In Cammino verso Montserrat

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In Cammino verso Montserrat
SCHEDA
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MONTSERRAT
“E’ tempo di camminare …”
Il nostro cammino di crescita: MONTSERRAT
Montserrat è un massiccio roccioso tradizionalmente considerato il monte
più importante e significativo della Catalogna. La parola mont significa
monte e Serrat significa serrado in catalano. La provenienza del nome nasce
dalla sua peculiare morfologia “asserrata”.
In piena montagna si trova il santuario e monastero benedettino dedicato alla Madonna di
Montserrat, nota popolarmente come “La Moreneta” per il colore scuro dell’immagine.
La mediazione di Maria di Montserrat nell’incontro e sequela di Enrico a Gesù appare già da
molto giovane. A questa montagna e alla Madonna di Montserrat sono associati momenti
molto significativi nella vita di Enrico e delle sue opere teresiane.
A Montserrat trovò la sua vocazione, celebrò la sua prima Messa, celebrò i suoi anniversari.
A Montserrat salì ripetute volte con le sue teresiane della Compagnia, dell’Arciconfraternita.
Alla Moreneta consacrò la Compagnia e a Lei andarono a chiedere la benedizione le sorelle
inviate oltre i mari … A Montserrat si concluse quel Pellegrinaggio teresiano a Alba e Avila,
dove nacque la Fraternità Teresiana Universale. Lì scrisse per la prima volta il Piano dei
Missionari Teresiani. A motivo del III Centenario della morte di Santa Teresa ebbe luogo a
Montserrat il grande Pellegrinaggio Teresiano delle Figlie di Maria Immacolata e Santa
Teresa di Gesù per inaugurare l’altare di Santa Teresa nella cattedrale delle montagne.
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https://www.youtube.com/watch?v=pLduGcjdIaY
https://www.youtube.com/watch?v=IO45Y7vqg-Q
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PROSEGUIAMO il nostro PELLEGRINAGGIO INTERIORE
Leggi questo invito e lasciati suggerire...
Uno dei più grandi teologi del recente secolo XX, il gesuita tedesco Karl
Rahner, è autore di una nota frase categorica e, fino ad un certo punto
inquietante: “Il cristiano del secolo XXI o sarà mistico o non sarà
(cristiano)”.
L’esperienza di Dio che Rhaner prospetta come ineludibile per il
cristiano di oggi, che lui chiama “mistica”, non consiste in lunghe ore
di orazione o contemplazione, né in episodi straordinari lontani dalla
sensibilità quotidiana, né in visioni o speciali rivelazioni …
Si tratta di qualcosa di più semplice: della capacità, della sensibilità
per incontrare Dio per captare il suo linguaggio, per sentire la sua
presenza e lavoro amorevoli, nella vita quotidiana. Detto in altro
modo, si tratta della necessità che i cristiani di oggi uniscano la loro
esperienza di Dio, il loro linguaggio su Dio, la fede... alle esperienze più
quotidiane della vita.
Questo tipo di mistica che qualcuno ha chiamato “mistica orizzontale”
è proprio il contrario dell’esotico: è toccare, vivere, scoprire il Dio che
sta palpitando con presenza certa e amore sviscerato, nelle mille cose
e persone che conformano la mia vita quotidiana. Quello di cui ci
avverte Rhaner è che se noi svincoliamo Dio dalla nostra vita
quotidiana, resteremo senza Dio e solo se lo scopriamo, gli parliamo lo
amiamo nei fatti quotidiani, nelle preoccupazioni che ci assillano, con il
linguaggio di ogni giorno … potremo essere credenti in questo tempo.
Non ci si invita quindi ad allontanarci a qualche deserto per scoprire
là Dio e stare tranquillamente senza problemi, senza dispiaceri …, ci si
chiama, al contrario, ad approfondire il quotidiano, a cercare Dio nel
chiasso di una vita che forse non è quella che noi vorremmo, ma è
quella. Si tratta dunque di una mistica che dal cuore di Dio ci
restituisce il mondo per vivere ed agire in esso secondo il battito
misericordioso di Dio.
Darío Mollá, sj. ¿Es posible la experiencia de Dios hoy?
Con questa proposta ti invitiamo a continuare il nostro pellegrinaggio nella SECONDA
TAPPA DEL CAMMINO: imparando a mettere in dialogo quello che vivi con quello che sei
chiamato/a a vivere, come Enrico cammino di Montserrat.
