COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI vol 6

Transcript

COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI vol 6
INDICE
7 Prefazione
(di Ubiratan D’Ambrosio)
9 Introduzione
13 Capitolo 1
Il concetto di sé si trasforma
• Parlare è bello • Cambiamenti di prospettiva • Il senso
di equilibrio • Il giusto e l’ingiusto • Distinguere la
realtà dalla fantasia
23 Capitolo 2
Un posto in famiglia
• Addio al bambino piccolo • Competizione e rivalità •
Identificarsi con i genitori • Passato, presente e futuro
• I genitori sono solo degli esseri umani
33 Capitolo 3
L’esperienza della scuola
• Pronti per cominciare • La relazione con l’insegnante
• Essere uno fra tanti • La lezione • Concentrarsi in
classe
45 Capitolo 4
Fare amicizia
• Il circle time • La ricreazione • L’identità di genere
• Giochi e collezioni • Le differenze
59 Capitolo 5
Leggere e imparare
• La preparazione alla lettura • Mettere assieme i pezzi
• Le difficoltà di lettura
69 Capitolo 6
Confusioni e ansie
• Il senso di colpa • «Mamma e papà stanno bene?» •
«Come diventerò?» • Le sensazioni sessuali • Humour
sulle funzioni corporali • I mostri sotto il letto •
«Non è giusto!» • Alcuni motivi di preoccupazione per i
genitori
81 Capitolo 7
Conclusioni
• Festeggiare i buoni risultati e andare avanti
INTRODUZIONE
INTRODUZIONE
«Toc-toc!»
«Chi è?»
«Shirley…»
«Shirley chi?»
«Ormai sai che Shirley sono!»
Nulla meglio di un gioco di parole come questo rappresenta il
senso dell’umorismo dei bambini di 6-7 anni. La battuta deriva
dall’incongruità che fa apparire sconosciuto quel che invece è
familiare. Qui infatti, in particolare, la persona dietro la porta
non conosce nessuna «Shirley», ma non si tratta affatto di una
vera Shirley… è una bambina che si conosce da anni, che ha
un nome diverso e che si diverte a fingersi qualcun altro.
In questa fase il mondo sembra pieno di nuove possibilità
e i bambini si trovano in un certo senso a una soglia. Si stanno
integrando meglio nel mondo della scuola e cominciano ad
acquisire contemporaneamente molte nuove abilità. Riescono
a gestire una maggiore indipendenza in molti ambiti della loro
vita ma hanno ancora moltissimo bisogno del sostegno della
famiglia per tenere testa ai normali stress della vita. Forse ora
la difficoltà più grande per loro consiste nel trovare i mezzi
per abbandonare gli atteggiamenti infantili ed esplorare le sfide
eccitanti della fanciullezza.
Il lavoro più formale a scuola è integrato e alimentato dal
naturale spirito investigativo e dall’immaginazione del bambino. Le ordinarie esperienze della vita quotidiana sono piene
di ricchezza e di significato e assumono una forma diversa a
seconda della personalità emergente. Per i genitori può essere
difficile mantenere il contatto con il figlio e controllarlo adeguatamente concedendogli al contempo un margine sufficiente
per lo sviluppo di nuove relazioni. Se i genitori accettano di
soffermarsi a riscoprire il loro bambino cercando di ricon9
COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI
siderare, da una certa distanza emozionale, il suo sviluppo,
possono a volte riuscire a immaginare come sia il mondo visto
con i suoi occhi. Tutti i genitori sono stati bambini una volta e
pertanto i loro ricordi dei sei o sette anni possono essere una
risorsa di comprensione molto preziosa. D’altro canto, i figli
sono inevitabilmente molto diversi dai loro genitori. Le loro
personalità non solo contraddistinguono ciascuno in modo
unico, ma subiscono altresì l’influenza delle tecnologie e dei
media del Ventunesimo secolo, che portano il mondo dritto nei
loro soggiorni, in un modo che la generazione precedente non
avrebbe neppure potuto immaginare.
