CORSO DI UN GIORNO652

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CORSO DI UN GIORNO652
Corso di un giorno
DISCORSO
di Goenka sulla pratica quotidiana
La continuità della pratica - Gli alti e bassi della vita - Come
affrontarli - Come essminarsi - Non siete soli - Gli effetti
dell’equanimità - Comprensione e determinazione - Riesaminate
la vostra pratica - I miei auguri
Desidero dare alcuni consigli a coloro che hanno
partecipato a questo corso di un giorno. Siete venuti
qui appositamente per rinvigorire la vostra ispirazione, la vostra volontà e la vostra energia, in modo da
impegnarvi con maggior fervore.
L’importanza della pratica quotidiana
Osservate la vostra pratica quotidiana, mattino e
sera, senza tralasciarla per alcuna ragione. Se cominciate a saltarla, perdete il giovamento che vi viene
da Vipassana. Approfittate, allora, di questo corso
di un giorno per prendere la ferma risoluzione che, a
dispetto di tutti gli ostacoli, non vi permetterete mai
di tralasciare le vostre sedute di mattino e sera. Ogni
giorno, se volete mantenere forte il vostro corpo,
non potete saltare i vostri pasti. E, se volete mantenere vigorosa la vostra mente, non potete permettervi di tralasciare le vostre due sedute. È chiaro che
il corpo dovrebbe rimanere forte e sano. Se il corpo
è malaticcio, anche la mente tende ad ammalarsi.
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Perciò il corpo deve sicuramente essere mantenuto
in buona salute.
Ma se trascurate la mente, ed essa si ammala, anche il corpo non sarà più sano, perché la mente influisce sulla salute del corpo. Per questo, direi, è più
importante ancora mantenere sana e forte la mente.
Allo stesso modo in cui occorrono esercizi fisici
quotidiani, può trattarsi di asana o pranayama, per
mantenervi in forma, sani e forti, così dovete praticare Vipassana ogni giorno, se volete che la mente si
conservi sana, vigorosa e integra.
Gli alti e bassi della vita
Perciò, prendete una ferma decisione in questo
senso. Vi assicuro che tutto andrà bene. Trovate pure
il tempo per mangiare e per fare esercizi fisici e vi ritroverete più forti. Trovate il tempo anche per l’esercizio mentale, per Vipassana, il Dhamma vi aiuterà.
Più riuscite a purificare la mente, più trovate la
forza di far fronte a tutte le vicissitudini. È inevitabile che vi siano degli alti e dei bassi, non potete aspettarvi che accadano solo le cose che desiderate e che
non succeda mai qualcosa di spiacevole. I karma che
avete accumulato sono sia buoni che cattivi, e poiché la natura vi retribuisce in base a ciò che avete depositato dentro di voi, inevitabilmente vi troverete
ad affron­tare situazioni sia piacevoli che spiacevoli.
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Come affrontarli?
Ma se voi non siete un buon meditatore di Vipassana, che cosa accade?
Accade che quando, come conseguenza di qualche vostro buon saòkhāra, vi imbattete in una circostanza molto piacevole, invece di rallegrarvene,
come sarebbe lecito, voi vi attaccate ad essa. E più vi
ci attaccate, e più cresce il desiderio di farla durare,
e più perdete l’equilibrio mentale.
Naturalmente, la circostanza piacevole passerà, è
inevitabile che sia così, non può durare in eterno;
ogni esperienza che ha luogo all’interno della struttura mentale e fisica è effimera, destinata a passare.
Sicuramente, più vi sarete attaccati all’esperienza
piacevole, più sarete infelici quando questa svanisce.
Perciò, ogni volta che vi rendete conto che state
godendo dei frutti delle vostre buone azioni, esaminatevi bene, per capire se lo fate con bramosia o col
giusto distacco.
Come esaminarsi
E come fare per esaminarvi? L’intera pratica di Vipassana ha lo scopo di farvi capire che le sensazioni
del corpo cambiano continuamente - e si trasfor­
mano da piacevoli a spiacevoli, e viceversa. Se, quando percepite sen­sazioni molto piacevoli, siete in grado di dirvi: “Me ne rallegro, ma non mi aggrappo ad
esse, sono distaccato”, allora va benissimo. Significa
che conti­nuate a rendervi conto che non sono permanenti, ma desti­nate a dileguarsi. Benissimo.
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Ma, se in realtà provate attaccamento, e vi accorgerete che, quando vengono a mancare, vi ritrovate
delusi e depressi: “La mia meditazione sta andando
male. Stavo provando un flusso spontaneo di sensazioni piacevoli veramente delizioso, ed ecco che è
scomparso”. La verità è che non stavate praticando
Vipassana in modo corretto. Lo scopo della vostra
meditazione era solo quello di provare sensa­zioni
piacevoli, in un flusso spontaneo e, quando arrivato,
vi siete detti: “Ho raggiunto la meta”. Ma, quella
non è affatto la meta, è un posto di ristoro che incontrate lungo il cammino.