Dalla visione teresiana sei invitato/a a CONOSCERE E A PERCORRERE IL TUO CASTELLO
INTERIORE, a conoscere la grande bellezza e la grande capacità, e al contrario quello che
perdi “quando non procuriamo di sapere chi siamo, per fermarci solo ai nostri corpi. Sì,
sappiamo di avere un'anima, perché l'abbiamo sentito e perché ce l'insegna la fede, ma così
all'ingrosso, tanto vero che ben poche volte pensiamo alle ricchezze che sono in lei, alla sua
grande eccellenza e a Colui che in essa abita” (1M 1,2).
In questa fase è importante porsi domande su Dio: in che modo è presente nella tua vita?
Come vivi la sua presenza? Come senti o riconosci Dio? ... La chiave fondamentale sarà quella
di nominare il Dio reale che vivi e non Quello in cui credi ideologicamente. Per questo la
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domanda più importante che ti accompagnerà nel cammino verso Montserrat è COME VIVO
IL DIO CHE MI ABITA?
Nel cammino a Montserrat ti incoraggiamo a continuare ad addentrarti nel pellegrinaggio
attraverso: letture, incontri, esperienze, proposte di preghiera; e a RENDERTI
CONSAPEVOLE che DIO TI TROVA DOVE SEI E SEMPRE TI SORPRENDE. Un Dio che entra in
comunicazione con la persona, desideroso di donarsi, che “ama che non si ponga limite alle
sue opere.” (1M 1, 4)
Percorrere il tuo castello interiore suppone in questa fase:
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… porre nome a sentimenti, emozioni, stati d’animo, pensieri ... e riconoscere come
influiscono in te
… mettere un nome a tutto quello che ti logora, ti toglie energie, ti fa vivere fuori di
te
… riconoscere dove stanno i tuoi punti di appoggio, di sicurezza, di fiducia …
… conoscere le capacità che hai in te
… ascoltare e dar nome ai desideri che ti muovono
… riconoscere la storia vissuta e come Dio si è fatto presente in essa
… riconoscere il passo di Dio nel mondo attuale, nei suoi conflitti, contraddizioni,
sfide.
… identificare le mediazioni di cui Dio si è valso per ricondurti a Lui.
… avere uno sguardo critico sul tuo modo di vivere.
I materiali e le proposte che ti offriamo in questa SCHEDA 2 ti possono aiutare a prendere
coscienza di ciò che vivi e sperimenti, ad aguzzare i sensi per scoprire il Dio vivo fra noi.
Teresa di Gesù ed Enrico de Ossó continueranno ad essere le nostre guide e compagni nel
cammino. E in questo tratto in particolare Maria nostra Madre ci aspetta per darci la sua
benedizione e continuare il nostro itinerario.
 La PAROLA che ti alimenta e dà la forza per continuare… Ti offrirà anche maggiore
lucidità per guardare e nominare la realtà della tua vita. Entra in contatto con essa
e permetti al Signore di agire.
GESÙ ci accompagna ...
Non sentivamo ardere il nostro cuore?
In quello stesso giorno due di loro erano in cammino per un villaggio distante circa
sette miglia da Gerusalemme, di nome Emmaus, e conversavano di tutto quello che era
accaduto. Mentre discorrevano e discutevano insieme, Gesù in persona si accostò e camminava
con loro.
Ed egli disse loro: «Sciocchi e tardi di cuore nel credere alla parola dei profeti! Non
bisognava che il Cristo sopportasse queste sofferenze per entrare nella sua gloria?». E
cominciando da Mosè e da tutti i profeti spiegò loro in tutte le Scritture ciò che si riferiva a lui.
Quando furono vicini al villaggio dove erano diretti, egli fece come se dovesse andare più
lontano. Ma essi insistettero: «Resta con noi perché si fa sera e il giorno già volge al declino».
Egli entrò per rimanere con loro. Quando fu a tavola con loro, prese il pane, disse la
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benedizione, lo spezzò e lo diede loro. Allora si aprirono loro gli occhi e lo riconobbero. Ma lui
sparì dalla loro vista. Ed essi si dissero l'un l'altro: «Non ci ardeva forse il cuore nel petto
mentre conversava con noi lungo il cammino, quando ci spiegava le Scritture?».
