Alcoa, si spegne anche l`ultima cella
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Alcoa, si spegne anche l`ultima cella
20 L’UNIONE SARDA www.unionesarda.it - venerdì 2 novembre 2012 Ufficio di corrispondenza: Carbonia Via Nuoro 5 - Tel. 0781/691018 Fax 0781/661842 - [email protected] COMMENTO La morte annunciata che si poteva evitare di Sandro Mantega Come tutte le morti annunciate poteva essere evitata. Invece la fabbrica dell’alluminio di Portovesme sta per fermarsi e non c’è ancora la ragionevole speranza che un giorno possa essere rimessa in marcia. Quello dell’Alcoa non era stato un fulmine a ciel sereno. I primi rumors sulla decisione degli americani di dire addio al Sulcis si erano già sentiti nell’autunno di un anno fa, anche se l’annuncio ufficiale è arrivato all’inizio dell’anno. Dopo giri e rigiri, trattative avviate e sfumate, manifestazioni d’interesse evaporate ai primi caldi estivi siamo ancora al punto di partenza: c’è da vendere una fabbrica, chi vuole comprarla? Insomma, c’è voluto un anno per ritornare al punto di partenza. Ora, vietato fare altri passi falsi. Dal primo gennaio 500 lavoratori perderanno fabbrica e stipendio, bisogna evitare che la morte annunciata diventi una catastrofe sociale. SULCIS IGLESIENTE Ufficio di corrispondenza: Iglesias Via Valverde 13 - Tel. 0781/256032 Fax 0781/255779 - [email protected] Portovesme. In forse la nuova marcia dei 400 a Roma, la manifestazione non è stata autorizzata Alcoa, si spegne anche l’ultima cella Domani la fermata degli impianti, ma gli operai restano in fabbrica Il conto alla rovescia è ormai alla fine: lo stabilimento dell’alluminio di Portovesme domani fermerà gli impianti. È il primo passo del disimpegno dell’Alcoa. Nessun ripensamento: l’appuntamento con il “fermate gli impianti” non subirà alcun rinvio: domani anche l’ultima delle celle elettrolitiche dalle quali per decenni sono usciti i lingotti di alluminio verrà spenta. Gli impianti dell’Alcoa si fermano e l’Italia uscirà dal club delle nazioni che producono alluminio primario. Fabbrica spenta e futuro avvolto nella nebbia. Per questo, e sfidando il parere contrario dei sindacati confederali, i lavoratori hanno deciso di partire ancora una volta per Roma: 400, forse 500, sono pronti a imbarcarsi per Civitavecchia. L’INCERTEZZA. Però non si sa se riusciranno a partire, la trasferta a Roma è appesa a un filo. Questa mattina i sindacati saranno in Questura a Cagliari e sapranno se il corteo degli operai nella capitale è stato autorizzato o meno, ma sembra molto difficile che le autorità diano il via libera alla manifestazione, considerata a forte rischio per l’ordine pubblico, soprattutto Sopra e a destra, due immagini di alcune fasi della protesta portata avanti dai lavoratori Alcoa negli ultimi mesi e dopo la notizia del disimpegno della società dopo l’ultima protesta dei lavoratori Alcoa a Roma caratterizzata da scontri tra operai e forze dell’ordine, con momenti di forte tensione davanti alla sede del ministero dello Sviluppo economico. LA PROTESTA. I metalmeccanici, con una decisione maturata nel coordinamento sindacale Alcoa (segreterie territoriali di categoria, Rsu e delegati degli appalti) e poi approvata dai lavoratori in assemblea, hanno deciso di tornare a Roma il 6 novembre (partenza prevista per il 5 in nave da Cagliari verso Civitavecchia) per sottolineare la dram- maticità della vertenza, arrivata ormai al capolinea almeno per quanto riguarda l’attività della fabbrica. Domani infatti cesserà del tutto la produzione di alluminio primario nel Sulcis: saranno spente le ultime celle, il cuore produttivo della fabbrica si fermerà. Un conto alla rovescia iniziato il primo settembre e che si concluderà, come da programma, il 3 novembre. IMPIANTI FERMI. I dipendenti Alcoa continueranno a presidiare la fabbrica fino al 31 dicembre, come era stato stabilito nell’accordo siglato a marzo al Ministero. Da gennaio saranno in cassa integrazione. Già fuori da metà ottobre la maggior parte dei lavoratori delle imprese degli appalti: dovrebbero avere gli ammortizzatori sociali, ma sono alle prese con altri problemi. Senza prospettive di commesse di lavoro molte imprese potrebbero chiudere e licenziare i dipendenti, con conseguenze disastrose. Intanto dai palazzi romani non trapelano novità sulle trattative per l’acquisto dello stabilimento Alcoa. Il 13 novembre i ministri Passera e