Monumenti ed edifici storici

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Monumenti ed edifici storici
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Gerusalemme
Data di pubblicazione: 16/03/2017
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Musei.....................................................................................................
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Itinerari e escursioni..............................................................................
Vita notturna..........................................................................................
Negozi e centri commerciali...................................................................
Meteo.....................................................................................................
Giudizio degli utenti...............................................................................
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1. Il Muro del Pianto (Monumenti ed edifici storici)
2. Basilica del Santo Sepolcro (Monumenti ed edifici storici)
3. Il deserto di Giuda (Altro)
4. Museo della Terra Biblica (Musei)
5. Masada (Nei dintorni)
6. Moschea della Roccia (Monumenti ed edifici storici)
7. Quartiere Armeno (Vie, Piazze e Quartieri)
8. Basilica dell’Agonia (Monumenti ed edifici storici)
9. Getsemani (Parchi e Giardini)
10. Mea Shearim (Vie, Piazze e Quartieri)
11. Terrasanta - Viaggio tra Israele e Palestina (Itinerari e escursioni)
12. Via Dolorosa (Itinerari e escursioni)
13. Yemin Moshe (Vie, Piazze e Quartieri)
14. Monte del Tempio (Monumenti ed edifici storici)
15. Chiesa delle Nazioni (Monumenti ed edifici storici)
16. Museo Gush Katif (Musei)
17. Porta di Damasco (Monumenti ed edifici storici)
18. Sinagoga italiana e Museo dell'arte ebraica (Musei)
19. Vetrate di Chagall (Monumenti ed edifici storici)
20. Moschea al Aqsa (Monumenti ed edifici storici)
Redazione
Per quanto la redazione di PaesiOnLine lavori costantemente al controllo
e all'aggiornamento delle informazioni turistiche, invitiamo i nostri lettori a
verificare personalmente tutte le notizie di viaggio prima della partenza;
pertanto si declina ogni responsabilità per qualunque situazione
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Il Muro del Pianto
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È il centro del mondo, la roccia dalla quale Maometto salì al
cielo, racchiusa sotto la grande Cupola d’oro nella Spianata delle
Moschee a Gerusalemme. Il Muro Occidentale è un muro di
cinta risalente all'epoca del secondo Tempio di Gerusalemme.
Un luogo sacro all'Ebraismo, costruito nel 515 a.C sul Monte
Moriah, detto appunto Monte del Tempio. Il tempio fu distrutto nel
70 da Tito. Oggi ne resta solamente il muro occidentale di
contenimento, detto anche il Muro del Pianto. Nelle fessure del
muro gli ebrei infilano da secoli dei foglietti con scritte le loro
preghiere.
sicuramente il santuario più conosciuto al mondo. Peccato solo per le
grandi restrizioni e i meticolosi controlli che rallentano i tempi già ristretti
dei turisti.
Rank: 6/36
Indirizzo: West Bank, Jerusalem
Rank: 1/36
Basilica del Santo Sepolcro
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La Chiesa del Santo Sepolcro si innalza sul giardino di
Giuseppe di Arimatea, dove secondo la tradizione fu sepolto
Gesù. Il primo edificio, a pianta circolare, fu voluto da
Costantino nel IV sec., mentre il nucleo dell’odierna struttura
risale al XII sec. La basilica si trova all’interno delle mura della
città vecchia di Gerusalemme, al termine della Via Dolorosa, e
ingloba sia quella che è ritenuta la collina del Golgota, luogo
della crocefissione, sia il sepolcro scavato nella roccia.
Rank: 2/36
Indirizzo: West Bank, Jerusalem
Basilica dell’Agonia
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La Basilica dell’Agonia si erge sulle pendici del Monte degli
Ulivi, che domina dall’alto la parte orientale di Gerusalemme. La
basilica attuale fu realizzata dall’italiano Antonio Barluzzi nel
1922-1924, grazie a donazioni raccolte in tutto il mondo; per
questo è chiamata anche Chiesa di tutte le Nazioni. Sulla
facciata un grande mosaico rappresenta la preghiera di Gesù
in favore del popolo. All’interno si trova la Roccia dell’Agonia,
dove Gesù avrebbe recitato la sua ultima preghiera.
Rank: 8/36
Moschea della Roccia
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La Moschea della Roccia è simbolo dell'Islam in quanto
conosciuto come il luogo in cui Maometto compì la sua ascesa
dal cielo, ma è altrettanto conosciuta in quanto si pensa che sulla
roccia, situata al centro della moschea, il patriarca Abramo
avesse eseguito il sacrificio di suo figlio. Adiacente alla Moschea
al Aqsa, situata sul Monte del Tempio a Gerusalemme, è
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Porta di Damasco
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I colori e i suoni delle botteghe, il frenetico via vai dei bimbi e
dei trasportatori di merci. Soldati armati di tutto punto che
osservano severamente, il tutto con i ricordi imperiali ad assistere
allo scorrere del tempo... tutto questo e altro ancora rende bene
l'idea di cosa sia la Porta di Damasco, crocevia e punto di
accesso più imponente alla città antica di Gerusalemme.
Rank: 17/36
Indirizzo: Ha-Zanhanim Street, Jerusalem
Nobile Santuario di Al-Haram al-Sharif
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Moschea al Aqsa
Il Nobile Santuario di Al-Haram al-Sharif è un importante
luogo di culto islamico situato a Gerusalemme, al cui interno
si trovano la Moschea Al-Aqsa e la famosa Cupola della
Roccia. Il Nobile Santuario di Gerusalemme è uno dei tre luoghi
più importanti dell’Islam che fin dalle sue origini ha rappresentato
un fervente centro studi per la cultura islamica. Si sviluppa in
un’area di circa 35 acri che comprende palazzi, fontane,
minareti e splendidi giardini.
Rank: 25/36
Indirizzo: West Bank, Jerusalem, Israele
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Situata nell’area del Monte Majid o Monte del Tempio, la
Moschea al Aqsa è la più grande moschea di Gerusalemme. I
lavori di costruzione vennero iniziati intorno al 647 per volere del
califfo Abdul al Malik ibn Marwan e venne ultimata intorno al
705, venne più volte restaurata dopo i forti terremoti del 1927 e
del 1936. Può contenere fino a 5000 fedeli e nel corso dei secoli
è stata un importante centro di studi islamici. Intorno al 1119
un’area della moschea venne utilizzata dai Cavalieri Templari
finchè dopo la conquista di Gerusalemme da parte del Saladino,
al-Aqsa ritrovò la sua funzione di sito religioso.
Rank: 20/36
Indirizzo: West Bank, Jerusalem
Musei
Museo della Terra Biblica
Musei
Il Museo presenta una vasta collezione di arte del Medio Oriente
riguardante il periodo Biblico.AperturaDom.-Lun.-Mart.-Giov.
