Prima Scheda, inizio del Pellegrinaggio: TORTOSA

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Prima Scheda, inizio del Pellegrinaggio: TORTOSA
SCHED
A
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TORTOSA
“Tutto inizia......
Il nostro punto di partenza: TORTOSA
Tortosa fu lo scenario della vita e del lavoro di Enrico de Ossó
durante quarant’anni. La sua attività apostolica nacque dai
problemi e dalle necessità che conobbe in quel posto.
Alcuni dei luoghi che vi possiamo trovare furono fondamentali nella vita
di Enrico de Ossó, l’Arciconfraternita delle Figlie di Maria e Santa Teresa
di Gesù (oggi MTA) e la Compagnia di Santa Teresa di Gesù. Camminare
per le strade di questa città ci invita alla riverenza, alla profondità e
all’entusiasmo. Sono luoghi dove Enrico de Ossó amò, consolò, animò,
lottò, divenne santo.
Enrico iniziò in questo luogo i suoi primi passi come sacerdote, come
apostolo e come teresiano. Possiamo dire quindi che Tortosa è un luogo
che ci parla di inizi, di prime pietre, del fondamento del sogno e progetto
teresiano che cominciò con la vita e vocazione di Enrico de Ossó. Ma che
si va prolungando nella vita e nella vocazione di ogni teresiano e teresiana
sparsi nel mondo.
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INIZIAMO IL NOSTRO PELLEGRINAGGIO
INTERIORE
Leggi questo invito e lasciati suggerire …
“Potremmo pensare a fare un pellegrinaggio. Questo
suggerimento radica nella convinzione che il Castello
Interiore è un pellegrinaggio interiore.
I pellegrinaggi portano a luoghi sacri dove si trovano
l’umano e il divino. Ognuno di noi ha i suoi luoghi sacri
che possono convertirsi in centri di pellegrinaggio. Posso
visitare il mio luogo di nascita o i luoghi di nascita di
persone a me care o significative nella mia vita. Le
tombe dei familiari sono luoghi sacri. Il sacramento del
matrimonio e i Voti della Vita religiosa sono associati a
luoghi sacri. Ricordi di infanzia, luoghi di preghiera e
luoghi dove la presenza di Dio è stata sperimentata in
profondità possono essere traguardo di un
pellegrinaggio.
Esco da casa, chiudo la porta a tutto quello che mi è
familiare e cammino verso un luogo dove sono aperto
ancora una volta al tocco di Dio. La distanza che percorro
non è importante. Sono in pellegrinaggio e ogni
pellegrinaggio è un’apertura al medesimo centro.
Teresa di Gesù pone questo centro dentro di noi, dove
troviamo Dio e arriviamo a conoscere pienamente noi
stessi”.
John Welch, Peregrinos espirituales. C. Jung y Teresa de
Jesús, p. 86.
Con questa intenzionalità ti proponiamo di percorrere la PRIMA TAPPA
del cammino: prendendo la decisione di vivere questo percorso come
un’APERTURA AL CENTRO. Ma per raggiungere ciò la domanda che ti
accompagnerà durante questa giornata è: DOVE SONO?, in quale
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direzione va la mia vita in questo momento? Cosa è importante,
significativo per me, cosa mi occupa, mi preoccupa …?
Prima di tutto dedica un tempo – tu stesso valuterai di quanto ne hai
bisogno – per definire la motivazione principale ad iniziare il cammino:
COSA TI ATTIRA DI QUESTA AVVENTURA.
Possono essere motivazioni molto diverse. Vedi se qualcuna delle
seguenti può servirti per identificarla:
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
… perché cerchi sentirti “famiglia e in cammino con altri”
… perché vuoi dedicare un tempo per aver cura di te
… perché vuoi lasciarti ispirare da Teresa di Gesù e Enrico de Ossó
… perché cerchi di entrare in contatto con te stesso
… perché hai sete di qualcosa di più
… perché non ti convince del tutto la vita che porti
…in realtà non lo so
… perché …
I materiali e le proposte che ti offriamo in questa SCHEDA 1 possono
aiutarti a chiarificare la tua motivazione; speriamo che ti aiutino e destino
in te il desiderio di questa avventura dello spirito che ti proponiamo.
