«Commuoviamoci dinanzi alla piccolezza di Dio»,Il “Messiah” di
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«Commuoviamoci dinanzi alla piccolezza di Dio»,Il “Messiah” di
Cervellera: «Cristiani perseguitati nel 75% dei paesi del mondo» Nonostante la fitta nebbia moltissimi cremonesi hanno riempito, nella serata di sabato 18 febbraio, il teatro Monteverdi di via Dante per ascoltare padre Bernardo Cervellera, religioso del Pime, direttore di Asia News, una delle agenzie di stampa missionarie più attente al tema della persecuzione dei cristiani nel mondo. Il sacerdote di origini pugliesi, infatti, dopo la presentazione del prof. Luca Galantini, ha ricordato che il Cristianesimo è la religione più vessata nel mondo: basti pensare che persecuzioni più o meno forti avvengono nel 75% delle nazioni del pianeta, a fronte del 60% dei paesi ostili all’Islam. Ascolta l’introduzione del prof. Galantini Promossa dal neonato comitato «Nazarat», che ogni 20 del mese prega il Rosario per i cristiani vittime di violenze, la serata ha permesso di ricordare una verità più volte rimarcata sia da Giovanni Paolo II, che da Benedetto XVI e da Papa Francesco, ovvero che vi sono più martiri in questo tempo che nei primi secoli dell’era cristiana. «Rispetto al passato – ha spiegato Cervellera – oggi le persecuzioni sono molto più fantasiose. Se all’inizio i cristiani venivano sfigurati e uccisi dalle belve, adesso vi sono molte più torture raccapriccianti». Emblematico è il caso di Brian Savio O’Connor, 36 anni, protestante del Karnataka (India) che per 7 mesi e 7 giorni è stato prigioniero, incatenato e torturato nelle prigioni dell’Arabia Saudita, accusato di “evangelizzazione cristiana” perchè spiegava il catechismo ai bambini dei lavoratori stranieri: «È stato più volte appeso a testa in giù e i carcerieri giocavano usando la sua testa come una palla». Grazie alla campagna mediatica di Asia News il giovane è stata liberato ed espulso dal paese islamico. E se in Arabia non è possibile in nessun modo manifestare la fede in Gesù, in Cina i cristiani sono fortemente controllati e i più ferventi vengono eliminati: come il caso di un sacerdote, gran trascinatore di giovani, desideroso di organizzare una Giornata mondiale dei giovani per la Cina: «È stato ritrovato morto affogato in un canale: la polizia ha chiuso il caso definendolo suicidio». Il religioso del Pime ha denunciato poi che sempre in Cina sono stati arrestati circa 300 avvocati – per la metà cristiani – che in questi anni si stavano battendo a difesa dei diritti delle persone e delle comunità religiose: «Uno di loro – ha raccontato – è stato rinchiuso in uno ospedale psichiatrico e imbottito di così tanti medicinali che ne è uscito schizofrenico». Ma la persecuzione più terribile avviene in Corea del Nord nella quale si viene spediti nei lager solo per essere stati trovati con una Bibbia in casa: «La Chiesa della Corea del Sud ha avviato il processo di beatificazione per quelle migliaia di cristiani che durante la guerra degli anni Cinquanta del secolo scorso sono stati deportati dal regime del Nord e fatti morire di fame». Anche l’India non è da meno, soprattutto nel Nord dove il fanatismo indù mal sopporta l’espandersi del Cristianesimo: «Una coppia di sposi convertiti – ha proseguito il direttore di Asia News – è stata legata e buttata in uno stagno gelato per 17 ore sotto gli occhi allibiti del loro figlio. Questi fanatici li avrebbero tirati fuori solo se fossero tornati alla fede indù: sono morti assiderati». Cervellera si è quindi domandato: «Perchè i cristiani fanno così paura? In fondo in Asia sono solo il 2%!». Pronta la risposta: «Fanno paura perchè, anche attraverso le loro scuole, ospedali, laboratori, cooperative creano una maggiore coscienza critica nelle persone. Chi si converte diventa più maturo, più libero, non più asservito all’ideologia dello stato o al potere del più forte. In Cina, per esempio, il Partito Comunista, che