Quando i bambini si sviluppano e crescono gli adattamenti
emozionali che si rendono necessari possono ingenerare stati
d’animo contrastanti in loro e nei loro genitori. Questo è uno
dei principali temi esplorati in questo libro. Dal punto di vista
di un genitore, è possibile trarre un enorme senso di soddisfazione dall’aiutare i figli a sviluppare nuove competenze e
abilità, come quelle connesse alla lettura e al calcolo. I bambini
cominciano a ragionare in modo più sofisticato e si orientano
meglio in relazione al tempo e allo spazio. Le abilità fisiche e
la coordinazione aumentano rapidamente e sono più in grado di
provvedere a se stessi, assumendosi maggiori responsabilità in
compiti come quelli del lavarsi e vestirsi. Si formano relazioni
e amicizie nuove, che assumono una maggiore importanza, e
questo può aiutare i genitori a sentirsi più liberi di dedicarsi ai
loro interessi per conto proprio. Di solito i genitori sono orgogliosi quando i figli prosperano in questo modo, ma possono
anche rattristarsi dovendo rinunciare all’intimità degli anni
precedenti, caratterizzati da una condizione più marcata di
dipendenza. Dal punto di vista del bambino, ora è necessario
mettere da parte alcuni dei sentimenti più appassionati associati alle relazioni familiari. I bambini devono affrontare la
sfida di «riporre» le loro esperienze precedenti, proprio come
si prepara un metaforico pranzo al sacco, per attingere da un
nutrimento interiore che continua a sostenerli nelle difficoltà
connesse all’apprendimento scolastico, alle nuove amicizie e
al fronteggiamento del mondo più ampio.
10
INTRODUZIONE
Considerando l’incredibile velocità del suo sviluppo, può
essere arduo credere che il proprio figlio sia lo stesso che poco
tempo fa ha cominciato ad andare a scuola. A proposito degli
anni di sua figlia, una madre ha detto «Ne ha sei, quasi sedici!»;
la immaginava già come una futura adulta, un’adolescente in
miniatura. Quindi può essere utile ricordare che in realtà un
seienne ha percorso solo un terzo del lungo viaggio verso il
conseguimento della maggiore età. Un altro dei temi esplorati
in questo libro è la tensione che si crea nel bambino quando
egli non si sente più piccolo, pur non essendo ancora molto
grande. A volte può essere salutare ricordare che l’apparente
competenza di un bambino di sei anni è ancora fragile e può
essere scossa facilmente dagli stress e dalle tensioni normali
della vita.
Fra il sesto e l’ottavo compleanno i bambini rinunciano
gradualmente al pensiero magico a favore di un modo di vedere
le cose più razionale e logico. Cominciano a rendersi conto che
non si ottiene il successo per magia, ma che è invece necessario
impegnarsi e faticare, cosa che può essere divertente ma anche
comportare stress e paura di fallire. L’attrazione infantile per la
realtà e il successo è temperata dall’immaginazione e da una
maggiore capacità di simboleggiare e rappresentare l’esperienza con il linguaggio, il gioco e la simulazione. Quando gli
insegnanti sono in sintonia con i bambini di quest’età, riescono
realmente a mobilitare il loro lato più maturo affinché collabori con quello più infantile nell’ambito dei progetti creativi
della classe. Per molti insegnanti è particolarmente gratificante
lavorare con i bambini di sei-sette anni, così pieni di immaginazione e di entusiasmo nei confronti dell’apprendimento di
abilità e nozioni.
Il principale scopo di questo libro è riprodurre fedelmente
alcuni dei molti aspetti dell’esperienza dei bambini di quest’età.
Esploreremo alcuni dilemmi tipici, accanto ad alcune riflessioni
sulle relative problematiche che riguardano i genitori. Ci saranno
naturalmente delle zone di sovrapposizione con i bambini di
cinque o anche otto anni circa, dal momento che ogni bambino
è un individuo a sé e matura con i propri ritmi. Sostanzialmente
11
COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI
qui ci occupiamo della fase di sviluppo della fanciullezza, a volte
indicata con l’espressione «periodo di latenza». Se i bambini
ricevono un sostegno adeguato nel contesto della vita familiare,
questo periodo tende ad essere contrassegnato da una crescita,
un apprendimento e un consolidamento costanti.
12
4
FARE AMICIZIA
Com’è rassicurante trovare altre persone come noi! L’uomo
è un essere sociale, e i nostri bambini di sei o sette anni si trovano alle prese con la complicata questione del fare amicizia
con gli altri bambini.
