situassiùn cundannandu Pinocchiu a doghe fögu pe coxe mèu l’arrostu ch’u fa u cögu. so frai, che a muié a l’ha faitu beccu…» E pensò, che quande e s’entuppomu ciù che donne e balùn e nu parlomu… Messe dite! Te ghe l’ho ciantau seccu. Gianni Croce TRADUZIONE «Brüttu birbante!»… e zü’n bellu stranüu «Munta pa-a borba, vén, damme ün baxìn… Ti-i vegghi ‘sti dinai, che bellu müu dalli a tò pare cu-i mette-a cammìn…» E Pinocchiu, l’agnimu messu a nüu, u vén ciü teneru de’n babelìn: «Vöiu folu felice stu veggettu!» E u và, ma pe cammìn… u trabucchettu. 21 24 Messe dette Ero nel caruggio, tempo fa,/ quando mi son sentito chiamare:/ «Hei, Ma sei proprio tu, è già da un po’/ che non ti vedo… E dimmi come va?»/ «Come vuoi che vada, a quella maniera/ Tiriamo avanti e tu cosa dici?»/ Mai più l’avessi dettu, caro te/ che quello ha ingranato la lamentela:/ «Poca pensione, debiti da pagare,/ grane, malattie, generi poltroni,/ la moglie in casa piena di dolori,/ parenti cattivi, figli da sposare,/ suo fratello, che la moglie ha fatto bécco…»/ E pensare che quando c’incontravamo/ più che di donne e pallone non parlavamo…/ Messe dette! (Cose ormai andate) Ce l’ho piantato secco. A-a pruspettiva de murì arrustiu Pinocchiu u crìa, u cianze, u se dispera tantu che Mangiafögu, ammaiguniu piau de da-a pietai (a nu po’ vera…) u fa ün stranüu ch’u l’ha desgurdiu: «Ti -a vöi fenila, cùn ‘sta tiritera!» Tütti i suspiran, perché a l’è upiniùn che straniandu o-u pia a cummusciùn. E scì, perché chi u intuppa in te l’andò? Ün’Urpe mezza ranga ch’a stranscina ün Gattu orbu ch’u se fa guidò; sùn dui pocu de bòn che in surdina han za capiu cun chi han da fò e te ga-a contan in mainera fina: «Pe raduggiò ün çertu capitale e sammu nui ün moddu uriginale…» Rianelli (Dialetto di Albisola – SV) Léggie, e dïe do vento scarpèntan i erboi ‘n colinn-a, carèssan e masche de fasce. A tramontann-a a s’adéscia e comme ‘na vëgia ‘n po’ néscia a ciamma e âtre bagasce. Stàn sitti i oxelli pe-e cöste e i ömmi son carmi ‘n te chê, mî son contento che armeno i rianelli pössan cantâ o bansìgo do vento. INCONTRI CON L'AUTORE INCONTRI CULTURALI 2002-2003 Aldo A. Mola: «Parliamo di…» «STORIA DELLA MONARACHIA IN ITALIA Lorenzo Mondo Ed. Bompiani «LA LETTERATURA DURANTE LA RESISTENZA» Gianni Marenco TRADUZIONE Rivi Leggere, le dita del vento/ arruffano gli alberi in collina,/ accarezzano le gote delle terrazze./ La tramontana si sveglia / e come una vecchia un po’ stupida/ chiama le altre (arie) prostitute./ Stanno zitti gli uccelli per le erte/ e gli uomini sono calmi nelle case,/ io sono contento/ che almeno i rivi/ possano cantare/ il dondolio del vento. Conferenza sul Volontariato Proseguono le riunioni organizzate dall’assessorato al volontariato con tutte le associazioni di Alassio. L’ultima in ordine di tempo si è tenuta il 13 febbraio, ospitata nella sala del consiglio comunale sempre più gremita. Prima della riunione vera e propria l’assessore all’ambiente Fabrizio Calò ha portato alcune proposte da parte dell’amministrazione comunale. La prima riguardava l’intenzione del Comune di ripristinare i servizi igienici su tutto il territorio comunale, in collaborazione con le associazioni di volontariato. L’altra proposta è stata quella della pulizia dei sentieri collinari e l’organizzazione di una giornata dedicata alla pulizia. Ha preso la parola il presidente dell’Ava Carlo Cavedini che ha sottolineato subito quanto il problema dei servizi igienici sia sentito da turisti e alassini, dicendo anche che una soluzione potrebbe essere quella di coinvolgere alcuni giovani in cerca di lavoro. Concordi anche altri rappresentanti di associazioni di volontariato. Dopo una breve discussione prende la parola l’assessore Loretta Zavaroni con alcune comunicazioni. Sono stati raccolti 2550,87 euro per l’ambulatorio infermieristico compresi gli otre 600 euro raccolti nell’ultima manifestazione organizzata nel palazzetto dello sport dall’assessorato al volontariato, con l’associazione Elgar e l’ufficio turismo (in quell’occasione è stata conse- gnata una targa al gruppo Italia 173 di Alassio e Laigueglia di Amnesty International per i suoi «primi 20 anni» di attività). Purtroppo non sono ancora stati completati i lavori nei nuovi locali, per cui l’assessorato ha raggiunto un accordo con l’Avis che metterà a disposizione la propria sede per dar vita all’ambulatorio infermieristico in modo temporaneo. Sempre durante la riunione l’assessore Zavaroni ha portato a conoscenza di tutti alcune richieste arrivate al Comune per l’organizzazione di alcune giornate dedicate al volontariato, da parte di associazioni. Ecco di seguito gli appuntamenti in programma ad aprile. Per alcuni di questi saranno coinvolti direttamente tutti coloro che vorranno aderire alle iniziative delle associazioni, oppure i volontari alassini saranno in appoggio di quelli inviati direttamente dalle sedi delle associazioni di volontariato. 3/6 aprile: sarà presente una delegazione Cri du Chat, che si occupa di bambini con ritardi psico-motori. Arriveranno ad Alassio per alcune giornate a contatto con il mare. 13 aprile: l’Abeo (Associazione Bimbo Emopatico ed Oncologico7 organizza una vendita di uova di Pasqua. 18/21 aprile: l’Anlaids (Associazione lotta all’Aids) allestirà un banchetto per la vendita di Bonsai Barbara Testa Un ponderoso volume sulla storia della monarchia in Italia è stato presentato nell’auditorium della Biblioteca civica il 22 febbraio scorso. L’autore Aldo A. Mola, piemontese, ex preside è ora docente di Storia contemporanea all’università statale di Milano e presso l’Università libera di Bruxelles. Ha scritto numerosi saggi di Storia, anche locale, è medaglia d’oro di benemerito della Scuola e della Cultura. Erano presenti altri tre storici: il prof. avv. Franco Malnati, il prof. Danilo Veneruso dell’Università di Genova e il prof. Pier Franco Quaglieni, direttore del «Centro Pannunzio», prestigioso sodalizio culturale torinese, che ha collaborato per questa presentazione con l’assessorato alla Cultura del Comune di Alassio e, in questa occasione, ne è stata costituita una sezione nella nostra città. Il sindaco arch. Marco Melgrati ha porto il suo saluto di monarchico, mentre la dott. Anna Ricotti, vice direttrice del Centro, ha portato quello del presidente Jas Gawronski, celebre giornalista. Il compito del moderatore è stato affidato al prof. Franco Gallea che fa una sintesi dell’opera: «Libro importante, scientifico e divulgativo, fa l’analisi di una realtà senza polemiche, è un impegnativo lavoro di sintesi». Poi l’avv. Malnati espone una disamina del libro con particolare riguardo alla situazione attuale della monarchia in Italia, dice che Mola si è trasformato da storico in politologo, ha scritto con estrema obbiettività, prosa agile e ben documentata. Il prof. Veneruso afferma che Mola non si accontenta di parlare di Casa Savoia: il problema della monarchia non è solo italiano, ma europeo; poi fa una dotta dissertazione storico-filosofica sull’Europa, da Romolo fini ai nostri giorni, soffermandosi particolarmente sull’annoso conflitto Stato-Chiesa. A sua volta il prof. Quaglieni dice che «l’autore ha il merito di aver suscitato una serie di riflessioni prima assenti; parlare oggi di repubblica o monarchia è assolutamente fuori dalla realtà; Umberto II° ha pagato millenni di storia anche in negativo; Mola può definirsi il “De Felice” della monarchia». In fine Gallea intervista l’autore: Mola, con esemplare chiarezza, sostiene fra l’altro che Carlo Alberto venne dalla Rivoluzione francese, sa che la storia è impietosa, da qui la concessione dello Statuto e la libertà per i Valdesi e gli Ebrei; perde la sua prima guerra, ma vince la battaglia ideale, che però si scontra con lo Stato della Chiesa; comunque i Savoia, al di fuori dei comportamenti personali, hanno promosso la modernità dello Stato italiano. C.B. Un personaggio che occupa un posto di rilevante prestigio nella cultura piemontese, ha parlato il 1° marzo scorso nell’auditorium dell’Istituto Salesiano (che con l’Assessorato alla Cultura del Comune di Alassio organizza questi incontri), sulla