Maledetta con giudizio

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Maledetta con giudizio
Intervista con Isabelle Adjani, in Italia per presentare
«Camille Claudel », ilfilmsulla scultrice francese
morta in manicomio. «Mi piacciono i personaggi estremi,
ma solo sullo schermo. Nella vita sono fuori pericolo»
Teatro. Il musical a Milano
Se Evita
incontra il Che
È di scena a Milano Evita forse il musical più famoso degli Anni Ottanta. Firmato da Tim Rice e
da Lh/od Webber, è costruito attorno alla vita della moglie di Juan Perori morta di cancro a trentatré anni. Ma sul palcoscenico, accanto alla regina
dei descamtsados con il suo celebre chignon
biondo, al dittatore Peron e alla sua cricca, c'è
anche, inaspettatamente, Emesto Che Guevara...
Maledetta con giudizio
Interpreta personaggi maledetti per dimostrare a
Dunque non è stata casuale
la scelta di un altro persotutti di non esserlo. Isabelle Adjani, a Firenze per
naggio maledetto, Camille
parlare del suo film Camille Claudel sulla vita del- Claudel?
la scultrice morta in manicomio, racconta perché
è casuale perché il caratsente ancora il bisogno di esorcizzare l'immagine Non
o il destino, di questa ardi «donna contro» (tempo fa furono messe in giro tere,
tista mi interessa come quello
su di lei voci di Aids). Il regista Bruno Nuytten di tutti i personaggi maledetti.
conferma di voler dare un seguito al film.
Ma voglio premettere che io
non mi sento un'artista maledetta: non sono soggetta alle
loro nevrosi, tanto meno alla
ROBERTA CNITI
loro emarginazione. Da questo
punto di vista sono fuori
• I FIRENZE. A diciotto anni da il suo caso» Isabelle Adjapericolo.
Piuttosto, mi sento
di distanza dal film in cui fece ni.
attratta
per istinto da certi perla sua prima comparsa {Le
«Quando lo scandalo era al
petit baugnatyi Isabelle Adjani massimo, nel 1987, mentre si sonaggi, dalle loro sensazioni
ha trovato, anche non volen- diceva da tutte le parti che io forti. Voglio far capire la vita dì
do, la sua definizione: è il pa- ero segnata dall'Aids, stavo questi artisti che non riuscivaradosso dell'attrice. Lei che è scrivendo il copione di Camil- no ad adattarsi al quotidiano.
sempre stata attirata da perso- le Claudet fu una specie di E li interpreto, li recupero, La
naggi maledetti, che conqui- esorcismo, perché le coinci- cosa che sorprende è il pubstò la fama mondiale interpre- denze erano straordinarie. Se- blico.
tando la pazzia di Adele //., guivo la crescita della paraIn cosa sbaglia 11 pubblico?
nei panni della maledetta ci fu noia della scultrice leggendo
messa sul serio, dai francesi, le sue lettere, e intanto io stes- Vede gli attori, o un certo tipo
due anni fa: quando dissero sa vivevo nella paranoia. Ma di artisti, come molle per t loro
'che era malata di Aids. Ora sono riuscita, come dire, a sogni, la loro immaginazione.
Isabelle Adjani presenta la trattenerla, a non farla venire Poi di quegli stessi sogni ha
sua ultima carta di credito per fuori, l'ho riservata per più tar- paura, e cerca di sbarazzarsesmentire definitivamente, e di, quando avrei dovuto ren- ne. Preferisce dimenticare chi
per farla ricordare per sempre derla sullo schermo*.
pone quesiti scomodi. Ecco,
con rabbia, quella «storia folio vorrei cambiare questa realle», come la chiama lei: danA dislalia di tempo, come tà. La vita di Camille Claudel,
do cioè la faccia a Camille
giustifica quell'episodio?
