SOMMARIO editoriale LA FOLLIA AL GOVERNO

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SOMMARIO editoriale LA FOLLIA AL GOVERNO
NOTIZIARIO DEL PARTITO DEMOCRATICO PER GLI ITALIANI ALL’ESTERO
Anno II - N° 8— 15 Luglio 2011
a cura dell’Ufficio PD Italiani nel mondo
email: [email protected]
SOMMARIO
editoriale
PORTO FRANCO
DAL PARLAMENTO
• Perché sulle quote rosa mi sono
astenuto (Gino Bucchino)
15
• Voto all’estero: i deputati del Pd
rispondono a Sergio Romano 3
VISTI DALL’ESTERO
LA FOLLIA AL GOVERNO
di Eugenio Marino
• Firmata da 55 deputati di tutti gli • The Economist: “Un abisso tra
schieramenti la pdl sull’assegno
Berlusconi e la gente che lui
di solidarietà per le famiglie mogoverna”
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noparentali
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• Blocco dei ristorni fiscali per i
frontalieri: intervenga il governo 5
NEWS
• Riforma Cgie, stampa e imprese
italiane all’estero, lotta alle mafie
• I pensionati italiani all’estero
al centro della Consulta PD per
colpiti ingiustamente da Equitagli Italiani nel mondo
lia
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(Massimiliano Raffaele)
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• Garantite per legge le quote rosa
ai vertici delle aziende quotate in
Borsa
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• Necessario un Osservatorio sulla
lingua e la cultura italiana nel
mondo
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• Un danno per gli interessi
dell’Italia la chiusura della sede
Rai di Montevideo
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• Istituire anche all’estero la figura
del difensore civico
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DEMOCRATICI NEL
MONDO
• Bolivia—Il Pd si prende cura della
salute degli italiani residenti nel
paese andino (Ivo Cibelli)
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• Argentina—A Mendoza il primo
congresso italo argentino di attualità politica
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N
ei suoi film Carlo Verdone, com’è
normale fare nella satira, esagera i
tratti dei coatti romani (e per estensione di tutti gli italiani) per evidenziarne i
difetti, mettendoli in ridicolo. Lo spettatore
dovrebbe riconoscere quei difetti e provare a
correggersi. Capita sempre più spesso, invece, che i cosiddetti coatti romani, che pure vi
si riconoscono, guardano a quella satira come
a un modello positivo e da imitare, per cui
accentuano ancor di più nella realtà quei tratti caricaturali e si comportano come le esagerate macchiette cinematografiche di Verdone.
Così, di film in film, la caricatura verdoniana
diventa sempre più grottesca e, di conseguenza, la realtà che la imita e che ci circonda, risulta andata ormai ben oltre i tratti caricaturali e cinematografici. È ormai realtà.
Mi viene dunque in mente quanto scrive Erasmo da Rotterdam, nel suo Elogio della follia,
a proposito del Principe. È la follia che parla:
“Chi assume il timone dello Stato, deve occuparsi degli affari pubblici, non dei propri insegue a pag. 2
PD/CITTADINI NEL MONDO. Notiziario del Partito Democratico per gli italiani all’estero.
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teressi, deve pensare esclusivamente al bene
pubblico, non deve scostarsi neanche di un pollice dalle leggi, di cui egli stesso è autore ed esecutore; deve assicurarsi dell’integrità di tutti i
funzionari e i magistrati; è lui solo, esposto agli
occhi di tutti e può, a guisa di astro benefico,
portare il più grande benessere all’umanità con
una condotta immacolata, oppure, come letale
cometa, la massima rovina. I vizi di tutta l’altra
gente si risentono molto meno e non si propagano tanto; tale è invece la posizione del principe,
che un suo scarto anche minimo dalla rettitudine si propaga immediatamente come una peste
nella vita di un enorme numero di persone. E
quante non sono le occasioni indotte dalla condizione dei prìncipi, che facilmente distolgono
dalla retta via: ad esempio i piaceri, la licenza,
l’adulazione, la ricchezza. Per cui i suoi sforzi
devono essere più intensi e più attiva la vigilanza al fine di non venir meno al dovere, nemmeno per sbaglio. […] Se dunque un principe considerasse, fra sé queste circostanze e molte altre
(come farebbe, se fosse saggio), non credo che
potrebbe godere né di sonno né di cibo. Invece
ora, grazie a me, tutte queste preoccupazioni le
lasciano agli dèi, e per conto loro si curano mollemente di se stessi, senza dar udienza se non a
chi sa dire piagerie, per evitare l’insorgere di
qualche inquietudine nel loro animo. Credono
di adempiere esattamente ai doveri di un principe se vanno spesso a caccia, se allevano bei cavalli, se vendono per loro tornaconto le magistrature e i governatorati,
se escogitano ogni giorno nuovi stratagemmi
per alleggerire i patrimoni dei cittadini, facendoli confluire nel loro tesoro privato, scovando però dei nomi ben appropriati per cui anche la più
grande ingiustizia ostenti tuttavia qualche par-
venza di equità. Vi aggiungono deliberatamente
qualche lusinga per legare a sé bene o male i
sentimenti popolari. Immaginate ora un uomo,
quali se ne trovano talvolta, ignaro di leggi, quasi ostile al pubblico, attento al suo privato, dedito ai piaceri, avverso alla cultura, avverso alla
libertà e alla verità, di tutto preoccupato meno
che del benessere dello Stato, avendo come misura di tutto la propria passione e il proprio
vantaggio. Attribuitegli poi un collare d’oro,
simbolo della concentrazione armonica di tutte
le virtù; una corona ornata di gemme, richiamo
per lui del dovere di anteporre al resto tutte le
virtù eroiche; poi uno scettro, emblema della
giustizia e di un animo assolutamente incorruttibile; infine la porpora, segno di una dedizione
straordinaria allo Stato. Confronti il principe
questi ornamenti simbolici col suo stile di vita, e
sono certo che arrossirà di portarli, temerà che
un interprete arguto volga in riso e spasso tutto
questo apparato teatrale”. Vi starete chiedendo
cosa c’entri tutto questo con Verdone e i coatti
romani di cui parlavo all’inizio? Come direbbe
Erasmo “odio il lettore di buona memoria”.