Dovete esaminarvi per capire se, quando non provate più sensazioni piacevoli, vi sentite sconfitti ed
infelici, perché questo significa che vi eravate attac­
cati ad esse. Se invece siete capaci di sorridere quando scompaiono: “Dovevano pur andarsene, prima o
poi”, vuol dire che ne avete goduto col giusto distacco, e perciò non vi siete procurati sofferenza.
Lo stesso accade nel corso della vita. I vostri buoni karma produrranno buoni frutti, in questo non
vi è nulla di male, rallegratevene dicendovi che non
sono duraturi. Le vostre buone azioni non sono infinite, ma limitate, e limitati quindi sono anche i loro
frutti, desti­nati prima o poi a svanire.
In questo modo voi rimanete equanimi. Sperimentate le sensazioni piacevoli che vanno con legate a un certo tipo di situazione favorevole, ma vi
mante­nete equanimi perché sapete che sono impermanenti. Poi, per una ragione qualsiasi, le circostanze felici scompaiono, e voi sorridete. “Lo sapevo, lo
sapevo bene che non sarebbe durato. Se n’è andata,
e allora? Continuerò a lavorare con impegno. Non
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ho perso nulla”.
Se non si è persa l’equanimità mentale, allora non
si è perso nulla. Se si perde quella, si perde tutto. Nel
momento stesso in cui l’equanimità se ne va, voi generate un cattivo saòkhára di un tipo o dell’altro, sia
che desideriate il perdurare dell’esperienza gradevole
o proviate avversione per quella spiacevole. In entrambi i casi il risultato è malsano e dannoso: avete
aumentato la vostra riserva di impurità mentali e vi
siete creati nuovi motivi di infelicità per il futuro.
Cercate di capire che voi siete padroni di voi stessi. Non avete nessun altro padrone. Il vostro padrone siete voi, e siete voi che costruite il vostro futuro,
nessun altro è in grado di farlo. Se siete nell’ignoranza, potete costruirvi un futuro cupo. Se avete saggezza, potete prepararvi un futuro radioso. Dipende
tutto da voi.
Non siete soli
Tenete però presente che nel momento in cui cominciate a comprendere bene il Dhamma, e ad agire
in conformità alla sua legge, tutte le forze del bene,
visibili ed invisibili, vi vengono in aiuto.
Cercate di capire in che modo. Voi vi sintonizzate
con le vibrazioni di tutti gli esseri - visibili od invisibili - che, in continuazione o per la maggior parte
del tempo, emettono vibrazioni buone e sane. Allora
le vostre buone vibrazioni si rafforzano sempre più.
È così che potete ricevere aiuto dagli altri, ma questo
è possibile soltanto quando voi stessi cominciate a
generare vibra­zioni buone e sane. Non aspettatevi
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di ricevere miracolosamente aiuto da qualche essere
invisibile quando emettete vibrazioni negative, perché questa è un’illusione, un grosso errore da parte
vostra.
Come potrebbe un essere puro venire in contatto
con voi, quando voi non siete puri? In ogni istante
generate vibrazioni malsane e piene di negatività rabbia, odio, bramosia, avversione, illusione, autoinganno - e poi vi aspetta­te che succedano miracoli,
a dispetto di ogni legge di natura, cioè a dispetto del
Dhamma?
Per ricevere tutta la forza possibile dagli esseri visibili o invisibili che esistono nel mondo, procurate
di generare dei buoni saòkhára. Pur in mezzo alle
vicissitudini della vita, generate dei saòkhára di integrità, di purezza. Vedrete allora che, oltre alla vostra
forza interiore, comincerete ad attingere forza anche
dall’esterno.
Riceverete delle vibrazioni di mettá da tutti gli esseri invisibili che amano Vipassana e prati­cano Vipassana. In questo modo, anche la vostra pratica si
rafforzerà, e po­trete confrontarvi più facilmente con
le difficoltà della vita.
Gli effetti dell’equanimità
E cosa accade quando rimanete equanimi, senza
reagire alle situazioni che si presentano? I vecchi
saòkhára accumulati vengono in superficie; e man
mano che emergono, se ne vanno. Significa che il
processo di moltiplicazione si è arrestato, e che è iniziato quello di eliminazione. Nonostante le cattive
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azioni passate, e per quanto negativi possano essere
i risultati con cui ora dovete confrontarvi, non vi è
nulla di eterno, tutto è destinato a finire.
