Il sistema GPS - Laboratorio di Geomatica
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Il sistema GPS - Laboratorio di Geomatica
Le combinazioni di osservazioni: il razionale Eliminare termini incogniti o termini mal modellizzabili che generano errori nella scrittura delle equazioni di osservazione Ciò viene ottenuto mediante: combinazione di osservazioni dallo stesso ricevitore allo stesso satellite, su 2 frequenze. combinazioni di osservazioni sulla stessa frequenza, da 2 ricevitori a 1 o 2 satelliti, Le combinazioni su più osservazioni da singolo ricevitore a singolo satellite, su più frequenze Si ricordi che per una singola epoca, il ricevitore può effettuare per ogni satellite in vista, 4 osservazioni contemporanee: 2 osservazioni di pseudorange PRS (t ) sui codici C/A e P(Y), 2 osservazioni di fase LSR (t ) sulle portanti L1 e L2. Da queste si possono costruire opportune combinazioni lineari che presentino vantaggi rispetto alle osservazioni originarie. Le combinazioni “classiche” sulle portanti In generale si ottengono mediante la Lα,β S (t ) = αL1SR (t ) + βL2 SR (t ) R ove α e β sono opportuni coefficienti, scelti in base allo scopo con cui si è costruita la combinazione Le combinazioni principali sono: Wide Lane Ionospheric free La combinazione Wide Lane: α= f L1 f L1 − f L 2 ;β= − f L2 f L1 − f L 2 ha elevata lunghezza d’onda (≅86 cm), quindi è facilmente stimabile la sua ambiguità. ha rumore di osservazione superiore alle osservazioni originarie su L1 e L2 La combinazione Ionospheric Free La ionosfera è dispersiva quindi il disturbo ionosferico è diverso su segnali di frequenza diversa: effettuando osservazioni da un ricevitore a un satellite su entrambe le portanti (L1 e L2) è possibile costruire una loro combinazione (detta L3 o Ionosphere Free) L3 SR (t ) = αL1SR (t ) + βL2 SR (t ) α= f L21 f L21 − f L22 ; β =− ove f L22 f L21 − f L22 (nota: α + β = 1) tale osservazione è completamente priva di disturbo ionosferico; si parte dalle L1SR (t ) = ρ SR (t ) + c ( dt R (t ) − dt S (t )) − I1SR (t ) + TRS (t ) + λ1 N RS 1 (t ) L2 SR (t ) = ρ SR (t ) + c ( dt R (t ) − dt S (t )) − I 2 SR (t ) + TRS (t ) + λ 2 N RS 2 (t ) ove TEC (t ) TEC (t ) S I1SR (t ) = A I t = A ; ( ) 2R f L21 f L22 Avremo quindi per L3 L3 SR (t ) = (α + β)(ρ SR (t ) + c ( dt R (t ) − dt S (t )) + TRS (t )) + αλ1 N RS 1 (t ) + βλ 2 N RS 2 (t ) − αI1SR (t ) − β I 2 SR (t ) αI1SR (t ) + β I 2 SR (t ) = αA = A ⋅ TEC(t ) ( = A ⋅ TEC (t )( ma TEC (t ) f L21 + βA f L21 ( f L21 − f L22 ) f L21 1 ( f L21 − f L22 ) − − TEC (t ) f L22 f L22 ( f L21 − f L22 ) f L22 1 ( f L21 − f L22 ) ) )=0 Quindi L3SR (t ) = ρ SR (t ) + c ( dt R (t ) − dt S (t )) + TRS (t ) + αλ1N RS1 (t ) + βλ 2 N RS 2 (t ) Utilizzando la L3 come osservabile, al posto di L1 o L2, non vi è più necessità di modellizzare il disturbo ionosferico poiché questo non compare nell’equazione di osservazione. Vi sono però anche svantaggi: • I ricevitori a doppia frequenza sono molto più cari dei ricevitori a singola frequenza; • il noise di misura su L3 è maggiore di quello su L1 o L2. • L’ambiguità iniziale della L3, essendo combinazione non intera delle ambiguità iniziali originarie, non è intera. Nel seguito si analizzeranno le equazioni di osservazione di fase indicando genericamente l’osservabile con il simbolo L; resta inteso che quanto svilupperemo può essere applicato indifferentemente a L1, L2 e, con qualche complessità aggiuntiva (qui non analizzata) a L3. Differenze singole (DS) Consideriamo due ricevitori A e B che abbiano effettuato osservazioni ad un satellite S alla medesima epoca t: la differenza singola è la differenza delle osservazioni effettuate da A e B. Sui codici si ottiene S PAB (t ) = PAS (t ) − PBS (t ) S S S PAB (t ) = ρ SAB (t ) + I AB (t ) + TAB (t ) + c(dt A (t ) − dt B (t )) Sulle fasi LSAB (t ) = LSA (t ) − LSB (t ) S LSAB (t ) = ρ SAB (t ) + λN AB (t ) + S S − I AB (t ) + TAB (t ) + c( dt A (t ) − dt B (t )) ove, per ogni quantità x, si è introdotta la notazione S x AB = x AS − xBS La differenza singola costituisce una nuova osservazione: in essa non compaiono gli orologi dei satelliti. Differenze doppie (DD) Sono date dalla differenza su due differenze singole contemporanee riferite a due satelliti I e J diversi Sui codici IJ I J PAB (t ) = PAB (t ) − PAB (t ) IJ IJ IJ PAB (t ) = ρ IJ AB (t ) + I AB (t ) + TAB (t ) Sulle fasi I J LIJ AB (t ) = L AB (t ) − L AB (t ) IJ IJ IJ IJ LIJ AB (t ) = ρ AB (t ) + λN AB (t ) − I AB (t ) + TAB (t ) ove, per ogni quantità x, si è introdotta la notazione IJ I J x AB = x AB − x AB = x AI − x AJ − xBI + xBJ In questa nuova osservazione, ottenuta da quattro osservazioni di fase, compaiono solo le incognite geometriche (coordinate di A e