(Luca 24: 13-17.25-32)
TERESA ci ispira…
Per constatare la nostra verità, per farci camminare verso l’umiltà e guardare
criticamente il nostro modo di vivere
 Infatti, che mi gioverebbe starmene profondamente raccolta in solitudine, occupata in atti
virtuosi innanzi a Dio, proponendo e promettendo di far meraviglie in suo servizio, se poi,
uscendo di là, facessi, al presentarsi di un'occasione, tutto il contrario di come ho promesso?
(M VII. 4,7)
 Impariamo da ciò, sorelle, che per conformarci in qualche cosa al nostro Sposo e Dio,
occorre che ci studiamo di comportarci sempre con verità. Non dico soltanto che non si debba
mentire: in ciò, grazie a Dio, vi vedo così guardinghe che in queste case non si dice bugia per
nessuna cosa del mondo; ma che camminiamo nella verità innanzi a Dio e innanzi agli uomini
in tutte le circostanze possibili, specialmente col non volere che ci ritengano più di quello che
siamo, e con dare a Dio quello che è di Dio, e a noi quello che è nostro nelle opere che facciamo.
Cerchiamo di metterci ovunque nella verità, e non faremo tanta stima di questo mondo che è
tutto menzogna e bugia, e che appunto perché tale non può essere durevole. (M VI. 10, 6)
Anche se i giorni in cui mi trattenni lì furono pochi, in virtù di quanto operavano nel mio
cuore le parole di Dio, lette o ascoltate, e la buona compagnia, riuscii man mano a capire la
verità delle cose che mi colpivano da bambina, cioè il nulla del tutto, la vanità del mondo, la
brevità della vita, e a temere, se fossi morta, di andare a finire nell’inferno. E sebbene la mia
volontà non fosse ancora incline allo stato monacale, capii ch’era lo stato migliore e più sicuro;
pertanto, a poco a poco, mi confermai nella decisione di abbracciarlo.
Trascorsi tre mesi in questa lotta, incoraggiando me stessa con questo ragionamento: le
fatiche e la sofferenza della vita religiosa non potevano superare le pene del purgatorio e,
avendo io ben meritato l’inferno, non era poi molto vivere come in purgatorio, tanto più che,
dopo, sarei andata diritta in cielo, e questo era il mio desiderio. Così, in tale slancio ad
abbracciare uno stato, mi sembra che a spingermi fosse più un timore servile che l’amore. Il
demonio mi insinuava, per dissuadermi, l’impossibilità di sopportare i disagi della vita
religiosa, delicata com’ero. Da ciò mi difendevo ricordando le pene sofferte da Cristo, di fronte
alle quali non era gran cosa che io soffrissi un poco per lui. Dovevo certo anche pensare – ma di
quest’ultima riflessione non mi ricordo – ch’egli mi avrebbe aiutato a sopportare tali pene. In
quei giorni fui assalita da molte tentazioni. (Vita 3, 5-6)
Per scoprire le mediazioni di cui Dio si serve per avvicinarci a Sé.
 Cominciando, così a gustare la buona e santa compagnia di questa monaca, godevo di
sentirla parlare così bene di Dio, perché era una grande santa, molto saggia; credo che la gioia
di ascoltare tali discorsi non mi sia mai venuta meno. Prese a raccontarmi come ella fosse
giunta a farsi monaca soltanto per aver letto ciò che dice il Vangelo: Molti sono i chiamati, ma
pochi gli eletti. Mi parlava del premio che il Signore concede a coloro che lasciano tutto per lui.
Questa buona compagnia cominciò a sradicare da me le abitudini create dalle cattive
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compagnie, a ricondurre il mio pensiero a desideri di cose eterne e ad annullare in parte la
grande avversione che avevo per la vita del chiostro, divenuta, anzi, grandissima. Così, se
vedevo qualcuna versare lacrime quando pregava, o dare altri segni di virtù, ne avevo grande
invidia, perché il mio cuore era così duro a questo riguardo che, se avessi letto tutta la
passione, non avrei versato una lacrima; e ciò mi faceva soffrire. (Vita 3, 1)
Per portare Dio nella vita quotidiana e scoprire la sua presenza in tutte le cose.
