Sostiene Pereira - Atlante digitale del `900 letterario
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Sostiene Pereira - Atlante digitale del `900 letterario
Atlante digitale del '900 letterario www.anovecento.net Sostiene Pereira di Antonio Tabucchi Il romanzo, ambientato nella Lisbona del 1938 durante il regime dittatoriale salazarista, si apre in medias res con le parole «Sostiene Pereira», seguite dalla presentazione del protagonista. Il dottor Pereira è un famoso giornalista che si occupa della sezione culturale del quotidiano «Lisboa». È un uomo senza idee o posizioni politiche, che si dedica alla letteratura e al ricordo di sua moglie morta. Pereira passa le sue giornate tra la redazione del giornale in cui lavora, la chiesa, la sua casa e il caffè «Orquidea» in cui parla spesso con Manuel, suo amico e anche cameriere. Dopo la morte della moglie comincia a meditare sull’evento e legge un articolo scritto da un certo Monteiro Rossi che ha scelto la morte come tematica per la sua tesi di laurea. Decide di incontrare questo giovane giornalista e in seguito di assumerlo per scrivere necrologi d’autore nella sua sezione del giornale, in modo tale che, quando la morte di un autore importante avverrà davvero, il necrologio sarà pronto per essere pubblicato. L’incontro con Monteiro segna una cesura rispetto alla vita precedente e genera una completa metamorfosi ideologica del protagonista. Monteiro va a casa di Pereira con un primo necrologio non su uno degli autori indicati da Pereira ma su un autore antifascista, quindi non pubblicabile nel Portogallo del regime di Salazar: quello di Garcia Lorca visto come una vittima di barbarie e con un elogio del popolo spagnolo. Lentamente Pereira inizia a prendere consapevolezza della realtà del regime in cui vive e a legarsi sempre di più con il suo collaboratore. Nei giorni seguenti Pereira non si sente molto bene e il suo medico lo fa ricoverare una settimana presso una clinica talassoterapica. Tornato a casa, Monteiro e un suo cugino sovversivo gli chiedono ospitalità̀ ma, non potendo ospitarli, Pereira li fa alloggiare presso una pensione distante dal paese a proprie spese. Dopo alcune settimane Monteiro si presenta a casa di Pereira stanco e affamato: il ragazzo è inconsapevolmente pedinato dalla polizia che dopo poco tempo si presenta alla porta della casa. Qui sarà interrogato e picchiato da due uomini che dicono di essere della polizia politica e che finiscono per ucciderlo. Dopo questo delitto Pereira si farà coraggio: in tarda serata, dopo che il direttore del «Lisboa» è andato via, si presenta dal tipografo con un articolo di denuncia contro il regime. Il tipografo dice di non poter pubblicare niente senza il consenso dell’ufficio della censura. A questo punto Pereira fa chiamare l’ufficio (in realtà̀ si tratta della clinica di talassoterapia) dicendo quanto concordato. In seguito fugge in Francia con uno dei passaporti falsi che gli aveva procurato Monteiro e diventa un impegnato oppositore alla dittatura. La storia si svolge quasi interamente nell’estate del 1938 durante il regime salazarista, periodo contemporaneo alla guerra civile spagnola e nello stesso momento in cui Germania e Italia si dirigono verso l’inevitabile conflitto mondiale. Il romanzo è ambientato quasi interamente a Lisbona, tranne che per una settimana in una clinica talassoterapica. Tabucchi dedica molto spazio alla descrizione della città mentre sorvola sulla descrizione degli spazi chiusi. Pereira, il protagonista, all’inizio del racconto www.anovecento.net è un uomo solitario che vive nei ricordi della moglie deceduta, completamente disinteressato e ignaro della condizione reale del suo paese. Progressivamente prende coscienza della gravità della situazione politica sia in Portogallo sia in Spagna e si muterà in un uomo con una coscienza politica fino ad arrivare a denunciare pubblicamente sul giornale le atrocità del regime salazarista. In questo modo capisce l’importanza del suo lavoro da giornalista e dell’obbligo che ogni cittadino ha nel combattere per la libertà. Il ritratto fisico del protagonista non viene particolarmente approfondito: Pereira è un uomo grasso e corpulento con problemi cardiaci causati dall’obesità. «Sarà perché sua moglie era morta di tisi qualche anno prima, sarà perché lui era grasso, soffriva di cuore e aveva la pressione alta e il medico gli aveva detto che se andava avanti così non gli restava più tanto tempo, ma il fatto è che Pereira si mise a pensare alla morte, sostiene.» I temi La morte è il tema costantemente presente nel romanzo. Nella prima parte il protagonista è ossessionato dal pensiero della moglie defunta; l’incarico dato a Monteiro di scrivere necrologi di autori importanti è chiaramente legato ad un perenne contatto con la morte; vi è infine l’uccisione di Monteiro stesso che dà a Pereira la spinta per maturare appieno la sua maturazione. Il rapporto tra Pereira e Monteiro oscilla tra una grande amicizia e un rapporto padre figlio, infatti Monteiro viene