che abbiamo ricostruito sulla
Claudel, la scultrice amante di Credo che alla base ci sia raz- base delle lettere, delle testiRodin, una «vittima della sto- zismo, o gelosia. Le voci co- monianze su di lei, del libro
ria*. L'interpretazione e la di- munque vennero fuori tra Mar- scritto dalla nipote del fratello,
fesa di quell'artista morta in- siglia e Cannes. Per la preci- Reine-Marìe Paris, mi ha aiutacompresa e pazza è anche il sione, nacquero a Marsiglia, to a farlo.
suo estremo esorcismo pub- caposaldo del Fronte nazionaSI somigliano Camille Clau*
blico.
le di Le Pen, E il Fronte ha codel e Adele H. che lei Inter'
munque avuto una notevole
pretòconTruffaut?
Il paradosso dell'attrice, Isa- dose di voce in capitolo in tutbelle Adjani è venuta a spie- to Io scandalo. Da l! le dicerie In niente se non nell'epoca e
garcelo in Italia, all'Istituto passarono a Cannes, poi a Pa- nell'essere finite in manicoFrancese di Firenze che l'ha rigi. Un attore si fa presto a fe- mio. Adele Hugo non era
ospitata in occasione della rirlo, pesano su di lui molte un'artista: voleva scrivere un
proiezione di Camitie Claudel, contraddizioni.
saggio sulle donne, ma fini soil film con cui Bruno Nuytten,
lo per scrivere il diario. Camildirettore della fotografia di
DI clie contraddizioni par- le invece ha lasciato le sue
film come / santissimi, La vita
la?
opere. Camille ha fallito come
è un romanzo, Possession, Un attore viene visto come un donna, Adele come donna e
Jean De Florette, esordisce bambino, indifeso, ma poi gli come artista.
nella regia. Ed è insieme al re- si affidano
Lei vuole riabilitare anche
responsabilità
gista che risponde alle do- enormi. Inoltre è fragile anche
personaggi contemporanei,
mande; disponibilissima, lo- se spesso di quella fragilità ne
però: alla cerimonia di assequace, bellissima. Di quella fa la sua forza. Avrebbe bisognazione del premi Cesar,
•storia pazza* vuol parlare an- gno di affetto, di protezione,
ha recitato del versi di Rn>
cora. £ ne parla anche Nuyt- tutte cose che la stampa, la tv,
shdle...
ten ricordando un episodio non possonodare. Comunque Era un'occasione d'oro per
piuttosto clamoroso: «Durante il film Camille Claudel è piaia lavorazione del film, quan- ciuto molto ai giornali france- farlo. Trovo che ci sia poco
do si tratto di assicurarla, arri- si, hanno avuto una reazione Impegno a riguardo, io faccio
varono i medici per tempe- positiva: per tutta quella stessa quel che posso. Per Rushdie
starla di test e analisi: voleva- stampa che mi fece credere gli artisti non fanno niente. Se
no il certificato di buona salu- malata, il film ha funzionato Io uccideranno, dovranno vergognarsene.
te», Ecco, invece, come ricor- da terapia.
MARIA GRAZIA OREOORI
DALLA NOSTRA REDAZIONE
Isabelle Adjani in due inquadrature di «Camille Claudel», il film di Bruno Nyutten che esce oggi nei cinema Italiani
Ma la vita non è una scultura
Camille Claudel
Regia: Bruno Nuytten. Sceneggiatura: Marilyn Goldin, Bruno Nuytten, dal libro di
Reine-Marie Paris Camille Claudel- Frammenti di un destino d'artista (Marsilio Editori). Musica: Gabriel Yared. Interpreti:
Isabelle Adjani, Gerard Depardieu, Laurent Grevill, Alain Cuny, Madeleine Robinson. Francia, 1988.