Pertanto, la signoria vostra, signore, non cerchi altra strada, anche se si trova all’apice della
contemplazione; per tale cammino non correrà rischi. Questo nostro Signore è la fonte di ogni
nostro bene. Egli c’indicherà la strada; guardando alla sua vita, vi troveremo un modello senza
uguali. Che vogliamo di più di un così fedele amico al nostro fianco, che non ci abbandonerà
nelle sventure e nelle tribolazioni, come fanno quelli del mondo? Fortunato colui che lo amerà
sinceramente e lo avrà sempre vicino a sé! (Vita 22 6-7)
 Se vi abituerete a tenervelo vicino, se egli vedrà che lo fate con amore e che vi adoperate a
contentarlo, non potrete, come suol dirsi, togliervelo d’attorno; vi assisterà sempre; vi aiuterà
in tutte le vostre difficoltà; l’avrete con voi dappertutto. Credete che sia poca cosa aver sempre
al fianco un tale amico? (Cammino 26,1)
 Essendosi avvicinate all'appartamento di Sua Maestà, ne sentono gli inviti e capiscono di
aver in Lui un buon vicinante, grande in bontà e misericordia. Siamo ancora ingolfati negli
affari, nei passatempi, nei piaceri e nelle distrazioni mondane; e siccome fra bestie tanto
velenose, pericolose e insidiose, fa quasi meraviglia non inciampare e cadere, cadiamo ancora
nei peccati e poi ci rialziamo. Eppure questo nostro Signore vede tanto volentieri che noi
l'amiamo e ne cerchiamo la compagnia, che non lascia di quando in quando di chiamarci
perché andiamo a Lui. (M II. 2).
 Mi è accaduto all’inizio di essere vittima di una grave ignoranza, non sapere, cioè, che Dio è
in tutte le cose e, poiché mi sembrava che mi stesse molto vicino, lo ritenevo impossibile.
Eppure non potevo rinunciare a credere che stesse lì, perché mi sembrava di aver visto
chiaramente la sua presenza. Quelli che non erano istruiti mi dicevano che vi era soltanto con
la sua grazia. Ma non potevo convincermene perché, ripeto, mi pareva che fosse proprio
presente, e questo dubbio mi dava pena. (Vita 18,15)
Per scoprire il passo del Signore nelle realtà più dure e contraddittorie del nostro
mondo attuale e permettere che da esse Egli ci parli.
 Venne a farmi visita un frate francescano, il cui nome era Alonso Maldonado, gran servo di
Dio, che aveva i miei stessi desideri circa il bene delle anime e poteva metterli in pratica, cosa
che gli invidiavo molto. Era arrivato recentemente dalle Indie. Cominciò a raccontarmi dei
molti milioni di anime che lì si perdevano per mancanza di istruzione religiosa, ci fece una
predica con un’esortazione che ci animava alla penitenza, e poi se ne andò. Rimasi così afflitta
per la perdita di tante anime da sentirmi fuori di me. Me ne andai, sciogliendomi in lacrime, in
un romitorio: invocavo nostro Signore supplicandolo di darmi il mezzo per poter far qualcosa
per guadagnare anime al suo servizio, poiché tante gliene portava via il demonio, e concedermi
di operare un po’ di bene con la preghiera, visto che io non sapevo far altro. Invidiavo molto
coloro che per amore di nostro Signore potevano dedicarsi alle missioni, anche a costo di
affrontare mille morti: mi accade infatti, quando leggiamo nelle vite dei santi che operarono
conversioni, di sentire ben più devozione, commozione e invidia per questo, che per tutti i
martiri da essi patiti, essendo tale la vocazione che il Signore mi ha dato. Mi sembra infatti che
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egli ci apprezzi di più se, mediante la sua misericordia, riusciamo a guadagnargli un’anima
con nostri sforzi e con la nostra preghiera, che non per quanti altri servizi possiamo rendergli.
Mentre ero in questa grandissima pena, una notte, stando in orazione, mi si presentò il Signore
nella maniera solita e, mostrandomi grande amore, quasi a volermi consolare, mi disse:
«Aspetta un poco, figlia, e vedrai grandi cose». (Fondazion1 1,7-8)
ENRICO ci invita…
A incontrare la mano di Dio negli eventi che ci tocca vivere
 La mia buona madre sempre mi diceva: “Fill meu, fes-te capellá. Quin goig em daries!”1.
“Non voglio”, “Allora cosa vuoi diventare? “Vul ser mestre”2.
