FAMIGLIA TERESIANA DI ENRICO DE OSSÓ

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FAMIGLIA TERESIANA DI ENRICO DE OSSÓ
SCHEDA
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ALBA DE TORMES
e SANCTI SPIRITU
“Muoia ormai questo io, e ne viva in me un altro che è più grande di me e migliore per me di me stessa, affinché
io possa servirlo. Egli viva e mi dia vita; egli regni e io sia la sua schiava; la mia anima non vuole altra libertà.”
(Esc. 17,3)
La nostra tabella di marcia: ALBA DE TORMES e SANCTI SPIRITU
Nel nostro pellegrinaggio interiore ci tocca visitare due luoghi accattivanti, perché sono i luoghi
chiave nella vita di Teresa e di Enrico, camminanti di Dio, entrambi guidati dallo Spirito a un
luogo al di fuori dei loro piani; e lì dove nessuno dei due se lo aspettava, avviene l’INCONTRO definitivo con
l’Amato.
Cerca questi due luoghi nella geografia della Spagna, localizzali. Alba de Tormes molto vicino ad
Avila lì dove Teresa desiderava arrivare; Sancti Spiritu, un convento francescano a Valencia, che Enrico non
scelse, ma vi arrivò perché non poté fare il suo ritiro nell’abituale Desierto de Las Palmas.
Già queste due pietre miliari nella vita di Teresa e di Enrico sono per noi Teresiani seguaci di Gesù,
un interrogativo di:
• quanto ci lasciamo guidare dallo Spirito di Dio,
• quanto ci diamo l’opportunità che sia Lui che dispone e comanda,
• quanto lasciamo che Egli viva e ci dia vita ...
Forse all’inizio di questa nuova tappa del nostro pellegrinaggio non è superfluo riconoscere in quali
momenti ci ha portato per strade che non immaginavamo …
Collochiamoci nella carta geografica Teresiana, ad Alba de Tormes: Teresa di Gesù aveva consolidato
la fondazione di Burgos e volle andare ad Avila, passando per Palencia e Valladolid; ad Avila pensava dare la
professione a sua nipote Teresita, figlia di suo fratello. Quando arrivò a Medina del Campo, il padre
provinciale Antonio de Jesús le comandò di dirigersi ad Alba de Tormes perché la figlia della Duchessa stava
per partorire e la volevano vicina. E lì andò la Santa affrontando un durissimo viaggio, il caldo, le scosse del
carro, la febbre e la mancanza di cibo. Arrivò ad Alba molto malata il 20 di settembre. Il 3 ottobre ricevette la
Santa Unzione. Il 4 lo trascorse in preghiera silenziosa e quello stesso giorno morì abbracciata ad un
Crocifisso e nelle braccia della sua infermiera, Anna di San Bartolomeo, dicendo: "Finalmente, o Signore,
muoio come figlia della Chiesa”.
Ricordiamo pure che il Pellegrinaggio organizzato da Enrico de Ossó nel 1877 visitò precisamente
Avila e Alba de Tormes:
“Alcuni in treno si diressero a Alba de Tormes, dove arrivarono alle due di notte. La maggior parte
lo fece il giorno seguente. Ad Alba sostarono tre giorni. Fu un gran evento.
La mattina del 26 agosto si celebrarono Messe nella chiesa del convento carmelitano, dove è
seppellita la Santa. Nel pomeriggio ebbe luogo un emotivo atto religioso.
Il giorno della Transverberazione, 27 agosto, fu una giornata densa di atti: durante la mattina ci
furono diverse Messe in tutti gli altari della basilica e nel pomeriggio si fece una processione con
l’immagine di Santa Teresa, che portava il cuore d’argento con i nomi delle giovani di Tortosa, che
due anni prima aveva donato Enrico de Ossó (Il giorno 25 agosto 1875, ad Alba de Tormes, Enrico
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de Ossó aveva offerto a Santa Teresa un cuore d’argento in cui erano state depositate le firme di
tutte le associate dell’Arciconfraternita di Tortosa). Era il primo viaggio che Don Enrico aveva
realizzato ai luoghi teresiani con il suo amico e collaboratore della Rivista Teresiana, Juan
Bautista Altés.
