«Commuoviamoci dinanzi alla piccolezza di Dio»,Il “Messiah” di

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«Commuoviamoci dinanzi alla piccolezza di Dio»,Il “Messiah” di
Cervellera:
«Cristiani
perseguitati nel 75% dei
paesi del mondo»
Nonostante
la
fitta
nebbia
moltissimi
cremonesi
hanno
riempito, nella serata di sabato 18 febbraio, il teatro
Monteverdi di via Dante per ascoltare padre Bernardo
Cervellera, religioso del Pime, direttore di Asia News, una
delle agenzie di stampa missionarie più attente al tema della
persecuzione dei cristiani nel mondo. Il sacerdote di origini
pugliesi, infatti, dopo la presentazione del prof. Luca
Galantini, ha ricordato che il Cristianesimo è la religione
più vessata nel mondo: basti pensare che persecuzioni più o
meno forti avvengono nel 75% delle nazioni del pianeta, a
fronte del 60% dei paesi ostili all’Islam.
Ascolta l’introduzione del prof. Galantini
Promossa dal neonato comitato «Nazarat», che ogni 20 del mese
prega il Rosario per i cristiani vittime di violenze, la
serata ha permesso di ricordare una verità più volte rimarcata
sia da Giovanni Paolo II, che da Benedetto XVI e da Papa
Francesco, ovvero che vi sono più martiri in questo tempo che
nei primi secoli dell’era cristiana.
«Rispetto al passato – ha spiegato Cervellera – oggi le
persecuzioni sono molto più fantasiose. Se all’inizio i
cristiani venivano sfigurati e uccisi dalle belve, adesso vi
sono molte più torture raccapriccianti». Emblematico è il caso
di Brian Savio O’Connor, 36 anni, protestante del Karnataka
(India) che per 7 mesi e 7 giorni è stato prigioniero,
incatenato e torturato nelle prigioni dell’Arabia Saudita,
accusato di “evangelizzazione cristiana” perchè spiegava il
catechismo ai bambini dei lavoratori stranieri: «È stato più
volte appeso a testa in giù e i carcerieri giocavano usando la
sua testa come una palla». Grazie alla campagna mediatica di
Asia News il giovane è stata liberato ed espulso dal paese
islamico. E se in Arabia non è possibile in nessun modo
manifestare la fede in Gesù, in Cina i cristiani sono
fortemente controllati e i più ferventi vengono eliminati:
come il caso di un sacerdote, gran trascinatore di giovani,
desideroso di organizzare una Giornata mondiale dei giovani
per la Cina: «È stato ritrovato morto affogato in un canale:
la polizia ha chiuso il caso definendolo suicidio».
Il religioso del Pime ha denunciato poi che sempre in Cina
sono stati arrestati circa 300 avvocati – per la metà
cristiani – che in questi anni si stavano battendo a difesa
dei diritti delle persone e delle comunità religiose: «Uno di
loro – ha raccontato – è stato rinchiuso in uno ospedale
psichiatrico e imbottito di così tanti medicinali che ne è
uscito schizofrenico».
Ma la persecuzione più terribile avviene in Corea del Nord
nella quale si viene spediti nei lager solo per essere stati
trovati con una Bibbia in casa: «La Chiesa della Corea del Sud
ha avviato il processo di beatificazione per quelle migliaia
di cristiani che durante la guerra degli anni Cinquanta del
secolo scorso sono stati deportati dal regime del Nord e fatti
morire di fame».
Anche l’India non è da meno, soprattutto nel Nord dove il
fanatismo indù mal sopporta l’espandersi del Cristianesimo:
«Una coppia di sposi convertiti – ha proseguito il direttore
di Asia News – è stata legata e buttata in uno stagno gelato
per 17 ore sotto gli occhi allibiti del loro figlio. Questi
fanatici li avrebbero tirati fuori solo se fossero tornati
alla fede indù: sono morti assiderati».
Cervellera si è quindi domandato: «Perchè i cristiani fanno
così paura? In fondo in Asia sono solo il 2%!». Pronta la
risposta: «Fanno paura perchè, anche attraverso le loro
scuole, ospedali, laboratori, cooperative creano una maggiore
coscienza critica nelle persone. Chi si converte diventa più
maturo, più libero, non più asservito all’ideologia dello
stato o al potere del più forte. In Cina, per esempio, il
Partito Comunista, che è una sorta di confucianesimo
secolarizzato, mira a che tutti lo considerino come l’unica
fonte della loro vita, l’unico riferimento esistenziale: per
il cristiano è Dio l’unico senso e significato del vivere».