Ora che trascorrono più tempo lontano dalle loro famiglie,
il gruppo dei pari assume maggiore importanza nella definizione della loro identità. Quindi nella mente di un bambino la
domanda «Come sono?» non è tanto diversa dalla domanda
«Chi mi piace?».
In altre parole, i bambini cercano accettazione quando
cercano amici. Hanno bisogno di verificare le loro identità
emergenti nel confronto con gli altri. I bambini popolari sono
tendenzialmente quelli sicuri di sé, attraenti e intelligenti o
che possiedono altre caratteristiche desiderate, e ciò può essere deleterio per quelli che sentono di non possedere queste
qualità.
A questa età è facile che le amicizie abbiano i loro alti
e bassi. In realtà i bambini di sei o sette anni hanno ancora
bisogno dell’attenzione e della mediazione degli adulti per
sviluppare modalità di relazione tra pari soddisfacenti. Servirà
loro ancora molto tempo prima di riuscire a fondare l’amicizia
su basi più mature, come lo scambio reciproco, l’empatia e
il rispetto delle differenze; nel frattempo è utile avere tutte
queste opportunità per fare pratica.
45
COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI
Il circle time
Le scuole danno un contributo attivo allo sviluppo delle
abilità sociali di cui i bambini hanno bisogno per andare d’accordo fra loro. Il circle time ha lo scopo di facilitare la comprensione delle relazioni sociali e l’apprendimento di semplici
strategie per la gestione dei conflitti. La vita familiare offre
molte opportunità per imparare cose come il «dare e avere», la
condivisione e il rispetto degli altri ma, come abbiamo visto nei
capitoli precedenti, la capacità di comprendere il punto di vista
degli altri, di empatizzare con loro, è qualcosa che comincia
appena a emergere a questa età.
Molte interazioni spiacevoli che avvengono a scuola fra i
bambini dipendono da una mancanza di comprensione sociale basata sull’inesperienza. Chiunque abbia familiarità con i
bambini saprà che si preoccupano molto di chi è loro amico e
di chi non lo è. La necessità altrui di uno spazio personale (in
senso fisico) e di un trattamento riguardoso (in senso morale)
sono un fondamento molto importante della cittadinanza, la
cui acquisizione richiederà molti anni, ma sicuramente non
è troppo presto per cominciare a promuovere attivamente
i principi della vita cooperativa. Il circle time permette di
richiamare l’attenzione dei bambini su questioni che tradizionalmente sono state considerate troppo marginali o, peggio
ancora, un’interferenza rispetto al programma di insegnamento
scolastico. Fortunatamente oggi pensiamo che la scuola moderna svolga adeguatamente la sua funzione soltanto quando
educa il bambino nella sua interezza e che i bambini imparino
meglio attraverso l’esperienza personale e l’esempio. Così il
fatto di riservare uno spazio speciale nell’ambito della giornata
scolastica per discutere approfonditamente delle problematiche
interpersonali dimostra ai bambini che le loro preoccupazioni
quotidiane vengono prese in seria considerazione.
Un pomeriggio, poco prima del circle time, alcuni
alunni della classe della signora Campbell tornarono
in lacrime dall’intervallo. A una prima indagine sembrò
46
FARE AMICIZIA
che ci fosse stata una banale lite mentre i bambini si
mettevano in fila per rientrare in classe. Anna aveva
una gamba sbucciata e James un bernoccolo in testa,
ed entrambi accusarono un terzo bambino di averli
spinti mentre si stavano mettendo in fila. In pochi minuti
la signora Campbell si fece raccontare dagli allievi
coinvolti le diverse versioni dell’accaduto, e reagì in
modo caloroso e pragmatico al contempo. L’angoscia
svanì presto e l’incidente fornì un ottimo spunto per
l’argomento del prossimo circle time: imparare a dire
«mi dispiace».
I bambini si disposero in cerchio e l’insegnante chiese
perché secondo loro fosse importante chiedere scusa.