letteratura in Italia durante la Resistenza. Il professor Guido Sanlorenzo così lo presenta: «Professore, giornalista, critico letterario, ex vice direttore de La Stampa, fa parte delle giurie del Premio Grinzane-Cavour e del premio Un autore per l’EuropaAlassio 100 libri; è anche raffinato romanziere, cita spesso Don Bosco». Con elegante ma affabile eloquenza il professor Lorenzo Mondo parla da studioso di questo periodo storico-letterario. Dice che gli scrittori si agganciano al Risorgimento, il romanzo ha un aspetto singolare, alcuni la Resistenza l’hanno vissuta in proprio, altri l’hanno osservata senza parteciparvi, in genere risentono della narrativa americana, ma si adoperano per dare dignità letteraria a scritti autobiografici. Fra i più importanti si possono citare. Mar- cello Venturi, Cesare Pavese, Carlo Cassola, Elio Vittorini, Italo Calvino, Beppe Fenoglio, in parte il poeta Giorgio Caproni. Mondo si sofferma in particolare su Vittorini, che ha descritto con aderenza gli avvenimenti dell’epoca introducendovi riflessioni personali: «Non conta tanto vincere, ma saper lottare, ottenere la vittoria morale». In Calvino il romanzo è atipico, senza retorica, scritto con distacco: nel contesto della lotta partigiana, in una banda sgangherata, si inserisce la figura di Pin, che segue un suo sogno, un’utopia: la fratellanza universale. Fenoglio ha raggiunto in questo campo i risultati più ampi: una cronaca puntuale della vita durante la Resistenza, che può essere utile anche agli storici, ma raccontata con fantasia; il protagonista dà alla lotta un significato quasi religioso, la lotta del bene contro il male. Gli incontri sono in parte pubblici, in parte in ambito scolastico ma aperti a tutti; questo era per gli studenti che hanno partecipato numerosi e con esemplare attenzione. C. B. MOSTRE D’ARTE (a cura di Carlo Bertolino) SEDE A.V.A. ALL’HOTEL DIANA Congresso internazionale di chirurgia epatobiliare Organizzato dall’Assessorato alla Politiche sociali del Comune di Alassio in collaborazione con la IIª Divisione di Chirurgia dell’Azienda Ospedaliera Santa Corona, si è svolto il 15 febbraio scorso presso la Sala convegni dell’Hotel Diana, un importante congresso di medici chirurghi inserito nel programma di riunioni della Società Ligure di Chirurgia. Hanno partecipato oltre duecento specialisti italiani, francesi e inglesi di chiara fama. Un resoconto dell’avvenimento è ovviamente superfluo, ma sembra giusto evidenziarne l’importanza che, aldilà dell’interesse scientifico, rappresenta un’iniziativa suscetti- bile di ambiziosi sviluppi. Il turismo congressuale è un turismo «ricco», coinvolge molte persone, non provoca disagi di nessun genere, è un incentivo e un veicolo promozionale rilevantissimo. Per questo tutti (Enti, operatori, semplici cittadini), dobbiamo adoperarci perché questo congresso non rimanga un fatto isolato; anche in previsione della costruzione del nuovo teatro, che oltre alla rappresentazione di spettacoli, può essere adibito anche a questo scopo, quando i partecipanti sono numerosi e le sale-convegno degli alberghi risultano insufficienti. C. B. per A.V.A Il volto e la maschera Gilberto Govi era un personaggio che tutti conosciamo. Dal 1° all’8 marzo scorso la Sala Carletti ha ospitato una mostra fotografica a cura dell’Associazione Culturale Gilberto e Rina Govi di Genova, organizzata dalla GESCO, dalla Società Nazionale di Salvamento sez. di Alassio (fondata nel 1871) e dall’Assessorato alle Politiche Sociali del Comune di Alassio. Sono state esposte oltre settanta fotografie: del celebre attore, della moglie Rina, di altri personaggi. Il suo volto così mutevole è stato colto in gran numero di espressioni, una vera maschera naturale articolata che Govi sapeva adattare ad ogni situazione scenica, durante quasi tutto l’arco della sua vita artistica. Govi era anche un bravo disegnatore, alcune riproduzioni sono in mostra insieme a sue caricature eseguite da altri, poi lettere autografe e documenti vari. Pannelli esplicativi riportano la sua biografia, spiegano dei particolari e alcuni la trama delle sue commedie più famose (a fianco delle fotografie di scena relative): I manezzi pe maià ‘na figgia; Colpi di timone; Pignaverde e pignasecca; Articulu V°; Impresa trasporti, ecc. Govi ha avuto un rapporto contrastato con Alassio: deluso dalla scarsa presenza di pubblico a una sua recita in anni lontani, non ne voleva più sentir parlare; ma Mario Berrino lo convinse ad accettare il «Garofano d’oro» che gli venne consegnato sul Roof Garden e a firmare la piastrella (con ritratto) che tuttora figura sul Muretto. Da allora cambiò idea e non perdeva occasione per tornare a salutare gli amici. Sabato 15 Marzo 2003 9 «L'ALASSINO» Successo della Compagnia Teatrale Alassina I 90 anni dell’Unione Exallievi/e di Don Bosco ad Alassio Nell’ambito della Rassegna del Teatro Dialettale Ligure, la Compagnia Teatrale Dialettale Alassina, si è esibita, sabato 15 febbraio u.s. nel Teatro «Don Pelle» di San Giorgio di Albenga, davanti ad un foltissimo e caloroso pubblico. La Compagnia ha presentato un’opera nuova di Gianni Croce: «U terribile gungùu» (traduzione approssimativa: Il terribile pasticcio, il tremendo intrigo). L’opera è una ripresa del famoso teatro «Le allegre comari di Windsor» di W. Shakespeare, che lo scrittore e musicista Arrigo Boito, nel secolo XIX, ha tradotto in italiano col titolo di Falstaff, preparando il libretto operistico per Giuseppe Verdi. L’opera, allegra, ironica, pungente è stata «traslata» da Gianni Croce nel dialetto alassino, e trasferita nell’Alassio degli anni trenta. Numerosi, vivissimi ap- Nel 1911 troviamo tra gli arrivi nella Casa Salesiana di Alassio quello del chierico Giovanni Boccalatte, ha 27 anni e, originario di Lu Monferrato, proviene dalla Scuola Normale di Valsalice in Torino. È un nome nuovo nella storia dell’Istituto alassino, nome destinato a durare a lungo. Nel 1913, proprio in Alassio riceverà la sua ordinazione sacerdotale, cominciando così quella missione che lo vedrà protagonista nella nostra città come docente, come confessore fino al1961, con una breve pausa dal 1933 al 1939, insegnante a Varazze. plausi hanno accolto e sottolineato l’esibizione degli attori della Compagnia, che vogliamo citare tutti con ugual merito: Mimmo Bogliolo, Pierino Bogliolo, Lina Nattero, Silvana Vella, Rina Benvenuto, Marisa Gaibisso, Nino Brusco, Giorgio Gioberti, Nino Bruzzone, Augusto Bogliolo, Nino Moirano, Alessandra Armato, Wanda Berrino. La scenografia era di Astrid Hammond, costumi e trucco teatrale di Marisa Brusco, la regia di Augusto Soldi, la direzione di scena di Andrea Gallea, il quale, all’inizio della serata, ha presentato anche Tommaso Schivo e Gianni Croce, che hanno intrattenuto il pubblico con la recita di alcune loro spiritose e belle poesie. I tecnici di luci e suoni sono stati i Fratelli Croce. sua umanità piena di comprensione e per la sua prudenza. Lo troviamo al capezzale di don Giovanni Secondo, a lungo presidente dei Decurioni e ormai dimenticato, ma non da don Boccalatte. Lo troviamo al capezzale del conte Edoardo della Lengueglia, novantenne, da sempre nella presidenza degli exallievi (ha conosciuto don Bosco, allievo del 1870, grande benefattore); presenti il cugino Alberto Beniscelli col figlio Giannetto, don Boccalatte gli impartisce l’estrema unzione. La morte viene annunciata dai Salesiani sia sui giornali che in città sui manifesti. Ai funerali partecipa tutto l’Istituto. Portare conforto ai malati, sollievo agli infermi ed estremo saluto ai defunti sarà il suo compito principale. Lo troviamo, nel gennaio del 1948, al capezzale del barone Celesia di Vegliasco, senatore, grande benefattore dei Salesiani e di molti Alassini. Lo troviamo, nell’agosto dello stesso anno, a portare l’estrema unzione al suo confratello don Aurelio Piccagli. Con lui c’è il prof. Antonio Negro, suo exallievo, e il dott. G.B. Cattaneo, medico curante. Don Piccagli spirerà il 23 agosto e il giorno dopo ci sarà il solenne funerale, come al solito orchestrato da don Boccalatte. Al cimitero parole di circostanza del sindaco, Angelo