Questa promozione dell’uomo, del suo senso di giustizia e di
fraternità, del suo rifiuto di ogni idolatria statale e di
ogni nazionalismo fanatico – che spesso usa per i propri fini
il fondamentalismo religioso -, è ciò che rende pericoloso il
Cristianesimo.
Il religioso del Pime ha concluso il suo intervento
stigmatizzando l’ignavia dell’Occidente che di fronte alla
persecuzione dei cristiani tace: «Il nostro mondo è ormai
indifferente a tutto e poi se dovesse difendere la rivoluzione
cristiana dovrebbe ricordare che tale rivoluzione è nato
proprio in Occidente. E, invece, questa nostra società tende,
attraverso leggi e leggine, a renderlo sempre nella vita
pubblica perchè, come in Asia, esso fa paura a chi vuole gli
uomini asserviti alla mentalità corrente».
Cervellera ha terminato il suo intervento ricordando come
certi poteri forti dell’Occidente tendano a presentare il
Cristianesimo come nemico dell’Islam, così da dimostrare che
le religioni sono solo foriere di divisione e morte e così
eliminarle per sempre dalla scena pubblica.
«E noi cosa possiamo fare? – si è chiesto il missionariogiornalista – Sicuramente pregare per chi è perseguitato, ma
anche testimoniare la gioia della nostra fede e la capacità
delle religioni di convivere fra loro».
E infine: «La testimonianza dei martiri, che è paradossalmente
una testimonianza gioiosa, ci fa bene perchè ci scuote
continuamente dalla tiepidezza del nostro vivere quotidiano la
fede e relativizza tanti nostri piccoli problemi che però
sembrano complicarci la vita».
Ascolta l’intervento di padre Cervellera
L’incontro è terminato con un breve dibattito e con l’invito a
partecipare, lunedì 20 febbraio, nella chiesa di Sant’Agata a
Cremona al Rosario per i cristiani perseguitati nel mondo.
Ascolta il dibattito
Photogallery
Martedì a Soresina serata
sulle Unità pastorali
Serata di approfondimento e formazione per i membri dei
Consigli pastorali parrocchiali della Zona 3 sul tema delle
unità pastorali. L’appuntamento è nella serata di martedì 21
febbraio, alle 21, presso
parrocchiale di Soresina.
la
sala
Mosconi
del
Centro
“Perché tutti abbiano la vita, in abbondanza. Le unità
pastorali nella Chiesa cremonese” è il titolo dell’incontro
che vedrà intervenire don Gianpaolo Maccagni, vicario
episcopale per la Pastorale, e don Paolo Arienti, docente di
Ecclesiologia.
Locandina
Sullo stesso argomento:
Una riforma per favorire la comunione
Aperte le iscrizioni per gli
esercizi
spirituali
dei
giovani a Tignale
Guarderà quest’anno alle parole del Magnificat “Grandi cose ha
fatto in me” la tradizionale proposta di esercizi spirituali
per i giovani della diocesi promossa dalla Federazione Oratori
Cremonesi. L’appuntamento è dal 10 al 12 marzo, come sempre
presso l’Eremo di Montecastello, a Tignale sul Garda.
Le giornate saranno scandite da tempi di ascolto del Vangelo,
con momenti di silenzio e preghiera personale oltre che
comunitaria. Ad accompagnare la riflessione dei giovani sarà
la prof. Rosanna Virgili, docente di Sacra Scrittura presso la
Pontifica Università Lateranense di Roma.
Il week-end di esercizi spirituali, proposti come consuetudine
durante il periodo di Quaresima, inizieranno la sera di
venerdì 10 marzo (ore 19), quando è previsto il ritrovo dei
gruppi e singoli a Montecastello (il viaggio è da organizzare
autonomamente).
I giovani potranno contare su camera singola: necessario
portare lenzuola o sacco a pelo, il necessario personale e gli
asciugamani, il resto sarà garantito dall’Eremo. Unica
raccomandazione portare con sé la Bibbica.
La conclusione degli esercizi spirituali nel pomeriggio di
domenica 12 marzo.
