La Contraffazione ruba all`Italia oltre 5 miliardi di Euro all`anno

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La Contraffazione ruba all`Italia oltre 5 miliardi di Euro all`anno
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16 marzo 2016
WEEKLY REVIEW
La Contraffazione ruba all’Italia oltre 5 miliardi di Euro all’anno.
Alimenti nella black list del falso.
Il mese di marzo si apre con numeri della contraffazione sempre più sconcertanti.
Analizzando le notizie pubblicate da numerose testate giornalistiche, solo in
questa prima parte del mese la merce contraffatta sequestrata vale milioni di
euro.
Per non parlare del rapporto pubblicato dalla Guardia di Finanza che riporta un
dato sconvolgente relativo al 2015: 3 miliardi di euro il valore attribuito ai più di
390 milioni di prodotti illegali sequestrati. [leggi la news]
Secondo i calcoli dell’Organizzazione Mondiale del Commercio, infatti, la mano
della criminalità organizzata e la diffusione dell’e-commerce insieme ad altri
fattori portano a danni economici di circa 600 miliardi di dollari l’anno (circa il 7%
del fatturato mondiale). Nessuna linea produttiva è, infatti, immune alla
contraffazione: dai giocattoli all’abbigliamento, dagli alimenti alla cosmesi fino ad
arrivare ai prodotti farmaceutici.
Secondo un report del Ministero dello Sviluppo Economico e del Censis, solo in
Italia il fatturato illecito è di oltre 6,5 miliardi ed il sistema economico nazionale è
stato privato di 5 miliardi e 280 milioni di entrate e 105 mila posti di lavoro.
In tutto ciò ad avere il maggior guadagno è la criminalità organizzata grazie ad un
mercato parallelo illegale che viaggia come quello regolare a causa
dell’intimidazione di negozianti costretti a vendere merce contraffatta al dettaglio
e alle per nulla restrittive pene a riguardo. [leggi la news]
Accennando qualche dato sul solo settore agroalimentare, all’inizio di febbraio, il
Corpo Forestale dello Stato ha sventato un tentativo di frode sequestrando 85
tonnellate di olive provenienti dalla Grecia e dalla Spagna colorate con solfato di
rame, una sostanza tossica per la maggior parte dei vegetali. [leggi la notizia]
Sono 150 mila, inoltre, le bottiglie di vino e 430 mila le etichette contraffatte
sequestrate in questo mese non ancora concluso dalla Guardia di Finanza di Pistoia
durante l’operazione “Bollicine d’Autore”. Le bottiglie e le etichette
riproducevano i segni distintivi, la forma ed il colore delle bottiglie autentiche.
In aggiunta, tra il 2013 e il 2014 sono state ben 390 mila le bottiglie contraffatte
immesse sui mercati stranieri. [leggi la notizia]
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Ma, come detto, il settore agroalimentare non è l’unico colpito: il maxi sequestro
avvenuto in questi giorni a Gorizia, ad opera del Nucleo Mobile della Compagnia
della Guardia di Finanza di Monfalcone, ha visto oltre 2.200 confezioni dal valore di
oltre 130 mila euro di prodotti di profumeria abilmente rese simili a quelle delle
note griffe nazionali ed internazionali. La merce, destinata sia al commercio
ambulante che fisso, sarebbe stata messa in vendita ad importi concorrenziali per
indurre gli ignari acquirenti a credere di aver fatto un affare. [leggi la notizia]
In ultimo, a favorire la mano criminale è anche il canale e-commerce. Sono
innumerevoli, infatti, gli ignari consumatori convinti di acquistare online prodotti
originali a prezzi vantaggiosi per ritrovarsi poi con merce i cui danni reali e
potenziali alla salute non possono essere sottovalutati. Proprio in questa prima
metà di Marzo, grazie alle segnalazioni fornite da INDICAM e Adoc, l’Antitrust ha
accertato la presenza di prodotti dannosi su alcuni siti falsi ottenendo la chiusura
di 174 di essi. [leggi la notizia]
Dati gli indiscutibili risvolti negativi di questo mercato, è stato firmato il 10 Marzo
un Piano d’azione tra il Ministero dello Sviluppo Economico – Direzione generale
per la lotta alla contraffazione – Ufficio Italiano Brevetti e Marchi e la Prefettura di
Roma.
Questo Piano consente al MISE di declinare a livello locale le politiche nazionali. Il
potenziamento della lotta alla contraffazione deve partire, infatti, dal
rafforzamento degli strumenti di coloro che si battono quotidianamente contro
l’industria del falso, senza tralasciare la sensibilizzazione delle aziende e dei
consumatori sull’importanza della tutela della Proprietà Industriale.