Quella stessa sera nacque la “Hermandad Teresiana Universal” con il fine di propagare la
conoscenza di Santa Teresa di Gesù, lo studio delle sue opere e l’imitazione del suo stile di vita,
affinché la ricchezza della dottrina teresiana facesse il maggiore bene possibile, nella maggiore scala
possibile e con tutti i mezzi possibili. Questo fu uno dei migliori frutti di questo pellegrinaggio. Il
Regolamento elaborato in quel pellegrinaggio fu presentato ai vescovi di tutte le diocesi per
chiederne l’approvazione. Ma l’iniziativa non ebbe esito positivo.
Il giorno 28 sera i pellegrini uscirono da Alba de Tormes…” 1
La cronaca del Pellegrinaggio nella Rivista Teresiana rispecchia l’esperienza vissuta in questo luogo
sacro il giorno della Transberverazione:
Oh, che opportune, espressive e deliziose in quei momenti e in tale giorno e in quel tempio, quelle
parole sfavillanti d’amore, che uscirono dal Cuore di Teresa!:
Questa prigione divina
dell'amore in cui io vivo,
ha reso Dio mia preda,
e libero il mio cuore,
mi fa nascere tal passione
veder Dio mio prigioniero,
che muoio perché non muoio.
poiché ad Alba de Tormes contempleremo quel cuore Trafitto della Santa.
Facendo un salto nella nostra mappa Teresiana, ci ubichiamo a Sancti Spiritu, dove si conserva la
stanza nella quale Enrico de Ossó si incontrò definitivamente con il Signore.
In mezzo a tante difficoltà e incomprensioni Enrico aveva bisogno del suo abituale ritiro nel Desierto
de las Palmas, culla del suo profondo amore a Teresa di Gesù. Ma non poté sostare lì perché in quel
momento non c’era l’ambiente di silenzio e di raccoglimento di cui la sua anima aveva bisogno. Si recò allora
al convento francescano Sancti Spiritu de Gilet, Valencia. Fece lì i suoi esercizi spirituali, pregava, studiava e
scriveva. E così, la fredda notte del 27 gennaio di 1896, inaspettatamente, Gesù venne a cercarlo per
portarselo nella sua dimora eterna.
Il suo amico Altés, su questo momento, scrisse nella Rivista Teresiana:
Don Enrico è morto! … E’morto! Ma è morto come aveva vissuto, è morto nel Signore, come muoiono
i giusti, nella sua santa Casa, lavorando per Lui, pensando solo a Lui e alla sua anima, immerso in
santa solitudine! Beati coloro che muoiono nel Signore! (RT Feb. 1896)
E nel nostro pellegrinaggio verso l’interiore troviamo in questi due luoghi lo spazio propizio per
riconoscere ciò che di morte a se stessi si trova in ogni Incontro con Gesù; seguirlo da vicino ci porta a
condividere la sua stessa morte, in modo da poter esclamare con San Paolo : “Non sono più io che vivo, ma è
Cristo che vive in me” (Gal 2,20.
PROSEGUIAMO il nostro PELLEGRINAGGIO INTERIORE
Dall’esperienza di Teresa ci soffermiamo a considerare:
Ricordatevi che questo importa assai di più di quanto potrei dire. Fissate i vostri sguardi sul crocifisso, e
vi diverrà facile ogni cosa. Se il Signore ci ha dimostrato il suo amore con opere così grandi e con così
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Sánchez, M.I., Álvarez, A. , Enrique de Ossó y el Centenario, 1. Grandioso Espectáculo, CIT Animadores de un Centenario, Tortosa,
2013
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orribili tormenti, perché volerlo contentare soltanto di parole? Sapete voi che cosa vuol dire esser
veramente spirituali? Vuol dire esser gli schiavi di Dio, tali che, segnati con il suo ferro, quello della
croce, Egli li possa vendere come schiavi di tutto il mondo, com’è stato per Lui. (VII Mansioni 4,8)
In questa tappa del nostro pellegrinaggio verso l’interiore ci si presenta l’imperativo di tornare a
optare per Lui, cioè a DECIDERE DI NUOVO … con la radicalità vissuta da Gesù stesso.