Milano: Cavour
Roma: Etolle
• I C'è una foto-ritratto realizzata nel
1988 da) grande Cesar che raffigura intensamente, oltreché l'immagine esteriore awenentissima di Camille Claudel, allora ventiquattrenne, la sua segreta, appassionata indole di donna, di artista di
nativo, irruento talento. Lo sguardo fermo.
e dolcissimo, l'ovale del viso delicato e
nobile, un'aria di sottile malinconia che
dà all'immagine un senso di misteriosa,
inafferrabile ambiguità. Questa, ia Camille Claudel della realtà: un'eroina del suo
tempo, scultrice di impulsivo geniale
temperamento che, tra il 1882 e il 1907,
esaltata prima dall'amicizia, dall'amore
del grande artista dell'epoca Auguste Rodin e, poi, oltraggiata, sconvolta da una
La sala dei Traxler apre oggi con il film di Weir
SAURO SORELLI
mente foschi, cupissimi, che ripercorre
senza estri né illuminazioni originali la
separazione dolorosa, bruciò in una fol- desolante, prolungata autodissipazione
gorante parabola umana e creativa le po- della stessa Camille, ormai reclusa in un
tenzialità di un'indole sensibilissima.
manicomio, ove rimarrà per trentanni, fiIsabelle Adjani non ha certo •stimma- no al 1943 anno della sua morte, vanate» tanto drammatiche, angosciose nella mente confortata dall'assiduo, solidale
sua folta, fortunata carriera d'attrice, È un affetto del fratello, l'ispirato poeta di Parfatto, però, che abbia raggiunto. In Fran- tage de midi e dell'imponente ciclo liricocia e fuori, il carisma e l'intraprendenza epico Le soulier de satin.
di un'autentica superstar. È noto, infatti,
Il regista Bruno Nuytten non trova quache il progetto, lungamente coltivato dal- si mai, oltre la correttezza formale e la
la Adjani, è arrivato in porto dopo labo- meccanica trascrizione del testo originariosa gestazione: previa autorizzazione rio (Camille Claudel di Reine-Marie Padegli eredi della medesima Camille e do- ris), accenti, toni, invenzioni drammaturpo il reperimento di un congruo budget, il giche che riscattino la materia narrativa e
film ha trovato compiuta realizzazione i personaggi che la abitano da un'abulia,
grazie alla regia di Bruno Nuytten, com- una improbabilità di fondo negativamenpagno di vita di Isabelle Adjani. e in forza te avvertibili. Tanto che il pur eclettico
anche dell'entusiastica partecipazione di Depardieu si muove male, ingombrante e
Gerard Depardieu nei panni prestigiosi impacciato com'è, nel pur centrale ruolo
del grande Rodin.
di Rodin. E la sola Adjani riesce a prodiLa pur generosa prova della Adjani garsi oltre misura in una rappresentazionon basta, però, a compensare disconti- ne manchevole, (etra, che, alla distanza,
nuità, sconnessine di un racconto che, non rende giustizia proprio al suo volitivo
prendendo le mosse dal tardo Ottocento, progetto di dare adeguato risarcimento
nei giorni e negli anni del felice sodalizio alla figura di Camille Claudel, artista e
artistico-amoroso tra Camille Claudel e donna che mosse guerra al suo tempo,
Auguste Rodin, si sfrangia poi in una nar- alla vita, al mondo e fu da questi inesorarazione monocorde e dai toni perenne- bilmente schiantata.
A Umbertide
A come Alcazar. Qfiresi
buon cinema e attimi fuggenti
Kureishi
e il cinema
inglese
Sì chiama Alcazar, ma il nome esotico non tragga
in inganno: a Manfredi e Vania Traxler, gli intraprendenti distributori dell'Academy, interessava
che»ii loro cinema avesse un nome che cominciasse con la A Porta fortuna, e poi sta in cima ai
tamburini sui giornali. La sala (o salotto) apre oggi, nel cuore di Trastevere, sulle ceneri del glorioso
Novocine: si parte con L'attimo fuggente ài Weir.
