Agenti cancerogeni in ambienti di lavoro
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Agenti cancerogeni in ambienti di lavoro
“Clinica del Lavoro Luigi Devoto” IL RISCHIO DA AGENTI CANCEROGENI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO Università degli Studi e Fondazione IRCCS Ca’ Granda Ospedale Maggiore Policlinico Milano Pier Alberto Bertazzi IL RISCHIO DA AGENTI CANCEROGENI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO A. Andamento dei tumori e proporzione di tumori associati a esposizioni lavorative. B. Le valutazioni dell’International Agency for Research of Cancer (IARC), OMS. Quali agenti sono cancerogeni. Quale ne è la sorgente. Quali il meccanismo e il bersaglio . C. Quando un tumore è ‘professionale’? Alcune considerazioni epidemiologiche. Pier Alberto Bertazzi Incidenza e mortalità per tumori negli anni 1990 - 2000 • Il tasso d’incidenza è diminuito: - uomini: - 1.3% per anno dal 2000 al 2006 in gran parte a carico di polmone, prostata, e colon-retto; - donne: - 0.5% per anno dal 1998 al 2006 a carico di due principali sedi, mammella e colon-retto; - nel 2000-2009 l’incidenza totale continua a diminuire tra gli uomini, resta stabile tra le donne. • Il tasso di mortalità è in diminuzione: - del 21.0% negli uomini (con polmone, prostata e colonretto responsabili di circa 80% dell’intera diminuzione); - del 12.3% nelle donne (con mammella e colon-retto responsabili di circa 60% del decremento totale); - del 1.5%/anno (M&F) tra 2000 e 2009. Jemal A. et al. CA Cancer J Clin 2010, 60:277-300; JNCI , January 2013 Registri Tumori Italiani (AIRTUM) Incidenza e Mortalità Tumori Maligni per Area Tassi standardizzati per 100.000 Stima d’incidenza in Italia dei tumori di alcune sedi nel periodo 1970-2015. Tassi/100.000 anni persona standardizzati su popolazione europea. Età 0-99. Maschi. AIRTUM Working Group. Tumori, 2013:99; 416-424. Stima di mortalità in Italia per tumori di alcune sedi nel periodo 1970-2015. Tassi/100.000 anni persona standardizzati su popolazione europea. Età 0-99 anni. Maschi Stima d’incidenza in Italia dei tumori di alcune sedi nel periodo 1970-2015. Tassi/100.000 anni persona standardizzati su popolazione europea. Età 0-99. Femmine. Stima di mortalità in Italia per tumori di alcune sedi nel periodo 1970-2015. Tassi/100.000 anni persona standardizzati su popolazione europea. Età 0-99 anni. Femmine. Riassunto INCIDENZA • Our findings indicate that breast, colon-rectum and prostate will be the cancer sites with the highest incidence rates in the forthcoming years. • The incidence rates still tend to increase for breast, male colorectal cancer and female lung cancer as well as for skin melanoma. • By contrast, the incidence of stomach cancer, cervical cancer and male lung cancer, by far the most common tumor sites up to the early 1990s, will continue to decrease. MORTALITA’ • The mortality estimates showed a decreasing trend for all considered cancers with the only exception of lung cancer in women. Principali tumori professionali, e loro agenti causali, indennizzati INAIL, 2000-2006 Scarselli et al. 2009 Tumori professionali in Lombardia Casi segnalati T. Polmone T. Naso T. Vescica T. Tess. Linfatico Mesotelioma Altri tumori Totale Archivio MALPROF (1999-2006) Archivio INAIL (2000-2006) 636 76 398 67 197 25 985 110 2.029 96 29 946 195 1.731 Circa 250-300 casi/anno Fonte: Rapporto sulle Malattie da Lavoro in Regione Lombardia Anni 1999–2006 PA Bertazzi UNIMI Mesoteliomi maligni. Lombardia 2000-2013 Anno Casi Segnalati 2000 229 2001 351 2002 369 2003 534 2004 493 2005 844 2006 993 Circa 300+ casi/anno 2007 697 2008 769 2009 585 2010 697 2011 489 2012 627 2013 640 Totale 8.317 Casi Incidenti 276 279 308 310 294 334 321 355 354 357 398 395 352* 193* 4.526 Registro Mesoteliomi Lombardia, C. Mensi Tabella 1: Proporzioni di tumori attribuibili a diversi fattori di rischio (ref 4) Fattore Causale Tabacco