In qualche caso le risposte furono un po’ oscure. Una
di queste fu: «Se non chiedi scusa lo diranno all’insegnante». Molte altre ripresero l’idea precedente,
ma qualcuna andò oltre: «Se fai una cosa a un tuo
amico, cioè, ferisci i suoi sentimenti, uhm, dopo parlerà male di te e non sarà più tuo amico». La signora
Campbell colse la palla al balzo e concluse: «Quindi,
se volete essere amici, è una buona idea scusarsi e
dire mi dispiace». Usando l’episodio appena accaduto
nell’intervallo come punto di partenza, incoraggiò i
bambini a riflettere su come ci si sente quando qualcuno ci spinge o ci fa male e li aiutò a pensare anche al
punto di vista dell’altro chiedendo: «Come si sentirà
una persona che viene sgridata per qualcosa che ha
fatto senza volerlo?». Emersero anche altre domande
più complesse: «Se hai fatto male a un altro bambino
di proposito, basta dire “mi dispiace” per sistemare
la questione?».
Poi l’insegnante chiese agli alunni di parlare con il
bambino seduto accanto a loro di un episodio in cui
avevano chiesto scusa. I bambini vennero istruiti a
parlare e ad ascoltare a turno scambiandosi i ruoli.
L’esercizio sembrò catturare il loro interesse e l’aula
si animò di vivaci discussioni. Più tardi la signora
Campbell chiese alle coppie di bambini di recitare
brevemente gli episodi di cui avevano parlato. I bambini
si divertirono molto a mettere in scena varie forme di
47
COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI
scortesia: furti di dolciumi, pestoni sui piedi e insulti,
tutte cose che apparentemente conoscevano bene. La
parte della lezione in cui ci si scusava fu di fatto quasi
incidentale, quasi un anti-climax. I bambini riconobbero che «mi dispiace» può essere una formula utile per
calmare le acque, ma la vera sensazione di dispiacere
sembrava essere un’altra cosa. Ciò era abbastanza
prevedibile. Gli adulti sanno che può esserci una grossa
differenza fra dire «mi dispiace» e provare veramente
rimorso. Spesso il nostro desiderio che i bambini
provino dispiacere per le loro malefatte è prematuro.
Una domanda interessante per questa classe di settenni
avrebbe potuto essere: «Ti è mai capitato di dire “mi
dispiace” senza provare veramente dispiacere?». Per
il momento i bambini stavano imparando che è bene
ascoltare rispettosamente il punto di vista altrui e che
è utile lasciar correre i piccoli motivi di risentimento:
queste importanti lezioni sono aspetti fondamentali
alla base dell’amicizia.
La ricreazione
Negli spazi della scuola riservati alla ricreazione i bambini
allentano le loro tensioni e possono fare quello che vogliono.
Se in classe i bambini si sentono sostenuti, usciranno a giocare
aspettandosi un intermezzo privo di pericoli in cui sfogarsi con
i loro amici. Sono sotto la supervisione di persone adulte e c’è
qualcuno a cui rivolgersi se le cose vanno male. Gli insegnanti
e gli aiutanti assegnati all’area per la ricreazione sono punti di
riferimento importanti e i bambini che hanno bisogno di qualcuno
che intervenga per appianare le piccole liti possono rivolgersi
a loro. Questi adulti hanno spesso al loro seguito un codazzo
di bambine amichevoli e ciarliere bramose di approfittare
dell’opportunità di poter conversare con un adulto interessato.
Queste figure sono una sorta di servizio paramedico mobile che
giudica la gravità delle sbucciature alle ginocchia, dei colpi in
testa e dei mal di pancia.
48
FARE AMICIZIA
Con ciò non si vuole certo affermare che gli spazi per la
ricreazione siano liberi da stress. Nella confusione si svolgono
contemporaneamente molti giochi e i bambini vi entrano e vi
escono in continuazione. Le gerarchie sociali vengono prima
stabilite e poi rimesse in discussione, i migliori amici sono
sottoposti alla tentazione dell’infedeltà, e già la sola massa di
bambini che corrono e rumoreggiano eccitati rende il cortile o
il corridoio un luogo malsicuro per chi non guarda dove mette
i piedi.
Alcuni bambini si riuniscono per fare giochi di immaginazione in cui ognuno elabora le sue fantasie in modo tale da
suscitare l’interesse negli altri. In questo modo a volte emergono
dei giochi immaginativi che hanno un intreccio. Mina impartiva urlando degli ordini a Alison e Molly affinché seguissero
la rotta per Marte. In questo gioco era la leader e strillava e
diceva di essere Supergirl, e che avrebbe salvato i pianeti. Le
altre due bambine digitavano eccitate sulle tastiere dei computer
immaginari in un muro, poi, insieme ad altre, lottarono intrepidamente contro gli alieni in modo aspro e confuso in mezzo
a molte grida di «Supergirl alla riscossa!» e a tante risate. Era
chiaramente un gioco riservato alle femmine e forse parte del
divertimento derivava proprio dall’aver escluso i maschi.