• • UMBERTIDE Si inaugura
domani a Umbertide, in provincia di Perugia, il «Festiva)
del nuovo cinema inglese»,
una nuova rassegna organizzata dal comune della città
umbra e dal Riverside Studio
di Londra. L'apertura (alle ore
21.15, nel cinema Elios) è dedicata al film She's Been Away
di Peter Hall; la pellicola è appena passata in concorso alla
Mostra di Venezia, e le due attrici (la grande Dame Peggy
Ashcroft e la giovane Geraldine James) sono state premiate con la Coppa Volpi per la
migliore interpretazione femminile.
MICHELE
• i ROMA, Una buona notizia
dal fronte del «cinema al cinema*. Oggi, nel cuore di Trastevere, apre l'Alcazar, sala doc
voluta e finanziata dall'Academy, ovvero Manfredi e Vania Traxler. L'impresa non è
filantropica, i due audaci distributori (ai quali si è aggiunta, per l'occasione, Georgette
Renucci) mettono a frutto il
buon nome della casa, ma fa
sempre piacere registrare l'apertura di un nuovo cinema.
Anzi, la riapertura del Novocine, perché l'Alcazar nasce,
come un'Araba fenice, dalle
ceneri di quell'amabile «pidocchietto» d'essai Irequentato, negli anni Settanta, da
schiere di giovani cinefili (in
realtà la sala fu costruita nel
1921 dall'esercente Manlio
Janni).
Inutile dire che i Traxler
hanno fatto le cose in grande.
per offrire al loro pubblico II
meglio che c'è sul mercato:
dalle confortevoli poltrone
Qulnette (le stesse, ci informano, volute da Mitterrand
per l'Opera Bastine) al luminosissimo schermo Harkness.
dai prestigiosi proiettori Kinoton all'esclusivo sistema Dolby
Spectral Recording. Rosso vivo, con lampade dorate incassate, li colore dominante all'interno; illuminato al neon.
ma Cinque (Berlusconi) prevede lunghe teniture e tre o
quattro film Academy all'anno: dopo Weir, targato Warner, arriveranno Un incendio
visto da lontano di loseliani,
L'amico ritrovato di Schatzberg e probabilmente il nuovo
Almodovar. Ogni lunedi,
proiezione in originale con
sottotitoli del film in programmazione quella settimana.
ANSELMI
Esauriti gli obblighi di cronaca, torniamo per un attimo
graduando rosa, blu e rossi, sull'Attimo fuggente, di cui si
l'ingresso estemo con la scrit- parlò ampiamente da Venezia
ta Alcazar.
meno di due settimane la. InMercoledì sera, anteprima a serito a malincuore nella seinviti per giornalisti, amici e zione Venezia Notte (Biraghi
politici, in una clima semi- Io voleva in concorso ma ia
mondano elettrizzato (c'era- Warner rifiutò l'invito), è uno
no decine di vigili col fischietto impazzito) dall'arrivo di di quei rari casi recenti in cui
Carrara, non si sa bene se in la tradizione hollywoodiana si
veste di ministro o di sindaco combina ad una riflessione
in pectore di Roma. Poche pa- toccante sui temi della conorole di circostanza e una note- scenza e della creatività. Un
vole gaffe di argomento mo- film da far vedere nelle scuole,
netario («I Traxler hanno pre- scrivevamo da Venezia, ma
corso i tempi e non rientrano anche una metafora sulla poquindi nelle nuova legge, ma tenza e la «pericolosità» della
vedremo cosa è possibile fa- poesia, intesa come ribellione
re») prima di eclissarsi; magari individuale erifiutodi una culavrebbe potuto gustarsi il film tura polverosa e inamidata.