C’entra, perché mi pare che Berlusconi, leggendo l’Elogio della follia, anziché correggere i suoi
difetti e i suoi errori, anche lui, così come fanno i
coatti che guardano Verdone, abbia tratto dalla
descrizione del principe di Erasmo l’esempio di
come comportarsi al timone dello Stato. “Perciò
tanti auguri, applaudite, state allegri, ubriacatevi, illustrissimi adepti di Follia”.
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Dal Parlamento
Risposta a Sergio Romano dei Deputati PD eletti all’estero
“Il problema del voto all’estero è un problema d’organizzazione”
Quando si vive all’estero, non basta essere cittadini per vedersi riconoscere i propri diritti, ad
iniziare da quel fondamentale diritto di cittadinanza che è il voto.
Ad ogni tornata elettorale riparte il tormentone,
salvo spegnersi poi nel giro di qualche settimana. Dispiace, tuttavia, quando a parteciparvi sia
un conoscitore attento di situazioni internazionali come Sergio Romano.
Chi ha conservato la cittadinanza o l’ha recuperata, ha dimostrato nella stragrande maggioranza dei casi, un interesse particolare e peculiare
per l’Italia. Sergio Romano sa che, in linea di
principio, un diritto acquisito è molto difficile
che possa essere rimesso in discussione. Tanto
più che espropriare un cittadino del diritto di
voto cozza contro il principio di eguaglianza di
tutti i cittadini, garantito dalla Costituzione.
Ma poi, se l’AIRE è ancora carente, perché incolparne gli italiani all’estero? I compiti amministrativi non sono dello Stato italiano? E non sarebbe più onesto dire che questo Stato è da migliorare profondamente, magari facendo tesoro
dell’esperienza che tanti italiani hanno fatto in
luoghi diversi?
Il problema posto da Sergio Romano è un problema d’organizzazione e in Parlamento giacciono alcune proposte di revisione della legge
459/2001, tra cui quella firmata dai capigruppo
di Camera e Senato del Partito Democratico.
Non occorre mettere in discussione la Circoscrizione Estero, votata dal 90% del Parlamento ita-
liano per realizzare l’effettività del voto dei cittadini all’estero. Se è una nefandezza tanto deprecabile, ci si chiede perché alcuni Stati europei la
stanno studiando per replicarla?
Quanto alla produttività dei parlamentari
all’estero, vi è da domandarsi perché Sergio Romano non controlli gli studi sulla presenza e sulla produttività dei parlamentari – di tutti i parlamentari – prima di emettere sentenze tanto sommarie quanto errate.
Gino Bucchino, Gianni Farina, Marco Fedi, Laura Garavini, Franco Narducci, Fabio Porta.
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Dal Parlamento
L’importante proposta di legge sull’assegno di
solidarietà per le famiglie monoparentali
firmata da 55 deputati di tutti gli orientamenti
politici
“Il nostro impegno parlamentare non si limita alle
questioni che attengono ai diritti delle collettività
emigrate ma si estende anche a problematiche
che riteniamo prioritarie per tutti gli italiani”. E’
quanto aveva affermato il deputato Pd Gino Bucchino, in occasione della presentazione nel mese
di aprile di una sua proposta di legge volta ad
istituire un assegno di solidarietà in favore delle
famiglie monoparentali in condizioni di disagio
economico.
Nella relazione introduttiva alla proposta, il parlamentare eletto nella Circoscrizione estero spiega che le famiglie con un solo genitore rappresentano una realtà sempre più diffusa e che la
famiglia monoparentale, per sua natura, è contrassegnata da elementi di vulnerabilità e debolezza. “Si rende necessario – sottolinea Bucchino
- approntare misure di sostegno e interventi specifici volti a scongiurare situazioni di grave povertà e di disagio sociale, sempre più in aumento
in Italia”.
Ferma restando la necessità di predisporre una
legislazione nazionale organica che disciplini
complessivamente il sistema di tutela e di assistenza a favore dei soggetti più deboli, la proposta di legge Bucchino intende introdurre una norma semplice ed essenziale che mira a integrare e
migliorare l’attuale sistema di tutela normativa
delle famiglie monoparentali predisposto in massima parte dagli Enti locali. La pdl istituisce un
assegno di solidarietà mensile allo scopo di far
fronte alle esigenze di base e impellenti delle famiglie monoparentali in stato di bisogno.
L’assegno è quantificato in 300 euro mensili, con
l’aggiunta di ulteriori 100 euro mensili per ogni
figlio successivo al primo, ed è subordinato a
specifici limiti reddituali e anagrafici.
La proposta di legge ha raccolto, dal giorno della
sua presentazione, il consenso di numerosi deputati di diverso schieramento.
Ad oggi, la proposta di legge è stata sottoscritta
da: Antonio Di Pietro; Anna Margherita Miotto;
Walter Veltroni; Cesare Damiano; Ileana Argentin; Francesco Boccia; Antonio Boccuzzi; Luisa
Bossa; Angelo Capodicasa; Olga D'Antona; Paola
De Micheli; Rosa De Pasquale; Stefano Esposito;
Gianni Farina; Marco Fedi; Laura Froner; Laura
Garavini; Manuela Ghizzoni; Marialuisa Gnecchi;
Gero Grassi; Maria Grazia Laganà Fortugno;
Francesco Laratta; Maria Anna Madia; Giovanna
Melandri; Federica Mogherini Rebesani; Luciana
Pedoto; Mario Pepe (Pd); Massimo Pompili; Fabio Porta; Elisabetta Rampi; Andrea Rigoni; Antonio Rugghia; Daniela Sbrollini; Amalia Schirru;
Giuseppina Servodio; Jean Leonard Touadi; Sandra Zampa; Massimo Donadi; Gabriele Cimadoro; Fabio Evangelisti; Silvana Mura; Paola Binetti;
Renzo Lusetti; Pietro Marcazzan; Aldo Di Biagio;
Angela
Napoli;
Donato
Renato
Mosella; Giuseppe Angeli; Ugo Lisi; Marco Pugliese;
Giuseppe Scalera; Salvatore Torrisi; Marco Zacchera; Domenico Scilipoti; Pippo Gianni.