Alcuni giochi da cortile continuano a sopravvivere nel tempo
in varie forme dopo essere stati tramandati di generazione in
generazione. Sticky toffee e le sue varianti riscuotono popolarità
fra i bambini, forse perché evocano il tema del desiderio di una
maggiore indipendenza contrapposto alla tendenza contraria
della volontà di essere ricordati, trovati e reclamati. Da questo
punto di vista, rievocano la relazione con i genitori, a cui i bambini sono legati da una sorta di elastico metaforico: i bambini di
questa età premono per allontanarsi da loro e inoltrarsi nel vasto
mondo ma allo stesso tempo non gli dispiace essere trattenuti,
tirati indietro. In sticky toffee si sceglie un bambino che farà
da inseguitore; gli altri devono tenersi alle sue dita — pertanto
il numero di partecipanti è limitato. Quando l’inseguitore urla
«sticky toffee», i bambini si disperdono e cercano di non farsi
prendere. Se uno viene preso, resta fermo con le braccia aperte
49
COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI
in attesa di essere liberato da quelli sfuggiti all’inseguitore.
Vince l’ultimo rimasto libero, che al prossimo turno farà da
inseguitore. I bambini ci tengono alle regole, e se qualcuno
imbroglia si può arrivare alla lite e all’esclusione. I giochi di
battimani possono avere diversi tipi di regole e si basano sulla
coordinazione, l’apprendimento meccanico e la capacità di
abbinamento. Essi sembrano esplorare l’idea del collegamento
e della separazione e dell’essere in sincronia con i propri amici.
Tutti questi giochi danno l’opportunità di esplorare il senso di
identità e il senso di unione che si stanno sviluppando.
Nel mezzo di tutta questa fervida attività ci sarà sempre
qualche bambino che fatica a partecipare, magari perché sente la
mancanza dei genitori o perché non ha la maturità, la sicurezza
o le abilità sociali necessarie per giocare in modo cooperativo.
Alla maggior parte dei bambini capiterà di sentirsi degli intrusi
qualche giorno, ma questa sensazione sarà più pronunciata in
coloro che hanno delle preoccupazioni connesse alla famiglia. D’altra parte alcuni possono avere una personalità che li
rende semplicemente inclini a un tipo di gioco più appartato e
immaginativo; costoro preferiscono talvolta tenersi ai margini
delle attività più esuberanti e restare guardare. Non è necessariamente un problema se qualcuno sceglie di starsene per conto
suo durante la ricreazione. Spesso un piccolo intervento di un
adulto è sufficiente a incoraggiare i bambini timidi a provare
a partecipare.
Audrey, che da un po’ di tempo era sola e aveva un’espressione piuttosto nostalgica, fu contenta quando un’assistente
di passaggio le si avvicinò e la salutò. Parlando emerse che
si sentiva triste perché la sua migliore amica non giocava con
lei. Fu lieta dell’interessamento dell’assistente e aveva molta
voglia di conversare. Con tono confidenziale le chiese se voleva conoscere Tweetie, e le fece vedere che in tasca teneva un
uccellino di plastica azzurro preso dalla casa di Biancaneve (un
giocattolo che aveva a casa) a cui evidentemente teneva molto.
Incoraggiata a proseguire, Audrey disse che quando si sentiva
sola inventava delle canzoni sugli uccelli e sui fiori che cantava a se stessa e a Tweetie. Poi diede l’uccellino all’assistente
50
FARE AMICIZIA
affinché lo guardasse e la conversazione proseguì finché non
capitò lì un’altra bambina della stessa classe. Audrey si stava
chiedendo se Tweetie fosse un maschio, dato che era azzurro e
aveva i capelli corti, ma l’altra bambina era più pragmatica e,
indicando il buchino attraverso il quale l’uccellino si attaccava
alla casa di Biancaneve, commentò: «Dev’essere una femmina
se questo è il suo sedere!». Quest’affermazione sembrò avere
l’effetto di riportare piuttosto bruscamente Audrey al mondo
della ricreazione. Le due si scambiarono qualche risatina con
aria di complicità e poi a braccetto si allontanarono dall’orbita
dell’assistente.
