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Premio Architettiverona 2009
1. Premessa
2. La scelta
3. La motivazione
4. La cerimonia
Allegati
1. Premessa
L’Ordine degli Architetti, Pianificatori, Paesaggisti e Conservatori
della provincia di Verona in occasione del 50° anniversario della
rivista ArchitettiVerona ha istituito il “Premio ArchitettiVerona”, a
cadenza annuale, che viene attribuito ad una personalità o a più
persone che si siano distinte per aver colto e messo in evidenza,
attraverso la propria opera architettonica e/o intellettuale, le
potenzialità del territorio veronese.
Nel corso degli anni 2007-2008 la rivista «architettiverona» ha
promosso una indagine sullo stato dell’architettura veronese, alla
ricerca di segnali di innovazione e di qualità architettonica.
L’indagine si è concentrata sull’attualità delle realizzazioni, ma non ha
mancato di cogliere e di valutare quei casi apparentemente datati, nei
quali si sono individuati i valori di una ricerca ancora esemplare.
2. La scelta
Da questa indagine è emersa con forza la figura di Angelo
Mangiarotti, architetto milanese nato nel 1921, che negli anni
compresi tra il 1968 e il 1976, ha realizzato nel territorio veronese un
insieme assai significativo di opere.
II centro residenziale di Murlongo (cfr. «architettiverona», 81, pp. 2228) e gli edifici per le concessionarie ex Fiat di Domegliara e
Bussolengo (cfr. «architettiverona», 82, pp. 54-61), assieme alla villa
di Bardolino, affrontato dei temi correnti per l’architetto, quali il
complesso di case, la villa singola o il capannone, raggiungendo
livelli elevatissimi di qualità architettonica.
Queste opere evidenziano come, anche in un periodo di
ripensamento critico per l’architettura come gli anni Settanta, sia stato
possibile estrapolare le potenzialità di tematiche che esulano
dall’eccezionalità dell’edificio.
La redazione ha quindi proposto il nominativo di Angelo Mangiarotti
per l’attribuzione della prima edizione del Premio Architettiverona.
3. La motivazione
All’architetto Angelo Mangiarotti, maestro indiscusso del nostro
tempo, che ha saputo, con il suo operato nel territorio veronese,
elevare ai massimi livelli i temi più diffusi, ma sottovalutati
dell’architettura contemporanea.
Il complesso residenziale di Murlongo a Costermano, la Villa
Pederzoli a Bardolino, le concessionarie di Domegliara e Bussolengo
costituiscono, a 30 anni dalla loro esecuzione, un esempio ancora
vivo e attuale di un’architettura capace di rispondere con creatività e
misurata razionalità alle necessità dell’uomo.
4. La cerimonia
Per l’edizione 2009 la cerimonia pubblica di premiazione avverrà
nella giornata di sabato 13 Giugno a partire dalle ore 17.30, alla
presenza dei membri del Consiglio, di Autorità istituzionali e
Presidenti di Ordini professionali, presso la Concessionaria Car
Diesel di Bussolengo (Via del Lavoro, 1 – località Ferlina), opera
realizzata da Mangiarotti nel
Allegati
centro residenziale, murlongo (1971)
villa pederzoli, bardolino (1971)
concessionarie ex fiat, bussolengo (1976) e domegliara (1968)
biografia
centro residenziale, murlongo (1971)
Il complesso di case per vacanze realizzato nei primi anni ’70 da
Angelo Mangiarotti nei pressi di Costermano rappresenta un caso
esemplare per il felice inserimento nel paesaggio delle colline
moreniche sulla sponda orientale del Garda. Disposte con controllata
naturalezza sui due versanti di un colle ricco di cipressi, le circa
sessanta unità immobiliari comprendono case singole a un piano,
quasi nascoste nel versante boscoso, e gruppi di case a uno o due
livelli, accoppiate o aggregate in schiere che scendono sulle balze del
terreno in direzione del lago; due filari di cipressi inquadrano nella
parte centrale un’ampia piscina, l’unica struttura comunitaria del
complesso.