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Dal Parlamento
Blocco dei ristorni fiscali per i frontalieri
CHE COSA PENSA DI FARE IL GOVERNO ITALIANO?
I deputati del PD Gianni Farina e Laura Garavini, entrambi eletti nella circoscrizione Europa, hanno presentato
una interrogazione a risposta urgente e scritta ai ministri degli Affari esteri e dell’Economia, Frattini e Tremonti,
sul blocco dei ristorni fiscali dei frontalieri, da parte del governo del Canton Ticino. Di seguito, il testo
dell’interrogazione
La decisione, grave, inspiegabile e di assoluta
miopia politica, del Consiglio di Stato ticinese di
congelare il 50% dei ristorni derivanti dalle tassazioni alla fonte sui salari dei lavoratori frontalieri mette in serio pericolo l’ordinato sviluppo
delle relazioni economiche tra i due paesi e in
particolare tra le entità statali e regionali di confine della Confederazione Elvetica e dell’Italia.
La cooperazione, economica e commerciale, tra
il Canton Ticino, i Grigioni, il Vallese e le regioni
limitrofe, Lombardia e Piemonte, è da sempre
fattore di sviluppo per le popolazioni interessate
che hanno sviluppato nel tempo un rapporto
sociale e umano tale da superare gli steccati imposti dai rispettivi confini nazionali.
Per quanto riguarda il Canton Ticino, è persino
inutile rimarcare lo straordinario contributo della Lombardia al suo sviluppo, le migliaia di laureati che si sono formati nelle università italiane
(Milano, in particolare), gli insegnanti, i tecnici, i
lavoratori di ogni professione che hanno trovato
nel Canton Ticino, nei Grigioni e in Vallese, la
possibilità di espletare con successo la loro attività, contribuendo allo sviluppo dei Cantoni di
confine e delle Regioni limitrofe italiane nel corso del dopoguerra e sino ai nostri giorni. Le
grandi opere infrastrutturali, le vie di comunicazione, le gallerie, come gli straordinari sbarra-
menti alpini, sono stati costruiti anche attraverso il sacrificio e l’ingegno del lavoro italiano. Né
va sottostimata la rete economica e commerciale
sorta al di qua e al di là dei confini nazionali, costituita da una miriade di imprese in ogni settore di attività.
Sono queste le motivazioni da cui partirono le
autorità politiche nazionali dei due paesi per
studiare la possibilità di concludere una convenzione per regolare l’insieme delle questioni
in materia di imposte sul reddito e sul patrimonio, e per evitare le doppie imposizioni fiscali.
Per facilitare, in definitiva, la cooperazione e
l’attività di cittadini e imprese delle rispettive
entità statali.
La Convenzione fu conclusa il 9 marzo del 1976
ed entrò in vigore, al seguito della ratifica degli
stati nazionali, il 27 marzo del 1979. In essa,
all’art. 15, paragrafo 4, viene stabilito come costituisca parte integrante della Convenzione,
l’accordo tra la confederazione Svizzera e l’Italia
relativo all’imposizione dei lavoratori frontalieri
ed alla compensazione finanziaria a favore dei
comuni italiani di confine. Considerando afferma la Convenzione - l’alto numero di lavoratori frontalieri esercitanti l’attività in Svizzera,
il Consiglio Federale Svizzero e la Repubblica
italiana intendono eliminare ogni ostacolo che
segue a pag. 6
PD/CITTADINI NEL MONDO. Notiziario del Partito Democratico per gli italiani all’estero.
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ponga limiti alla cooperazione economica e sociale tra l’Italia e i Cantoni Grigioni, del Ticino e
del Vallese, definendo il quadro giuridico sulle
doppie imposizioni in materia di imposte sul
reddito, nonché il versamento di una parte del
gettito fiscale, risultante dalle rimunerazioni dei
frontalieri italiani, ai comuni italiani di confine,
come parziale compensazione finanziaria delle
spese sostenute dagli stessi sul loro territorio.
L’accordo, risalente al 3 ottobre 1974, entrato in
vigore il 27 marzo del 1979, stabiliva la compensazione finanziaria di ognuno dei tre Cantoni a
non oltre il 40% del gettito fiscale, da versare
alla tesoreria centrale italiana del ministero del
Tesoro, con il vincolo, per l’autorità italiana, di
trasferire dette somme ai comuni di provenienza
dei lavoratori frontalieri. Per quanto riguarda il
Ticino, all’incirca 44 milioni di euro di cui vi sarebbe quindi il congelamento di 22 milioni.
L’accordo è tuttora in vigore ed è quindi inspiegabile e non operativa la decisione del governo
cantonale ticinese, nonché l’utilizzazione dei
frontalieri come oggetto di scambio per dirimere
questioni ben più complesse, come affermato nel
comunicato Cgil Cisl Uil frontalieri e differentemente, dai cantoni Grigioni e Vallese. Inspiegabile, poiché sia l’accordo del 1974 che la convenzione del 1976, sono atti conclusi e ratificati
da Stati nazionali (la Confederazione elvetica e
l’Italia) e non possono quindi essere denunciati
dai singoli cantoni. Le motivazioni addotte per
congelare una parte importante dei ristorni, a
cui dovrà obbligatoriamente far fronte la Confederazione come stabilito dalla convenzione del
1976, sono pretestuose e immotivate. Il contenzioso tra Italia e Svizzera sullo scudo fiscale è
materia riguardante gli interessi di due Stati
sovrani, importante e tale da imporre una tota-
le separazione da ogni altra questione.
