IL REGNO D`ALTROVE DELL`EROS di Barbara Collevecchio Nella
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IL REGNO D`ALTROVE DELL`EROS di Barbara Collevecchio Nella
IL REGNO D’ALTROVE DELL’EROS di Barbara Collevecchio Nella Pescara, città di D’annunzio, il poeta del piacere, non possiamo non soffermarci a riflettere e riconsiderare il concetto di erotismo. L’eros in questi ultimi anni ha cambiato forma congiuntamente con l’evolversi della società e ciò che ieri pareva “indecente”, oggi viene mostrato ed esibito in quella che Guy Debord chiamava società dello spettacolo. Galimberti in un suo articolo recente ha affermato addirittura che l’erotismo è morto, lasciando il posto ad una sessualità svelata e poco eccitante, ripetitiva e vuota. Ricordiamoci infatti che come nel mito di Eros e Psiche, quando l’erotismo è svelato all’intelletto, ed esibisce la cruda sessualità, la psiche perde attrazione nei suoi confronti, dimostrando come eros sia per sua natura, regno d’altrove e ambiguità. Addentrandoci nel concetto di erotismo relativamente alla psiche umana ci vengono incontro i miti e la storia. Il dio eros era venerato a Tempe sotto forma di pietra grezza. Non aveva dunque una forma precisa. Eros era spesso identificato anche con il lingam orientale, statuette e pietre di forma fallica. L’eros è vitalità, creatività e motore propulsivo dell’esistenza. Non a caso, se Freud intendeva la libido come pulsione sessuale, il suo discepolo e poi critico, Jung, sosteneva che l’energia libidica non fosse solo di matrice sessuale ma vera e propria energia generale della psiche. L’erotismo si rivela in tutta la sua astrattezza e ambiguità, come territorio creativo e informale, recettivo alle interpretazioni individuali. Erotico è dunque sinonimo di stimolazione vitale, Eros è apertura al nuovo, scoperta, piacere intellettuale e fisico di stare al mondo, anche accettandone la precarietà della condizione umana. Eros non scappa, non dileggia e non è volgare: eros vive e crea, seduce l’anima portandoci verso altri lidi, aprendoci a nuove prospettive esistenziali con coraggio, passione e curiosità. Ed è proprio questo lato ambiguo, creativo, vitale e personale dell’eros che in questo evento si vuole mettere in mostra attraverso la visione personalissima di differenti artisti che, ognuno attraverso la propria personale visione, mettono in luce le dissimili esperienze dell’immaginario erotico. In un epoca in cui la coscienza collettiva è bombardata da stimoli sessuali, in modo più o meno volgare, l’arte rimane l’unico vero e grande territorio in cui l’eros si svela con eleganza e creatività. Lungi dall’esibire puramente il lato estetico della sessualità, l’eros è estetica dell’ombra, bellezza dell’intravedere e piacere intellettuale dell’altro mai completamente svelato. L’erotico apre ai meandri inconsci della psiche “alludendo” e lo fa attraverso i suoi simboli che stimolano il desiderio intellettuale oltre che fisico. L’humus preferenziale di espressione dell’eros allora diventa indubbiamente il regno della produzione culturale e simbolizzante dell’arte, attraverso il quale possiamo ancora interrogarci su dove l’erotismo umano sta andando. Ci auguriamo che la fruizione di queste opere possa riportarci ad una riscoperta della bellezza e dell’erotismo come motore pulsante dell’agire umano, scevro da iperstimolazioni banali e svilenti. Freud ci ha svelato l’erotismo infantile dimostrandoci come l’eros sia partecipe dello sviluppo umano sin dalle prime fasi di coscienza, in questo momento storico dobbiamo dunque capire quanto e cosa dobbiamo rivalutare di questa prerogativa psichica al di là dei facili giochi mass mediatici e della spettacolarizzazione sessuale. L’erotismo ci ricorda che la sessualità non è una prestazione fisica, ma una facoltà psicologica da rivalutare ed usare per il nostro benessere psico fisico e relazionale.