La naturalità del luogo e il carattere artificialmente spontaneo del
costruito sono salvaguardate dalla circolazione veicolare: le
automobili si attestano in due parcheggi ai piedi dell’insediamento, e
le case si raggiungono tramite camminamenti pedonali che
inquadrano punti di vista sempre differenti. L’assoluta mancanza di
recinzioni, cancellate e muri divisori dà all’insieme un carattere di
gioiosa libertà anarchica, gelosamente custodita dagli abitanti. I
terrazzi e gli spazi aperti orientati sul belvedere, la bassa densità del
costruito e il controllo rigoroso delle introspezioni garantiscono un
adeguato livello di privacy.
Gli slittamenti, le sovrapposizioni e le rotazioni a ventaglio tra le
singole unità abitative sono regolate dalla maglia modulare quadrata
che ordina l’intero progetto.
Le murature in pietra locale affiorante dal calcestruzzo, realizzate in
maniera artigianale ma con un carattere di serialità tipico
dell’architettura industrializzata, si appoggiano sugli avvallamenti del
terreno dando luogo a un notevole slancio verticale degli edifici.
Più chiuse verso monte, le abitazioni sono aperte a mezzogiorno da
profondi tagli verticali da pavimento a soffitto, con serramenti in legno
dipinti di bianco e scuri a pacchetto di colore blu marino, che
conferiscono al complesso un intenso sapore mediterraneo.
I tagli d’angolo nelle logge e le finestre sovrapposte a formare delle
vetrate continue alte due livelli, declinano in maniera apparentemente
spontanea l’abaco degli elementi compositivi del complesso,
rompendo la composizione gerarchica dei prospetti.
Le gronde a filo facciata delle coperture piane in laterizio sono
rivestite da frontalini in lamiera con alette verticali di irrigidimento, che
le apparentano visivamente a strutture metalliche.
Le murature perimetrali mantengono il pietrame a vista anche negli
interni, accostate al cotto toscano delle pavimentazioni e al porfido
dei camminamenti esterni.
estratto da «architettiverona», 81, pp. 22-28
villa pederzoli, bardolino (1971)
Analogamente all’esempio di Murlongo, anche per questa villa posta
sulla sommità di una collina nell’entroterra di Bardolino, è il rapporto
con il paesaggio e la tensione verso il lago ad orientare il pensiero
progettuale di Mangiarotti.
La composizione della pianta è impostata sull’equilibrio dinamico dei
due assi ortogonali, all’intersezione dei quali si eleva il volume
murario del grande camino, che sembra ancorare l’edificio al terreno.
Gli sguardi orientati costantemente verso l’esterno, culminano nel
grande parallelepipedo vetrato del soggiorno a doppia altezza, a
sbalzo sul declivio in direzione del lago, con un virtuosismo
tecnologico che dà luogo ad una spazialità sospesa ed emozionante.
La continuità tra costruito e la natura circostante - all’epoca della
realizzazione un intonso uliveto, oggi una fitta lottizzazione – è
ottenuta senza alcun tentativo di mimesi: l’edificio è infatti
caratterizzato dall’intonaco bianco delle murature, dal ferro verniciato
di nero delle strutture e dalle ampie superfici vetrate dei serramenti
modulari: un “cubo di cristallo con le ali”.
concessionarie ex fiat, bussolengo (1976) e domegliara (1968)
Il considerevole corpus delle opere di Angelo Mangiarotti nel territorio
veronese annovera i fabbricati di due concessionarie d’autoveicoli, a
testimonianza della continua ricerca del maestro milanese nel campo
della progettazione per sistemi di edilizia industrializzata.
Il riferimento al sistema trilitico di pilastro-trave-tegolo viene infatti nel
corso degli anni costantemente affinato da Mangiarotti, che
indagando le possibilità costruttive ed espressive della
prefabbricazione con elementi in cemento armato precompresso
compone spazi ed elabora straordinari pezzi di design.