B) e, nel caso delle fasi, l’ambiguità di differenza doppia. Si ricorda che se le differenze doppie sono costruite dall’osservabile L3 in esse non compare il disturbo ionosferico. La linearizzazione delle DS (e delle DD) rispetto alle coordinate dei ricevitori Si consideri il contenuto geometrico della generica osservazione (di fase o codice) dal ricevitore R al satellite S. Si ponga cioè YRS = PRS − c(dt R − dt S ) − TRS − I RS = ρ SR oppure YRS = LSR − c(dt R − dt S ) − TRS + I RS − λN RS = ρ SR per i codici e le fasi rispettivamente; si linearizzi YRS rispetto alle coordinate approssimate del ricevitore R. ~ S + ~e S ⋅ δX YRS = ρ R R R ove, con la consueta notazione: ~ ρ RS è la distanza approssimata fra satellite e ricevitore; ~e S è il versore (approssimato) della direzione della R congiungente il ricevitore R con il satellite S; δX R è il vettore-correzione relativo alla posizione approssimata del ricevitore. Si considerino due equazioni in Y, relative al medesimo satellite S ma a 2 ricevitori diversi (A e B): ~ S + ~e S ⋅ δX YAS = ρ A A A ~ S + ~e S ⋅ δX YBS = ρ B B B e se ne faccia la differenza singola: S ~ S + ~e S ⋅ δX − ~e S ⋅ δX YAB =ρ AB A B B A La precedente può essere scritta come S ~ S + ~e S ⋅ δX − ~e S ⋅ δX + ~e S ⋅ δX − ~e S ⋅ δX YAB =ρ AB A B B B B A A A ovvero S ~ S − ~e S ⋅ ( δX − δX ) + ( ~e S − ~e S ) ⋅ δX YAB =ρ AB B A B B A A Poiché le distanze da A e B al satellite sono molto simili si può anche scrivere ~e S A − ~eBS ~ ~ ~ ~ ~ X S − X A X S − X B X B − X A ∆X AB = − ≅ = S S S ~ ~ ρA ρB ρ ρS 1 ~S ~S (ρ A + ρB ) ; ∆X AB = X B − X A è 2 la base fra i due ricevitori. L’EO di DS diviene dunque ove si è posto ρ S = 1 ~ S − ~e S ⋅ δ( X − X ) + YAB ≅ρ AB B B A ~ ∆X AB ρ S ⋅ δX A Il termine che moltiplica δX A è decisamente più piccolo degli altri poiché è dato dal rapporto fra lunghezza della base e distanza del satellite: in un’analisi quantitativa può dunque essere trascurato ottenendo la S ~ S − ~e S ⋅ δ( X − X ) YAB ≅ρ B B AB A Per la DD ai satelliti I e J si ottiene 12 ~ IJ + (~e J − ~e I ) ⋅ δ( X − X ) δYAB ≅ρ B B B AB A Pertanto le osservazioni di DS e DD dipendono significativamente solo dal parametro XB − XA = ∆X AB , ovvero dalla base fra i due ricevitori; non dipendono invece dalle coordinate assolute dei due ricevitori, rispetto alle quali presentano deficienza di rango uguale a 3: il caso è analogo a quello delle osservazioni di dislivello rispetto alle quote. Quindi E’ impossibile utilizzare le DD per stimare separatamente le coordinate di A e B. Per utilizzare le DD si devono conoscere le coordinate di uno dei due ricevitori (definito punto indietro): si ha quindi δX A ≡ 0 per definizione. Le EO vengono linearizzate rispetto alla base ∆X AB , il che porta alla stima delle coordinate del secondo ricevitore (punto avanti). In particolare si ha Caso dei codici IJ IJ ~ ~e JI (t ) ⋅ δ( X − X ) + T IJ (t ) + I IJ (t ) + ν IJ (t ) PAB ( t ) = ρ ( t ) + AB B B A AB AB AB O ovvero IJ IJ IJ ~ JI PAB O = b AB (t ) + eB (t ) ⋅ δ∆X AB + ν AB (t ) ove IJ ~ IJ (t ) + T IJ (t ) + I IJ (t ) bAB (t ) = ρ AB AB AB ~e JI (t ) = ~e J (t ) − ~e I (t ) B B B rappresentano termini noti; le componenti di δ∆XAB, ovvero ~ ~ ~ (∆X AB − ∆X AB ), (∆YAB − ∆YAB ), (∆Z AB − ∆Z AB ) , rappresentano le incognite. Caso delle fasi: analogamente si ottiene IJ IJ IJ ~ JI LIJ AB O (t ) = b AB (t ) + eB (t ) ⋅ δ∆X AB + λN AB (t ) + ν AB (t ) ove IJ ~ IJ (t ) + T IJ (t ) − I IJ (t ) bAB (t ) = ρ AB AB AB IJ in questo caso le incognite sono la base e N AB (t ) La stima mediante le differenze doppie: soluzione in singola epoca La configurazione 2 stazioni, 4 satelliti, 1 epoca permette la costruzione di 3 differenze doppie indipendenti: ad esempio 12 13 14 13 14 PAB ; PAB ; PAB o L12 AB ; L AB ; L AB In generale, nel caso dei codici, con m satelliti si può costruire il sistema PO (t ) = P (t ) + ν (t ) P (t ) = E B (t )δ∆X AB + b(t ) + ν (t ) ove 12 ⎡e~B21 (t ) ⎤ ⎡ PAB O (t ) ⎢ 31X ⎥ ⎢ 13 PAB O (t ) ⎥ ⎢e~B X (t ) ⎢ PO (t ) = , E B (t ) = ⎢ ⎥ ⎢ ... ... ( m −1)×1 ⎥ ( m −1)×3 ⎢ m1 ⎢ 1m ⎢⎣e~B X (t ) ⎢⎣ PAB O (t )⎥⎦ e~B21Z (t )⎤ ⎥ ~ 31 (t )⎥ e BY BZ , ... ... ⎥ ⎥ m1 m1 ~ ~ eBY (t ) eBZ (t )⎥⎦ e~B21 (t ) Y e~ 31 (t ) ⎡ν12 (t )⎤ ⎤ ⎡b12 AB (t ) AB ⎥ ⎢ 13 ⎢ 13 ⎥ bAB (t )⎥ ν AB (t )⎥ ⎢ ⎢ b(t ) = , ν (t ) = ⎥ ⎢ ... ( m −1)×1 ( m −1)×1 ⎢ ... ⎥ ⎢ 15 ⎥ ⎢ 15 ⎥ ⎢⎣ν AB (t )⎥⎦ ⎢⎣bAB (t )⎥⎦ ovvero un sistema risolvibile rispetto alle componenti della base mediante MQ, allorché m≥ 4. Nel caso delle fasi un’epoca soltanto non basta, poiché ogni satellite aggiuntivo introduce un’incognita di ambiguità aggiuntiva. Soluzione su più epoche Sia stato fatto uno stazionamento statico su n epoche. Per semplicità si ipotizza che gli m satelliti osservati siano comuni a