descritto da Pereira come il figlio che non ha mai avuto: snello alto e giovane. Caratterialmente è molto timido e tranquillo e investe tutte le sue energie nella causa per cui combatte. Altro tema importante è quello del rapporto tra cultura e storia. Pereira nel corso del romanzo cambia il suo punto di vista: inizialmente ripete spesso «mi occupo solo della pagina culturale», affermando di lavorare per un giornale apolitico e pensa che l’arte (nel suo caso la letteratura) sia qualcosa di esterno al mondo. Pereira si aspetta da Monteiro dei necrologi su scrittori cattolici mentre lui glieli presenta tutti o su letterati repressi dal regime come denuncia o su autori che appoggiano il fascismo, dandone una lettura critica. Pereira dopo una prima lettura degli articoli osserva che il necrologio deve parlare delle opere di uno scrittore e non della sua ideologia o del motivo della sua morte. Quello che chiede Pereira è in pratica una censura. La vicinanza con Monteiro provoca però una crisi d’identità che porta al bisogno improvviso di parlare con qualcuno. S’incontrerà alle terme con il suo amico Silva, un altro intellettuale, che lavora presso un’istituzione e si occupa delle canzoni raccolte dai trovatori durante la monarchia, e vive senza porsi troppe domande. Pereira gli chiede se secondo lui il suo compito da giornalista non dovrebbe essere quello di informare i suoi lettori. Silva rimarca la differenza che crede ci sia tra cultura e politica, non capendo che la cultura si fonda sull’ideologia che l’artista vuole portare avanti. Il protagonista comunque mantiene tutti gli articoli del giovane Monteiro e continua a commissionarne, probabilmente pensando che un giorno potranno essere pubblicati. Pereira si avvicina sempre di più a Monteiro e alla causa politica tanto da ospitarlo e da nasconderlo dalla polizia. Gli articoli «Ma il “Lisboa” non aveva avuto il coraggio di dare la notizia, o meglio il vicedirettore, perché il direttore era in ferie, stava al Bucaco, a godersi il fresco e le terme, e chi poteva avere il coraggio di dare una notizia del genere, che un carrettiere socialista era stato massacrato in Alentejo sul suo www.anovecento.net barroccio e aveva cosparso di sangue tutti i suoi meloni? Nessuno, perché il paese taceva, non poteva fare altro che tacere, e intanto la gente moriva e la polizia la faceva da padrona. Pereira cominciò a sudare, perché pensò di nuovo alla morte. E pensò: questa città puzza di morte, tutta l'Europa puzza di morte.» Pereira lavora in un quotidiano apolitico che preferisce astenersi dal dare notizie che potrebbero infastidire il regime. «Siamo apolitici e indipendenti, però crediamo nell'anima, voglio dire che abbiamo tendenze cattoliche»: così descrive il «Lisboa» quando parla la prima volta al telefono con Monteiro. Sarà l’arrivo di Monteiro che man mano accenderà la sua coscienza politica fino al momento della sua morte che porterà il protagonista alla denuncia del regime in un articolo di giornale. «Scrisse come titolo: Assassinato un giornalista. Poi andò a capo e cominciò a scrivere: «Si chiamava Francesco Monteiro Rossi, era di origine italiana. Collaborava con il nostro giornale con articoli e necrologi. Ha scritto testi sui grandi scrittori della nostra epoca, come Majakovskji, Marinetti, D'Annunzio, Garcìa Lorca. I suoi articoli non sono stati ancora pubblicati, ma forse lo saranno un giorno. Era un ragazzo allegro, che amava la vita e che invece era stato chiamato a scrivere sulla morte, compito al quale non si era sottratto. E stanotte la morte è andata a cercarlo…» Antonio Tabucchi in questo romanzo utilizza la figura di Pereira per mostrare che il cambiamento è possibile e vuole invitare tutti coloro che sono in possesso di un minimo di senso etico a non restare indifferenti e a combattere in difesa dei valori di libertà e di eguaglianza in situazioni in cui la popolazione ne viene privata. La scelta di questo personaggio è vincente e per il lettore è facile identificarsi nella figura del protagonista che non è un eroe ma un misero essere umano. La storia è narrata da un narratore esterno che riporta in un discorso indiretto ciò che ha detto Pereira come se il protagonista stesse partecipando a un interrogatorio. Ogni capitolo inizia e si conclude con le parole «Sostiene Pereira». Il narratore non è onnisciente, dato che il punto di vista del protagonista è seguito durante il racconto delle vicende. Questo non fa mai dimenticare al lettore che il romanzo è un resoconto delle cose che ha detto Pereira. In questo modo la visione del lettore sulla realtà e su se stesso è racchiusa in ciò che il protagonista vuole svelare. Il linguaggio usato da Tabucchi è accessibile ad un vasto pubblico. Contributo Jacopo Jurno, V I (L.C. Virgilio, Roma) Bibliografia • • Flavia Brizio-Skov, Antonio Tabucchi: Navigazioni in un arcipelago narrativo, Pellegrini Editore, 2002 Intervista a Tabucchi in: http://www.letteratura.rai.it/articoli/tabu cchi-su-sostienepereira/2364/default.aspx www.anovecento.net