Modellistica e dati sperimentali per il bilancio idrico in
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Modellistica e dati sperimentali per il bilancio idrico in
Scarsità idrica e siccità ARPA Rivista N. 6 novembre-dicembre 2008 Modellistica e dati sperimentali per il bilancio idrico in agricoltura In agricoltura si utilizza fino alla metà o più di tutta l’acqua prelevata dai bacini idrografici. Razionalizzare l’utilizzo delle risorse idriche in questo settore è quindi di grande importanza. Gli interventi di ottimizzazione e risparmio possono essere pianificati avvalendosi di metodologie modellistiche e sperimentali che migliorano la precisione del bilancio idrico del suolo. 26 La gestione delle risorse idriche riveste una delle tematiche più significative nella pianificazione delle risorse territoriali, specialmente se si considera la competizione tra i settori della produzione quali il primario (agricoltura) e il secondario (industria), che concorrono all’utilizzo delle risorse idriche. Ad esempio, per il bacino del Po (dati dell’Autorità di bacino del Po), di tutta l’acqua prelevata, il 16% è destinato a usi civili (acquedotti, ricreazione), il 46% all’agricoltura (irrigazione), il 20% all’industria (raffreddamento e processi) e il 18% all’energia (idroelettrico). Considerando che l’agricoltura utilizza fino alla metà o più di tutta l’acqua prelevata dai bacini idrografici, la razionalizzazione dell’utilizzo delle risorse idriche in questo settore è di grande importanza. Sono numerose le possibili aree d’intervento: - il miglioramento della qualità della rete distributiva - l’ottimizzazione delle tecniche irrigue, che comprende la scelta dei sistemi irrigui più adatti, l’utilizzo di pianificazioni dell’utilizzo della risorsa e della tempistica d’irrigazione - la selezione di sistemi colturali comprendenti l’aridocoltura - il recupero e il riutilizzo delle acque irrigue. Questi interventi possono avvalersi di metodologie (sia modellistiche, sia sperimentali), atte a migliorare la quantificazione dei termini del bilancio idrico, e quindi pianificare gli interventi sui diversi elementi del bilancio stesso. IL BILANCIO IDRICO Il bilancio idrico descrive la variazione del contenuto idrico del suolo in un determinato intervallo di tempo, mettendo a con- fronto fra loro i termini positivi (vale a dire di ricarica d’acqua nello strato di suolo) quali precipitazione, irrigazione e risalita capillare, con i termini negativi, ovvero di perdita d'acqua, e in pratica l’evaporazione del suolo, la traspirazione della pianta, il drenaggio profondo, il ruscellamento superficiale e il flusso laterale sottosuperficiale. Spesso i termini di evaporazione dal suolo e traspirazione delle colture sono accorpati in un unico termine chiamato evapotraspirazione (ET). Il flusso laterale sottosuperficiale è significativo in terreni in pendio. La tabella 1 mostra un esempio di bilancio idrico su terreno coltivato a mais in monosuccessione nella zona di Ozzano Emilia, in terreno pedecollinare, per un periodo di sette anni. L’esempio mostra che la coltura utilizza il 54.3% dell’apporto di precipitazione e irrigazione. Il termine di flusso laterale sottosuperficiale determina una perdita del 20% della ricarica totale, anch’esso quindi non trascurabile, dovuto alla pendenza del suolo e alla presenza di strati semimpermeabili sottosuperficiali che limitano il drenaggio profondo. Questo esempio evidenzia la necessità di avvalersi di strumenti che permettano di quantificare i vari termini, per pianificare interventi di risparmio idrico. Se, ad esempio, gli apporti di precipitazione diminuiscono, su quali termini del bilancio possiamo intervenire per assicurare alle colture una condizione idrica “ottimale” e quindi determinare produzioni areali che siano economicamente soddisfacenti per