Ciccione, exallievo, di don Luigi Oldano e, a nome della cittadinanza, dell’avv. Guido, anch’egli exallievo. Il necrologio ufficiale, tuttora custodito nell’archivio salesiano, sarà dell’exallievo, prof. Antonio Negro, illustre docente di omeopatia a livello internazionale. Sarebbe da trascrivere tutto il pensiero del Prof. Negro, ma gli spazi a disposizione mi riservano solo una piccola menzione, che mi sembra significativa: «Si donò allo studio dell’anima, dell’intelligenza, del cuore purificandosi ogni ora di più per forgiarsi santo sacerdote, dotto professore, incomparabile educatore…La bellezza della povertà era vissuta negli episodi più illustrativi: nulla amava possedere per il corpo, per meglio arricchire lo spirito. La sua cella disadorna armonizzava col pensiero; il superfluo avrebbe potuto rubare alla meditazione, alla creazione intellettuale. Aveva realizzato anche nei particolari la regola di don Bosco Santo: lavoro e preghiera. La sua vita era profumata dalla squisita naturalezza francescana, temprata dalla ferrea rigidità certosina, rischiarata dal sublime misticismo domenicano: era il modello del frate». Venuto a mancare don Piccagli, viene a mancare l’animatore delle grandi conferenze culturali, Ma è così per poco: don Boccalatte scopre un nuovo protagonista e fa appello alle sue energie culturali, Don Angelo Ferrari. E saranno di nuovo pienoni: Exallievi, personalità della cultura, dell’arte, autorità civili, religiose, militari, studenti del liceo. Un grande successo organizzativo per l’umile, ma accorto, delegato exallievi, che tutti riceve, tutti saluta, tutti intrattiene. Ma il 14 marzo 1961, don Giovanni Boccalatte ci lascia. Era arrivato dalla terra di don Rinaldi, Salesiano vero, maestro, confessore instancabile, uomo di grande buon senso, dalle maniere gentili e affabili, ma soprattutto grande animatore dell’Unione Exallievi: aveva saputo darle vivacità organizzativa, intraprendenza. Grazie don Giovanni da parte di migliaia di exallievi alassini e non! Meteorologia Alassina le nuvole lasciano prevedere altrettanti fenomeni atmosferici; e infatti: «Nìvura russa, o ch’u ciòve o ch’u buffa!», «Nìvura giànca, o cu ciòve o cu lampa!», mentre: «Russu a a mattìn: tèmpu meschìn!», «Russu a a sèra: tèmpu in candèra». «Çé fàitu a pàn: s’u nù ciòve ancòi, u ciòve dumàn!» E, sempre sulle nuvole: «Quandu a nìvura a va a muntàgna, mette i bòi in tà cabànna!» «Quandu a nìvura a và a ù mò, mette i bòi a travaiò!» Quanto sopra elencato e tanti altri ormai dimenticati erano adagi dialettali che facevano parte integrale della saggezza popolare; interpretavano i fenomeni atmosferici attraverso l’esperienza. Detti popolari, insomma, creati da uomini forti dediti alla pesca o all’agricoltura. Lavori, in quel tempo, faticosi e poco redditizi. Brava gente alassina, operosa e saggia, che col vivace sarcasmo a lei congeniale, così definiva… in ultima analisi la Meteorologia; tanto che concludeva sovente con un: «Chi vò esse buxiàru, u pòrle du tèmpu!» della passeggiata erano don Boselli e don Boccalatte. Il Barone Celesia li accoglieva all’ingresso del castello, i giovani venivano fatti accomodare nelle proprietà per la merenda, mentre don Boselli e don Boccalatte tenevano compagnia al senatore e alla sua famiglia nel salotto. Ma don Boccalatte lo troviamo dappertutto: negli anni della guerra, e in quelli immediatamente successivi lo troviamo, sempre alla guida dei suoi Exallievi, a dar manforte all’Oratorio, di cui è direttore don Giacomo Zanghi; negli anni dal 45 in poi lo troviamo or- L.C. UOMINI DIVERSI 3 L’individualismo dei Liguri è davvero esagerato. Se girate il mondo noterete che nelle «Little Italy» delle più famose città americane, nei club e nelle associazioni in cui si riuniscono all’estero i moltissimi italiani emigrati, mai troverete dei Liguri. Essi si trovano a loro agio dappertutto, perché si sentono cittadini del mondo. Genova e la Liguria sono poste ai punti estremi delle Alpi, che segnano il confine con l’Europa, sono sistemate sull’orlo dello stivale che forma la nostra penisola; davanti hanno il mare che considerano come una strada maestra per il commercio e la ricchezza. Ma non sono mai stati colonizzatori e non solo mercanti. Indispensabile ricordare le lingue e soprattutto essere buoni navigatori, avere abilità politica e capacità amministrative. Se conquistavano una città, con il favore della Provvidenza Divina, ma con la forza, non vedevano l’ora di far la pace con i vinti in modo da trasformarli da nemici in clienti. In genere pretendevano solo il possesso di un terzo della città, purché comprendesse il porto. Costruivano darsene, magazzini botteghe ma prima di ogni altra costruzione erigevano una chiesa. Un buon Ligure era sempre pronto ad accettare qualsiasi commercio ma sapeva che con Dio non conviene scherzare. I fratelli Ugolino e Vadino Vivaldi, genovesi, osarono circumnavigare l’Africa due secoli prima di Vasco de Gama e la loro impresa probabilmente, ispirò a Dante l’episodio di Ulisse nella Commedia; le isole Canarie vennero scoperte dal Ligure Lanzarotto Maloncello. Una delle isole, Lanzarote, porta ancora il suo nome; l’alassino Antonio Noli scopre l’arcipelago di Capo Verde e, sostenendo l’efficacia nell’orientamento dell’ ago magnetico perfezionato nella «bussola» dall’amalfitano Flavio Gioia, avvia sulle rotte oceaniche le caravelle di Cristoforo Colombo che affascinato dalla prima stesura del Milione di Rustichello è sempre più convinto che, secondo quanto ha testimoniato, nelle prigioni genovesi, Marco Polo nell’anno 1298 il favoloso Cipango esiste davvero. È la mentalità vincente di questi uomini a cambiare il mondo! E non solo nel commercio come testimoniano le fiorenti città di Pera, Caffa (600.000 abi- (TERZA PUNTATA) tanti nel 1200) e Galata, nel mar d’Azow; nel Mar Nero e nel Bosforo (tuttora nell’estuario del Danubio esiste il Porto dei Genovesi) che questo popolo di uomini liberi, si distinse ma fu per la determinazione con la quale difese la sua indipendenza che divenne famoso. Questa prerogativa etnica evince dalla temeraria quanto determinata resistenza alle mire del Barbarossa che, dopo aver conquistato Milano e ottenuto la sottomissione di Lombardia e Toscana, ora mirava a Genova ed al suo porto. Ebbene fu forgiato proprio in quel tempo, si dice, quel famoso detto «Emmu za detu». Tutte queste cose ce le racconta il Caffaro: «Or avendo i genovesi ottenuto con il favore della Divina Provvidenza, che tutta la marina da Roma a Barcellona fosse libera dai pirati che la infestavano, così che per merito dei Genovesi ciascuno poteva dormire sicuro presso il suo fico e la sua vite, di null’altro dovevano essere gravati». A questi argomenti poi gli ambasciatori, da buoni Liguri, aggiunsero come riferisce il Caffaro: «Per ottenere gli stessi ottimi risultati l’Impero avrebbe dovuto spendere non meno di diecimila marchi d’argento ogni anno». In poche parole, le ragioni valide per gli altri Italiani non possono essere valide per i genovesi; e anche se la terra può ritenersi proprietà dell’Impero, essi non traggono giovamento da essa, ma dal mare e dalle terre di là di esso. Insomma Barbarossa, il suo invincibile esercito, di fronte ad una volontà così ferma, e a tanto coraggio scese a patti ed i Liguri videro riconfermati i loro privilegi; anzi aumentati. Anche perché, sapendo della fanatica determinazione di Federico Barbarossa nel voler ricostituire l’impero di Carlo Magno, i genovesi non si erano limitati alle ambascerie e «ai discursci» ma in solo otto giorni, lavorando grandi e piccoli, uomini e donne, ricchi e poveri, laici e chierici, sani e malati, vecchi e giovani, avevano costruito quell’imponente muraglia che ancor oggi è chiamata le «mura del Barbarossa». E alla risposta «emmu za detu» più nessuno replicò; tantomeno in lingua tedesca. (continua) Dante Schivo Alassio, 1/4/1933 - Ordinazione Sacerdotale di don Giovanni Cazzola Da sinistra a destra, in piedi: Ch. Caprari, Ing. Nocelli, don Dalponte, don Giuseppe Cazzola, don Sinistrero, don Bistolfi, don Boselli. Seduti: don Boccalatte, don Giordano, Angela Cassola (mamma), don Giovanni Cazzola, don Bettini, don Oldano, don Brunacci. Sempre giovanile nel garbo, intense amicizie e benevolenze, che lentamente lo faranno uno dei più conosciuti Salesiani di Alassio, buono per i rapporti di amicizia e di apostolato fra la popolazione. In una riunione della Compagnia San Giuseppe del 1933, troviamo insieme due nomi, che diventeranno un po’ la storia di tutta l’exallievità alassina: Don Giovanni Boccalatte e don Giovanni Cazzola. Il primo, che all’epoca era assistente della Compagnia, aveva invitato il secondo a trattare l’ideale missionario; questi l’aveva fatto prendendo lo spunto dal fratello don Luigi, all’epoca missionario in Cina. Alla fine dell’adunanza insieme avevano ricordato l’exallievo Achille Romersi, medaglia d’argento al valor militare caduto durante la Grande Guerra. Il 1941, anno di guerra, rappresenta un anno molto importante nella storia dell’Unione degli Exallievi e di Don Boccalatte in particolare. Due grandi avvenimenti si preparavano nel Collegio salesiano: l’inaugurazione dell’organo e la traslazione delle salme dei Salesiani defunti nella attuale Cappella del Cimitero. Il 23 marzo si inaugura l’organo. Gran cerimoniere è don Boccalatte: sistemazione dei posti con numerazione (756 posti), posti riservati alle autorità, scaletta del programma, servizio d’ordine affidato ai giovani exallievi, biglietteria nelle mani delle Patronesse (Zappa, Mazza, Marson, Scavia). Sembra la prima della Scala; all’organo don Giovanni Pagella, il più insigne musicista salesiano. Il 20 aprile la traslazione delle salme. Presenti le autorità locali e molte altre provenienti da fuori città, parte un lungo corteo dal Collegio alla volta del Cimitero: anche in questo caso l’organizzazione meticolosa è di don Boccalatte e degli Exallievi, coordinati da Mimmo Divizia (Bruzzone, E. Grollero, Scavia, Bacchetta, Borasi, T. Schivo, Bocca). La riconoscenza alle autorità e alla gente di Alassio è espressa in modo solenne dal Direttore, don Vincenzo Sinistrero, il quale esprime la volontà di continuare l’opera creata dal genio di Don Bosco e dal sacrificio dei suoi primi figli. Proprio quest’anno ho sentito della ripresa di un’abitudine tipicamente salesiana: la passeggiata delle castagne. All’epoca di cui sto parlando si soleva andare alla Baronia di Vegliasco. Incaricati ganizzatore, sempre come delegato degli Exallievi, delle conferenze domenicali di don Piccagli, valente oratore che attira e avvince l’uditorio formato tutto da Exallievi e amici. Insomma un don Boccalatte organizzatore, cerimoniere, diplomatico, ma soprattutto un uomo buono d’animo, confessore instancabile, ricercatissimo per la Mai come in questi ultimi anni, la meteorologia ha assunto tanta importanza. La meteorologia studia l’atmosfera terrestre, la sua costituzione fisica, la sua struttura e i relativi fenomeni dinamici che in essa avvengono. Si distingue in due parti: quella statica e quella di movimento. Quest’ultima studia le condizioni della pressione, della temperatura, della ventosità, dell’umidità, eccetera. La somma dei dati presi in esame consente quindi di addivenire ad una formulazione più precisa delle previsioni del tempo. Una scienza tuttavia piuttosto imprevedibile anche per i medesimi studiosi che, nonostante il valido sussidio di satelliti, palloni-sonda, anemometri, pluviometri ed altre… diavolerie, non sempre riescono ad individuare, nel modo più corretto e soddisfacente, i comportamenti dei fenomeni atmosferici. Le radio-stazioni, le televisioni, giornali e riviste riportano, ogni giorno, gli annunci del tempo che farà domani e ciò in base alle rilevazioni effettuate – come già detto – dalle numerose stazioni meteorologiche sparse un po’ dovunque sul territorio. Le rilevazioni vengono costantemente raccolte ed elaborate dagli esperti dell’Aeronautica militare per essere presentate tempestivamente al pubblico. Tali informazioni sono di aiuto principalmente alla Protezione Civile, ai naviganti, a chi va in montagna e a chi si accinge a mettersi comunque in viaggio; al limite anche a chi va soltanto in ufficio, suggerendogli se debba o meno prendere con sé l’ombrello… Ma ci fu un tempo, molti anni fa, in cui la Meteorologia era ancora un’emerita sconosciuta. Di conseguenza l’interpretazione dei feno- meni atmosferici e le conseguenti previsioni per il futuro erano basate esclusivamente sull’esperienza o, meglio sulla tradizione popolare. Ad Alassio, per esempio, ci si aspettava tempo cattivo (cioè grammu) quando: «Se u Covu ù l’à u cappellu - àigua in tu sappéllu», oppure con: «Na tramuntòna scùra - àigua segùra». Segno premonitore, sempre ad Alassio, dell’imminente arrivo del libeccio era un orizzonte insolitamente chiaro e limpido: «Còrsega ‘a m’appò - lebécciu a cannò!». Il libeccio quel vento forte fastidioso e discontinuo accompagnato solitamente dalla pioggia: «U lebécciu ù éncie e ù vòia!». Tanti erano i venti che interessavano la meteorologia alassina: «A a muntàgna ù sciròccu ù ghe mette u fioccu!» e poi: «Maistràle de bon terrén, che de nivure u fa seren!» e «Punènte d’Invérnu: tempu d’Infèrnu», mentre: «Punènte d’Estài: belle giurnài!» Anche le varie colorazioni del- Antonio Tassara Vincenzo Moirano Concerto della corale alassina nella chiesa di Sant’Anna Piacevole e interessante avvenimento in Borgo Barusso il 21 febbraio scorso. La Corale Alassina si è esibita in un concerto organizzato dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Alassio, Biblioteca civica e A.P.T. Riviera delle Palme. Sono stati cantati brani del repertorio alpino, piemontese e trentino in particolare, ma anche canzoni liguri e internazionali, come la Ninna nanna Corsa. Non è mancata «Arecampose» in alassino, scritta dal «nostro» Tomschi (Tommaso Schivo) e musicata dal M° Giuseppe Arnaud. In conclusione è stata eseguita la celebre struggente «Signore delle Cime» in sostituzione della ritmica «Kalinja», per indisposizione del solista. Chiesa affollatissima soprattutto di gentili ospiti, calorosi meritati applausi. 10 «L'ALASSINO» UNIONE CICLISTICA ALASSIO Leva Ciclistica 2003 Anche per la stagione 2003 l’Unione Ciclistica Alassio indice una leva ciclistica per i giovani Alassini che intendono cimentarsi nello sport del ciclismo. I ragazzi e ragazze nati negli anni 1996, 1995, 1994, 1993, 1992, 1991, 1990, 1989, possono contattarci telefonando ai numeri: 0182/643124 (casa) oppure 0182/640211 (ufficio) oppure rivolgersi in sede al giovedì sera in Via San Rocco N° 6. Ricordiamo che con l’Unione Ciclistica Alassio hanno iniziato le prime gare e raggiunto poi tanti successi il Campione Italiano allievi Elvis Bruno, il campione Europeo pista Juniores Marco Olivieri e l’attuale professionista Mirko Celestino vincitore di gare di Coppa del Mondo e di tante altre classiche. Sabato 15 Marzo 2003 ALASSIO VOLLEY P.G.S. DON BOSCO Vi presentiamo alcune delle piccole atlete che hanno partecipato al «9° Trofeo Città di Alassio» categoria mini e super mini volley Bosco, Istituto Maria Ausiliatrice, Scuola Media Statale M.M. Ollandini ed al Palalassio. La giornata sarà dedicata a tut- che si è svolto domenica 9 marzo al Palalassio Lorenzo Ravizza, che vi danno appuntamento il 27 aprile per la «Pasqua dello sportivo» che si svolgerà nelle palestre della città di Alassio: Istituto D. ti gli sport, coloro che fossero interessati ad aderire potranno mettersi in contatto al numero 349/8304324. Il Presidente Orlando Vignola CALCIO ALASSINO Si è svolto il 21 febbraio scorso l’incontro che l’Amministrazione Comunale ha sollecitato al fine di affrontare le problematiche relative al calcio alassino. L’Assessore allo Sport, Fabrizio Calò, ha così voluto incontrare le tre società, attualmente operative sul territorio cittadino, per quanto attiene l’attività calcistica. All’incontro hanno quindi preso parte, con l’Assessore Calò, il Sig Usai, in rappresentanza dello Sport Club Alassio, il Sig Patrucco e il Sig Spampinato in rappresentanza della Soc. «San Bernardino – Alassio» e il Sig. Zenari, in qualità, come è stato evidenziato nel corso della seduta, di collaboratore del Comune di Alassio. Assente il