L’evasione fiscale e il riciclaggio di denaro sono
fenomeni criminosi da combattere nell’interesse
dei due paesi, come dimostrano, tra l’altro, gli
importanti accordi stabiliti nel frattempo tra la
Confederazione Elvetica , gli Stati Uniti, la Francia e la Germania. È necessario perseguire gli
incontri tra le forze politiche e sociali delle regioni confinanti (amministrazioni comunali, sindacati, partiti politici), per condurre un’opera di
chiarimento - anche su estesi fenomeni di umiliante sfruttamento dei frontalieri, soprattutto
nel settore dell’edilizia - tale da evitare e superare incomprensioni, nonché il proliferare di dichiarazioni irresponsabili che attentano alla convivenza e alla solidarietà tra le popolazioni di
confine legate da consolidati interessi economici
e da alti rapporti umani. È interesse dei due Paesi aprire una seria trattativa tesa a superare le
attuali divergenze in una materia di straordinaria delicatezza e difficoltà e ristabilire un clima
di piena collaborazione, anche per quanto riguarda gli interessi dei cittadini di confine e dei
comuni limitrofi. Tutto ciò premesso, si intende
sapere: quali azioni intende intraprendere il governo italiano per il superamento delle attuali
difficoltà e per ristabilire un rapporto pieno di
collaborazione con il governo federale elvetico
nell’interesse dei due Paesi; quali immediati
provvedimenti il governo
intende prendere,
anche per dare continuità alle mozioni approvate nelle scorse settimane alla Camera dei deputati, a tutela degli interessi nazionali e per sopperire alle eventuali difficoltà finanziarie - se il
congelamento dei ristorni si protraesse nel tempo - dei comuni di confine di provenienza dei
lavoratori frontalieri.
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Dal Parlamento
I pensionati italiani all’estero colpiti ingiustamente da Equitalia
“Equitalia colpisce in maniera ingiusta anche i pensionati residenti all’estero.
Non si tratta di paradisi
fiscali, non parliamo di
rendite o vitalizi ma di
pensioni INPS corrisposte
a pensionati residenti in
Australia, paese con il quale è in vigore, dal lontano 1985, una convenzione bilaterale contro le
doppie imposizioni fiscali che prevede la tassazione delle pensioni pubbliche e private in Australia e l’esenzione IRPEF alla fonte”. Lo afferma il deputato PD Marco Fedi, in una Interrogazione a risposta scritta indirizzata ai ministri
dell’Economia Finanze, degli Affari esteri, e del
Lavoro
e
delle
Politiche
sociali.
“Il problema - fa presente il parlamentare del
PD eletto nella circoscrizione Estero - deriva dalla tassazione separata prevista per gli arretrati,
sui quali si applica la ritenuta IRPEF alla fonte,
salvo poi la possibilità di richiedere rimborso
alla Agenzia delle Entrate per ottenerlo dopo un
decennio circa. Equitalia sta inviando a pensionati residenti in Australia intimazioni di pagamento – con mora – per ritenute IRPEF non eseguite dal sostituto d’imposta, cioè l’INPS, su importi a titolo di arretrati, soggetti quindi a tassazione
separata.
“Equitalia, società partecipata da INPS e Agenzia delle Entrate, chiede un pagamento per ciò
che presumibilmente deve ritenersi un “errore”
da parte dell’INPS e per importi che comunque
l’Agenzia delle Entrate di Pescara dovrà poi
rimborsare. Una partita di giro che penalizza in
maniera ingiusta i pensionati. Un sistema iniquo
e inefficiente che conferma quanto siano inaffidabili procedure, verifiche e sistemi di pagamento nei confronti dei pensionati italiani
all’estero”.
Per tutte queste ragioni, il deputato PD auspica
“la revoca delle intimazioni di pagamento oltre
ad un’attenta verifica delle procedure di esenzione dalla ritenuta IRPEF in attuazione di convenzioni bilaterali contro le doppie imposizioni
fiscali”.
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Dal Parlamento
Garantita per legge la presenza femminile ai
vertici delle grandi aziende quotate
“
Alla
Camera
abbiamo
votato
l’introduzione delle quote rosa nelle
centrali di comando delle più importanti aziende italiane. E’ un importante
successo per tutte le donne, ma allo stesso tempo è solo un punto di partenza. Un primo solido
contributo per un cambiamento culturale di cui
il nostro Paese ha urgente bisogno.” Lo ha detto
Laura Garavini, deputata del Partito Democratico residente in Germania, dopo l’approvazione
definitiva in Parlamento della proposta di legge
che istituisce l’obbligo di una presenza di almeno
il
30%
di
donne
nei
consigli
d’amministrazione e nei collegi sindacali delle
società quotate in borsa.
“Le quote rosa sono uno strumento necessario
per superare le gravi discriminazioni che interessano le donne in Italia”, ha aggiunto la deputata democratica eletta all’estero. “A partire dalla Norvegia, l’esperienza di altri Paesi dimostra
che le quote sono l’unico strumento per garantire una maggiore e meritata presenza femminile
nei posti decisionali. Un passo importante a cui
bisogna fare seguire ulteriori provvedimenti per
il raggiungimento delle pari opportunità tra uomo e donna.”
PD/CITTADINI NEL MONDO. Notiziario del Partito Democratico per gli italiani all’estero.
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Dal Parlamento
NECESSARIO UN OSSERVATORIO SULLA LINGUA E CULTURA ITALIANA NEL MONDO
L’
on. Franco Narducci, intervenendo in sede di audizione nelle Commissioni esteri e cultura della Camera del ministro degli Affari esteri, Franco Frattini, ha sottolineato
l’importanza del ruolo della diplomazia culturale nella strategia di crescita del nostro
Paese. Narducci ha evidenziato “il fatto che su un aspetto siamo tutti d’accordo: la nostra cultura,
nella sua accezione più larga, deve oggi, più che in passato, assumere una posizione di primo piano
nel dibattito politico e nella crescita morale e civile del Paese, sia dentro che fuori i confini nazionali”.