Anche se in classe Audrey si dimostrava nel complesso una
bambina matura e competente, poteva capitare che durante la
ricreazione si sentisse un po’ smarrita, e usava Tweetie come
un bambino di tre anni userebbe un orsacchiotto, per mantenere
un legame simbolico con casa sua e sentirsi più tranquilla e a
suo agio. Fortunatamente l’interesse amichevole dell’assistente
l’aiutò a sentirsi più sicura, cosicché quando si avvicinò un’altra
bambina si sentì pronta a legare con lei.
L’identità di genere
A quest’età i bambini stanno consolidando la loro identità
e dal punto di vista di un bambino di sette anni il genere è
spesso la dimensione più importante per la definizione di sé.
È abbastanza significativo il fatto che durante l’intervallo si
creino gruppi di bambini tutti dello stesso sesso. Quando sono
liberi di scegliere chi avere come compagno, i bambini di seisette anni dimostrano una spiccata preferenza per le persone
dello stesso sesso. Se gli si chiede chi vorrebbero invitare a
casa loro o alla loro festa, il più delle volte i maschi indicano
altri maschi e le femmine indicano altre femmine. Pare che le
bambine abbiano meno amiche, ma che le loro relazioni siano
più intense, mentre i maschi preferiscono i gruppi numerosi.
I bambini stanno imparando che cosa vuol dire essere maschi
e ciò in parte li può confondere. L’attaccamento appassionato
51
COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI
alla mamma era più accettabile per il loro Io di bambini piccoli
e ora viene sepolto sotto una preferenza per la compagnia degli
amici maschi. In questo modo i bambini esplorano il sapore di
una maggiore indipendenza e somiglianza con il padre o con
altri modelli di comportamento maschili. I maschi non sono tutti
attivi e sportivi, ma a quest’età molti di loro si danno ai giochi
squadra con molta naturalezza. Il gioco del calcio in particolare
è un passatempo che comincia ad attirare moltissimi settenni.
A questo proposito bisogna considerare diversi aspetti. Innanzi
tutto c’è il gioco stesso che richiede di apprendere delle regole
e delle nuove abilità fisiche. In secondo luogo c’è il fascino
dello sport professionale da scoprire e conoscere, diventando
tifosi di una certa squadra seguendo le orme di papà o di altri
familiari. In terzo luogo ci sono molte altre attività connesse
al gioco del calcio, come i giochi per computer, le figurine e il
calcetto. Ma forse più di ogni altra cosa il calcio è un’attività
in cui è possibile canalizzare l’energia e il desiderio di giocare
con un gruppo di amici e avere un’idea definita della «squadra
avversaria».
Giocare a pallone dà l’opportunità di stare insieme ad altri
bambini nel contesto di un gruppo accomunato da regole e
gerarchie di un genere che piace ai bambini di sette anni. La
necessaria disciplina soddisfa il desiderio di ordine e organizzazione così caratteristico dei bambini di quest’età. Tuttavia
all’inizio le regole sono difficili da capire per un bambino di
sei o sette anni e pertanto la parte più interessante può essere
quella di indossare la maglia e fare finta di essere un famoso
giocatore, il più ammirato della squadra per cui tifa papà. Il
fatto di scorrazzare e consumare energie in modo appassionato contribuisce al fascino del gioco. Tutto quel che serve è
un pallone e un’area di gioco abbastanza grande. C’è anche
la possibilità di esprimere una bella dose di competitività e
aggressività represse e di temperarle con la cooperazione e la
disciplina necessarie per giocare una buona partita.
Una fredda mattina di fine dicembre un gruppo di cinque
seienni si ritrovò al campo di calcio insieme a tre papà e due
mamme. Nelle loro splendide divise da calcio portate previ52
FARE AMICIZIA
dentemente da Babbo Natale, i bambini non vedevano l’ora di
interpretare ciascuno la propria parte. Fra loro c’era Ryan che
indossava la maglia del Tottenham con il nome di Mendes e il
numero otto sulla schiena. Pareva che il divertimento consistesse nel fingere di essere un giocatore famoso imparando al
contempo qualche abilità. «Io sono Shearer!», gridò Joe a suo
padre dopo una scivolata nel fango particolarmente efficace.