Il costo della pensione completa è di 95 euro. Il modulo di
iscrizione, sino a esaurimento dei 40 posti disponibili, deve
essere consegnato in FOCr (e-mail [email protected], fax
0372-25336)
Locandina Tignale 2017
Modulo per l’iscrizione
Gemellaggio terremoto/30. A
San Severino ancora 5000
sfollati
17 febbraio 2017
“L’urgenza della carità”. Inizio questo diario con una
citazione dell’Arcivescovo Francesco Brugnaro che è sempre
disponibile e partecipa ogni volta che può alle riunioni
Caritas che facciamo in Curia a Camerino. L’urgenza della
carità, la necessità di spezzare il pane della fraternità con
responsabilità nei confronti del fratello e con
corresponsabilità nei confronti della comunità. Dobbiamo
sostenere la rinascita, aiutare le persone a pensare cosa e
come ricostruire… In questa direzione continua il lavoro di
mappatura socio-economica e pastorale dell’équipe diocesana: i
ragazzi stanno incontrando le persone nella vicaria di Pieve
Torina mentre è stata completata San Severino dove su 13.000
abitanti ci sono ancora 5.000 sfollati.
Molti sono ospitati negli alberghi sulla costa, specialmente a
Senigallia, circa trecento persone vivono in camper, qualcuno
è in autonoma sistemazione nelle frazioni… Purtroppo in questa
zona sono i commercianti a subire le difficoltà maggiori e
sono anche venuti a mancare dei punti di ritrovo “storici”
come, per esempio, il “Bar dello stadio” che da sempre era
luogo di incontro dopo la Messa.
Il mio collega Marco Tassini, che ha condiviso l’esperienza
nei giorni scorsi (pienamente condivisa… anche giocando a
carte la sera con gli amici di Pian di Pieca), si sta
interessando dell’organizzazione dell’evento per i vent’anni
del terremoto a Scopoli di Foligno in occasione della Festa
triennale della Madonna del Rosario. Abbiamo quindi incontrato
la nostra amica Rosella e fatto un sopralluogo al Villaggio
Menotre.
Ringrazio di cuore, anche a nome del Sindaco di San Ginesio
Mario Scagnetti, i liutai che si sono messi in contatto con
noi per il restauro del violino Riccucci. Non avevamo dubbi
che Cremona avrebbe risposto, ancora una volta, con tanta
generosità. Nelle prossime settimane cercheremo di
concretizzare questa collaborazione. Nel frattempo con la
collega Giorgia Carletti sono stata ad Osimo all’inaugurazione
della mostra “Capolavori Sibillini. L’arte dei luoghi feriti
dal sisma” che, per l’occasione, ha visto anche la
partecipazione del Ministro Franceschini. Le opere d’arte
esposte sono dei musei associati alla Rete Museale dei
Sibillini che comprende otto comuni tra cui San Ginesio. Ci ha
molto colpito la mostra fotografica dei luoghi del recupero
dei beni culturali che testimonia i danni sostenuti dl
patrimonio culturale locale. Questa operazione culturale ha
una notevole valenza sociale e solidale perchè è occasione di
lavoro per i giovani precedentemente occupati presso la Rete
Museale dei Sibillini e supporterà il finanziamento per il
restauro di beni artistici danneggiati dal terremoto.
Sempre in tema di Sibillini (mi hanno rapito il cuore) ne
approfitto per ringraziare l’amico Adriano che, insieme
all’Architetto Matteo Sampaolesi, ci ha permesso di conoscere
la storia di San Ginesio, questo “balcone della Sibilla” da
cui si vedono le colline marchigiane rincorrersi. Paese di
conventi, si narra sia stato qui per il noviziato anche San
Nicola da Tolentino e che, presso l’attuale istituto
magistrale, ci sia un pozzo da cui fece sgorgare l’acqua.
L’impianto urbanistico è romano con schema a incrocio di cardo
e decumano, la pietra arenaria locale ha un’ampia gamma di
riflessi quando illuminata dal sole…e così ogni ora ha un
colore diverso.
Abbiamo avuto modo di realizzare un altro progetto, questa
volta agricolo: attraverso il signor Giambattista Inselmini
del gruppo di Protezione Civile “I ragazzi del Po” di
Guastalla, i trasportatori Fratelli Gazzini, gli agricoltori,
i cittadini e le attività commerciali di Ca’ del Bosco (RE)…
siamo riusciti a far avere delle balle di fieno a Pino,
allevatore di San Ginesio, che ha subito ingenti danni alla
sua attività. Non posso non ringraziare l’amico Leo, anche lui
terremotato, che ha effettuato il trasporto da Norcia a San
Ginesio.