Alcool Dieta Additivi alimentari Fattori riproduttivi Occupazioni Inquinamento Prodotti Industriali Farmaci. Fattori geofisici Infezioni Proporzione Morti per Tumori Stima più verosimile (%) Intervallo accettabile 30 3 35 <1 7 4 2 <1 1 3 10? (25-40) (2-4) (10-70) (1-13) (2-8) (<1-5) (<1-2) (0.5-3) (2-4) (1-?) Proportion of cancer due to various risk factors • • • • • • • • • • Genes Diet Tobacco Infections Reproductive/sexual behavior Occupation Geophysical factors Alcohol Pollution Medicines 20-40 35 30 10 7 4 3 3 2 1 Doll R. and Peto R., 1981 and Lichtenstein et al., 2000 Fattori determinanti di salute/malattia Genetica Stato Sociale Stili di vita Ambiente Servizi per la salute Proporzione di tumori attribuibili a stili di vita e fattori ambientali Parkin DM et al. BJC 2011 In Gran Bretagna è stato stimato che nel 2004 la proporzione di tumori attribuibili a esposizioni professionale era all’incirca: 8.0% delle morti per cancro tra gli uomini; 1.5% delle morti per cancro tra le donne. L. Rushton, BJC 2010 A livello globale è stato stimato che sono attribuibili alla occupazione: 10% di morti per cancro del polmone; 2% di morti per leucemia; quasi 100% di morti per mesotelioma. American Cancer Society Tumori maligni e lavoro - Lombardia 2006 • Morti per tumore maligno in Lombardia anno 2006 – Maschi 15.846 – Femmine 12.418 • Morti stimabili di tumore per cause occupazionali nell’anno – Maschi (8%) 1238 – Femmine (1,5%) 186 Stime American Cancer Society: • • • 10% of lung cancer deaths, 2% of leukaemia deaths, and nearly 100% of mesothelioma deaths are attributable to occupation PA Bertazzi UNIMI EAGLE - Studio caso-controllo, 2002-2005, su tumore del polmone, fumo, ambiente e genetica Lavorazioni esponenti a cancerogeni certi (“Lista A” IARC) • OR (aggiustato,maschi): 1,74 • Pc1 (proporzione di casi esposti): 11,5% OR 1,74 Casi totali Eccesso attribuibile a esposizione 0,74 “Base” OR=1 AFp = 0,115 x (1,74 – 1)/1,74 = 0,115 x 0,425 = 0,049 = 4,9% “In Lombardia, nei primi anni 2000, il 4,9% dei tumori polmonari negli uomini era attribuibile all’esposizione lavorativa a cancerogeni” In termini di numero di malati (4.515 in Lombardia nel 2005): 221 casi/anno D. Consonni et al. AJE, 2010 Frazione Attribuibile di Popolazione M-FAp% Tumore Polmonare FAp Lavorazioni a rischio Esposizione ad amianto Esp. amianto, silice, nichel-cromo 4.9% (~1/20) 18.9% (~1/5) 22.5% (~1/4) Incidenza Tumore Polmonare in Lombardia 4.515 casi/anno (2005) Casi attribuibili/anno : Lavorazioni a rischio Esposizione ad amianto Amianto, silice, nichel-cromo ~ 221 casi ~ 853 casi ~ 1016 casi FAp% fumo (ex+correnti) maschi 96,4% S. De Matteis et al. IJE, 2012 IC95% 90-352 IC95% 393-1260 IC95% 637-1355 Casi attribuibili 4.352 D. Consonni et al. AJE, 2010 IL RISCHIO DA AGENTI CANCEROGENI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO A. Andamento dei tumori nella popolazione e proporzione di tumori associati a esposizioni lavorative. B. Le valutazioni dell’International Agency for Research of Cancer (IARC), OMS. Quali agenti sono cancerogeni. Quale ne è la sorgente. Quale il meccanismo e il bersaglio. C. Quando un tumore è ‘professionale’? Considerazioni epidemiologiche. Pier Alberto Bertazzi Esistono diversi tipi di valutazione e classificazione da parte di agenzie diverse, con scopi diversi e metodi diversi • • • • • • Classificazione CEE (direttiva 93/21/CEE): 3 categorie. Classificazione Commissione Consultiva Tossicologica Nazionale (Commissione CCTN, 1994-2001): 7 categorie (sub). Classificazione dell'Environmental Protection Agency (US EPA 1986): 6 categorie. Classificazione National Toxycological Program (NTP): 5 categorie. Classificazione American Conference of Governmental Industrial hygienists (ACGIH): 5 categorie. Scientific Committee on Occupational Exposure Limits, SCOEL (95/320/EC). http://www.iss.it/site/BancaDatiCancerogeni/ Le valutazioni IARC 1. Si tratta di