Keith fece un ruzzolone dopo avere inciampato nella gamba
tesa di Joe e soffocò a stento le lacrime. «Fallo!» gridò il padre di Joe, che faceva anche da arbitro. Ryan era speciale per
tenersi fuori dalla mischia. Sua madre notò che era particolarmente preoccupato di non sporcarsi la divisa nuova, anche se
faceva dei bei tiri quando la palla andava verso di lui. Dopo
pochi minuti nacque una piccola zuffa intorno al possesso di
palla. Il padre di Joe seppe istintivamente come sedarla e gridò
«Fuorigioco!» e li guardò negli occhi per farli separare. Le due
mamme risero fra sé e sé constatando quanto fosse efficace
appellarsi alle regole del gioco, molto più efficace che dire di
smettere di litigare: esisteva una disciplina che, strano a dirsi,
tutti i bambini rispettavano molto volentieri. Il gioco continuò
finché i padri non furono esausti. Solo a quel punto Ryan sembrò
accorgersi della presenza di sua mamma: «Mi hai portato da
bere?» le domandò rosso in volto. La madre si rese conto che
una bibita sarebbe servita a dimostrare il suo orgoglio per lui
e che l’abbraccio affettuoso in cui avrebbe voluto stringerlo
non era adatto a quel contesto maschile.
Le amicizie femminili tendono a essere più intense di quelle
maschili e spesso decisamente più effimere. Abbiamo già visto
come Audrey si disorientava quando la sua migliore amica non
giocava con lei. Alle bambine piace fare delle cose insieme,
condividere segreti, fare giochi di simulazione più fantasiosi
e chiacchierare di argomenti di ogni genere. Le liti dovute a
rivalità nascoste e all’ipersensibilità non sono rare, forse perché
le femmine sono tendenzialmente più sintonizzate sui sentimenti
personali di cui investono l’esplorazione dell’amicizia.
Alcune delle differenze fra i gruppi di maschi e femmine
possono essere esagerate dai bambini di sei-sette anni, che a
53
COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI
volte vorrebbero accentuare la divisione fra loro e gli «altri»
o le «altre». Una madre, che dirigeva un gruppo scout di «Arcobaleni» per bambini di sei-sette anni, notò che le bambine
amavano dedicarsi alle arti e ai mestieri decorativi, al disegno
e ai giochi da tavolo. Nel frattempo suo marito conduceva un
gruppo parallelo di «Castori» nella baracca Scout accanto e
il suo gruppo era più rumoroso, più attivo fisicamente e più
difficile da governare. Alla fine del periodo scolastico si organizzò una festicciola presso gli Arcobaleni, che prepararono
diligentemente delle bevande e dei biscotti per i loro ospiti. Ma
il primo bambino ad arrivare fu sopraffatto dall’imbarazzo e
dalla ripugnanza e, paonazzo in volto, esclamò: «Non posso
entrare, è pieno di bambine! Dove sono gli altri maschi?». Gli
altri bambini si erano radunati lì vicino e si sentirono capaci di
affrontare le bambine soltanto quando l’unione fece la forza.
Giochi e collezioni
I giocattoli e i giochi contribuiscono spesso a facilitare i
contatti amichevoli fra i bambini a quest’età. Il più semplice
dei giocattoli sarà in genere sufficiente ad alimentare la tendenza naturale dei bambini a giocare creativamente usando
l’immaginazione. Il gioco e il disegno sono due mezzi molto
importanti con cui i bambini rappresentano i loro pensieri e
stati d’animo. Di fatto si potrebbe affermare che nel gioco
lavorano tanto quanto nelle lezioni più formali, dal momento
che le attività ludiche costituiscono uno spazio per elaborare
l’esperienza emozionale. Pertanto, i bambini che non giocano
affatto sono giustamente motivo di preoccupazione. Possono essere troppo inibiti o turbati e a volte necessitano di un
intervento specialistico per sbloccare ciò che di solito è una
tendenza naturale.
Le amicizie fra bambini prendono forma attraverso la condivisione di interessi che si esprime nel gioco. Oggigiorno i
bambini sono oggetto di grandi campagne di marketing mirato e
si influenzano pure tra loro aderendo alle ultime mode e manie.