“Arrivò il colera del ’54, e mia madre si ammalò gravemente; morì dopo aver ricevuto tutti i
sacramenti con conoscenza e devozione. Crediamo che sarà in cammino di gloria. Patì molto
ed era molto buona. Mi voleva molto bene, più di tutti, senza dubbio per essere il più piccolo dei
suoi tre figli. Stetti presente alla sua morte santa e piansi molto perché sentivo molto vedermi
privato di lei.
Ma a questo che sembra una disgrazia, debbo talvolta la mia fortuna, perché in seguito venne
in me il desiderio di diventare sacerdote, che era quello che mi diceva la mia buona madre.
(Apuntes de las Misericordias de Dios, EEO III, 10)
A comprendere ciò che siamo
 Cosa è l’uomo? Si domandava un luminare del secolo XVII. E rispondeva con grazia: è un
essere in cui tutto sono estremi. E aveva certamente ragione, perché se uno si contempla nel
silenzio delle passioni, si osserva attentamente nel suo intimo, scopre la più grande piccolezza
insieme alla più sublime grandezza; i fini sono bassi, le mire più interessate alla pari che le più
elevate aspirazioni. Nel suo ingegno traspare qualcosa di divino; nelle sue tendenze non poco
di terreno; nella sua intelligenza brilla un luminoso raggio della luce indefettibile; e nella sua
ignoranza rivela somma cortezza e rudezza; nel suo cuore magnanimo certa immensità di
desideri che spunta; e nelle cose che cerca una contraddizione che spaventa; assomiglia a quei
ruderi di monumenti insigni, opera compiuta dell’arte e dell’ingegno, in cui sotto deplorabili
macerie si scoprono alcuni resti preziosi della sua primitiva grandezza.
Sempre vediamo l’uomo camminare tra due scogli pericolosissimi. Da una parte egli
profondamente inclinato all’esaltazione e alla superbia. Dall’altra è così debole e fiacco che, se
spesso non lo si incoraggia con qualche forte motivo, rischia di soccombere e di perdersi nei
neri abissi della disperazione. Dalla culla al sepolcro porta sempre impresso nella fronte il
segno della debolezza. Tale è l’uomo nella sua natura caduta. (Discorso pronunciato nel
Seminario di Barcellona il 25 febbraio 1864)

Canción: Lo llevamos todo dentro (Plataforma STJ, CD “Ya es tiempo”)
A ricorrere a Teresa come mediatrice per arrivare a Dio
 Vogliamo indovinare, sorprendere, scoprire, innanzitutto, le affezioni di questa anima
grande, per rettificare man mano le nostre, quasi sempre basse e futili … Se tutti i cuori dei
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“Figlio mio, che gioia mi daresti se diventassi sacerdote
“Voglio essere maestro”
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cattolici ... si affezionassero a tutto ciò cui Teresa di Gesù si affezionò, sospirassero per quello
che ella sospirò, amassero ciò che ella amò, quanto presto tutti rivestirebbero il proprio cuore
degli affetti di Gesù, come comanda l’Apostolo, deponendo l’uomo vecchio …!
Vogliamo innamorare tutto il mondo di Teresa di Gesù, la Amata della nostra anima … Di lei si
può assicurare lo stesso che della bellezza: vederla e non amarla è impossibile ... Perché tutto in
lei è amabile... Per questo tutto il nostro desiderio è far conoscere la grande Santa, studiarla
sotto ogni aspetto, penetrando soprattutto e sorprendendo i delicati toni e sfumature del suo
ardente cuore… (RT 75-76 161)
 Se avete bisogno di fede, vi dico, contemplate in Teresa la bellezza e la ricchezza di una vita
credente. Se rimpiangete l’amore fraterno, calmate la vostra sete con le cristalline acque
dell’orazione di cui la Santa è maestra. Se vivete fuori dal vostro centro e sentite fame e freddo,
rinvigoritevi con la lettura dei suoi scritti che portano il fuoco dell’amore attaccato ad ogni
parola. Ricorrete alla Santa e, vi assicuro, sperimenterete salute e benessere. Lei vi contagerà il
suo spirito di preghiera, con la quale viene ogni bene, il suo spirito di fede pratica, che fortifica
e rinvigorisce; il suo spirito di amore che riempie tutto di senso. I suoi scritti sono così veri che
leggendo le sue opere ci troviamo senza sapere come né perché migliorati, affezionati a tutto
ciò che è buono, e i nostri pensieri e occupazioni tornano più apprezzabili. ... Si ingrandisce
l’animo e l’anima come lei dice. Lo provi chi non ci crede!