Il sistema costruttivo FM messo a punto nel 1964 per un edificio
industriale nel milanese e poi brevettato, viene utilizzato per la
Concessionaria Fiat di Domegliara nel 1968. Il tratto distintivo di
questo sistema è l’allungamento terminale del pilastro in forma di
capitello pentagonale, il che consente a parità di interasse di ridurre
la dimensione della trave facilitandone la trasportabilità; inoltre, il
profilo inclinato verso l’alto costituisce un invito che facilita le
operazioni di assemblaggio degli elementi. Il lato superiore del
capitello corrisponde alla larghezza del tegolo di copertura, ed è a
sua volta modulo della lunghezza della trave. La nervatura inferiore
del tegolo disegna l’intradosso degli spazi coperti, oltre a garantire
una superficie piana per il montaggio dei pannelli metallici dei
tamponamenti esterni.
L’edificio per la concessionaria di Bussolengo realizzato nel 1976
inaugura un nuovo sistema di elementi prefabbricati messo a punto
da Mangiarotti, la cui immagine è caratterizzata dal profilo ad Y
capovolta della trave. Come nel caso precedente, viene adottata una
soluzione con trave ribassata all’intradosso della copertura, segnata
dalle nervature dei tegoli larghi 2,5 metri alternati ai lucernari. La
maglia strutturale rettangolare di 10,60 x 20 metri prevede una
lunghezza della trave inferiore a quella del tegolo, e la particolare
conformazione del nodo trave-pilastro consente aggetti altrove
impensabili nell’edilizia industrializzata. L’evidenza espressiva della
sezione delle travi, poste in evidenza sul filo delle facciate di spina, è
segno di una leggerezza formale che corrisponde ad una effettiva,
dovuta alla riduzione degli spessori degli elementi costruttivi ottenuta
portando ai limiti le caratteristiche di resistenza del cemento
precompresso.
All’evidenza degli elementi strutturali e alla loro iterazione è affidato il
disegno delle facciate; ai tamponamenti, semplici pannellature
metalliche o vetrate, è affidato unicamente il ruolo di partizione tra
esterno ed interno.
In entrambi gli esempi illustrati, il riferimento al sistema trilitico è ben
lungi da qualsivoglia arcaismo: nella storia e nella memoria della
costruzione, Mangiarotti coglie l’essenza e la rimette nel circolo della
contemporaneità secondo i mezzi che gli sono propri.
estratto da «architettiverona», 82, pp. 54-61
biografia
ANGELO MANGIAROTTI nasce a Milano il 26 Febbraio 1921.
Nel 1948 si laurea in architettura al Politecnico della stessa città.
Negli anni 1953-1954 svolge attività professionale negli Stati Uniti
partecipando, tra l’altro, al concorso per il “LOOP” di Chicago.
Durante questo periodo di permanenza all’estero conosce Frank
Lloyd Wright, Walter Gropius, Mies van der Rohe e Konrad
Wachsmann.
Nel 1955 di ritorno dagli Stati Uniti, apre uno studio a Milano con
Bruno Morassuti fino al 1960.
Nel 1989 dà vita al Mangiarotti & Associates Office con sede a
Tokyo.
Dal 1986 al 1992 è art director della Colle Cristalleria.
Mangiarotti affianca all’attività professionale, le cui opere sono
pubblicate su libri, riviste specializzate e quotidiani, una intensa
attività didattica svolta nelle Università italiane ed estere. Nel 19531954 è visiting professor all’Institute of Design dell’Illinois Institute of
Tecnology a Chicago; nel 1963-1964 tiene un corso all’Istituto
Superiore di Disegno Industriale di Venezia; nel 1970 è visiting
professor all’University of Hawaii; nel 1974 all’Ecole Politecnique
Fédérale di Losanna, nel 1976 all’Univesity of Adelaide e al South
Australian Institute of Technology di Adelaide; nel 1982 è professore
a contratto presso la Facoltà di architettura di Palermo; nel 1983 è
professore supplente presso la cattedra di Composizione alla Facoltà
di Architettura di Firenze, nel 1989-90 è professore a contratto presso
la Facoltà di Architettura di Milano; nel 1997 è professore a contratto
presso il corso di laurea in Disegno Industriale della Facoltà di
Architettura del Politecnico di Milano. Tiene numerosi seminari e
conferenze a livello internazionale.