Sig. Casanova, invitato in rappresentanza della U.S. Don Bosco. «Il fatto che in Alassio, - ha dichiarato l’Assessore Calò, aprendo la riunione – per quanto attiene il calcio operino tre società distinte non è positivo. L’Amministrazione con questo incontro vorrebbe sollecitare un dialogo tra le tre società per verificare la possibilità di unificarle in un’unica realtà a fronte della quale il Comune ha in animo una serie di iniziative di grande rilievo economico e programmatico». L’Amministrazione ha infatti, in programma opere strutturali significative: un grande intervento sullo Stadio e non solo su quello; lavori che certo incentiveranno l’attività sportiva, ma che garantiranno anche notevoli ricadute sul piano turistico. Allo stato dell’arte questa la fotografia del calcio alassino: recentemente la «San Bernardino» ha acquisito la prima squadra e con essa le categorie Allievi, Giovanili Provinciali e Giovanili Regionali; le categorie dai Giovanissimi in giù sono rimasti invece allo Sport Club Alassio. Poi c’è una Terza Categoria del Don Bosco, che non ha grandi ambizioni e gioca a livello amatoriale, con diversi ottimi giocatori. La sostanza, per quanto attiene il Comune è che entro la fine dell’anno partiranno i lavori di ristrutturazione dello stadio. Si tratta di un grande progetto che richiederà almeno due anni di lavoro. Prima ancora partiranno i lavori sul campo di Loreto, che diventerà regolamentare per consentire l’attività anche durante i lavori allo Stadio. Per l’Amministrazione Comunale si tratta di impegni gravosi sia da un punto di vista economico sia progettuale. Le perplessità di una possibile confluenza delle parti in una unica società presenta delle difficoltà, la più significativa viene sottolineata dal Sig. Usai: «Dobbiamo parlarne al nostro interno se c’è la volontà di tutti andremo avanti. Insomma, il problema di allora sussiste anche oggi ed è la difficile convivenza tra prima squadra e settore giovanile. La prima squadra assorbe tutte le risorse lasciando solo briciole al giovanile. Un conflitto interno sarebbe inevitabile. Insomma, il problema per me è solo quello: i rapporti tra prima squadra e settore giovanile. Il settore giovanile è nostro ce lo gestiamo noi; se però entriamo in una società ci dobbiamo accodare alla prima squadra. Mi spiace ma ho perplessità grandi. La prima cosa da fare sarebbe individuare i principi che dovrebbero regolamentare questa convivenza». Un problema reale, ma risolvibile, come ha spiegato Spampinato «la prima squadra viaggia per conto suo in tutte le società, e altrettanto fa il settore giovanile. È solo quando le società sono in crisi che si penalizza il giovanile, come credo sia logico. Noi stiamo parlando di una società sana, dunque questo tipo di problema non sussisterebbe». La soluzione potrebbe essere quella di una unica società con due settori e due responsabili distinti per 1a squadra e giovanili. Nessuno del resto vuole penalizzare il settore giovanile ed è lo stesso Assessore a ribadirlo: «Vorrei sottolineare che c’è un grosso interesse da parte comunale per tutto quello che può essere l’indotto dello stadio, dai grandi eventi che potrebbe ospitare in giù, ma quello che più ci interessa è il discorso dei giovani. Lo dico e lo ribadisco. Ma quello che vorrei è che da parte di tutti ci fosse un interesse unitario. Dateci la possibilità di dimostrarvi i nostri intenti. Stiamo facendo molto per tutti gli altri sport, vorremmo fare altrettanto per il calcio». «Insomma - continua l’Assessore non capite che i primi a voler risolvere la situazione siamo noi? A me piange il cuore dire di no a grandi squadre che, complice la nostra bella città e il clima, ci chiedono di venire a fare stage, allenamenti, ritiri. È per questo che vi chiediamo uno sforzo per diventare una unica realtà a fronte della quale mi prendo l’impegno di dimostrare cosa può e vuole fare il Comune». La seduta si chiude sull’impegno del Sig Usai a riferire presso la Sport Club Alassio e comunicarne di conseguenza le intenzioni; e sulla proposta del Sig. Spampinato affinché a fronte di questa unica realtà sportiva lo stesso Comune si dichiari disponibile a farne parte direttamente. Ancora una volta è l’Assessore Calò a ribadire la piena apertura, da parte comunale a dibattere di ogni possibile risvolto o intervento dell’Amministrazione. LAUREA Il 13 febbraio u.s. presso l’Ateneo genovese si è laureata a pieni voti in Giurisprudenza la nostra concittadina Giorgia Marrella, con la tesi di Diritto Marittimo: «Il raccomandatario marit- timo». Relatore il Ch.mo prof. Corrado Medina. Alla neo dottoressa le felicitazioni più vive da parte dell’Associazione Vecchia Alassio e di tanti amici e conoscenti. Il Direttivo dell’Alassio Volley INTER F.C. - Matetti nerazzurri Formalizzata ad Alassio la nascita del Circolo Sportivo «INTER F.C.» «I MATETTI NERAZZURRI» con sede Ristorante «I MATETTI» Viale Hanbury - Alassio. Quadro direttivo: Presidente: Airaldi Giacomo VicePresidente: Caviglia Gianni Tesoriere: Pellegrini Lisandro. Rapporti con i tifosi: Formento Le promesse di questo circolo sono di promuovere iniziative rapportandoci all’INTER F.C. e incontri ad Alassio come c’è già stato assicurato dal Presidente Massimo Moratti e dal Vicepresidente Giacinto Facchetti in occasione della nostra visita in albergo a Barcellona ai due massimi dirigenti ove abbiamo consegnato i famosi «Baci di Alassio» Nella foto da sinistra: Lisandro Pellegrini, Andrea Pellegrini, Angelo Galtieri, Giacinto Facchetti (Vice presidente dell’Inter), Mimmo Airaldi, Gianni Caviglia. Gianni, Galtieri Angelo, Parodi Giuseppe. Membri del Consiglio: Vena Lino, Siffredi Silvio, Rinaldo Agostini, Grollero Gianni, Lunetta Cesare. Rapporti coi Tifosi Milano: Andrea Pellegrini Pubbliche Relazioni & Stampa: Tomagnini Carlo. Iscrizioni alla data odierna n° 120. gentilmente offerti dalla Pasticceria Sanlorenzo di Alassio come da foto con il Vicepresidente Facchetti. Ringraziamo per l’attenzione e cordialmente porgiamo distinti saluti. Il Direttivo I Matetti Nerazzurri Il Presidente Airaldi Giacomo Fiocchi Rosa e Azzurri Il 10 gennaio 2003 è nato NICOLÒ VACCAREZZA Lo annuncia con gioia il fratellino Matteo. Ai genitori Mariella e Andrea alla nonna Franca, ai nonni Emanuela e Ambrogio Vaccarezza e familiari tutti giungano le congratulazioni dell’Associazione Vecchia Alassio. Luchino Marco Maria annuncia la nascita della sorellina LUNA IOLANDA per la gioia di mamma Maria e del papà Marco Melgrati. L’A.V.A. partecipa alla gioia e porge le più sentite felicitazioni. ••• Il giorno 25 febbraio 2003 per la felicità della mamma Maria e di papà Emanuele Foresti è nato ALESSANDRO A questa felicità partecipano anche i nonni Marilena e Giorgio, Laura e Derio Vignola e parenti tutti. Anche l’A.V.A. porge le sue felicitazioni. Giulia e Silvia Gioberti annunciano con gioia la nascita del fratellino ANDREA Ai genitori, ai nonni Lucia e Lino Gioberti, nostro consigliere, le più vive felicitazioni. A.V.A. ••• U NOSCIU MUNDU Eravamo ragazzi, tanti, ma proprio tanti anni fa, quando, in certi pomeriggi festivi, lunghissimi e noiosissimi, seduti sul muricciolo accanto al «bastiùn» accadeva che si rimanesse come incantati, lo sguardo rivolto al mare, senza dire una parola, per ore ed ore. Quel silenzio generale rotto soltanto dal soffice «franze» dell’onda sul bagnasciuga, dava l’impressione che fosse il preludio a qualche cosa di importante che, prima o poi, avrebbe dovuto accadere. Ed invece non succedeva proprio nulla… È risaputo ormai come, in quel tempo, Alassio consistesse, grosso modo, in un’unica fila di case lungo il mare, di qualche piazzetta e di «carrugi». C’erano pure diverse chiese, dei monasteri, delle cappelle e degli oratori, questi ultimi sparsi qua e là, segno della profonda religiosità degli abitanti. Il tutto circondato da vasti giardini profumati di arancia, di limoni con tanti orti caratterizzati da una vastissima produzione di verdure. In collina, poi, prosperavano, severi, gli ulivi centenari mentre i tozzi alberelli di ginepro si alternavano agli odorosi cespugli di timo e di rosmarino unitamente al giallo stridente delle ginestre. Un sito prediletto da viaggiatori, da scrittori e da sognatori… Eccovi Alassio che innamora il sole… cantava il poeta. La notizia è arrivata inaspettata, incredula dapprima. Poi prepotente come un soffio di maestrale, si è insinuata, sicura e convincente, nella sonnolenta penombra degli «esci». A scia Bedetta «quella dolce vecchina che abita al primo piano nell’esciu da gexa» ha vinto al lotto. Un terno secco sulla ruota di Genova. Tre numeri puliti, leggeri, in rapida successione così come li ha dettati in sogno il defunto marito. «A nu po vera» è il primo commento della «Carbunina», che è una vera esperta del gioco e, co- me tale riconosciuta ormai da tutti gli appassionati frequentatori del «semenoriu» ossia il botteghino del lotto. È lei infatti quella capace di cavare fuori i numeri da ogni avvenimento lieto e triste che sia, da ogni sogno e, non invano, a dire il vero, perché, più di una volta, la «Carbunina,» ci ha preso. Sua quindi l’interpretazione dei numeri usciti. 