è una sorta di confucianesimo secolarizzato, mira a che tutti lo considerino come l’unica fonte della loro vita, l’unico riferimento esistenziale: per il cristiano è Dio l’unico senso e significato del vivere». Questa promozione dell’uomo, del suo senso di giustizia e di fraternità, del suo rifiuto di ogni idolatria statale e di ogni nazionalismo fanatico – che spesso usa per i propri fini il fondamentalismo religioso -, è ciò che rende pericoloso il Cristianesimo. Il religioso del Pime ha concluso il suo intervento stigmatizzando l’ignavia dell’Occidente che di fronte alla persecuzione dei cristiani tace: «Il nostro mondo è ormai indifferente a tutto e poi se dovesse difendere la rivoluzione cristiana dovrebbe ricordare che tale rivoluzione è nato proprio in Occidente. E, invece, questa nostra società tende, attraverso leggi e leggine, a renderlo sempre nella vita pubblica perchè, come in Asia, esso fa paura a chi vuole gli uomini asserviti alla mentalità corrente». Cervellera ha terminato il suo intervento ricordando come certi poteri forti dell’Occidente tendano a presentare il Cristianesimo come nemico dell’Islam, così da dimostrare che le religioni sono solo foriere di divisione e morte e così eliminarle per sempre dalla scena pubblica. «E noi cosa possiamo fare? – si è chiesto il missionariogiornalista – Sicuramente pregare per chi è perseguitato, ma anche testimoniare la gioia della nostra fede e la capacità delle religioni di convivere fra loro». E infine: «La testimonianza dei martiri, che è paradossalmente una testimonianza gioiosa, ci fa bene perchè ci scuote continuamente dalla tiepidezza del nostro vivere quotidiano la fede e relativizza tanti nostri piccoli problemi che però sembrano complicarci la vita». Ascolta l’intervento di padre Cervellera L’incontro è terminato con un breve dibattito e con l’invito a partecipare, lunedì 20 febbraio, nella chiesa di Sant’Agata a Cremona al Rosario per i cristiani perseguitati nel mondo. Ascolta il dibattito Photogallery Martedì a Soresina serata sulle Unità pastorali Serata di approfondimento e formazione per i membri dei Consigli pastorali parrocchiali della Zona 3 sul tema delle unità pastorali. L’appuntamento è nella serata di martedì 21 febbraio, alle 21, presso parrocchiale di Soresina. la sala Mosconi del Centro “Perché tutti abbiano la vita, in abbondanza. Le unità pastorali nella Chiesa cremonese” è il titolo dell’incontro che vedrà intervenire don Gianpaolo Maccagni, vicario episcopale per la Pastorale, e don Paolo Arienti, docente di Ecclesiologia. Locandina Sullo stesso argomento: Una riforma per favorire la comunione Aperte le iscrizioni per gli esercizi spirituali dei giovani a Tignale Guarderà quest’anno alle parole del Magnificat “Grandi cose ha fatto in me” la tradizionale proposta di esercizi spirituali per i giovani della diocesi promossa dalla Federazione Oratori Cremonesi. L’appuntamento è dal 10 al 12 marzo, come sempre presso l’Eremo di Montecastello, a Tignale sul Garda. Le giornate saranno scandite da tempi di ascolto del Vangelo, con momenti di silenzio e preghiera personale oltre che comunitaria. Ad accompagnare la riflessione dei giovani sarà la prof. Rosanna Virgili, docente di Sacra Scrittura presso la Pontifica Università Lateranense di Roma. Il week-end di esercizi spirituali, proposti come consuetudine durante il periodo di Quaresima, inizieranno la sera di venerdì 10 marzo (ore 19), quando è previsto il ritrovo dei gruppi e singoli a Montecastello (il viaggio è da organizzare autonomamente). I giovani potranno contare su camera singola: necessario portare lenzuola o sacco a pelo, il necessario personale e gli asciugamani, il resto sarà garantito dall’Eremo. Unica raccomandazione portare con sé la Bibbica. La conclusione degli esercizi spirituali nel pomeriggio di domenica 12 marzo. Il costo della pensione completa è di 95 euro. Il modulo di iscrizione, sino a esaurimento dei 40 posti disponibili, deve