tutte le epoche. Siano PO(ti) e b(ti) il vettore contenente le osservazioni di codice e il termine noto per una singola epoca (dim[PO(ti)]= dim[b(ti)] = [ m × 1 ]); si può scrivere il sistema risolvibile rispetto alle componenti della base. ⎡ PO (t1 ) ⎤ ⎢P (t ) ⎥ PO = ⎢ O 2 ⎥ = P + ν ⎢ ... ⎥ ⎢ ⎥ ⎣PO (tn )⎦ ⎡ E B (t1 ) ⎤ ⎡ b(t1 ) ⎤ ⎢E (t ) ⎥ ⎢b(t ) ⎥ 2 B ⎥δ∆X AB + ⎢ 2 ⎥ P=⎢ ⎢ ... ⎥ ⎢ ... ⎥ ⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎣E B (tn )⎦ ⎣b(tn )⎦ Nota: nel posizionamento statico non è necessario che siano in vista almeno 4 satelliti per ogni epoca; è solo necessario che il numero di osservazioni ([(m-1)×n]) superi il numero di incognite ([3]). Nel caso delle fasi si ipotizzi che non vi siano stati CS, kl kl ovvero che N AB (ti ) = N AB (t1 ) per ogni epoca i e ogni coppia di satelliti k e l. In questo caso si ha ⎡ LO (t1 ) ⎤ ⎢L (t ) ⎥ LO = ⎢ O 2 ⎥ = L + ν ⎢ ... ⎥ ⎢ ⎥ ⎣LO (tn )⎦ ⎡ E B (t1 ) λI ⎤ ⎡ b(t1 ) ⎤ ⎢E (t ) λI ⎥ ⎡δ∆X ⎤ ⎢b(t ) ⎥ AB ⎥⎢ +⎢ 2 ⎥ L=⎢ B 2 ⎥ ... ⎥ ⎣ N AB ⎦ ⎢ ... ⎥ ⎢ ... ⎢ ⎥ ⎢ ⎥ ⎣E B (tn ) λI ⎦ ⎣b(tn )⎦ ove I è la matrice identità [(m-1)×(m-1)], N AB ⎤ ⎡ N 12 AB (t1 ) ⎥ ⎢ 13 N t ( ) = ⎢ AB 1 ⎥ . ⎢ ... ⎥ ⎥ ⎢ 1m ⎣⎢ N AB (t1 )⎥⎦ Il sistema è risolvibile quando [(m-1)×n] è maggiore di [m-1+3]. Ad esempio con una configurazione 2 Ricevitori, 4 Satelliti, 2 Epoche (senza CS), è possibile costruire 3+3 DD; il problema prevede la stima delle 3 componenti della base e delle 3 ambiguità di DD, ovvero è già risolvibile. Con una configurazione 2 Ricevitori, 5 Satelliti, 240 Epoche (1 ora, 1obs/15 sec, senza CS) si hanno 960 osservazioni per stimare 7 incognite. La propagazione del rumore di misura: la matrice di covarianza delle osservazioni di differenza doppia Siano Y Ai , Y Bi , con 1 ≤ i < m le 2m osservazioni contemporanee a m satelliti da 2 ricevitori A e B (indifferentemente codici o fasi). Si adotta in genere l’ipotesi di osservazioni scorrelate e di uguale precisione, ovvero CYY = σ 02 I con σ 02 ≅ 1m 2 per le osservazioni di codice e σ 02 ≅ 1mm 2 per le osservazioni di fase. Si vuole calcolare la propagazione della matrice di covarianza alle DD derivate dalle osservazioni originali. Consideriamo come esempio il caso di 2 ricevitori e 5 satelliti: i Y AB = Y Ai − Y Bi ovvero 1 ⎤ ⎡Y AB ⎡1 ⎢ 2 ⎥ ⎢ ⎢Y AB ⎥ = ⎢ 0 ⎢ ... ⎥ ⎢... ⎢ 5 ⎥ ⎢ ⎢⎣Y AB ⎥⎦ ⎣ 0 0 1 ... 0 ⎡Y A1 ⎤ ⎢ 2⎥ ⎢Y A ⎥ ... 0 − 1 0 ... 0 ⎤ ⎢ ... ⎥ ⎢ 5⎥ ⎥ ... 0 0 − 1 ... 0 ⎢Y A ⎥ ⎥ 1 ... ... ... ... ... ... ⎥ ⎢Y B ⎥ ⎥⎢ 2 ⎥ ... 1 0 0 ... − 1⎦ ⎢Y B ⎥ ⎢ ... ⎥ ⎢ ⎥ ⎢⎣Y 5 ⎥⎦ B i YAB = SY Per la legge di propagazione della covarianza si ha C i Yi Y AB AB = SCYY ST ovvero C i Yi Y AB AB ⎡2 ⎢ 2 ⎢0 =σ0 ⎢... ⎢ ⎣0 0 2 ... 0 ... ... ... ... 0⎤ 0⎥ ⎥ = 2σ 02 I ...⎥ ⎥ 2⎦ Quindi le DS rimangono scorrelate e sono caratterizzate da varianza doppia rispetto alle osservazioni iniziali. Costruiamo ora le DD 12 ⎤ ⎡Y AB ⎢ 13 ⎥ ⎢Y AB ⎥ ⎢Y 14 ⎥ ⎢ AB 15 ⎥ ⎢⎣Y AB ⎥⎦ ⎡1 ⎢1 =⎢ ⎢1 ⎢ ⎣1 1 ⎤ ⎡Y AB −1 0 0 0 ⎤⎢ 2 ⎥ Y ⎥ 0 − 1 0 0 ⎥ ⎢ AB ⎥ ⎢Y 3 ⎥ 0 0 − 1 0 ⎥ ⎢ AB 4 ⎥ ⎥ Y ⎥ 0 0 0 − 1⎦ ⎢ AB ⎢Y 5 ⎥ ⎣ AB ⎦ i Y1AB = DY Si ha C 1i Y 1i Y AB AB = DC DT i i Y ABY AB ovvero C 1i Y 1i Y AB AB ⎡4 ⎢ 2 ⎢2 = σ0 ⎢2 ⎢ ⎣2 2 4 2 2 2 2 4 2 2⎤ ⎡ 1 0.5 0.5 0.5⎤ ⎢0.5 1 0.5 0.5⎥ 2⎥ 2 ⎥ ⎥ = 4σ 0 ⎢ 2⎥ ⎢0.5 0.5 1 0.5⎥ ⎢ ⎥ ⎥ 4⎦ 0 . 5 0 . 5 0 . 5 1 ⎦ ⎣ Quindi le DD sono correlate epoca per epoca e sono caratterizzate da varianza quadrupla rispetto alle osservazioni iniziali: gli ordini di grandezza dei σ sono quindi del metro per le DD di codice e di 2-3 mm per le DD di fase. La riduzione degli effetti degli errori di modello: efemeridi, ionosfera e troposfera Gli errori di modello (errori nelle efemeridi, errori nella modellizzazione dell’atmosfera) cui sono soggette le singole osservazioni che concorrono a ciascuna DD sono quelli già visti; però la costruzione e l’utilizzo di DD per il posizionamento relativo comporta una riduzione degli effetti di tali errori sulla stima delle incognite. Infatti si consideri il generico errore di modello nell’equazione di osservazione da un ricevitore a un satellite, già visto nel caso del posizionamento assoluto δbRS (t ) = δTRS (t ) + δI RS (t ) − ~eRS (t ) ⋅ δX S (t ) − cδt S (t ) Nel costruire la DD ai satelliti I e J si ha il corrispondente errore di modello IJ IJ − (e IA − ~eBI ) ⋅ δX I − (e JA − ~eBJ ) ⋅ δX J + δTAB + δI AB si noti che non compare più il termine dovuto all’offset d’orologio dei satelliti; al termine precedente si deve però aggiungere l’effetto di un ipotetico errore nelle coordinate imposte al punto indietro che, per quanto visto sopra, è dato dalla ( ~ ∆X AB ρ I − ~ ∆X AB ρ J ) ⋅ δX A ottenendo quindi IJ δbAB ≅( ~ ∆X AB ρ I − ~ ∆X AB ρ J ) ⋅ δX A − (e IA − ~eBI ) ⋅ δX I − (e JA − ~eBJ ) ⋅ δX J IJ IJ + δTAB + δI AB tale errore (detto errore residuo di modello) è