27 «mortu de sonnu» 88 «i spegetti du pappa» 18 «l’amulitta». Una vincita decisamente cospicua per quel tempo. Se ne parla quindi avidamente negli «esci», nelle osterie, nei «mezan» e persino fra i «reordi» che, laggiù verso le «serre» faticano a salpare la sciabica del «Maraiàn». Allora il gioco del lotto era l’unico mezzo, specialmente per la povera gente, di comprarsi, con modica spesa, un poco di speranza. Un detto dialettale «chi dau lottu u spera succursu, u muscia e balle cumme l’ursu» sconsigliava decisamente tale attività. Pur tuttavia la gente insisteva e sperava. Inoltre per facilitare i giocatori nella ricerca dei numeri era stato dato alle stampe e distribuito ai botteghini una sorta di almanacco battezzato come «la smorfia» dei Napoletani, mentre gli Alassini, sarcastici, lo avevano definito «u buxiaru». Quella notte Alassio sembrava come caduta in un coma profondo. Le case davano l’impressione che non se la sentissero di reggersi in piedi da sole addossate, come erano, una sull’altra. Gli «esci» poi, parevano stranamente più angusti e più stretti. Persino gli «sbiri» che a frotte affollavano gli anfratti del sant’Ambrogio, si erano zittiti. Quel silenzio pareva fosse il preludio a qualche cosa di importante che, prima o poi, sarebbe dovuto succedere. Invece non accadeva proprio nulla. Vincenzo Moirano Enel: accordo di Cooperazione tra So.l.e. e Comune di Alassio L’iniziativa permetterà la riqualificazione della rete di illuminazione pubblica della città Genova, 4 marzo 2003 – Marco Melgrati, sindaco di Alassio, Domenico Giraldi, Assessore ai Lavori Pubblici e Giuseppe Colombati, Responsabile Area Nord-Ovest Società So.l.e. (Gruppo Enel), hanno firmato un «Accordo di Cooperazione» per favorire la realizzazione di un piano di riqualificazione della rete di illuminazione pubblica della città capace di dare una risposta innovativa alle esigenze di sicurezza e di valorizzazione artistica della città. Il piano approvato dall’attuale Amministrazione prevede infatti un consistente programma di potenziamento dell’illuminazione pubblica che ha portato alla realizzazione della nuova illuminazione della passeggiata Cadorna che dal Torrione arriva fino al Porto di Alassio. Per garantire un’illuminazione funzionale sono state installate 90 lanterne dotate di lampade al sodio alta pressione. La tipologia di lampade consente infatti di perseguire i due obiettivi fondamentali: efficienza energetica e contenimento dell’inquinamento luminoso. Un secondo lotto di lavori ha invece riguardato il primo tratto della Via Aurelia, Via Giancardi. Tale intervento ha consentito di trasformare l’ingresso della città con una luce particolarmente «calda» e idonea a valorizzare e qualificare l’immagine della città. A tale scopo sono state utilizzate 49 lampade di bronzo, particolarmente indicate nelle zone di mare, posizionate su pali zincati verniciati in ferro micaceo e dotate di lampade ad alta pressione. Il progetto illuminotecnico della Via Aurelia, studiato appositamente da So.l.e. per la città di Alassio, rappresenta un esempio di valorizzazione paesaggistica in quanto integra l’illuminazione funzionale, necessaria per la sicurezza del traffico veicolare e pendolare, a quella architettonica per una funzione estetica per la città. È da sottolineare, inoltre che, pur garantendo i livelli di illuminazione prescritti per legge, è stato ottenuto un significativo risparmio energetico, per l’Amministrazione Comunale, prevedendo in sede di progettazione un’interdistanza tra i pali di 25 metri. Enel Spa Sabato 15 Marzo 2003 ALASSIO SUL WEB Ricordo l’ultima mostra fotografica, in occasione delle Colombiadi, che illustrava, ancorata al problema dell’immigrazione, uno degli aspetti sociali più crudi e dolorosamente pesanti legato alle allora non floride condizioni di vita, nel nostro paese, di molte persone che, pur essendo disposte a lavorare, non trovavano occupazione. Le foto che molti alassini portarono per mettere in bella vista e dar lustro all’importante iniziativa, mettevano in mostra, i nostri nonni e i nostri padri in procinto di partire per l’America. Ebbene, abituato ad osservare per le strade del mondo il fenomeno dell’immigrazione, il forzato trasferimento di persone in un paese diverso da quello di origine, il modo irriguardoso e spesso crudele con cui venivano trattate all’arrivo nei paesi di destino, anche o solo, dalle autorità delle varie «immigration» (Riguardo spesso i numerosi «landing Permit» nelle cui foto identificative figuro mettendo in mostra un numero come i carcerati e ripenso alle sfilate completamente nudo, sotto gli occhi ridenti dell’ufficiale, (spesso era una donna), dell’immigrazione, alla presa delle impronte digitali, alle strane battute in «italiano slang» : «sei iscritto al partito fascista? Sei iscritto al partito comunista? Ti piace Marileen Monroe? Per che squadra italiana di calcio tieni? Perché vuoi scendere a terra?) mi sono sempre stupito della dignità che schizzava, letteralmente, dagli occhi degli alassini, dei personaggi di quelle foto, non molto antiche, che andavano a cercar lavoro. Sempre ben vestiti, quasi tutti con il «borsellino» in testa, tutti con la cravatta e, soprattutto, con la valigia; (non con i fagotti o i sacchi!). Dovevano essere tristi e disperate condizioni di uomini e di donne, adolescenti e bambini costretti per necessità ad abbracciare il sogno sfuggente e lontano della «Merica»; che partivano per mare certi, che peggio non poteva andare e che morire per morire tanto valeva tentare. Eppure, non sono passati molti anni (dal 1880 al 1910), e per riscoprire certe emozioni oltre le realtà fotografiche anche la memoria torna ancora utile. Emigrarono di più le popolazioni del circondario di 11 «L'ALASSINO» Chiavari ma subito dopo, furono quelle di Albenga e Savona a detenere il primato. Come succede a tutti i progetti, alcuni si realizzano pienamente altri no; qualcuno davvero riuscì a tornare con i soldi per farsi la casa con il giardinetto e la cantina come vagheggia l’emigrante di Ma se ghe pensu; altri sono tornati poveri com’erano partiti. Ricordo i loro racconti durante le lunghe nottate estive passate alla pesca della lampara; molti dei vecchi pescatori alassini, quelli mai domi, sempre attenti, sempre pronti, instancabili tanto da farmi sentire inerme davanti alla loro (erano ottantenni!) animosità, erano tra quelli tornati poveri; tornati per difendere la Patria in pericolo. Ma i più sono rimasti là con la loro dignità di uomini onesti, lavorando e sognando un destino migliore per i loro figli. Certamente quel Sanguinetti e quel Brignone presidenti dell’Uruguay e dell’Argentina sono i discendenti diretti di questi liguri valenti, meritevoli e nobili d’animo. E il Lavagna attuale ministro dell’economia dell’Argentina? E basta girare per Buenos Aires per constatare che fu fondata dal genovese Gio Batta Bacicalupo la Banca più importante, o passeggiare sulla banchina del «Fisherman’s Wharf di San Francisco» per ammirare ancora i leudi (in tutta la Liguria credo ne siano rimasti solo due ancora funzionali!) di alcuni soci