essere consegnato in FOCr (e-mail [email protected], fax 0372-25336) Locandina Tignale 2017 Modulo per l’iscrizione Gemellaggio terremoto/30. A San Severino ancora 5000 sfollati 17 febbraio 2017 “L’urgenza della carità”. Inizio questo diario con una citazione dell’Arcivescovo Francesco Brugnaro che è sempre disponibile e partecipa ogni volta che può alle riunioni Caritas che facciamo in Curia a Camerino. L’urgenza della carità, la necessità di spezzare il pane della fraternità con responsabilità nei confronti del fratello e con corresponsabilità nei confronti della comunità. Dobbiamo sostenere la rinascita, aiutare le persone a pensare cosa e come ricostruire… In questa direzione continua il lavoro di mappatura socio-economica e pastorale dell’équipe diocesana: i ragazzi stanno incontrando le persone nella vicaria di Pieve Torina mentre è stata completata San Severino dove su 13.000 abitanti ci sono ancora 5.000 sfollati. Molti sono ospitati negli alberghi sulla costa, specialmente a Senigallia, circa trecento persone vivono in camper, qualcuno è in autonoma sistemazione nelle frazioni… Purtroppo in questa zona sono i commercianti a subire le difficoltà maggiori e sono anche venuti a mancare dei punti di ritrovo “storici” come, per esempio, il “Bar dello stadio” che da sempre era luogo di incontro dopo la Messa. Il mio collega Marco Tassini, che ha condiviso l’esperienza nei giorni scorsi (pienamente condivisa… anche giocando a carte la sera con gli amici di Pian di Pieca), si sta interessando dell’organizzazione dell’evento per i vent’anni del terremoto a Scopoli di Foligno in occasione della Festa triennale della Madonna del Rosario. Abbiamo quindi incontrato la nostra amica Rosella e fatto un sopralluogo al Villaggio Menotre. Ringrazio di cuore, anche a nome del Sindaco di San Ginesio Mario Scagnetti, i liutai che si sono messi in contatto con noi per il restauro del violino Riccucci. Non avevamo dubbi che Cremona avrebbe risposto, ancora una volta, con tanta generosità. Nelle prossime settimane cercheremo di concretizzare questa collaborazione. Nel frattempo con la collega Giorgia Carletti sono stata ad Osimo all’inaugurazione della mostra “Capolavori Sibillini. L’arte dei luoghi feriti dal sisma” che, per l’occasione, ha visto anche la partecipazione del Ministro Franceschini. Le opere d’arte esposte sono dei musei associati alla Rete Museale dei Sibillini che comprende otto comuni tra cui San Ginesio. Ci ha molto colpito la mostra fotografica dei luoghi del recupero dei beni culturali che testimonia i danni sostenuti dl patrimonio culturale locale. Questa operazione culturale ha una notevole valenza sociale e solidale perchè è occasione di lavoro per i giovani precedentemente occupati presso la Rete Museale dei Sibillini e supporterà il finanziamento per il restauro di beni artistici danneggiati dal terremoto. Sempre in tema di Sibillini (mi hanno rapito il cuore) ne approfitto per ringraziare l’amico Adriano che, insieme all’Architetto Matteo Sampaolesi, ci ha permesso di conoscere la storia di San Ginesio, questo “balcone della Sibilla” da cui si vedono le colline marchigiane rincorrersi. Paese di conventi, si narra sia stato qui per il noviziato anche San Nicola da Tolentino e che, presso l’attuale istituto magistrale, ci sia un pozzo da cui fece sgorgare l’acqua. L’impianto urbanistico è romano con schema a incrocio di cardo e decumano, la pietra arenaria locale ha un’ampia gamma di riflessi quando illuminata dal sole…e così ogni ora ha un colore diverso. Abbiamo avuto modo di realizzare un altro progetto, questa volta agricolo: attraverso il signor Giambattista Inselmini del gruppo di Protezione Civile “I ragazzi del Po” di Guastalla, i trasportatori Fratelli Gazzini, gli agricoltori, i cittadini e le attività commerciali di Ca’ del Bosco (RE)… siamo riusciti a far avere delle balle di fieno a Pino, allevatore di San Ginesio, che ha subito ingenti danni alla sua