dato da differenza di quantità incognite ma molto simili fra loro. Gli errori residui di modello introducono effetti di scala e distorsione sulla stima della base fra i 2 ricevitori coinvolti: si esprime l’errore in termini di parte per milione (ppm) della lunghezza della base fra punto indietro e punto avanti. Definizioni di effetto di scala e deformazione della base Effetto di scala: una contrazione o allungamento della stima della lunghezza della base. Deformazione della base: una distorsione della stima della base, simile a una rotazione. Errore residuo dovuto agli errori nelle coordinate del punto indietro e nelle efemeridi dei satelliti Per ogni satellite coinvolto nella DD il termine di errore di modello dovuto all’errore nelle coordinate imposte al punto indietro è dato dalla δb ≅ ~ ∆X AB ρ S ⋅ δX A ≅ ∆X AB ρ S δX A ove ∆XAB: lunghezza base ρ S : distanza media del satellite (≅ 20000 Km) Analogo contributo hanno gli errori nelle efemeridi. Infatti, per ciascuno dei 2 satelliti di una DD si può scrivere δX S ⋅ (e SA − ~eBS ) = δX S ⋅ ( ≅ δX S ρ S X A − X SE ρ SAE − ~ X B − X SE ~ SE ρ B ) ⋅ (X A − X B ) ovvero: δb ≅ ∆X δX S ρS L’errore residuo causa sia un effetto di scala sia una deformazione nella stima, con i seguenti ordini di grandezza: δX A , δX S (m) 0.1-0.2 0.1-0.2 0.1-0.2 1.0-2.0 1.0-2.0 1.0-2.0 10.0-20.0 10.0-20.0 10.0-20.0 Lunghezza base (Km) Errore di modello (cm) 10 100 1000 10 100 1000 10 100 1000 0.005 - 0.010 0.050 - 0.100 0.500 - 1.000 0.050 - 0.100 0.500 - 1.000 5.000 - 10.000 0.500 - 1.000 5.000 - 10.000 50.000 - 100.000 Nota per le coordinate del punto indietro: il secondo blocco corrisponde tipicamente agli errori finali di un posizionamento assoluto mediante stazionamento statico abbastanza lungo; il terzo blocco corrisponde agli errori di un posizionamento assoluto su un’epoca. Nota per i satelliti: il primo blocco di tre righe corrisponde agli errori nelle efemeridi precise; il secondo blocco agli errori presenti nelle efemeridi trasmesse. Quindi, per una stima corretta di una base è sempre opportuno utilizzare come punto indietro un caposaldo la cui posizione sia già nota almeno con accuratezza decimetrica. In genere non è sufficiente la media delle stime di PR effettuate durante la sessione; il caposaldo di riferimento deve essere un punto già monografato, ovvero appartenente a una rete di riferimento (IGS, IGM95, …) oppure già stimato rispetto a una rete di riferimento. Nel caso di elaborazione di misure di fase, per basi lunghe, o in rilievi per i quali si desidera elevata accuratezza, l’utilizzo di efemeridi trasmesse può causare errori significativi: è necessario utilizzare le efemeridi precise. Nel caso di elaborazioni sui codici, o per basi corte ove non sia richiesta la massima accuratezza, si possono utilizzare le efemeridi trasmesse. Disturbo ionosferico Non ha alcun effetto nell’elaborazione dell’osservabile L3 poiché non compare nell’equazione di osservazione. Nel caso di L1 o L2 si è verificato empiricamente che l’errore residuo comporta tipicamente un effetto di scala sulla stima della base; questo può variare da 0.5 ppm a 1.5 ppm (0.5-1.5 mm/Km) in funzione delle condizioni della ionosfera. Lunghezza base ∆X (Km) 1 10 100 1000 ErrMedio (cm) 0.05 0.50 5.00 50.00 ErrMax (cm) 0.15 1.50 15.00 150.00 DD di codice e/o basi inferiori a 10 Km: l’effetto residuo comporta in generale errori trascurabili nella stima della base. DD di fase su basi più lunghe o elaborazioni con requisiti di alta precisione: l’effetto residuo può influire significativamente sull’accuratezza della stima delle basi; è necessario ricorrere all’osservabile L3. Disturbo troposferico Gli errori residui possono causare effetti di scala e distorsioni nella stima della componente altimetrica della base; tali errori di stima sono tipicamente dell’ordine di 0.5 ppm e riguardano principalmente la componente altimetrica, quando il modello adottato descrive male la situazione atmosferica per un sito rispetto all’altro (errore relativo). Per la rimozione totale degli effetti residui sarebbero necessari onerosi sondaggi meteorologici. In alternativa si possono introdurre nelle equazioni di osservazione ulteriori parametri incogniti (oltre alle ambiguità e alle componenti della base) relativi al disturbo troposferico. Il metodo, proposto di recente e qui non trattato, ha fornito ottimi risultati (significativo miglioramento di ripetibilità dei risultati) nella stima di basi lunghe. Cycle slip sulle osservazioni di fase Ogni perdita di contatto fra ricevitore e satellite (CS) causa, in linea di principio, l’introduzione di una nuova ambiguità iniziale. L’identificazione di un CS in una serie temporale di osservazioni di fase è