MARÍA ci aspetta…
Per condurci a Gesù con il rispetto e la sapienza di una madre, come lo fece con Enrico
 A Maria di Montserrat
Vi cercai soltanto nella mia giovinezza. Non vi conoscevo; ma sentii parlare di Voi, percepii il
profumo di questa Rosa celestiale e lasciai il mondo, genitori, parenti, dietro al profumo delle
vostre virtù, prostrandomi ai Vostri piedi. Nessuno sapeva darmi ragione di Voi … Solo, e per
sentieri difficili arrivai ai vostri piedi. Tanto stanco del mondo! Con tante ferite! Con quante
delusioni nel cuore! Ai vostri piedi trovai la pace perduta … Benedetta REGINA DELLE GRAZIE!
Ai piedi del vostro trono sentii nel mio cuore il rivivere di dolcissimi ricordi della mia cristiana
madre…
Presso il trono delle vostre misericordie mi svegliai come da un sonno profondo … Credetti,
desiderai e amai quello che mai avrei dovuto dimenticare. Il ricordo della Madre del cielo
svegliò in me il ricordo della madre della terra, le sue preghiere, i suoi santi consigli, i suoi
buoni esempi...
Trovai la mia vocazione. Voi mi guidasti senza che io ricordi come. Stella dei mari, stella del
mattino, di Catalogna, brillaste ai miei occhi, seguii la sua luce e, nel mostrarmi Gesù, il frutto
benedetto del vostro seno, nel vederlo così aggraziato e bello dissi: “Sarò sempre di Gesù, il suo
ministro, il suo apostolo, il suo missionario di pace e di amore”. Ai vostri piedi decisi di essere
ministro di Gesù Cristo, sacerdote eternamente. (Prólogo a las Tres Florecillas a la Virgen de
Montserrat, EEO III, 194)
“...saziate la sete con le cristalline acque del silenzio”
Viviamo in un mondo pieno di rumori, di fretta, di impegni ... dove l’esterno
ci mobilita facendoci credere che è l’unica cosa che esiste intorno a noi. Se
vogliamo imparare a vivere consapevolmente nel luogo dove siamo, abbiamo
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bisogno di ascoltarci dal profondo e, facendo silenzio intorno a noi, metterci in ascolto di ciò
che avviene nel nostro intimo …
Potremmo dire che E’ TEMPO DI CAMMINARE, che è arrivato per noi il momento di
fare il cammino di ritorno verso il nostro interno e il nostro centro, di ritornare da fuori
all’interno del nostro essere. Forse dobbiamo imparare a sprogrammarci dall’orologio. In
che modo? Facendo ciò che facciamo ogni giorno con più consapevolezza, con il corpo
sereno e attento al presente. E’ questo un momento buono per entrare dentro noi stessi e
concederci lo spazio necessario per accogliere la vita che trascorre nel nostro intimo.
Sembra che sia la fretta o la quantità di impegni che realizziamo nella giornata quello che ci
impedisce di “stare” pienamente lì dove stiamo. Sono i rumori esterni e interni quelli che
ostacolano la presa di coscienza di ciò che ci succede. Se vogliamo imparare a pregare
abbiamo bisogno di far silenzio dentro di noi.
Teresa di Gesù ci aiuta a capire la differenza che c’è tra un modo di stare e un altro.
“Però dovete sapere che vi è una grande differenza tra un modo di essere e un altro, perché
molte anime stanno soltanto nei dintorni, là dove sostano le guardie, senza curarsi di andare
più innanzi, né sapere cosa si racchiuda in quella splendida dimora, né chi l'abiti, né quali
appartamenti contenga. Se avete letto in qualche libro di orazione consigliare l'anima ad
entrare in se stessa, è proprio quello che intendo io”. (M I. 1)
L’obiettivo è:
→ Scoprire l’importanza del silenzio per pregare.
→ Favorire la dinamica di fare silenzio per ascoltare.
→ Riconoscere che l’attenzione al presente facilita la consapevolezza.
Per questo:
PRESTARE ATTENZIONE NELLA VITA QUOTIDIANA …
IMPARARE AD ASCOLTARE. Se impariamo ad ascoltare gli altri, diventeremo più
abili per ascoltare Dio e noi stessi.