Una cosa è chiara: Teresa di Gesù e Enrico de Ossó saranno le nostre guide
e compagni nel cammino. Attraverso l’esperienza che ci arriva dai loro
testi, potremo man mano familiarizzarci con loro e soprattutto, potremo
lasciar illuminare la nostra.
 La PAROLA che ti dà alimento e forza per questo tratto … L’unica
cosa che devi fare è leggere, accogliere e lasciar che susciti in te
qualcosa ciascuna delle parole che selezioniamo per dare inizio. La
chiave comune a ognuna di esse è quella di metterci in contatto
col cammino di ricerca e di vocazione che tanto Enrico come Teresa
hanno vissuto. Se ti suggeriscono di scrivere la tua parola in
dialogo con quelle, avanti!
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GESÚ ci convoca …
Con chi vuoi fare questo cammino?
I due discepoli lo sentirono dire questo e seguirono Gesù. Gesù si voltò e,
nel vedere che lo seguivano, chiese loro:
- «Cosa cercate?»
- Gli risposero: «Rabbí (che significa Maestro), dove abiti»
Gesù disse loro: «Venite e vedete» Andarono, videro dove abitava e
rimasero con lui quel giorno. Erano circa le quattro del pomeriggio. (Gv
1, 37–40)
TERESA ci ispira...
Che domande ti possono accompagnare durante questo tempo?
 “Senza di Voi, che cosa sono io, Signore? Se non sono unita a Voi, che
cosa valgo? Se mi allontano, sia pur poco, dalla Maestà Vostra, dove
vado a finire?” (Pensieri sull’amore di Dio 4,8).
Per affacciarti ad alcuni momenti significativi dei “principi di Teresa”:
 I miei fratelli, dunque, non mi intralciavano in nulla per distogliermi dal
servire Dio. Ne avevo uno quasi della mia età, con il quale mi mettevo
spesso a leggere le vite dei santi; era quello che più amavo, sebbene
provassi grande amore per tutti, come tutti lo provavano per me. Nel
vedere i martirii che le sante avevano sofferto per Dio, mi sembrava che
comprassero molto a buon mercato la grazia di andare a godere di lui, e
desideravo ardentemente morire anch’io come loro, non già per l’amore
che mi sembrava di portargli, ma per godere presto dei grandi beni che
leggevo esservi in cielo. E stando insieme con questo mio fratello,
entrambi cercavamo di scoprire che mezzo potesse esserci a tal fine.
Progettavamo, così, di andarcene nella terra dei mori, a mendicare per
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amore di Dio, nella speranza che là ci decapitassero. Credo che il Signore
ci avrebbe dato il coraggio, in così tenera età, di attuare il nostro
desiderio, se ne avessimo avuto i mezzi, sennonché l’aver genitori ci
sembrava il più grande ostacolo. Ci impressionava molto nelle nostre
letture l’affermazione che pena e gloria sarebbero durate per sempre. Ci
accadeva, pertanto, di passare molto tempo a parlare di quest’argomento
e godevamo di ripetere molte volte: sempre, sempre, sempre! Nel
pronunciare a lungo tale parola, piacque al Signore che mi restasse
impresso nell’anima, fin dall’infanzia, il cammino della verità.