 Guardare le situazioni che mettono in crisi la mia prima decisione di seguire Gesù.
 Riconoscere in che modo assumo la croce, la sofferenza, le contraddizioni nella vita e nei momenti
di più profondo dolore.
 Aprirmi alla realtà che mi circonda per prendere una posizione davanti alla morte, alla guerra, alle
condizioni economiche imperanti, alla mancanza di opportunità per i migranti ... e a tante altre
circostanze estreme in cui le persone esperimentano il mistero della croce.
 Riprendere l’immagine che mi sono fatta di Dio per scoprirne ciò che Gesù mi vuole rivelare,
mettendo in Lui tutta la mia fiducia, donandogli TUTTO.
 Eleggere nuovamente, in mezzo alla prova, con “determinata determinazione”. Prendere una
risoluzione ferma e decisa di non arrestarmi prima di raggiungere quella fonte, avvenga quel che
avvenga, sprofondi pure il mondo …
 La PAROLA che ti dà l’alimento e la forza per tornare a deciderti per Lui …
GESU’ ci convoca
Se qualcuno vuole venire dietro a me ...
“Da allora Gesù cominciò a dire apertamente ai suoi discepoli che doveva andare a Gerusalemme e
soffrire molto da parte degli anziani, dei sommi sacerdoti e degli scribi, e venire ucciso e risuscitare il terzo
giorno. Ma Pietro lo trasse in disparte e cominciò a protestare dicendo: «Dio te ne scampi, Signore; questo
non ti accadrà mai». Ma egli, voltandosi, disse a Pietro: «Lungi da me, satana! Tu mi sei di scandalo, perché
non pensi secondo Dio, ma secondo gli uomini!».
Allora Gesù disse ai suoi discepoli: «Se qualcuno vuol venire dietro a me rinneghi se stesso, prenda la sua
croce e mi segua. Perché chi vorrà salvare la propria vita, la perderà; ma chi perderà la propria vita per
causa mia, la troverà. Qual vantaggio infatti avrà l'uomo se guadagnerà il mondo intero, e poi perderà la
propria anima? O che cosa l'uomo potrà dare in cambio della propria anima?”
(Matteo 16,21–26)
D’allora molti dei suoi discepoli si ritrassero indietro e non andavano più con lui. Perciò Gesù disse ai dodici:
Non ve ne volete andare anche voi? Simon Pietro gli rispose: Signore, da chi ce ne andremmo noi? Tu hai
parole di vita eterna; e noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio. ».
(Gv 6,66–69)
TERESA ci ispira …
Nella sua esperienza di Gesù, Teresa si fortifica con il forte…
 Oh, povera farfalletta, legata con tante catene che non ti permettono di volare come vuoi! Abbiate pietà
di lei, o mio Dio, e fate che ella possa soddisfare, almeno in parte, a quanto desidera in vostra gloria ed onore.
Non guardate alla pochezza dei suoi meriti, né alla miseria della sua natura! Non foste Voi sì potente da
ordinare al vasto mare di dividersi e al gran Giordano di trattenere le sue acque per lasciar libero il passo ai
figliuoli di Israele? Ma perché avere compassione di lei? Non può ella forse, sostenuta dalla vostra fortezza,
soffrir travagli in gran numero? Orbene, poiché ella è a ciò disposta, e tali sono le sue brame, stendete,
Signore, il vostro braccio potente, e non trascorra ella la sua vita in mezzo a cose tanto basse. (6 M 6,4)
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 Forse penserete che io m’indirizzi agli incipienti, e dica che dopo un certo tempo essi possono riposarsi.