hazard identification (identificazione o definizione di pericolo) • D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 … «pericolo»: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente la potenzialità di causare danni… Agenti lavorativi valutati come cancerogeni per l'uomo nelle Monografie IARC 1-50 (‘72-’90). Anni approssimativi di dimostrazione della loro cancerogenicità. - Alluminio, produzione 1979 - 4-Aminodifenile 1955 - Arsenico e composti 1947, 1957 - Amianto 1935, 1948 - Auramina, produzione 1954 - Benzene 1930, 1974 - Benzidina 1949 - BCME e CMME 1973 - Industria del cuoio: manifattura 1970 e riparazione di calzature - Cromo, composti esavalenti 1953 - Gassificazione del carbone 1931, 1952 - Catrami di carbone 1931, 1976 - Coke, produzione 1920, 1937 - Industria del legno: fabbricazione 1967 di mobili - Estrazione di ematite in miniere 1956, 1970 sotterranee (con esposizione a radon) - Fonderia di seconda fusione 1938, 1975 di ghisa e acciaio - Alcool isopropilico, produzione 1952,1966 (processo con acido forte) - Magenta, produzione 1954 - Olii minerali (non raffinati o 1937, 1978 blandamente raffinati) - Gas mostarda 1963 - 2-Naftilamina 1954 - Nickel e composti 1952 - Industria della gomma 1954 - Olii di schisti bituminosi 1922 - Peci di catrame di carbone 1931,1976 - Fuliggini 1775, 1937 - Talco contenente fibre asbestiformi 1967 - Cloruro di vinile 1974, 1976 - Verniciatore (esposizione lavorativa) 1972 Merletti F, Vineis P, Bertazzi PA. Med Lav 1991 Il contesto di quel periodo « … Fino ad oggi noi abbiamo probabilmente osservato quelle esposizioni che producono un grande aumento del rischio e prevalentemente per un tumore raro…» Merletti F, Vineis P, Bertazzi PA. Med Lav 1991 Le valutazioni IARC 1. Si tratta di hazard identification (identificazione o definizione di pericolo) • D.Lgs. 9 aprile 2008, n. 81 … «pericolo»: proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente la potenzialità di causare danni… Non è valutazione di rischio Non è accertamento di impatto a MODELLO GENERALE (National Academy of Science, USA, 1986) VALUTAZIONE DEL RISCHIO Identificazione pericolo (hazard identification) Valutazione delle conseguenze economiche, sociali, politiche e sulla salute pubblica (L’agente causa un danno per la salute? Quale?) Definizione relazione dose–risposta (D-R) (Forma e pendenza della relazione) Accertamento della esposizione (Quali esposizioni sono dimostrate o prevedibili nelle condizioni in esame? Tipo, entità, durata) GESTIONE DEL RISCHIO Caratterizzazione del rischio (Entità dell’effetto stimato nelle condizioni d’esposizione particolari in esame) Sviluppo di opzioni normative Limiti Fattori scatenanti infarto miocardico acuto – IMA Asse orizzontale: RISCHIO Asse verticale: IMPATTO TS Nawrot, L Perez, N Kϋnzli, E Munters, B Nemery, Lancet 2011;377:732-40 RISCHIO: Rilevanza eziologica The reported odds ratios (OR) ranged from 1.05 to 23.7. Ranking of triggers from the highest to the lowest OR: 1. Use of cocaine 2. Heavy meal 3. Smoking of marijuana 4. Negative emotions 5. Physical exertion 6. Positive emotions 7. Alcohol 8. Anger 9. Sexual activity 10. Traffic exposure 11. Respiratory infections 12. Coffee consumption 13. Air pollution (30μg/m3 PM10) The exposure prevalence for triggers in the relevant control time window ranged from 0.04% for cocaine use to 100% for air pollution. TS Nawrot, L Perez, N Kϋnzli, E Munters, B Nemery, Lancet 2011;377:732-40 IMPATTO: Rilevanza di Sanità Pubblica Taking into account the OR and the prevalence of exposure, the ranking of PAF was: 1. Traffic exposure (7.4%) 7. Anger (3.1%) 2. Physical exertion (6.2%) 8. Heavy meal (2.7%) 3. Alcohol (5.0%) 9. Positive emotions (2.4%) 4. Coffee (5.0%) 10. Sexual activity (2.2%) 5. 