Da quando capii che era impossibile andare dove mi uccidessero per il mio
Dio, decidemmo, con mio fratello, di fare gli eremiti; e in un grande orto
della casa ci adoperavamo, come potevamo, a costruire eremi, servendoci
di piccole pietre, che poi cadevano a terra. E così non trovavamo nessun
espediente che fosse di aiuto al nostro desiderio; ora mi sento piena di
devozione pensando come Dio mi avesse concesso così presto ciò che ebbi
poi a perdere per colpa mia. (Vita 1,4–5)
 Quando vestii l’abito, subito il Signore mi fece capire quanto favorisca
coloro che si fanno forza per servirlo. Nessuno, però, sospettava tanta
lotta in me, in cui si vedeva solo una incrollabile risoluzione. Subito fui così
felice d’aver abbracciato la vita monastica, che tale gioia non mi è mai
venuta meno fino ad oggi, perché Dio cambiò l’aridità della mia anima in
grandissima tenerezza. Mi davano molta gioia tutte le pratiche della vita
religiosa; è bensì vero che a volte mi accadeva di spazzare in ore che prima
ero solita occupare nel fare sfoggio di ornamenti, ma appunto
ricordandomi che ero ormai libera da tutto ciò, provavo una gioia
sconosciuta tale che me ne stupivo e non riuscivo a capire da dove
provenisse. Quando ripenso a questo, non c’è cosa che mi si possa
presentare, per quanto difficile sia, che esiterei ad affrontare. Perché
ormai so, avendone fatto esperienza in molti casi, che se mi sforzo, in
principio, di prendere la decisione di fare una cosa (giacché, essendo in
onore di Dio, fino dal principio egli vuole – per nostro maggior merito –
che l’anima provi quello sgomento, e quanto più grande esso sia, tanto
maggiore e più dolcemente gradito, se si riesce a vincerlo, sarà, dopo, il
premio), anche in questa vita Sua Maestà mi dà la ricompensa con tali
doni che solo chi ne gode può saper valutare. Di questo ho fatto
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esperienza, come ho detto, e anche in cose molto gravi; pertanto, non
consiglierei mai – se fossi persona capace di dar consigli – che, di fronte
all’insistenza di una buona ispirazione, si tralasci di seguirla per paura: se
si agisce chiaramente soltanto per Dio non c’è da temere alcun danno,
essendo egli onnipotente. Sia per sempre benedetto! Amen. (Vita 4,2)
 In questo tempo mi giunse notizia dei danni e delle stragi che avevano
fatto in Francia i luterani e di quanto andasse aumentando questa
malaugurata setta. Ne provai gran dolore e, come se io potessi o fossi
qualcosa, piangevo con il Signore e lo supplicavo di porre rimedio a tanto
male. Mi sembrava che avrei dato mille volte la vita per salvare una fra le
molte anime che là si perdevano. Ma, vedendomi donna e dappoco,
nonché incapace a essere utile in ciò che avrei voluto a servizio del Signore,
poiché tutta la mia ansia era, come lo è tuttora, che avendo egli tanti
nemici e così pochi amici, decisi di fare quel poco che dipendeva da me.
Decisi cioè di seguire i precetti evangelici con tutta la perfezione possibile
e di adoperarmi perché queste religiose che son qui facessero lo stesso.
Fiduciosa nella grande bontà di Dio, che aiuta sempre chi decide di lasciar
tutto per amor suo, pensai che, essendo tali le mie consorelle come io le
avevo immaginate nei miei desideri, le loro virtù avrebbero compensato i
miei difetti e così io avrei potuto contentare in qualche cosa il Signore;
infine pensavo che, tutte dedite alla preghiera per i difensori della Chiesa,
per i predicatori e per i teologi che la sostengono, avremmo aiutato come
meglio si poteva questo mio Signore, così perseguitato da coloro che ha
tanto beneficato, da sembrare che questi traditori lo vogliano crocifiggere
di nuovo e che egli non abbia dove posare il capo. (Cammino 1,2)
ENRICO ci ispira…
Le parole di Enrico sono la guida migliore per questa tappa del cammino:
ci interpellano, ci animano, ci orientano nella giusta direzione “verso il
centro”.
“Cosa dici di te stesso, fratello mio? In quanto ti stimi? Quanto
vali?
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In quello che valiamo, in questo non ci stimiamo. E nelle cose che
non hanno vero merito, per quelle ci giudichiamo e ci
apprezziamo. Per la nostra disgrazia scompigliamo tutto.
Fondiamo il nostro valere in pagliuzze che il vento si porta, in
banalità e in giochi da bambini. Ci giudichiamo grandi, degni di
considerazione perché abbiamo ricchezze, buon nome, potere,
popolarità, bellezza, buon apparire, buon parlare, scienza, doni di
natura … che la maggior parte non sono in noi, ma fuori di noi.
