"per annum" (14 gennaio) - vigiliare ore 18.00

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"per annum" (14 gennaio) - vigiliare ore 18.00
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Mi mancava solo questa. E va la
racconto, come l’atto di fede più
bello che sto confessando in questa
Messa: mi mancava di pensare che il
nostro Dio fosse un po’ ubriaco
anche Lui. Perché è un Dio a cui
piace il vino, il vino della festa, della
gioia, della speranza forte, della
gioia condivisa… Un Dio, il nostro, ebbro anche Lui quando noi
siamo ebbri, cioè ubriachi di festa, di gioia, di speranza…
• Sapendo il nostro Dio che qui da noi ogni tanto succede che il
vino viene a mancare, cioè manca la gioia, la festa, il piacere di
dividere con te la mia vita, manca la tenerezza, la pazienza, il
piacere di farmi bello o bella per te… allora il nostro Dio ha
invitato suo Figlio Gesù a mettersi a tavola con noi: per essere più
vicino a soccorrerci quando viene a mancare il vino, quando
non c’è più vino.
È successo a Cana… Succede, può succedere tutti i giorni a casa
nostra… Può venire il momento, nella vita di coppia e di famiglia, in
cui improvvisamente si ha l’impressione che venga a mancare
qualcosa di importante per la qualità della relazione e per la gioia
dell’esistenza. Ci si accorge che non c’è più vino: non c’è più
gioia, abbondanza, pienezza, esuberanza di vita, risorsa per
superare stanchezze e vincere delusioni. La mancanza del vino
richiama l’esperienza quotidiana del disagio, quando qualcosa di
concreto sembra incrinarsi e qualcosa di promesso venire meno. Ci
sono giorni in cui gli affetti, le amicizie, i rapporti che si sono costruiti
con pazienza si allentano e si scompongono, appaiono non
credibili, insufficienti a dar gusto alla vita. È la delusione. Non hanno
più vino… Non abbiamo più vino… Non abbiamo più olio…
Nell’esperienza del matrimonio e delle relazioni familiari ci può
sorprendere uno strano senso di noia, come se tutto quello che
abbiamo e facciamo sembri improvvisamente privo di senso. Si
prova un senso di vuoto e di nostalgia, come di fronte a un mistero
perduto di cui abbiamo immensamente bisogno.
Sappiamo che l’amore va continuamente costruito attraverso la
preghiera, l’umiltà del cuore e la dedizione senza calcoli. Quante
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Diocesi di Milano Decanato Sempione
Parrocchia S. Maria di Lourdes
14 gennaio 2007 – 2° per annum
h.18.00 – h. 11.30
Sia lodato Gesù Cristo!
volte un po’ di pazienza e di umiltà del cuore avrebbero salvato un
matrimonio! Sposarsi è una grazia e un impegno. E grazia e
impegno è la vita di ogni giorno nel matrimonio e nella famiglia. È
sempre tempo per ritrovare fiducia in se stessi e nelle persone
amate, per andare al di là delle proprie debolezze, dei propri limiti.
La parrocchia è chiamata dal Signore, per i doni e la grazia che il
Signore le ha assegnato, a prendere coscienza di queste situazioni,
talvolta provvisorie, altre volte definitive. La comunità dei discepoli
del Signore è fatta da Lui competente di questa tenerezza, di
questo discernimento (cfr. Maria, i discepoli di Emmaus, i discepoli
sul lago…). Una parrocchia che abbia solo il cuore di madre: che
non giudica, che non sceglie per gli altri, che non decide per gli
altri, che rispetta, che promuove, che accoglie senza finzioni, che
accoglie con infinita benevolenza…
• Talvolta Il vino viene a mancare: sulle terra l’amore finisce: è così
poco l’amore sulla terra! è così fragile! è così povero! è così raro:
è sempre a rischio. Si dice, lo dite soprattutto voi: con il passare
degli anni ogni tipo di amore diminuisce, perde poesia,
entusiasmo, fascino, novità: il vostro amore coniugale; spesso
anche gli amici; forse anche l’amore di un prete per la sua
comunità… Forse non è sempre così: chi ama, non si rassegna
alla legge dell’amore che finisce, che inaridisce, che si spegne di
entusiasmo… Dio non si rassegna. Maria non si rassegna.
• Maria, santa piccola madre, che sa quanto è grande il cuore di
Dio per il cuore dei suoi figli. E dice (sono le sue ultime e uniche
parole nel vangelo per noi): Fate quello che vi dirà Lui! Fate le
sue parole! Fate il suo vangelo! Noi dobbiamo imparare a fare
quello che ci dice Gesù, a fare le sue parole. Sono giorni nei quali
ci stiamo chiedendo in parrocchia: nelle nostre famiglie si fa
quello che dice Gesù? Quanto conta nella vostra vita, fratelli,
quello che vi dice Gesù! Nelle vostre scelte, nelle vostre decisioni,
quanto conta quello che vi dice Gesù, quello che ci dice il
Vangelo?
• Maria, piccola santa madre, a Cana dimostra di essere colei che
conosce meglio il cuore di Dio: non potrebbe essere
diversamente: Dio ha scelto proprio il suo cuore come dimora del
cuore di suo Figlio (come il cuore di ogni figlio per nove messi e
molto di più dimora e abita nel cuore della sua mamma). Maria
sa che il nostro Dio ha a cuore la felicità dei suoi figli, la nostra
felicità più ancora della nostra fedeltà. A Cana gli sposi non
hanno fatto nulla per meritarsi il miracolo. Dio interviene,
indifferente ai nostri meriti: interessato solo alla nostra umiltà,
innamorato della nostra povertà.
• Questo è il Dio che mi piace: il mio, il vostro. Un Dio felice, che dà
il piacere di esistere e di credere in Lui. Un Dio un po’ sempre
ubriaco della nostra gioia, della nostra festa, della nostra sempre
disperata incapacità di amarci. Ma per questo ha messo a
tavola con noi, nella festa della nostra vita, un commensale
straordinario: Gesù Signore.