Ma vi ho già fatto sapere che se interiormente queste anime sono nel riposo, è perché esteriormente non lo
sono che pochissimo, e neppure lo desiderano. Secondo voi, infatti, qual è il motivo di quelle ispirazioni o, a
meglio dire, aspirazioni di cui ho parlato, di quei messaggi che dal suo centro interiore l’anima invia agli
abitanti della parte più alta del castello e delle mansioni che circondano l’appartamento in cui ella si trova?
Forse perché si mettano a dormire? No, no, no.
Da quel centro ella scatena la guerra per impedire ai sensi, alle potenze e a tutto ciò che è corporeo di
rimanersene in ozio, guerra più dura di quella che moveva loro quando con essi pativa. Forse in quel tempo
non comprendeva ancora la grande utilità dei patimenti, benché sia stato appunto con essi che il Signore l’ha
condotta sin qui. Ma ora la compagnia che gode le comunica maggiori forze che mai, perché se come dice
David, con i santi saremo santi, nessun dubbio che l’anima, essendo divenuta una cosa sola con il Forte in
quest’unione sublime di spirito a spirito, debba partecipare della sua fortezza, a quel modo che ne
parteciparono i santi per patire e morire. (7M 4,10)
Teresa non cammina da sola, si appoggia su coloro che hanno lo sguardo nel Crocifisso.
 Grande cosa è per un malato trovarne un altro, colpito dal suo stesso male: trae vivo conforto dal non
vedersi solo, ed entrambi si aiutano molto a patire, come anche ad acquistare merito; si sostengono
egregiamente a vicenda, ormai decisi a rischiare mille volte la vita per Dio e con il desiderio che se ne offra
loro l’occasione. Sono come soldati che, per guadagnare il bottino e farsi ricchi con esso, sospirano la guerra,
sapendo di non poterlo diventare se non in tal modo; è questo il loro intento: sforzarsi di arricchire la
propria anima. Oh, gran dono è quello per cui il Signore dà luce d’intendere quanto si guadagni soffrendo
per lui! Non lo si capisce bene se non si abbandona tutto, perché chi è attaccato a qualcosa, è segno che
l’apprezza; se l’apprezza, per forza gli deve dispiacere lasciarla, e tutto, quindi, è imperfezione e rovina. Cade
qui a proposito il proverbio che dice: «Chi va con i perduti è perduto». Quale maggiore perdizione, infatti,
qual maggiore accecamento e quale maggiore sventura che stimare molto ciò che non è niente? (Vita 34,16)
Il desiderio di Teresa di “morire”, va oltre la morte fisica, è un morire a se stessa, una morte che la
liberi dai propri limiti e debolezze affinché la sua vita sia un vivere in Cristo.
 Com’è misera la sapienza dei mortali e incerta la loro provvidenza! Disponete voi, con la vostra, i mezzi
necessari affinché la mia anima vi serva non come voglio io, ma come volete voi. Non castigatemi col darmi
ciò che voglio o a cui aspiro, se il vostro amore (che in me viva sempre!) non lo desidera. Muoia ormai questo
io, e ne viva in me un altro che è più grande di me e migliore per me di me stessa, affinché io possa servirlo.
Egli viva e mi dia vita; egli regni e io sia la sua schiava; la mia anima non vuole altra libertà. Come potrà
essere libero chi se ne sta lontano dall’Altissimo? Quale maggiore e più miserabile schiavitù di quella
dell’anima libera dalla mano del suo Creatore? Felici coloro che, tenuti stretti dai benefici della misericordia
divina come da saldi ceppi e catene, si vedranno prigionieri e impossibilitati a sciogliersene! L’amore è forte
come la morte e duro come l’inferno. Oh, felice chi, sentendosi morto per mano sua, si vedrà scagliato in
questo inferno divino; senza più speranza di poterne uscire, o, per meglio dire, senza timore di vedersene
messo fuori! Ma, ohimè, Signore, finché dura questa vita mortale, quella eterna è sempre in pericolo!
