TENUTA DEGLI DEI

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TENUTA DEGLI DEI
TENUTA
DEGLI DEI
Tenuta degli Dei è di proprietà della famiglia Cavalli da oltre 30 anni. Un’oasi protetta
dal silenzio e dal verde della campagna.
Roberto Cavalli l’ha acquistata negli anni ’70, ma chi la vive quotidianamente dal 1989
è il figlio Tommaso che in questi anni l’ha trasformata in una realtà produttiva di eccellenza concretizzando le sue grandi passioni: l’allevamento di trotter da competizione
e, dal 2000, la produzione di vino.
Un vino che, annata dopo annata, come un puledro di razza, acquista sempre più
consapevolezza e si riconosce nei valori del suo territorio, nell’eleganza, nell’armonia
e nella profondità gustativa di un grande toscano.
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Tenuta degli Dei
L’azienda dista circa 30 chilometri da Firenze e si trova a Panzano in Chianti, proprio
in prossimità dell’antica pieve di San Leolino che con le sue forme romaniche richiama
l’attenzione in mezzo alle colline della Conca d’Oro.
Ecco, la tenuta si apre proprio alle sue spalle, a ventaglio, per 70 ettari, occupati da
boschi, ulivi, prati-pascolo e 5 di vigneto.
Alle vigne è stata destinata la parte più alta e soleggiata della tenuta, tra i 400 e i 450
metri s.l.m., individuata dopo accurati studi dei terreni. Uno stretto all’altro ci sono i
filari di Merlot, Cabernet Franc, Cabernet Sauvignon e Petit Verdot.
Più a valle, invece, ci sono i recinti geometrici dei puledri, delle fattrici e degli stalloni.
Le scuderie sono situate a fianco della casa colonica che accoglie la sede dell’azienda
e l’abitazione di Tommaso Cavalli, che qui vive con la moglie Doroty e le figlie Ester,
Sara e la piccola Anna.
Vivo a Panzano in Chianti dal 1989 – racconta Tommaso - unendo lavoro e passione
ma sono legato a questa terra sin dalla mia infanzia: venivo qui con mio padre appena
possibile e su queste colline, in lunghe passeggiate, ho imparato ad andare a cavallo.
Non posso immaginare questo posto senza cavalli e vigneti. Come non posso immaginare la mia vita lontano da questa natura.
Un vigneto trascurato esisteva, infatti, anche allora, nulla a che fare con quello cui
avrebbe aspirato Tommaso Cavalli molti anni dopo.
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Due vigneti
Il vigneto di oggi è interamente esposto a sud e occupa terreni a medio impasto, ricchi di
galestro e molto drenati, terreni ideali per produrre vini ben strutturati, di grande intensità
e carattere, nei quali prevale la componente minerale. Questa particolare tipologia di suolo – spiega Tommaso scorrendo con lo sguardo i filari pettinati – è ideale per accogliere
le varietà bordolesi e al momento delle scelte per l’impianto non abbiamo fatto altro che
assecondare il terreno.
A supportare Tommaso c’è Carlo Ferrini, agronomo ed enologo di grande talento, consulente d’eccezione che sin dall’inizio ha sposato con entusiasmo il sogno della famiglia
Cavalli.
Un sogno iniziato con il nuovo millennio. Sono infatti del 2000 le analisi dei suoli, le riunioni
interminabili, i primi lavori di scasso del terreno. Ed è sempre in quell’anno che un secondo appezzamento di proprietà Cavalli diventa vigna: 4 ettari (tra cui un appezzamento di
1800 viti di Alicante) situati questa volta presso la residenza fiorentina di Roberto Cavalli,
sulle colline a sud di Firenze, all’interno del comune della città.
E’ anche questo un terreno che guarda a sud, esposto per tutto l’arco del giorno all’irradiazione solare, con però caratteristiche pedoclimatiche molto diverse da Panzano in Chianti.
Siamo solo a qualche metro di altitudine sul livello del mare, il clima è quello fiorentino
caratterizzato da alte temperature estive anche nelle ore notturne ed una minore umidità
a livello del suolo. Qui prevale la componente argillosa che regala ai vini colori intensi,
ricchezza di estratti, grande longevità.
In entrambi gli appezzamenti le viti, poste a dimora nel marzo 2001, sono impalcate a cordone speronato e hanno una densità di 6.700 ceppi ad ettaro. In tutto 50.000 piante che
quando la produzione sarà a regime daranno vita ad altrettante bottiglie.