09:30-17:30 Merc. 9:30-21:30 Ven. e festivi 09:30-14:00
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Rank: 4/36
Indirizzo: 25 Stefan Wise Street , Museum Row, Jerusalem
Museo Israelita
Musei
Il museo ospita la più grande collezione al mondo di storia,
archeologia, religione e società ebraica.AperturaLun, Merc, Sab
e festivi 10.00-16.00 Mart 16-19, Gio 10.00-19.00, Ven
10.00-14.00, Chiuso le Domeniche
Rank: 21/36
Indirizzo: Nakhman Avigad Street, Jerusalem 91710
Rank: 31/36
Indirizzo: Jerusalem Street, Jerusalem
Vie, Piazze e Quartieri
Quartiere Armeno
Vie, Piazze e Quartieri
Il Quartiere Armeno di Gerusalemme ha la sua principale
attrazione nella Cattedrale di San Giacomo. Ma è l'atmosfera del
distretto a rendere imperdibili una visita a questo quariere,
arricchito dai sapori delle taverne armene. Si possono scoprire
migliaia di oggetti e rituali desueti, un pezzo di cultura
sopravissuto nella storia antica della città.
Rank: 7/36
Indirizzo: David Street, Jerusalem
Altro
Tour in Terra Santa
Altro
Centro del Patrimonio degli Ebrei
Babilonesi
...dopo tanto parlare e organizzare le persone apparentemente
interessate...al momento di concretizzare...si dileguano o meglio
bidonano con varie scuse.... sono una ragazza milanese (40),
amante dei viaggi, natura e cultura, il prox viaggio sarà in
autonomia ed economia in ISRAELE dal 7 al 18 ottobre e cerco
gente simpatica, allegra, spontanea e solare per viaggiare in
compagnia per visitare, girare, vivere il paese in tutte le sue
sfumature......io ci sono, donne e anche uomini...scrivetemi,
siamo già in 2 persone confermate. Se qualcuno/a vuole fare un
viaggio indimenticabile in Terra Santa, contattatemi e vi darò
tutte le info per aggregarvi!!! Presto perchè siamo agli sgoccioli!!!
Scrivetemi al mio indirizzo: [email protected] ciao Silvia :D
Musei
Il centro presenta un'impressionante collezione di documenti,
materiale etnografico, libri e
manoscritti.AperturaDomenica-Giovedi: 8:30-15:30 Martedi:
8:30-19:00
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Il deserto di Giuda
Altro
Si può pensare che il deserto sia un luogo solitario e silenzioso,
dove cercare se stessi e la propria anima. Non è stato così
arrivando alle pendici di una collinetta da cui si spaziava sul
Deserto di Giuda. Chi vuole vendere collane, chi sciarpe, chi
invita a salire sull’asinello per fare la sassosa salita. Ma arrivati
sulla collinetta, davanti alle dune dorate a perdita d’occhio, il
frastuono intorno si interrompe e si desidera volare da una cima
all’altra e sostare nelle macchie di verde così eteree che
sembrano pronte a sollevarsi e sparire da un momento all’altro. Il
panorama è fantastico, immenso e infinito ed è proprio vero che
invita alla contemplazione e alla preghiera. Oggi il Deserto di
Giuda, soprattutto nella parte verso Gerusalemme è popolato da
molti Beduini e Monasteri dove molti giovani, soprattutto russi,
continuano a rifugiarvisi per un ritorno alla preghiera e al contatto
con Dio.
Rank: 3/36
Itinerari e escursioni
Terrasanta - Viaggio tra Israele e
Palestina
Itinerari e escursioni
Un sacco di gente vi darà informazione e dati particolari, dritte
utili, ristorantini che vale la pena provare. Io voglio solo
trasmettervi le mie sensazioni, abbiate pazienza.
Terrasanta,Terrasanta! (prima giornata): Sono tornato! San(t)o
e salvo! Carico di sensazioni da metabolizzare con calma, di
bolle nei piedi (il pellegrino cammina molto), di retrogusto di
coriandolo che finirò di digerire tra un mesetto e con la consueta
certezza che ti porti a casa da un viaggio; quella di essere partito
con tanti preconcetti che la conoscenza diretta di cose, luoghi e
persone, anche solo sfiorata, ti fa capire quanto sia deformante
la lente dei media e quanto rimangano deformati i giudizi
conseguenti. Ma le cose vanno maturate con calma, per cui, con
una speciale macchina del tempo tornerò ad una settimana fa, al
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giorno della mia partenza, per ripercorrere a poco a poco la strada verso
ed attraverso la Terrasanta, mentre continuerò per qualche giorno a
ruminare le mie esperienze cercando di condividerle con voi. Chi mi
conosce si sarà stupito della mia scelta. Pure, la voglia di vedere con i
miei occhi questa terra stravolta dagli odi e dalla violenza mi ha
indirizzato verso una soluzione che mi è sembrata la più corretta. Il
pellegrinaggio, il gruppo di umanità varia, che con intenzioni diverse, da
sempre ha cercato di approdare a quei lidi spinto da fede, passione,
voglia di conquista, ricerca di sè stesso, un topos che si ripete all'infinito
da duemila anni, quindi non è cosa da poco, un fatto da trascurare. Ecco
quindi perchè non un viaggio inIsraele o in Palestina, ma in Terrasanta.
Torniamo quindi ad una settimana fa, quando alle 5 di mattina (ora a cui
sono poco uso) mi dirigevo all'appuntamento dove si sarebbe addensato,
come un tempo, il gruppo di penitenti, curiosi, in cerca di avventura o di
spiritualità, carichi, non più di sai, fagotti, bastoni, sandali e dei pochi
zecchini preparati per l'occasione, ma di telefonini, zainetti, Kway
tecnologici, macchine fotografiche e pacchetti di euro da scambiare con
preziose reliquie. Chissà cosa avrò dimenticato. Un paio di scarpe di
ricambio, va beh, il pellegrino deve soffrire almeno un poco. I pellegrini,
per loro natura temono l'ignoto, pur se lo affrontano con slancio e le
descrizioni di tregenda dello spietato interrogatorio a cui verremo
sottoposti dai feroci agenti del Mossad prima dell'imbarco, mettono in
ansia non poche signore, timorose di non saper dare le giuste risposte
agli aguzzini, se pur imbeccate con cura dai nostri mentori. Naturalmente
tutto si risolve in pochi minuti di colloquio con una cortese fanciulla che ci
assicura che, se ci domanda se qualcuno che non conosciamo ci ha
affidato un pacchetto, è per evitare che sul nostro aereo ci sia, magari
una bomba, cosa che non dovrebbe in fondo dispiacerci. Non volo più da
quasi quattro anni e circondato da vocianti bimbi israeliti, mi appresto al
primo impatto con il cibo kosher, come da regolare certificato allegato al
vassoio. Avevo giurato di non mangiare mai in aereo e tutte le volte, la
maledetta curiosità, mi ci fa ricascare; ingurgito così il primo di un'infinita
serie di polli al coriandolo e curry che mi sarà compagna per tutto il
cammino. Al nostro arrivo, subito la nostra guida spirituale Don Rafal,
viene immediatamente bloccato e trattenuto con motivazioni tanto vaghe,
quanto inconsistenti, forse perchè è polacco, forse perchè è prete, forse
perchè ha sul passaporto un visto siriano. Quando finalmente, dopo
un'oretta, viene liberato e sale sulla zattera di salvataggio del predellino
del pulmann, un senso di liberazione coinvolge tutti i pellegrini, ansiosi di
salvezza, non solo per aver avuto restituito il caro Don, ma anche per il