essenziale. Infatti un CS introduce una nuova ambiguità iniziale, della quale si deve tenere conto quando si scrive il modello funzionale fra osservazioni e incognite; trascurare tale termine implica errori di modello pari all’entità del CS stesso, che può arrivare anche a migliaia di cicli (da moltiplicarsi per λ). Un gran numero di CS nei dati non comporta di per sé un errore, purché se ne tenga conto nella scrittura del modello funzionale fra osservazioni e incognite; implica però un significativo aumento del numero di incognite da stimare, ovvero una diminuzione della ridondanza. Tenendo conto che i CS sono incogniti ma sempre multipli interi di λ, si possono costruire algoritmi per la loro stima e quindi la loro rimozione dai dati. Un semplice algoritmo per l’identificazione e la stima dei Cycle Slip Si consideri una serie di DD riferite alla stessa coppia di satelliti I e J e già linearizzate IJ IJ ~ JI LIJ AB (t1 ) = b AB (t1 ) + eB (t1 ) ⋅ δ∆X AB + λN AB (t1 ) IJ IJ ~ JI LIJ AB (t 2 ) = b AB (t 2 ) + eB (t 2 ) ⋅ δ∆X AB + λN AB (t 2 ) … LIJ AB (t n ) IJ = bAB (t n ) + ~e JI (t ) ⋅ δ∆X B n AB IJ + λN AB (t n ) Per ogni epoca, si costruiscono le cosiddette DD residue IJ IJ IJ ~ JI δLIJ AB (ti ) = L AB (ti ) − b AB (ti ) = eB (ti ) ⋅ δ∆X AB + λN AB (ti ) Si calcoli ora la differenza fra DD residue relative a epoche consecutive. Si avrà IJ IJ ∆δLIJ AB (ti ) = δL AB (ti ) − δL AB (ti −1 ) = (~e JI (t ) − ~e JI (t )) ⋅ δ∆X B i B i −1 AB IJ IJ + λ ( N AB (ti ) − N AB (ti −1 )) Supponendo che le componenti approssimate della base siano sufficientemente accurate (meglio di 1 metro) il primo termine a destra dell’uguaglianza è pressoché nullo; si ha quindi IJ IJ ∆δLIJ AB O (ti ) ≅ λ ( N AB (ti ) − N AB (ti −1 )) IJ IJ In assenza di CS N AB (ti ) = N AB (ti −1 ) e quindi ∆δLIJ AB O (ti ) ≅ 0 In presenza di CS ∆δLIJ AB O (ti ) ≠ 0 e in particolare IJ N AB (ti ) − IJ N AB (ti −1 ) ≅ ∆δLIJ AB O (ti ) λ Da un punto di vista numerico l’algoritmo viene implementato nel seguente modo. Ciascuna serie di DD viene analizzata separatamente, iniziando con le DD relative ai satelliti 1 e 2. Si parte dalla coppia temporale costituita dalla 1a e dalla 2a epoca; 1. si calcola ∆δL12 AB O (t2 ) ; 2. se ∆δL12 AB O (t2 ) ≤ ε si accetta l’ipotesi di assenza di CS; 3. altrimenti si ipotizza la presenza di un CS e si calcola ∆N 12 AB O (t2 ) ∆δL12 AB O (t2 ) = λ 12 4. sia n12 AB (t1, t2 ) l’intero più vicino a ∆N AB O (t2 ) ; se 12 n12 AB O (t1, t2 ) − ∆N AB O (t2 ) ≤ ε si ritiene di avere stimato il CS intero ( n12 AB (t1, t2 ) ) e quindi lo si sottrae alle osservazioni seguenti; 5. in caso contrario si è identificato il CS ma non si è in grado di fornirne una stima; si deve quindi introdurre una nuova ambiguità iniziale incognita per le epoche seguenti a t2. 6. Il processo riprende dalla coppia costituita dalla 2a e dalla 3a epoca e prosegue sequenzialmente sino all’ultima epoca. Nota: ε rappresenta un opportuno parametro di tolleranza: ad esempio si può porre ε = 5 cm L’analisi riprende nel medesimo modo con la serie successiva di DD (satelliti 1 e 3) e così per le altre coppie presenti. Esempi di serie temporali di DD residue; sopra: senza CS; sotto: con CS 1 DD residue (m) 0.5 0 1 11 21 31 41 51 61 -0.5 -1 -1.5 Epoca 71 81 91 101 111 1 DD residue (m) 0.5 0 1 11 21 31 41 51 61 71 81 91 101 111 -0.5 -1 -1.5 Epoca Effetto del Multipath sulle DD L’effetto di multipath è legato al sito di misura; quindi non si riduce (anzi, ci si deve attendere che si amplifichi) differenziando osservazioni da due ricevitori collocati in siti differenti. E’ sempre opportuno che i caposaldi siano collocati in punti di buona visibilità e lontano da superfici riflettenti. Non è quantificabile a priori l’eventuale effetto di condizioni ambientali sfavorevoli alla misura. L’elaborazione di una base GPS (caso statico, 2 ricevitori) Sia da determinare la base fra due caposaldi A e B, sui quali siano state effettuate misure GPS contemporaneamente, per un numero n di epoche; indichiamo nel seguito con m(ti) il numero di satelliti osservati nella generica epoca di osservazione ti. Nel processamento si considerano noti: la posizione del punto indietro (da una stima precedente), le posizioni dei satelliti (dalle efemeridi), i disturbi atmosferici (da modelli), la posizione approssimata del punto avanti. Preprocessing (1/3) Primo passo: prestima delle coordinate di B Tutte le osservazioni di codice effettuate dal ricevitore avanti vengono linearizzate rispetto alle sue coordinate. Il sistema viene risolto mediante MQ per la stima della posizione del ricevitore (unica per tutte le epoche) e degli offset d’orologio del ricevitore (uno per epoca). n Osservazioni: ∑ m(ti ) osservazioni di codice 1 Incognite: 