l’imprenditore agricolo? Oppure, come possiamo quantificare il contenuto idrico del suolo nei vari periodi dell’anno per utilizzare l’acqua di irrigazione strettamente necessa- ria? Possiamo calcolare, per le diverse specie agrarie, i diversi livelli di traspirazione e domanda idrica, per poter quindi scegliere le colture più adatte a una determinata zona? Uno dei vantaggi dei modelli di simulazione è di poter rispondere (pur con un certo margine di errore) a queste e ad altre domande. In particolare, i modelli permettono di fare simulazioni di scenari alternativi (ad esempio diversi sistemi colturali), che non devono necessariamente essere realizzati, per poter essere valutati. È come se costruissimo diversi modelli architettonici di progetti alternativi per una stazione ferroviaria, con il vantaggio di non doverli realizzare tutti per poterne valutare, ad esempio, l’impatto estetico o i consumi elettrici. MODELLI DI SIMULAZIONE DEL BILANCIO IDRICO Nel corso degli ultimi decenni sono stati sviluppati numerosi modelli di bilancio idrico per svariate applicazioni, nei settori dell’ingegneria civile, dell’idrologia, dell’agronomia, delle scienze ambientali. I modelli di simulazione utilizzano dei programmi implementati al computer per simulare i vari processi coinvolti. Nonostante la realtà sia di gran lunga più complessa rispetto alla capacità dei modelli di rappresentarla, e quindi i modelli sono sempre un’approssimazione dei sistemi reali, negli ultimi anni si sono ottenuti risultati incoraggianti. In generale, i modelli richiedono delle informazioni relative a: - meteorologia (precipitazione, temperatura, umidità relativa, velocità del vento, radiazione) - caratteristiche pedologiche, ma soprattutto fisico-chimiche (quindi quantitative) del suolo - distribuzione territoriale delle colture agrarie, quali rotazioni e successioni - caratteristiche biologiche delle colture che comprendono la fenologia, la nutrizione minerale, la domanda idrica, la sensibilità alle infestanti e alle specie crittogame, e la sensibilità a fattori abiotici quali siccità e gelate Tab. 1 - Bilancio idrico su un terreno coltivato a mais in monosuccessione, Ozzano Emilia Anno P+I [mm] R [mm] E [mm] T [mm] CI* [mm] FLs [mm] Dp [mm] 1999 800 8 210 396 398 191 14 2000 643 0 122 502 340 108 10 2001 545 6 145 371 331 115 10 2002 1009 16 154 464 353 114 12 2003 519 24 133 336 358 140 12 2004 937 27 169 436 380 198 14 2005 901 137 127 399 400 217 15 Media 765 31 151 415 366 155 12 * Il contenuto idrico è calcolato per uno strato di suolo di 2 metri di profondità. Da Pieri et al. (2007). I dati sono ottenuti da misure in campo – precipitazione (P), irrigazione (I), contenuto idrico (CI) e ruscellamento (R) – e da simulazioni al computer: evaporazione (E), traspirazione (T), flusso laterale sottosuperficiale (FLs) e percolazione profonda (Dp) ARPA Rivista N. 6 novembre-dicembre 2008 Fig. 1 - Esempio di modello utilizzato a scala regionale in Emilia-Romagna. Acqua disponibile (U-PA), conduzione colturale: prato di graminacee 26/10/2008 - informazioni sulla gestione delle pratiche colturali quali epoche di semina, quantità ed epoca di concimazioni e irrigazioni, applicazioni fitosanitarie, lavorazioni e raccolta. Come possono essere utilizzati i modelli, per ottimizzare l’utilizzo delle risorse idriche e quindi limitare la siccità? Naturalmente le applicazioni sono numerose, ma prendiamo l’esempio dell’utilizzo idrico delle colture, che è un termine fondamentale del bilancio. I modelli di simulazione permettono di quantificare l’acqua necessaria alla coltura e il periodo di maggior utilizzo, proprio perché riescono a simulare la crescita in base all’andamento meteorologico (in gran parte sulla base della temperatura). I volumi e i turni irrigui possono quindi essere pianificati in base a queste