della Società dei Pescatori e apprendere che ancora la lingua tecnica usata nel mercato ortofrutticolo californiano è tuttora il «zeneise». Ma si emigrava, senza passaporto, anche in Francia come operai specializzati, «bancarai» falegnami perlopiù e nel Canton Ticino dove tuttora la zappa bidente è chiamata genoesa. Alcuni di questi uomini coraggiosi ad Alassio sono ancora viventi; bisognerebbe intervistarli (sempre che loro si rendano disponibili) per imparare a guardare con occhio nuovo tutti quegli uomini e donne diversi che si adeguano a lavorare (non girano per le strade) nelle peggiori condizioni, nei fine settimana e alla domenica! Ritorno spesso ai miei ricordi di navigante quando su tutte le navi del mondo si parlava genovese, molfettese o siciliano. Ora il nostro posto è sta- to preso dai filippini, dai coreani, dagli indiani, dai figli del Bangladesh e anche per loro non è mai ora di tornare a casa, dalle mogli e dalle madri; per vedere il figlio, ultimo nato, occorre aspettare la fine del contratto (dopo 18 o 20 mesi) in modo da aver il biglietto pagato. E guai ad ammalarsi! Guai a parlare di diritti! Pena la disoccupazione eterna. Torniamo al WEB: su www.porlosochicos.com un clic regala un pasto ad un bambino. La spesa sul portale argentino tocca allo sponsor del giorno: le multinazionali, in cambio di visibilità, versano dieci dollari ogni mille visitatori dell’homepage. Appena pochi giorni fa, l’arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi è tornato sull’«accordo irrinunciabile tra etica ed economia» l’idea d’una responsabilità etica fra le imprese ha fatto strada. Le multinazionali, in cambio di visibilità oggi pagano in piatti caldi per piccole bocche da sfamare. Basta un «clic» per regalare un pasto ad un bambino argentino. Non è un modo nuovo per ricordare? Ma non solo su questo portale si può fare beneficenza. Non è inutile buonismo,; basta davvero cliccare su link per destinare una piccola offerta ad un progetto umanitario; non costa nulla solo un pensiero quotidiano. The Hunger site= www.thehungersite.com: basta un clic per fare una piccola donazione in cibo ad un paese povero; Aiutiamo=www.aiutiamo.org.: è il primo portale italiano dedicato al volontariato e alla beneficenza virtuale; il Centro Sportivo Italiano è impegnato ad aiutare i bambini di Pitoa. «La solidarietà è una atto quotidiano. Dona gratis con un clic». Spero che ad Alassio, città legata alla sua storia, Comunità aperta al mondo, nessuno dimentichi le strade che per primi hanno tracciato i nostri padri, e tutti, anche solo virtualmente, contribuiscano a tenerle libere e percorribili affinché tutti coloro che si sono messi in cammino per necessità, non siano costretti ad abbandonare per la via anche i loro ricordi. Anche ad Alassio per farlo: basta un «CLIC». Confesercenti e E.N.PA. in favore dei nostri amici a quattro zampe Molto spesso i nostri amici a quattro zampe non possono entrare in negozi, bar o ristoranti. Non in tutti sia chiaro, ma in molti non vengono visti di buon occhio. Per aprire le porte dei locali pubblici anche a questi «clienti» ci hanno pensato la Confesercenti e l’Enpa. Nei negozi che appoggiano l’iniziativa verrà sistemata una vetrofania con un simpatico cagnolino e con scritta «Qui posso entrare» proprio per sottolineare che gli amici a quattro zampe sono bene accetti. «In questo modo vogliamo venire incontro a tutti gli amici degli animali – dice Giuseppe Maiellano, presidente provinciale della Confesercenti – ma anche alle persone anziane che spesso escono di casa accompagnate con il loro ca- ne, da cui non si separano mai neanche per fare la spesa. Inoltre sappiamo che tantissimi turisti che vengono in vacanza nella nostra provincia sono amanti degli animali e portano con sé i propri cani, questa iniziativa può essere anche un utile aiuto per loro». Spazio quindi anche agli amanti delle quattro zampe nei locali pubblici. A dire il vero in qualche ristorante sono già bene accetti. I nomi dei luoghi dove le porte si aprono senza problemi anche ai clienti a quattro zampe sono stati tutti inseriti nella Ristorguida, la guida ai ristoranti della provincia di Savona, edita dalla I&C di Albenga. Ad Alassio, inoltre, verrà sistemato un’area, in zona Loreto, dedicata ai cani. Qui potranno giocare in tutta tranquillità, in una zona recintata che presto verrà arredata con panchine, cestini ma anche illuminata per consentire ai padroni di portare in questa zona i propri cani anche di sera. Dante Schivo Barbara Testa LUTTI CITTADINI E NECROLOGI la rete, alla quale dedicava il tempo libero, pur non sapendo nuotare. L’A.V.A. porge alla Signora Linda, al figlio Duccio, a Ruth e famigliari tutti le più sentite condoglianze. GIUSEPPINA GAIBISSO VED. MONTESSORO JAQUELINE TIRABOSCHI IN FIDONE BRUNO BELGRANO PAOLO BERGAMI Lo scorso 28 febbraio è mancata improvvisamente all’affetto di noi tutti Jacqueline Tiraboschi in Fidone di anni 69. Il ricordo struggente di una donna generosa e piena di attenzioni per tutti rimarrà indelebile LUIGI AIRALDI (GIGIN) Nato ad Alassio il 21/08/1914 morto a Pisa il 04/02/2003 Pensionato F.S. Il 4 febbraio u.sc. è mancato in Pisa, all’età di 89 anni, il nostro amato Socio Gigin. Luigi Airaldi, alassino da sempre e dovunque stimato per il suo carattere franco e gioioso per una lunga vita dedicata alla famiglia e al lavoro, come dipendente delle Ferrovie di Stato. Da una decina d’anni si era trasferito con la moglie Mariuccia a Pisa per restare accanto alla figlia Elena e agli amati nipoti Francesco, Stefano e Ilaria, ma serbando nel cuore il ricordo costante della sua terra. A tutta la famiglia, al figlio Giu- Anniversari 8/6/1916 - 23/3/2003 seppe e alla sorella Rina giunga anche il cordoglio dell’Associazione Vecchia Alassio e di tanti amici che gli hanno voluto bene. È deceduta, alla veneranda età di 97 anni, Giuseppina Gaibisso Montessoro, una alassina adottiva che molti ricordano con simpatia. Al figlio Luciano ed alla famiglia giungano le condoglianze della Vecchia Alassio. nei nostri cuori e nel cuore del marito Riccardo, del figlio Fabio e della nuora Ivana. Anche l’A.V.A. porge al Socio Riccardo ed ai famigliari le più sentite condoglianze. Nel 25° Anniversario della Sua scomparsa, con immutato affetto, Marisa ed Antonella ricordano il Loro Caro a quanti Gli vollero bene. MESE DI FEBBRAIO 2003 Il giorno 27 febbraio 2003 è deceduto in Alassio all’età di 89 anni assistito amorevolmente dai familiari. Arrivò in Alassio nel 1948 dalla natia Torino, contrasse matrimonio con la sua cara Linda, e da allora iniziò a lavorare come cameriere nei più grandi alberghi. Ha dedicato la vita onestamente alla famiglia ed al lavoro. Negli ultimi dieci anni assistette con abnegazione la moglie inferma. Aveva la passione della pesca con AIRALDI Luigi anni 88 BERGAMI Paolo anni 89 BOSCIONE Flaviano anni 72 CAMMILLI Anna anni 77 CAPELLO Angelo anni 33 DEL ZOPPO Antonio anni 81 FIGAROLO DI GROPPELLO Maria anni 99 GAIBISSO Giuseppina anni 96 GARLASCHELLI Dario anni 80 GATTA CASTELLO Luigi anni 77 GIACOMINI Costantina anni 90 LAURERI Pietro MARSENGO Franco NANNETTI Elsa NATTERO Ester OLCESE Grazia OTTONELLO Mario QUAGLIA Antonio SCAVIA Angiolina TOIGO Rosa VENTIMIGLIA Claudio anni 87 anni 77 anni 84 anni 88 anni 75 anni 91 anni 92 anni 81 anni 93 anni 60 L’A.V.A. da queste colonne esprime ancora una volta le più sentite condoglianze ai loro familiari. 