3 coordinate di B + n offset d’orologio di B Per effettuare la stima si risolve mediante MQ il sistema di posizionamento assoluto su più epoche, visto nel Cap. precedente. Da tale stima ci si attende un’accuratezza dell’ordine del metro, variabile in funzione della durata della sessione. La stima fornisce le coordinate approssimate di B per le elaborazioni successive. Secondo passo: elaborazione delle DD di codice Metodo: vengono costruite le DD di codice dal ricevitore di riferimento al ricevitore avanti per la prima stima della base. n Osservazioni: ∑ (m(ti ) − 1) osservazioni di DD di codice 1 Incognite: 3 coordinate di B Si risolve il sistema delle DD di codice su più epoche visto nei paragrafi precedenti. La stima della base tipicamente è caratterizzata da accuratezza migliore del metro; per osservazioni di buona qualità si arriva al decimetro. Oltre a migliorare la stima delle componenti approssimate della base tale passo serve per una prima analisi sulla qualità dei dati raccolti. Preprocessing (2/2): identificazione dei Cycle Slips e la loro rimozione Si analizzano le serie temporali di DD di fase per: 1. identificare eventuali CS in ogni serie; 2. stimare e, ove possibile, riparare eventuali CS. Esistono diversi approcci possibili, fra i quali si ricorda quello presentato sopra. Come già detto l’identificazione di eventuali CS è sempre necessaria per costruire un corretto modello funzionale fra osservazioni di DD di fase e parametri incogniti. La rimozione di un CS è comunque utile perché permette di ridurre il numero di incognite del problema. Processamento (1/3) Compensazione delle DD di fase per la stima di incognite geometriche e ambiguità iniziali. n Osservazioni: ∑ (m(ti ) − 1) osservazioni di DD di fase 1 Incognite: le 3 coordinate di B; tutte le ambiguità iniziali, il cui numero dipende dai cambi di configurazione e dal numero di eventuali CS non risolti Si risolve il sistema di DD di fase su più epoche; Si ottiene la cosiddetta stima float per: 1. componenti della base, ∆X AB ; 2. relativa matrice di covarianza C ∆X∆X ; 3. vettore delle ambiguità iniziali N̂ ; 4. relativa matrice di covarianza C NN . Note La stima float della base è caratterizzata da accuratezza dipendente da diversi fattori (durata della misura, numero di satelliti, lunghezza della base, qualità dei dati): qualche indicazione è data nella tabella alla fine del Capitolo. Il fissaggio delle ambiguità (2/3) Il vettore stimato delle ambiguità iniziali contiene dei valori reali, tipicamente diversi dai valori teorici, interi: ciò è dovuto alla presenza degli errori di stima. E’ possibile, a partire dalla stima reale ottenuta al passo precedente, utilizzare l’informazione a priori sulla natura intera delle ambiguità per vincolarle a opportuni numeri interi, in modo da eliminarle dall’insieme dei parametri incogniti? In altri termini: è ciascuna stima di ambiguità abbastanza vicina ad un intero, in modo da poter ragionevolmente affermare che quell’intero è la vera ambiguità iniziale? Evidentemente si possono costruire molti criteri di analisi del problema, a seconda della formalizzazione che si adotta per i generici concetti di “abbastanza” e “ragionevolmente”. Si presenta nel seguito un approccio semplificato. Si considerano separatamente le singole ambiguità. i i La stima reale Nˆ 1AB per la generica ambiguità N 1AB è caratterizzata da un SQM: si dispone dunque dei valori i Nˆ 1AB , σˆ i N 1AB . Stima e relativo SQM definiscono un intervallo di confidenza per il valore “vero” dell’ambiguità. In particolare si adotta l’ipotesi di distribuzione normale: i i si costruisce quindi l’intervallo [ Nˆ 1AB − 3σ, Nˆ 1AB − 3σ], con i i i P( Nˆ 1AB − 3σˆ 1i ≤ N 1AB ≤ Nˆ 1AB + 3σˆ 1i ) = 0.997 N AB N AB Satellite Secondo Ambiguità SQM di Riferimento Satellite stimata stima 17 3 -6.1939 +0.13231 17 6 +5.1323 +0.06463 17 15 +0.9554 +0.02799 17 22 -2.1249 +0.07979 17 23 +8.2702 +0.08804 17 23 -41.7869 +0.08121 17 25 +5.8709 +0.09397 Esempio di stima float del vettore delle ambiguità di DD per una sessione di misure (programma GEMINI); nota: al satellite 23 corrispondono 2 ambiguità poiché è coinvolto da un CS non risolto. Se nell’intervallo di confidenza ricade uno e un solo valore i (caso a nel disegno) si può ragionevolmente intero N 1AB (ovvero con probabilità 0.997) ipotizzare che quell’intero i : sia il vero valore di N 1AB i l’ambiguità viene considerata nota e vincolata a N 1AB . Se nell’intervallo di confidenza non ricade alcun intero (caso b) oppure se nell’intervallo di confidenza ricadono più valori interi (c) non è possibile vincolare l’ambiguità ad alcun intero; tale situazione può occorrere per scarsa accuratezza nelle osservazioni o per la presenza di