fatto di riuscire ad arrivare in albergo in tempo per la cena. Il pulmann
corre veloce lungo il mare e poi su per le colline della Galilea verso
Nazareth. In questa terra, anche soltanto i nomi evocano emozioni,
sentimenti, aspettative. La notte è scesa di colpo mentre i piccoli paesi
scivolano alle nostre spalle. In fondo, sulle alte colline, in un cielo di stelle
basse, è tutto un brillare di piccole luci, una per ogni casa, una per ogni
speranza. La Terrasanta è raggiunta. Nazareth, il Giardino Fiorito,
sembra il presepe lontano che facevo assieme alla mia mamma, tanti
anni fa. Shalom o salam (seconda giornata). Già di per sè, calpestare
questa terra, calpestata e ricalpesta-ta da migliaia di anni, da milioni di
persone è una emozione, una sensazione di antico. Colline dolci, uliveti
sterminati, persone gentili che ti salutano con un sorriso, ragazzi che
ridono. Quanto tutto sembra lontano e distante da quanto mi ero
preparato a vedere dopo anni di televisione dura. Qui in Galilea, non si
avverte nulla della tensione che ci raccontano i media. La vita che vedi
scorrere accanto a te è normale. I ragazzi che tornano da scuola e
scherzano con le ragazze, la gente che va a lavorare, il traffico. Di ebrei
in giro se ne vedono pochi, asserragliati in quartieri separati in cima alle
colline, ormai quasi tutte coperte disordinatamente di case. Nazareth si è
sparsa a macchia d'olio e ne occupa diverse, così il drappello dei
pellegrini si sposta qua e là passando da un luogo della memoria all'altro
con cura meticolosa. Dal monte Tabor, immerso negli ulivi, una grande
vista fino alle montagne del Carmelo, sempre , nutriti, abbevarati,
trasportati e coccolati in quanto una delle poche fonti di reddito, i
pellegrini passano da un luogo all'altro, dove la devozione ha situato i
momenti fondamentali dei Vangeli. La fontana di Maria, la casa di
Giuseppe, il luogo dell'Annunciazione, dove puoi vedere strutture dei
primi secoli o di epoca crociata, quasi tutti, disperatamente ricoperti da
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colate di cemento della moderna devozione che deve mediare la
celebrazione grandiosa, la meditazione intima, la logistica organizzativa.
Nel piccolo museo, oggetti di tutte le epoche, qui basta scavare e viene
fuori di tutto. Tutto sotto assedio dei mercanti del tempio, che però
devono pur campare, anche se vendono l'autentico vino delle nozze di
Cana. Autisti, venditori di souvenir religiosi, produttori di rosari di ulivo,
laboratori dove si lavora il legno, tutta gente che vive in pace e vorrebbe
solo continuare a farlo senza problemi, in pace. Salam aleikun, shalom
alek, pace a noi tutti; due lingue gemelle, due popoli gemelli, forse la
gente comune vuole solo vivere in santa pace. Camminare sulle acque
(terza giornata). Di fronte al mare di Galilea, il monte delle beatitudini si
adagia verde, coperto di macchie di ibisco, punture rosse a ravvivare la
memoria. Da qui è partito un messaggio deflagrante, talmente nuovo e
dirompente da sconvolgere il pensiero filosofico che lo aveva preceduto,
da condizionare ogni pensiero futuro. Il concetto di dare spazio a chi è
ultimo nella vita e fare agli altri ciò che si vorrebbe fosse fatto a te,
avrebbe dovuto fare strame di ogni pensiero precedente; il solo seguirne
il profumo avrebbe dovuto risolvere per sempre il problema della
convivenza umana. Il bello è che quasi tutta l'umanità che ha vissuto
dopo quel momento, si ispira a questi due concetti, li ha fatti suoi e li
ritiene fondanti per il consesso delle genti. Dozzine di pulmann carichi di
pellegrini, si fermano qui ogni giorno per rafforzare questo concetto, per
parteciparvi, per sentirsene parte viva; poi se ne torneranno a casa, tutti
coi santini e le pietre del lago in valigia, qualcuno magari ad organizzare
qualche ronda, qualcun altro a dire che non è certo razzista, ma che
certa gente, per cultura e religione inferiore, è portata a violentare le
donne e dovrebbero tutti andarsene a casa propria. Ma sul lago di
Tiberiade la barca di Pietro scivola lenta, magari con tanto di
alzabandiera e inno di Mameli, poi , Un Italiano Vero e musica locale a
base di Shalom; con il ragazzo che suona la tabla e la mamma che
distribuisce il certificato di traversata del lago sulla copia autentica della
barca di cui sopra. Bisogna pur vivere. Al ristorante, i pesci,
miracolosamente moltiplicati, sanno un po' di fango, come tutti i pesci di
lago, ma non si riesce a rimanere esenti dal fascino del luogo. Un gruppo
di soldatesse in libera uscita sciamano festose, allegre lungo il pontile. Mi
raccomando, non fotografare. Come immaginare queste ragazzine
scherzose, che correndo si tirano i capelli, domani, con un mitra in mano,
a perquisire un'auto ad un posto di blocco. Eppure quante ne vedremo
nei prossimi giorni. Poi giù lungo il Giordano, un rivolo di acqua fangosa,
aspirata, contesa, rubata e spartita tra i campi assetati di Giordania e
Israele, attraverso la Samaria sempre più secca ad ogni kilometro, dove
compare, ad arricchire i cespugli spinosi del deserto, il filo spinato
dell'odio e della prevaricazione. Un veloce bagno medicamentoso, nel
fango del mar Morto, panacea benefica per la mia discopatia e per le mie
rughe di espressione; poca cosa, ma che bello vedere, alto sulla riva
opposta, il nitido biancore del santuario del monte Nebo, dall'alto del
quale avevo guardato in basso trentacinque anni fa. Poi fermi nel deserto
di Giuda, tra i calanchi ocra nelle sfumature del tramonto, a compiangere
Jerico, la città più antica del mondo, dove da dodicimila anni vivono
persone, circondata, offesa, violata, imprigionata da posti di blocco e filo
spinato. Ancora un balzo per salire dalla più profonda depressione fisica
del mondo, per arrivare a Gerusalemme, la Santa, forse a sentire un'altra
depressione. "Ed ora i nostri piedi si fermano alle tue porte,
Gerusalemme! " (Salmo 121 ) Le mura, il muro, i muri (quarta giornata).
Yerushalayim, al-Quds, Gerusalemme la Santa. Le sue mura imponenti,
illuminate la notte, severe di giorno, abbattute e ricostruite sempre più
alte e come tutti gli inutili muri del mondo nuovamente distrutte e rifatte,
cingono un grumo di luoghi storici in perenne conflitto tra loro, alla ricerca
di una supremazia impossibile, ma bramata con violenza. Dalla spianata
delle Moschee, si dominano le valli circostanti ed in fronte, il Monte degli
ulivi, cosparso di monumenti a segnare ogni punto sensibile della storia,
fa da controcanto, perchè non si dimentichi mai che quando si assiste al
trionfo di un pensiero religioso, gli altri due sono comunque sempre
presenti e contrastanti. Lo stordimento architettonico non sopravanza
quello spirituale; comunque l'ammirazione per l'armonia delle forme viene
temprato dalla devozione di chi si avvicina per colloquiare con il suo Dio.