“Parimenti - ha continuato Narducci - credo che siamo tutti d’accordo nel ritenere il sistema di sussidiarietà orizzontale costruito dai cittadini italiani emigrati con amore e passione profonda, in ogni
parte del mondo, un perno essenziale della nostra presenza nei diversi Paesi che li ospitano, nonché
un fattore di sviluppo culturale e civile delle nostre collettività. Grazie anche al lavoro pioneristico e
alla rete rappresentata dalle nostre comunità all’estero, abbiamo costruito più facilmente e con maggiore penetrazione, soprattutto a partire dagli anni 60 del secolo scorso, una politica culturale
dell’Italia che ha accompagnato la crescita economica, sociale e politica del nostro Paese, che ora ha
però bisogno di essere rilanciata e adeguata al mutato contesto internazionale, soprattutto in Europa, per adeguarvi gli strumenti e i traguardi a cominciare da quelli più tradizionali, come la diffusione della nostra lingua”.
Per il parlamentare eletto all’estero del PD “l’italiano non può e non deve essere considerato una
mera “lingua della memoria”, nemmeno all’interno di una “emigrazione” non più espressione di
stenti, separazioni e ricongiungimenti, ma come elemento di diffusione di preziosa intelligenza e
coraggiosa iniziativa”.
Narducci ha, quindi, ricordato che “le comunità italiane all’estero contemporanee esprimono molte
eccellenze sul piano scientifico, culturale ed imprenditoriale che ancora una volta - in una logica di
sinergie tra pubblico e privato, tra Italia entro i confini e Italia nel mondo, come pure nei rapporti
con i Paesi di accoglienza - rappresentano un potenziale di grande significato. Iniziative come la settimana della lingua italiana nel mondo ne devono tenere conto”.
Tuttavia, per Narducci “occorrono anche chiavi interpretative fondate su dati adeguati che vadano
oltre il pur lodevole impianto dell’annuario del Ministero degli affari esteri. Credo che si debba istisegue a pag. 10
PD/CITTADINI NEL MONDO. Notiziario del Partito Democratico per gli italiani all’estero.
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tuire al più presto un osservatorio, guidato probabilmente dal Ministero, che assolva al compito di
fornire, oltre ai dati su ogni livello d’intervento, analisi, studi comparati, coordinamento della certificazione, ecc. Lo ritengo un passo fondamentale - ha incalzato il deputato del PD - per migliorare le
nostre possibilità di competere con i Paesi come la Germania e la Francia, tralasciando l’Inghilterra,
che hanno ben altre disponibilità finanziarie rispetto alle nostre, e in definitiva di difendere il brand
Italia”.
“I tagli delle finanziarie e di altri provvedimenti di natura economica di questi ultimi anni hanno
colpito pesantemente proprio quel sistema di sussidiarietà di cui dicevo pocanzi e siamo ad una situazione per certi versi assurda, come quella di inviare i supplenti dall’Italia ( tali docenti non hanno nessun legame con la cultura del Paese e ritengono il loro mandato a termine e conseguentemente non sono in grado di aiutare il processo di integrazione dei ragazzi italiani.
Infine, Narducci ha detto: “per il mio gruppo questa è l’occasione buona, Signor Ministro, per chiederle di dare ascolto e fare proprie le esigenze di riforma di alcune leggi che tantissimi soggetti hanno espresso ed esprimono:
la riforma della legge 153/1971 con l’obiettivo di sostenere le iniziative di promozione linguistica che
rafforzino il legame tra i giovani nati all’estero e la terra d’origine superando i tradizionali steccati
degli interventi assistenziali della vecchia concezione legislativa.
La revisione della legge 401/90 sugli Istituti Italiani di Cultura, per potenziarne le strutture in termini di risorse umane, economiche e strumentali al fine metterli realmente in condizione di offrire ad
alto livello iniziative per la diffusione della cultura italiana nel mondo, in una visione che valorizzi
anche il ruolo delle università italiane e che promuova la riscoperta in termini culturali della memoria della diaspora italiana.
“Ho sempre creduto - ha precisato Narducci - che si debba fare degli Istituti di Cultura una vera e
propria leva per la politica culturale all’estero, una sorta di “casa d’Italia” dove vengono attuate e
coordinate tutte le iniziative in materia culturale e dove possano alloggiare tutte le persone “affette
da italsintonia”. Una concezione che però si scontra con quanto accaduto negli ultimi tempi, in particolare con la drastica riduzione delle risorse destinate agli IIC, che hanno determinato, per esempio, alla chiusura degli istituti di Grenoble e di Innsbruck e non sappiamo cosa accadrà al prossimo
giro di vite. Chiedo dunque a Lei, Signor Ministro, cosa si sta progettando per sopperire al vuoto
che si crea con la chiusura degli Istituti di Cultura”.
Concludendo il suo intervento Narducci ha richiamato alla memoria il fatto che “in un convegno
svoltosi un anno fa a Montecitorio, che per la prima volta aveva messo insieme tutte le Università
che operano per la valorizzazione della Lingua italiana, oltre all’Accademia della Crusca, alla Società Dante Alighieri e al Ministero degli esteri, fu affrontato a fondo il tema della certificazione della
Lingua italiana e furono gettate le premesse per il Consorzio della Lingua Italiana di Qualità, un
passo fondamentale per la nostra politica culturale” per poi chiedersi e chiedere al ministro Frattini
“quali passi ha fatto nel frattempo il MAE per rendere concreto il progetto di una certificazione unitaria della lingua italiana”.
PD/CITTADINI NEL MONDO. Notiziario del Partito Democratico per gli italiani all’estero.
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Dal Parlamento
Un danno per gli interessi dell’Italia
la chiusura della sede RAI di Montevideo
“Nemmeno in occasione delle recenti consultazioni referendarie ai cittadini italiani all’estero
sono state risparmiate osservazioni e prediche
più o meno condite di paternalismo relativamente al fatto che essi intervengono con il loro
voto nella vita politica italiana senza avere le conoscenze necessarie per decidere con cognizione
di causa. Ebbene, tanto per aiutare a superare le
difficoltà che si denunciano, RAI Corporation
chiude la storica sede di Montevideo che per
quasi mezzo secolo è stato il punto di irradiazione dell’informazione in italiano e sull’Italia per
tutta l’America Latina”. E’ quanto afferma l’on.