attività. Non posso non ringraziare l’amico Leo, anche lui terremotato, che ha effettuato il trasporto da Norcia a San Ginesio. Continuano gli incontri di formazione all’ascolto nelle vicarie, Giorgia ed io siamo state a Camerino e prossimamente sarò a San Severino con il mio collega Alessio Antonioli. Nicoletta D’Oria Colonna Photogallery Speciale terremoto con il diario dei giorni precedenti Uffici pastorali, ipotesi di trasferimento in via S. Antonio del Fuoco Il Sinodo della Diocesi di Cremona fotografa la Curia come un “vero e proprio centro pastorale della diocesi”. Così, dopo la riorganizzazione dell’organigramma voluta dal vescovo Napolioni la scorsa estate, arriva anche la necessità di razionalizzare gli spazi. La riflessione è in corso, coinvolgendo attivamente gli incaricati dei vari uffici. Un primo indirizzo, però, appare chiaro: per meglio “promuovere e coordinare la vita e l’attività pastorale della Chiesa locale” (cfr. Sinodo, 65), gli uffici pastorali potrebbero presto trovare una nuova sede presso il Centro pastorale diocesano “Maria Sedes Sapientae”, di via S. Antonio del Fuoco, dove già alcune realtà si trovano, quasi a dare vita a una cittadella della pastorale. Il Palazzo vescovile certo non sarà abbandonato. Lì continueranno ad avere sede il Vicario generale, il Vicario per la Pastorale e il Clero, la Cancelleria, il Tribunale e il Settore amministrativo, insieme alle realtà con le quali quest’ultimo opera in stretta collaborazione. Come il Servizio per la promozione del sostegno economico alla Chiesa e l’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici, recentemente traslocato al piano terreno. Gran parte del Settore delle attività pastorali, invece, potrebbe spostarsi presso il Centro pastorale diocesano, pensato proprio per favorire “la comunione di intenti e la riflessione sui temi maggiori dell’apostolato”, come precisa il Sinodo. Una nuova collocazione che prevederà anche nuove modalità di lavoro, sempre più ragionate in sinergia tra i diversi uffici nell’intento di creare percorsi comuni. Proprio per questo nella recente riorganizzazione della Curia gli uffici sono stati raggruppati in quattro “tavoli di coordinamento”: Giovani, Famiglia, Servizio e Cultura. Per tali uffici è prevista la collocazione al piano rialzato del Centro pastorale diocesano, auspicando una “proficua collaborazione” anche con le associazioni e i gruppi dell’area ecclesiale, già presenti nella struttura e a cui sarà riservato ulteriore spazio. Al Centro pastorale diocesano dovrebbe trovare nuova sede anche l’Ufficio di pastorale giovanile con la Federazione Oratori Cremonesi, lasciando così l’ex chiesa di S. Facio, meglio conosciuta come Foppone, distante solo pochi metri. Una nuova collocazione che permetterà di avere a disposizione adeguati spazi per lo stoccaggio dei materiali. Ritroverà nuova vita, dunque, il Foppone recupero della struttura effettuato in garantire spazi di incontro e confronto, nell’ex aula liturgica che potrà essere polivalente. che, grazie al passato, potrà in particolare adibita a sala La presenza, accanto agli uffici pastorali, della Casa della Comunicazione tornerà molto utile. I settori pastorali, in sinergia tra loro, troveranno nell’Ufficio per le comunicazioni lo strumento più adeguato per mantenere contatti diretti con il territorio, sia civile che ecclesiale. Dall’altro la Casa della comunicazione metterà a disposizione degli uffici i suoi strumenti, oggi sempre più indispensabili per la conoscenza, l’approfondimento e la diffusione dei contenuti che si vogliono mettere a disposizione di tutte le componenti della Chiesa diocesana e del territorio. Senza tralasciare un’altra presenza significativa. Al di là di via Stenico si trova infatti la Casa dell’Accoglienza con gli uffici della Caritas, i cui servizi, proprio nell’ambito di questa riorganizzazione, potrebbero estendersi anche al di fuori di tale sede. Tra l’altro proprio la gestione del Centro