L'oro della Moschea della Cupola della Roccia brilla nel sole a contrasto
con quella nera della Moschea al-Aqsa, mentre la notte per uno strano
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fenomeno di illuminazione, il tutto si inverte come per magia. Ci arriviamo
dopo una estenuante coda di controlli e di posti di blocco, poi il piacere di
rimanere soli con la storia. Discesi appena sotto, ecco l'altro Muro, dove
si affastellano i fedeli del Dio antico, a festeggiare il Bar Mitzvah dei loro
ragazzi, mentre da fuori, madri, sorelle e zie lanciano dolcini e monetine
e gridano con sonorità magrebine. E vicino all'alto muro, tanti personaggi
in nero, col cappellone ed i boccoli che scendono al fianco delle orecchie
a pregare con movimento ritmico, in un colloquio solitario col Muro
stesso, in cui infilare il bigliettino. Chissà perchè ai credenti di ogni
religione, i riti e le gestualità delle altre religioni sembrano sempre ridicoli
o fastidiosi. Cristiani che si chinano a baciare la pietra del Calvario o
strusciano i foulard sul sepolcro, motteggiano le litanie e l'abbigliamento
degli ebrei ortodossi, che a loro volta sono infastiditi dal richiamo alla
preghiera del Muezzin, i cui fedeli deridono l'attaccamento alla Croce dei
loro nemici storici. E infine all'interno di ogni luogo santo, che spettacolo,
la litigiosa spartizione in metri quadri di ogni piccola variante di fede, così
come il cantare più forte degli altri col solo fine di disturbare i vicini e per
convincere la divinità ad ascoltare le proprie preghiere in precedenzaa
quelle degli altri. In Gerusalemme ci sono quindici diverse varianti di
Cristiani (6 ortodossi, 7 latini e 2 protestanti) tutti in antagonismo tra di
loro a disputarsi anche fisicamente, spazi e offerte dei fedeli che arrivano
da tutto il mondo. Chi non ricorda le bastonate tra i santi monaci
ortodossi e copti alla Natività per uno sgarro di invasione dell'area di
pertinenza. E nel cortile del Santo Sepolcro, che tenerezza il monaco
Melchita che correva da un annoiato drappello di soldati israeliani a
protestare per un presunto sgarbo dei Maroniti, intervento ovviamente
negato con sufficienza. All'interno del tempio tuttavia, il fervore dei
visitatori infonde grande partecipazione. Il desiderio di toccare le Sacre
pietre, i luoghi del Mistero, i punti dove sono accaduti i momenti
fondamentali riportati nei Vangeli, forma lunghe file affannate. Poca
differenza dalla folla del tempio di Puri in Orissa, dalle puje della città
templare di Tiruchirapalli nel Tamil Nadu o dalla devozione fisica e
ritmata del Jokang di Lhasa o dei tanti altri luoghi della devozione che ho
visto sparsi per il mondo. Il desiderio di avvicinarsi alla divinità è uguale
sotto tutti i cieli e le formalità si sovrappongono. Ma dopo le mura ed il
Muro, altri muri ci aspettano oggi. Quelli nuovi, alti anch'essi otto metri,
ma più grigi, più ruvidi, rinforzati dal filo spinato e dai cavalli di Frisia, per
uscire da Gerusalemme ed arrivare a Betlemme, pochi kilometri di slalom
tra i posti d blocco, per arrivare a quella che più che una città è un campo
di concentramento in cui è lungo entrare, ma è molto più difficile uscire
per chi ci vive e non può lavorare o andare a cercare lavoro, come se
tutto fosse calcolato per aumentare la tensione, per incattivire gli animi,
per inasprire i contrasti, per dare mano e vigore ai fondamentalismi.
Ormai qui solo i pellegrini portano soldi e aiutano un po' una economia
esangue. Quindi volentieri si comprano i soliti souvenir inutili, ma prodotti
dalle cooperative locali, compresa la polvere magica della grotta del Latte
che fa rimanere incinte le signore con problemi (attenzione alle non
interessate). E la conoscenza di persone di grande interesse come le
vecchissime e malandate suore di un istituto, che invece di essere a loro
volta ricoverate in luogo di riposo, raccolgono orfani, malati mentali e
fisici, anziani bisognosi e non domandano a nessuno a che religione
appartengano. E tanta gente allegra e spiritosa, con tanta voglia di fare,
che ci ha detto "Se non ridessimo molto, saremmo già tutti morti di
depressione." Poi però si torna dall'altra parte, si ripassano i muri,
ricoperti di murales con colombe della pace a forma di bersaglio, i
reticolati, i posti di blocco, coi ragazzi soldati che ti guardano col mitra in
mano, domandandosi cosa ci andiamo a fare da "quella" parte.
Gerusalemme brilla solitaria la notte, solo il Muro del pianto è popolato
ancora di nere figure dai grandi cappelli neri che ciondolano
ritmicamente. Venerdì o sabbath? (quinta giornata). Il Monte degli ulivi
è tutto un ribollire di genti che passano da un luogo all'altro, una
processione senza fine che va dalle cupole dorate della chiesa ortodossa
agli ultramillenari ulivi dell'orto del Getsemani. Un amico di cui vi parlerò
domani, sta organizzando una clonazione di un milione di alberelli di ulivo
all'anno provenenti direttamente da questi alberi, da far arrivare ai
cristiani di tutto il mondo. Il business non si ferma mai, ma se ha un
risultato utile, perchè no? Ne riparleremo. Poi entrando dalla porta dei
Leoni, è ancora Gerusalemme, facendosi largo tra i mussulmani che
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stanno andando alla spianata delle Moschee. Oggi è venerdì, tocca a
loro; la città è percorsa da un fremito islamico. Le famigliole se ne vanno
a pregare, le ragazze sul velo esibiscono paillettes, i posti di controllo dei
militari israeliani sono più rigidi e frequenti. Si alza forte la voce dei
Muezzin, ora tocca a questa lingua di essere ascoltata lassù. Il souk è in
fermento esalando odori di spezia, colori di frutta, sapori di kebab e
falafel in ogni angolo. Che voglia di normalità. Si percorre adagio la Via
Dolorosa, dalla Flagellazione all'Ecce Homo, lungo le stazioni della Via
Crucis, tra piccole cappelle mescolate ai negozietti di vestiti o di
casalinghi, una commistione millenaria che concentra gli affari dove
transitano i pellegrini. E' storia di ogni mondo e di ogni epoca. Fino
all'apoteosi del climax del Santo Sepolcro di cui ho già detto. Città di
occidente coi sentori dell'oriente, città di religione con la sua
concentrazione di preghiere, di devozione e di luoghi simbolo, città di
guerra con le sue insanabili divisioni, mantenuta stabile con le armi,
impugnate o anche solo mostrate ad incutere timore. Poi a poco a poco
scende di nuovo la sera, mentre ci godiamo una delle più belle viste della
città illuminata dalla terrazza di un collegio francescano, che
naturalmente ha tra i suoi allievi almeno la metà di mussulmani. La festa
dell'Islam è finita e con il calar del sole comincia il Sabbath ed è allora
festa per un'altra fetta di città. Che complicazione. Qui l'affare si ingrossa,
perchè gli ebrei sono parecchio osservanti. Vanno ancora ad augurare la
buonanotte al loro Muro e poi via di corsa al riposo sabbatico. Già in
albergo la qualità dei servizi cala vistosamente, a cena, presenza minima
e cibarie approssimative. Tutto si ferma per 24 ore e tutto diventa buio,
non si deve neanche accendere la luce. Lo sapevate che c'è un
ascensore apposta per ebrei che, al sabato, parte e ferma
automaticamente ad ogni piano, in quanto schiacciare il bottone è
considerato lavoro? Olio extravergine (sesta giornata). Oggi ho
conosciuto un personaggio staordinario. Ancora una volta (quante volte!)