Nelle conversazioni che avrai in questo tempo prova a fare l’esercizio dell’ascolto
di chi hai davanti a te coinvolgendoti il più possibile con lui/lei; prova a
sintonizzarti con ciò che accade nel suo interno per esprimere quello che sta
dicendo. Mentre ascolti NON elaborare idee né conclusioni ... cerca soltanto di
percepire il suo messaggio e le sue motivazioni.
PORRE NOME AI VISSUTI INTERIORI: Ti invitiamo a vivere coscientemente in
questa tappa, prestando attenzione a ciò che accade in te lungo la giornata:
sentimenti, stati d’animo, pensieri, desideri, timori, insicurezze. Acuisci i tuoi sensi
interiori, impara a dare nome a ciò che essi percepiscono e a riconoscere come
influiscono in te.
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PROPOSTA DI PREGHIERA
Ti offriamo un esercizio in cui farti cosciente del tuo respiro e così cominciare a far
silenzio dentro di te. Fermati 15 o 20 minuti e fa’ tacere tutto il vissuto della
mattina o della giornata. Non rimandarlo ad altro momento. E’ IMPORTANTE!
Se ti serve una guida per i passi iniziali…
1.
2.
3.
4.
Cerca un momento del giorno nel quale ti possa fermare e domandati
che cosa hai fatto oggi, perché l’hai fatta, con chi ti sei incontrato,
cosa hai detto … Accogli con affetto, dentro di te, tutto quello che hai
vissuto.
Fa’ silenzio dentro di te e ascolta il tuo respiro, nel doppio movimento di
inspirazione e di espirazione che realizzi abitudinariamente.
Nell’inspirare, accogli la vita come un dono, nel ritenere l’aria, ringrazia
la possibilità di far silenzio, nell’espirare lascia uscir fuori i rumori che ti
impediscono di stare in silenzio.
Senti come scorre nelle tue vene, i tuoi piedi, le tue gambe, mani, sguardo,
pensieri .... chiedi a Dio che ti conceda il dono di far silenzio per stare con
Lui, e allo stesso tempo con te stesso, con tutto quello che sei e con il
resto dell’umanità che respira con te.
Ringrazia per l’esperienza e, se ti ha aiutato, ripetila più giorni fino a
conquistare il silenzio e che esso diventi il tuo compagno nel cammino che
ti aiuti a STARE DOVE STAI in ogni momento.
Accompagnato/a da Gesù, puoi realizzare un percorso della tua storia
personale, far memoria dei tuoi vissuti in famiglia teresiana per riconoscere in
essi il passo e l’opera di Dio in te.
Un percorso simile lo puoi realizzare alla fine di ogni tua giornata. Con uno
sguardo attento per verificare il passo di Dio in essa.
Puoi inoltre guardare la realtà della tua comunità, della tua città, del tuo Paese,
del mondo. Verifica pure il linguaggio di Dio in essa.
PER L’INCONTRO CON ALTRI “PELLEGRINI”
Riconoscendo che Maria la nostra Madre ci aspetta, in questo tratto di
Montserrat, facciamo il falò dei pellegrini trovandoci tutt’intorno.
Celebriamo il nostro percorso in comunità con un pellegrinaggio a
QUALCHE SANTUARIO MARIANO, oppure realizzando UN INCONTRO o CELEBRAZIONE
in un altare mariano dove la sua presenza materna che convoca i suoi figli si renda
visibile mediante una sua immagine.
Condividiamo nel nostro “falò virtuale” una fotografia di questo incontro intorno a
Maria in modo da riconoscerci pellegrini teresiani del mondo, figli di una stessa Madre.
Mandiamola all’indirizzo [email protected] o pubblichiamola noi stessi
in Facebook: EnTer15.
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Ora che hai fatto la tua pratica di CONOSCERE E PERCORRERE IL TUO
CASTELLO INTERIORE, fermati e scrivi ciò che hai veduto, ascolta i tuoi
sentimenti. Riconosci in che modo Dio è passato per il tuo essere, per la
tua vita.
L’esercizio di scrivere ti aiuterà a:
o
o
o
Dare nome a ciò che vivi
Evidenziare le irruzioni di Dio nella tua vita, le occasioni in cui Egli ti è
venuto incontro
Riconoscere ciò che hai già percorso dentro al tuo Castello
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