grossolani errori residui di modello nelle EO. In tal caso si dice che l’ambiguità rimane float. Il processo viene ripetuto per tutte le ambiguità nel vettore N̂ Satellite Secondo Ambiguità SQM di Ambiguità Riferimento Satellite stimata stima fissata 17 3 -6.1939 +0.13231 -6.0000 17 6 +5.1323 +0.06463 +5.0000 17 15 +0.9554 +0.02799 +1.0000 17 22 -2.1249 +0.07979 -2.0000 17 23 +8.2702 +0.08804 ---------17 23 -41.7869 +0.08121 -42.0000 17 25 +5.8709 +0.09397 +6.0000 Stime finali del medesimo vettore delle ambiguità (programma GEMINI): tutte le ambiguità sono state fissate con successo, 17, 23 eccettuata N AB che rimane float. Processamento finale (3/3) Si supponga sia stato possibile vincolare tutte o anche solo alcune ambiguità, in base al metodo sopra esposto. Concettualmente ciò equivale ad aver ridotto il numero di parametri incogniti senza aver modificato il numero di osservazioni: è quindi opportuno effettuare nuovamente la stima della base (e delle ambiguità rimaste float) vincolando le ambiguità fissate. n Osservazioni: ∑ (m(ti ) − 1) osservazioni di DD di fase 1 Incognite: le 3 coordinate di B e le ambiguità rimaste float Si risolve un problema misto, ovvero un problema in cui le equazioni di osservazione sono: per le DD di fase corrispondenti ad ambiguità fissate i 1i 1i ~ i1 , L1AB O (t ) = b AB (t ) + eB (t ) ⋅ δX B + ν AB (t ) ~1i (t ) + T 1i (t ) − I 1i (t ) + λN 1i b1i (t ) = ρ AB AB AB AB AB per le DD di fase corrispondenti ad ambiguità non fissate: i 1i 1i 1i ~ i1 , L1AB O (t ) = b AB (t ) + eB (t ) ⋅ δX B + λN AB + ν AB (t ) ~1i (t ) + T 1i (t ) − I 1i (t ) b1i (t ) = ρ AB AB AB AB Si ottiene la cosiddetta stima fixed delle coordinate del ricevitore incognito. Risultati finali Che si siano o meno fissate tutte o alcune ambiguità iniziali al termine del processamento dei dati si ottengono le stime di: la base fra i due punti, ovvero le coordinate del punto avanti; relativa matrice di covarianza; stime finali delle eventuali ambiguità non fissate; relativa matrice di covarianza; stima degli scarti di osservazione; indici di qualità sui risultati ottenuti. Risultati di esempio relativi alla base precedente (calcolati con il programma GEMINI) PUNTO INDIETRO: PUNTO AVANTI: 00161701.02O 00191701.02O PUNTO INDIETRO: coordinate imposte Coordinata_X [m]: 4427816.96740 Coordinata_Y [m]: 686053.00966 Coordinata_Z [m]: 4524212.81339 PUNTO AVANTI: RISULTATI ------------------Single point Coordinata_X [m]: 4428036.94020 Coordinata_Y [m]: 684560.52421 Coordinata_Z [m]: 4524246.24863 Matrice di covarianza (m2) 0.0635850335 0.0073873432 0.0500995551 0.0186630968 0.0085450836 0.1159982958 ------------------- Doppie Differenze CODICE Coordinata_X [m]: 4428030.21724 Coordinata_Y [m]: 684561.66840 Coordinata_Z [m]: 4524238.13808 Matrice di covarianza (m2) 0.0484155440 0.0055256528 0.0379834700 0.0141694779 0.0062129265 0.0881671875 ------------------Analisi Cycle slips Coppia Num CS Num 17-3 2 17-6 4 17-5 0 17-22 2 17-23 8 17-25 3 CS riparati 2 4 0 2 7 3 ------------------Doppie Differenze FLOAT Coordinata_X [m]: 4428029.16717 Coordinata_Y [m]: 684561.63818 Coordinata_Z [m]: 4524236.59900 Matrice di covarianza 0.0001162856 -0.0000959102 0.0000097581 0.0004274307 0.0000378783 0.0000344446 ------------------Fissaggio ambiguità flag amb_FL[c] satt 666 -6.1939 17-3 666 +5.1323 17-6 7 +0.9554 17-5 7 -2.1249 17-22 1 +8.2702 17-23 666 -41.7869 17-23 7 +5.8709 17-25 sigma[c] +0.13231 +0.06463 +0.02799 +0.07979 +0.08804 +0.08121 +0.09397 ------------------Doppie Differenze FIX Coordinata_X [m]: 4428029.19089 Coordinata_Y [m]: 684561.60140 amb_FIX[c] -6.0000 +5.0000 +1.0000 -2.0000 +8.2702 -42.0000 +6.0000 Coordinata_Z [m]: 4524236.61148 Matrice di covarianza (m2) 0.0000012854 0.0000001561 0.0000007034 0.0000002685 -0.0000000005 0.0000014229 ------------------RIEPILOGO STIMA DELLA dX DD CODE 213.2498 DD FLOAT 212.1998 DD FIX 212.2235 BASE dY -1491.3413 -1491.3715 -1491.4083 -----------------------------Test chi quadro (stima FIX) Valore empirico...: +10.176 Chi2_95%..........: +15.507 Chi2_99%..........: +20.090 -----------------------------Durata elaborazioni [secondi]: Single Point 1: 0.731 Base: 4.422 ------------------------------ dZ 25.3247 23.7856 23.7981 Esempi di scarti di osservazione Scarti (m) Scarti DD 17-3 0.02 0.015 0.01 0.005 0 -0.005 -0.01 -0.015 -0.02 1 11 21 31 41 51 61 71 81 91 101 111 71 81 91 101 111 71 81 91 101 111 Epoca Scarti (m) Scarti DD 17-22 0.02 0.015 0.01 0.005 0 -0.005 -0.01 -0.015 -0.02 1 11 21 31 41 51 61 Epoca Scarti (m) Scarti DD 17-25 0.02 0.015 0.01 0.005 0 -0.005 -0.01 -0.015 -0.02 1 11 21 31 41 51 61 Epoca Sistema di Riferimento in cui vengono forniti i risultati Rigorosamente, il modello funzionale delle DD è