in programma subito dopo,
L'australiano Peter Weir, banon c'era niente di male trat- sandosi sulla bella sceneggiatandosi dell'Attimo fuggente di tura di Tom Schulman, elegge
Peter Weir. Emozionato in pla- a osservatorio l'esclusiva accatea. con un microfono che fa- demia Welton, una scuola
ceva cilecca, Manfredi ha esi- preparatoria di stampo britanbito i messaggi d'augurio di nico adagiata sulle colline del
Weir e dì Wenders, ha presen- Vermont. È il 1959, classico
tato le meraviglie del cinema
(prenotazioni, impianto di anno di transizione per la socondizionamento autorego- cietà americana, stretta tra anlante, anche un avveniristico tiche paranoie e nuove consaWc per donne, con tavoletta pevolezze. Docenti anziani e
retrattile sempre sterilizzata) e tradizionalisti gestiscono con
ha confermato che l'Alcazar, il rigore militaresco alla //l'istitucui nome si ispira a quello di to: ma non hanno latto i conti
un mitico music hall romano con il professor Kealing, ex aldel primo Novecento, non sa- lievo della Welton appena torrà solo un cinema Academy. nato da Londra. All'inizio i raAnche se l'accordo con Cine- gazzi restano sconcertati dai
metodi poco ortodossi dell'in-
segnante (si fa chiamare «Oh
Captain, my Captain», da una
poesia di Whitman; ordina di
strappare dai libri di testo certe prefazioni barbose; tesse
l'elogio del «Carpe Diem»; raccomanda di «vivere profondamente succhiando il midollo
della vita«). ma poi si entusiasmano. Perché quell'uomo li
spinge a guardarsi dentro, a
non aver paura delle proprie
emozioni, a trovare il senso
della vita, e quindi della poesia, nell'attimo fuggente.
Il bello arriva quando gli
studenti, travolti da quello
scoppio di libera creatività, riformano la Dead Poets' Society, la Setta dei poeti estinti.
creata in gioventù da Kealing
e scampata alla vendetta gerarchica. Stavolta, però, andrà
peggio: le riunioni clandestine
al chiaro di luna, dove ciascun
adepto recita poesie proprie o
altrui e dà libero sfogo all'espressione artistica, innescano
un processo di «liberazione»
dagli esiti imprevedìbili. Già
perché uno dei ragazzi si uccide (il padre non gli permetteva di recitare), un altro si fa
espellere per insubordinazione, lo slesso Keatìng viene
messo sotto processo e allontanato. Ma vedrete che il giorno del saluto...
A Venezia, occhi lucidi e
applausi di cuore salutarono
la fine della proiezione. Chissà
se il fenomeno si ripeterà ora
nei cinema. Certo, il doppiaggio non rende giustìzia alla
splendida interpretazione di
Robin Williams, mai cosi vibrante e misurato, e annulla
certe suggestioni linguistiche
(si esce dal film con una gran
voglia di leggere Tlioreau e
Whitman in originale). Ma c'è
sempre, per chi abita a Roma,
il lunedi dell'Alcazar...
M MILANO. Ascesa e morte
dì Eva «Evita» Peron, nuova
«madonna» di un intero popolo di poveracci, i descamisados, vera base de) potere dì
suo marito, il dittatore Peron.
Il musical pluripremiato di
Tim Rice e Uoyd Webbergiunto in Italia (a Milano, al Teatro
Smeraldo) dopo dieci anni dì
ininterrotti successi, mette in
scena la vita in qualche modo
esemplare di questa povera
ragazza di provincia ambiziosa e pronta a tutto, intelligente
e intrigante, salita dal nulla ai
fastigi dell'Argentina anni
Quaranta.
Come una tetenovela, Evita
ripercorre I primi passi della
futura signora d'Argentina fin
da quando 6 attrice di cabaret,
poi ballerina di tango a Buenos Aires, poi sempre più in
alto, con l'aiuto degli uomini
ai quali si accompagna, fino
all'incontro con Peron e alta
sua ascesa. Ma il musical dalle
straordinarie canzoni (Don't
ay fot me. Argentina è stato in
testa alle classifiche per più
tempo) non è schiettamente
agiografico. A garantirsi da
qualsiasi pericolosa nostalgia,
Rice e Webber hanno messo
in campo, guardando un po'
all'Opera da tre soldi di Brecht, un Che Guevara in abiti
da guerrigliero con il basco e
il celebre avana a fare da narratore, da contraltare critico ai
tanghi sfiniti dei borghesi, alla
corruzione dei militari, alle
sconfinate ambizioni della ragazza divenuta prima favorita
e poi moglie del generale più
vecchio di lei di ventìcinque
anni.
circo, suona emblematicamente il titolo della canzone
con cui si commentano i funerali della prima signora d'Argentina che sapeva infiammare i più poveri chiamandoli il
sale della terra.
