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La Chiesa 15
SABATO 15 OTTOBRE 2011
1
DIOCESI DI CREMA
GLI ORGANISMI
DI PARTECIPAZIONE
Gli organismi diocesani
di partecipazione ecclesiale
Inizia il lungo cammino dei rinnovi a tutti i livelli
di GIORGIO ZUCCHELLI
D
omenica 6 e domenica 13
novembre. Sono le date delle
prossime elezioni dei Consigli
Pastorali Parrocchiali (Cpp) in
tutte le comunità della diocesi.
Da quel momento prenderà il
via la stagione del rinnovamento
degli Organismi di Partecipazione Ecclesiale. Un avvenimento
che si ripete ogni cinque anni, da
quando il Concilio Ecumenico ha
voluto concretizzare la corresponsabilità laicale proponendoli.
È toccato poi al Codice di diritto
Canonico costituirli e definirne
compiti e funzioni.
La diocesi di Crema è stata una
delle prime a realizzarli e oggi
sono un’esperienza consolidata
che fa parte della vita quotidiana
delle comunità.
Quali sono questi Organismi di
Partecipazione?
Partendo dalla base ricordiamo
il Consiglio Pastorale Parrocchiale. Una volta eletti in tutte
le parrocchie, esprimeranno i
membri del Consiglio Pastorale
Zonale che governa la vita delle
sei Zone pastorali della diocesi; a
sua volta quest’ultimo esprimerà
i membri del Consiglio Pastorale Diocesano, l’organismo di
maggior profilo che affianca il
vescovo nell’organizzare la vita di
una Chiesa locale.
L’intera catena di elezioni che
renderà operativi gli organismi a
tutti i livelli dovrebbe concludersi,
in diocesi, alla fine dell’anno, per
permettere al nuovo Consiglio
Pastorale Diocesano di tenere la
prima riunione nel gennaio del
2012.
A fianco di questi tre concatenati organismi troviamo
anche il Consiglio Parrocchiale
degli Affari Economici che ogni
comunità deve costituire per la
gestione finanziaria della comunità stessa; il Consiglio Presbiterale
Diocesano, una sorta di senato
del vescovo formato da sacerdoti
eletti dai sacerdoti stessi.
Complessivamente un bel
movimento di persone che nella
Chiesa diocesana sono chiamati
alla corresponsabilità. È questa
infatti la “parola chiave” che
sta alla base di tale notevole
movimento di partecipazione
ecclesiale.
LA CHIESA COME
POPOLO DI DIO
Il Concilio Ecumenico Vaticano II ha infatti proposto la
nuova visione di Chiesa come
Popolo di Dio nel quale anche
i laici sono corresposabili della
missione della Chiesa stessa,
partecipando al sacerdozio di
Cristo re, sacerdote e profeta.
Un netto cambio di prospettiva
e di mentalità, un nuovo senso
di appartenenza ecclesiale che
ha spostato il baricentro da
una Chiesa “distributrice di
servizi religiosi” ad una Chiesa
“comunità”.
Per realizzare questa corresponsabilità attorno a pastore
(vescovo o parroco che sia), il
Concilio ha proposto appunto gli
organismi di partecipazione: “È
grandemente desiderabile che in ogni
diocesi si costituisca una commissione
pastorale, che sia presieduta dal vescovo diocesano e della quale facciano
parte sacerdoti, religiosi e laici, scelti
con particolare cura. Sarà compito
di tale commissione studiare ed
esaminare tutto ciò che si riferisce alle
opere di apostolato, per poi proporre
conclusioni pratiche.”(Christus
Dominus 27).
“Al fine di meglio coordinare le
iniziative, il vescovo costituisca, per
quanto è possibile, un consiglio pastorale, di cui devono fare parte chierici,
religiosi e laici attraverso delegati
scelti.” (Ad Gentes 30).
Questi consigli esprimono la
comunione di tutto il popolo di
Dio nella Chiesa locale, ai vari
livelli, sono strumenti di crescita
della stessa, sono organismi di
partecipazione e corresponsabilità nello svolgimento della
missione.
Essi non si ispirano tuttavia ai
criteri della democrazia parlamentare, perché “sono di natura
consultiva e non deliberativa. Il
reciproco ascolto tra il pastore e i
fedeli, li unirà a priori in tutto ciò
che è essenziale, e a convergere
normalmente anche nell’opinabile verso scelte ponderate e condivise” (Direttorio per il ministero
pastorale dei Vescovi, n. 166).
I NUOVI STATUTI
In vista del rinnovamento degli
Organismi (è la seconda elezione
che avviene durante l’episcopato
di mons. Oscar Cantoni) ne sono
stati rivisti gli statuti, ormai in
parte obsoleti.
Una commissione scelta dal
vescovo ha studiato gli aggiornamenti necessari. Se n’è discusso
poi ai diversi livelli e alla fine s’è
arrivati al nuovo testo.
“In questo modo – scrive il
vescovo Oscar nell’introduzione
– è più facilitata la possibilità di
rendere ogni incontro veramente
collegiale, frutto dell’impegno
e dell’apporto creativo di tutti,
così che la comunità cristiana,
presbiteri e laici insieme, ma
ciascuno nella specificità della
propria testimonianza, si sentano
responsabili della comunione e
della missione della Chiesa.”
Mons. Cantoni cita la lettera
per l’anno pastorale in corso
Seguire Gesù, maestro di vita, nella
quale definisce i diversi consigli
“prima forma di presenza attiva
e responsabile nella Comunità
cristiana” e indica il compito
principale di un consiglio pastorale quello di “crescere in una
reale sintonia con la pastorale
della Chiesa locale”, nell’attento
ascolto dei problemi e delle proposte emergenti dalla situazione
locale.” E conclude: “I diversi
consigli pastorali vogliono aiutare
la comunità cristiana a essere
una presenza viva e profetica sul
territorio, per essere capaci di
accogliere le sfide che il contesto
culturale e sociale pone alla fede
cristiana oggi.”
È fin troppo evidente che un
impegno del genere mette in
gioco la vita dei singoli i quali
devono essere i primi testimoni di
una fede forte e consapevole.
I nuovi statuti sono stati promulgati dal vescovo il 26 settembre scorso e sono in distribuzione
in tutte le parrocchie.
Il nostro giornale seguirà,
nelle prossime settimane, il
cammino di rinnovo con una
serie di servizi che illustreranno gli organismi di partecipazione ai vari livelli.