Oh, vita nemica del mio bene, potesse essermi concesso di por fine al tuo corso! Ti sopporto perché ti
sopporta Dio; provvedo al tuo sostentamento perché sei sua; non tradirmi né essermi ingrata. Malgrado
tutto ciò, ahimè, Signore, com’è lungo il mio esilio! Il tempo è sempre breve per dedicarlo al guadagno della
vostra eternità, ma assai lungo è anche un sol giorno o un’ora per chi ignora in cosa potrà offendervi e teme
di farlo. Oh, libero arbitrio, così schiavo della tua libertà, se non sei inchiodato al timore e all’amore di chi ti
ha creato! Oh, quando verrà quel felice giorno in cui ti vedrai annegato nell’oceano infinito della somma
Verità, dove non sarai più libero di peccare, né vorrai esserlo, perché al sicuro da ogni miseria, naturalizzato
con la vita stessa del tuo Dio! (Esclamazioni 17,3–4)
ENRICO ci ispira …
Nella sua opera “Un Mese nella Scuola del Sacro Cuore di Gesù”, Enrico percorre la vita di Gesù.
Contemplando ogni suo passo, scopre e opta - come Teresa - per l’amore che lo libera e lo trasforma.
“Mio Dio, Gesù mio, Amore mio! O amarti o morire, o meglio, amarti per non morire eternamente, perché la
vita senza il tuo amore è una morte pesante, perché dove sei Tu, o mio Gesù, là si trova il cielo, e dove Tu non
dimori lì c’è la morte e l’inferno. Oh Dio eterno di maestà e bellezza infinita! Cos’è l’uomo perché Tu lo ami
così e gli comandi di amarti, altrimenti lo minacci con eterna miseria, con la più grande miseria? Può esserci
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per caso una miseria più grande che quella di non amarti? Sì, altra miseria maggiore è quella di non poterti
amare. Da questa mi hai liberato con la tua infinita misericordia e clemenza, e questa è la maggiore prova
del tuo amore verso di me. Oh Dio di bontà! Cosa sarebbe di me in questo momento se Tu mi avessi tolto la
vita nel primo istante nel quale dovevo amarti e non ti amai? Grazie infinite ti do per così infinita
misericordia.
Punitemi con ogni tipo di pene meno che con questa di non amarvi, di non potervi amare. Prestatemi, Cuore
di Gesù mio, gli ardori del vostro amore per riparare i fallimenti nel vostro amore. Che mai dica, Gesù mio,
come i reprobi: Io sono quell’infelice che non posso più amare Dio; ma che ripeta eternamente: Vi amo con
tutto il mio cuore, con tutta la mia anima, con tutte le mie forze”. (1° Giorno).
“Oh Cuore Divino, quanto differente è il mio amore dal vostro! Io fuggo sempre dalla croce, benché conosca
che è volontà di Dio e cerco sempre il regalo, la comodità, la consolazione. Quando, mio Dio, mi abbraccerò
alla croce e non cercherò altro che compiacervi? Tagliate i lacci del mio cuore che mi tengono legato
disordinatamente a me stesso, alle creature. Voi solo siete degno di possedere il mio cuore e di regnarvi
eternamente. Voglio perciò cominciare a vivere qui per la grazia, la vita dell’amore perfetto che si
consumerà nella gloria. Non voglio amare né servire creatura che mi possa mancare. Nessuno può darmi ciò
che non possiede, il mondo, il peccato e la carne con tutte le sue concupiscenze possono soltanto eccitare,
ravvivare la sete della mia felicità, ma non possono calmarla, perché sono infinite e miserevoli . Tu solo, Gesù
mio, puoi rendermi felice. Non abbandonarmi mai. Che io ti ami sempre e in tutte le cose. Fa’ di me quel che
vorrai”. (6º Giorno).