pastorale diocesano e del Foppone potrebbe essere affidata a “Servizi per l’Accoglienza”, la società cooperativa sociale che fa riferimento alla Caritas. I dettagli della suddivisione dei locali all’interno del Centro pastorale diocesano restano comunque ancora da definire, lasciando spazio anche a luoghi di formazione e incontro e, al piano superiore, ad associazioni e gruppi ecclesiali. Dopo l’estate, con l’avvio del nuovo anno pastorale, potrebbe già essere operativa la nuova fisionomia del Centro pastorale diocesano: davvero, dunque, un “centro pastorale” in cui poter far convergere, in spirito di servizio, le varie articolazioni della comunità diocesana. Azione Cattolica, l'assemblea elettiva verso Un importante appuntamento coinvolge l’Azione Cattolica della Diocesi: l’assemblea di rinnovo degli incarichi associativi, che si terrà nel pomeriggio del 25 febbraio, presso il Seminario Vescovile, a partire dalle ore 15. Il titolo evocativo – “Fare nuove tutte le cose. Radicati nel futuro, custodi dell’essenziale” – richiama gli aderenti e i delegati all’Assemblea, insieme a tutta l’Associazione, a rinnovare il proprio impegno, con un’attenzione alla storia associativa e alla ricerca di ciò che è l’essenziale della propria proposta. In questo anno, infatti, cade anche l’anniversario dei 150 anni di nascita dell’Azione Cattolica, che continua a rappresentare un’occasione importante di impegno e di formazione all’interno della Chiesa, anche di quella diocesana. Nonostante la crisi che ha interessato diverse realtà, in questi anni, infatti, l’AC mantiene diverse esperienze sul territorio diocesano ed è presente in tutte le zone pastorali. Al tempo stesso, l’impegno di tanti laici che si sono formati e si formano all’interno dell’AC rappresenta un punto fermo per la presenza dei laici nella Chiesa. L’Assemblea, a cui parteciperanno circa 100 delegati, inizierà alle 15 con la preghiera, cui seguiranno l’intervento del vescovo Antonio Napolioni, la relazione della presidente uscente Silvia Corbari e la presentazione (con successiva discussione) del documento assembleare da parte di Carlotta Benedetti, della Segreteria nazionale. Il testo, sulla scia dell’Evangelii Gaudium, indicherà alcune prospettive per il triennio che si va avviando. L’indice del documento, infatti, riprende le quattro indicazioni che Papa Francesco propone e che rappresentano un importante prospettiva di lavoro per la Chiesa tutta. L’Assemblea è anche un momento di confronto e discussione, che si auspica attento alla valorizzazione dell’esperienza associativa, ma anche aperto alle prospettive di novità che questo tempo offre. Un periodo di novità e di rinnovamento, che ha visto anche alcune nuove risorse affacciarsi all’esperienza associativa e che, quindi, rappresentano un’opportunità di sviluppo per l’Associazione stessa. Nella seconda parte del pomeriggio si svolgeranno quindi le elezioni per il nuovo Consiglio diocesano, che rimarrà in carica per il prossimo triennio. Secondo le disponibilità di alcuni rappresentanti e responsabili associativi, espresse in apposite liste, i delegati avranno la possibilità di scegliere cinque adulti, cinque giovani e cinque educatori che andranno a rappresentare l’AC nella dimensione diocesana. Il Consiglio eletto esprimerà poi la proposta di una terna di nominativi tra cui il Vescovo andrà a individuare il prossimo presidente diocesano. Si tratta di un momento importante di confronto e di Chiesa, a cui l’AC tutta è chiamata a partecipare, per rinnovare anche la scelta democratica che da sempre la caratterizza, fatta di partecipazione, equilibrio tra la delega e la responsabilità, confronto e dialettica, nella speranza di continuare, nel solco di un’esperienza ormai secolare, il servizio importante alla comunità degli uomini. Locandina dell’Assemblea Lunedì sera in Cattedrale Messa del Vescovo per Comunione e Liberazione Lunedì 20 febbraio, alle 21, nella Cattedrale di Cremona, il