I vitigni prescelti possono quindi godere di due differenti “piattaforme” per esprimere la loro
personalità: due mondi produttivi di cui si fanno interpreti portando nel bicchiere le
loro specifiche doti. Insomma i due vigneti sono perfettamente complementari dal punto
di vista enologico e paradossalmente i trenta chilometri che li separano sono in realtà una
distanza che li completa.
Nel vino cui danno origine insieme si ritrovano infatti tutte le sfumature di queste due terre:
una fusione che dà vita ad un vino ricco, elegante, potente e non scontato.
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Diversi per tradizione
Chi chiede a Tommaso Cavalli cosa lo ha spinto da allevatore di trotters a buttarsi
in quest’avventura che pretende, forse più di ogni altra, pazienza e perseveranza si
sente rispondere che è stata la voglia di fare un grande vino. Ma dietro questo, che è
il desiderio di tutti i “vignaioli”, c’è di più.
C’è la voglia di valorizzare al massimo una terra amata e al tempo stesso provare a
portare un nuovo valore al prestigio internazionale del marchio di famiglia, attraverso
un percorso del tutto originale.
Fare vino è di per sé una contraddizione. Il vino non si fa: si cura la vigna, si ascolta la
terra, si raccoglie quello che la natura ha deciso di darti. Non ci sono né passerelle né
luci glamour qui… al massimo il tramonto del sole dietro alla collina, davanti alla “mia”
conca d’oro di Panzano. Eppure in questo “accogliere” ci sono creatività, emozione e
professionalità, ma sicuramente diversa da quella di mio padre.
Per il nostro vino, proprio perché circondati dalla storia del Chianti Classico e del Sangiovese, abbiamo avuto l’ambizione di abbinare l’eleganza di cinque vitigni francesi
con la potenzialità di un territorio coma Panzano, alla ricerca di una sintesi unica e
affascinante.
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Un’idea due etichette
Il vino di riferimento di Tommaso e Roberto Cavalli è un IGT Toscana e si chiama Cavalli
Tenuta degli Dei. Nato come unico vino dell’azienda con l’annata 2004, con l’annata 2008
ha fatto posto ad una seconda etichetta modificando il suo blend. Infatti mentre nelle prime
quattro annate proveniva da tutti i vitigni presenti in azienda oggi si compone di Cabernet
Sauvignon (60%), Petit Verdot (25%) e Cabernet Franc (15%).
Un blend dal carattere deciso che esprime tutta la sua personalità e che con l’ultima vendemmia ha toccato le 23.000 bottiglie.
Le Redini, nato con la vendemmia 2008, è Merlot quasi in purezza (90%) con un’aggiunta
di uve Alicante. Rosso giovane e morbido, Le Redini nasce per essere l’anteprima di Tenuta
degli Dei e soprattutto per offrire al mercato un vino di cui godere senza aspettare troppo a
lungo.
La produzione per entrambi segue un iter scrupoloso, quasi maniacale, come è inevitabile
quando si vuole portare in cantina solo una materia prima di grande qualità. In vigna durante
l’anno le attività sono continue e sempre manuali: dal controllo del numero di gemme, alle
lavorazioni superficiali del terreno, alla vendemmia verde. Tutte hanno l’obiettivo di portare a
perfetta maturazione solo pochi grappoli, per una resa intorno al chilo per pianta.
La vendemmia si svolge indicativamente tra fine agosto ed inizio ottobre: un periodo decisamente prolungato se si pensa alle dimensioni dell’azienda, ma i cinque vitigni hanno tempi
di maturazione diversi e a Firenze la raccolta è anticipata di circa quindici giorni rispetto a
Panzano. E se il viaggio verso la cantina per i grappoli chiantigiani è breve e rapido, diverso è il discorso per la vigna “cittadina”. In questo caso le difficoltà date dalla distanza sono
superate con piccoli camion refrigerati che impediscono l’innescarsi di una fermentazione
spontanea.
Una volta giunta a destinazione l’uva, divisa in singole parcelle, è selezionata su due tavoli di
cernita. Nel primo vengono eliminati i grappoli non in perfetto stato, nel secondo si riesce ad
eliminare anche i più piccoli resti di foglie e raspi. Gli acini così “setacciati” da dieci persone
sono finalmente pronti a entrare per caduta nei tini troncoconici di acciaio a temperatura
controllata.