corretto quando le coordinate imposte al punto indietro e ai satelliti sono nel medesimo SR: infatti le differenze fra SR, da un punto di vista del modello funzionale, possono essere viste come incongruenze, ovvero errori di modello. Come già visto in generale tali errori causano distorsioni nella stima della base, la cui entità dipende sia dagli errori di partenza sia dalla lunghezza della base. Fra i SR globali, quello definito più accuratamente è l’ITRF corrente; inoltre le efemeridi precise dei satelliti sono tipicamente fornite in questo SR. Quindi, per applicazioni di alta precisione (ad esempio controllo di deformazioni) è opportuno utilizzare le coordinate ITRF (si veda oltre come ottenerle) per il punto indietro e le coordinate ITRF (dalle efemeridi precise) per i satelliti. Ne risulta una stima della base, e delle coordinate del punto avanti, nell’ITRF. Peraltro l’errore residuo nella stima della base è molto piccolo per piccole incongruenze (ordine di grandezza del decimetro) fra coordinate imposte per il punto indietro e per i satelliti; ciò vale in particolare per basi corte (lunghezza inferiore a 10 km). Si ricordi inoltre che le differenze fra i sistemi di riferimento globali ITRF, ETRF e WGS84 sono appunto nell’ambito di alcuni decimetri. Dunque, con approssimazione non significativa per la maggior parte delle applicazioni, la stima della base è invariante rispetto al SR globale in cui si forniscono le coordinate del punto indietro e le efemeridi dei satelliti: quindi, con la medesima approssimazione, la stima delle coordinate del punto avanti è nel medesimo SR globale utilizzato per le coordinate del punto indietro, indipendentemente dal SR (WGS84 o ITRF) delle efemeridi dei satelliti. Se viceversa si commette l’errore di utilizzare per il punto indietro le sue coordinate Roma40, si introduce nel modello funzionale un’incongruenza geometrica dell’ordine di 100 metri fra SR del punto indietro e SR delle efemeridi. La stima della base ne viene significativamente distorta: lo stesso vale per la stima delle coordinate del punto avanti, che risultano affette da errori significativi rispetto a qualsiasi SR. Combinazioni fra SR utilizzati per la stima di una base e SR risultante per la stima del punto avanti Punto Punto Efemeridi Base indietro avanti Rigoroso Approssimazione tipicamente accettabile Errore non accettabile ITRF corrente ITRF, ETRF89, WGS84 Roma40 ITRF corrente ⇒ ITRF corrente ITRF, WGS84 ⇒ Pressoché invariante ITRF, WGS84 ⇒ Distorta ITRF corrente Come punto indietro Non definito Tabella riassuntiva sull’accuratezza fornita dal GPS relativo statico Dipende dalla lunghezza della base: al crescere di questa aumentano gli errori residui di modello. Dipende dalla durata del rilievo: alcuni errori residui di modello e il multipath tendono a mediarsi nel tempo. Dipende dalla qualità generale dei dati: numero totale di CS e numero di CS fissati; numero di ambiguità fissate; Ad esempio si possono indicare le seguenti precisioni Rilievi brevi (statico rapidi) con ricevitori economici in singola frequenza: ad esempio 5-10 min con almeno 5 satelliti e ricevitori a 1-5 Km, 30-60 min con almeno 5 satelliti e ricevitori a più di 15 Km: ≅ 10-30 mm + 2-4 ppm (2-4 mm/Km) Rilievi statico rapidi con ricevitori geodetici (doppia frequenza): ad esempio 5-10 min con almeno 5 satelliti e ricevitori a 1-5 Km, 30-60 min con almeno 5 satelliti e ricevitori a più di 15 Km: ≅ 10 mm + 2 ppm (2 mm/Km) Rilievi di precisione con ricevitori geodetici: ad esempio 1-2 h con più di 4 satelliti e ricevitori a 15-30 Km, 4-5 h con più di 4 satelliti e ricevitori a più di 50 Km ≅ 2 mm + 1-2 ppm (1-2 mm/Km) Rilievi di alta precisione con ricevitori geodetici: più giorni di rilievo: ≅ 0.5-1 ppm (0.5-1 mm/Km) Quesiti di autovalutazione su equazioni di osservazione e stima di una base L’osservabile L3: ricava l’equazione di osservazione. Le singole e le doppie differenze di codice e fase: equazioni di osservazione e linearizzazione rispetto alle coordinate del punto avanti. Discuti l’impossibilità di effettuare posizionamento assoluto dalle singole e doppie differenze. I passi del processo di elaborazione di una base: per ciascuno di essi elenca le osservazioni e le incognite. Discuti il metodo semplificato per l’identificazione e la rimozione dei CS. Discuti il metodo Sigma per il fissaggio delle ambiguità. Gli effetti residui degli errori nelle efemeridi o nelle coordinate imposte al punto indietro sulla stima di una base. Gli effetti residui degli errori ionosferico e troposferico sulla stima di una base. Discuti la precisione finale ottenibile nella stima di una base in funzione dei metodi e tempi di rilievo e il sistema di riferimento dei risultati.