vescovo Antonio Napolioni presiederà un’Eucaristia per i membri del movimento ecclesiale Comunione e Liberazione in occasione del 12° anniversario della morte del fondatore, il servo di Dio don Luigi Giusanni (22 febbraio 2005), e nel 35° del riconoscimento pontificio della fraternità. Anniversari che in questi giorni saranno ricordati in centinaia di città, con la celebrazione di Messe presiedute da cardinali e vescovi. Così appunto sarà anche a Cremona, come tradizione. Sarà la seconda volta per vescovo Napolioni che lo scorso anno, a pochi giorni dal suo insediamento in diocesi, aveva incontrato la fraternità di CL. La liturgia, animata con il canto dal coro San Facio diretto da Barbara Leopizzi, sarà concelebrata dall’assistente don Davide Pezzali e da altri sacerdoti legati al movimento. A portare il saluto al Vescovo sarà l’avvocato Paolo Mirri, di recente riconfermato nell’incarico di responsabile diocesano. Questa l’intenzione della celebrazione eucaristica: «Chiediamo a Dio la grazia di seguire senza riserve l’invito di Papa Francesco a mendicare e imparare la vera povertà che “descrive ciò che abbiamo nel cuore veramente: il bisogno di Lui”, per vivere la vita sempre come un inizio coraggioso rivolto al domani». Mazzolari, in apertura della beatificazione autunno causa di Dopo mesi di studio, è giunto a conclusione il lavoro sia dei censori teologi, sia della commissione storica per ciò che riguarda la causa di beatificazione di don Primo Mazzolari. Infatti, il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante Lafranconi, aveva affidato il compito di presentare la relazione conclusiva entro il 2016. Il vescovo Antonio ha ora preso il testimone del percorso e ha deciso di proseguire in continuità con l’operato del predecessore. Nella mattinata di sabato 4 febbraio, in Palazzo Vescovile, si è tenuto l’incontro di tutti gli interessati per fare il punto della situazione e per progettare i passi futuri. La Commissione storica ha espresso un giudizio favorevole, non senza fermarsi ad analizzare eventuali dubbi che potrebbero sorgere in sede di tribunale. L’analisi della documentazione raccolta è stata fatta nella sua completezza. Parere favorevole è emerso anche dai periti teologi nominati ad hoc. Entrambi hanno sottolineato che negli scritti di don Mazzolari non si vede nulla che possa configurarsi come eresia, sia in campo dottrinale sia in questioni di morale. Anzi, uno studio analitico delle sue pubblicazioni mostra la costante preoccupazione di don Primo di rimanere fedele alla verità. Inoltre, circa l’antropologia cristiana, si è evidenziato quanto lucida fosse la distanza del pensiero di Mazzolari dalle ideologie diffuse nel suo tempo. In particolare, emerge in lui una profonda sensibilità cristologica: egli ha saputo leggere la storia con la lente della fede in Cristo. Al termine delle loro deposizioni, le Commissioni hanno consegnato al Vescovo Antonio il frutto del loro lavoro. I periti teologi hanno altresì prestato giuramento, come prevede l’Istruzione Sanctorum Mater. Dopo questo previo passaggio di studio, la parola passa alla diocesi di Cremona, che può far partire il processo vero e proprio. Si provvederà nei prossimi mesi sia alla nomina dei membri del Tribunale diocesano (il Delegato episcopale, il Promotore di Giustizia e un notaio) sia a definire una data, presumibilmente in autunno, per dare il via ufficiale alla Causa di beatificazione. quell’occasione. Il Tribunale si insedierà in Nel frattempo si chiede di intensificare la preghiera e di intraprendere una più capillare opera di diffusione e di conoscenza della figura di don Mazzolari, particolarmente in diocesi. Evento speciale sarà senza dubbio la solenne celebrazione eucaristica di domenica 23 aprile, alle ore 17.30 a Bozzolo, con la presenza del card. Gualtiero Bassetti, arcivescovo di Perugia-Città di Castello. Verrà ricordato l’anniversario della morte di don Primo e sulla sua tomba sarà