Barca, con il sottosegretario De Vincenti, saranno nel Sulcis per incontrare i rappresentanti istituzionali e sindacali, per discutere del Piano Sulcis e delle emergenze Alcoa ed Eurallumina. Intanto, da domani, ci sarà un’altra fabbrica spenta a Portovesme. Antonella Pani Iglesias. Risolto l’ultimo intoppo. Alle 18 l’inaugurazione (si spera definitiva) dello storico teatro Electra, domani il taglio del nastro Quasi vent’anni di lavori, scongiurato il rischio di dover restituire 5 milioni Il palcoscenico del teatro Electra Nessuno sa ancora se il sindaco Gino Perseu confermerà, o meno, le dimissioni protocollate il 19 ottobre. Sta di fatto che, se anche decidesse fra pochi giorni di ratificarle, lo farà dopo aver raggiunto un traguardo importante: l’inaugurazione del teatro Electra. L’evento, atteso da anni, è in programma domani alle 18, alla presenza del sindaco e dell’assessore alla Cultura Luigi Biggio, oltre che di altri esponenti dell’amministrazione comunale. L’ASSESSORE. «Dopo il taglio del nastro - spiega Biggio - i cittadini avranno la possibilità di visitare la strut- NUXIS Sensi unici a Giradroxiu Troppi fuoristrada e mezzi delle compagnie di caccia a bordo carreggiata e ordinanza municipale per evitare ingorghi negli accessi ai boschi. Il Comune di Nuxis interviene per regolare il traffico nelle strade comunali di Giradroxiu. Con l’inizio della stagione di caccia grossa, infatti, le due strade di Su Mori de Picciusu e Su Mori de Basciu, tra S’Arcu de sa Mossa e Sa Matta Tuvara, sono prese d’assalto dai cacciatori con i loro mezzi. Una situazione che, trattandosi di strade di montagna, rischia di creare non pochi problemi, soprattutto in caso di intervento di mezzi di soccorso che altrimenti si troverebbero le strade e gli accessi bloccati. Per questo motivo, alcuni giorni fa, il sindaco Roberto Lallai ha emesso un’ordinanza che istituisce il senso unico di circolazione nelle due strade per evitare ingorghi.(m. lo.) <DATE>bR5OyWiPjlwjJnot249HOQ==|||9Wz65SYVRiI=|||7fx/Sd/Q0RU=|||wU8qKC20WxeutRzi4PAZBQ==|||6/Mmdo/fIFDrItIrL92iC+4w1Pf7wO+P</DATE> tura e rendersi conto personalmente di quanto è stato fatto. Domenica, inoltre, si svolgerà uno spettacolo curato dall’associazione culturale Anton Stadler». PASSO OBBLIGATO. Si tratta di un momento importante per Iglesias: l’inaugurazione (o meglio: l’apertura definitiva) della storica struttura di piazza Pichi era attesa da tempo. Del resto era ormai diventato un passo obbligato. Pena: la restituzione dei soldi, circa cinque milioni di euro, spesi finora per sistemare la storica struttura che il Comune, nei primi anni ’90, ha acquisito (per una cifra simbolica) dalla vecchia Provincia di Cagliari. Quasi vent’anni di lavori, modifiche progettuali, variazioni in corso d’opera si sono succeduti senza, finora, rivelarsi sufficienti a fare funzionare il teatro. IL GRUPPO ELETTROGENO. L’ultimo intoppo è stato quello della presenza del gruppo elettrogeno sul tetto dello storico edificio. Una collocazione ritenuta non idonea dai vigili del fuoco e non conforme alle norme sulla sicurezza: sia per quanto riguarda la posizione, difficilmente raggiungibile, sia perché quando è in funzione provoca forti vibrazioni anche ai palazzi vicini. Proprio questa ragione ha imposto al Comune di correre ai ripari: il macchinario, nelle scorse settimane, è stato rimosso dal tetto e sistemato in via Cavour, in attesa di una soluzione definitiva. Questo accorgimento, tuttavia, ha fatto in modo che venissero rilasciate anche le ultime autorizzazioni, presupposto indispensabile per aprire l’Electra ed evitare la restituzione dei fondi spesi. Lo spostamento del gruppo elettrogeno, cui si sono aggiunti anche altri piccoli lavori edili e di sistemazione della facciata, hanno comportato un’ulteriore spesa di circa 260 mila euro. (c. s.) Tratalias. Protesta del sindaco Piras dopo l’ennesimo incidente, con quattro feriti, sulla “77” «La Provincia aspetta il morto?» Il Comune ha inutilmente più volte segnalato il tratto ad alto rischio .