Continuano gli incontri di formazione all’ascolto nelle
vicarie, Giorgia ed io siamo state a Camerino e prossimamente
sarò a San Severino con il mio collega Alessio Antonioli.
Nicoletta D’Oria Colonna
Photogallery
Speciale terremoto con il diario dei giorni precedenti
Uffici pastorali, ipotesi di
trasferimento
in
via
S.
Antonio del Fuoco
Il Sinodo della Diocesi di Cremona fotografa la Curia come un
“vero e proprio centro pastorale della diocesi”. Così, dopo la
riorganizzazione dell’organigramma
voluta dal vescovo
Napolioni la scorsa estate, arriva anche la necessità di
razionalizzare gli spazi. La riflessione è in corso,
coinvolgendo attivamente gli incaricati dei vari uffici.
Un primo indirizzo, però, appare chiaro: per meglio
“promuovere e coordinare la vita e l’attività pastorale della
Chiesa locale” (cfr. Sinodo, 65), gli uffici pastorali
potrebbero presto trovare una nuova sede presso il Centro
pastorale diocesano “Maria Sedes Sapientae”, di via S. Antonio
del Fuoco, dove già alcune realtà si trovano, quasi a dare
vita a una cittadella della pastorale.
Il Palazzo vescovile certo non sarà abbandonato. Lì
continueranno ad avere sede il Vicario generale, il Vicario
per la Pastorale e il Clero, la Cancelleria, il Tribunale e il
Settore amministrativo, insieme alle realtà con le quali
quest’ultimo opera in stretta collaborazione. Come il Servizio
per la promozione del sostegno economico alla Chiesa e
l’Ufficio per i beni culturali ecclesiastici, recentemente
traslocato al piano terreno.
Gran parte del Settore delle attività pastorali, invece,
potrebbe spostarsi presso il Centro pastorale diocesano,
pensato proprio per favorire “la comunione di intenti e la
riflessione sui temi maggiori dell’apostolato”, come precisa
il Sinodo.
Una nuova collocazione che prevederà anche nuove modalità di
lavoro, sempre più ragionate in sinergia tra i diversi uffici
nell’intento di creare percorsi comuni. Proprio per questo
nella recente riorganizzazione della Curia gli uffici sono
stati raggruppati in quattro “tavoli di coordinamento”:
Giovani, Famiglia, Servizio e Cultura.
Per tali uffici è prevista la collocazione al piano rialzato
del Centro pastorale diocesano, auspicando una “proficua
collaborazione” anche con le associazioni e i gruppi dell’area
ecclesiale, già presenti nella struttura e a cui sarà
riservato ulteriore spazio.
Al Centro pastorale diocesano dovrebbe trovare nuova sede
anche l’Ufficio di pastorale giovanile con la Federazione
Oratori Cremonesi, lasciando così l’ex chiesa di S. Facio,
meglio conosciuta come Foppone, distante solo pochi metri. Una
nuova collocazione che permetterà di avere a disposizione
adeguati spazi per lo stoccaggio dei materiali.
Ritroverà nuova vita, dunque, il Foppone
recupero della struttura effettuato in
garantire spazi di incontro e confronto,
nell’ex aula liturgica che potrà essere
polivalente.
che, grazie al
passato, potrà
in particolare
adibita a sala
La presenza, accanto agli uffici pastorali, della Casa della
Comunicazione tornerà molto utile. I settori pastorali, in
sinergia tra loro, troveranno nell’Ufficio per le
comunicazioni lo strumento più adeguato per mantenere contatti
diretti con il territorio, sia civile che ecclesiale.
Dall’altro la Casa della comunicazione metterà a disposizione
degli uffici i suoi strumenti, oggi sempre più indispensabili
per la conoscenza, l’approfondimento e la diffusione dei
contenuti che si vogliono mettere a disposizione di tutte le
componenti della Chiesa diocesana e del territorio.
Senza tralasciare un’altra presenza significativa. Al di là di
via Stenico si trova infatti la Casa dell’Accoglienza con gli
uffici della Caritas, i cui servizi, proprio nell’ambito di
questa riorganizzazione, potrebbero estendersi anche al di
fuori di tale sede. Tra l’altro proprio la gestione del Centro
pastorale diocesano e del Foppone potrebbe essere affidata a
“Servizi per l’Accoglienza”, la società cooperativa sociale
che fa riferimento alla Caritas.
