recensioni giovedi autore autunno 2012-13

Transcript

recensioni giovedi autore autunno 2012-13
GIOVEDI D’AUTORE SCHEDE FILM
Proiezioni ore 19.-15 e ore 21.30
GIOVEDI 18 E VENERDI 19 OTTOBRE
IL ROSSO E IL BLU
di Giuseppe Piccioni
Con Margherita Buy, Riccardo Scamarcio, Roberto Herlitzka, Silvia D'Amico, Davide Giordano
Genere: Commedia
durata 98 min.
Teodora Film - Italia 2012.
Sullo sfondo di una scuola romana si intrecciano le storie di un professore di storia dell’arte che ha perso la
passione per il suo lavoro ed è inseguito da una sua vecchia alunna, di un giovane supplente di lettere che
ce la mette tutta e cerca di “salvare” una studentessa eccentrica e ribelle, e di una preside rigida e
inappuntabile costretta a occuparsi di uno strano alunno dimenticato dalla madre...
Tratto da un libro di Marco Lodoli e diretto da Giuseppe Piccioni, Il rosso e il blu è una commedia sul mondo
della scuola, un racconto corale che unisce sentimento e ironia, con un cast di giovani promesse guidato da
un trio di attori d’eccezione: Margherita Buy, Riccardo Scamarcio e Roberto Herlitzka..
Si tratta di un film decisamente originale e altrettanto riuscito, che rimette in piena luce il talento schivo e un
po' troppo autocontrollato di un cineasta innato come Giuseppe Piccioni(già regista di; un film importante sul
microcosmo scolastico, che si smarca dalla valanga di cliché abituale per il cinema italiano quando entra in
ballo l'argomento.Valerio Caprara - Il mattino La Scelta del cast e la guida degli attori (che, a parte i ragazzi,
sono con la Buy, Herlitzka e Scamarcio) è ineccepibile
(…) Il tirante che trascina il film nella sua (solo apparente) esilità, è la volontà di incontrarsi che a volte salva
gli esseri umani dall’apatia. In questa lotta per la sopravvivenza (mentale, ma non solo) a volte si è nobili, a
volte patetici, a vote ridicoli. E il film, questi registri, li padroneggia tutti. Da vedere. Alberto Crespi - l'Unità
GIOVEDI 25 OTTOBRE
E’ STATO IL FIGLIO
Un film di Daniele Ciprì
Con Toni Servillo, Giselda Volodi, Aurora Quattrocchi, Benedetto Ranelli, Alfredo Castro.
Drammatico, durata 90 min.
Italia 2012 – Fandango
La rovina arriva inesorabile nella famiglia di Nicola Ciraulo quando la figlia più piccola uccisa da un proiettile
vagante durante un regolamento di conti tra famiglie mafiose. I Ciraulo decidono di chiedere un risarcimento
statale, ma i tempi sono lunghi e la famiglia incapace di gestire le sue proprietà.
E’ stato il figlio ha una trama da tragedia greca (…) ma a Ciprì non interessa minimamente raccontare una
storia nel senso classico del termine: semmai una fiaba, in cui la violenza della tragedia si alterna alla
dolcezza dei cantastorie (…)Alberto Crespi - l'Unità
Dietro una scelta volutamente farsesca (dove Toni Servillo riesce a raccontare lo squallore del suo
personaggio senza cadere nella macchietta) sembra prendere forma il peggiore degli incubi pasoliniani,
quello di un popolo che ha perso la sua identità e che si è arreso alle più squallide tentazioni del benessere
(…) Paolo Mereghetti - Il corriere della sera
E’ stato il figlio segna il ritorno di un talento prezioso, Daniele Ciprì. Oltre alla conferma, semmai ve ne fosse
bisogno, della grandezza di Toni Servillo, un Nicola indimenticabile fin dalla prima camminata. Curzio
Maltese - La repubblica
Da quando l'attore teatrale Toni Servillo è sbarcato nel mondo del cinema ha potuto mostrare le sue
immense doti al grande pubblico. E' stato il figlio, però, gli regala un ruolo fuori dagli schemi, che riesce a far
ridere con un ruolo profondamente drammatico. Il film di Ciprì (noto per il duo Ciprì e Maresco) ha lavorato
come regista, sceneggiatore, direttore della fotografia e montatore e si vede: non sbaglia quasi nulla.
Giordano Rampazzi cinemadelsilenzio.it
GIOVEDI 08 NOVEMBRE
MONSIEUR LAZHAR
(Tit. originale Bachir Lazhar)
Un film di Philippe Falardeau
Con Fellag, Sophie Nélisse, Danielle Proulx, Jules Philip, Émilien Néron
Drammatico, durata 94 min.
Canada 2011 - Officine Ubu
È già tra le nomination agli Oscar Monsieur Lazhar, film del Québec premiato a Locarno e al festival di
Toronto lo scorso anno come miglior film canadese, film che nasconde non poche sorprese. Talvolta il
cinema penetra nel mondo chiuso e separato della scuola e lo fa con cautela, con affettuoso trasporto (come
lo fecero Truffaut e Godard) o tentando confini stilistici inesplorati (come Essere o avere di Nicolas Philibert).