informazioni, evitando lo spreco d’acqua che verrebbe percolata in falda, ruscellata o evaporata dal suolo. Inoltre, i modelli possono essere utilizzati per individuare la tecnica irrigua più efficiente (ad esempio selezionando tra sistemi ad aspersione o a goccia), oppure per quantificare gli effetti di tecniche “a stress idrico controllato”, nelle quali la coltura viene tenuta in uno stato di leggero stress idrico, che permette un risparmio d’acqua, ma con riduzioni di produzione non significative per l’economia dell’azienda. Infine, la modellizzazione è di grande supporto per l’analisi di sistemi colturali alternativi a quelli correnti, quali l’aridocoltura. I modelli, oltre che alla scala dell’azienda agraria, sono anche utilizzati a larga scala (regionale o Fig. 2 - Evapotraspirazione potenziale cumulata della settimana dal 20 al 26 ottobre 2008 (mm) nazionale) per quantificare il bilancio idrico territoriale: la figura 1 mostra ad esempio la disponibilità d’acqua per una certa pianta nel suolo regionale, mentre la figura 2 mostra l’evapotraspirazione potenziale cumulata, durante la settimana del 20-26 ottobre 2008, ottenuta dal modello Criteria (Marletto, 2006) di ArpaER. L’informazione di acqua disponibile può quindi essere di supporto alla scelta dei volumi irrigui e delle zone irrigue. METODOLOGIE E STRUMENTAZIONE L’affidabilità e il margine di errore dei dati prodotti dal modello devono essere verificati con misure sperimentali in campo. Negli ultimi decenni si sono affermati numerosi strumenti che permettono di misurare, ad esempio, il contenuto idrico del suolo, la percolazione profonda, oltre alle ben note variabili meteorologiche. I metodi per misurare il contenuto idrico del suolo utilizzano proprietà elettromagnetiche dell’ac- qua che si basano sulla misura del tempo impiegato da un’onda elettromagnetica a viaggiare lungo un’antenna, nel nostro caso collocata nel terreno. Il tempo di viaggio dipende dalla lunghezza della linea, ma soprattutto dalla “costante dielettrica” del mezzo che circonda l’antenna. Quest’ultima grandezza fisica varia moltissimo a seconda dello stato di umidità del suolo e quindi con opportuni (e complessi) calcoli la stazione è in grado di risalire al contenuto idrico presente alla profondità in cui è sepolto ogni sensore. Per quanto esistono numerose ditte che producono sistemi diversi, il principio si basa sulla misura della stessa variabile, la “costante dielettrica”. I moderni sistemi di acquisizione via modem, radio o satellite, permettono di acquisire queste informazioni da remoto. Come già accennato i risultati possono essere utilizzati per testare i modelli utilizzati, oppure direttamente per pianificare la gestione delle risorse idriche, con tempi di risposta brevi e con un alto livello di accuratezza. Ad esempio, se il suolo scende sotto a un certo valore di contenuto idrico considerato ottimale per la coltura, il sistema di misura può mandare un segnale al sistema irriguo e farlo partire. Il volume e il turno irriguo può quindi essere controllato in base alla risposta del sensore, che determina quando il suolo è stato “ricaricato”, e spegne l’impianto irriguo, limitando l’eccessivo apporto di acqua che sarebbe sprecata. In questo modo l’agricoltore può ottimizzare l’uso dell’acqua e la produzione, con vantaggi economici e ambientali. Marco Bittelli Dipartimento di Scienze e tecnologie agroambientali Università di Bologna BIBLIOGRAFIA - Marletto V., 2006. CRITERIA: ecco il modello regionale di bilancio idrico. Agricoltura 34(6): 127-128. - Pieri L., M. Bittelli, J. Q. Wu, S. Dun, D. C. Flanagan, P. Rossi Pisa, F. Ventura, and F. Salvatorelli. 2007. Using the Water Erosion Prediction Project (WEPP) Model to Simulate Field-Observed Runoff and Erosion in the Apennines Mountain Range, Italy. Journal of Hydrology, 336, 84-97. 27