E non è questo ciò per cui dobbiamo stimarci e misurare il nostro
valere, ma per la dignità di essere figli di Dio, partecipi della sua
natura.
Con quanta ragione dobbiamo esclamare con Teresa di Gesù:
Capitevi, o figli degli uomini! Fino a quando correrete dietro alla
menzogna? Tornate, tornate in voi! Aprite gli occhi!
Dio ci ha dato un invincibile desiderio di felicità come mezzo per
attirarci a Sé. E ci buttiamo alla ricerca di illusioni che
costantemente ingannano il nostro desiderio. Cosa accade, che
percorriamo un cammino opposto a quello che conduce a
ottenere ciò che desideriamo? Vuol dire che non riflettiamo
seriamente nel nostro cuore e cerchiamo la felicità dove non c’è o
dove essa non può stare.
Nonostante ti piaccia salire verso l’alto, ti fermi a metà strada e
rimani piccolo, perché non hai l’aiuto che ti porti fino al punto
sublime dove puoi arrivare. Oggi voglio aiutarti, fratello, a elevarti
e a ingrandirti, Ti amo con amore appassionato e desidero vederti
grande, molto grande.
Immagine e somiglianza di Dio sei tu, che ti ammiri e ti meravigli
delle alture dei cieli, delle profondità dell’abisso e della
magnificenza del creato e non entri dentro te stesso. Sei degno di
Dio, capace di vedere, amare e godere di Dio. Dilata, dunque i seni
della tua anima ed entra in te.
Perché ti amo sinceramente, perché conosco che la mancanza di
preghiera è la causa fondamentale del nostro male e so che il
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rimedio più facile e più efficace per sanare, a portata di tutti, è la
preghiera, non mi stancherò di ripeterti le raccomandazioni di mia
madre Santa Teresa di Gesù: Pregate, pregate, perché tutto si può
ottenere con la preghiera.
Teresa di Gesù, aiuta la nostra miseria e intercedi per noi davanti
alla divina misericordia, perché ci dia un po’ della sua gioia e
distribuisca tra noi quella chiara conoscenza che tu hai, affinché
possiamo capire la grande dignità e bellezza dell’anima; poiché
che confusione e pietà non potere, per nostra colpa, intendere noi
stessi e conoscere chi siamo! Amen”.
“...la fonte d’acqua viva …”
Sicuramente la preghiera non è una novità nella tua vita, e
sei di quelli che hanno già iniziato da tempo il cammino …. O
talvolta questo può essere un inizio per te. In ogni caso, sempre siamo
invitati a visitare la prima “mansione”, come ci direbbe Teresa di Gesù.
Perciò, per questo tempo, il nostro suggerimento è di tornare a prendere
coscienza che la preghiera è “la porta per entrate nel nostro castello
interiore”. Suggeriamo di prestare speciale attenzione a ciò che possono
significare quei “15 minuti”!! della tua giornata dedicati al “rapporto di
amicizia”. E che essi siano canale principale dell’incontro con te stesso per
prendere coscienza di DOVE SEI, in dialogo e in presenza dell’Amico che
ti accompagna.
L’ obiettivo è:
 Entrare in contatto con noi stessi e con le nostre motivazioni
 Uscire da se stessi e aprirsi a Dio sperimentando la sua presenza.
 Realizzare l’atto di fede in Qualcuno presente e reale.
Per questo:
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PRESTARE ATTENZIONE NELLA VITA QUOTIDIANA …
Ti invitiamo a vivere consapevolmente in questa tappa, prestando
attenzione a ciò che ti attira del modo di vivere di altre persone,
inserendo anche qui Enrico e Teresa, partendo da ciò che suscita
in te la lettura dei loro testi. Pure la vita di persone concrete che
conosci, che ti sono vicine, con cui condividi “spazi comuni”
(lavoro, casa, quartiere, comunità …).