Fabio Porta nell’annunciare un’interrogazione
su questo argomento rivolta al Governo dai deputati del PD eletti all’estero.
“In parallelo – ha proseguito il deputato PD non si perde occasione per sottolineare il valore
della diffusione della lingua italiana in una strategia di recupero delle nuove generazioni
d’origine e per corrispondere alla loro richiesta
di radici e di identità. E poi, con abbagliante coerenza e lungimiranza, si elimina un canale consolidato di trasmissione linguistica e culturale in
uno dei bacini più grandi del mondo di iscritti
all’AIRE e di italiani d’origine.
La RAI America Latina, con i suoi notiziari
sull’Italia trasmessi in italiano, spagnolo e portoghese, distribuiti a circa cinquanta emittenti radiofoniche, realizzava una copertura di oltre
trenta milioni di ascoltatori.
La chiusura è, dunque, un colpo gravissimo – un
altro: la fantasia di questo governo nel creare
disastri è veramente senza limiti – alla grande e
attenta comunità italiana in Sud America, ma è
anche un danno grave arrecato agli interessi del
Paese. All’espansione dell’informazione italiana
in quel contesto, infatti, si sono accompagnati
l’insediamento e l’espansione produttiva e commerciale di alcune grandi aziende italiane, a partire dalla Pirelli e dalla FIAT. Oggi, il nostro Paese fa un passo indietro mentre il peso
dell’economia dei paesi sudamericani, con il suo
+ 5% del PIL a livello continentale, sta progressivamente crescendo su scala mondiale e il solo
Brasile ha tassi di sviluppo superiori a quelli italiani.
Insomma, un atto suicida, determinato da quella
specie di sindrome di auto annientamento che
sembra guidare i passi del Governo nei confronti delle nostre comunità.
Per contrastare questa decisione – ha proseguito
l’on. Porta – ho presentato al Ministro per lo Sviluppo economico, competente in materia di comunicazione, un’interrogazione nella quale
chiedo al Governo di intervenire per salvaguardare gli interessi generali del Paese, prima ancora che le attese degli ascoltatori reali e potenziali. In essa, inoltre, chiedo di stabilire urgenti contatti con RAI Corporation per evitare che decine
di lavoratori di alta qualificazione siano
dall’oggi al domani messi sul lastrico e che si
disperda un consolidato patrimonio di relazioni
e di professionalità, proprio mentre altri Paesi,
come la Spagna e la Francia stanno aumentando
i loro investimenti nell’area”.
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Dal Parlamento
Cittadinanza: una pdl per istituire anche all’estero
la figura del difensore civico
U
na proposta di legge per l’istituzione
all’estero della figura del difensore civico. Intende presentarla l’on. Fabio
Porta (Pd), dopo avere appreso con soddisfazione della sentenza con la quale il TAR del Lazio
ha accolto il ricorso di una cittadina brasiliana di
origine italiana contro il Consolato di San Paolo,
a causa degli insostenibili tempi di attesa per la
legalizzazione dei documenti relativi al riconoscimento della cittadinanza “ius sanguinis”.
Da anni, ha fatto presente Porta, denunciamo
l’assurdità di una situazione che, in barba ai
principi costituzionali e con la conseguente discriminazione operata nei confronti di quegli
italo-discendenti che presentano domanda di
riconoscimento della loro cittadinanza italiana,
costituisce una vera e propria macchia nel rapporto tra il nostro Paese e l’Altra Italia che vive
nel mondo.
La sentenza recepisce in qualche modo non soltanto il ricorso presentato dall’interessata, ma
anni di denunce politiche, di interrogazioni parlamentari, di documenti presentati alle varie istanze compresa una sottoscrizione firmata da
migliaia di cittadini che nel 2007 fu presentata
dal sistema Comites e Cgie del Brasile al Ministero degli Esteri.
A quella richiesta ci fu una prima parziale risposta con l’approvazione dell’operazione “task
force”, approvata dal governo Prodi con lo sco-
po di azzerare l’arretrato di domande di cittadinanza in Sudamerica.
Quel governo purtroppo ebbe vita breve; la
“task force” partì quando in carica era il nuovo
governo Berlusconi, che si distinse subito per i
tagli alle politiche per gli italiani all’estero e una
certa insofferenza se non un vero e proprio fastidio in relazione agli italo-discendenti nel mondo.
Risultato: l’operazione raggiunse in minima parte i suoi obiettivi, le file continuarono e insieme
a loro la frustrazione di quanti continuavano a
credere che in Italia viga ancora la cittadinanza
“ius sanguinis” (vigente sulla carta ma, per migliaia di italo-discendenti, lontano dall’essere un
diritto esigibile).
In questo senso intendiamo la sentenza come
uno sprone, anche dal punto di vista legislativo,
e un punto di non-ritorno: nessun Paese civile
può permettersi di avere un quadro di norme e
diritti civili che poi non è in grado di rispettare.
Anche con questa motivazione, ha dichiarato il
deputato PD, mi appresto a presentare una specifica proposta di legge che prevede l’istituzione
all’estero della figura del “difensore civico”, istanza alla quale ricorrere in caso di abusi e inadempienze da parte della nostra pubblica amministrazione.
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Democratici nel mondo
BOLIVIA - IL PD SI PRENDE CURA DELLA SALUTE DEGLI ITALIANI NEL PAESE ANDINO
DI IVO CIBELLI*
Dal 2 al 12 giugno si è svolta
a Santa Cruz de la Sierra
(Bolivia) la 12a Fiera Internazionale del Libro, un evento culturale che il locale
circolo del Pd ha voluto dedicare agli Italiani
presenti nel Paese andino in occasione dei 150
anni dell´Unità.
Durante i lavori di apertura della Fiera, attraverso due conferenze specifiche, si è voluto evidenziare l´attività del Partito Democratico italiano,
affinché tutti potessero ricevere esatte informazioni sui programmi e sul futuro politico
dell´Italia e, in dettaglio, gli apporti che la comunità italiana residente in Bolivia può restituire
all´Italia.
