LE TRANSIZIONI VERSO FORME AUTOCRATICHE

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LE TRANSIZIONI VERSO FORME AUTOCRATICHE
LE TRANSIZIONI VERSO FORME
AUTOCRATICHE
GERMANIA DAL II AL III REICH
FRANCIA DALLA III REPUBBLICA A VICHY
ESPERIENZE DELL’AMERICA LATINA
GERMANIA
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Crisi della Repubblica di Weimar: impossibilità
di trovare maggioranze solide
1930 Il Partito Nazionalsocialista dei Lavoratori
ottiene alle elezioni il 18,3% dei voti e diventa
il secondo partito del Reichstag
1932 Nell’ambito di due successive elezioni il
partito nazista consolida il proprio successo
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28 gennaio 1933 il cancelliere Von Schleicher
si dimette ed il 30 successivo viene nominato
cancelliere Hitler dal Presidente Von
Hindemburg
27 febbraio 1933 Incendio del Reichstag
28 febbraio 1933 Emanazione del Decreto del
Presidente del Reich per la difesa del popolo e
dello stato ex art. 48 della Cost. di Weimar:
stato di eccezione permanente
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5 marzo 1933 Elezioni politiche –il Partito
Nazista ottiene il 44% circa dei voti
Il 23 marzo il Reichstag si riunisce per
l’adozione di una legge da approvare a due
terzi di maggioranza (dei presenti) ex art 76
della Cost. di Weimar
Viene approvata la legge “per rimediare alla
necessità del popolo e del Reich” –c.d. legge
sui pieni poteri: attribuzione al Governo dei
poteri di approvare leggi, il bilancio , trattati e
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Instaurazione dell’ordinamento nazista sulla
base del “suicidio” della Repubblica di Weimar,
la cui costituzione restava formalmente in
vigore, così come sopravviveva formalmente il
Reichstag
7 aprile 1933 Legge per il rinnovo
dell’Amministrazione pubblica
14 luglio 1933 legge contro la ricostituzione
dei partiti
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Analisi di Fraenkel: lo Stato nazista come
doppio Stato: Stato discrezionale e Stato
normativo
Il primo si giustifica all’inizio sulla base della
necessità di superare uno stato di pericolo per
l’integrità dell’ordinamento, ma che si traduce
nella distruzione permanente dello Stato di
diritto;
Il secondo residua nel campo privatistico
dell’attività economica
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Carl Schmitt giustifica l’avvento del nazismo e
la legge sui pieni poteri come necessità di
preservare l’ordinamento dalla sua
frammentazione, attraverso una inevitabile
soluzione totalitaria
Lo stato di eccezione da temporaneo e relativo
diviene permanente ed assoluto
FRANCIA
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In Francia al momento della sconfitta da parte
dei Tedeschi nel 1940 è in vigore la
Costituzione della c.d. III Repubblica (1875)
Il 17 giugno 1940 si dimette il primo ministro
Reynaud e viene nominato al suo posto,
secondo le regole costituzionali vigenti il
Maresciallo Petain
Il Governo, senza ancora avere la fiducia firma
l’armistizio con la Germania il 22 giugno 1940
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Il 10 luglio 1940, dopo che gli organi
costituzionali si sono spostati a Vichy (essendo
Parigi occupata dai nazisti) le Camere votano
la fiducia ed approvano una legge di revisione
costituzionale ai sensi dell’art. 8 della legge
cost.25 febbraio 1875 sull’organizzazione dei
poteri pubblici
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La legge stabilisce che l’Assemblea nazionale
delega i suoi poteri in tema di revisione
costituzionale al Governo nella persona di
Petain, il quale potrà adottare mediante uno o
più “atti “ una nuova costituzione che dovrà
garantire i diritti dei lavoratori, della famiglia e
della patria. La costituzione avrebbe dovuto
essere ratificata dal voto popolare
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Dottrina francese: la legge costituzionale non
costituisce rottura dell’ordinamento della III
Repubblica in quanto introdurrebbe una
revisione della revisione costituzionale
Infondatezza della tesi: una revisione della
revisione, nella specie in una forma di
riduzione del grado di aggravamento,
determina una rottura in quanto incide sulla
garanzia del grado di rigidità della costituzione
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Ad ogni modo la rottura è evidente allorchè
Petain adotta una serie di “atti costituzionali”
senza ratifica popolare e delinea una forma di
Stato autoritaria che è in contrasto con la
forma repubblicana
La forma repubblicana godeva nella
costituzione del 1875 del divieto di revisione
quale principio supremo ( v. la legge cost. del
14 agosto 1884)
Le transizioni verso lo Stato
autoritario in America latina: il caso
Modello del plebiscito
costituente
cileno
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susseguente a colpo di stato o rovesciamento
violento dell’ordinamento precedente
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Differenza con il referendum democratico:
adesione fomale e condizionata da parte del
popolo a decisioni unilaterali adottate dai veri
detentori del potere costituente (capo
carismatico, leader di partito unico, capo o
giunta militare)
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Plebiscito cileno del 1 settembre 1980,
regolato dal decreto legge 8 agosto 1980 n.
3465
Inizio del processo costituente con il bando
militare n. 5 ed emanazione di una serie di
decreti legge
La Corte suprema nega l’idoneità di tali decreti
legge a revisionare la costituzione vigente (del
1925)
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Con il decreto legge n. 788 del 4 dicembre
1974 si sancisce che sono sanate le revisioni
tacite eventualmente compiute dai decreti
legge precedenti e da quel momento in poi si
procederà con revisioni esplicite, sempre
mediante decreti legge (actas constitucionales
a partire dal n. 527 sull’organico de la Junta):
atti unilaterali di natura costituzionale
Decisione di adottare una nuova costituzione
redatta da organismi controllati dal Governo
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Con decreto n. 3464 dell’8 agosto si rende
pubblico il testo e con il n. 3465 si indice il
plebiscito
PROCESSI COSTITUENTI NEGLI
STATI SOCIALISTI
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TRANSIZIONI VERSO LO STATO SOCIALISTA:
Forma dell’adozione unilaterale da parte di
organi direttivi o collegiali del partito unico (ad
es. Congressi dei Soviet nel 1917 e nel 1924)
Varianti con la ratifica assembleare o mediante
referendum