muro e reticolati, poi il pulmann si arrrampica sulle colline della Giudea,
coperte ancora per poco di pallido verde. Ancora qualche curva, poi tra
gli uliveti, ecco Taybéh, l'antica Efraim dove secondo il vangelo si rifugiò
Gesù. E' un villaggio arabo cristiano da duemila anni e la prima cosa che
chiarisce padre Raed a chi si stupisce di trovare qui una comunità
cristiana assediata dall'Islam, è proprio che loro sono stati i primi cristiani
in assoluto, noi caso mai, discendiamo da popoli convertiti
successivamente, e che non c'è alcun tipo di difficoltà con i vicini
mussulmani, con i quali hanno convissuto pacificamente per 1300 anni.
"Se in Europa avete un attrito con i musulmani, non pensate che anche
qui ci siano questi problemi; i giornalisti vengono, carichi dei loro
preconcetti, poi io leggo gli articoli che scrivono al loro ritorno e mi
accorgo che non hanno capito niente della nostra reale situazione"
insiste. Non è certo un semplice prete di frontiera, come può apparire al
primo impatto, ma è stato per anni segretario del Patriarcato di
Gerusalemme e conosce bene il mondo, ma ha voluto tornare qui, nel
paese dove è nato e che stava morendo, economicamente strangolato
dal blocco israeliano, dove gli abitanti si erano ridotti in pochi anni da
4000 a 1200 persone, obbligati ad andarsene, come i loro vicini
mussulmani, per poter sopravvivere. La ricchezza del paese sono 30.000
ulivi, ma l'olio che producevano da millenni, non poteva avere mercato e
lui appena giunto in paese, dove comincia a riorganizzare la scuola,
viene pagato dalle famiglie con bidoni di olio che si ammucchiano in
magazzino e di cui non sa cosa fare. Ma Padre Raed è molto sveglio,
crede in questa terra ed in questa gente, mette in moto tutti i suoi contatti
e in poco tempo riesca a fare accordi con diverse catene di supermercati
francesi. Sapendo che con una minima possibilità di reddito, l'emorragia
si fermerà, crea una cooperativa locale e grazie anche a qualche aiuto
che arriva, costruisce un moderno frantoio e adesso l'olio extravergine
palestinese di Taybeh, profumato e delicatamente fruttato, se ne va per
tutto il mondo e a poco a poco si porta dietro altro: i prodotti tradizionali
dei vasai, lanciando le lampade della pace a forma di colomba con gli
altri tradizionali articoli di artigianato e lo straordinario cous cous
palestinese, scuro e saporito, presente in molti negozi del commercio
equo e solidale (quando Israele consente che possa passare la frontiera).
Così riparte la scuola (che vedete nella foto di apertura), dove ci sono più
di 600 allievi, in buona parte mussulmani che arrivano dai villaggi vicini,
perchè è da piccoli che comincia il rispetto dell'altro. Il coro della scuola,
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composto da ragazzi ebrei, cristiani e mussulmani nel 2006 ha girato
l'Europa per dimostrare che alla gente interessa convivere in pace. Infine
l'ultima realizzazione, la casa di riposo per anziani , funzionante da pochi
mesi. L'emorragia degli abitanti si è fermata, anche se i potenti vicini non
sono molto contenti. Le iniziative fanno tutte utili e danno lavoro e reddito
a decine di famiglie del paese che ne beneficia poi nella sua totalità.
Tutto questo in soli cinque anni. Padre Raed (che in arabo vuol dire
Pioniere) è un vulcano di iniziative, una ne pensa e l'altra finisce di
realizzarla, sempre in anticipo sui tempi previsti. Ma sì avete capito, è
sua l'idea della clonazione degli ulivi del Getsemani da vendere a tutto il
mondo di cui ho parlato ieri, e di chi se no! E state tranquilli che ne
sentirete in giro presto. Lui chiede solo di fare conoscere le sue iniziative,
attirando turisti per moltiplicare i contatti. Ad un religioso che gli faceva
notare che a Lourdes avevano sette milioni di turisti all'anno perchè la
Madonna vi è apparsa diverse volte, lui candidamente rispondeva, che lì
potevano offrire nel pacchetto non solo Lei, ma anche tutto il resto della
famiglia. Naturalmente non è mica appeso al pero, è molto informatizzato
come potrete vedere dando un'occhiata al suo sito
(http://www.taybeh.info/) , con annesso forum di discussione e negozio
virtuale (eheheh, metti nel carrello!) dal quale si possono acquistare
direttamente tutti i prodotti della cooperativa, dall'olio, ai saponi, agli altri
prodotti di artigianato. Se gli scrivete ne sarà molto contento, perchè
quello che gli interessa maggiormente è far conoscere le sue iniziative.
Naturalmente potete farlo in italiano che, come ovvio, è una delle cinque
o sei lingue che parla in modo assai forbito. Quale sono i suoi problemi?
Ufficialmente ti dice che non è ha, poi abbassa un po' l'occhio e ti spiega
che, ogni tanto, arriva un foglio che comunica che "per ragioni di
sicurezza" viene requisita una collina del territorio del villaggio. In pochi
mesi le ruspe e le betoniere fanno sorgere una bella colata di villette a
schiera e si insedia un gruppo di coloni ultranazionalisti, poi ci fanno un
bel muro intorno, i reticolati lungo tutta una bella strada nuova che va a
Gerusalemme e dalla quale non si può più passare. Così i ragazzini che
venivano a scuola dal paese vicino facendo due kilometri adesso devono
farne trenta. Oppure ogni tanto ti tolgono l'energia (elettrica) o ti bloccano
le spedizioni di merce alla frontiera per qualche mese. Ma l'altra energia,
a Padre Rael non la tolgono e lui continua a ridere e a raccontare
storielle (sì è lui che diceva che i Palestinesi sono molto allegri per non
morire di depressione). Mi raccomando, scrivetegli, sarà contento e
magari anche voi, dopo. Noi intanto, dopo aver visto i resti della chiesetta
di epoca crociata e una casa tradizionale palestinese del diciassettesimo
secolo, uguale in tutto e per tutto a quelle di duemila anni fa, da cui si
capiscono molto bene certe descrizioni evangeliche, altrimenti difficili da
interpretare (la grotta, il bue e l'asinello e così via) riattraversiamo il muro
e il filo spinato col soldato che chiede cosa siamo andati a fare di là.