I dettagli della suddivisione dei locali all’interno del
Centro pastorale diocesano restano comunque ancora da
definire, lasciando spazio anche a luoghi di formazione e
incontro e, al piano superiore, ad associazioni e gruppi
ecclesiali.
Dopo l’estate, con l’avvio del nuovo anno pastorale, potrebbe
già essere operativa la nuova fisionomia del Centro pastorale
diocesano: davvero, dunque, un “centro pastorale” in cui poter
far convergere, in spirito di servizio, le varie articolazioni
della comunità diocesana.
Azione
Cattolica,
l'assemblea elettiva
verso
Un importante appuntamento coinvolge l’Azione Cattolica della
Diocesi: l’assemblea di rinnovo degli incarichi associativi,
che si terrà nel pomeriggio del 25 febbraio, presso il
Seminario Vescovile, a partire dalle ore 15.
Il titolo evocativo – “Fare nuove tutte le cose. Radicati nel
futuro, custodi dell’essenziale” – richiama gli aderenti e i
delegati all’Assemblea, insieme a tutta l’Associazione, a
rinnovare il proprio impegno, con un’attenzione alla storia
associativa e alla ricerca di ciò che è l’essenziale della
propria proposta.
In questo anno, infatti, cade anche l’anniversario dei 150
anni di nascita dell’Azione Cattolica, che continua a
rappresentare un’occasione importante di impegno e di
formazione all’interno della Chiesa, anche di quella
diocesana.
Nonostante la crisi che ha interessato diverse realtà, in
questi anni, infatti, l’AC mantiene diverse esperienze sul
territorio diocesano ed è presente in tutte le zone pastorali.
Al tempo stesso, l’impegno di tanti laici che si sono formati
e si formano all’interno dell’AC rappresenta un punto fermo
per la presenza dei laici nella Chiesa.
L’Assemblea, a cui parteciperanno circa 100 delegati, inizierà
alle 15 con la preghiera, cui seguiranno l’intervento del
vescovo Antonio Napolioni, la relazione della presidente
uscente Silvia Corbari e la presentazione (con successiva
discussione) del documento assembleare da parte di Carlotta
Benedetti, della Segreteria nazionale. Il testo, sulla scia
dell’Evangelii Gaudium, indicherà alcune prospettive per il
triennio che si va avviando. L’indice del documento, infatti,
riprende le quattro indicazioni che Papa Francesco propone e
che rappresentano un importante prospettiva di lavoro per la
Chiesa tutta.
L’Assemblea è anche un momento di confronto e discussione, che
si auspica attento alla valorizzazione dell’esperienza
associativa, ma anche aperto alle prospettive di novità che
questo tempo offre. Un periodo di novità e di rinnovamento,
che ha visto anche alcune nuove risorse affacciarsi
all’esperienza associativa e che, quindi, rappresentano
un’opportunità di sviluppo per l’Associazione stessa.
Nella seconda parte del pomeriggio si svolgeranno quindi le
elezioni per il nuovo Consiglio diocesano, che rimarrà in
carica per il prossimo triennio. Secondo le disponibilità di
alcuni rappresentanti e responsabili associativi, espresse in
apposite liste, i delegati avranno la possibilità di scegliere
cinque adulti, cinque giovani e cinque educatori che andranno
a rappresentare l’AC nella dimensione diocesana. Il Consiglio
eletto esprimerà poi la proposta di una terna di nominativi
tra cui il Vescovo andrà a individuare il prossimo presidente
diocesano.
Si tratta di un momento importante di confronto e di Chiesa, a
cui l’AC tutta è chiamata a partecipare, per rinnovare anche
la scelta democratica che da sempre la caratterizza, fatta di
partecipazione, equilibrio tra la delega e la responsabilità,
confronto e dialettica, nella speranza di continuare, nel
solco di un’esperienza ormai secolare, il servizio importante
alla comunità degli uomini.
Locandina dell’Assemblea
Lunedì sera in Cattedrale
Messa
del
Vescovo
per
Comunione e Liberazione
Lunedì 20 febbraio, alle 21, nella Cattedrale di Cremona, il
vescovo Antonio Napolioni presiederà un’Eucaristia per i
membri del movimento ecclesiale Comunione e Liberazione in
occasione del 12° anniversario della morte del fondatore, il
servo di Dio don Luigi Giusanni (22 febbraio 2005), e nel 35°
del riconoscimento pontificio della fraternità.