30μg/m3 PM10 (4.8%) 11. Cocaine use (0.9%) 6. Negative emotions (3.9%) 12. Marijuana (0.8%) 13. Respiratory infections (0.6%). TS Nawrot, L Perez, N Kϋnzli, E Munters, B Nemery, Lancet 2011;377:732-40 IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans IARC MONOGRAPHS - PREAMBLE NOTE TO THE READER …… The monographs evaluate cancer hazards, despite the historical presence of the word ‘risk’ in the title… IARC MONOGRAPHS - PREAMBLE “Un cancer ‘hazard’ indica la presenza di un agente che è capace di causare cancro in determinate circostanze…., Mentre un cancer ‘risk’ è una stima dell’effetto cancerogeno che ci si attende dall’esposizione a un cancer hazard.” “La distinzione tra ‘hazard’ e ‘risk’ è importante, e le Monographs identificano cancer hazards anche quando i rischi sono molto bassi agli attuali livelli d’esposizione, ma in alcune situazioni, usi nuovi o esposizioni inattese… [e viceversa]” “Le valutazioni degli IARC Working Groups sono giudizi scientifici qualitativi sull’evidenza fornita dai dati disponibili a favore o contro la cancerogenicità.” Le valutazioni IARC 1. 2. Si tratta di hazard identification Derivano da valutazione e bilanciamento di evidenze multidisciplinari Evidenze e valutazione finale Animale U O M O Sufficiente Limitata Inadeguata Sufficiente 1 1 1 Limitata 2A (1*) 2B (2A*,3*) 2B 2B 3 (2B*) 3 Inadeguata Le cinque categorie della Classificazione IARC Gruppo 1 Cancerogeno accertato per l’uomo: sufficiente evidenza di cancerogenicità nell’uomo in studi epidemiologici adeguati. Gruppo 2 A: probabile cancerogeno per l’uomo, sulla base di evidenza limitata nell’uomo ed evidenza sufficiente in animali da esperimento. B: possibile cancerogeno per l’uomo, sulla base di evidenza limitata nell’uomo e evidenzia non del tutto sufficiente negli animali da esperimento oppure di evidenza sufficiente negli animali ed evidenza inadeguata nell’uomo. Gruppo 3 Non classificati per cancerogenicità sull’uomo (tutto ciò che non rientra nei precedenti viene posto in questo gruppo). Gruppo 4 Probabilmente non cancerogeno per l’uomo: assenza di cancerogenicità nell’uomo e negli animali da esperimento; in presenza di un ampio numero di dati sperimentali www.iarc.fr b Agenti classificati da IARC Gruppo Descrizione n° agenti 1 cancerogeno per l'uomo 107 113 2A probabile cancerogeno per l'uomo 66 59 2B possibile cancerogeno per l'uomo 285 266 3 4 non classificabile come cancerogeno per l'uomo probabilmente non cancerogeno per l'uomo 505 508 11 970 941 TOT Monografie 1-109 Aggiornato 27 novembre 2013 Le valutazioni IARC 1. 2. 3. Si tratta di hazard identification Derivano da valutazione e bilanciamento di evidenze multidisciplinari Indicano esposizioni, sedi, meccanismi VOLUME 100: A REVIEW OF HUMAN CARCINOGENS Hormonal treatments assessed by the IARC Monograph Working Group, Vol. 100, 2009 The Lancet Oncology, volume 10, 13-14, January 2009 A review of human carcinogens—volume 100 Part A: Pharmaceuticals Antineoplastic drugs, and other drugs evaluated by the IARC Monograph Working Group Vol. 100, 2009 A review of human carcinogens— Vol. 100 - Part A: Pharmaceuticals The Lancet Oncology, volume 10, 13-14, January 2009 Biological agents assessed by the IARC Monograph Working Group - Vol. 100, 2009 The Lancet Oncology, volume10, 321-322, April2009 A review of human carcinogens—volume 100 Part B: Biological Agents Biological agents assessed by the IARC Monograph Working Group - Vol. 100, 2009 The Lancet Oncology, volume10, 321-322, April2009 A review of human carcinogens—volume 100 Part B: Biological Agents IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans - Vol 100. Part C The Lancet Oncology, volume 10, 453-454, May 2009 Metalli, arsenico, polveri e fibre con evidenza sufficiente di cancerogenicità nell’uomo Chemical agents and related occupations assessed by the IARC Monograph Working Group Vol. 100, 2009 The Lancet Oncology,vol.10, 751-752, August 2009 A review of human carcinogens—volume 100 Part D: Radiation Chemical agents and related occupations assessed by the IARC Monograph