Datteri freschi (settima giornata). E' l'ultimo giorno. Sapore di datteri
freschi a colazione. Che deliziosa sensazione, questi grossi bacherozzi
dalla pelle traslucida ed umida che si apre sotto i denti mentre esce la
polpa morbida, dolce ma non troppo, ruvida e carnosa. Un frutto antico
come questa terra che sto per lasciare, bella e quindi ambita da molti, fin
dai primordi. Qui, nella mezzaluna fertile, è nata l'agricoltura e con essa
la voglia di appropriarsi della terra dell'altro, della sopraffazione
giustificata da ragioni superiori, dalla ragione dettata da chi è più forte,
dalla rabbia incontrollata di chi è più debole, magari anche per questo
facilmente manovrabile. Tutti la volevano, gli Egizi e gli Iksos, i Babilonesi
e gli Ittiti, tutti a spese di quelli che già ci stavano, tribù nomadi e
stanziali, che avevano solo la colpa di stare a casa propria in un bel
posto. Percorriamo per l'ultima volta la città Santa, le sue mura
orgogliose e passiamo a Meah Shearim, il quartiere ultraortodosso, ben
sveglio dal mattino presto dopo il giusto riposo del sabbath, dove è tutto
un correre indaffarato di questi personaggi nerovestiti, un po' folkloristici
con le grandi barbe ed i boccoli che scendono al lato delle orecchie, delle
donne infagottate con schiere di bambini (cinque sono il taglio minimo
obbligatorio, altro che diatribe sul preservativo!), tutti sempre di corsa
come se stessero per perdere il treno. Non devono trastullarsi in impegni
futili come il lavoro, dice il loro credo; anche i bambini non devono
perdere tempo a giocare inutilmente, hanno infatti la faccia un po'
stranita, poveracci. L'unica occupazione dei maschi adulti è lo studio dei
testi sacri e della Kabbalah, la teoria numerologica che vede nella
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corrispondenza tra numeri e lettere dell'alfabeto una complessa
spiegazione di tutta la spiritualità e non solo. Ci sono vecchi saggi che
hanno dedicato la vita al tentativo di spiegare perchè la Bibbia inizia con
la lettera B invece che con la A. Così è la vita. Costoro e le loro famiglie,
vengono mantenuti completamente dallo stato ed hanno una notevole
rilevanza politica, formando il nerbo dei partiti estremisti ultraortodossi
che hanno per costituzione, un numero di seggi garantito nella Knesset e
udite udite, diritto di veto su molti pronunciamenti del Parlamento stesso.
E' chiaro quindi che qualunque governo deve fare i conti con questi
scomodi personaggi, che essendo certi che la terra di Israele è stata loro
promessa da Dio in persona, non sono molto disponibili a dividerla con
nessun altro, anche se lì ci sta da duemila anni. Come già aveva fatto a
suo tempo il re David conquistando Gerusalemme nel X secolo a.C. e
cacciando i precedenti abitatori, costoro sono certi di essere nel giusto,
ritenendo che questa gente deve andarsene, non interessa dove, o
anche semplicemente sparire, levarsi di torno per non intralciare il
disegno divino. Questo è forse uno dei tanti motivi per cui questa gente in
questa terra difficilmente potrà trovare la pace che vorrebbe avere. Poi
ancora la località di Emmaus e gli affreschi splendidi della basilica
crociata, per un ultimo pensiero prima dell'aereo. Bisogna ragionare
adesso, fare decantare le sensazioni. Maledizione, ci sono cascato
ancora una volta ed ho mangiato tutto il pollo al curry della vaschetta. E'
già passata una settimana ma mi rinviene ancora il gusto di coriandolo.
Riassumendo (fenomenologia della Terrasanta). Adesso è il momento di
ruminare con calma tutto quello che ci passato davanti agli occhi in fretta,
sempre troppo in fretta per poterlo soppesare con la giusta
considerazione. Cosa ci si porta a casa dopo un viaggio? Immagini,
informazioni, oggetti, ricordi, considerazioni. Se si è partiti con la voglia di
capire, se si è tentato, certo solo tentato, ma la buona volontà conterà
pur qualcosa, di lasciare a casa i preconcetti; se si è cercato di
accoppiare le informazioni alle cose viste, alle sensazioni; se si è fatto il
tentativo di scavare almeno un poco sotto la superficie dell'apparenza,
credo che si sia partiti almeno col piede giusto. Avere un risultato
credibile, certo è molto più difficile. Quindi riassumendo, ho visto un
paese, Israele, apparentemente tranquillo e vi faccio grazia della classica
frase: è un paesi dai grandi contrasti e dalle mille contraddizioni.
Scemenza tipica che si adatta anche a Castellazzo Bormida. Quando ci
sei, non puoi muovere passo senza sentirti inseguito dalla storia o dalla
spiritualità a seconda del tuo sentire. Ogni pietra è carica di passaggi, di
mani che l'hanno toccata, di piedi che l'hanno calpestata. Tutto questo è
sempre presente e ti insegue anche se vuoi soltanto gustare un
paesaggio. La durezza del deserto, le colline fertili, la piana coltivata da
chi riesce ad accaparrarsi l'acqua, i paesi corrosi dall'isolamento e dal
desiderio di sopravvivere, le città presidiate a scacchiera da chi si
richiama allo spirito e tiene comunque un occhio fissato verso il flusso di
denaro che arriva col pellegrino, i giovani, che hanno voglia di ridere e
scherzare e di avere un futuro. La compagnia dello straordinario biblista,
Padre Marcato, che ha saputo sottolinearci con una competenza sottile e
profonda i molti aspetti delle realtà non soltanto spirituali con cui siamo
venuti a contatto, squarciando il velo di Maja della superficie, per farci
vedere anche qualcosa di quanto sta sotto, è stata un aiuto
indispensabile all'assunto iniziale, il tentativo di capire e per questo lo
ringrazio di cuore.Isrele, Palestina, Terrasanta anche i nomi, che in fondo
definiscono lo stesso luogo, si rivestono di significato ben più profondo
del loro topos geografico. Tre religioni sorelle ma poco disonibili a
trattare, due popoli gemelli che sognerebbero la sparizione dell'altro
come soluzione a tutti i problemi, la gente comune che vorrebbe soltanto
vivere in santa pace. Ancora una volta il concetto più forte che mi porto a
casa e quello che la certezza di essere nel giusto senza nutrire il dubbio,
di essere portatore della verità assoluta, che richiede comportamenti
conseguenti, è una delle dannazioni dell'uomo, è il fondamento della
violenza inestinguibile che ritorce su sè stesso. Avete ragione, non è una
gran pensata, potevo anche starmene a casa per avere questa
illuminazione, ma assieme alla polverina che fa avere figli, alla pietra del
lago di Tiberiade, al rosario di ulivo, alla crema al fango del Mar Morto e
al cous cous di Padre Raed, mi pare importante averla ben marcata nella
mente. Cosa comune a molti luoghi, certo, qui, un po' più gridata che da
altre parti. Avrei voluto capire qualcosa di più, ma credetemi è difficile;
Pagina 8
intanto adesso cerchiamo di farci amici tutti e poi devo mettere in ordine
le fotografie, ci penserò più tardi. Enrico Bo.
http://ilventodellest.blogspot.com/
A Gerusalemme
Itinerari e escursioni
È stata un'esperienza bellissima, di forte impatto spirituale e
storico. Era un viaggio che desideravo fare da anni e ho
realizzato un bel sogno. Mi piacerebbe tornarci non in viaggio
organizzato e girare e "perdermi" in questa fantastica città ed
avere più contatti umani con le persone. Adoro Israele nella sua
totalità pur nei suoi lati oscuri e nelle sue colpe. L'importante è
non disconoscerli. È un mondo che merita pace e unione con la
Palestina. Prego per questo.