Qui l'impatto è inaspettatamente più violento, pur nel composto universo canadese: Silvana Silvestri - Il
Manifesto
Bachir Lazhar, immigrato algerino, è chiamato a sostituire un’insegnante elementare morta tragicamente.
Mentre la classe avvia un lungo processo di elaborazione del lutto, nessuno a scuola sospetta quale
doloroso passato gravi su Bachir che, in qualunque momento, rischia l’espulsione dal Paese.
Integro ma non integralista, l'insegnante elementare Bachir Lazhar tenta il miracolo: mettere le pezze negli
animi di una classe sconvolta dal suicidio della maestra, che lui è chiamato a sostituire. Quarto
lungometraggio del cineasta del Québec, previene le facili retoriche e sociologie dello "school movie", e
procede con rigore e personalità. Il pensiero va a La classe di Cantet, con il plus emozionale di un lutto e
della tragedia di un migrante dal passato misterioso (il magistrale Fellag, attore autore teatrale e intellettuale
algerino esule in Francia) Anna Maria Pasetti Rolling Stone
Un film commovente, non pietistico né moraleggiante, che riflette sul senso della perdita. Marianna Cappi –
mymovies.it
GIOVEDI 15 NOVEMBRE
CENA TRA AMICI
Tit. originale Le Prénom.
di Alexandre de La Patellière, Matthieu Delaporte.
Con Patrick Bruel, Valérie Benguigui, Françoise Fabian, Charles Berling, Guillaume De Tonquedec
Commedia, Durata 109 min
Francia, Belgio 2012. - Eagle Pictures
Un testo teatrale strepitoso che porta in eredità più di 250 repliche in tutta la Francia, trasformato in una delle
commedie più divertenti, brillanti, intelligenti, carogne degli ultimi anni (…) Un film tutto basato sulla parola,
perfetto nei tempi comici dai dialoghi sferzanti e con cinque interpreti assolutamente sublimi: Un gioiello che
fa amare ancora di più il cinema come strepitoso mezzo espressivo. Maurizio Acerbi -il Giornale
Non è tanto la cena il centro del film, quanto il nome che uno dei commensali dice di voler dare al figlio che
gli nascerà ("Le prénom" è il titolo originale francese). Sulla questione, all'apparenza risibile, cresce una
lunga serie di battibecchi, litigi e ripicche fra cinque ben nati, ma non troppo. Sembrerebbe una riedizione del
Carnage di Roman Polanski, ma la sua "cattiveria" è pur sempre quella di una piacevole commedia. Roberto
Escobar - L'espresso
Nell’anno del trionfo di «Quasi amici» e delle ottime performance di altre commedie in agrodolce parigino,
c’è ancora spazio per la versione schermica di una pièce di successo: «Cena tra amici» è un film che
sorprende per la solidità d’impianto e la divertente e divertita sensibilità con cui mette in luce certe
aggrovigliate relazioni tra uomini e donne, parenti e amici, inclinazioni umorali e pregiudiziali politiche in un
medio contesto salottiero metropolitano. [...] Valerio Caprara Il mattino
GIOVEDI 22 NOVEMBRE
IL PRIMO UOMO
(Tit. originale: Le Premier Homme)
Regia: Gianni Amelio
Con: Maya Sansa, Jacques Gamblin, Denis Podalydès
Régis Romele, Catherine Sola, Ulla Baugué, Nino Jouglet,
Abdelkarim Benhabouccha, Hachemi Abdelmalek, Djamel Saïd, Nicolas Giraud
Drammatico, durata: 100 min
Francia, Italia, Algeria 2011 - 01 Distribution
Delicato dramma che Gianni Amelio ha tratto da un romanzo autobiografico di Albert Camus. Il primo uomo
non è l'illustrazione di quel grande romanzo, piuttosto ne è una riscrittura, personale e però molto
camusiana. Nelle sue immagini ci sono la luce e il mare del Mediterraneo, che tanto segnano il pensiero
dell'autore del "Mito di Sisifo". Si tratta della stessa luce e dello stesso mare dell'infanzia e della giovinezza
del regista calabrese, che forse si riconosce nel piccolo Jacques (interpretato dal sorprendente debuttante
Nino Jouglet), incantato nella magia assolata delle spiagge di Algeri.
Un’ambientazione che conferisce ulteriore spessore a un film di profonda suggestione per la naturalezza con
cui Amelio (coadiuvato da un felicissimo cast), riesce a tradurre in immagini, in movimento, in sguardi, in
scene di sole e di vento - ovvero in puro distillato di cinema - un universo intimo fatto di sentimenti, pensieri e
parole. Alessandra Levantesi Kezich – La Stampa
Il primo uomo. La violenza e lo splendore abbagliante dell'infanzia; il rapporto fra coloni e colonizzati, molto
più sfumato e complesso di quanto si creda. la dimensione politica e privata, morale e esistenziale, del
racconto (...) film molto privato e orgogliosamente fuori da ogni moda Fabio Ferzetti - Il Messaggero
(...) il regista calabrese ha indirettamente raccontato se stesso in molti suoi film, ma mai come in questo
caso si era calato con tanto trasporto e talento in una materia narrativa così incandescente. Perché il primo
uomo, diciamolo subito, è un film magnifico, forse il migliore di una carriera già piena di grandi risultati (...)
Alberto Crespi - l'Unità