“O Gesù buono! Dammi intelligenza piena della tua dottrina evangelica, perché conoscere Te è la vita eterna,
la maggiore felicità. E dammi sopra tutto un cuore innamorato di queste verità, in modo che non solo mi
trascini alla sua sequela fedele , ma che muova altri cuori a conoscerti e ad amarti”. (12º Giorno)
“Gesù mio e tutte le cose! O amarti o morire, perché una vita senza amarti è peggio della morte. Che io ti ami
per vivere eternamente, dolcissimo Gesù. Perché tenendoti, possedendoti, possiedo tutte le cose cui posso
aspirare del cielo e della terra, di Dio e delle creature, del tempo e dell’eternità”. (13º Giorno)
“O buon Gesù mio crocifisso! Quanto ho da imparare da Te in questo passo! Io che non cerco altro che libertà
e indipendenza, come oso presentarmi alla tua presenza crocifisso per il mio amore ? Se io sono il tuo servo,
in cosa ti assomiglio, unico Signore? Voi crocifisso e io libero ! Voi inchiodato e io sciolto! Voi patendo e io
godendo! Voi uomo dei dolori e io uomo di delizie! Voi incoronato di spine e io incoronato di fiori! Voi senza
un posto dove reclinare il capo e io in un morbido letto! Voi agonizzante in mezzo ai più grandi tormenti e io
oziando fra divertimenti e passatempi! Voi mazzolino di mirra e io vaso di odori e di fetore per i miei peccati!
Cosa è questo, mio Signore! Fino a quando sarò così differente da Voi?...” (27º Giorno).
Nel suo ultimo articolo “Dalla Solitudine”, Il Solitario ci apre il suo cuore:
“Oh Gesù mio e tutte le cose! Tu sai che ti amo, Gesù mio e tutte le cose! Tu sai che ti amo, perché Tu sai
tutto; ma quanto poco ti amo, Gesù mio! ... Imprimete nella mia mente, nella mia memoria, nelle mie labbra e
soprattutto nel mio cuore il vostro divino nome, perché non ricordi altro che Gesù, non parli d’altro che di
Gesù né ami nessuno se non Gesù.
Oh Gesù mio e tutte le cose! O amarti o morire; o meglio, vivere e morire amandoti sopra ogni cosa, con tutto
il mio cuore, con tutta la mia anima, con tutte le mie forze.
Non vada da questo mondo, Gesù mio, senza averti amato e averti fatto conoscere e amare quanto mi è
possibile. Accresci il mio amore, Gesù mio e tutte le mie cose.
Ascolta le mie suppliche, Gesù mio; vorrei amarti come Tu stesso ami Te e il tuo Padre celeste.
Non è possibile, Gesù mio, amarti come Tu stesso ti ami? Almeno che io ti ami quanto posso amarti.
Da’, se vuoi, ad altri cuori onori, ricchezze glorie, felicità. A me, tuo servo, dammi solo il tuo amore e questo
mi basta. Solo Dio basta e tu sei il Dio del mio cuore ...” (RT. gennaio 1896)
“... esser servi dell’amore … determinarsi a seguire per la via dell’orazione colui che ci ha
tanto amato”
(Vita 11,1)
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La preghiera in questa tappa del nostro pellegrinaggio diventa sempre più impegnativa. Teresa ci invita a far
nascere opere, perché l’incontro quotidiano con Gesù e il camminare giorno per giorno seguendolo più
d’appresso, ci porta a passare per dove Egli passa …
…. « com’è possibile, Signore, che gli angeli vi lascino solo e che vostro Padre non vi consoli? Se, Signore,
è perché voi volete sopportare tutto per me, cosa mai è questo che io soffro per voi? Di che mi lamento?
Mi vergogno tanto di avervi visto in tale stato che voglio sopportare tutte le sofferenze che mi possano
sopravvenire e stimarle come un grande bene per imitarvi in qualche cosa. Camminiamo insieme,
Signore; io devo andare dove andrete voi; dovunque passerete, passerò anch’io». (Cammino 26,6)
L’obiettivo è:
→ Con il nostro sguardo sul Crocifisso, ascoltarlo che ci parla dalla croce
→ Riconoscerlo nei calvari di oggi, più vicini a noi di quanto pensiamo
→ Avventurarci di nuovo a essere i suoi apostoli, costi quel che costi, vendendo cara la vita .