54
FARE AMICIZIA
Quando certi giocattoli diventano un must, possiamo dare per
scontato che qualche progettista di giocattoli intelligente ha
trovato il modo di toccare una corda vicina alle loro preoccupazioni. Se consideriamo il genere di giocattoli che vengono
scelti possiamo farci un’idea di quali siano.
I bambini di quest’età amano fare collezioni. Che raccolgano castagne, bambole, figurine o carte dei Power Rangers
o di Gormiti, tanto per fare qualche esempio, il punto sembra
essere il fatto di accumulare una scorta. La collezione può rappresentare il desiderio di possedere risorse potenti. A quest’età
i bambini non hanno ben chiaro che cosa distingua le capacità
degli adulti dalle loro e possono pensare che il fatto di possedere
qualcosa in gran quantità conferisca potenza, contribuendo a
fargli sentire di avere le risorse necessarie per cavarsela in un
mondo difficile e competitivo. I baratti di oggetti collezionati
fra amici sono un modo di fare del commercio o di sperimentare
il dare e avere nel suo senso più ampio. «Cos’hai dai offrirmi e
cosa posso darti in cambio?» è il fondamento di un certo tipo
di cooperazione.
Le bambole sono da molto tempo uno dei giocattoli preferiti,
specialmente dalle bambine. Il loro fascino può avere a che fare,
perlomeno in parte, con le immagini di femminilità idealizzata.
Quelle che hanno la forma di bebè permettono l’espressione
di sentimenti materni. Ma c’è anche un altro tipo di bambola
popolare: le Bratz, per esempio, fanno apparire desiderabile
agli occhi delle bambine di sei-sette anni un’immagine di rock
star adolescente energica e attraente.
I giochi da tavolo promuovono la possibilità di competere
innoffensivamente nel rispetto di certe regole concordate e rappresentano un buon modo per esprimere le pulsioni aggressivocompetitive senza nuocere. Tuttavia non di rado a quest’età i
bimbi non sanno perdere, così spesso i genitori si ritrovano a
contravvenire leggermente alle regole pur di non negare l’esperienza della vittoria a chi si scoraggia facilmente.
Ai bambini piace anche inventare dei giochi con regole.
Quando Henry andò a trovare il suo compagno di classe Rashid,
inventarono insieme un gioco con i nomi di tutti i compagni.
55
COSA SAPERE SU TUO FIGLIO DI 6-7 ANNI
Formarono una squadra contrapposta a quella della sorella di
Rashid, che frequentava una classe diversa e utilizzava altri
nomi. La madre dei due fratelli faceva da arbitro e doveva
estrarre una lettera dell’alfabeto. Il primo che diceva il nome
di un compagno di classe che cominciava con quella lettera
guadagnava un punto. Fu un modo piuttosto interessante di
tenere a mente l’intera classe ricordando tutti i bambini come
se facessero parte di un club.
I bambini di sei-sette anni possono essere molto fantasiosi
e costruire giochi con regole praticamente con qualunque cosa
per misurarsi intellettualmente fra loro.
Le differenze
Esistono molti libri interessanti per bambini sul tema
dell’amicizia e uno di questi è Willy and Hugh di Antone Browne. La storia narra dello sbocciare di un’improbabile amicizia
fra due personaggi molto diversi fra loro. I due vanno a sbattere l’uno contro l’altro. Il più piccolo, Willy, è più abituato a
essere preso di mira ingiustamente e resta sbigottito quando
Hugh, grande e grosso, si scusa con lui. Anche Willy si scusa
e dall’incidente nasce un’amicizia. I nuovi amici scoprono di
avere risorse complementari e di potersi aiutare a vicenda:
Hugh è bravo a far scappare i prepotenti che tormentano Willy,
ma Willy dimostra di essere quello che ha più la testa quadra
e aiuta l’amico quando si lascia terrorizzare da un ragnetto.
Questa storia divertente mette in discussione l’idea che sia
meglio cercare amici fra le persone simili a sé.
Nell’incontro con gli altri bambini si conoscono le differenze di razza, colore, religione e lingua. I sentimenti verso le
persone diverse sono influenzati da fattori interni, ma anche gli
atteggiamenti incoraggiati dalla scuola hanno un ruolo importante. Cantando tutti insieme i bambini di quest’età possono
esprimere il loro caratteristico senso di meraviglia. Alcune
canzoni danno voce alle speranze del mondo adulto. I testi di
queste due canzoni sono particolarmente evocativi:
56