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Un’idea due etichette
La vinificazione dura complessivamente circa 20 giorni. In questo periodo per ottenere ottime estrazioni vengono ripetute più volte al giorno delicate follature. A svinatura completata
i vini passano per caduta nel locale sottostante dove li attendono le barriques e tonneaux
di rovere francese, di primo e secondo passaggio, nelle quali si svolge la fermentazione
malolattica e poi la maturazione per 16/18 mesi nel caso delle uve destinate a Cavalli Tenuta
degli Dei e di 10 per il rosso più giovane, fin quando giunge il momento del taglio.
Questo è un momento magico, un po’ come far nascere un puledro. Le diverse caratteristiche di ogni singola varietà e vigna vanno a comporre come in un mosaico finissimo il
carattere del vino.
Una volta imbottigliati i vini, prima di confrontarsi con il mercato, restano ad affinarsi in bottiglia: per 14/16 mesi il Tenuta e per 4/6 mesi Le Redini.
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La cantina segreta
La cantina, ultimata nel 2004, si trova proprio accanto al vigneto di Panzano e occupa,
gli spazi sottostanti la Pieve di San Leolino, le cui fondamenta risalgono all’IX secolo.
Abbiamo preferito utilizzare questi locali storici piuttosto che costruire qualcosa di
nuovo per rispettare il più possibile il paesaggio. Possiamo così lavorare in uno spazio di grande fascino, perfettamente inserito nella storia e nell’ambiente che lo circonda… e restare praticamente invisibili!
In effetti un po’ per la conformazione della valle, nascosta dalla collina, e un po’ per
la mancanza, assolutamente voluta – sottolinea sorridendo Tommaso – di qualsiasi
indicazione stradale, tutta la Tenuta degli Dei è un’oasi celata agli occhi indiscreti e la
cantina si mimetizza più del resto.
Nel dettaglio la struttura è articolata in due locali sovrapposti, nello spazio superiore
alloggia la tinaia dove sono rimasti intatti gli antichi soffitti correntali e la trabeazione
a vista tipici delle architetture del Chianti. All’ingresso di quest’area c’è la zona del
ricevimento dell’uva e i due tavoli di cernita. Poi lo spazio, essenziale ed operativo,
è occupato dai tini, con al centro la botola che permette di far scivolare il vino nella
sottostante cantina di maturazione.
Questa è un ampio locale, in gran parte naturalmente interrato, caratterizzato da una
singola volta a botte in pietra. Qui le barriques riposano - è proprio il caso di dire - in
religioso silenzio, sigillate alla vista da un pesante ed antico portone.
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Un vestito firmato Cavalli
Se è Tommaso a vivere 365 giorni all’anno la realtà di Tenuta degli Dei, per “vestire” le
bottiglie lo stile di Roberto Cavalli è stato imprescindibile. L’abito… o meglio l’etichetta
della bottiglia è infatti caratterizzata da due fasce laterali che riprendono, per le annate
dal 2004 al 2007, le texture storiche della maison Cavalli e, dal 2008, schizzi e studi inediti del grande stilista. Praticamente è una vera collezione, che cambia di anno in anno.
Per il debutto, per esempio, è stata scelta la famosa stampa animalier “ghepardo” (lanciata nella collezione P/E 1996), per l’annata 2005, dagli archivi dei tessuti creati da
Roberto Cavalli è stata selezionata la stampa “zebra” (collezione P/E 1999), per la 2006
quella della “farfalla” (collezione P/E 2006) mentre l’annata 2007 ha avuto come tema
romanticissime rose (collezione P/E 2000).
L’annata 2008, segna una piccola svolta - spiega Tommaso - sia nell’uvaggio dove viene a mancare la morbidezza del Merlot a favore del carattere di Cabernet Sauvignon e
Cabernet Franc, che sulla bottiglia dove l’etichetta si fa più elegante e rigorosa nella sua
nuova divisa nera e oro…
E se in questo caso l’etichetta sintetizza il valore di due mondi che si toccano, l’estro di
Roberto Cavalli ha creato anche un’altra bottiglia: Cavalli Collection che oggi fa parte
solo della collezione storica di Tenuta degli Dei. Si tratta infatti di una bottiglia nera,
elegantissima e preziosa che è stata prodotta in una tiratura molto limitata e solo nelle
annate 2004, 2005 e 2006.
Nasce invece dalla storia di famiglia il logo della Tenuta degli Dei: l’originale simbolo che
fa bella mostra di sé in tutte le bottiglie è infatti un dettaglio di un dipinto di Giuseppe
Rossi (1876- 1951) nonno di Roberto Cavalli e famoso pittore che diresse per tanti anni
la Scuola Fiorentina di Pittura. Alcuni dei suoi quadri sono custoditi addirittura nel Museo
degli Uffizi.