collocata la rosa d’argento che papa Francesco ha donato come segno di particolare riconoscenza. La Fondazione «don Primo Mazzolari» di Bozzolo celebrerà l’anniversario della morte anche con un Convegno che si terrà sabato 8 aprile (dalle ore 9.30 alle ore 13) nella Sala Civica di Bozzolo. Riguarderà il contributo del pensiero di don Mazzolari alla Costituente, a settant’anni dalla Costituzione italiana. Il Convegno vedrà la presenza di relatori del calibro di Francesco Malgeri, dell’Università La Sapienza di Roma; Nicola Antonietti e Matteo Truffelli, dell’Università di Parma. Quest’ultimo ricopre ora il ruolo di presidente dell’Azione Cattolica italiana. Un altro evento speciale si celebrerà in Cina. Domenica 21 maggio la Fondazione sarà impegnata a Hong Kong per la presentazione ufficiale della traduzione in lingua cinese del Tu non uccidere, uno dei manifesti più importanti del pacifismo cattolico del Novecento. La traduzione è stata completata in collaborazione con padre Gianni Criveller, teologo del Pime, e con la Commissione «Giustizia e Pace» della diocesi di Hong Kong. Segno che la figura di don Primo riscuote interesse anche fuori dalle ristrette mura di Bozzolo. Il suo messaggio continua ad aprire strade…: a noi il privilegio di percorrerle! Don Bruno Bignami Presidente Fondazione Mazzolari Nota di Caritas Cremonese sul fuorviante accostamento del suo nome alla vicenda giudiziaria che ha riguardato un profugo Pubblichiamo la nota di Caritas Cremonese relativa al fuorviante accostamento del suo nome alla vicenda giudiziaria che ha riguardato un profugo, messa in atto dai mezzi della comunicazione locale. L’Ufficio diocesano per le Comunicazioni sociali sottolinea anche il discutibile utilizzo di immagini di ambienti parrocchiali cittadini, indebitamente associate al reato contestato. Caritas diocesana di Cremona, organismo pastorale della Chiesa di Cremona, esprime vivo rammarico per il fuorviante accostamento del proprio nome alla vicenda giudiziaria che ha riguardato un profugo operata dai mezzi di comunicazione locali. Tale associazione dimentica l’impegno quotidiano che Caritas opera a favore degli ultimi attraverso le proprie strutture: centro d’ascolto, dormitorio, centro di prima accoglienza (in convenzione col Comune di Cremona) ecc. In questi luoghi, autentici ospedali da campo secondo la definizione di papa Francesco, ogni giorno, vengono accolte, ascoltate e aiutate decine di persone grazie all’impegno di operatori e volontari. Molte di queste persone sono spesso accompagnate o indirizzate alle strutture Caritas, a qualsiasi ora del giorno e della notte, da parte di sacerdoti, volontari, associazioni, enti locali, forze dell’ordine ecc. Tutto questo lavoro silenzioso che caratterizza il mandato statutario di Caritas avviene quotidianamente, 365 giorni l’anno, senza alcun titolo in prima pagina o nei telegiornali. Dal 2014 dalla Casa dell’accoglienza sono stati accolti e transitati oltre 680 richiedenti asilo e titolari di protezione internazionale, secondo gli accordi e le convenzioni stipulate con la Prefettura di Cremona. Coloro che hanno contravvenuto alle leggi, una piccolissima minoranza, sono stati prontamente allontanati dalla Casa dell’accoglienza secondo le modalità concordate con le forze dell’ordine, con le quali è costante il rapporto di collaborazione per garantire la legalità dentro e nei pressi della struttura. Speciale Perego mons. L’annuncio dell’elezione Ferrara-Comacchio Gian ad Carlo Arcivescovo di Mons. Gian Carlo Perego, nuovo arcivescovo di FerraraComacchio. Sarà consacrato a Cremona Il primo saluto di mons. Perego: «Quel legame tra Cremona e Ferrara» Dopo mons. Mosconi un altro cremonese a Ferrara La gioia della Migrantes per la nomina ad Arcivescovo del direttore generale mons. Perego Intervista a mons. Perego a pochi giorni dall’annuncio della nomina LE DATE: ordinazione di mons. Perego il 6 maggio a Cremona. Ingresso a Ferrara il 3 giugno