Rank: 24/36
Vita notturna
Consigli Utili
Vita notturna
Gerusalemme è ricchissima di alberghi per tutte le esigenze e
soprattutto è ricca di locali notturni che offrono principalmente
spettacoli musicali.
Rank: 29/36
Indirizzo: Gerusalemme, Israele
Negozi e centri commerciali
Mercato arabo
Negozi e centri commerciali
Nel cuore di Gerusalemme sorge il mercato arabo della città.
La via del “souk” parte da Porta Damasco e si dirama in un
dedalo di stradine e cunicoli che accompagnano il turista in un
mondo di persone, profumi e sapori. In questo mercato potrete
trovare veramente di tutto, dal cibo fino ai prodotti artigianali
tipici del luogo.
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Rank: 23/36
Indirizzo: Mahane Yehuda Street, Jerusalem
Meteo
Domenica (18/12/2016)
Fenomeno: Nubi Sparse
Temp. min.: 5°C
Temp. max.: 12°C
Lunedì (19/12/2016)
Fenomeno: Pioggia
Temp. min.: 2°C
Temp. max.: 11°C
Martedì (20/12/2016)
Fenomeno: Coperto
Temp. min.: 1°C
Temp. max.: 10°C
Mercoledì (21/12/2016)
Fenomeno: Qualche nube
Temp. min.: 3°C
Temp. max.: 11°C
Giovedì (22/12/2016)
Fenomeno: Sereno
Temp. min.: 3°C
Temp. max.: 13°C
Venerdì (23/12/2016)
Fenomeno: Nubi Sparse
Temp. min.: 3°C
Temp. max.: 12°C
Sabato (24/12/2016)
Fenomeno: Pioggia debole occasionale
Temp. min.: 2°C
Temp. max.: 11°C
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Giudizio degli utenti
Francesco - Voto: 10
"Sono stato in Terra Santa il 2010, era l'inizio di novembre e le condizioni
climatiche erano paragonabili alla nostra primavera. Israele è misteriosa
e, allo stesso tempo, meravigliosa. Il pellegrinaggio che ho compiuto ha
lasciato un segno indelebile, in particolare Gerusalemme mi ha
veramente strabiliato. Con la sua storia e le sue contraddizioni religiose è
sicuramente da visitare. Passeggiare nelle strade della città vecchia,
ripensando ai brani del vangelo, è stata un'esperienza che mi ha dato
una carica così grande da meritare di essere rivissuta.Infatti ho già
prenotato per mia moglie e me un nuovo pellegrinaggio a fine anno.Se
non si hanno grosse pretese tutto è bello in Israele: le persone, le
strutture ricettive, il cibo, i mercatini, i luoghi di culto....Per chi fosse
indeciso consiglio vivamente di fare questa esperienza: "il vero
pellegrinaggio"."
Dalila Romano - Voto: 9
"Gerusalemme è uno scrigno di cose da vedere e fare sia in città sia fuori
dalla città in quanto vicina ad altre località turistiche degne di nota (per
esempio Tiberiade, Nazareth, Betlemme, Mar Morto, Deserto del Negev,
Masada e Tel Aviv...praticamente tutto Israele). Presso l'Abraham Hostel
(anche dal sito) si posso prenotare dei tour molto carini e con costi
contenuti. La città offre pressoché attrazioni religiose ma anche a livello
storico come la città di David e lo Yad Vashem. Personalmente consiglio
lo spettacolo di luci alla città di David (fantastico) che racconta la storia di
Gerusalemme, lo Yad Vashem (museo dell'olocausto...shockante), il
Santo Sepolcro, il Western Wall e fuori dalla città una scappatina a Ein
Gedi sul mar morto e nel deserto del Negev."
Da non perdere: Il Muro del Pianto Yad Vashem Basilica del Santo
Sepolcro
Anna Chiara Sardella - Voto: 8
"La tipica colazione israeliana è molto ricca e consiste in: humus, verdure
cucinate in vari modi, uova, pesce, frutta, dolci; molti hotel servono a
buffet queste pietanze che per un po' vi lasceranno sazi! Nei ristoranti
potrete trovare piatti a base di melanzane e piatti arabi come lo
shawarma e i falafel. Inoltre bisogna sapere che i ristoranti "kosher"
servono solo alcuni tipi di cibi che sono prescritti dalla religione ebraica e
osservano delle regole (niente maiale, niente frutti di mare, solo animali
non ruminanti, niente carne e latticini nello stesso piatto, etc), ma potrete
trovare altri ristoranti di cucina internazionale. Ristoranti di cucina
tradizionale sono: Machneyuda, Abu Shukri nella città vecchia e Zalatimo
per i dolci."
Anna Chiara Sardella - Voto: 8
"I locali e le discoteche notturne a Gerusalemme sono pulsanti d vita!
infatti ci sono diverse discoteche e club che offrono divertimenti diversi a
seconda dell'età; molto gettonato dai giovani studenti è il Toy Bar, mentre
per persone più adulte ( e quelli che si accontentano difficilmente) c'è il
super rinomato HaOman 17, nella zona industriale, ricavato da un ex
capannone e che attira gente anche da altre città. Se volete qualcosa di
più tranquillo, sappiate che anche in città si organizzano iniziative
musicali e culturali; innanzitutto i punti di ritrovo sono la città vecchia,
inclusa la Torre di Davide, e la stazione vecchia che è stata trasformata
in un complesso adibito agli spettacoli teatrali e musicali."
Anna Chiara Sardella - Voto: 8
"Come potrete immaginare, a Gerusalemme gli alberghi sono tanti e vari,
mentre i prezzi cambiano radicalmente da una sistemazione ad un'altra;
in generale, si può affermare con certezza che i prezzi di fascia media a
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Gerusalemme per una stanza doppia partono da 60-75 euro a notte per
poi raggiungere i 130 euro a notte per alberghi di fascia maggiore, magari
in centro e con diversi servizi e comfort aggiunti. Una buona soluzione se
siete in tanti, rimane quella di affittare un appartamento vacanze, ideale
anche per famiglie, che raggiunge la cifra di 200 euro al giorno. Hotel di
fascia media sono: City Center Jerusalem, Shamai Suites, mentre potrete
prendere in affitto gli appartamenti presso The Nest."