Working Group Vol. 100, 2009 The Lancet Oncology,vol.10, 1033-1034, November 2009 A review of human carcinogens—volume 100 Part E: Lifestyle factors IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans Vol 100. Part F Agenti chimici e occupazioni ad essi correlate con evidenza sufficiente di cancerogenicità nell’uomo. IARC Monographs on the Evaluation of Carcinogenic Risks to Humans - Vol 100. Part F Agenti chimici e occupazioni correlate con evidenza sufficiente di cancerogenicità nell’uomo .. ma il lavoro prosegue VOLUME 100: A REVIEW OF HUMAN CARCINOGENS IARC Monograph Working Group Vol. 101, 2011 The Lancet Oncology, Volume 102, 328-329, April 2011 DIESEL ENGINE EXHAUST CARCINOGENIC IARC Monographs Vol. 105 Lyon, France, June 12, 2012 ‐‐ After a week-long meeting of international experts, the International Agency for Research on Cancer (IARC), which is part of the World Health Organization (WHO), today classified diesel engine exhaust as carcinogenic to humans (Group 1), based on sufficient evidence that exposure is associated with an increased risk for lung cancer. Background In 1988, IARC classified diesel exhaust as probably carcinogenic to humans (Group 2A). There has been mounting concern about the cancer-causing potential of diesel exhaust, particularly based on findings in epidemiological studies of workers exposed in various settings. This was re-emphasized by the publication in March 2012 of the results of a large US National Cancer Institute/National Institute for Occupational Safety and Health study of occupational exposure to such emissions in underground miners, which showed an increased risk of death from lung cancer in exposed workers. Evaluation The scientific evidence was reviewed thoroughly by the Working Group and overall it was concluded that there was sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of diesel exhaust. The Working Group found that diesel exhaust is a cause of lung cancer (sufficient evidence) and also noted a positive association (limited evidence) with an increased risk of bladder cancer (Group 1). The Working Group concluded that gasoline exhaust was possibly carcinogenic to humans (Group 2B), a finding unchanged from the previous evaluation in 1989. PCBs and PBBs CARCINOGENIC IARC Monographs Vol. 107 The Working Group considered more than 70 independent epidemiological studies with informative data for carcinogenicity of PCBs in human beings. Excess risks for melanoma were reported in several studies, mainly cohort studies of workers in the manufacture of capacitors and transformers, and in electric power and equipment maintenance. A significant linear exposure—response trend was noted in the largest study. The association of melanoma and PCBs was noted consistently in occupational studies in different industries in North America and Europe, in studies of the general population, and with cohort and case-control designs. Thus, the Working Group concluded that there is sufficient evidence in humans for the carcinogenicity of PCBs. Notably, AhR can modulate melanogenesis, which lends mechanistic plausibility to this association. Increased risks for non-Hodgkin lymphoma and breast cancer were also reported, both of which are biologically plausible. However, the associations were not consistent and were considered as providing limited evidence. Data for cancers at other sites were too sparse to draw any conclusions. On the basis of sufficient evidence of carcinogenicity in humans and experimental animals, the Working Group classified PCBs as carcinogenic to humans (Group 1). On the basis of similarities with PCBs, and together with inadequate evidence for carcinogenicity in humans and sufficient evidence in experimental animals, PBBs were upgraded to Group 2A, probably carcinogenic to humans. The IARC Working Group unanimously classified outdoor air pollution and particulate matter from outdoor air