Tali campagne formative e informative saranno svolte dalla Prefettura, dalla DGLCUIBM (MiSE) in collaborazione con le associazioni imprenditoriali ed in particolare
con il supporto di INDICAM - Istituto di Centromarca per la lotta alla contraffazione
- che rivolgerà particolare attenzione anche alle giovani generazioni mediante
azioni, testimonianze ed interventi nelle scuole. [leggi la notizia]
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22 marzo 2016
WEEKLY REVIEW
Anche questa settimana è stata all’insegna della lotta alla contraffazione con
grandi nomi della moda italiana che “tirano le somme” dei risultati finora
raggiunti. Sono decine di migliaia, infatti, gli articoli contraffatti sequestrati nel
2015 grazie alla battaglia intrapresa dal Gruppo Salvatore Ferragamo che ha inoltre
ottenuto il blocco di 91.000 inserzioni online atte alla vendita di false riproduzioni
della maison italiana di moda. Per intensificare i controlli, a partire già dalle
collezioni del 2014 e proseguendo nel 2015, il gruppo ha inoltre deciso di inserire
nelle suole delle calzature sia da donna che da uomo ed in alcuni accessori, un
microchip che non può essere contraffatto e che consente una miglior tracciabilità
del prodotto. Sono state inoltre rafforzati i controlli nei confronti del mercato
cinese che ha fatto registrare il maggior numero di articoli falsi in uscita. [leggi
news]
La moda, infatti, è il settore più a rischio contraffazione e, stando al report
dell’Ufficio Studi della Confartigianato, Toscana, Marche e Umbria sono le regioni
in cui il settore manifatturiero è più esposto essendo queste zone simbolo
dell’eccellente produttività nazionale. I beni più contraffatti rimangono sempre gli
accessori, i capi di abbigliamento e le calzature e questa concorrenza sleale mina
seriamente la stabilità economica delle piccole e medie imprese sul territorio che
registrano una perdita nelle vendite di 9.888 milioni di euro e 88 mila posti di
lavoro. [leggi news]
Ma i dati allarmanti non si ritrovano solo in riferimento all’eccellenza artigiana,
anche il mercato dei farmaci contraffatti è sempre più diffuso e redditizio. Oltre al
giro d’affari mondiale di 200 miliardi di dollari l’anno che arreca danno alle
aziende farmaceutiche, l’impatto negativo sulla salute dei pazienti è di estrema
rilevanza. Secondo il Pharmaceutical Security Institue, partner di AIFA (Agenzia
Italiana del Farmaco) nel progetto Fakeshare, il 32% dei farmaci contraffatti non
contiene il principio attivo utile alla cura dei pazienti oppure ne ha quantità non
sufficienti o addirittura è composto da ingredienti errati con alti livelli di impurità
e contaminazione. Il maggior canale di veicolazione di questi “veleni” è l’online, è
quindi necessaria la cooperazione tra istituzioni e Paesi per adottare misure
internazionali utili a rafforzare la tutela della salute pubblica. [leggi news]
La tutela del consumatore è quindi un elemento alla base della lotta alla
contraffazione che si ritrova anche nel sequestro di 7.000 di forme di Grana
Padano da parte dei Nas perché contenenti valori troppo elevati di anflatossine.
Questa sostanza cancerogena, prodotta da funghi che attaccano il mais, è stata
ingerita dalle vacche da cui poi è stato munto il latte destinato alla produzione
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delle forme di Grana Padano. L’accusa di adulterazione e contraffazione di
sostanze alimentari di cui devono rispondere i responsabili dei caseifici, deriva
dall’ipotesi che i produttori non abbiano eliminato il latte seguendo l’agire di molti
altri colleghi, ma l’abbiano consegnato ugualmente alla cooperativa di riferimento,
ipotesi che non va ad escludere l’arbitrari decisione di averlo acquistato sottocosto
diluendolo con il latte buono. L’intervento tempestivo del Nucleo Anti
Sofisticazione ha messo in sicurezza tutte le forme prodotte con questa sostanza
garantendo sulla sicurezza di quelle in commercio. Si teme comunque un certo calo
nelle vendite a causa del timore di consumatori. [leggi news]
Visti comunque i buoni risultati di contrasto ottenuti nel 2015 e data l’imminente
festività pasquale, nella riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la
Sicurezza Pubblica tenutasi a Rimini, si è pensato di giocare in anticipo elaborando
un articolato pacchetto di contrasto che vede il coinvolgimento ancora una volta di
forze di polizia, amministrazioni e associazioni per intensificare i controlli “a
monte” della filiera. In questo modo è possibili e ostacolare i canali di
alimentazione degli abusivi. [leggi news]
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29 marzo 2016
WEEKLY REVIEW
Anche le feste pasquali appena trascorse non sono state immuni dalla mano della
contraffazione. Sono state, infatti, sequestrate dalla Guardia di Finanza 300 uova
pasquali con marchio contraffatto della “Società Sportiva Calcio Napoli”.