L’attività progettuale di Mangiarotti, i cui fondamenti teorici sono stati
espressi nel libro intitolato “In nome dell’architettura” pubblicato nel
1987, tende ad evidenziare le caratteristiche intrinseche di ogni
oggetto, in quanto solo una progettazione “oggettiva” è in grado di
evitare prevaricazioni nei confronti della propria utenza per diventare
invece riconoscibile collettivamente. Il linguaggio architettonico
diventa l’espressione di un nuovo rapporto tra uomo e ambiente,
mentre nell’attività di designer Mangiarotti riserva un ruolo molto
importante alla ricerca plastica. Obiettivo della sua ricerca, condotta
sempre nel rigoroso rispetto delle caratteristiche della materia, è la
definizione della forma dell’oggetto come qualità della materia.
L’attività progettuale è contrassegnata da numerosi riconoscimenti
sia nel campo del design che in quello delle costruzioni:
Premio Domus Formica (1956)
Premio In/Arch per la Lombardia (1962)
Primo Premio Nazionale del Golfo di La Spezia per l’Industrial Design
(1963)
Premio AIP-Associazione Italiana Prefabbricatori (1972)
Prix Européen de la Construction Métallique (1979)
Medaglia e diploma onorario alla III Biennale Mondiale di Architettura
di Sofia (1986)
Primo premio “Concorso Targa Alcan” (1989)
Menzione speciale Premio Nazionale In/Arch (1989)
Chiesa Mater Misericordiae – Baranzate, Milano (con B.Morassutti), 1957
Premio Design Plus per la collezione “Ergonomica” (1991)
Marble Architectural Awards (1994)
Compasso d’oro ADI alla carriera (1994)
Laurea “Honoris Causa” in Ingegneria - Facoltà di Architettura.
Technischen Universitat di Monaco (1998)
Medaglia d’oro categoria architettura - Accademia della Torre di
Carrara (1998)
Laurea “Honoris Causa” in Disegno Industriale - Facoltà di
Architettura. Politecnico di Milano (2002)
Medaglia d'oro di “Apostolo del Design” da Rima Editrice (2006)
Marble Architectural Awards 2007, menzione speciale
Mostre:
Chicago, mostra all'Illinois Institute of Tecnology. 1955
Firenze, mostra “La casa abitata”. 1965
Vienna, mostra all'Università di Architettura. 1965
Lubiana, mostra. 1966
Delft, mostra all'Università di Architettura. 1967
Losanna, mostra all'Università di Architettura. 1974
Milano, partecipazione alla mostra "Cinquanta anni di architettura
italiana dal 1928 al 1978". Organizzata da Domus e Comune di
Milano. Palazzo delle Stelline. 1979
Mostra “Progetti con l'oro”. Palazzo Strozzi, Firenze. Castello
Sforzesco, Milano. 1981
Genova, mostra presso la chiesa di Sant'Agostino. 1982
La Chaux de Fonds, “Exposition du vint-cinquieme anniverseire des
locaux du Club 44”. 1983
Parigi, mostra e conferenza al Centre George Pompidou. 1983
Edificio per abitazioni. Via Quadronno, Milano (con B.Morassutti), 1960
Chicago, mostra e conferenza all'Expo Center. 1983
Mostra e conferenza. Museo delle scienze di Oslo e museo di
Trondheim, 1985
Mostra di sculture in alabastro. Galleria Lorenzelli, Milano. Palazzo
dei Priori, Volterra. 1986
Milano, mostra di sculture in legno policromo presso la chiesa di San
Carpoforo. 1988
Los Angeles, mostra “The new Italian Stone Age”. California Museum
of Science and Industry. 1989
Firenze, mostra al Gift. Fortezza da basso. 1991
Mostra alla Facoltà di Architettura. Politecnico di Milano, 1991
Tokyo, partecipazione allla mostra “Abitare Italia”: 1991
Monaco di Baviera, mostra alla Technischen Universität. 1998
Carrara, mostra “IL DNA della scultura”. Organizzata da Comune di
Carrara e Internazionale Marmi e Macchine presso la Chiesa del
Suffragio. 1999
Venezia, mostra di sculture in acciaio. Organizzata da fondazione
Cini, isola di San Giorgio maggiore. 2001
Milano, mostra di sculture. Showroom Cappellini. 2001
Triennale di Milano, mostra sull'opera di Angelo Mangiarotti architettura, design, scultura. 2002
Padiglione per esposizioni alla Fiera del Mare. Genova, 1963
Mantova, mostra di sculture. Showroom Agape. 2002
Tokyo, conferenza e mostra sull'opera di Angelo Mangiarotti. GalleryMA. 2004
Pubblicazioni
Ichiro Kawahara, “Angelo Mangiarotti 1955-1964”, Seidoh-Sya
Publishing Co., Tokyo, 1964
Ichiro Kawahara et al., “Mangiarotti’s Sumptous World”, num.