La disponibilità e l´impegno del Partito Democratico nel risolvere i problemi dei nostri connazionali è evidente soprattutto per gli interventi
pratici che mirano a mitigare le difficoltà di chi
vive lontano dall´Italia, senza perdere di vista i
problemi di quei cittadini boliviani che hanno
diritto alla nazionalità italiana e, a breve, si trasformeranno in veri cittadini italiani aventi diritto.
Il giorno 8 giugno, infatti, Festa dell´ Italia
(invitata d´onore alla Fiera), alla presenza di 350
persone si sono firmati due importantissimi accordi con Cliniche private locali (Clinica Santa
Barbara, rappresentata dal Dott. Marcellino Tardio e Clinica Selene Mayani, rappresentata dal
Dott. Victor Hugo Valda), che offriranno servizi
di analisi ed interventi chirurgici, applicando
forti sconti sulle tariffe basiche in favore non solo dei connazionali residenti, ma anche di
quei cittadini boliviani che portano con orgoglio il cognome italiano.
Nel prossimo futuro, dedicheremo tutto il nostro tempo ed il nostro impegno, affinché anche
nelle altre città capoluogo di regione si possa
offrire lo stesso vantaggioso accordo a tutti
i nostri connazionali.
Questo sino a quando saremo in condizione di
poter dare una notizia importantissima a tutta la
comunità: la sanità gratuita.
Il circolo del PD in Bolivia è costituito da più di
240 iscritti (appartenenti alla giurisdizione di
Santa Cruz de la Sierra ) che fremono per entrare nel vivo delle prossime elezioni.
*Presidente PD Bolivia
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Democratici nel mondo
ARGENTINA - A MENDOZA FABIO PORTA RELATORE
AL PRIMO CONGRESSO ITALO - ARGENTINO DI ATTUALITÀ POLITICA
Con un intervento dedicato al delicato tema del “Sistema di rappresentanza politico degli italiani nel mondo” il Vice Presidente del Comitato Permanente della
Camera dei Deputati sugli italiani all’estero concluderà la giornata centrale della
tre-giorni dedicata all’attualità politica italo-argentina in corso a Mendoza
(Argentina).
“Torno volentieri a Mendoza – ha dichiarato l’on. Porta – per incontrare la grande e significativa comunità italo-argentina e per partecipare ad un’iniziativa che
reputo importante e meritevole del massimo dell’attenzione da parte delle istituzioni dei nostri due
Paesi, in particolare da parte di noi parlamentari eletti all’estero”.
“Le tre giornate di lavoro – secondo il deputato del Partito Democratico – permetteranno di approfondire, grazie agli interventi di autorevoli relatori argentini e italiani e alla partecipazione al dibattito dei rappresentanti della nostra collettività, i principali temi al centro del proficuo e antico rapporto tra Italia e Argentina: le relazioni economiche e commerciali, i processi culturali legati al multiculturalismo e ai flussi migratori, il sistema di rappresentanza e la partecipazione dei giovani e
delle associazioni”.
“Tutte questioni – secondo Porta – centrali per ridisegnare il futuro del rapporto tra l’Italia e l’intera
comunità degli italiani nel mondo; un rapporto oggi in crisi e in pericolo proprio a causa delle ultime politiche di tagli e attacchi alle politiche per gli italiani all’estero e agli stessi organismi di partecipazione democratica”.
Al congresso internazionale sono previsti anche gli interventi del Console Generale d’Italia Pietro
Tombaccini e dell’on. Ricardo Merlo (Maie-UDC).
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Porto franco
PERCHÉ SULLE QUOTE ROSA MI SONO ASTENUTO
di Gino Bucchino
N
ella votazione del 28 giugno alla Camera dei deputati
sulla proposta di legge sulle cosiddette “quote rosa” volta ad assicurare con forza di legge la presenza delle donne nei consigli di amministrazione, approvata a larghissima maggioranza, io mi sono astenuto.
Dato che alcuni colleghi mi hanno indirizzato sguardi di sorpresa,
devo dire che solo per un senso di dovere di appartenenza ho optato per l’astensione, ma la mia convinzione mi spingeva addirittura
verso un voto contrario.
La realtà è che il nostro Paese per motivi ben noti è la cenerentola
dell’Europa quanto a parità di genere.
Facciamo tutti un sorrisetto se vediamo una donna alla guida di un
autobus, fino a raccomandarci al Signore e a fare gli scongiuri se
sentiamo una voce di donna annunciarsi come capitano e darci il
benvenuto a bordo di un aereo.
Le nostre donne a parità di lavoro (escluso forse solo in Parlamento) guadagnano meno dei loro colleghi uomini. Noi stessi, il Partito Democratico adesso e prima ancora l’Ulivo, abbiamo speso fiumi di parole per garantire che la parità uomo-donna nelle liste elettorali venisse rispettata. E vista la “porcata” di legge elettorale che
ci governa non ci sarebbe stato niente di più facile che alternare nel
listone il nome di una donna al nome di un uomo. Ma non lo abbiamo fatto.
Gli esempi di vera e propria discriminazione sono infiniti e riempiono la nostra quotidianità.
Una discriminazione culturale, pesantissima. Pensare di superare
questa discriminazione a forza di legge è una ipocrisia forse ancora
più grande, un modo di mettersi a posto la coscienza, tanto sappiamo tutti - e sì che lo sappiamo - che una legge del genere difficilmente andrà a buon fine.
Mille scuse e impedimenti saranno tirati fuori per impedirne
PD/CITTADINI NEL MONDO. Notiziario del Partito Democratico per gli italiani all’estero.
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l’effettiva esecuzione.
E’ una legge, inoltre, che mortifica ancor di più le donne dal momento che esse entreranno in un consiglio di amministrazione in
forza di una quota “rosa”, perché donne, e non per meriti.