Ad essere falsificato non è stato “solo” il marchio della Società: all’interno delle
uova vi erano anche dei giocattoli con il marchio CE contraffatto e di conseguenza
non sicuri per i bambini. La perquisizione delle sedi di produzione ha fatto
rinvenire altre uova di cioccolato dedicate a diverse squadre di calcio ma con lo
stesso livello di rischio per la salute dei bambini. È importante che questa pratica
non emerga soltanto in vista delle festività, quando il commercio di giocattoli
subisce un’impennata. La produzione dei giocattoli non a norma è sempre attiva e
la scorrettezza di questi prodotti non ha solo ripercussioni economiche sulle
aziende a norma, ma mette a serio rischio la salute dei bambini dal momento che
vengono prodotti mediante l’ausilio di sostanza tossiche e infiammabili.
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Si parla sempre di prodotti non a norma e marchiature non conformi rispetto alla
normativa vigente anche nel maxi sequestro effettuato nella provincia di Varese
dalle Fiamme Gialle. 100 mila prodotti di elettronica e giocattoli che non
rispettavano i requisiti minimi di sicurezza hanno portato alla denuncia di 18
persone per ipotesi di reato di contraffazione e frode in commercio. Sono ancora i
beni dedicati ai più piccoli ad essere quindi nel mirino della contraffazione prodotti
senza tenere conto della composizione chimica e dei possibili pericoli che possono
compromettere la sicurezza dei bambini, in particolare quelli di età inferiore ai
trentasei mesi.
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La scorsa settimana, anche il settore dell’abbigliamento è stato protagonista di
numerosi sequestri di prodotti contraffatti. Solo nel Comune di Maddaloni (CE) il
blitz dei militari della Compagnia della Guardia di Finanza di Caserta ha
sequestrato 1400 prodotto e messo cosi i sigilli ai locali in cui questi venivano
fabbricati illecitamente. Il merito va anche alla segnalazione di un libero cittadino
che ha denunciato alle Fiamme Gialle l’attività di contraffazione mediante
l’apposizione di rinomate griffe sui diversi articoli. L’attività info-investigativa e gli
appostamenti hanno consentito l’individuazione di un appartamento privato che
era stato adibito a punto vendita di calzature, accessori, abbigliamento riportanti il
marchio di note case di moda nazionali e non. Ad essere nei guai è un 31 enne
originario del Marocco che è stato denunciato all’Autorità Giudiziaria.
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La prova della diffusione di questa pratica, che vede l’utilizzo di abitazioni private
e altri spazi a disposizione come “punti vendita”, si trova anche nella Provincie di
Firenze, Pistoia e Pisa, dove è stato effettuato l’arresto di 11 italiani e di una
persona di origine cinese, tutti dediti alla produzione e vendita di articoli di
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pelletteria con apposti marchi contraffatti. Gli indagati in precedenza hanno
operato come artigiani nel settore della moda per sfruttare, in seguito, le
competenze acquisite nella produzione di accessori di abbigliamento contraffatti.
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Ma lotta al mercato del falso va oltre sequestri e denunce, impiegando con
successo tecnologie a supporto della tutela dei titolari di diritti.
Come la maison di moda Ferragamo con i microchip nelle suole delle scarpe di cui
si è parlato nella precedente review, così Coop Italia propone un “naso
elettronico” per riconoscere l’olio 100% made in Italy mediante un’impronta
digitale aromatica. Il Coop Italia Heracles II (questo è il nome dello strumento
utilizzato) da un anno verifica l’origine dell’olio extra vergine “100% italiano” a
marchio Coop grazie ad un “addestramento” effettuato mediante l’identificazione
delle sostanze volatili specifiche di oli italiani di provenienza certa. Il modello da
qui creato viene poi confrontato con i campioni presenti sul mercato di cui l’origine
non è certa restituendo eventuali corrispondenze o meno. Il laboratorio Coop di
Casalecchio di Reno non è comunque nuovo a questa avanguardia per stanare le
sofisticazioni alimentari: l’utilizzo dello strumento (in uso già dal 2013) si sta
estendendo anche ad altri prodotti come per esempio le mozzarelle di bufala nelle
quali non deve essere presente latte vaccino. Dimostrazione, questa, di come la
tecnologia si possa mettere al servizio di produttori onesti e consumatori; nel caso
citato a tutela un’eccellenza nazionale ma assolutamente scalabile anche per le
produzioni agroalimentari degli altri Paesi UE.
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