PROPOSTA DI PREGHIERA
Dedicherai 15 minuti del giorno semplicemente a fermarti,
riconoscerti e riconoscere QUALCUNO che è nella tua vita, nella
storia, con te.
Dare inizio a un “rapporto di amicizia” richiede “relazione”,
consapevolezza che l’altro esiste come un Tu, che è lì e che vuole
rapportarsi personalmente con te. Conta sulla tua libertà, da te
dipende metterti a tiro per questa relazione, ASCOLTARE
QUALCUNO che chiama e APRIRE la porta almeno qualche minuto
al giorno.
Se ti può servire che ti guidino inizialmente i primi passi …
1. Scegli un momento della giornata che ti permetta di stare 15
minuti da solo, tranquillo.
2. Scegli un luogo silenzioso: la tua camera, una chiesa, il
soggiorno …
3. Fermati, rilassati un momento, prendi coscienza di te: del tuo
corpo (se è stanco, teso, se ti senti a tuo agio …), del tuo stato
emotivo (ricupera i sentimenti di fondo che ti distendono);
prendi coscienza della tua fretta, dei tuoi impegni, le tue
preoccupazioni … respira profondamente. Sei presente a te
stesso. Chiudi gli occhi.
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4. Immagina che sei davanti a QUALCUNO, a Dio. Non sei solo:
riconoscilo in questo momento profondo di fiducia, di
abbandono, di pace. Qualcuno è presente qui, dove sei tu, con
te. Lascia che i tuoi sentimenti e il tuo fondo più personale si
espandano e si mostrino davanti a questa presenza.
5. Apri le mani e ripeti adagio, mettendo vita nelle tue parole:
“Sono qui, sei qui, credo in Te”; “Confido in Te, non mi
abbandonare”; “Tu mi conosci e mi sostieni”.
6. Immagina come Egli ti guarda, un istante, solo uno sguardo: le
tue mani, i tuoi occhi, il tuo lavoro, le tue relazioni ….
7. Respira di nuovo e in ogni respiro renditi cosciente che Dio
entra nella tua vita, sta con te, ti chiama, è un Tu più reale di
te stesso.
8. Apri gli occhi adagio. Ringrazia di questa Presenza; la tua
coscienza e la tua vita sono davanti a Dio e rimane la certezza
che non vivi solo, che la tua vita e te stesso siete “abitati”.
PER L’INCONTRO CON ALTRI “PELLEGRINI”
In questo pellegrinare siamo in molti, andiamo in gruppo,
formando comunità, Famiglia Teresiana. Ogni tappa avrà il suo spazio
dove, intorno a un falò, potremo condividere e celebrare i nostri percorsi.
Il suggerimento è che in ogni spazio teresiano (scuole, comunità,
parrocchie …) possiamo CONVOCARCI per CELEBRARE insieme questa
prima tappa del cammino. Proponiamo una SERATA FESTIVA in cui
condividere parole, mensa e festa.
E per il nostro “falò virtuale”, dove ci uniremo tutti i pellegrini teresiani
del mondo, vi invitiamo a inviarci una foto dell’incontro a questo indirizzo:
[email protected] o a pubblicarla voi stessi in
Facebook EnTer15.
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Ora, seguendo il consiglio di persone a cui devo obbedienza,
scriverò qualcosa di ciò che il Signore mi rivela circa il
significato racchiuso nelle parole di cui la mia anima gode
tanto, e questo ai fini del cammino dell’orazione …(Pensieri
sull’amore di Dio. Prol. 3)
Raccogliere l’esperienza vissuta ha come finalità poter nominare,
riconoscere e ringraziare per quello che ci viene regalato durante il
cammino. Questo diario è per te il tuo “diario del pellegrino”.
Ti può ispirare nuovamente il modo di procedere di Teresa di Gesù: “Dico
quello che mi sembra verità avere sentito”. (CC-1a,38)
Alcune domande che ti possono aiutare:
o Quale novità mi arriva o vado scoprendo?
o Quali inviti ricevo per continuare addentrandomi in questo
cammino?
COMMISSIONE GENERALE DEL V CENTENARIO
Famiglia Teresiana di Enrico de Ossó
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