Ma perché? Di quante quote abbiamo ancora bisogno in questo
Paese? Una quota per gli “stranieri”? Una quota per le persone di
colore? E a quando una quota anche per le persone, soprattutto
donne, “di età inferiore a…” oppure “di discutibile bellezza”?
Ci rendiamo conto che nel nostro Paese per essere assunti si richiede ancora l’età e la bella presenza?
Lo sa bene il nostro presidente del Consiglio che ripete fino alla
nausea che le sue donne sono belle mentre le nostre, quelle di sinistra, sono brutte.
Abbiamo bisogno di fare entrare nella nostra testa che non esistono
“uomini e donne” nell’esercizio dei diritti, ma che esistono soltanto
“persone”.
E per fare questo dobbiamo educare, non legiferare.
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Visti dall’estero
The Economist: un abisso fra Berlusconi e la gente che lui governa
“Nulla illustra l’abisso tra Silvio Berlusconi e la gente da lui governata meglio
dell’impatto della manovra economica decisa il 30 giugno: per molti italiani,
questa significa sacrifici per centinaia di euro”. Per Berlusconi, invece, il contenuto “prometteva risparmi per centinaia di milioni”. E’ quanto scrive in apertura di un commento sulle misure varate dal governo italiano, il settimanale
britannico Economist, che ha raccontato ai propri lettori, definendolo una
“manovra senza vergogna”, il tentativo del premier di inserirvi la cosiddetta
norma “salva-Fininvest” (ritirata dopo la levata di scudi dell’opposizione e
l’intervento del presidente Napolitano). L’Economist sottolinea quindi come il
governo sostenga “che ognuno deve sopportare dei sacrifici”, rilevando però
che l’inserimento della clausola a favore dell’ azienda di famiglia ha provocato
“sdegno (in privato perfino tra i ministri), quando è emerso che per il premier
il testo conteneva non dolore ma un analgesico di proporzioni mostruose”.
Il giornale definisce il decreto sulla manovra pubblicato sulla Gazzetta ufficiale
come “un compromesso” tra le posizioni del ministro Tremonti, che evocava
per l’Italia il rischio di un “collasso” simile a quello che ha colpito la Grecia, e
le “pressioni” della Lega che sollecitava una riduzione delle tasse da finanziare
attraverso “drastici tagli” alle spese della Difesa.
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News
Consulta Pd italiani nel mondo
Riforma Cgie, stampa e imprese italiane all’estero, lotta alle mafie
Di Massimiliano Raffaele
La riforma di Comites e Cgie, un gruppo di lavoro sull’internazionalizzazione delle imprese
italiane all’estero, il contrasto alle mafie con una
serie di seminari in tutto il mondo e la situazione della stampa italiana all’estero. Questi i quattro punti cardine discussi lo scorso 7 luglio a Roma dalla Consulta del Pd per gli italiani nel
mondo, riunitasi in assemblea per analizzare anche il risultato del referendum nella circoscrizione estero e l’attuale solidità dei rapporti con
l’associazionismo e le Regioni.
INTERNAZIONALIZZAZIONE DELLE IMPRESE
“E’ importante dare un’impronta internazionale
alle imprese italiane all’estero, per rilanciarne
l’immagine e trasmettere al meglio i valori del
made in Italy”, ha spiegato Eugenio Marino, Responsabile del Pd per gli italiani nel mondo, nel
corso del suo intervento in assemblea. E’ per
questo che Marino ha annunciato la creazione
“di un gruppo di lavoro che ha già iniziato a lavorare su un documento programmatico e che
indirizzerà
studi
e
riflessioni
all’internazionalizzazione delle imprese italiane
oltreconfine”. “Un lavoro che – ha sottolineato –
sarà portato avanti grazie agli spunti già forniti
da Stefano Fassina, responsabile del settore Economia e Lavoro del partito, e in stretta collaborazione con il gruppo Associazionismo e regioni”.
SEMINARIO INTERNAZIONALE SULLE MAFIE
Un ruolo – quello delle imprese – che dovrà essere messo al riparo dalle infiltrazioni mafiose
ben radicate anche oltre i confini nazionali. A
relazionare sull’argomento in seno alla Consulta
è stato Tonio Dall’Olio, responsabile del settore
Internazionale di Libera, e tra i più apprezzati
esperti di antimafia nel mondo. “Occorre analizzare ogni singola realtà territoriale e donare alla
gente gli strumenti di prevenzione e di contrasto
alla mafia – ha detto Dall’Olio –. Le infiltrazioni
ormai agiscono soprattutto in campo economico
e si radicano in grandi aziende così come in piccole realtà quali negozi, ristoranti, pizzerie e bar.
Episodi come quello di Duisburg sono solo punte di iceberg enormi che spesso non vengono
‘fotografati’ a dovere”. Sull’argomento la Consulta e Libera stanno lavorando sulla realizzazione di un seminario internazionale che si terrà
a Madrid e al quale parteciperanno esperti provenienti da tutta Europa.
STAMPA ITALIANA ALL’ESTERO
Situazione difficile anche per la stampa italiana
all’estero continua a soffrire dei tagli operati dal
governo Berlusconi e dai ritardi nell’erogazione
dei contributi della Presidenza del Consiglio.
“Molti giornali – come ha spiegato nella sua relazione il segretario generale della Fnsi, Franco
Siddi – hanno dovuto ridurre la foliazione o addirittura diminuire le uscite per far fronte al taglio dei contributi decisi qualche anno fa dal go-
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verno e che con effetto domino si stanno riproponendo in questi mesi”.
La Consulta ha convenuto sull’importanza di
dedicare costante attenzione alla stampa italiana all’estero, di monitorare l’andamento attraverso l’analisi delle vendite e di raccogliere eventuali segnalazioni che arriveranno dalle redazioni e dagli editori italiani nel mondo.
Luciano Neri
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La Redazione di
Cittadini nel Mondo
augura a tutti
Buone Vacanze…
Arrivederci
a
Settembre
PD CITTADINI NEL MONDO
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a cura dell’Ufficio PD Italiani nel mondo
E-mail: [email protected]
In redazione:
Alessandra Fabrizio, Adriana Leo
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