Anniversari che in questi giorni saranno ricordati in
centinaia di città, con la celebrazione di Messe presiedute da
cardinali e vescovi. Così appunto sarà anche a Cremona, come
tradizione.
Sarà la seconda volta per vescovo Napolioni che lo scorso
anno, a pochi giorni dal suo insediamento in diocesi, aveva
incontrato la fraternità di CL.
La liturgia, animata con il canto dal coro San Facio diretto
da Barbara Leopizzi, sarà concelebrata dall’assistente don
Davide Pezzali e da altri sacerdoti legati al movimento.
A portare il saluto al Vescovo sarà l’avvocato Paolo Mirri, di
recente riconfermato nell’incarico di responsabile diocesano.
Questa l’intenzione della celebrazione eucaristica: «Chiediamo
a Dio la grazia di seguire senza riserve l’invito di Papa
Francesco a mendicare e imparare la vera povertà che “descrive
ciò che abbiamo nel cuore veramente: il bisogno di Lui”, per
vivere la vita sempre come un inizio coraggioso rivolto al
domani».
Mazzolari,
in
apertura
della
beatificazione
autunno
causa
di
Dopo mesi di studio, è giunto a conclusione il lavoro sia dei
censori teologi, sia della commissione storica per ciò che
riguarda la causa di beatificazione di don Primo Mazzolari.
Infatti, il vescovo emerito di Cremona, mons. Dante
Lafranconi, aveva affidato il compito di presentare la
relazione conclusiva entro il 2016. Il vescovo Antonio ha ora
preso il testimone del percorso e ha deciso di proseguire in
continuità con l’operato del predecessore. Nella mattinata di
sabato 4 febbraio, in Palazzo Vescovile, si è tenuto
l’incontro di tutti gli interessati per fare il punto della
situazione e per progettare i passi futuri.
La Commissione storica ha espresso un giudizio favorevole, non
senza fermarsi ad analizzare eventuali dubbi che potrebbero
sorgere in sede di tribunale. L’analisi della documentazione
raccolta è stata fatta nella sua completezza.
Parere favorevole è emerso anche dai periti teologi nominati
ad hoc. Entrambi hanno sottolineato che negli scritti di don
Mazzolari non si vede nulla che possa configurarsi come
eresia, sia in campo dottrinale sia in questioni di morale.
Anzi, uno studio analitico delle sue pubblicazioni mostra la
costante preoccupazione di don Primo di rimanere fedele alla
verità. Inoltre, circa l’antropologia cristiana, si è
evidenziato quanto lucida fosse la distanza del pensiero di
Mazzolari dalle ideologie diffuse nel suo tempo. In
particolare, emerge in lui una profonda sensibilità
cristologica: egli ha saputo leggere la storia con la lente
della fede in Cristo.
Al termine delle loro deposizioni, le Commissioni hanno
consegnato al Vescovo Antonio il frutto del loro lavoro. I
periti teologi hanno altresì prestato giuramento, come prevede
l’Istruzione Sanctorum Mater.
Dopo questo previo passaggio di studio, la parola passa alla
diocesi di Cremona, che può far partire il processo vero e
proprio. Si provvederà nei prossimi mesi sia alla nomina dei
membri del Tribunale diocesano (il Delegato episcopale, il
Promotore di Giustizia e un notaio) sia a definire una data,
presumibilmente in autunno, per dare il via ufficiale alla
Causa di beatificazione.
quell’occasione.
Il
Tribunale
si
insedierà
in
Nel frattempo si chiede di intensificare la preghiera e di
intraprendere una più capillare opera di diffusione e di
conoscenza della figura di don Mazzolari, particolarmente in
diocesi. Evento speciale sarà senza dubbio la solenne
celebrazione eucaristica di domenica 23 aprile, alle ore 17.30
a Bozzolo, con la presenza del card. Gualtiero Bassetti,
arcivescovo di Perugia-Città di Castello. Verrà ricordato
l’anniversario della morte di don Primo e sulla sua tomba sarà
collocata la rosa d’argento che papa Francesco ha donato come
segno di particolare riconoscenza.