Per questo:
PRESTARE ATENZIONE NELLA VITA QUOTIDIANA …
Rompere la disinvoltura con la quale chiudo gli occhi al mistero pasquale che c’è intorno a me,
LASCIARMI COINVOLGERE ogni giorno in situazioni concrete.
Decentrarmi del mio proprio “patire” solitario e sterile per assumere tutto quello che di morte-vita
condivide il Signore con me.
PROPOSTA ORANTE
PREGARE CON GESU’ CROCIFISSO seguendo il suggerimento di Teresa
Se siete afflitti o tristi, pensate a quando(Gesù) si reca per l’orazione nell’Orto degli ulivi: che profonda
afflizione doveva avere nel cuore se, pur essendo il Servo sofferente, manifesta la sua sofferenza e se ne
lamenta! O anche pensatelo legato alla colonna, spasimante di dolori, con tutte le carni a brandelli per il
grande amore che vi porta! Quanti patimenti! Perseguitato dagli uni e coperto di sputi dagli altri,
rinnegato e abbandonato dai suoi amici, senza che alcuno prenda le sue difese, morto di freddo e ridotto
in tale solitudine che voi potete, accanto a lui, ben consolarvi a vicenda; o quando, sotto il peso della
croce, non gli era concessa una tregua per respirare. Egli vi guarderà con quei suoi occhi tanto belli,
compassionevoli, pieni di lacrime, e dimenticherà i suoi dolori per consolare i vostri, solo perché vi
rivolgete a lui per essere consolati e volgete la testa dalla sua parte per guardarlo. (Cammino 26,5)
Contempla Gesù nella vita:






Con Gesù, non lasciar passare chi soffre accanto a te senza offrirgli qualche consolazione … Lc. 7,8-9
Con Gesù, renditi presente lì dove c’è qualcuno che non comprende la morte ... Gv.11,13ss
Con Gesù, assumi il morire personale come parte delle tue opzioni … Mt. 16,21
Con Gesù, da’ senso alla donazione quotidiana che suppone il morire un po’ alla volta … Mc. 6,31
Con Gesù, perdona e comprendi chi ti fa soffrire … Lc. 23,34
Con Gesù, abbandonati fiduciosamente nelle mani del Padre ... Lc. 23,46
PREGARE CON TERESA E CON ENRICO
Renditi presente ad Alba de Tormes o a Sancti Spiritu nell’incontro di Teresa e di Enrico con Gesù:
 Acompagnali, contempla, ascolta …
 Lascia che loro condividano con te la propria esperienza …
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E, se ti serve la proposta, …
Cerca ogni giorno qualche citazione biblica che illumini la tua preghiera e trasformi la tua maniera di
assumere il mistero pasquale:
 “… Prendo oggi a testimoni contro di voi il cielo e la terra: io ti ho posto davanti la vita e la morte, la
benedizione e la maledizione; scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza, amando il Signore
tuo Dio, obbedendo alla sua voce e tenendoti unito a lui poiché è lui la tua vita». (Dt. 30,19–20)
 “Egli mi ha sottratto dalla morte, ha liberato i miei occhi dalle lacrime, ha preservato i miei piedi dalla
caduta....” (Sal. 116,8)
 “Il popolo che giaceva nelle tenebre, ha veduto una gran luce; su quelli che giacevano nella contrada e
nell’ombra della morte, una luce s’è levata.” (Mt. 4,16)
 “… grazie alla bontà misericordiosa del nostro Dio, per cui verrà a visitarci dall'alto un sole che sorge per
rischiarare quelli che stanno nelle tenebre e nell'ombra della morte e dirigere i nostri passi sulla via della
pace”. (Lc. 1,78–79)
 “E Pietro gli disse: «Signore, con te sono pronto ad andare in prigione e alla morte». Gli rispose: «Pietro, io ti
dico: non canterà oggi il gallo prima che tu per tre volte avrai negato di conoscermi». L.c 22,33–34)
 “ Cristo risuscitato dai morti non muore più; la morte non ha più potere su di lui.” (Rm 6,9)
 “Portiamo sempre e dovunque nel nostro corpo la morte di Gesù, perché anche la vita di Gesù si manifesti
nel nostro corpo.” (2 Co 4,10).