pollution as carcinogenic to humans (IARC Group 1), based on sufficient evidence of carcinogenicity in humans and experimental animals and strong mechanistic evidence. IARC: SHIFTWORK PROBABLY CARCINOGENIC • There is limited evidence in humans for the carcinogenicity of shiftwork that involves night work. • There is sufficient evidence in experimental animals for the carcinogenicity of light during the daily dark period (biological night). • Shiftwork that involves circadian disruption is probably carcinogenic to humans (Group 2A) Evidenze e valutazione finale Animale Shiftwork Lim Inad 1 1 2B 2B 3 (2B*) 3 Suff Suff 1 U O M O Lim 2A shiftwork (1*) Inad 2B (2A*,3*) IARC MONOGRAPHS, VOLUME 98, 2010 Evidenze e valutazione finale Animale Shiftwork Lim Inad 1 1 2B 2B 3 (2B*) 3 Suff Suff 1 U O M O Lim 2A Shiftwork (1*) Inad 2B (2A*,3*) IARC MONOGRAPHS, VOLUME 98, 2010 Evidenze e valutazione finale Animale Shiftwork Lim Inad 1 1 1 2A (1*) 2B (2A*,3*) 2B 2B 3 (2B*) 3 Suff Suff U O Lim M O Shiftwork Inad Shiftwork with circadian disruption IARC MONOGRAPHS, VOLUME 98, 2010 The Melatonin Hypothesis Suprachiasmatic nucleus (Internal biologic clock) Extra-visual pathways Sleep/wake cycles Light + Pineal gland Darkness Estradiol Melatonin Free Radicals Immunity Risk of Breast Cancer Meccanismi patogenetici degli effetti maligni dell’esposizione ad amianto Interazione Fibre Amianto/Macrofagi Con Fagocitosi frustrata Clearance inefficace Attivazione dell’inflammasoma Traslocazione IL-1β Fumo di tabacco Epitelio bronchiale Mesotelio Fibroblasti nell’interstizio Reclutamento e attivazione cellule infiammatorie Rilascio di ROS, RNS, citochine, chemochine, fattori di crescita Danni a DNA, apoptosi, infiammazione persistente Attivazione intracellulare trasduzione del segnale FIBROSI Resistenza all’apoptosi Proliferazione cellulare Mancata riparazione DNA Alterazioni cromosomiche ed epigenetiche Attivazione di oncogeni, inattivazione di geni onco soppressori TUMORE POLMONARE MESOTELIOMA IL RISCHIO DA AGENTI CANCEROGENI NEGLI AMBIENTI DI LAVORO A. Andamento dei tumori nella popolazione e proporzione di tumori associati a esposizioni lavorative. B. Le valutazioni dell’International Agency for Research of Cancer (IARC), OMS. Quali agenti sono cancerogeni. Quale ne è la sorgente. Quale il meccanismo e il bersaglio. C. Quando un tumore è ‘professionale’? Considerazioni epidemiologiche. Pier Alberto Bertazzi Association or Causation? 1. 2. 3. 4. 5. 6. 7. 8. 9. Forza dell’associazione: rischio di malattia sostanzialmente più elevato tra gli esposti rispetto ai non esposti. Persistenza: differenti studi sulla medesima associazione forniscono risultati concordanti se ripetuti in condizioni, luoghi e tempi diversi. Sequenza temporale tra le due categorie di eventi (causa-effetto) deve essere attentamente verificata Gradiente biologico: relazione dose-risposta che documenti una crescita progressiva della risposta (frequenza dell’effetto) parallelamente all’aumentare dell’esposizione Plausibilità: devono esistere evidenze e/o conoscenze di base sui meccanismi biologici che permettono di spiegare come quell’esposizione possa causare quell’effetto. Specificità: a una specifica esposizione corrisponde uno specifico effetto. Coerenza esterna: risultati non confliggono con le conoscenze esistenti in campo sperimentale, clinico ed epidemiologico. Prove controfattuali: se si elimina la causa, scompare l’effetto Analogia delle associazioni: predice conseguenze diverse, ma analoghe, dall’ipotesi iniziale. Sir Austin Bradford Hill alla Sezione di Occupational Medicine, Royal Academy of Medicine di Londra, 1964 (da B. Rocca 2004) Complesso causale • La stessa malattia può avere differenti complessi causali efficaci (sufficienti). • Il singolo caso di malattia ha un solo particolare complesso causale efficace (sufficiente). Cause Sufficienti e Cause Componenti Causa sufficiente I Cause