Il Che con l'inseparabile
Avana ha con la signora d Argentina dei veri e propri faccia
a faccia: una «libertà» storica
che serve ai due autori, per
non tenere nascosto nulla al
pubblico del personaggi in
scena: l'uso selvaggio della
polizia speciale; la predilezione di Peron per le ragazzine;
la durezza della donna che ha
conosciuto la fame e che tiene
testa all'entourage de) marito
che la odia. Del resto, la storia
l'ha detto: il vero leader carismatico del potere peronlsta'è
stata lei. Lo si noterà anche al
tempo del ritomo del dittatore
dalla Spagna con la nuova
moglie labelita, vestita e pettinata come Evita, i cui resti furono rocambolescamente per
qualche tempo addirittura
portati a Torino, e solo molti
anni dopo tornarono in Argentina.
Evita, che finalmente propone a un pubblico entusiasta
che applaude anche a acena
aperta un'orchestra vera e
propria e musiche eseguite
dal vivo, non ha scene imponenti. Una semplice costruzione di tubolari capace di creare
diversi ambienti con poche sedie e qualche poltrona e mutamenti di scena compiuti a
vista, sono sufficienti a questi
bravissimi attorf-cantanti-barJenni per darci un'immagine
di grande professionalità. Ed
La vicenda inizia dalla fine: eccezionali sono ì tre interpresiamo in un cinema di Buenos ti principali, a partire! da JaAires il 26 luglio del 1952, ma mes Sbano, attore shakespeala proiezione viene interrotta riano di suo che, anche se
con l'annuncio della morte di non è bello e carismatico coEvita, una morte annunciata me il Che, 6 però di una travissuta praticamente in diretta volgente bravura. E notevole è
con un senso magistrale dei anche Florence Lacey, se**
mass media da parte delta si- prendente per la sua trasforgnora bionda, bella ed ele- mazione nella bionda prima
gante che - è cronaca - seppe signora d'Argentina e per la
zittire, in una conferenza bella voce da contralto; menstampa, i giornalisti con la ce- tre Robert Alton, lì volto sforlebre frase: «Voi credete che la mato dal trucco, fa un Pcion
testa mi serva solo per petti- divertente ma anche ironico
narla? Che Guevara critica e tutto giocato sui mezzi toni e i
contesta e What a circus, che gesti populistici.
LA VITA E UN VARIETÀ
La rassegna durerà fino al 6
ottobre. Gli altri film in programma sono Distant Voices,
Stili Liues di Terence Davies,
Browning by Numbers di Peter
Greenavvay, Another Time
Another Place di Michael Radford, War Requiem di Derek
Jarman, Sammy and Rosie Get
Laid e My Beautiful Laundrette
di Stephen Frcars. Sarà presente a Umbertide lo sceneggiatore di questi due ultimi
film. Hanif Kureishi, inglese di
origine pakistana, che parlerà
del suo lavoro per il cinema e
del suo nuovo romanzo ancora inedito, Street of the Head.
Kureishi terrà una conferenza
stampa domani, alle 17, presso il municipio di Umbertide,
e lunedi mattina terrà (presso
il cinema Elios) un seminario
sul nuovo cinema inglese rivolto soprattutto agli studenti.
insieme al direttore artistico
del festival Ed Lewis. Sarà
ospite di Umbertide anche
Don Boyd, il produttore di War
Requiem di Jarman, un film
antimilitarista ispirato all'Oratorio di Benjamin Britten, che
si apre con l'ultima interpretazione di Sir Laurence Olivier
prima della morte.
l'Unità
Venerdì
29 settembre 1989
25
11!