12 «L'ALASSINO» Fauna di Alassio LUÌ GROSSO (Phylloscopus Trochilus) – «Buìn da primma» Sabato 15 Marzo 2003 HA TOCCATO IL CUORE La famiglia Cosso del Ristorante Panama (coadiuvata da altri sponsor cittadini) ha organizzato un pranzo del tutto particolare e sapete per chi e perché? Per i dirigenti di due nostre Associazioni che lavorano e si impegnano con costanza e senza alcun fine di lucro a beneficio degli altri, che spesso non hanno nome né volto, ma sono considerati fratelli e amici. Quest’anno l’invito è toccato ai Presidenti (Carlo Cavedini ed Elena Dotti) e ai consiglieri dell’Associazione Vecchia Alassio (da oltre 40 anni attivissima) e a quelli dell’Università delle tre età che è impegnata ad Alassio (e città viciniori) con ben 26 corsi annuali da oltre vent’anni. E poiché queste cose capitano raramente, e poiché toccano il cuore, lo abbiamo voluto ricordare a tante persone insensibili e rivolgere un grazie commosso a chi ha avuto questo nobile pensiero. FOTO FRANCO IEBOLE È presente da novembre a marzo qui da noi in boschi decidui aperti, in conifere, con fitto sottobosco, in brughiere, in parchi e in giardini ampi dove cerca gli insetti parassiti delle foglie. Il suo dorso è verdastro uniforme senza barrature sulle ali mentre qualche individuo è più scuro e assomiglia al Luì piccolo. I giovani hanno le parti inferiori più gialle e le zampe più chiare. Si distingue dagli altri Luì (potendolo osservare da molto vicino) per una smargiatura della sesta penna remigante primaria delle ali. Come tutti i phylloscopus è molto attivo e irrequieto nelle sue ispezioni fra i rami. La sua voce è un lamentoso «fluid». In primavera il canto amoroso è un gorgheggio armonioso in tono decrescente. In aprile va al nord a nidificare. Qui da noi nella sua sosta è facile trovarlo fra le piante e i fiori dei terrazzi in caccia di cibo. Pessö Il pranzo, preparato dal blasonato chef Moreno Tavernelli, con la collaborazione della Pescheria Bongiovanni, del Frantoio Armato Nino Fioroni, Nuova Riviera Bevande, Ras Assicurazioni, Winner, Associazione Bagni Marini, Confesercenti e Associazione Albergatori. Un particolare ringraziamento a Mario Berrino. È stato allietato da numerosi omaggi da parte delle menzionate ditte alassine, nonché dall’esilerante prof. Andrea Gallea. Nuccia Cosso è promotrice di numerose iniziative atte a riconoscere i meriti delle varie associazioni cittadine e per questo si avvale della grande e fattiva collaborazione di Rita Vitaloni della profumeria Joan. (FOTO SILVIO FASANO) Strane terapie dei nonni Meteorologia Alassina a cura dell'Osservatorio Don Bosco FEBBRAIO 2003 Febbraio è un mese ancora pienamente invernale, ma con situazioni meteorologiche a volte molto fluttuanti sia in senso positivo, sia in senso negativo. Lasciamo parlare – per questo mese strano – i singoli strumenti della nostra Torretta; qualche confronto con i dati registrati per lo stesso mese negli anni precedenti ci aiuterà, forse, a formulare qualche giudizio, se vogliamo. Cosa ci dice il pluviografo? Ha riposato per tutto il mese! 0,0 millimetri di pioggia! Non è una eccezione perché anche nel febbraio del 1997 e del 1999 non sono state registrate precipitazioni. Dal 1974, anno in cui presi la direzione dell’Osservatorio, a oggi, il febbraio più piovoso con 133,0 mm di pioggia è del 1977. I termometri e i Termografi cosa hanno indicato? Temperatura minima assoluta: + 3,2°C nel primo pomeriggio del giorno 17. Temperatura media del mese: 9,1°C. Il valore medio più basso in questi 30 anni di mia osservazione è del 1986 con 7,0°C. Il più alto del 1990 con 13,8°C; la media – partendo sempre dal 1974 – è di 10,8°C (dispiace che qualche pubblicazione poco informata abbia indicato per la nostra Città valori assai inferiori e non oggettivi). Un grosso lavoro è stato svolto dall’eliofanografo; mai tanto sole in febbraio come quest’anno: oltre 200 ore di sole con una media di 8 ore al giorno di limpido sole! A tanto sole si accompagnano i giorni sereni: 26. Nessun giorno completamente coperto; misti i due giorni restanti. E cosa ci ha presentato l’igrografo? Umidità media mensile: 37%; media decadali: 33% nella prima; 38% nella seconda; 40% nella terza decade. In alcuni giorni, specie nella prima decade, l’igrografo ha sfiorato lo 0,0% di umidità. Il valore massimo assoluto del mese è segnato alle ore 23 del 28 febbraio con 79%; il giorno 5 ha una media di 6% di umidità. E l’anemografo? Grande è stata la sua collaborazione per offrirci 230 ore di sole, 26 giorni sereni e 37% di umidità! Dobbiamo quindi dire che anche in buona parte di questo mese il vento è stato protagonista. I rilevamenti della velocità del vento e della sua direzione di provenienza vengono fatti tre volte al giorno e precisamente alle ore 8.00 alle ore 14.00 e alle ore 19.00. Le direzioni di provenienza risultano così suddivise: da Sud: un rilevamento; da Est: quattro; da Sud-ovest: 8; da NE: 8; da Nord: 9; da Nord-ovest: 10; da Sud-Est: 19; calme: 18 (si classifica «calma di vento» se la sua velocità oraria è inferiore ai 5 Km). I valori medi registrati nelle tre decadi sono i seguenti: 239 Km ogni 24 ore nella prima decade; 301 nella seconda; 287 Km percorsi dal vento in 24 ore nella terza decade. Per un senso di onestà verso i lettori devo fare una precisazione: le provenienze del vento indicante prima, si riferiscono all’anemografo del nostro Osservatorio, il quale, come tutta la nostra Città, è localizzato in una baia meravigliosamente difesa dalle colline che le fanno arco tutto attorno; il vento che noi registriamo, fatta qualche eccezione di provenienza (es. da Sud-Est) è stato rimaneggiato dal baluardo collinare e quindi non sempre risponde ai caratteri che si manifesterebbero se fossimo in aperto mare,e comunemente riportati dai testi o prontuari di meteorologia. Quindi, ai tanti privilegi della nostra Baia, dobbiamo aggiungere anche questo! Il Direttore dell’Osservatorio Prof. Don Natale Tedoldi La pertosse e la vaporiera Sei magnifici cigni… (FOTO KATIA) …strani turisti ad Alassio - lunedì 3 marzo 2003. (FOTO KATIA) Ancora prima degli anni trenta del secolo i nostri padri erano convinti che la pertosse (A tussa zanina) era una malattia necessaria per rinforzare l’apparato respiratorio dei bambini. C’era addirittura la credenza che i piccoli che non la «facevano» avevano più probabilità di non raggiungere la maggiore età. Quando un bambino ne era colpito si usava portarlo all’alba a respirare in luoghi dove l’aria era ricca di gas prodotti dalla combustione del carbone fossile. Qui in Alassio il luogo più idoneo era in Via Neghelli nei pressi dell’officina del gas; Colà si teneva per circa un’ora il piccolo a «riempirsi» i polmoni con questo tossico prodotto. Per chi non voleva, o poteva, andare laggiù c’era in città «U ponte di prefummi» (dei suffumigi), quel ponte che, passando sopra la ferrovia, collega Via Mameli col Parco San Rocco. Allora la ferrovia non era elettrificata e i treni erano trainati dalla vaporiera a carbone che al passaggio, sbuffando, sparava fumo verso il cielo. Nel momen- to in cui la vaporiera passava sotto al ponte si cercava di far respirare al piccolo la maggior quantità di fumo. Mi ricordo che quando a sei anni questa disfunzione mi colpì, mia nonna più volte mi ha portato su questo ponte a respirare e che, passata la vaporiera, mi dava da bere acqua bollita con semi di anice, foglie di menta e di tiglio, pronunciando queste parole: «Aù che st’aigua a l’è andàita zü sperammu che a tussa a nu veggne ciü». (Adesso che l’acqua è andata giù – speriamo che la pertosse più non ritorni). Pessö Gli articoli e le lettere devono pervenire alla Redazione entro la fine di ogni mese per la pubblicazione ne «L'Alassino» del mese successivo. A.V.A. Nelle scure acque di dicembre, vediamo di materializzarsi la sagoma della poppa di un relitto. È l’Ouet-Tiflys, un mercantile francese silurato il 14 gennaio 1943 nel corso della 2a Guerra Mondiale. Immersione affascinante per la maestosità e l’integrità dello scafo adagiato in perfetta assetto di navigazione ad una profondità di 51 m. (FOTO PIERO QUARONE) Le opinioni espresse negli articoli firmati impegnano unicamente la responsabilità dei rispettivi Autori. La Redazione si riserva la facoltà di pubblicare o meno gli articoli che le pervengono e di apportare correzioni e tagli agli articoli stessi, firmati o non firmati; nessun manoscritto si restituisce. DIREZIONE: Cons. Dirett. A.V.A. RESPONS.: Fausto Buffarello EDITORE: A.V.A. TIPOLITOGRAFIA: F.lli Stalla Viale Martiri della Libertà, 30-40 Tel. 0182 50.412/3 - Albenga Telefax 0182 50.412 REGISTRAZIONE: Trib. Civ. Pen. di Savona n. 149 del 30-5-1962 ISCRIZIONE R.O.C. n. 6975 (già R.N.S. n. 9806) LEGGE 5/8/1981 n. 416 art. 11 Foto della testata: Studio Gioberti Associato all'USPI Unione Stampa Periodica Italiana