sufficiente II Causa sufficiente III E H J A A G B A D B F I C C F Cause componenti I F A C G B E D H J (after Rothman and Greenland 1998) Complessi causali sufficienti Per il singolo caso di malattia non ci sono cause forti e cause deboli. Nel caso singolo, ogni causa componente che ha giocato un ruolo nel determinare quel caso è stata necessaria perchè quel caso avvenisse. E H J A A G B F A D B C I C F Applicazione a individui • In termini probabilistici quantitativi (ma sempre riferiti a popolazione o individuo medio). Probability of causation • In termini qualitativi - valutativi: la esposizione fa parte della web of causation della malattia in quella persona. Ciò implica un modello di causalità come quello illustrato da Rothman. Ogni causa componente ha un identico peso. Tutti quei componenti erano necessari perché si completasse la serie di fattori che insieme costituiscono la causa sufficiente al manifestarsi della malattia. Applicazione a casi singoli • Approccio quantitativo, probabilistico : più probabile che no (o quanto probabile) che l’esposizione abbia causato la malattia. • Valutazione qualitativa, valutativa: l’esposizione è stata una componente del complesso causale di quel caso di malattia. Applicazione a casi singoli Approccio quantitativo, probabilistico I Incidenza nella popolazione= 80/100.000 Incidenza tra gli esposti = 144/100.000 RR=1.8 • • • • 95%CI=1.5-2.1 p<0.0001 Statisticamente significativo Confounding e bias ben controllati Biologicamente plausibile Coerenza di studi diversi Applicazione a casi singoli Approccio quantitativo, probabilistico I RR=(144/100.000)/(80/100.000)=1.8 95%CI=1.5-2.1 p<0.0001 80/144 o 55.6% (più di metà) dei casi nella popolazione esposta sarebbero occorsi anche in assenza di esposizione. Ne ricavo che per chi è stato esposto e ha sviluppato la malattia è più probabile che no che l’abbia sviluppata indipendentemente dalla esposizione. Applicazione a casi singoli Approccio quantitativo, probabilistico I Incidenza nella popolazione= 65/100.000 Incidenza tra gli esposti = 144/100.000 RR=2.2 • • • • 95%CI=1.8-2.7 p<0.0001 Statisticamente significativo Confounding e bias ben controllati Biologicamente plausibile Coerenza di studi diversi Applicazione a casi singoli Approccio quantitativo, probabilistico I RR=(144/100.000)/(65/100.000)=2.2 95%CI=1.8-2.7 p<0.0001 65/144 o 45.1% (meno di metà) dei casi nella popolazione esposta sarebbero occorsi anche in assenza di esposizione. Ne ricavo che per chi è stato esposto e ha sviluppato la malattia è più probabile che no che l’abbia sviluppata proprio a causa della esposizione. Applicazione a casi singoli Approccio quantitativo, probabilistico I RR>2.0: Allora, caso singolo “più probabilmente che no” dovuto a esposizione occupazionale. RR<2.0: Allora, caso singolo “più probabilmente che no” dovuto ad altri fattori extra-occupazionali. Applicazione a casi singoli Approccio quantitativo, probabilistico II • RR negli esposti = 1.8 • RR nei non esposti = 1.0 RR in eccesso per esposizione = 0.8 • Esposizione responsabile per 0.8/1.8= 44% • Altri fattori di rischio responsabili per 1.0/1.8= 56% Applicazione a casi singoli Approccio quantitativo, probabilistico II Esposizione e Fumo • RR non esposti • RR esposti • RR esposti e fumatori = 1.0 = 1.8 = 5.8 RR in eccesso /occupazione RR in eccesso /fumo = 0.8 = 4.0 Applicazione a casi singoli Approccio quantitativo, probabilistico II Soggetto esposto e fumatore • Esposizione responsabile per 0.8/5.8= 13.8% • Fumo responsabile per 4.0/5.8= 69.0% • Altri fattori di rischio 1.0/5.8= 17.2% Attenzione : - interazioni non considerate - stime riferite a individuo medio Conclusioni • Sul caso singolo è perciò sempre necessaria una indagine particolare. Una ricostruzione “storiografica” approfondita dei fatti. • Dei molti possibili complessi causali di quella data malattia, quale si è realizzato in questa specifica circostanza?