 “… spogliò se stesso, assumendo la condizione di servo e divenendo simile agli uomini; apparso in forma
umana, umiliò se stesso facendosi obbediente fino alla morte e alla morte di croce.. (Filip. 2,7–8).
 “… se il chicco di grano caduto in terra non muore, rimane solo; se invece muore, produce molto frutto …”
(Gv. 12,23-26)
https://www.youtube.com/watch?v=yal69DvXLmo
PER L’INCONTRO CON ALTRI “PELLEGRINI”
In questo INCONTRO-FALÒ, proponiamo di avvicinarci a qualche posto che ci permetta di
ubicarci in un contesto del mistero pasquale di oggi, dove la morte-vita di persone concrete ci
riveli Gesù, quel Crocifisso al quale oggi possiamo volgere il nostro sguardo e ci permetta di
prendere coscienza che le nostre crisi, le nostre difficoltà, le nostre sofferenze non sono niente in confronto a
ciò che Egli soffre in tanti nostri fratelli.
E qui, situati come pellegrini, suggeriamo:
PREPARAZIONE – QUARTO D’ ORA
• Invocazione allo Spirito
• Condividere frasi o testi che ci hanno aiutato ad approfondire la nostra opzione e a rinnovare il sì
dato a Gesù.
SECONDA PARTE – CONTEMPLAZIONE VIVA
 Con uno sguardo contemplativo, con tutti i tuoi sensi:
• Avvicinati alle persone concrete che sono in quel luogo, domanda loro il nome, la loro storia, il loro
dolore …
• Dal tuo intimo riconosci i tratti di Gesù in ogni persona.
• Lasciati colpire dai gesti ed espressioni delle persone che stanno vicino a te come se lo stesso Gesù si
trovasse di fronte a te.
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• Mantieniti in contatto con ciò che sta avvenendo nel tuo intimo, le tue emozioni, i tuoi pensieri, le
immagini che ti vengono alla mente, i tuoi desideri …
• Apri il tuo cuore al ascolto del messaggio che Gesù ha per te .…
 In un atteggiamento amorevole e con il cuore liberato:
•
•
•
•
Scopri quello che le persone vicine muovono dentro di te
Lasciati portare ed esprime con parole, gesti, azioni ciò di cui hai bisogno come dono di te stesso.
Ringrazia per la vita, la testimonianza, l’accoglienza di coloro che visiti.
Puoi condividere con semplicità la tua propria situazione: confusione, sorpresa, dolore,
incomprensione …
TERZA PARTE – IMPEGNO
IN FAMIGLIA TERESIANA:
• Condividere quello che l’esperienza vissuta abbia trasformato in ciascuno.
• Rinnovare il nostro SÌ a Gesù in un momento celebrativo, accompagnato da un simbolo o da una
semplice formula.
• Finire con l’azione di grazie.
•
Può aiutarci un canto.
NEL TUO “DIARIO DI PELLEGRINO” registra qualche esperienza di crisi o di situazioni
dolorose vissute o condivise con qualcuno in questo ultimo anno o di recente, riconoscendo in
che modo ha segnato la tua vita e ringraziando per la trasformazione operata in te.
Alcune domande che ti possono aiutare:
•
•
•
•
•
Cosa suppone per te seguire Gesù?
Quali dei suoi tratti vivi?
Con chi condividi il dolore del mondo?
Quale trasformazione hai sperimentato nel vissuto personale del mistero pasquale?
In quali situazioni scopri che puoi rendere più concreta e impegnata la tua sequela e la tua
amicizia con Gesù oggi?
Tutto per Gesù
COMMISSIONE GENERALE DEL V CENTENARIO
Famiglia Teresiana di Enrico de Ossó
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