Ma, il fatto di farlo finire prima o molto più tardi,
dipende solo da voi. Se permettete ai sankhara di
moltiplicarsi, anche la situazione spiacevole in cui
ora vi trovate si dilaterà all’infinito. Di conseguenza,
la vostra sofferenza si prolungherà sempre più. Se
invece, quando si presenta qualcosa di sgradevole sensazione fisica o avvenimento esterno - voi sorridete e vi ripetete: “Non è eterno, cambierà, prima
o poi è destinato a cambiare”, ecco che allora avete interrotto il processo di moltiplicazione. E avete, nel medesimo tempo, iniziato a sradicare questa accumulazione, strato dopo strato. Ed i periodi
di sofferenza si riducono sempre di più, sempre di
più. Il futuro è nelle vostre mani, non dipende da
nessun altro. Nessun altro può forgiare il vostro futuro. Siete voi, a renderlo piacevole o ingrato. Voi
siete l’arbitro del vostro destino, ma per diventare
arbitri del vostro avvenire, occorre che siate padroni
del presente, di ciò che sta accadendo ora. Dovete
avere il controllo della situazione: di ciò che accade all’esterno e di ciò che avviene all’interno di voi,
con equanimità, senza generare nuovi sankhara, e,
di conseguenza, non aumentare la vostra sofferenza.
Allora siete veramente i padroni del vostro futuro,
che diverrà sempre più radioso. Tutto dipende da
voi.
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Comprensione e determinazione
Cercate di comprendere sempre più la legge del
Dhamma. Non si tratta di fede cieca, ma continuando a meditare, vi renderete conto di quanto il
Dhamma vi aiuti. Cercate di custodire il Dhamma,
ed esso a sua volta vi proteggerà. Ma se non lo custodite, e vi aspettate che accada qualche miracolo,
vi illudete.
Uscite da questa illusione. Avete già sofferto tanto,
non vi pare che basti? “Ora basta con la sofferenza.
Non voglio più creare sofferenza, qualsiasi cosa accada. Voglio rimanere equanime, equanime fin nel
profondo della mia mente. Sperimentando le sensazioni, sono giunto alla radice della mente, e sono
rimasto equanime a quella profondità”. Questo vuol
dire che siete salvi.
Riesaminate la vostra pratica
Avete iniziato a praticare prendendo rifugio nel
Buddha, nel Dhamma e nel Sangha, comprendendo
che non è stata una formalità o una conversione religiosa. È alla legge di natura che vi siete convertiti.
Prendendo rifugio nel Buddha, vi siete abbandonati all’illuminazione, al seme d’illuminazione che
esiste in voi. È questa illuminazione dentro di voi
che vi proteggerà, che costituirà il vostro rifugio.
Nessun altro vi proteggerà, non c’è un Buddha sopra le nuvole che verrà ad aiutarvi. Il Buddha ci ha
indicato il sentiero, e voi siete qui per imparare a
percorrerlo.
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Avete poi preso rifugio nel Dhamma. Non in una
dottrina settaria, ma in sìla, samádhi e paññá.
Vi siete rafforzati in sìla, samádhi, paññá e il Dhamma, a sua volta, ha iniziato a proteggervi.
E vi siete rifugiati nel Sangha. Non in una setta,
ma nella comunità delle persone sante, di tutti quelli che sono diventati puri di cuore, siano essi vicini
o lontani, umani o non umani. Avete cominciato a
captare le loro vibra­zioni, vibrazioni buone e sane,
perché voi stessi generate vibrazioni buone e sane.
Comprendete bene il sentiero, rendetevi pienamente conto della tecnica, un sentiero universale,
perché corrisponde alla legge di natura. Raccoglierete i frutti che avete pian­tato, a seconda dei saòkhára
che state creando. Quello che avete fatto nel passato,
ormai è fatto. Ora dovete confrontarvi con le conseguenze. Fatelo con saggezza, e vedrete che sradicherete i vostri sankhāra passati. Siate padroni del
momento presente, e fate sì che il saòkhára di questo
attimo non sia negativo. “Ora che sono padrone di
me stesso, non genererò più cattivi saòkhára”.
I miei auguri
Ecco il mio messaggio ai meditatori di Vipassana:
siate padroni di voi stessi, e siate padroni del momento presente, quello che state vivendo ora. Così
facendo, diverrete padroni del vostro futuro, e vi libererete di ogni futura sofferenza. Solo così godrete
di pace, armonia, gioia: mantenendo l’equanimità,
sviluppando l’equanimità, rafforzando l’equanimità.
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Corso di un giorno
Sforzatevi di comprendere il Dhamma e continuate a camminare sul sentiero del Dhamma.
Continuate a crescere nel Dhamma, a risplendere
nel Dhamma. Che tutti voi possiate trarre i frutti
migliori dal Dhamma. Che godiate tutti della pace
vera, della vera armonia, della vera felicità.
Revisionato da Biblioteca Vipassana, 2015
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