[email protected] - Voto: 9
"La bellezza e la sorpresa quotidiana di paesaggi sconvolgenti, di incontri
con mondi e popolazioni interessanti, con religioni diverse, insieme al
fascino culturale d’uno spessore storico che si scopre ad ogni luogo
archeologico visitato. La terra delle tre grandi religioni monoteistiche:
l’Ebraismo, il Cristianesimo e l’Islam. Paesaggio, con sorpresa di colori, di
culture, di ambienti umani differenziati e ricchi, dalle vaste e verdi pianure
del nord,alla dolcezza del lago di Tiberiade, alla torrida valle del
Giordano, alle austere e rocciose alture della Samaria, alle terrazze
coltivate a vigna della Giudea, fino al silenzio maestoso del deserto e
l’imponente fissità del Mar Morto."
Da non perdere: Il Muro del Pianto Il deserto di Giuda
Consuelo Quattrocchi - Voto: 8
"Il modo migliore per muoversi nella Città Vecchia è sicuramente a piedi:
è particolarmente bello, dal Muro del Pianto, proseguire per le strette
stradine, a volte affollatissime di turisti, a volte semideserte, ricche di
negozi di artigianato. Il mezzo di trasporto più popolare è l’autobus, con
tariffe ragionevoli e servizio regolare. Un’alternativa economica è lo
sherut: un taxi collettivo con tariffa fissa per ogni passeggero. Vi sono
anche i taxi classici, chiamati special, che hanno tre tipi di tariffe urbane (
tariffa normale, con supplemento per chiamata telefonica e con
supplemento del 25 per cento per servizio notturno dalle 21.00 alle
5.30)."
MIRELLA CONFLITTI - Voto: 8
"SONO CATTOLICA PRATICANTE E SICURAMENTE DA NON
PERDERE TUTTO CIO' CHE CONCERNE LA NOSTRA RELIGIONE,
MA ANCHE SE NON SI CREDE I LUOGHI RELIGIOSI SONO
VERAMENTE INTERESSANTI. IL MURO DEL PIANTO CI FA CAPIRE
IL SIGNIFICATO DI "PIANTO", CHE PIANTO NON E'. IL LAVARSI TRE
VOLTE ALLA FONTANELLA PRIMA DI ENTRARE NELLO SPAZIO DEL
MURO POTREBBE RICORDARCI IL NOSTRO BATTESIMO E
COMUNQUE LAVARSI TRE VOLTE E' UN SEGNO DI ACCETTAZIONE
DELLE ABITUDINI DELL'ALTRO IN UN MONDO DOVE SI E' PERSO IL
CONCETTO DI TOLLERANZA DEL DIVERSO. AUGUREREI AD OGNI
CATTOLICO DI VISITARE ALMENO UNA VOLTA NELLA VITA QUESTA
CITTA'"
Da non perdere: Basilica del Santo Sepolcro Basilica dell’Agonia Il Muro
del Pianto
Ludwig Vacri - Voto: 8
"Gerusalemme è una città molto interessante ed in valigia con voi dovete
sicuramente portarvi dietro sia abiti estivi che qualche maglione, infatti ad
esempio in alcune zone come il deserto e altre zone interne, le notti sono
generalmente fredde e quindi bisogna essere preparati. Portatevi sempre
dietro anche l'acqua in bottiglia o in borracce perché il giorno invece è
molto caldo. Anche se viaggiate in inverno non dimenticatevi il costume
perché lungo la costa del mar morto le condizioni climatiche permettono
bagni anche durante la nostra stagione fredda."
Anna Chiara Sardella - Voto: 8
"La città vecchia di Gerusalemme si gira tutta a piedi, mentre per il resto
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della città e nelle località vicine, sono a disposizione diversi mezzi tutto
sommato poco costosi. Molto comune in questa città, come in altre
località dell'Africa e dell'Asia, i taxi collettivi qui chiamati "sherot" con
tariffa fissa, mentre gli autobus sono molto efficienti, e sono gestiti dalla
compagnia Egged. Per andare in altre località come Samaria e Tel Aviv,
la compagnia Dan è quella che si occupa della maggior parte delle tratte
interurbane."
Maria Elena Mataloni - Voto: 7
"Che dire sulla città più cosmopolita e ancorché chiusa del pianeta? Se
hai fame di storia affascinante questo è il posto giusto, il figlio di Dio è
vissuto qui. Ma se non ti interessa toccare i posti dove il nostro Signore è
vissuto, c'è una storia inusuale e fantastica, un popolo con una tradizione
epocale vive ed è vissuto qui. Un popolo che ha lasciato il segno in tutte
le tradizioni occidentali e anche in parte orientali. Tralasciando l'estremo
oriente che appunto non essendo stato troppo influenzato."
Da non perdere: Museo della Terra Biblica Museo Israelita
Paola Volontè - Voto: 8
"Una meta religiosa sicuramente ma anche per chi non è credente:
l'incontro e le differenze visibili a occhio nudo fra cristiani, musulmani ed
ebrei; le diverse culture, i modi di vivere, la fede, l'architettura... Ma anche
i paesaggi collinari, i campi quadrati in mezzo alle distese verdi d'erba e
marroni di roccia... I contrasti fra palestinesi ed israeliani. E in mezzo a
tutte queste differenze si scopre che in fondo siamo tutti uguali!!"
Da non perdere: Monte del Tempio Monte del Tempio Betlemme
Giordano Rocco - Voto: 8
"C’è una vita notturna abbastanza animata a Gerusalemme, soprattutto
nelle zone di Heleni HaMaika, Talpiot e Monobaz. Tra i locali più seguiti
attualmente c’è l’Haoman 17, l’Uganda, l’Ha-Tipa, lo Stardust, il Birman,
l’Izen Bar, famoso per la qualità dei suoi dj e così via; molti, però,
preferiscono farsi 60 chilometri in autobus e arrivare nella vivacissima Tel
Aviv. In particolare la zone orientale di Gerusalemme è quasi deserta di
sera."
Devis Carminati - Voto: 8
"culla della storia. E' fantastico passeggiare tra i suoi vicoli e assaporare
la storia scritta su ogni pietra. Da non perdere i monumenti simbolo delle
tre religioni e tutta la parte racchiusa tra le mura. Indimenticabile anche il
museo sulla shoah. Merita sicuramente una visita la collina di fronte
sopra il monte degli ulivi da cui si gode un'ottima vista sulla città vecchia.
Infine un'escursione a Betlemme e alla chiesa della natività."
Da non perdere: La città entro le vecchie mura Yad Vashem
Simona Cortopassi - Voto: 10
"Sono stata a Gerusalemme a inizio agosto, temendo di soffrire il caldo e
invece sono stata benissimo! Essendo in collina (circa 700 m) è una città
ventilata, ma con poche probabilità di pioggia, il caldo è secco e quindi
sopportabile nonostante le numerose camminate sotto il sole per visitare
tutti i monumenti storici della città. Andate in qualsiasi periodo dell'anno,
lasciatevi stupire dalla atmosfera fuori dal tempo di Gerusalemme."
Da non perdere: Muro occidentale Moschea della Roccia Basilica del
Santo Sepolcro
Pagina 11
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