«Ci deve scappare il morto prima che la Provincia si decida ad intervenire su quella strada maledetta?». È duro lo sfogo di Marco Piras, sindaco di Tratalias, all’indomani del pauroso incidente dell’altra mattina sulla strada provinciale 77 tra il paese e San Giovanni Suergiu: quattro persone ferite, di cui una, Francesca Maccioni, 31 anni, di Tratalias, è ricoverata in gravi condizioni al reparto di Neurochirurgia dell’ospedale "Brotzu" di Cagliari. «È vergognoso che in tutti questi anni, sin da quando è nata la Provincia, i nostri appelli per mettere in sicurezza quel tratto di strada siano stati puntualmente ignorati. E oggi - commenta Piras - siamo qui a pregare per la vita di una giovane del nostro paese». Un incidente che, solo per la prontezza dei soccorritori, non si è trasformato in una tragedia visto che, L’incidente di avant’ieri [M. M.] nello scontro frontale, le due auto coinvolte sono state poi avvolte dalle fiamme. Non è la prima volta che nel curvone all’altezza della località "Serra ’e Treminis" si verificano gravi incidenti stradali. «Gli ultimi nelle scorse settimane, quando due nostre concittadi- ne, nello stesso punto ma in due differenti incidenti, sono uscite fuoristrada per fortuna senza gravi conseguenze», racconta Piras. A rendere pericoloso quel tratto di strada, a quanto pare, ma per il Comune di Tratalias non ci sarebbero dubbi, sarebbe «un dosso nell’asfalto di una decina di centimetri che abbiamo segnalato più volte, anche per iscritto e con tanto di planimetrie, alla Provincia di Carbonia Iglesias», aggiunge. Ma senza esito. «Non chiediamo che venga rifatta l’intera strada, ma prosegue - almeno quel tratto, il più pericoloso in assoluto, quello sì, lo pretendiamo». Così come la segnaletica orizzontale, totalmente assente in una strada dove, con il buio e la pioggia, diventa un’impresa individuare i bordi di corsie e carreggiata. M. L. A S. G. Suergiu e Nuxis Lingua blu, nuovi casi nel Basso Sulcis Controlli su una pecora colpita dalla lingua blu Due ovili in quarantena a Nuxis, altri nelle campagne di Matzaccara, a San Giovanni Suergiu in cui i sintomi della febbre catarrale degli ovini si è manifestata in buona parte delle pecore. Aumentano nel SulcisIglesiente i casi sospetti di blue tongue. Dopo la morte di diversi capi di bestiame negli ovili di Giba, Sant’Antioco e Iglesias, è allarme lingua blu anche nel resto del territorio. Da giorni i veterinari del Servizio di igiene animale della Asl 7 di stanno monitorando con attenzione diversi casi per evitare che si ripeta l’ecatombe di capi che, tra il 2006 e il 2007, mise in ginocchio centinaia di allevamenti di ovini. IN QUARANTENA. A Nuxis, dopo la morte di alcune pecore colpite dalla febbre catarrale negli ovili di Bacchera e Is Pillonis, il sindaco Roberto Lallai, seguendo le prescrizioni del servizio veterinario, ha emesso due ordinanze che, oltre a porre in quarantena gli allevamenti, vietano la movimentazione delle greggi e sanciscono l’adozione di tutti i sistemi di profilassi e prevenzione per limitare il diffondersi del morbo diffuso da un piccolo moscerino, il “culicoides imicola”. Dopo Giba, dove sono morte diverse pecore e Nuxis, a giudicare dalle segnalazioni degli allevatori, il morbo non sta risparmiando neppure San Giovanni Suergiu. IL CONTAGIO. «Ne ho una trentina, su un gregge di ottanta pecore, che presentano tutti quelli che sembrano i sintomi della blue tongue. Sono preoccupato. I veterinari controllano costantemente il mio allevamento e così quello di altri pastori della zona - racconta Pietro Cabras, un allevatore di Matzaccara - ma temiamo che la situazione possa peggiorare». Gli allevatori chiedono al Comune di non essere lasciati soli ad affrontare l’emergenza. Secondo i veterinari, comunque, i rischi di un’epidemia su vasta scala sarebbero assai remoti visto che il rapido calo delle temperature non favorirebbe il proliferare dell’insetto vettore del virus. Maurizio Locci CARLOFORTE Cena, teatro e traghetto Spettacolo, cena, passaggio in traghetto tutto con un biglietto. È la singolare iniziativa che si svolgerà oggi e domani a Carloforte, dove la compagnia teatrale Cronopios porta in scena al teatro La Bottega “Flora Tristan”, di Marcella Pellerano, per la regia di Susanna Mannelli e l’allestimento dell’associazione Botti du Schoggiu. Lo spettacolo inaugura Passaggi 2012 e si apre con la degustazione di Menù d’Autunno curato da Secondo Borghero al Tonno da Corsa. Il biglietto (costo 25 euro) comprende la visione dello spettacolo al teatro La Bottega (Carloforte), cena nel ristorante Il Tonno di Corsa e passaggio passeggero (il costo dell’auto non è compreso) da Calasetta a Carloforte e ritorno. È possibile anche prenotare in un albergo (l’hotel California) del paese. (a. s.)