La Fondazione «don Primo Mazzolari» di Bozzolo celebrerà
l’anniversario della morte anche con un Convegno che si terrà
sabato 8 aprile (dalle ore 9.30 alle ore 13) nella Sala Civica
di Bozzolo. Riguarderà il contributo del pensiero di don
Mazzolari alla Costituente, a settant’anni dalla Costituzione
italiana. Il Convegno vedrà la presenza di relatori del
calibro di Francesco Malgeri, dell’Università La Sapienza di
Roma; Nicola Antonietti e Matteo Truffelli, dell’Università di
Parma. Quest’ultimo ricopre ora il ruolo di presidente
dell’Azione Cattolica italiana.
Un altro evento speciale si celebrerà in Cina. Domenica 21
maggio la Fondazione sarà impegnata a Hong Kong per la
presentazione ufficiale della traduzione in lingua cinese del
Tu non uccidere, uno dei manifesti più importanti del
pacifismo cattolico del Novecento. La traduzione è stata
completata in collaborazione con padre Gianni Criveller,
teologo del Pime, e con la Commissione «Giustizia e Pace»
della diocesi di Hong Kong. Segno che la figura di don Primo
riscuote interesse anche fuori dalle ristrette mura di
Bozzolo. Il suo messaggio continua ad aprire strade…: a noi il
privilegio di percorrerle!
Don Bruno Bignami
Presidente Fondazione Mazzolari
Nota di Caritas Cremonese sul
fuorviante accostamento del
suo
nome
alla
vicenda
giudiziaria che ha riguardato
un profugo
Pubblichiamo la nota di Caritas Cremonese relativa al
fuorviante accostamento del suo nome alla vicenda giudiziaria
che ha riguardato un profugo, messa in atto dai mezzi della
comunicazione locale. L’Ufficio diocesano per le Comunicazioni
sociali sottolinea anche il discutibile utilizzo di immagini
di ambienti parrocchiali cittadini, indebitamente associate al
reato contestato.
Caritas diocesana di Cremona, organismo pastorale della Chiesa
di Cremona, esprime vivo rammarico per il fuorviante
accostamento del proprio nome alla vicenda giudiziaria che ha
riguardato un profugo operata dai mezzi di comunicazione
locali.
Tale associazione dimentica l’impegno quotidiano che Caritas
opera a favore degli ultimi attraverso le proprie strutture:
centro d’ascolto, dormitorio, centro di prima accoglienza (in
convenzione col Comune di Cremona) ecc. In questi luoghi,
autentici ospedali da campo secondo la definizione di papa
Francesco, ogni giorno, vengono accolte, ascoltate e aiutate
decine di persone grazie all’impegno di operatori e volontari.
Molte di queste persone sono spesso accompagnate o indirizzate
alle strutture Caritas, a qualsiasi ora del giorno e della
notte, da parte di sacerdoti, volontari, associazioni, enti
locali, forze dell’ordine ecc. Tutto questo lavoro silenzioso
che caratterizza il mandato statutario di Caritas avviene
quotidianamente, 365 giorni l’anno, senza alcun titolo in
prima pagina o nei telegiornali.
Dal 2014 dalla Casa dell’accoglienza sono stati accolti e
transitati oltre 680 richiedenti asilo e titolari di
protezione internazionale, secondo gli accordi e le
convenzioni stipulate con la Prefettura di Cremona. Coloro che
hanno contravvenuto alle leggi, una piccolissima minoranza,
sono stati prontamente allontanati dalla Casa dell’accoglienza
secondo le modalità concordate con le forze dell’ordine, con
le quali è costante il rapporto di collaborazione per
garantire la legalità dentro e nei pressi della struttura.
Speciale
Perego
mons.
L’annuncio dell’elezione
Ferrara-Comacchio
Gian
ad
Carlo
Arcivescovo
di
Mons. Gian Carlo Perego, nuovo arcivescovo di FerraraComacchio. Sarà consacrato a Cremona
Il primo saluto di mons. Perego: «Quel legame tra
Cremona e Ferrara»
Dopo mons. Mosconi un altro cremonese a Ferrara
La gioia della Migrantes per la nomina ad Arcivescovo
del direttore generale mons. Perego
Intervista a mons. Perego a pochi giorni dall’annuncio
della nomina
LE DATE: ordinazione di mons. Perego il 6 maggio a
Cremona. Ingresso a Ferrara il 3 giugno