monografico di Space Design, n.129, maggo 1975
Aa.Vv., “Angelo Mangiarotti Architect 1956-74”, num. monografico di
Space Design, n.10, ottobre 1978
Enrico D.Bona, “Angelo Mangiarotti: il processo del costruire", Electa,
Milano, 1980
T. Brantenberg, L. Opstad, F. Wildhagen, “Sammenhenger. Angelo
Mangiarotti”, catalogo della mostra, Kunstindustriemuseet, Oslo,
1985
Angelo Mangiarotti, M.Luchi, L.Bonesio, L.Magnani, “In nome
dell'architettura”, Jaca Book, Milano, 1987
Enrico D.Bona, “Mangiarotti”, Sagep, Genova, 1988
V. Fagone, M. Luchi, “Angelo Mangiarotti. Disegnare il cristallo”, Idea
Books, Milano, 1991
Marcus Nagel, “Angelo Mangiarotti: Lissone, Bussolengo, Turate”,
Institut für Tragkonstruktionen und konstruktives Entwerfen,
Universität Stuttgart, 1996
ADI (Associazione per il Disegno Industriale, delegazione del FriuliTavoli in pietra serena con incastro a gravità “Incas”, 1978
Venezia Giulia), “Angelo Mangiarotti e la cultura del design”,
Promosedia, Udine, 1996
Guido Nardi, “Angelo Mangiarotti”, Maggioli Editore, Rimini, 1997
Thomas Herzog, “Sistemi costruttivi di Angelo Mangiarotti”,
Technische Universität München, Monaco, 1998
Francois Burkhardt, “L'aspetto artistico nell'opera di Mangiarotti”,
Domus, n.807, settembre 1998, pp.104-110
Andrea Campioli, “Mangiarotti e Milano”, Domus, n.807, settembre
1998, pp.119-126
Luciano Caramel, “Il DNA della scultura. Angelo Mangiarotti”,
Internazionale Marmi e Macchine Carrara, 1999
Beppe Finessi, “Nel segno di Angelo Mangiarotti”, Abitare, n.403,
febbraio 2001, pp.60-67
Beppe Finessi, “su Mangiarotti - architettura, design, scultura”,
Abitare Segesta Cataloghi, 2002
S. Annichiarico, “Maestri. Design italiano. Collezione Permanente
Triennale di Milano”, pag.84-89, Editions Snoeck, 2003
Toto - Gallery MA, “Angelo Mangiarotti, un percorso-MA -un
incontro”, catalogo della mostra, Tokyo, 2004
Scultura in marmo bianco “Divenire 2003”, 2003
Axis, n.12, dicembre 2004, pp.2-7, “Angelo Mangiarotti” cover
interview
Aa.Vv., “Maestri del Design. Castiglioni, Magistretti, Mangiarotti,
Mendini, Sottsass”, Bruno Mondadori, 2005